Ferragosto: liturgia malthusiana

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Sono ormai 5 anni che il giorno di Ferragosto il Corriere della Sera ospita un editoriale del politologo Giovanni Sartori sulla sovrappopolazione.

 

Sembra che si tratti di un uovo calendario liturgico con relativo sermone.

 

 

 Dal 2008 nel giorno di Ferragosto ogni anno il Corriere della Sera ha pubblicato senza interruzioni un editoriale del politologo Giovanni Sartori sulla questione della “sovrappopolazione”, una scelta della quale sarebbe giusto che la direzione di Via Solferino spiegasse ai lettori il motivo.

Su CS sin dal primo anno di esistenza si è provveduto a commentare in modo critico il contenuto di questi editoriali (20112012) e anche quest’anno non farà eccezione, proprio perché puntualmente l’editoriale di Sartori è arrivato, il titolo scelto per il sermone l’editoriale è stato un vago “Previsioni del tempo“, l’ipotesi più probabile è che si sia voluto legare le questioni del tempo inteso come clima a quelle del tempo inteso come futuro.  Ma vediamo come inizia l’intervento di Sartori:

Come va l’Italia? Male, maluccio? Io direi molto maluccio. E come va il mondo, il pianeta Terra? Forse meglio. La buona notizia è che a detta dei climatologi il riscaldamento del nostro pianeta sembra che si sia fermato.

Si intende, le previsioni sul clima non sono mai certe; sono, in verità, estrapolazioni ricavate da statistiche o da modelli matematici. Anche così, quali le possibili spiegazioni? Potrebbe essere che la crisi economica ha molto ridotto le emissioni di gas serra, pareggiando così il conto, e cioè pareggiando l’eccedenza di anidride carbonica che non veniva assorbita in precedenza dagli alberi e dal mare.

La consueta nota di catastrofismo a cui siamo stati abituati gli scorsi anni sembra oggi alleggerita, va solo “molto maluccio” per l’Italia e per la Terra un “forse meglio” dettato dal fatto che “sembra” che il riscaldamento si sia fermato, a questo punto Sartori si sbilancia in un’ipotesi scientifica che rivela il sottofondo malthusiano della sua impostazione: “Potrebbe essere che la crisi economica ha molto ridotto le emissioni di gas serra“. Certo, potrebbe essere, non è questo del resto quello che dice la dottrina dell’AGW (riscaldamento dovuto all’Uomo)? Eppure per evitare di dire una castroneria di questo tipo sarebbe bastato andare a controllare la situazione sul sito dell’autorevolissimo osservatorio delle Hawaii di Mauna Loa:

 

 Come è possibile verificare i dati aggiornati non mostrano assolutamente alcuna variazione nell’aumento della CO2 atmosferica e questo non solo contraddice l’ipotesi avanzata da Sartori, ma la stessa teoria del riscaldamento causato dalla CO2, infatti se da un decennio le temperature sono ferme e nello stesso tempo la CO2 è aumentata, siamo di fronte alla prova che la CO2, e quindi quella prodotta dalle attività umane, non è responsabile del riscaldamento sin qui registrato.

Poi l’articolo passa in rassegna i vari eventi climatici con particolare attenzione al riscaldamento della zona dell’Artico (al cui riguardo deve essergli sfuggito un recente articolo sull’origine geotermica del fenomeno, pubblicato sempre sul Corriere e ripreso su CS).

Ed ecco infine che si manifesta la saldatura tra l’argomento del Global Warming e le politiche malthusiane, cosa che Sartori magistralmente effettua con un richiamo alle brutte notizie con cui si apriva l’articolo:

Le notizie sono pessime invece sul fronte demografico. Cento anni fa eravamo meno di due miliardi. Oggi siamo più di sette miliardi; e mentre le previsioni erano che fino a poco tempo fa questa crescita si sarebbe arrestata a circa 9,6 miliardi di persone nel 2050, l’ultima previsione o meglio proiezione della Agenzia ad hoc delle Nazioni Unite è che nel 2100 saremo quasi 11 miliardi.

Beninteso, è sicuro che a questi 11 miliardi non arriveremo mai, visto che saremo decimati dalla fame, dalla sete e probabilmente anche dalle guerre per procurarsi cibo ed acqua.

