Pikaia e gli “spin doctor” darwiniani

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L’home page di Pikaia del 26 marzo con in evidenza gli articoli sul creazionismo.

 

“Spin doctor”, un termine che indica gli esperti di comunicazione che guidano l’opinione pubblica soprattutto in politica.

 

In un’intervista di Marcello Foa viene spiegata una tecnica impiegata anche dal versante darwinista.

 

 

Perché sull’home page di Pikaia trovano spazio due articoli sui creazionisti Testimoni di Geova del Canton Ticino e su quelli ortodossi di Mosca (ripreso da una testata sconosciuta come “Charisma news“), mentre i convegni seri come quello di Roma sull’evoluzione con intervento in teleconferenza di Kauffman, o quello del Mendel Day di Verona di cui si è parlato su Avvenire e Libero, non trovano spazio?

Una risposta è possibile trovarla in un’intervista rilasciata a Byoblu dal giornalista Marcello Foa, un video in cui si parla degli “spin doctor”, un termine che indica degli specialisti dell’informazione esperti nel mostrare una certa parte politica in una luce favorevole e, viceversa, porre in modo negativo la controparte.

A volte però si presentano fenomeni nuovi, fatti che non si lasciano inquadrare nel sistema di spiegazione della realtà accettato da un determinata parte, fenomeni che non si lasciano inserire in un “frame” dove tutto segue una dinamica consolidata e in ultima analisi rassicurante anche perché gli avversari sono sempre gli stessi e facilmente gestibili. Ma cosa succede se si affaccia qualcosa di nuovo, qualcosa che non si lascia collocare nel “frame” e rischia di far saltare lo status quo?

Come spiega Foa, una delle tecniche possibili è quella del “silenzio”, nell’intervista in questione il riferimento era al caso di Beppe Grillo ma, fatte le dovute distinzioni e proporzioni, la tecnica è applicabile ad altre situazioni. Ascoltiamo direttamente le parole di Foa che ne parla dal minuto 23 dell’intervista al 26 circa:

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=px0FaA0K35w#t=1404s

 

Come viene detto nel  brano sopra visionabile,  si può cercare di neutralizzare  il “problema” che esce dal “frame” ignorandolo, non vengono scritti articoli in cui si cerca di capire come stiano veramente le cose, articoli in cui venga fatta un’analisi tecnica delle affermazioni sostenute dalla controparte, insomma quello che sarebbe considerato un “buon giornalismo”. Quando proprio non se ne può fare a meno con “grande fastidio, con grande ritrosia” ci si occupa dell’argomento, ma solo per liquidarlo in modo superficiale e poi non occuparsene più.

Questo comportamento è rintracciabile in quello riservato dai sostenitori del darwinismo all’azione portata avanti da seri contestatori che non sono riconducibili a banali argomentazioni creazioniste,  inevitabile è il riferimento all’iniziativa del prof. Pievani del 28 dicembre 2011 concretizzatasi nell’articolo pubblicato sul sito Pikaia e intitolato “Perché non rispondiamo alle provocazioni“, e di cui si è parlato su CS-Cari lettori di Pikaia… (lettera aperta sul darwinismo), del 4 gennaio successivo.

Ma ancor più questo modo di procedere è stato adottato con l’iniziativa dello stesso Pievani del 16 gennaio 2013 che ha dato origine alla nota “Lettera a un insegnante antidarwiniano“, pubblicata sempre su Pikaia, il portale dell’evoluzione.

Dopo aver “liquidato” in questo modo le critiche alla teoria darwiniana, è stata quindi applicata nuovamente la tattica del silenzio. Ma in un primo tempo la scelta era stata un’altra, si era pensato di poter confutare facilmente, e addirittura ridicolizzare, le obiezioni. I siti del prof. Formenti, di Pikaia, Oggiscienza e ocasapiens, abbondavano infatti di riferimenti alle nostre posizioni, adesso la disciplina di partito ha invece adottato, e  impone, la tattica del silenzio.

E, a differenza di quanto lamentato da Grillo, sembra proprio che si siano ritirati anche i “troll” che collezionando una serie di insuccessi hanno finito per mettere ancora più in risalto la solidità degli argomenti che andavano ad attaccare.

Ma come sappiamo, e come ribadito da Foa nell’intervista, la tattica del silenzio non funziona nell’epoca del web: ignorare l’avversario alla lunga si rivela una scelta perdente.

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

7 commenti

  1. “Ma come sappiamo, e come ribadito da Foa nell’intervista, la tattica del silenzio non funziona nell’epoca del web: ignorare l’avversario alla lunga si rivela una scelta perdente”.

