La “marcia del progresso”, un’immagine che è da tutti ormai ritenuta errata ma che continua a campeggiare negli articoli di Scientific American.
Il punto è che si tratta di un’immagine propagandistica dura da abbandonare.
In un articolo apparso su Scientific American la realtà della strumentalizzazione dell’insegnamento delle scienze.
Non è la fede ad ostacolare la scienza, ma è la distorsione della scienza ad essere impiegata contro la fede.
L’articolo è stato pubblicato il 20 novembre scorso su Scientific American con il titolo What Should Teachers Say to Religious Students Who Doubt Evolution?
“Cosa dovrebbe dire un insegnante agli studenti religiosi che dubitano dell’evoluzione?”
Il titolo evidenzia da subito una domanda mal posta: cosa vuol dire che studenti religiosi dubitano dell’evoluzione?
Se il motivo del dubbio è una presunta incompatibilità tra fede ed evoluzione il titolo avrebbe dovuto essere “Cosa dovrebbe dire un insegnante agli studenti che dubitano dell’evoluzione per motivi religiosi?“.
Nella formulazione apparsa sulla prestigiosa rivista americana l’attenzione non è infatti posta sulla presunta incompatibilità tra religione ed evoluzione, ma tra studenti religiosi ed evoluzione, come se l’essere religiosi in sé fosse un ostacolo!
Comunque, lasciando da parte questo infelice titolo, che tra l’altro in una traduzione italiana riportata sul sito Cronache Laiche è stato cambiato in un più corretto Quando lo studente mette in discussione Darwin in nome della fede, all’interno dell’articolo si trovano anche delle considerazioni condivisibili, come ad esempio quella in cui l’autore afferma:
Sottolineo che alcuni darwiniani fustigatori della religione esagerano il potere della teoria dell’evoluzione. Ad esempio, Richard Dawkins aveva torto – torto marcio – quando ha affermato nel suo best-seller The Blind Watchmaker, pubblicato nel 1986, che la vita «non è più un mistero perché [Darwin] l’ha risolto».
Sembra quasi incredibile che su SA si critichi Richard Dawkins, ma non basta, l’articolo si spinge oltre:
Anche quando supportata dalla genetica moderna, la teoria dell’evoluzione non spiega perché si è creata la vita sulla terra più di tre miliardi di anni fa, o se la vita era altamente probabile, addirittura inevitabile, o un caso su mille nell’universo.
La teoria non spiega perché la vita, dopo essere rimasta monocellulare per più di due miliardi di anni, ha improvvisamente generato organismi multicellulari, tra cui un mammifero estremamente strano capace di ponderare sulle proprie origini.
Insomma sembra proprio che effettivamente l’autore spenda delle parole a favore dei dubbiosi e contro chi strumentalizza la scienza a fini antireligiosi.
Ma inspiegabilmente lo stesso autore, John Horgan, concludendo l’articolo compie un ribaltamento totale e inaspettato della prospettiva:
La teoria dell’evoluzione per selezione naturale è senza dubbio la più profonda comprensione della realtà che l’umanità abbia mai raggiunto ed è supportata da prove schiaccianti – montagne di prove – dalla continua aggiunta di reperti fossili all’analisi del Dna delle specie viventi.
Su frasi come queste, che affermano “La teoria dell’evoluzione per selezione naturale è senza dubbio la più profonda comprensione della realtà che l’umanità abbia mai raggiunto“, tutto quanto di buono era stato scritto crolla rovinosamente, non solo sono improvvisamente spariti tutti i limiti della teoria precedentemente menzionati, ma essa diventa improvvisamente “la più profonda comprensione della realtà“. Abbiamo letto bene, non della biologia, non dell’origine delle specie, ma propri di tutta la realtà, dichiarando quindi che la realtà è solo materia, che l’Uomo è solo un animale e che millenni di filosofia non ci fanno comprendere la realtà come la teoria darwiniana!
E quindi Horgan si spinge alle estreme conseguenze:
Questo è il tipo di cose che dico ai miei studenti. Mi sento un po’ a disagio, lo ammetto, a mettere in dubbio le loro fedi, da cui alcuni traggono grande conforto. Una parte di me concorda con uno degli studenti che ha scritto: «Ogni individuo ha diritto alla propria credenza religiosa…
Alle figure autorevoli che insegnano nelle scuole statunitensi non dovrebbe essere consentito di dire cose del tipo che qualsiasi religione è “sbagliata” a causa di una certa spiegazione scientifica».
D’altra parte, se non spingo questi ragazzi a mettere in discussione le loro convinzioni più care, non faccio il mio lavoro, giusto?
