Amnesty si allinea definitivamente alle politiche neomalthusiane

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Se ne era già parlato nel 2007, poi era giunta una smentita, adesso è confermato: anche Amnesty International si allinea alle ONG che promuovono l’aborto.

 

Il ruolo delle ONG (Organizzazioni Non Governative) nella promozione delle politiche neomalthusiane, e in particolare di Amnesty International,  è stato trattato in Inchiesta sul darwinismo, da cui è tratto il seguente passo (pag. 196):

Nei primi anni del terzo millennio le politiche dell’Onu hanno continuatoil percorso iniziato negli anni ’70 confermandone le tendenze e le modalità; contemporaneamente il ruolo delle Ong è cresciuto e ha proseguito nella costante opera di orientamento dell’opinione pubblicain direzione delle scelte neomalthusiane del Club di Roma. Un esempioin tal senso è costituito dall’episodio relativo al tentativo da partedi Amnesty International di includere l’aborto tra i diritti dell’Uomo.Tra polemiche e smentite l’episodio attirò l’attenzione nell’estate del 2007 e fu caratterizzato da una accesa polemica con il Vaticano. Con una dichiarazione finale Amnesty International smentì l’intenzione di promuovere una “generale legalizzazione” dell’aborto, ma senza negare che esso potesse essere impiegato come misura per il “birth control”, chiedendo solo che tali politiche non fossero coercitive.

Sembra dunque adesso opportuno aggiornare questa pagina con gli ultimi sviluppi della vicenda. Nel 2007 Amnesty aveva parzialmente moderato le proprie posizioni per non perdere la collaborazione con la Chiesa Cattolica che in molte parti del mondo fornisce un prezioso supporto. Oggi sembra che le cose stiano cambiando, forse per via dell’inserimento del Vaticano nell‘Asse del male antiabortista, Amnesty sta abbandonando ogni incertezza per orientarsi verso posizioni apertamente abortiste.

Ne dà notizia qualche sparuto sito d’informazione USA e italiano (a cui adesso ci aggiungiamo anche noi), mentre sul sito di Amnesty bisogna leggere il gergo tecnico per capire la scelta operata, ad esempio nell’articolo intitolato Motherhood Shouldn’t Be a Death Sentence, è possibile leggere gli stessi argomenti usati dalla Gates Foundation meno di un mese fa e riportati su CS in  Asse del male: Governo britannico e Gates Foundation.

La cosa non sorprende, semmai la sorpresa sarebbe stata nella notizia contraria, cioè nel fatto che una ONG non si fosse schierata con le politiche neocolonialiste mascherate da un umanitarismo poco credibile.

Riguardo al ruolo delle ONG sarebbe utile andare a rileggere quanto segnalato su queste pagine quasi una anno fa, il 19 settembre 2011, nell’articolo Organizzazioni sponsorizzate dal nemico minacciano la nazione, in cui Tafataona Mahoso, ex capo della Media and Information Commission, che controlla i media nello Zimbabwe, denunciava proprio il vero ruolo delle ONG.

 

Una lettura che è bene riprendere anche per i riferimenti all’azione dell’AFRICOM, e per non dimenticare che gli interessi degli stati esteri e delle Corporations in Africa (e delle loro ONG) non riguardano la “salute delle donne”, ma ben altro.

 

 

 

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

2 commenti

  1. Non mi fido più di queste grandi agenzie da un po’.

    Da oggi in poi sarà G.T. (Gemini Tolkien) per differenziare le mie nuove idee da quelle passate.

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