 

Ecco infine l’anatema: “è sicuro che a questi 11 miliardi non arriveremo mai, visto che saremo decimati dalla fame, dalla sete e probabilmente anche dalle guerre per procurarsi cibo ed acqua“. Malthusianesimo allo stato puro.

Come infatti è noto Thomas Malthus sosteneva proprio che quando l’umanità non limita la popolazione per consapevole scelta intervengono fattori come le carestie e le guerre a riportare la situazione ad un giusto livello. Ecco quindi che nella teoria malthusiana si rende necessario introdurre il controllo delle nascite, cosa che avrebbe fatto con merito la Cina, anche se viene taciuta la violenza di Stato a cui sono state sottoposte milioni di donne in quel paese costrette all’aborto forzato.

Ma quest’anno c’è una novità, Sartori dall’importantissimo pulpito del Corriere lancia un tema nuovo, quello dell’immigrazione:

In Italia noi abbiamo testé creato un ministero dell’Integrazione retto dalla simpatica figura di Cécile Kyenge, che però di integrazione non sa niente. Il suo chiodo fisso è lo ius soli ; e la conseguenza di questa irresponsabile fissazione sarà una ingente crescita, prevalentemente africana, della popolazione italiana.

 

Senza entrare nel discorso sullo ius soli e sul controllo dei flussi migratori che sarebbe un argomento comunque interessante, va notato che viene lanciato un allarme per la possibile scomparsa della popolazione italiana originaria e della sua sostituzione con quella degli emigranti che notoriamente sono più prolifici. Quello che va detto è che anche in questo caso non si tratta in realtà di una vera novità, lo stesso problema era sorto negli USA all’inizio del XX secolo quando l’immigrazione italiana e irlandese “minacciavano” la prevalenza numerica della popolazione anglosassone.

Stiamo parlando di quel fenomeno che venne battezzato come “Race suicide”, suicidio della razza, come testimoniato anche da vignette come la seguente:

La teoria del Race suicide diede vita ad un forte movimento per la limitazione delle nascite tra le classi povere che sfociò nella fondazione di associazioni come la Planned Parenthood fondata da Margaret Sanger e che oggi continua la sua opera nelle attività per la “Salute riproduttiva” dell’ONU.

Ma l’errore della teoria malthusiana è la confusione di cause ed effetti:

1- la popolazione cresce a ritmi esponenziali solo in caso di elevata mortalità

2- la popolazione si stabilizza in condizioni di benessere e bassa mortalità (quindi nessun bisogno di politiche sulla limitazione delle nascite che portano poi alla denatalità)

3- l’immigrazione è dovuta a crisi dovute a cause naturali o politiche e più spesso allo sfruttamento neo-colonialista dei paesi da cui provengono gli immigrati (l’Irlanda era stata impoverita dalla perenospora delle patate ed era in contrasto con l’Inghilterra, il sud Italia era reduce da una spoliazione ed impoverimento del Meridione conseguente alla disastrose politiche post unitarie).

La soluzione non è dunque nelle politiche neomalthusiane di cui Sartori si fa portavoce.

La soluzione è nel promuovere lo sviluppo di tutte le regioni del pianeta senza disincentivare la natalità, questo porterebbe infine ad una stabilizzazione delle popolazioni e al cessare della pressione di migrazione.

Ma si tratta di una soluzione che per qualcuno ha un difetto insormontabile: significherebbe la fine dello sfruttamento neo-coloniale.

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Aggiornamento del 17 – 8 – 2013:

anche altri si sono accorti del “fenomeno” Sartori

A Ferragosto Sartori dà i numeri

Se n’è accorto pure lui!

