Siamo nati per morire

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nati per morire

I bambini africani sono dei “Nati per morire”, questo lo slogan di Save the Children.

Ma più che aiutarli a non morire li aiutano a non nascere.

 

Apprendo dal Corriere della Sera che siamo “Nati per morire. La solita frase ad effetto, ho voluto approfondire. Nei paesi in via di sviluppo (dove fanno la fame, insomma) si nasce e poi si muore. E vabbè, questo capita in tutto il mondo: si nasce e poi si muore. Purtroppo ci son zone dove si muore un po’ troppo presto, neanche il tempo di guardarsi intorno. Leggiamo:

Ogni anno 6,3 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono, tra questi 2,8 milioni sono neonati: è il quadro che emerge dal nuovo rapporto “Nati per morire. Indice di rischio mortalità mamma-bambino” sull’impatto delle condizioni di vita e salute delle mamme e sulla mortalità infantile in 178 paesi del mondo, presentato oggi da Save the Children in occasione del lancio della campagna “Everyone”.

Mi viene la lacrimuccia pensando alla bontà d’animo di Save the Children, mi diverto a cercare la fregatura nascosta. Continuo a leggere per smascherare l’iniziativa, finalmente trovo lo stile di Save the Children. Sapete qual è il problema? Mica il fatto che si muoia per fame. Sentite un po’:

“Ridurre i matrimoni precoci, le gravidanze adolescenziali e aiutare le giovani coppie a prevedere un certo distanziamento fra un figlio e l’altro è cruciale per ridurre la mortalità infantile” propone il direttore generale di Save the Children, Valerio Neri.

Il problema, dicono, non consiste nel non avere da mangiare, ma nel nascere. I matrimoni precoci, sono precoci visti dal nostro punto di vista che ci sposiamo a 30-40 anni. Matrimoni a 12 anni io non ne ho visti nei due mesi che ho vissuto in Etiopia, veramente non ho visto nemmeno i matrimoni a 15 anni. Ci saranno dei casi? Certo, ma non dovrebbero essere le eccezioni a preoccupare Save the children. Semplicemente le eccezioni vengono usate come pretesto.

Poi si parla di gravidanze adolescenziali, siam d’accordo che sarebbe meglio che le ragazze a quell’età studiassero ma se assistite durante il parto, i bambini non rischierebbero ed è questo lo spirito dell’articolo: che i bambini non muoiano di parto. Infatti l’articolo lo dice chiaramente: FORMIAMO ASSISTENTI SANITARI, COSI’ NON CI SARANNO PIU’ PROBLEMI.

Non fa una grinza, Save the children ha ragione, avevo pensato male. Poi visto che a pensar male, in genere uno l’azzecca, mi è capitato tra le mani cosa fa Save the children in Mozambico :

 

Lo trovate al seguente link

E l’immagine che collega alla presente pagina, è eloquente :

(Un genitore appesantito da un carico di figli che lo schiaccia)

Allora la prima, benevola notizia, acquista un altro sapore. Va bene formare assistenti sanitari, ma poi quello che succede è farli diventare un ingranaggio della pianificazione familiare.

Io lo so perché queste cose le ho viste di persona, in Africa, ma mi metto nei panni di un lettore qualunque che legge questa notizia e dice: “Che bravi questi, hanno a cuore i bambini”. Sì, come lo spazzacamino ha a cuore la fuliggine. Invece, informandosi, si riesce a vedere a tutto tondo la notizia. Per completare il quadro, va ricordato che Save the children ha promosso una campagnaper permettere l’eutanasia infantile nel nord Europa.

Tornando all’Etiopia, io so perché ce l’hanno con le zone rurali. Ad Addis Abeba, vicino Churchill avenue, avevo trovato una lunga fila di donne. Seguendo la fila con lo sguardo, arrivai davanti all’uscio di una porta: l’insegna sul palazzo rimandava all’organizzazione di cui sopra. Chiesi all’ultima donna il motivo della fila. Era la mattina degli aborti. Nelle zone rurali non puoi raggiungere questa efficienza.

Tra parentesi, non è che ci sono le zone rurali abbandonate dalla civiltà e le zone metropolitane con tutti i servizi.

Sono semplificazioni che danno una visione distorta della realtà. Chi semplifica così selvaggiamente, se lo può permettere perché chi legge non conosce ciò di cui si parla, ma si fida.

La comunicazione è anche un atto di fiducia. Anche io potrei dirvi qualcosa che non corrisponde al vero, voi ci crederete o meno a seconda del buon senso di ciascuno e alla fiducia che riponete in chi scrive.

Nella terra d’Etiopia, come in tutti i paesi poveri, ci sono molte missioni religiose sparse per il territorio. Molte di queste sono in zone rurali, e all’interno delle missioni vi sono spesso e volentieri dispensari o piccole cliniche. Dove l’aiuto per le future mamme c’è, eccome se c’è. Ma questi piccoli centri di salute non accoglieranno mai, tra i loro servizi, quello dell’aborto.

