“Guerra senza limiti”: la battaglia di Hong Kong

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Il concetto di guerra deve essere reinterpretato, il livello militare è solo una delle opzioni.

Il movimento di Hong Kong, ancora una battaglia nella “guerra senza limiti”.

 

Non si tratta di indicare chi abbia ragione o no, si deve riconoscere che l’idea stessa di guerra è molto diversa da quella tradizionalmente accettata. Colpire l’avversario a livello economico è sempre stata un’opzione praticata, la novità è adesso l’impiego delle sollevazioni popolari come elemento di destabilizzazione interna. I nuovi modi di condurre una guerra sono stati esposti in un libro del 1996 proprio da due colonnelli cinesi Qiao Liang e Wang Xiangsui, nel libro “Guerra senza limiti”, di questo ci eravamo già occupati lo scorso mese di Luglio nell’articolo “XXI secolo, la “Guerra senza limiti” è in atto” nel quale si indicava come fatto significativo l’appena siglato accordo tra i BRICS per la costituzione della  New Development Bank, un’istituzione alternativa e in concorrenza con la Banca Mondiale (WB) e il Fondo Monetario Internazionale (IMF). 

Assume quindi un significato molto importante il movimento di protesta di Hong Kong che sta colpendo al cuore il paese che assume il carico finanziario maggiore nella realizzazione nuova Banca. Se il movimento fosse spontaneo ci troveremmo di fronte ad una concomitanza di fatti importante ma non ad un atto di guerra senza limiti, quello che rende invece la protesta un mezzo per portare un attacco alla Cina è il sostegno organizzativo ed economico che gli attori della sollevazione hanno ricevuto da realtà estere, nel caso specifico un ruolo dichiarato apertamente è stato svolto da due agenzie dipendenti dal Congresso USA, dal National Endowment for Democracy (NED) e dalla collegata National Democratic Institute for International Affairs (NDI) che ha condotto un’intensa attività per la “democratizzazione” di Hong Kong, come testimoniato nella pagina NDI dedicata.

A quanto pare la Cina, il paese nel quale due colonnelli pubblicavano nel 1996 la loro teoria della guerra senza limiti, non ha colto il carattere di pericolosità di un’agenzia come la NDI ed oggi si trova ad affrontare una situazione particolarmente critica. Che di “attacco” vero e proprio si tratti è il giudizio dato sul Sussidiario da Mauro Bottarelli nell’esplicito “Hong Kong un “attacco” USA alla Cina“, un articolo che esordisce nel seguente modo:

Le anime candide e democratiche hanno un nuovo simbolo e una nuova lotta per scaldare i loro cuori: un nerd di 17 anni saltato fuori dal nulla che sta guidando la rivolta studentesca di Hong Kong in nome di maggiore democrazia da parte di Pechino nei confronti dell’ex colonia britannica e di una vera riforma elettorale rappresentativa.

Vi dico subito come la penso, onde evitare fraintendimenti: la faccia pulita e l’età del novello Che Guevara d’Oriente (chi potrebbe pensare che un diciassettenne che sembra uscito dalla pubblicità di una lozione anti-brufoli sia un destabilizzatore di professione?), quanto sta accadendo e il suo timing sono la prova incontrovertibile che questa ennesima “primavera” è eterodiretta come le precedenti – nel mondo arabo e in Ucraina – da parte degli Stati Uniti in quella che è una vera e propria guerra asimmetrica geofinanziaria per non perdere lo status di mercato di riferimento e non far perdere al dollaro quello di benchmark nel mercato valutario e negli scambi commerciali a livello globale.

Se davvero si tratta di una “guerra asimmetrica geofinanziaria per non perdere lo status di mercato di riferimento e non far perdere al dollaro quello di benchmark nel mercato valutario e negli scambi commerciali a livello globale“, si capisce come l’istituzione della  New Development Bank nel Luglio scorso, dove ricordiamo il ruolo fondamentale è svolto dalla Cina, sia apparsa agli USA come un’aggressione diretta tale da minacciare nel modo più serio la nazione. Se a questo aggiungiamo l’accordo con la Russia per la fornitura di gas e le recenti (e ignorate) manovre navali con l’IRAN di una marina cinese sempre più in crescita (vedi articolo su Limes “L’ascesa non solo Pacifica della Marina cinese“), emerge un quadro generale in cui la Cina appare come l’avversario principale degli USA in campo economico prima che militare, mentre a ruoli invertiti la Russia appare come il principale avversario militare prima che economico.