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

12 commenti

  1. Il fiume giallo non arriva più alla foce? Mi piacerebbe avere almeno una fonte di questa notizia…
    “Il lago Victoria, in Africa, è la foce del Nilo” … ma non è la sorgente?
    Ancora: ma se le previsioni sul clima sono solo estrapolazioni ricavate da statistiche o modelli matematici, e se ci sono fluttuazioni climatiche naturali che non sappiamo prevedere, come mai questa sicurezza nel prevedere (con i limiti di cui sopra?) almeno due gradi di aumento entro la fine del secolo?
    Ancora: se non saremo 9,6 miliardi nel 2050, saremo sicuramente 11 miliardi nel 2100…mi sembra francamente una battuta così, giusto per mettere numeri sempre più grandi (faranno più effetto?)
    Per inciso, so che queste sono le proiezioni delle Nazioni Unite che, sembra, facciano una specie di “mea culpa” per aver sbagliato la stima sul calo della fertilità in Africa.
    http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/stilidivita/2013/06/13/Onu-popolazione-mondiale-11-mld-2100-800-mln-piu-_8867593.html
    La considerazione sarebbe quasi da contrappasso dantesco: negli ultimi anni abbiamo inondato l’Africa di preservativi con la scusa, in parte, ma solo in parte, vera di combattere l’aids (vedi ad esempio la fondazione di Bill Gates) e questi africani si permettono tuttavia di fare più figli.
    Ecco pronta la soluzione proposta da Sartori: facciamo venire gli africani in Italia…

    • Mi era sfuggito lo strafalcione sul lago Victoria come foce del Nilo!
      Se questa è l’affidabilità dell’articolo…

      Comunque andando ai dati dell’ONU vediamo come l’errore delle stime sulla popolazione confermino che lo sviluppo esponenziale “curva J” sia caratteristico delle popolazioni che conquistano un territorio o che contrastano una forte mortalità.

      Permettere lo sviluppo dei paesi africani è l’unico modo per stabilizzare la popolazione e fermare i flussi migratori.
      Ecco perché le stime sulla crescita della popolazione africana sono state sbagliate nonostante l’inondazione di profilattici e le campagne abortiste delle ONG.

      I fenomeni migratori poi, come detto sopra, sono la conseguenza dell’impoverimento dei paesi d’origine e della denatalità dei paesi d’arrivo.

      • Segnalo quest’articolo di inizio 2011 apparso su un inserto del Sole24ore:
        http://lararicci.blog.ilsole24ore.com/2011/02/si-potevano-prevedere-le-rivoluzioni-nel-mondo-musulmano.html

        Nell’articolo si parla di primavera araba (della quale, purtroppo, stiamo ancora vivendo gli effetti…).

        L’interessante tesi riportata dallo storico Emmanuel Todd e’ che esiste una diretta correlazione tra tasso di alfabetizzazione di un popolo e quello di fecondità: dove il primo aumenta, il secondo cala in breve tempo.

        Un popolo alfabetizzato prende coscienza di sé, vuole uscire dai propri schemi precostituiti (es. il matrimonio endogamico, cioè tra cugini di primo grado: lo studioso mostra come, con l’aumento dell’alfabetizzazione, si abbia una drastica diminuzione di questo indicatore demografico), conquistare maggiore libertà.

        Ovviamente questo processo ha un rovescio della medaglia che il prof. Pennetta ha gia’ ben evidenziato: “fine dello sfuttamento neo-coloniale”.

        • Ho letto l’articolo, Todd a mio parere ha l’indubbio merito di aver superato la riduzione alla sola economia della spiegazione degli eventi storici.

          Da approfondire la correlazione tra alfabetizzazione e rallentamento demografico, da parte mia posso anche pensare che l’alfabetizzazione vada di pari passo con il benessere economico e cioè con la parte alta della curva “S”.
          In tal caso si potrebbe dire che una società che ha raggiunto una “massa critica” si stabilizza ed è in grado di imporre cambiamenti politici proprio grazie alla massa raggiunta. Questo in realtà era anche uno degli scopi impliciti della ricetta malthusiana, un proletariato “rarefatto” non fa le rivoluzioni.

          Al tempo stesso però va anche detto che le rivoluzioni, anche quelle del 1848, non nascono senza un’organizzazione e un relativo finanziamento, fattori che nell’analisi di Todd non sono presenti.

          Il caso più eclatante è la “rivoluzione” libica, trascurare i bombardamenti di tre dei paesi più potenti militarmente (USA, GB e Francia) con l’aiuto successivo anche italiano e delle strutture NATO, mi sembra clamoroso.

          In conclusione mi viene da pensare che la demografia costituisce una pre condizione delle rivoluzioni, ma non basta, esiste tutto un lavoro sotterraneo di finanziamenti, forniture di armi e intelligence che non si può ignorare senza falsare profondamente la verità storica.

