La UE ha paura della rete: quanto potere ha realmente il web?

4

Sul Telegraph compare la notizia che la UE intende manipolare i confronti sul web. Una volta si chiamava propaganda.

 

La notizia è stata data dal Daily Telegraph il 4 febbraio scorso ed è stata riportata il giorno dopo anche in Italia, il Giornale ad esempio titolava Troppi euroscettici L’Europa finanzia un pool per oscurarli.

Sul web è subito partito l’allarme: arrivano le «pattuglie pro-Ue» e il bavaglio agli euroscettici. 

Non è proprio così, ma certo la notizia che ha scovato ieri il britannico Daily Telegraph è curiosa: «L’immagine dell’Unione europea» presso i suoi cittadini è «in pericolo», e il Parlamento europeo si appresta a finanziare (per 2 milioni e mezzo) una struttura interna addetta a contrastare le opinioni anti-europee, non solo monitorando il dibattito in rete, ma anche intervenendo là dove necessario.

 Sembra quindi che il Parlamento Europeo tema le potenzialità del web di convogliare  e alimentare il dissenso verso le politiche e la stessa esistenza della UE, tanto da finanziare un’azione di propaganda finalizzata alla manipolazione delle discussioni sulla rete. Si tratterebbe di un vero e proprio corto circuito democratico, in quanto le istituzioni che dovrebbero rappresentare il volere dei cittadini si troverebbero ad agire per orientarlo in una direzione ritenuta “desiderabile”, anziché favorire il più libero e ampio dibattito.

 Di fronte a questo progetti di “trolling” istituzionale si è registrata una isolata reazione politica, quella dell’eurodeputato Oreste Rossi, come riferito dall’ANSA in Ue: euroscettici spiati, interrogazione Rossi:

L’europarlamentare Oreste Rossi ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea su un presunto piano Ue per monitorare gli euroscettici pubblicato dal Daily Telegraph. Rossi ha chiesto a Bruxelles di adottare ”misure di trasparenza e regole etiche sull’uso strategico delle informazioni online e degli influencer, a tutela della libertà di espressione e del diritto di voto dei cittadini europei”.

«I cosiddetti influencer, di cui si servirebbe l’Ue per manipolare il consenso politico, -ha spiegato Rossi- nascono dalla realtà del marketing aziendale, che usa queste figure per influenzare la vendita di un prodotto online. 

La notizia avrebbe dovuto avere una risonanza certamente ampia, ma sembra proprio che la grande maggioranza degli organi d’informazione abbia deciso che non sia di particolare importanza. Sembra che si tratti solo una curiosità, alla pari delle ultime bravate di Balotelli.

Con questa decisione la UE si pone quindi, nella migliore delle ipotesi, come un’azienda che fa marketing per vendere se stessa manipolando la percezione della propria immagine presso i ‘clienti’, e nella peggiore delle ipotesi come uno stato totalitario che usa la propaganda per controllare l’opinione pubblica.

Una delle domande che  a questo punto si pone è: se si è giunti a studiare un provvedimento come quello proposto a Bruxelles, quanto potere ha realmente il web?

.

 

 

 

 

Share.

Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

4 commenti

  1. Può essere che, dopo la “primavera araba”, temano una “primavera europea” ?

    • Bè, qui di primavere non sembra esserci l’aria, però credo che gli eurocrati temano che qualche politico cominci a puntare sull’euroscetticismo fiutando che il sentimento popolare premierebbe tale posizione.

      PS: chissà, se passasse davvero il progetto qualche ‘eurotroller’ lo vedremo anche qui!

Exit mobile version