Capito il perché Save the children si dispiace dei centri rurali? Ovvio che ci son zone rurali non servite affatto, ovvio. Ma sono eccezioni, e nessuno è interessato alle eccezioni tranne chi se ne vuole servire ideologicamente o per i suoi scopi.

Il quadro è più chiaro?

C’è solo una cosa peggiore dell’indifferenza, usare i bambini per raggiungere i propri scopi.

Save the children!

 

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Laureato in Biologia tanti anni fa, prima di mettere in piedi una scuola di sopravvivenza va a specializzarsi in terra d'Etiopia per poi tornare e istruire a dovere, insieme a Silvia, 3 piccole amazzoni. Dopo 13 anni in un'azienda di Biotecnologie come Specialist e Line Leader, decide di divertirsi come Direttore Marketing per un noto marchio di gioielli, in attesa di nuove sorprese all'orizzonte.

66 commenti

  1. Giorgio Masiero on

    Questo sì che è debunking! Un’organizzazione che sollecita i contributi dalla gente per “salvare” i bambini e poi usa i soldi per non farli nascere o per farli abortire…
    Che schifo. E pensare che anch’io ho dato fino ad un mese fa dei contributi a questi cialtroni.

    • Scusate se mi intrometto, ma quando si fa debunking di solito si citano dati, statistiche, immagini, in una parola: prove. Le più oggettive possibili. Qui vedo solo l’opinione di una persona che cita una propria esperienza. Niente di male eh, però non è con l’aneddotica che si contestano i fatti.
      Sarebbe interessante, per esempio, sapere cos’altro fa Save the Children in Mozambico. Tipo cercare di salvare la gente dall’AIDS (http://www.savethechildren.it/IT/Page/t01/view_html?idp=584)
      o costruire reparti maternità (http://www.savethechildren.it/IT/Page/t01/view_html?idp=582).

      “Tra parentesi, non è che ci sono le zone rurali abbandonate dalla civiltà e le zone metropolitane con tutti i servizi.
      Sono semplificazioni che danno una visione distorta della realtà. Chi semplifica così selvaggiamente, se lo può permettere perché chi legge non conosce ciò di cui si parla, ma si fida.”
      Solo a me questa frase sembra in contraddizione con la chiusura dell’articolo – “Capito il perché Save the children si dispiace dei centri rurali” – dove l’autore riassume la sua tesi in una semplificazione?
      Che poi, sostenere che Save the Children prenda soldi col solo scopo di fare abortire le giovani africane a me pare una gigantesca semplificazione.
      Insomma, c’è una bella differenza fra dimostrare una tesi e insinuare un sospetto.

      • Buongiorno Greylines,
        rispondo per quello che mi attribuisci.
        una Associazione che si chiama SAVE THE CHILDREN promuove l’eutanasia infantile. SAVE in che senso? Trovi anche tuuna contraddizione in termini? Lo scopo non è salvare la vita di bambini, ma di finirli. ammalati, sofferenti, per carità. Ma lo scopo è di finirli. Qui i dati ce li fornisce Save the Children. Trovi anche tu che ci sia un’intenzione diversa da quello che ‘pare’ sia la mission dell’associazione? Oppure, implicitamente il titolo era “salva i bambini” (dal dolore, finendoli) oppure (dal nascere in un luogo dove morirebbero presto). Un pò arrendevoli questi di Save the Children. Se hai a cuore una vita… combatti per salvarla. Argomenti, parole? No. Loro promuovono l’eutanasia infantile, non la cura amorevole di bambini malati. Anche qui, la malattia viene identificata col malato. Togli il malato, hai tolto la malattia. Mi vengono i brividi.
        La semplificazione? il mondo è complicato e non possiamo vivere tutte le esperienze del mondo per conoscerle. Quindi dobbiamo fidarci di altri per farci un’idea. Lo dico, l’ho scritto. Sono onesto. Save the children non spiega in questa ultima campagna a cosa serviranno quegli ospedali, oltre che a far nascere qualche bambino. Sarebbe onesto farlo. Invece non lo fanno, questo è un dato. Allora te lo dico io, cosa ci fanno nei loro centri alla salute (salute, ironia, viene dal latino salus:salvezza). Praticano gli aborti. Che vengono incentivati. Sai da chi? Da Save the Children. Come dice il loro sito di pianificazione familiare. Anche questo è un dato. Se metti nella loro testa che avere tanti figli è un guaio e poi gli dai i profilattici e il figlio viene concepito lo stesso, poi devi trovare un altro modo di togliere il problema.
        Ti do una lettura, portandoti i dati. Poi se ti fidi e il tuo buon senso ti fa dire che il discorso torna, allora ci credi. Altrimenti, non ci credi e continui a fare un’offerta a Save the children che usa i tuoi soldi anche per non far nascere i bambini già presenti nel ventre delle loro madri e per promuovere eutanasia infantile.
        Grazie del tuo intervento.

