Scienza: l’Italia che ci piace e quella che non ci piace (con intervista ad Adriano Marin)

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Un ingegnere padovano inventa un metodo per depurare l’acqua radioattiva, un esempio dell’ingegnosità dei ricercatori italiani.

 

Ma su alcuni siti di divulgazione scientifica era stato deriso per quella stessa invenzione.

 

Lo stile ocasapiens rivelatore di un clima da casta scientifica.

 

 

“I test del Lena (Laboratorio energia nucleare applicata) della facoltà di chimica di Pavia, hanno certificato che l’apparecchiatura – prodotta da un ingegnere padovano – garantisce risultati straordinari, tanto da strappare più di un wow ai tecnici specializzati.”

Così è stata presentata sul Corriere della Sera l’invenzione di un metodo per ridurre di 7.500 volte la radioattività dell’acqua realizzata dall’Ing. Adriano Marin. Si tratta di un’invenzione che fa pensare immediatamente alla possibile utilizzazione nel trattamento delle acque della centrale giapponese di Fukushima, come puntualmente testimoniato dalle parole dello stesso articolo:

L’esclamazione si è fatta brand: in laboratorio, Wow ha ridotto di 7.500 volte la concentrazione di cesio radioattivo nell’acqua, partendo da livelli di contaminazione simili a quelli presenti nelle piscine di raffreddamento del reattore di Fukushima. Ha ridotto anche i volumi delle acque da stoccare: la radioattività presente in 5 mila metri cubi può essere concentrata in un litro.

Per comprendere le potenzialità economiche di Wow basta confrontare un’altro dato: con i metodi utilizzati oggi in Giappone, considerati i più efficienti, vengono depurati 25 mila metri cubi d’acqua al mese e si producono 5 mila metri cubi di fanghi radioattivi. Tutti da stoccare e monitorare in enormi serbatoi.

Un’invenzione di grande rilievo dunque, una di quelle espressioni della genialità nel campo delle scienze e della tecnologia che onorano il paese in cui i ricercatori si sono formati. E quindi a maggior ragione siamo contenti di poter dire che l’Ing. Marin è stato a suo tempo allievo di una delle firme di Critica Scientifica, il prof. Giorgio Masiero, grazie al quale è stato possibile avere un’intervista originale che riportiamo di seguito.

INTERVISTA RILASCIATA A CRITICA SCIENTIFICA DALL’ING. ADRIANO MARIN SUL DISPOSITIVO “WOW”

Ing. Marin, potrebbe spiegare in modo sintetico come funziona il metodo da voi ideato?

Il meccanismo di separazione è un processo di evaporazione in cui viene controllato l’effetto di trascinamento dell’evaporazione che è un effetto indesiderato della evaporazione stessa. Il metodo consente di controllare l’effetto di trascinamento, sia in abbattimento che in amplificazione e grazie a questo  è possibile effettuare una evaporazione selettiva per estrarre acqua pura, separare i volatili  e concentrare tutto il resto. Il metodo viene eseguito attraverso il controllo di numerosi parametri della evaporazione che fino ad oggi non sono stati considerati . Gli abbattimenti, o i  fattori di decontaminazione, così ottenuti  sono ordini di grandezza  superiori a qualsiasi altro tipo di trattamento e senza scorie aggiuntive.

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Potrebbe riassumere per i nostri lettori i vantaggi di questa invenzione in modo che si possano comprenderne meglio le ricadute economiche?

Il metodo WOW consente di effettuare distillazioni ultra pure e quindi di reiterare il trattamento a più stadi senza fenomeni di imbrattamento delle superfici. Grazie ad abbattimenti così elevati è quindi possibile ridurre il numero degli stadi necessari alla depurazione di una qualsiasi soluzione contaminata ed ottenere riduzioni di volume del residuo così ottenuto, all’interno del quale tutti i contaminati vengono confinati, migliaia di volte superiori rispetto ai metodi esistenti.

Con tali risultati appare chiaro che, in prospettiva, l’evaporazione potrebbe diventare il processo di raffinazione e depurazione più utilizzato (vedasi ad esempio il trattamento dei fumi di ciminiera tramite scrubber ad acqua).

 

Ing. Marin, parlando di decontaminazione delle acque il pensiero non può che andare a Fukushima, quali potrebbero essere i vantaggi dell’impiego del WOW in quella situazione?

