Radio Globe One – Recensione – 20 /10 “Inchiesta sul darwinismo” un anno dopo

0

A poco più di un anno dalla pubblicazione di “Inchiesta sul darwinismo” le ragioni dell’iniziativa e il punto sulla situazione

 

 

In questa puntata  si parla del libro del 2011 del prof.Enzo Pennetta “ Inchiesta sul darwinismo. Come si costruisce una teoria. Scienza e potere dall’imperialismo britannico alle politiche ONU” (http://www.enzopennetta.it/2011/11/inchiesta-sul-darwinismo/ ) a poco più di un anno dalla sua pubblicazione.

Il prof.Pennetta ,ricordando di non aver mai ricevuto nessuna contestazione, ad oggi, riguardo ai contenuti del libro, ma di aver notato invece un certo ‘far finta che non esista’ da parte del mondo neodarwinista, ricorda di aver iniziato e portato a compimento il libro, non tanto lasciando trasparire quello o quelli che sono i suoi pensieri  riguardo certe tematiche, ma lasciando ampio spazio a documenti e fatti storici. E permettendo così che un certo quadro venga fuori praticamente da solo. Fratus ricorda che quando lui iniziò ad affrontare  il suo approfondimento sul neodarwinismo  ebbe un processo complementare a quello di Pennetta, infatti partì dal contesto storico politico per giungere alla conclusione che determinate visioni ed ideologie non avrebbero avuto ragione senza un adeguato supporto scientifico. Complementare perché ciò che portò a realizzare “Inchiesta sul darwinismo fu il procedere da un’analisi scientifica verso il comprendere che sussistettero forti motivazioni ideologico-politiche.

Si introduce così uno dei problemi di fondo che emergono nel libro di Pennetta, ossia il fatto che le teorie socio-economiche  precedettero la scientifica. Infatti, nel 1798 (e in una versione definitiva comunque nel 1826) ,con il suo saggio sul principio della popolazione il reverendo Thomas Robert Malthus (http://en.wikipedia.org/wiki/Thomas_Robert_Malthus (alias Joseph Johnson) sosteneva che i tassi di crescita della popolazione, più alti di quelli della crescita produttiva e dei mezzi di sostentamento, contribuirebbero in primis ad un aumento dell’offerta di manodopera che porterà inevitabilmente alla percezione di salari più bassi, quindi di riflesso della povertà. A sua volta i poveri se aiutati, curati, percependo salari onesti avrebbero frainteso e si sarebbero riprodotti riproducendo la povertà stessa. E Malthus considerava dannosissima la politica assistenziale nei confronti dei poveri  che non produceva altri effetti se non quello di favorire lo sviluppo demografico ed il proliferare della povertà stessa. La teoria malthusiana postula  un energico controllo delle nascite ed auspica il ricorso a strumenti tesi a ridurne e controllarne la natalità, al fine di evitare il deterioramento dell’ecosistema terrestre, l’erosione delle risorse naturali non rinnovabili, il dilagare della povertà . E Darwin proprio leggendo l’ultima versione del saggio di Malthus ebbe l’intuizione per la sua teoria. Contribuì da un lato a far si che Darwin si rendesse conto che l’ambiente, comprensivo di predatori, malattie ma soprattutto limitatezza di risorse di sostentamento alla vita, esercita una pressione sulle specie portando alla moria di molti individui ed alla sopravvivenza di solamente alcuni di essi.

Quali?I più adatti.. Da un altro lato poi si caratterizzarono questi adatti e Darwin stesso scrisse:

“Fra i selvaggi i deboli di corpo e di mente vengono presto eliminati; e quelli che sopravvivono godono in genere di un ottimo stato di salute. D’altra parte, noi uomini civili cerchiamo con ogni mezzo di ostacolare il processo di eliminazione; costruiamo ricoveri per gli incapaci, per gli storpi e per i malati; facciamo leggi per i poveri; e i nostri medici usano la loro massima abilità per salvare la vita di chiunque fino all’ultimo momento. Vi è ragione di credere che la vaccinazione abbia salvato migliaia di persone, che in passato sarebbero morte di vaiolo a causa della loro debole costituzione. Così i membri deboli della società civile si riproducono. Chiunque sia interessato dell’allevamento di animali domestici non dubiterà che questo fatto sia molto dannoso alla razza umana. E’ sorprendente come spesso la mancanza di cure o le cure mal dirette portano alla degenerazione di una razza domestica: ma, eccettuato il caso dell’uomo stesso, difficilmente qualcuno è tanto ignorante da far riprodurre i propri animali peggiori. L’aiuto che ci sentiamo spinti a dare a chi ne ha bisogno è principalmente un risultato accidentale dell’istinto di simpatia, che fu acquisito originariamente come parte degli istinti sociali, ma che divenne in seguito, nel modo precedentemente esposto, più delicato e ampiamente diffuso. E non possiamo frenare la nostra simpatia, anche contro le esortazioni della dura ragione, senza guastare la parte più nobile della nostra natura. Il chirurgo può indurire se stesso mentre effettua un’operazione, perché sa che sta agendo per il bene del paziente, ma se noi intenzionalmente trascuriamo i deboli e gli inermi, può derivarne solo un beneficio eventuale, a fronte di un male terribilmente presente’

 Dobbiamo perciò sopportare – continua Darwin – gli effetti indubbiamente deleteri della sopravvivenza dei deboli e della propagazione delle loro stirpe.”