    • Paolo da Genova on

      Egr. dott. Masiero,
      Lei ha peccato di ingenuità. L’aborto in organizzazioni come Save The Children è come il pesce surgelato al ristorante: se non è specificato che non c’è, è sottinteso che ci sia; e anche quando è specificato che non c’è, è lecito dubitare.

  2. Alèudin - preghierecorte on

    Forse che questa del controllo delle nascite è una visione figlia della visione darwiniana che finisce per equiparare uomo e animale?

    Mi spiego meglio: so da amici animalisti che vengono castrati più gatti randagi possibile e sponsorizzano anche la castrazione di quelli con padrone per limitarne la proliferazione e le seguenti problematiche legate al randagismo; questo sopratutto per tutelare i gatti, dicono.

    Mi pare chiaro che questa visione passi all’uomo, invece di fornire loro scuole, acqua, strutture etc. etc. ne evito l’eccessiva proliferazione, tratto le persone come animali.

    Qui una vignetta che spiega bene:

    • Forse.
      Una specie così autolesionista come quella umana, ancora la devo trovare nel regno animale, vegetale, minerale…

  3. Gia’, la riproduzione deve diventare qualcosa di elitario, se non sei ricco non ti riproduci. Ecco il volto del darwinismo. Che da sempre e’ solo ingegneria sociale, appoggiato dai piu’ attivi ingegneri sociali, cioe’ i socialisti (che a volta virano verso il comunismo e allora si dicono “di sinistra”, a volte virano nel nazionalismo e allora si dicono “di destra”, la realta’ e’ che sono dei settari).
    Noi NON SPIEGHEREMO MAI E POI MAI come trovare l’acqua agli africani, vogliamo solo vender loro le NOSTRE trivelle.
    Ovviamente questa e’ una metafora. Espandibilissima.
    Io non riesco a capire come mai chi si dichiara “di sinistra” non riesce poi a vedere il classismo brutale dietro le stupidaggini in cui crede. Perche’ e’ cosi’ difficile voler essere progressisti, amare il popolo, essere aperti, senza cadere pero’ nelle trappole del socialismo?
    D’altra parte non riesco a capire perche’ chi sottolinea queste aberrazioni dovrebbe poi automaticamente essere bollato come cattolico o di destra.
    Davvero una intera classe culturale da rottamare.
    Oh, ops, ma la cultura infatti non e’ stata ostaggio per 40 della sinistra?

    • Ciao Fabio,
      Grazie per il tuo intervento, che mi permette di sottolineare che destra e sinistra ormai non dicono più niente. Di sicuro des e sin non dicono cose interessanti.
      Sarebbe interssante che gli uomini difendessero almeno la propria specie, e dentro la propria specie, i più deboli della propria specie. È questo che ci fa umani: la compassione, non solo la ragione.

      • E’ un piacere! Oh poi avevo scordato di sottolineare: non e’ curioso come questa specie di sinistra abbia del tutto abbandonato il concetto di proletariato? E’ incredibile, dead man walking…
        Oh stessa cosa succede quando li sento parlare di “nuovi” tipi di matrimonio. Anche li’ giunge una amnesia collettiva sul concetto di proletariato. Questo magari e’ OT, pero’ integra la fotografia dell’assurda ipocrisia on demand.
        Concordo, e’ ora tarda che ci guardiamo in faccia senza bandiera. Ma ho il sospetto che l’unico modo per farlo e’ dividerci settariamente tra chi ha il cervello liquefatto dalla propaganda (e non vive senza fare da vessillo alle altrui ideologie) e chi invece sa ragionare come un essere umano.

  4. Giuseppe Cipriani on

    Non so quanti figli avete messo al mondo voi, presumo da uno a due, forse tre, magari nessuno…
    E mi chiedo com’è possibile che i figli degli italiani siano così pochi…
    Frutto di astinenza? Metodi naturali? Uso di preservativo? Credo che in ogni caso si sia trattato di scelte in base alle opportunità, al tempo, al lavoro, alla disponibilità economica e a quanto altro volete.
    Perciò mettiamo al bando le ipocrisie, le vesti stracciate in nome di un non ben identificato senso di potenza riproduttiva… Qui in fondo si tratta solo di mettere in circolo il sano concetto di maternità e paternità responsabili.

    • Ciao giuseppe,
      Mi sembra che quello che dici sia OT.
      Nessuno si sogna, qui, di mettere in dubbio quello che ciascuna famiglia può decidere. Un discorso morale nessuno lo ha iniziato. Semmai antropologico.
      Quello che ho fatto notare è che chi si chiama SAVE pare faccia anche tutt’altro che Save.
      Entriamo nel merito della comunicazione non trasparente che Save.. Ha fatto. Che ne pensi di questo?