I vari test di laboratorio condotti al LENA hanno dimostrato che, anche in condizioni di contaminazione  6000 volte tanto quelli dell’acqua di raffreddamento dei reattori incidentati di Fukushima, il livello di decontaminazione minimo garantito è di 7500 anche in condizioni di worst case di funzionamento della macchina ( vale la pena di precisare che il Cesio era nella stato di ioni singoli). Questo consente di dire che a Fukushima potrebbero essere ridotti notevolmente  i volumi di sludge o di residuo nella misura di 1:500 o di 1:1000 rispetto alla situazione attuale (attualmente il sistema di trattamento ALPS produce ogni settimana  597m3  di sludge, costituiti da zeolite e flocculanti ecc., in aggiunta a qualche centinaia di m3 di materiale vario tipo filtri ecc. ). L’ulteriore vantaggio  consiste nel fatto che il residuo prodotto dal sistema WOW è acquoso mentre quello prodotto dai sistemi più utilizzati è attivo chimicamente e di tipo fangoso e quindi più difficilmente stoccabile. I risultati  dei test di laboratorio sul prototipo WOW e i paragoni con le tecnologie attuali sono stati presentati alla conferenza nazionale  REMTECH 2013 tenutasi a Ferrara dalla multinazionale TECHINT durante la sessione sul decommissioning nucleare.  

 

 

Questo dunque è quanto ha dichiarato l’Ing. Marin, che ringraziamo per la disponibilità, per i lettori di CS al fine di spiegare le caratteristiche e i risvolti della sua invenzione.

Ma prima che giungessero i riconoscimenti ufficiali erano stati gli insulti ad accogliere l’invenzione sotto la voce ‘bufala‘ nella rubrica ospitata sul sito di Repubblica da ocasapiens della divulgatrice scientifica Sylvie Coyaud che nella sua circonvoluta sintassi così commentava il 20 settembre:

Sotto-rubrica per collezionisti. Da 22 passi, Spat scopre il sito della WOW Wonderful Water (rimmel). Il techunter (sic) Andrea “Mistero” Rampado si congratula:
@Spat
“A Fukushima tornerebbe molto utile.”
Bravo, vedo che ti tieni aggiornato grazie al tuo lavoro…
Guarda caso è un padovano l’inventore.
Il sistema è mille volte più efficiente del sistema attualmente utilizzato a Fukushima per concentrare le scorie, si potrebbe passare dagli attuali 5000 m3/mese a 5 m3/mese, non male!

grassetto mio, “non male!” in effetti.

Si basa su un meccanismo termodinamico che applica un teoria fisica che genera un fenomeno mai studiato prima (in questa applicazione).
 
Me ne avevano parlato 3 anni fa nei corridoi dello Starcube, ma poi dopo il mio trasferimento non ho più avuto informazioni fino ad una settimana fa.
Infatti ho un post pronto, ma sono stufo di essere violentemente denigrato, deriso e diffamato da ocasapines e troll al seguito come (…) alias Cimpy, purtroppo sono riusciti a crearmi non pochi problemi..

Dixit il diffamatore seriale nonché autore di un commento recentemente rimosso da un forum perché conteneva minacce di violenza fisica. Per i due brevetti del “potabilizzatore” inventato da Andrea Benetello e Adriano Marin, chiesti dalla e negati (vedi sotto) RETTIFICA: non concessi all’azienda di Adriano Marin, rif. il commento di Mario Massa.

Aggiunto il 24 settembre

Da oggi la presentazione di WoW a Ferrara è sul sito Wowwater.

I risultati del test fatto dal L.E.N.A. su un prototipo da 20 litri al giorno sono riassunti nelle slide da 20 a 32. Non ho trovato nei data-base alcuna “Patented invention by Wow Tecnology S.p.A.” (slide 25), Giancarlo – più competente e attrezzato – ha trovato solo questa domanda di Wow Technology S.r.l.

 

Una gratuita ironia è stata quindi rivolta verso quest’invenzione, un pregiudizio che si può spiegare solo con il fatto che si tratta di un risultato proveniente dall’esterno di ambienti di ricerca istituzionali, come se l’iniziativa e la creatività dei singoli fosse un difetto da colpire a priori. Se il medesimo progetto fosse stato realizzato dall’Università di Berkeley sarebbe stato certamente accolto con parole entusiaste e dalle solite recriminazioni sul fatto che in Italia purtroppo non si ottengono simili risultati.

In mancanza di appigli oggettivi l’accusa nei confronti del dispositivo dell’Ing. Marin rivolta dal sito ocasapiens si è quindi concentrata sulla falsa notizia che fosse stato negato il brevetto, notizia che poi è stata  sullo stesso sito doverosamente corretta con quella che il brevetto fosse stato richiesto e non (ancora) concesso.