Una crisi a Hong Kong potrebbe in questo momento fungere da innesco all’esplosione di una situazione già estremamente problematica proprio per il sistema finanziario cinese che rischia di essere travolto dall’esplosione di una bolla immobiliare, come riferito sempre sul Sussidiario in “La “bomba” che spaventa la Cina più di Hong Kong“, un’esplosione cercata e resa possibile grazie ad un’attenta preparazione, come riferito nello stesso articolo:

Quanto sto per dirvi è stato pubblicato dal blog China Real Time del Wall Street Journal, non da qualche sito sovversivo. Stando alla denuncia di un funzionario cinese, Wen Wei Po, lo spontaneismo del leader della protesta, Joshua Wong, sarebbe da mettere quantomeno in dubbio. Il diciassettenne, infatti, sarebbe stato identificato e attenzionato da forze Usa già tre anni fa, periodo durante il quale avrebbero lavorato per coltivare quella che veniva già definita un “superstar politica”. Wong, inoltre, avrebbe preso parte a parecchi incontri presso il consolato Usa ad Hong Kong con personale di alto livello e avrebbe goduto di donazioni da parte degli Usa. E ancora, nel 2011 la famiglia di Wong trascorse una vacanza a Macao su invito della Camera di Commercio statunitense e soggiornò presso la “Venetian Macau”, di proprietà della Las Vegas Sands Corporation.

Ma non basta, pare che la Cia abbia compiuto più di uno sforzo per infiltrare le istituzioni scolastiche di Hong Kong attraverso l’Hong Kong-America Center, un gruppo presieduto dall’ex diplomatico Usa, Morton Holbrook, per promuovere i legami tra l’ex colonia britannica e gli Usa. Come se questo non bastasse, la Cia avrebbe addestrato una nuova generazione di contestatori attraverso viaggi studio negli Usa, al fine di creare la base per future “rivoluzioni colorate” sull’Isola. Non vi basta? Dietro il movimento “Occupy Central” si nasconde un enorme network di supporto politico, finanziario e mediatico straniero che annovera il Dipartimento di Stato Usa, il suo controllato National Endowment for Democracy (Ned) e il sussidiario di quest’ultimo, National Democratic Institute (Ndi). Proprio una protesta spontanea per la legge elettorale…

Le rivoluzioni colorate e le cosiddette Primavere arabe vanno dunque inquadrate come strumenti, tanto più efficaci in quanto non riconosciuti come tali, di un’azione di guerra asimmetrica, solo in questo modo diventa possibile decifrane le cause e gli effetti sugli equilibri globali.

Personaggi come Joshua Wong che raggiungono inspiegabilmente l’investitura di capi carismatici di un movimento non potrebbero fare molto senza un forte supporto organizzativo ed economico.

Joshua Wong

Un’ultima considerazione sulle migliaia di ragazzi coinvolti nelle proteste, ovviamente non è possibile neanche solo ipotizzare che siano consapevoli sostenitori delle azioni dell’NDI, ma il fatto è che non ce n’è bisogno.  Quando si offre a dei giovani un ideale per cui lottare e un supporto organizzativo per farlo, l’aggregazione è spontanea ed è in buona fede. Chi come il sottoscritto ha una memoria diretta degli anni ’70 ha ancora in mente nomi e volti di persone che hanno subito il fascino dell’aggregazione in nome di un ideale di giustizia, alcuni finirono male. Ricordo chiaramente il modo in cui una persona legata ad ambienti estremisti reclutò i figli di una famiglia di amici, una sorella andò in galera per rapina a mano armata, voleva finanziare il movimento di cui faceva parte. Il convivente fuggì all’estero inseguito da un mandato di cattura per omicidio, fui personalmente involontario testimone diretto di un grave episodio, furono molti in quegli anni i crimini politici commessi da ragazzi manipolabili.

Che allora i ragazzi di Hong Kong manifestino per una maggiore libertà, è un loro diritto ed è un bene. Ma che vengano manipolati per fini che essi stessi ignorano, che venga loro dato un leader costruito a tavolino in un paese straniero, che diventino soldati inconsapevoli di una guerra asimmetrica no, tutto questo, è inaccettabile. 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

28 commenti

  1. Cheppalle sti complottisti, ripetono sempre la solita litania di cazzate, almeno ci mettano un po’ di fantasia(se ne hanno)!

    L’articolo di Bottarelli non porta uno straccio di prova, non dimostra nulla, è la solita congettura demenziale volta a denigrare qualsiasi alito rivoluzionario, qualsiasi desiderio popolare di cambiamento, con la scusa che tutto ciò che avviene nel mondo, qualunque rivolta contro i regimi “buoni”(buoni per la testa bacata degli anti-americani fanatici),sarebbe opera della CIA

    • Alessandro Giuliani on

      La testa bacata degli antiamericani ????