      • Giuseppe Cipriani on

        Ciao Max, OT non del tutto. Soprattutto se considero che riaffermi che “SAVE pare faccia tutt’altro che Save”. Se permetti, un’affermazione fuorviante e poco corretta, in quanto SAVE fa molto, anzi moltissimo, di Save. Come la mettiamo? Il mio parere contro il tuo?
        Sulla questione trasparenza ritorno a sostenere quel che ho postato, che per te è OT: promuovere maternità e paternità responsabili, pianificazioni familiari attraverso scelte di contraccezione, come fanno molti di noi, non mi sembrano cose di poco conto. Ma, come dice Pennetta, sono solo un ingenuo…
        E allora denunciamo SAVE come ente che promuove l’aborto, e fustighiamoci se gli abbiamo dato (ingenuamente) qualche soldino. Da me, quando si conducono operazioni come questa, si dice: butar via el butin con l’aqua sporca (del bagnetto).

    • Quanta ingenuità Giuseppe, di fronte ad un’Africa alla quale vengono negate le centrali elettriche e l’acqua potabile davvero quello che serve è ” mettere in circolo il sano concetto di maternità e paternità responsabili.”
      Mettiamo in circolo corrente elettrica e lasciamo ai popoli africani la loro terra e le loro risorse, ma non se ne accorge che questa è tutta una forma di carità pelosa?

      • Giuseppe Cipriani on

        Pensi, prof. che sono ingenuamente d’accordo. Quando mai ho sostenuto che il sano concetto va contrapposto agli aiuti di altra natura?

    • Giorgio Masiero on

      Se il tema dell’articolo, Cipriani, fosse la maternità o la paternità responsabile, Lei sfonderebbe con me – e penso anche con l’autore dell’articolo – una porta aperta. Ma il tema non è questo, né la pianificazione delle nascite né l’aborto. E nemmeno se Save the children faccia anche qualcosa di buono, come subito è accorso a spiegarci Greylines.
      Il tema dell’articolo è se sia onesto che una ong che si chiama Salviamo i bambini raccolga fondi dalle persone ingenue (e ignoranti, come me, per es.) anche per fare tutt’altro mestiere, come l’esecuzione di aborti e la promozione dell’eutanasia infantile. Io dico no, perché mi sono sentito intimamente truffato, avendo eseguito proprio in settembre l’ultima donazione per un’organizzazione che credevo facesse solo il mestiere di salvare i bambini.

  5. (THE KISSINGER REPORT)
    December 10, 1974
    Mentre la commissione Rockefeller si occupava della crescita della popolazione USA, il documento Nssm 200 affrontava le implicazioni della crescita della popolazione mondiale sulla sicurezza e gli interessi
    degli Stati Uniti; la sua struttura è simile al documento del Mit commissionato dal Club di Roma.
    La prima parte, da pagina 19 a 72, è costituita da una sezione analitica in sei capitoli che vanno dal trend
    demografico mondiale allo stato delle risorse alimentari ed energetiche concludendo con le conseguenze della “Pressione della Popolazione” sulla sicurezza nazionale.
    Dopo un’analisi sull’incremento demografico a partire dal secondo dopoguerra, nel quinto capitolo, a pagina 56, vengono affrontate le «Implicazioni della pressione di popolazione per la sicurezza nazionale». A pagina 66 ci si riferisce alla conferenza Onu di Bucarest del 1974, dove il programma di birth control proposto aveva però incontrato l’opposizione di alcuni paesi, come l’Algeria – a cui avevano fatto seguito molti paesi africani – di Argentina, Uruguay, Brasile, Perù, più limitatamente, altri paesi Latino Americani, dai gruppi dell’Est Europa (tranne la Romania); la Prc (People’s Republic of China [Nda]) e la Santa Sede. Sebbene gli attacchi non fossero identici, essi abbracciavano tre elementi centrali di rilievo per la politica e l’azione degli USA in questo campo:
    .
    1. ripetuti riferimenti all’importanza (oppure, come qualcuno dice, alle pre-condizioni) dello sviluppo sociale ed economico per la riduzione della fertilità;
    .
    2. sforzi per ridurre i riferimenti ai programmi sulla popolazione, minimizzare la loro importanza e cancellare tutti i riferimenti agli obiettivi di quantità e di tempo;
    .
    3. riferimenti aggiuntivi alla sovranità nella regolazione delle politiche e dei programmi sulla popolazione.
    .
    L’opposizione alla politica neomalthusiana si incentrava su tre punti dei quali due rappresentavano una richiesta di garanzie sulla sovranità degli Stati e di libertà da obiettivi prefissati; il primo consisteva
    invece in un’obiezione sostanziale all’intera teoria malthusiana. Quel che emergeva da tale obiezione era la causa-effetto tra riduzione della fertilità e sviluppo economico, che andava invece letta in senso inverso, cioè con lo sviluppo economico che precede e causa la riduzione della fertilità.
    .
    Da “Inchiesta sul darwinismo” pag. 163-164