Horgan in preda ad un conflitto interiore comprende che non dovrebbe mai affermare che una qualsiasi religione è sbagliata a causa di una certa spiegazione scientifica (in realtà solo quella darwiniana), e ha ragione perché rispettando la distinzione dei due magisteri non si possono fare affermazioni di questo genere.
Ma lo stesso Horgan conclude affermando che il suo lavoro non è insegnare le scienze.
Il lavoro di un insegnante secondo lui è quello di “mettere in discussione le convinzioni più care“.
Già. Ma la cosa sembra valere solo per certe “convinzioni”, a mettere in discussione le convinzioni più care di uno studente darwiniano o a mettere in dubbio la causa antropica dei cambiamenti climatici si viene additati come “negazionisti”…
Così vanno le cose.
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5 commenti
Un articolo, questo di John Horgan, subdolamente viscido e camuffato. Le contraddizioni sono sempre sinonimo di menzogne E qualcosa nel discorso non è stata asserita per propria volontà ma semplicemente per apparire tolleranti e politicamente corretti. Quel qualcosa è chiaramente il rispetto per le credenze religiose degli studenti, rimarcato ma poi impropriamente infranto dalle solite congetture di stampo ateo-darwinista. Questo testo più che una dimostrazione di tolleranza ed un esempio di insegnamento mi sembra solo una presa in giro.
Alla faccia della tolleranza e della correttezza: http://post-darwinist.blogspot.it/2010/08/karl-popper-bangs-his-fist-on-table.html
Nel suo delirio di onnipotenza ateo si è tuttavia inconsciamente reso conto che la scienza (quella materialistica) non potrà mai spiegare la complessità della mente ed altri enigmi come l’origine della vita: http://post-darwinist.blogspot.it/2008/09/science-writer-wonders-whether-telling.html
A conti fatti mi sembra che Horgan, autore del libro La fine della scienza, nel quale si ipotizza che la scienza alla fine si esaurirà perché non ci sarà più nulla da scoprire, stia entrando in crisi.
La sua scienza riduzionista dimostra i suoi limiti, in primis proprio la teoria neodarwiniana, e il pensiero religioso pur attaccato pesantemente da persone come lui, Dawkins e Dennett, resiste.
Mi sembra infine di cogliere un momento di dubbio, direi di debolezza, quando alla fine dell’articolo chiede conferma delle sue conclusioni al lettore.
Quel “…giusto?” è una ricerca di consenso di fatto seguita da un silenzio, una mancanza di conferma che appare come una negazione di quanto sostenuto sin lì.
Forse c’è speranza anche per Horgan…
Ma come si fa a pubblicare su Scientific American un articolo cosi’ palesemente contraddittorio? Andiamo proprio bene…
“La teoria dell’evoluzione per selezione naturale è senza dubbio la più profonda comprensione della realtà che l’umanità abbia mai raggiunto“
..senza dubbio eh…
“ed è supportata da prove schiaccianti – montagne di prove – dalla continua aggiunta di reperti fossili all’analisi del Dna delle specie viventi.”
Si..sembra uno che interrogato sul fatto se sappia o meno fare una data cosa risponda di si che è una sciocchezza,e,poi allorchè dunque gli viene chiesto di farla non la fa adduncendo al fatto che è talmente una sciocchezza,talmente banale ovvia etc..
Di quella montagna siam sempre qui aspettando un sassolino,mica vogliamo il monte, per ora c’è solo il deserto però…
L’insegnamento come doveva essere anche l’obiettivo dell’ex riforma scolastica doveva puntare ad assicurare ai ragazzi, sotto la guida degli insegnanti, una pluralità di fonti e di opinioni, in modo che attraverso il confronto possano formarsi una propria coscienza critica.
Che è abbstanza chiaro e che poi è in linea con l’aforisma che sta lassù sempre in alto al blog di CS.
Si è visto poi anche di recente:
http://www.enzopennetta.it/2012/11/radio-globe-one-recensione-1711-la-scimmia-discende-dalluomo/
come sia una baggianata addurre come motivazione alla critica al darwinismo un fondamentalismo religioso.
E’ chiaro fra l’altro anche Dulbecco addirittura sull’insegnamento del creazionismo fra l’altro mai qui su CS proposto così come l’eliminazione dello studio di Darwin.
Ci si accontenta di veramente poco,ma tanto,di insegnarlo bene.Enzo è stato chiaro anche sul suo pensiero sull’istruzione in quella puntata.
Due righe all’inizio dell’articolo che dicono tutto e riassumono tante cose che si è avuto modo di dire e di osservare:
“Non è la fede ad ostacolare la scienza, ma è la distorsione della scienza ad essere impiegata contro la fede”
Chi ha la fede che vacilla,chi teme chi è nervoso a me pare il neodarwinista.