      Ma se anche loro (gli americani) avevano McCain e la Nuland direttamente in campo in Ucraina ed erano ben felici di farlo sapere a tutto, lo stesso in Libia, in Egitto…

      allora qui nessuno è antiamericano (nel senso del popolo americano) ma che ci sia qualche problemino di ingerenza e di istigazione alla sobillazione (e quindi soffiare sul fuoco della guerra) da parte del governo americano mi sembra abbastanza palese…

      • Gli Usa si intromettono ovunque possono, ma non sono la causa prima!
        Solo uno stolto può pensare che gli artefici delle primavere arabe siano gli americani

          • Trattandosi di questioni di fede, è inutile argomentare, non c’è modo di far ragionare chi vuol credere.
            A proposito, ma come avrebbero fatto gli americani a convincere milioni di ucraini a volersi separare dalla Russia per entrare nell’UE? gli hanno impiantato i famosi microchip, di grillina memoria, nel cervello?

          • Non so dove siano le questioni di fede in questa discussione.
            Riguardo all’Ucraina la situazione è di un paese spaccato in una metà russofona e l’altra più vicina alla Polonia (e ai filonazisti), quello che serviva era una mediazione, ai chi voleva generare instabilità è bastato finanziare chi questa mediazione non la voleva, in particolare i movimenti estremisti, fino al colpo di stato di piazza Maidan.
            Non è poi così difficile.

          • “Riguardo all’Ucraina la situazione è di un paese spaccato in una metà russofona e l’altra più vicina alla Polonia (e ai filonazisti),”

            Errato, i russofoni+filorussi in Ucraina sono meno del 50%(mi pare un 30% circa), sono maggioranza solo nelle regioni dell’est!

            “a chi voleva generare instabilità è bastato finanziare chi questa mediazione non la voleva, in particolare i movimenti estremisti, fino al colpo di stato di piazza Maidan.”

            E’ in frasi come questa che si palesa tutta la mala-fede; nel riduzionismo economico, nel pensare che i popoli non abbiano una volontà propria, non combattono mai per dei principi etici, sociali, politici, o anche per “il pane”, per interessi materiali PROPRI. Secondo questa visione i popoli sarebbero tutte puttane, capaci solo di vendersi alle potenze straniere.La ribellione non è neanche contemplata!

            In piazza Maidan nei giorni di protesta c’erano 500mila persone, tutti mercenari USA? Maddai!

          • Dire “una metà” non significa dire “la metà” ovvero il 50%.
            Se durante la manifestazione i cecchini armati da chi ha fomentato la rivolta non avessero sparato il colpo di stato non sarebbe riuscito:
            http://www.panorama.it/news/marco-ventura-profeta-di-ventura/ucraina-russia-crimea-telefonata-ashton-paet/

            PS se parla ancora di malafede del sottoscritto il dialogo non potrà proseguire. Ho già dovuto eliminare un commento in cui c’era un insulto.

    • Già il fatto di usare la parola “complottista” per rispondere denota un riflesso condizionato e una mancanza di argomenti.
      Bottarelli fa tutti i riferimenti necessari e le ingerenze sono confermate ufficialmente dal governo USA.
      Ho iniziato dicendo che non si tratta di stabilire chi abbi aragione o no, ma che si ain atto un’azione di un governo straniero contro un altro. E questo è provato.

  2. Esiste un problema di libertà e democrazia in Cina? Direi proprio di sì. E’ sensato che molti studenti universitari (la classe di popolazione più erudita, dinamica e cosmopolita) siano disposti – senza alcuna costrizione – a svolgere manifestazioni pacifiche di protesta per porre fine a questo stato di cose? Anche qui la risposta è chiaramente affermativa: esempi di questo tipo ce ne sono stati parecchi negli ultimi decenni. Dietro a queste manifestazioni potrebbe esserci l’appoggio finanziario ed organizzativo della CIA? Anche qui, non vedo perchè no, la cosa è estremamente plausibile. Quello che non mi convince dell’articolo è però la conclusione che tutto ciò sia male, che la legittima volontà di libertà degli studenti finisca per essere squalificata per il solo fatto che ad alimentarla ci sono anche gli USA (definendo la situazione come “inaccettabile”). Gli Stati Uniti hanno sicuramente un problema di ingerenza, ma se è vero che a volte sbagliano è anche vero che altre volte ci azzeccano. L’Italia quanto avrebbe impiegato a liberarsi del nazifascismo senza l’intervento nella seconda guerra mondiale degli USA? E lo zampino degli Stati Uniti negli anni del terrorismo rosso è poi da considerare così negativo? Una causa giusta, come quella degli studenti di Hong Kong, non può essere derubricata a dannosa messinscena di manichini al soldo degli americani solo perchè (forse) le manifestazioni sono sponsorizzate anche dagli USA. Questo è un modo di ragionare manicheo, per cui laddove ci sono gli USA tutto diventa marcio e condannabile, a prescindere da tutto il resto. Denunciamo gli USA quando sbagliano (vedi la guerra in Iraq nel 2003, i molti errori nella gestione della “primavera” araba ecc.), ma sulla base dei fatti e non di condanne a priori.