 

L’impatto di Malthus è evidente così come le implicazioni sulla politica dell’impero nonché sul colonialismo.

Ed a proposito del colonialismo Britannico, Pennetta ne sottolinea in trasmissione la diversità da quello romano. Infatti laddove l’”aquila romana “ conquistò venivano comunque lasciate le culture dei popoli conquistati ed avvennero spesso scambi e fusioni fra queste e quella romana,ovviamente tutto veniva concesso dietro riconoscimento dell’autorità romana e dell’accettazione delle leggi romane. Benchè le guerre di conquista producessero schiavi i territori conquistati non assomigliavano tanto a colonie di razze inferiori da sfruttare come avvenne nei territori catturati dal leone britannico.

Ed infatti tornando a Malthus, e di riflesso a Darwin,si postulava che il fatto che l’impero romano soccombette ai barbari fosse dato proprio dalla pressione demografica. E  venne presa in esame anche la guerra come strumento di controllo demografico. Pennetta quindi sottolinea che oltre a Malthus l’impatto sulla teoria l’ebbero il darwinismo sociale (lo Spencerismo http://en.wikipedia.org/wiki/Herbert_Spencer ), che si formò prima del darwinismo “scientifico” e la teoria economica di A.Smith .

La società, che Spencer concettualizzata come un vero  ‘organismo ‘, afferma essersi  evoluto da uno  stato più semplice ad uno  più complesso secondo la legge universale di evoluzione ed il motore viene identificato nel progresso. Ciò che una generazione ha raggiunto sarà ereditato dalla seguente e questi a loro volta, migliorato, in un ciclo continuo di adattamento, eredità e miglioramento..arrivando a postulare che i “struggle for life“ (L’ espressione “lotta per la sopravvivenza”, infatti, compare per la prima volta in Spencer in un’opera scritta nel 1850 ) debba essere la regola delle comunità umane, accomunandosi al pensiero di Malthus sugli aiuti e la politica assistenziale. A completare il quadretto vi è Adam Smith, sostenitore del principio che ognuno facendo ciò che è meglio per sé (senza curarsi di cosa sia meglio per la collettività anche per esempio) fa il bene della collettività stessa, pricipio basilare della politica coloniale e capitalista.

Tutte teorie drammaticamente smentite,può essere utile a riguardo leggere questo articolo apparso tempo addietro su CS (http://www.enzopennetta.it/2012/07/seppellire-il-malthusianesimo/ ) . Il professor Robert H. Frank, in un articolo sul N.Y. Times del 12 luglio 2009, intitolato: L’invisibile mano fatta trionfare da Darwin scrive infatti che:

“Se domandassi di identificare il fondatore intellettuale della loro disciplina, lamaggior parte degli economisti oggi probabilmente citerebbero Adam Smith. Ma questo cambierà… Se ponessimo la stessa domanda tra 100 anni, la maggior parte degli economisti citerebbero invece Charles Darwin”

E sottolinea un aspetto importante. Se  questi tre pensatori delineavano e sostenevano certi modelli, ciò che viene raggiunto dalla sintesi di questi, ciò che viene fatto da “Darwin l’assemblatore, come lo definì Fratus, è ancora più “d’effetto”. Infatti la sintesi della “mano invisibile” di Adam Smith integrata dell’eliminazione Malthusiana del meno adatto delineano l’equivalente in economia della “selezione naturale” in biologia!

Il sistema di A.Smith  sbugiardato dai fatti e criticato largamente ,per esempio anche dal nobel John Forbes Nash jr. Il comportamento dei singoli alla ricerca della propria affermazione si traduce spesso e volentieri in un effetto negativo sul resto della collettività, nonché sempre maggior possibilità di cadere per quel singolo e difficoltà qualora nuovi elementi entrino in quella collettività, con un evitabile scenario di una scia di caduti se non la caduta dell’intera collettività. Non  il più efficiente dei sistemi, è rischioso, funziona male e fa danni alla collettività.. ma secondo la visione darwiniana è quello con cui funziona la natura…sicchè…Pennetta in trasmissione ricorda però che già nel Settecento D. Ricardo, un economista, posò l’attenzione sul fatto che se la colonia, o chi comunque vende manodopera e materie prime, si sviluppa, progredisce allora  aumenta il costo della manodopera e delle materie prime. E questo aiuta a comprendere perché fa comodo che certe popolazioni povere restino povere.