  6. “Ten bambinos and a big fat mama” così ho spesso sentito definire da moltissimi americani, certo non delle classi abbienti, gli italiani.
    Il detto era chiaramente derisorio e mi sembra che continui ancora a tenere campo, forse non per gli italiani ormai in declino (commento sentito alcuni anni fa “Wow! you have a decreasing population and you are a Catholic country! Amazing!”) ma per il cosidetto “terzo mondo”, Africa e Sud America in particolare.
    La cosa di cui vergognarsi sono i bambini, parafrasando “Tanti bambini, tanto disonore”, questo è ciò che si pensa in certi ambienti.
    D’altra parte già il termine “proletario” o l’inquietante “prolet” la dicono lunga.
    Sembra, e l’ho già scritto in un altro antico post, che non abbiano capito che il sig. Swift quando ha scritto “A modest proposal” aveva in mente di fare della satira e che il libro non è un manuale d’uso del tipo “Family solutions for dummies”; qualcuno glielo dica per favore.

    Ottima la foto linkata da ALÈUDIN, sintetizza il problema in maniera perfetta.

    Tutto il ciarpame pacifisto-verdeggiante-arcobalen-progressist-spiritualist-naturis-quantaltrist che vagheggia e vaneggia su un mondo migliore più vivibile e più naturale e armonioso, in effetti lo fa pensando a una elite (che possa essere allargata come il “primo mondo”, di medie dimensioni come può essere il “paese speciale e indispensabile” o quello “über alles”, piccola come una “Vespa in inglese” , o micro come una accolita di super ricchi).
    Non ha molta importanza quanto piccola o grande sia l’importante è che a pagare siano altri e gli altri sono quasi sempre gli africani, nel solco di una lunghissima tradizione.

    Non so se i poli si sono invertiti o lo faranno presto o tardi, una cosa è certa, l’equatore si sta alzando e avvicinando sempre più al polo nord, e così assieme agli africani anche gli europei (iniziando dai mediterranei, notoriamente inferiori) iniziano ad avere lo stesso trattamento.

    La soluzione , come evidenziato, “eliminare il malato per eliminare la malattia”. Trovata geniale ma che non so perchè mi evoca l’immagine di un paio di baffetti alla bavarese.

    Il diavolo veste Prada? Può essere ma per me il diavolo veste sopratutto ipocrisia e in queste associazioni benefiche (o venefiche? In fondo basta il cambio di una piccola consonante), mi sembra che di ipocrisia ce ne sia in quantità.

    • Rispondo qui ma rispondo anche a Max. Sono contento di sentir parlare di proletariato. E’ straordinario come la sinistra elitaria si sia del tutto scordata di questo concetto. La prole come forza. Invece la prole deve essere vista come fardello. Chiariamo, pardonissimi tutti, ma sentire intellettuali di sinistra scordarsi del proletariato solo per impedire la riproduzione (anzi, non solo in questo caso se lo scordano, anche quando parlano di MATRImoni… diciamo originali; anche in questo caso si scordano della radice proletaria…eh… il bispensiero…), mi pare notevole, e da notare.
      E qui si capisce dove voglio andare a parare: ok, certo, questo articolo e’ scandaloso. Ok, dietro il new age c’e’ sempre un fortissimo desiderio elitario. E veramente anche nel desiderio di vivere nei romantici tempi dei cavalier c’e’ questa ansia di predominazione latente: comodo rimpiangere una posizione elitaria come quella di un cavaliere. Nessuno pero’ ha mai rimpianto la posizione di servo della gleba, dei “romantici tempi”. E come mai eh?
      Bene arrivo al dunque: COME e’ successo che degli spocchiosi elitari (e pure molto ignoranti) abbiano potuto godere del “sentirsi puri in quanto di sinistra”, nonostante una sinistra appestata da settarismi?
      Oh, pure la destra lo e’, ma li’ almeno nessuno si sente “migliore perche’ di destra”.
      Per chi ha gia’ letto qualche mio intervento, sto facendo la solita meta-domanda: nella scienza (che e’ piena di marcio) mi domando come mai ci troviamo in una situazione del genere, come mai possano essere sbandierate teorie colabrodo IMPUNEMENTE (quindi non mi domando come mai le teorie colabrodo esistano, mi domando come mai non ci sono mezzi per stigmatizzare loro e chi fa finta di non riconoscerle per quel che sono)? Parallelamente, in questo post, mi domando come mai abbiamo migliaia di elitari che pensano PURE DI ESSERE migliori?
      Io rispetto pure i nazisti dell’Illinois (Blues Brothers), non e’ l’elitarismo che mi infastidisce. E’ l’ipocrisia degna di una favoletta di Fedro, la sfacciata ridicolaggine. Questo mi infastidisce.
      Sperando si capisca qualcosa di quanto ho scritto 😉

  7. Ciao Fabio, sì si capisce ma per me il termine proletariato è assolutamente negativo.
    Definire un gruppo secondo il numero di figli è terribile ed è proprio l’inizio del settarismo.
    Qualcuno l’aveva capito molto tempo fa in quel libretto terrificante intitolato 1984 erano definiti come “prolet” con disprezzo appunto.