    • Enrico, se legge bene non ho detto affatto che la libera volontà degli studenti sia squalificata, anzi denuncio la loro strumentalizzazione che offende la libera volontà e rischia di portarli a conseguenze contrarie alla loro causa.
      Per il resto ho premesso che non si entra nelmerito di chi abbia ragione o no, quello che si evidenzia è un’azione portata da uno stato sovrano ai danni di un altro stato sovrano competitore, e non credo che questo sia fatto per amore dei ragazzi di Hong Kong.

  3. Ok, ma allora, posto che il coinvolgimento degli USA sia acclarato, a questo punto cosa sarebbe auspicabile? Semplicemente che gli studenti siano resi consapevoli di questo coinvolgimento oppure la cosa squalifica il senso di tutta la protesta? Sinceramente penso che anche con la consapevolezza dell’appoggio degli USA la gran parte degli studenti continuerebbe a manifestare. Certo è una supposizione, ma mi sembra plausibile.

    • A mio parere a questo punto sarebbe auspicabile che la trattativa andasse avanti facendo attenzione che Wong (del quale evidentemente non ci si può fidare) non tiri troppo la corda cercando la rottura. Infatti i suoi finanziatori non hanno a cuore la libertà dei giovani di Hong Kong ma la destabilizzazione di un paese avversario, ecco perché una denuncia come questa su CS è a favore degli studenti, perché solo rendendo palesi gli interessi estranei si possono neutralizzare le strumentalizzazioni.
      Adesso intanto vediamo che gli altri abitanti di Hong Kong vanno contro i manifestanti ed è la polizia a difenderli:
      http://www.corriere.it/esteri/14_ottobre_03/hong-kong-ancora-violenti-scontri-2bbc73da-4aee-11e4-9829-df2f785edc20.shtml

      • Solo per dire che NON SOLO gli USA si “intromettono” negli affari degli altri, questo si’ che sarebbe da stolti pensarlo.
        Per esempio la Francia che ha fatto scappare in Brasile Battisti per soffiarci la commessa delle navi militari al paese sudamericano, idem con patate quando e’ intervenuta in Libia per soffiare agli italiani il petrolio libico (uno dei migliori come composizione da raffinare per ottenere benzina), ancora e’ intervenuta in Costa d’Avorio.
        Non parliamo della Germania e dei “golpe finanziari” in Grecia ed Italia.
        Ah anche noi lo facciamo (o lo abbiamo fatto): qualcuno si ricorda di un certo Siad Barre?
        Oppure i finanziamenti a pioggia ai palestinesi.
        Oppure ci vogliamo scordare gli aiuti a Solidarnosc?
        E perche’ tacere di Aung San Suu Kyi ?
        E cosi’ via…

        • Tutto vero, non posso che concordare.
          Quello che ne esce è un quadro di alleanze tra finti amici pronti a pugnalarsi alle spalle: che ci stiamo a fare insieme a questi?
          In confronto il caso degli USA verso la Cina è più accettabile.
          E’ però più pericoloso.

  4. Di sicuro, il governo ha assoldato la mafia cinese per picchiare i manifestanti e sabotare la protesta, come risulta dalle ultime notizie…

    • Perché di sicuro?
      Secondo me è vero il contrario, il governo è più interessato a risolvere pacificamente la situazione (i poliziotti hanno difeso i manifestanti), se invece la protesta è manovrata dagli USA l’interesse è la conflittualità non risolta (cosa che di fatto sta accadendo con il rifiuto dei manifestanti ad incontrasi) e il contagio della protesta.