E questo è collegato direttamente al controllo demografico. Si ricorda anche il pensiero della Boserup che mostrò che se una popolazione non raggiunge una “massa critica” non può progredire. E la densità di certi paesi poveri overi oggi è veramente bassa contrariamente a quanto non si pensi o non venga fatto pensare.  E poi si pone anche l’attenzione in trasmissione sulla linea di condotta delineata da J.Huxley circa il neodarwinismo e la politica di controllo delle nascite. (e va ricordato che dopo l”eclisse del neodarwinismo” fu sostanzialmente Huxley con la sintesi moderna a riportare in auge il darwinismo,come si dice di necessità virtù..) In realtà il prof.Pennetta ricorda poi che a completare ulteriormente questo quadro c’è un altro fattore, un altro elemento importante che andrà a sostegno delle politiche coloniali, ossia la nascita del razzismo scientifico con Darwin. Benchè, per esempio, alcuni neodarwinisti vadano sostenendo che per fronteggiare il razzismo bisognerebbe leggere Darwin, per esempio si potrebbe leggere questo articolo su Cs(http://www.enzopennetta.it/2011/12/lettera-sul-razzismo-al-vicedirettore-del-la-stampa-massimo-gramellini/)  ma anche quest’altro (http://www.enzopennetta.it/2012/03/il-fatto-quotidiano-darwin-e-lo-scimpanze-un-ripasso-per-i-razzisti/), dalla lettura di Darwin ciò che emerge è certamente razzista,Darwin per esempio scrisse che:

“Nel futuro, non tanto lontano se misurato a secoli, ad un certo punto le razze umane civilizzate avranno quasi certamente sterminato le razze selvagge in tutto il mondo. Nello stesso periodo le scimmie antropomorfe, come ha osservato il prof. Schaaffhausen, saranno state senza dubbio sterminate. La frattura fra l’uomo e i suoi più prossimi affini sarà allora ancor più vasta, poiché sarà frattura fra l’uomo, ad uno stadio ancor più civilizzato, speriamo, di quello caucasico, ed alcune scimmie inferiori come il babbuino, invece che tra il negro o australiano e il gorilla.”

Insomma preso atto che nasce prima una certa visione ideologico politica pennetta spiega che poi, quando arriva una teoria scientifica che si adatta a questa visione viene catturata per darne consistenza.

Fra le altre cose, va ricordato che Darwin non fu un uomo che spinse così pesantemente la sua teoria cosa che fece Huxley, che combattè le battaglie e abbattè le barriere in nome del darwinismo. E’ sufficiente ricordare queste sue parole:

“Come è stato estremamente stupido non averci pensato!”
(Huxley, Leonard (1900), The Life and Letters of Thomas Henry Huxley. 2 vols 8vo, London: Macmillan)

Per comprendere un sacco di cose.. Fra l’altro come avviene tutt’oggi, come ricorda Fratus in trasmissione, nei conflitti che videro protagonista T.Huxley e delle loro successive mitizzazioni non fu una vittoria della scienza ma della ridicolizzazione, della beffa, “l’attitudine” determinava il vincitore e non il messaggio… Il 28 novembre 1660 venne fondata in quel del Gresham College la Royal Society che aveva mosso i primi passi con iniziale intento di discutere le idee di Francis Bacon e divenendo nel giro di pochi anni un importante ritrovo di scienza e cultura tanto che arrivò ben presto la zampa dell’impero sopra di essa dandole il nome di Royal Society, e prese sempre più corpo negli anni un modello di scienziati al servizio del potere, sulle idee di Hobbes.. .

I suoi scienziati hanno consentito alla Gran Bretagna di eccellere nelle tecnologie militari, con T. Malthus le hanno anche fornito una teoria socioeconomica, appoggiando Darwin le hanno fornito una “fons juris”, adesso l’opera continua con una assurda e antiscientifica difesa del malthusianesimo. Per approfondire si può leggere questo bell’articolo al riguardo su CS (http://www.enzopennetta.it/2012/05/royal-society-la-scienza-al-servizio-dell-impero/) Ha certamente contribuito allo sviluppo scientifico ma sempre facendosi sostenitore dello stato capitalista-colonialista seppur in sordina magari,anche se non troppo. Il fatto di un certo modo d’agire spiega Pennetta lo si ritrova,e si verifica tutt’oggi, nella Fabian Society, quel finto movimento socialista che portò alla formazione del partito laburista che si affiancò a quello dei liberali, cosicché ci fossero due facce della solita medaglia in buona sostanza.