Ma ecco che anche su questo punto l’articolo del Corriere della Sera mette la parola fine:

BREVETTO MONDIALE – Non solo, l’invenzione italiana permette di salvaguardare la macchina da ogni contaminazione – può ripartire dopo un semplice lavaggio – e non produce nuove scorie.

Il metodo? Bocche cucite da parte dell’inventore, Adriano Marin: «Un processo termo-dinamico di evaporazione», si limita a dire. «Il resto è top-secret, coperto da un brevetto mondiale».

 

Un brevetto mondiale copre dunque l’invenzione di Marin, ecco infine smontata l’unica debole motivazione dell’ocasapiens.

Da questa vicenda restano due cose:

1- una bella affermazione dell’ingegno e della scuola scientifica e tecnologica italiana: l’Italia che ci piace.

2- una triste dimostrazione di come una certa divulgazione scientifica sia pronta ad infangare gratuitamente chi non si colloca nella cerchia dei soliti noti, forte con i deboli e debole con i forti: l’Italia che non ci piace.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

13 commenti

  1. Jacques de Molay on

    Come si dice, il Tempo è galantuomo.

    Complimenti vivissimi all’ing. Marin!

    • @ Jaque de Molay
      Salve Jaque, le avevo preparato una risposta per l’argomento di cui stavamo dibattendo nell’altra pagina ma sono scaduti i commenti…
      In questi giorni sono stato troppo preso con il lavoro e ci ho messo un po’ a trovare il tempo di scrivere tutto.

      Se la riportassi quà saremmo OT.

      Se le interessa continuare a discuterne, perchè secondo me potremmo giungere a qualcosa, possiamo continuare privatamente in email.
      Per me non ci sarebbe problema a pubblicare il mio indirizzo email.
      Mi faccia sapere.

      • Jacques de Molay on

        Tommy, tenga buono quel commento chè, tra non molto, avremo nuovamente modo di confrontarci su certe tematiche senza essere OT.
        Non ho nulla contro un “confronto privato”, ma preferisco di gran lunga quello pubblico che consente anche ad altri utenti di poter eventualmente intervenire ed apportare il proprio contributo alla discussione, arricchendola.

        A presto.

  2. Magari fosse solo una questione di galanteria da parte del tempo. Temo invece che, finché non verrà abbattuta l’intellighenzia borghese che si è appropriata della divulgazione scientifica italiana, la ricerca nostrana continuerà a soffrire di un insanabile provincialismo. A partire da figuri come Piero Angela, che con la scusa di portarci la scienza in casa è diventato egli stesso, nonché la sua degna discendenza, uno scienziato-filosofo di riferimento pur senza averne alcun merito. Sono loro, sempre gli stessi, membri del CICAP, dell’UAAR o di altri circoli ideologici, che scrivono i libri sul (non)senso della vita, sul magico ruolo del caso che tutto ha creato – altro che Dio, su quanto sciocca e demodé è la religione, su Gesù e Babbo Natale come personaggi di un’infanzia che l’umanità dalla quale l’umanità si è definitvamente affrancata. Nel nostro Paese in special modo siamo abituati a delegare alle élite anche l’elaborazione delle più intime convinzioni – merito forse di un’indolenza tutta mediterranea -, che mette le parole in bocca ai frequentatori dei salotti secondo la tendenza del momento. Forse ha ragione qualcuno qui quando mi accusa di essere ossessionato da queste tematiche, ma non riesco a scrollarmi di dosso la fastidiosa sensazione che la comunicazione scientifica italiana, tutt’altro che la voce della verità, sia piuttosto l’espressione di un movimento schieratamente antireligioso. Sono pronto a scommettere che questi divulgatori pagano come tessera d’ingresso ai propri club una dichiarazione più o meno sincera di ateismo. L’idea che deve passare, a qualsiasi livello, è che la religione è superstizione e va abbandonata in favore della scienza positiva. L’unica idea di Dio ammessa è quella di un Dio moderno, flessibile, disponibile a chiamata per matrimoni e funerali ma rigorosamente assente quando si tratta di scelte personali e sociali, nelle quali sono i diritti dell’individuo a farla da padroni (Romani 16,18).
    E scusate se sono andato fuori tema.

    • Non solo si contano le macerie in campo religioso, morale e sociale.
      Il risultato di questa ideologizzazione della scienza, portata da una casta accademico-mediale parassita, è anche di aver abbassato il livello medio della ricerca scientifico-tecnologica in Italia. La casta non guarda ad una scienza predittiva e tecnologica, che richiede risultati e premia il merito, ma all’affabulazione politicante che perpetui il suo potere. Le oche starnazzano giulive nelle loro pozzanghere.
      Ma stavolta Roma non è salvata, ma al contrario danneggiata anche nell’economia e nel lavoro.