      • Perché ieri sono state arrestate 19 persone tra coloro che assalivano gli studenti, e 8 di queste risultano affiliate alle Triadi che, nel sud della Cina, vengono utilizzate per “zittire” le voci fuori dal coro ed evitare che siano le autorità governative a sporcarsi troppo le mani. Persone che, tra l’altro, parlano il mandarino, mentre da quelle parti si parla il cantonese…

  5. “Se durante la manifestazione i cecchini armati da chi ha fomentato la rivolta non avessero sparato il colpo di stato non sarebbe riuscito”

    E come fa a sapere da chi sono stati armati , visto non c’è stata nessuna indagine indipendente?PREGIUDIZIO? I russi accusano i ribelli ucraini, il nuovo governo ucraino accusa i russi…vai a capire dove sta la verità. In ogni caso nessuno finora ha accusato i servizi segreti americani, i ribelli ucraini potevano procurarsi benissimo dei fucili di precisione, e persone addestrate a sparare, anche senza bisogno del supporto di potenze straniere. L’Ucraina non è una tribù sperduta nella foresta, in cui si usano solo le cerbottane, e i fucili di precisione non si fabbricano solo in USA!
    http://www.internazionale.it/news/ucraina/2014/04/03/il-governo-annuncia-di-aver-arrestato-i-cecchini-di-kiev/

    • Se lo dice il ministro degli interni ucraino Arsen Avakov… certo che hanno arrestato qualcuno, dopo quello che si sono dette la Ashton e la Urmas un capro espiatorio è molto probabile, questa notizia non vale molto.
      Poi ognuno dà più credito a chi vuole, io lo do alle parole dette quando non sapevano di essere ascoltate dal ministro degli esteri europeo e quello estone.

      • Lei dà credito alla propaganda russa(l’intercettazione è propaganda filo-russa, non certo una prova), perché probabilmente per vari motivi ideologici simpatizza per Putin. Io non ho particolare simpatia né per Putin, né per Obama, e quindi non credo a nessuno, in mancanza di prove sospendo il giudizio. Tutti gli attori in gioco(sia Putin, che gli Ucraini, che gli americani) potevano avere i loro buoni motivi per arrivare allo spargimento di sangue(forse l’ipotesi più razionale è che ci fossero cecchini di entrambi gli schieramenti), ergo in mancanza di indagini indipendenti e prove inconfutabili(una telefonata intercettata dai servizi russi, in cui ci sono solo opinioni per sentito dire, non è una prova, ma solo propaganda)non c’è ragione per considerare più verosimile l’ipotesi “servizi segreti americani”.
        Così come non c’è ragione, e non ci sono elementi solidi (a parte il pregiudizio) per ritenere che la rivolta di Hong Kong sarebbe certamente pilotata dagli USA!

        • Sull’Ucraina ci siamo finiti in OT, quindi mi fermo, ma sull’ingerenza degli USA ad Hong Kong ci sono i documenti pubblici del NID, su quello non ci possono essere dubbi.

          • Le proteste di Hong Kong non sono nate oggi. Scholarism, il gruppo di proteste capeggiato da Joshua Wong, esiste già dal 2011, e nacque inizialmente per protestare contro l’introduzione a scuola della “Moral and National Education”, una forma di educazione civica in salsa cinese che avrebbe indottrinato i ragazzi a vedere gli Stati Uniti come un nemico ed il Partito Comunista Cinese come l’incarnazione della virtù.

          • Ma anche ci fosse l’ingerenza degli USA, il punto della questione è un altro: la protesta è giusta o no? Perchè l’ingerenza degli USA c’è stata anche nella guerra al nazifascimo e per fortuna che sono intervenuti! Personalmente contesto questo schierarsi a prescindere contro gli USA, che peraltro, non sono certo l’unico stato ad ingerire. Vogliamo parlare della Cina in Africa per esempio? O dei destinatari dei soldi dell’Arabia Saudita ed il Qatar? O degli altri esempi già citati sopra (su Francia, Italia ecc)? Mille altri ancora se ne potrebbero fare, ma qui si va a picchiare sempre unilateralmente contro gli USA. Personalmente gli Stati Uniti non mi stanno neanche tanto simpatici, ed ancor meno Obama, di cui sono un ex-simpatizzante molto disilluso, ma la partigianeria non ha bisogno di partigiani per essere individuata e segnalata.

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  7. “Ma anche ci fosse l’ingerenza degli USA, il punto della questione è un altro: la protesta è giusta o no? ”

    Sono d’accordo con Enrico, parlare di ingerenza USA e soprattutto dipingere gli studenti come marionette della Cia, è un modo per sminuire una protesta che invece sembra autentica(in piazza, a rischiare la pelle, ci sono ragazzi normali, non mercenari dei servizi segreti) e sacrosanta.
    Per questo l’altro giorno, quando ho letto le sciocche congetture di Mauro Bottarelli, mi sono un po’ incazzato!

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