Invitando ad un’attesa lunga e passiva fatta di piccoli e graduali passi il  fabianesimo si compone di una pressione da parte della borghesia sul proletariato attraverso l’ uso di radicali, intellettuali, salotto e chiesa socialisti, media, propaganda, populisti e owenisti, che respingono la lotta di classe, difendono i principi di solidarietà sociale, predicano la collaborazione con la “borghesia” imbrigliando ed indebolendo politicamente il “proletario” e sostenendo poi la lotta capitalistica e colonialista.  Al tempo stesso avrebbe favorito l’applicazione dei principi di Thomas Malthus ma in sordina il più possibile. Quindi in conclusione si va a riflettere in trasmissione che a valle di tutto ciò circa al neodarwinismo esiste qualcosa che comunque non è riscontrabile in nessun’altra teoria scientifica, oggi come in passato e quindi si va a domandarsi come iniziarono e perché ci sono queste contestazioni. Pennetta ricorda che il libro di Darwin non fu mai messo all’indice e bisogna ricordare che ad eccezione di un attacco iniziale di Wilberforce, comunque fin troppo mitizzato e stereotipato, i teologi, i religiosi non si mostrarono ostili di fronte a questa teoria. Essi pensavano di salvare le parti più importanti della Bibbia, quelle che riguardano il Vangelo della salvezza, separandole dai primi capitoli della Genesi (1-11), ritenuti ormai indifendibili…e si orientarono in varie forme di concordismo. Come riporta  il Prof. P.Johnson, Università di California:

Il darwinismo concordava talmente con lo spirito della sua epoca che questa teoria ha ricevuto l’adesione di un numero sorprendente di dirigenti religiosi. Molti dei primi sostenitori di Darwin erano membri del clero o laici cristiani praticanti”.

Ci furono però fisici di Cambridge di primo rango, quali lord Kelvin e James Clerk-Maxwell, ambedue evangelici presbiteriani scozzesi, Sir Richard Owen, paleontologo inglese etc.. che contestarono eccome Darwin.. la prima mossa il primo sconfinamento verso un’attacco fatto da quei “gruppi di liberi pensatori “che portarono al Vaticano in primis ma poi al clero in generale e di riflesso e per esteso a tutti i fedeli e le fedi associate e non, sulla linea di pensiero Comtiano. Si trova ragione di questo anche per esempio nelle parole di  Adam Sedgwick (1785-1873), uno dei fondatori della geologia moderna e “maestro” di Darwin:

“Ho letto il vostro libro più con dolore che con piacere.

Ho molto ammirato alcune parti, ma di altre ho riso fino ad aver mal di pancia; altre parti invece le ho lette con assoluto dispiacere, in quanto totalmente false o gravemente equivoche; voi avete disertato dal sano metodo induttivo.

Le vostre principali conclusioni non possono essere né provate né confutate. Gli unici argomenti che si pretende di addurre, come elementi di prova per la selezione naturale, sono le varietà animali prodotte dagli allevatori per mezzo degli incroci in base ad un proggetto umano. In fin dei conti non è altro che una zuppa di materialismo ben cucinata e servita.

E perchè è stato fatto? Per nessun altra solida ragione tranne che per renderci indipendenti da un Creatore.

 Ma è bene ricordare Karl Marx, che dedicò a Darwin l’edizione tedesca di Das Kapital:

Da un devoto ammiratore a Charles Darwin”.…questo libro [di Darwin]contiene il fondamento, nell’ambito della storia naturale, necessario alla nostra visione“.

Ed  il Mons. O’Gara, Vescovo di Yuanqing:

“Dove giungeva l’esercito di liberazione maoista, l’intera popolazione doveva seguire dei corsi di rieducazione culturale: le prime lezioni avevano per argomento l’evoluzionismo”.

Poi G.Simpson [The Mining of Evolution, Yale University (1949).], paleontologo:

Non c’è ragione di supporre altra origine, per i nuovi processi di riproduzione e di mutazione se non quella materialistica”. Il Cristianesimo?: “la superstizione più evoluta”.

E si può concludere con il già citato J.Huxley:

“La scienza moderna deve escludere la creazione o la guida divina. Il darwinismo ha rimosso dalla sfera della discussione razionale qualsiasi idea di Dio come creatore degli organismi”.

E’ chiaro chi ha sconfinato,così come sono chiare certe strumentalizzazioni che ne derivarono ultima quella dell’ateismo,ma politiche e sociali a monte e valide tutt’oggi.

 

Il link alla trasmissione (e a quelle precedenti) è disponibile al seguente indirizzo:

http://www.filebox.com/users/Leonetto

 

 

 

Share.

Comments are closed.

Exit mobile version