    La più alta funzione biologica presa a metro per definire chi la usa più efficientemente come intrinsecamente inferiore.

    La sinistra? che cos’è se non quella parte che si giustifica della presenza di ingiustizia e povertà e di questa si nutre? Potrà mai, e potè mai seriamente pensare di eliminare ingiustizia e povertà? Come mai avrebbe potuto, potrebbe o potrà eliminare la propria ragion d’essere? Sarebbe suicidio.

    • Eheh ottimo punto. Io sono un programmatore e ringrazio i bug. Se non ci fossero, cosa farei?
      Per quanto riguarda il proletariato, si’ spesso e’ stato bistrattato ma infatti non volevo darne un giudizio ma solo far notare come non stia piu’ a cuore a certi movimenti politici che si dichiarano proletari. E’ un dato di fatto che in certe situazioni la prole e’ un valore, ed e’ un altro dato di fatto che certi movimenti hanno gettato la maschera e finalmente hanno mostrato il vero disprezzo verso il proletariato, arrivando a doversi dimenticare il senso stesso della parola.
      E’ una cosa che mi stupisce sempre, sentire persone culturalmente elevate e ricche, pontificare sulla progenie altrui.
      I contadini lo fanno. I maiali di Animal Farm lo potrebbero fare, un coltivatore di albero da frutta lo puo’ fare. Chi ci vede come animali remunerativi lo puo’ pensare. Non chi si atteggia ad avere una mente aperta.
      Detto questo, vorrei fare un iper-riassunto di un film mostrato al Festival del cinema di Venezia: Quin’ai de (Dearest), di Peter Ho-Sun Chan.
      Voglio solo raccontare una scena che ho capito solo dopo un po’: il film parla del rapimento di bambini in Cina, e di un gruppo di genitori accomunati da questo dramma. Beh verso la fine del film uno di questi dichiara che avrebbe fatto un altro figlio. Era devastato da questo. Non capivo bene perche’, poi ci sono arrivato: fino al 2009 (mi pare) in Cina potevi avere UN SOLO FIGLIO, quindi per averne un altro doveva dichiarare morto quello rapito.
      Quando sono arrivato a capirlo (il film non lo spiega), sono rimasto di pietra, e spero pure voi….
      Ecco un felice esempio di controllo delle nascite.
      Oh ma verso questo stiamo andando, verso la socializzazione dell’intera vita: ma non vedete che dietro l’eterologa si nasconde il fatto che LO STATO dispone dei mezzi per procreare? Ebbasta con la morale, vediamo i fatti! Immaginare uno stato ladro e truffatore, pieno di imbrogli, che so, affacciato sul Mediterraneo. Immaginate quali immani porcate si potrebbero fare, falsificando qualche carta. SI POSSONO PRODURRE LEGIONI DI SOTTOUMANI, che non risulterebbero mai nati. Immaginate una tangentopoli sulle nascite. Altro che morale e chiesa, qui c’e’ in ballo la COLTIVAZIONE DI ESSERI UMANI!
      Matrix…

  8. Non credo che Save The Children costringa le donne africane all’aborto, si limitano semplicemente a distribuire profilattici gratis, e a fornire assistenza medica all’aborto per quelle donne che vogliono abortire per loro volontà. E’ così terribile insegnare alle donne africane a mettere il profilattico ai loro partner?

    “Nella terra d’Etiopia, come in tutti i paesi poveri, ci sono molte missioni religiose sparse per il territorio. Molte di queste sono in zone rurali, e all’interno delle missioni vi sono spesso e volentieri dispensari o piccole cliniche. Dove l’aiuto per le future mamme c’è, eccome se c’è. Ma questi piccoli centri di salute non accoglieranno mai, tra i loro servizi, quello dell’aborto.”

    Scommetto che però le missioni religiose negano non solo l’aborto, ma anche la contraccezione. Come si può prevenire l’aborto , le gravidanze precoci, e la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili, senza profilattici?

    • Giuseppe Cipriani on

      Bella domanda… E pensa che mentre qui da noi, tutti cattolicissimi, il preservativo è nel cassetto del comodino, magari accanto al crocefisso, là, in nome di una purezza evangelica d’altri tempi (a parte i cattolici ortodossi che, a loro dire, sono rimasti purissimi), è tabù… Vallo a capire, o, meglio, vallo a spiegare.