    Già. Il recente esempio della ascesa di Grillo è una conferma del fatto che averlo completamente ignorato (e a lungo) si sia rivelato un errore macroscopico per l’establishment.

    Nella comunicazione di oggi, sottrarsi al confronto significa o che si è incapaci di argomentare con efficacia oppure che le proprie tesi sono, nei fatti, non sostenibili. Tertium non datur.

    • “Nella comunicazione di oggi, sottrarsi al confronto significa o che si è incapaci di argomentare con efficacia oppure che le proprie tesi sono, nei fatti, non sostenibili. Tertium non datur.”

      Sapendo che sei un esperto di comunicazione questa tua considerazione è un’importante conferma. Grazie.

    • “Già. Il recente esempio della ascesa di Grillo è una conferma del fatto che averlo completamente ignorato (e a lungo) si sia rivelato un errore macroscopico per l’establishment.”

      Un secondo semi-OT:A parte che da quando ne hanno parlato massicciamente mediaticamente non hanno fatto che incrementarne consenso,è proprio carattestica di quel movimento la tattica del silenzio.
      E per forza di cose.In realtà il ”grosso” dell’adesione tramite voto per il M5S deriva da tutta una serie di cofattori che vanno dal voler manifestare una protewsta ad altre cose,mentre gli attivisti,quelli più dentro,che hanno partecipato alla scelta dei loro candidati sono uno sputo e sono essi stessi imprensentabili.
      Recentemente hanno sostenuto di essere credibili,mentre in realtà sono semplicemente “vergini” che è diverso.
      Dalle poche volte in cui si osno esposti la figura è stata bruttarella..da quello che dorme in parlamento all’altro che tira fuori lo zeitgeist,documentario referenziato da un capodruido massone autodidatta che si improvvisò archeologo, da un guru new age e da siti complottisti…

      Quindi più che altro la tattica del silenzio funziona e porta a eventuali successi,ma da sola non basta.

      Servono altre cose di contorno.
      Come si parlava qua:
      http://www.enzopennetta.it/2013/03/1-mendel-day-intervento-pennetta/
      serve un’insistenza e un dare corpo e forza a dei clichès e poi creare opportunamente corrtine di fumo quando l’attenzione si spostasse su punti critici.
      Non c’ha davvero da insegnarci nulla Foa,son cose di cui al più troviamo conferma ma che diciamo da tempo..

      Per esempio:
      “Perché sull’home page di Pikaia trovano spazio due articoli sui creazionisti Testimoni di Geova del Canton Ticino e su quelli ortodossi di Mosca[…]”

      Ricordiamo che un troller che visito ,venendo “bastonato” ,queste pagine venne altrettanto bastonato su un forum di TdG e certo certi neodarwinisti non hanno avuto e bnon avrebbero vita facile con Bertolini o Catalano tanto per fare un esempio.

      Anche fra i creazionisti di una certa matrice c’è un’accurata selezione relativamente al chi parla e al cosa viene detto accompagnata da un’attenta scelta dell’atteggiamento con cui eventualmente si tratta un argomento.

      Perciò anche:
      “Nella comunicazione di oggi, sottrarsi al confronto significa o che si è incapaci di argomentare con efficacia oppure che le proprie tesi sono, nei fatti, non sostenibili. Tertium non datur.”

      E’ vero ma è un po’ più ambigua la cosa..Chi si confronta spesso lo fa senza argomentazioni,facendo leva e giocando su certi discorsi generali,su clichès e scostandosi il più possibile dalle cose che danno eventualmente fastidio in una o più domande.E l’avversario che si trova di fronte a questo atteggiamento invece di fare “squadra” con chi fa le domande e denunciarlo o lo asseconda o fa lo stesso..
      Quindi anche chi si confronta oggi possono avere quelle incapacità che possono avere quelli che si confrontano.
      Ed alcuni sapendo certi meccanismi e sapendo di mnon poter far valere le loro ragioni ed argomentare evitano essi stessi i lconfronto..
      Insomma un marasma generale,molto più complesso e molto più grave purtroppo..

      Servono quindi luoghi di confronto adeguati dove delle regole valgano in un modo o nell’altro e dove divenga difficile ,nel senso di praticamente impossibile imboccare vie di fuga.E serve che questi abbiano visibilità e interesse.

  2. Giorgio Masiero on

    L’ideologo della biologia non ama la biologia, né la scienza in generale, perché queste hanno per scopo la spiegazione dei fatti, la ricerca della verità; mentre per lui, per l’ideologo della biologia, la biologia e la scienza in generale sono solo strumenti per imbellettare le proprie concezioni naturalistiche incoerenti.

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