Fame nel mondo: caro Sartori, scrivi sovrappopolazione ma si legge speculazione.

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Negli ultimi anni il politologo Giovanni Sartori ha scelto il mese di Agosto per scrivere i suoi editoriali sul Corriere della Sera (vedi 15 agosto 2008, 2009, 2010), e lanciare allarmi sulla sovrappopolazione come causa della fame del mondo e delle emergenze ambientali, forse anche quest’anno si sta preparando a tornare sull’argomento.

Chissà se la prossima volta vorrà segnalare che la fame nel mondo non è dovuta alla sovrappopolazione, che l’accesso ai generi alimentari  dei paesi poveri è stato negato dall’artificiale lievitazione dei prezzi causata dalla speculazione finanziaria.

Come segnalato da diverse organizzazioni tra le quali il World Developement Movement, solo la Godman Sachs ha infatti lucrato circa 1 miliardo di dollari nel 2009 e la Barclays, nello stesso periodo, ha ricavato sulle 340.000.000 di sterline annue.

Il trading sui generi alimentari è passato da un valore di circa 3 miliardi di dollari nel 2003 a 55 miliardi di dollari nel 2008 facendo crescere di conseguenza il costo per chi invece doveva comprare realmente le merci per l’alimentazione.

All’aumento di prezzi causato dalla speculazione sui derivati andrebbe poi aggiunto quello causato dalla scelta di produrre carburanti sostitutivi dei derivati del petrolio dai cereali, scelta che come si può facilmente immaginare comporta una sottrazione di risorse dagli usi alimentari per dirottarle verso un uso industriale. Questo meccanismo era già stato segnalato in un’intervista al Corriere della Sera dall’industriale Guido Barilla nel 2008.

Ma non facciamoci troppe illusioni, Ferragosto si avvicina, e anche il prossimo articolo di Sartori.

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

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