      • @ andrea e giuseppe
        I condom, la soluzione ai figli e al contagio?
        È ot, ma due parole su qs luogo comune è utile dirle.altrimenti non avreste strumenti per approfondire il tema.
        Tra orte e Napoli è stato steso asfalto drenante. Notavo che il limite di 110 orari, in quel tratto rimaneva tale.
        Chiesi in un’occasione ad una pattuglia il motivo. Insomma era drenante, il pericolo diminuiva, si poteva andare un po’ più veloci! Dicevo io.
        Eh no, mi rispondeva il poliziotto. Tutti credono che sia come andare in una giornata serena, si sentono più sicuri e per eccesso di sicurezza, vanno a sbattere per velocità azzardate o per bassa visibilitá dovuta alla pioggia.
        Fuor di metafora, anzi no: sembra di rivivere il caso dei macachi dattilografi, ne scrissi quest’estate: una cosa è immaginare, una cosa è incarnare nella vita reale.
        Usare un condom a milano, torino, los angeles o praga è un conto. Usarlo in una periferia rurale di un paese subsahariano non è la stessa cosa.
        Chi distribuisce il condom non da solo un oggetto, ma veicola/agevola un modo di vita. Da sicureZze che non sono sicurezze. A maggior ragione in quelle zone.
        Spero di aver dato qualche spunto utile alla riflessione.
        Se la vita è difficile in quei luoghi, la soluzione giusta non è quella ‘finale’.

        • D’accordo che il condom non protegge al 100%, e non protegge da tutte le malattie veneree, però se usato correttamente(e non serve la laurea, se riusciamo ad utilizzarlo più o meno correttamente noi- noi cittadini dei paesi economicamente sviluppati- possono riuscirci tutti!) riduce il rischio di tante malattie sessualmente trasmissibili, comprese le più gravi( Sifilide, HIV, Chlamydia, Epatite B ecc..).
          E direi che anche se la protezione non è mai al 100%(a questo mondo, qualsiasi cosa si faccia, non ci sono mai sicurezze assolute, c’è sempre qualche rischio. Quindi bisogna ragionare in termini statistici) una riduzione del rischio è sempre meglio che niente!
          E sui grandi numeri è sicuramente più efficace il profilattico, rispetto alla strategia cattolica della castità, che funziona solo per poche persone; le pulsioni sessuali, specie nell’adolescenza, sono più forti di qualunque ragione!

          • Quella cattolica non è una “strategia” è un indirizzo di vita e spirituale che può portare ben altri frutti. In Uganda tuttavia ha funzionato anche come “strategia” contro l’Aids.
            Il profilattico ha un basso indice di Pearl e nonostante tutto deve essere utilizzato seguendo alcune precise e dettagliate istruzioni (si veda magari sul sito della marca più pubblicizzata e conosciuta) che un tecnico svizzero della meccanica di precisione applicherebbe al meglio, ma che difficilmente verrebbero applicate con identico zelo in contesti molto meno tranquilli e ordinati. In tali contesti si continua a pensare quello che già pensavano i nostri nonni, ossia che il preservativo è “una corazza contro il piacere e una ragnatela contro il rischio”.
            L’Africa è stata inondata di preservativi negli ultimi decenni, ma pare proprio che la maggior parte dei suoi abitanti abbia preferito farne utilizzi diversi da quello “canonico”.

        • Giuseppe Cipriani on

          Già, Max. Usare il condom là dev’essere assai complicato, si rischia di avere troppo certezze e di copulare come conigli… Il condom cosa da laureati, insomma, da gente scafata. Molto meglio insegnare magari i metodi naturali, con misurazione della temperatura basale, lì basta avere un termometro e ci arrivano tutti, Ogino sarà contento… Scusa la facile ironia, ma quando ci vuole ci vuole.

          • Ciao giuseppe,
            OT OT OT.
            Vuoi parlare di metodi naturali e di condom? Hai sbagliato post.
            Qui si parla di mala informacion.
            Trovi che save sia stata trasparente?

          • Giuseppe Cipriani on

            Se vogliamo solo la risposta secca, per farti contento: No, ma direi più giustamente Ni.

            Ma a differenza di te, e di quelli che la pensano come te, non mi pare onesto fissarsi come un azzeccagarbugli su questo punto, che in tutta sincerità ritengo una strumentalizzazione ideologica bella e buona…

          • Giorgio Masiero on

            Almeno nel mio caso e in quello di tutti i contributori di Save the children, che si sono fidati degli slogan e non hanno letto lo statuto, ammetterà, Cipriani, che gli “strumentalizzati”, gli usati siamo stati noi contributori, mentre la strumentalizzazione l’ha fatta Save!
            Le do comunque ragione che poi ci sarebbe da parlare di tutti gli altri temi (pianificazione delle nascite, aborto, ecc.) anche più seri. Ma Lei pensa davvero che tra noi, che abbiamo visioni opposte dell’uomo e del suo destino, si possa trovare accordo su questi temi?
            PS. Sono felice di risentirLa in questo blog.