  2. ehm…quali sono le rivoluzioni del 1948 ?
    e’ proprio vero che si vede la pagliuzza…..

    • Primo: corretto il refuso, si trattava con tutta evidenza dei moti del 1848 a cui si faceva riferimento anche nell’articolo del Sole 24ORE.

      Secondo: rosario/oculus, e adesso si aggiunge anche erminio, non solo non ha chiesto scusa per il precedente doppio account, ma adesso si presenta con un terzo.

      Non le sembra un po’ infantile?

  3. Ah, mi sono dimenticato di dirle, prof., che mio padre è stato allievo di Sartori. Personaggio eccezionale, mi dice sempre, ma tappategli la bocca quando parla di demografia!

  4. Non poteva non mancare anche quest’anno il sermone ferragostano del prof. Sartori basato sui mantra del riscaldamento globale e della sovrappopolazione.
    Il furbastro aveva scelto il periodo migliore dell’anno per parlare di riscaldamento globale: Ferragosto! Quest’anno, purtroppo per lui, l temporali che interrompono la calura estiva sono arrivati prima di Ferragosto e non dopo, come avviene di solito. In più c’era stato un inverno freddo e ricco di precipitazioni anche nevose seguito da una primavera molto piovosa. E pure l’IPCC aveva ammesso che le temperature, negli ultimi 10 anni, non sono aumentate. Eccolo allora ammettere, sia pur con un “sembra”, il loro mancato aumento. Ma anziché trarre le dovute conclusioni e lanciare i suoi strali contro quegli scienziati colpevoli di aver fatto previsioni grossolane ed erronee, continua ad appoggiare le loro tesi rilanciando la previsione di un aumento della temperatura di 2°C entro fine secolo. Non vede la contraddizione? Un’altra grande perla dell’articolo sta nell’individuazione della causa del mancato aumento della temperatura; per il nostro politologo-sventurologo è “colpa” della crisi economica. Siamo di fronte ad una gigantesca castroneria, dato che la crisi ha coinvolto un numero limitato di Paesi. Negli USA, in Canada e Messico c’è stata recessione nel 2008, poi il PIL ha ripreso a crescere. C’è stata poi la crisi del debito nell’eurozona che ha colpito, in diverso modo, quasi tutti i i Paesi di quell’area valutaria. Ma al di fuori di quest’area ci sono stati Paesi europei che, di fatto non sono entrati in recessione come Svezia, Norvegia, Polonia. C’è la Turchia che continua a crescere. Come continuano a crescere a Brasile, Russia, India, Kazakistan e Cina. Dato che in quest’ultimi Paesi non ci sono le stringenti normative antinquinamento esistenti nel “Nord” del mondo è pacifico, per tutti meno che per Sartori, che le emissioni di CO2 sono continuate ad aumentare. Perché non gli viene il dubbio che la correlazione tra temperature e CO2 è quantomeno tenue? Visto che le apocalittiche previsioni sul clima non si sono ancora avverate, si getta a capofitto sull’aumento della popolazione, per non venir meno al suo ruolo di “Cassandra” lancia allarmi su una prossima esorbitante crescita della popolazione africana ed indiana che darà origine a carestie e guerre per il cibo. Davvero originale, Malthus sosteneva cose simili qualche secolo fa. Come è originale la soluzione che trova: rigido controllo delle nascite. La storia mostra, invece, che l’unica soluzione è l’aiuto allo sviluppo di quei Paesi! Perché il “Corriere” dà, ogni Ferragosto, ad un politologo lo spazio per fare il profeta di sventure? La demografia e la climatologia non sono il suo campo; più interessanti sono i suoi spunti politici che si leggono alla fine del suo articolo e che erano stati anticipati in un articolo precedente dove si poneva domande sulla presenza nel governo e ai vertici della Camera della Kyenge e della, diciamo, “Innominabile”, vista la solerzia con la quale fa intervenire la Polizia postale.
    http://archiviostorico.corriere.it/2013/luglio/17/TERZOMONDISMO_SALSA_ITALICA_Immigrati_dibattito_co_0_20130717_1c5ab754-eea5

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