Falsa/cattiva scienza 7: le e-mail producono CO2

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L’11 luglio 2011 è stata diffusa la notizia che la spedizione di 8 e-mail comporta l’emissione di gas serra, in particolare CO2, equivalenti a quelli emessi da un’automobile che percorre un chilometro.

Questa volta la “perla” è dell’Agenzia Francese per l’Ambiente (Ademe), riportata dal quotidiano “Le Parisien” e ripresa anche da molti organi d’informazione in Italia:

Gli esperti dimostrano per la prima volta che tra il click di invio e la ricezione di un messaggio nella casella di posta elettronica, vengono emessi CO2 e gas a effetto serra. Precisamente ogni mail da un megabyte equivale a 19 grammi di anidride carbonica.

Da la Repubblica.it

 

Viene per prima cosa da domandarsi cosa si nasconda dietro la parola “dimostrano”, perché senza una spiegazione dei metodi utilizzati per giungere a tale “dimostrazione”, l’affermazione diventa apodittica. Non conoscendo quindi il percorso fatto dagli esperti francesi ci azzardiamo a farne uno nostro e molto meno apodittico.

Se fosse vero che 8 e-mail producono lo stesso gas serra emesso da un’automobile che percorre un chilometro, dovremmo assumere che il costo della spedizione dovrebbe corrispondere, (con riferimento al consumo medio di un’auto immatricolata in Europa, e assumendo ottimisticamente che un’auto percorra 15 Km con un litro), al costo di 1/15 di l. di benzina, che essendo ai prezzi correnti (riferimento al 20 luglio 2011) di circa 1,6 € al litro, porterebbe il costo delle 8 e-mail a circa 20 centesimi di €.

E poiché l’articolo termina con il calcolo riferito al consumo annuale di un impiegato, che andrebbe stimato sui quasi 14 tonnellate di CO2 emessa, l’importo del costo delle e-mail ricevute dall’ipotetico impiegato diventa di circa 100.000 € annui (anche se il riferimento non fosse il costo della benzina, ma di altri combustibili più economici, l’importo sarebbe inferiore ma questo non cambierebbe le conclusioni).

È dunque credibile che le e-mail ricevute da un impiegato in un anno siano costate 100.000 euro?

E chi pagherebbe queste cifre in un mercato di servizi internet a costo fisso e con il costo delle e-mail assolutamente gratuito?

Il dubbio che sorge è che gli esperti abbiano stimato il costo delle e-mail calcolandolo come se l’intero apparato di computer e la rete fossero in funzione solo per la spedizione delle e-mail in questione.

Sarebbe come calcolare il costo di un viaggio da Roma a Milano ipotizzando che l’Autostrada A-1 sia in funzione solo per noi.

In tal caso siamo certi che il nostro viaggio a Milano verrebbe a costare centinaia di migliaia di euro.

Al momento dunque, le uniche e-mail che hanno avuto l’effetto di aumentare la temperatura del pianeta sono quelle che vennero scambiate dai membri dell’IPPCI e che vennero denunciate nel novembre 2009 dando origine allo scandalo del Climategate.

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

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