    • Giorgio, aggiungo due considerazioni al tuo intervento, la prima è che non credo che il delegare agli opinion maker sia un fenomeno locale che riguarda solo noi, anzi ho la sensazione che da questo punto di vista sia davvero difficile stabilire chi stia messo peggio.
      La seconda cosa che voglio aggiungere è che la professione di ateismo di cui parli esiste e non è in fondo un mistero per nessuno, è una specie di “gentlemen’s agreement” reso palese da M.P.Palmarini nelle prime pagine del suo libro “Gli errori di Darwin”.

      • Mi pare però che in altri paesi, forse più tolleranti di noi, i movimenti creazionisti e ID godano di un riconoscimento più dignitoso che in Italia, mentre qui non si può nemmeno pensare di accennare a Darwin senza la deferenza e la venerazione richieste dal protocollo scientista, pena la persecuzione mediatica e culturale da parte dell’inquisizione materialista. Qualsiasi allusione non canonica all’evoluzionismo pone immediatamente fuori dai consorzi scientifici e dalle carriere che questi offrono. Non mi figuro il parallelo italiano di un Behe, che mantiene impunemente la sua posizione all’Università pur pubblicando libri anti-evoluzionisti che diventano best seller mondiali. In Italia c’è Pennetta, che invece di scrivere sul Corriere tiene un programma alla radio del pizzicagnolo, e sul sito del quale saranno, di 60 milioni di italiani, al massimo una quindicina quelli intervengono.

        • Obiettivamente non mi sembra che negli USA se la passino così meglio, si va avanti a processi, carte bollate e petizioni.
          Per il resto, premesso che non ci sono 60 milion di italiani che leggono il Correre della Sera, le copie effettivamente vendute sono 370.000 circa al giorno, quindi meo dell’1% degli italiani compra il Corriere e alcune decine sono quelli che intervengono sul sito…

          Detto questo francamente non mi sembra rispettoso verso Radio Globe One (che comunque solo di utenti via web conta parecchie migliaia di ascoltatori ad ogni puntata del sabato) definirla radio del pizzicagnolo.

          • Apprezzo molto il lavoro di Radio Globe One, ma era per dire che la levatura degli argomenti e di chi li estende meriterebbe piuttosto uno spazio nazionale. E invece non so nemmeno dire come sono arrivato su questo sito, né avrei immaginato l’esistenza della radio in questione se non fosse stato per merito tuo. Avessi scoperto prima Pennetta, il suo sito e il suo programma, magari girando a caso le stazioni radio in macchina! Le questioni che vengono trattate possono interessare molta gente – non necessariamente biologi, paleontologi, epistemologi, eccetera -, magari persone che sono semplicemente contrariate per come l’evoluzione viene insegnata nelle scuole dove spediranno presto i propri figli. Che saranno inesorabilmente lordati da una cultura relativista che si avvantaggia ingiustamente dei dogmi dell’evoluzionismo e contro la quale si farebbe bene a lottare. Non riesco a immaginarmi un fondamento educativo più sano di quello che poggia su valori immutabili e di esplicito richiamo evangelico, che possa proteggere le nostre creature dalla cultura dell’Iphone (alla facciaccia del “genio” di Jobs – queste sono le menti sublimi dei nostri tempi!) e di facebook. Scusa Enzo del tono e dell’ennesimo OT del giorno!

          • E che altra strada abbiamo, Giorgio, se non di battere il chiodo giorno dopo giorno?
            E che altra strada hanno i nostri avversari se non di ignorarci, per paura della verità?
            Comunque, se può essere motivo di speranza, non tutto il mondo si riduce all’Occidente. C’è un nuovo mondo che avanza… e questo papa, così poco “europeo”, sarà per l’Europa occidentale ciò che è stato Wojtyla per quella orientale di 30 anni fa.

    • Giorgio p., non so se quello che sto per dirti può consolarti, ma sappi che : dei Piero Angela di turno sta per finire il tempo. A mio figlio che ha 15 anni se gli chiedo chi è Piero Angela, sai cosa mi risponde? bo….

      • Spero che tuo figlio non risponda allo stesso modo anche a domande più importanti di questa. Quando era incinta, mia moglie comprò un libro degli Angela – non ricordo quale dei due, forse entrambi – che parlava della vita che nasce, della storia lunga miliardi di anni di quelle celluline nate per caso da un’immonda brodaglia e selezionate da un impersonale destino fino a diventare, magia, umane. Una fiaba grottesca, un raccapricciante racconto onirico spacciato per verità scientifica dal santone di turno. E poi ci meravigliamo che le persone perdano la bussola?

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