          • Giuseppe Cipriani on

            Caro prof. Masiero, le dico che ha fatto benissimo a fidarsi di quello slogan, perché ha ascoltato il cuore probabilmente, e non è andato a scervellarsi come certuni su questioni secondarie… Mi viene in mente quel che tempo fa diceva padre Zanotelli sulla carne presunta infetta (mucca pazza): “Datela a noi, qui in Africa, che non abbiamo tempo di pensare se ci ammaleremo di quel morbo, ma solo necessità di sopravvivere alla fame…”. E si feliciti che qualche suo soldino abbia contribuito a portare serenità a qualche infante e a qualche giovane mamma. Vede, su un punto come questo c’incontriamo alla grande… Dove ci dividiamo è sulle questioni di principio ideologico, ma dev’essere un difetto di fabbrica trasversale che questo blog certifica alla grande; non per questo insuperabile, perché sono convinto che io e lei, messi alle strette su questioni davvero importanti, saremmo in sintonia più di quel che pensiamo. Grazie per l’apprezzamento che è ricambiato in toto.

    • ciao andrea C,
      ti spiego cosa dice il mio articolo. Visto che SAVE THE CHILDREN fa credere, con il suo nome, di accudire amorevolmente i bambini. tutti i bambini. Ho mostrato come invece ci siano dietro tutto questo miele, tante scelte molto differenti da quelle che il loro nome potrebbe far pensare.
      se uno sapesse che il nome operativo fosse SAVE THE CHILDREN (AND SOMETIMES KILL), non credo che riceverebbero i fondi dalle stesse persone che li inviano oggi. si parla di comunicazione, non di morale o di etica.

      • Giorgio Masiero on

        Elementare, Watson! Ma c’è chi deve essere sempre bastian contrario…

      • Ma è tutto trasparente, basta leggere il loro sito, e i loro progetti di controllo delle nascite(soprattutto contraccezione) sono nero su bianco. Se poi uno dona senza informarsi, non può accusare SAVE THE CHILDREN di celare le proprie intenzioni!

        • Giorgio Masiero on

          Delle donazioni che ho fatto senza essermi sufficientemente informato accuso solo me stesso. E l’ho fatto in un commento definendomi “ignorante” e “ingenuo”.
          Però anche questo è OT, Andrea.
          La questione trattata invece è: è corretto per un’associazione che promuove (anche) l’aborto e l’eutanasia infantile, e che fa della pianificazione delle nascite il fulcro delle sue attività, chiamarsi “Salviamo i bambini”? Se salvare significa preservare qualcosa dall’annientamento, quando ne pianifico la non nascita o l’annientamento, non faccio l’opposto di ciò che metto a mio motto?

          • Penso che dietro al termine children/bambini, si celi il concetto “laicista” e “progressista” di bambino distinto da embrione e feto, ossia è bambino chi riesce a nascere.
            Quindi diventerebbe lecito preservare quelli che “ce l’hanno fatta” non creandogli intorno troppi fratelli e coetanei che gli riducano gli spazi vitali. Credo che alla fine l’associazione si difenderebbe più o meno così da queste critiche.
            Inutile ricordare a costoro come la vita cominci col concepimento, dal momento che viene loro comodo utilizzare una concezione del tutto arcaica e pre-scientifica che ritiene che solo con l’uscita dal canale del parto un essere umano diventi tale, mentre prima, magari solo un attimo prima, non lo sia affatto.
            (solo di recente, considerando questa evidente assurdità, c’è chi ha pensato di rimediarvi… proponendo di poter sopprimere anche i neonati…).

          • Se una donna africana, invece di abortire con metodi rudimentali rischiando la sua vita, ha la possibilità di farlo con l’assistenza e le cure mediche necessarie, è un bene o un male? se una ragazza adolescente impara ad usare la pillola o a far indossare al proprio ragazzo il profilattico, è un bene o un male?
            La risposta dipende dalle proprie convinzioni ideologiche, ma di sicuro la promozione di anticoncezionali non uccide nessuno. Mentre l’aborto è una questione più controversa, ma visto che non è vietato nemmeno da noi, perché dovremmo impedire alle africane di farlo in sicurezza? l’importante è che venga lasciata la facoltà di scegliere, e non venga imposto tramite ricatto(del tipo, ti diamo tot aiuti, solo se abortisci)

          • OT OT OT
            Ciao andrea, tutto OT.
            Sai quei contratti dove si dice una cosa e poi nelle righe piccole c’è scritto anche il suo contrario?
            Ecco, il mio post sottolinea questo. Che save the children scrive nelle righe piccole (che nella campagna: “nati per morire” sono pure state omesse) che oltre a salvare bambini, promuove eutanasia infantile e incentiva aborti.
            Questa è informazione corretta e trasparente?
            A questo devi rispondere, sul sito c’è scritto che queste cose le fa? Non mi interessa, devo saperlo quando ricevo la proposta di dare soldi quando incontro. Il volontario di save the children al supermercato o per strada.
            senza tante parole, ma con un monosillabo, sai dirmi se quella di save è stata, secondo te, un’informazione corretta?
            Grazie del tuo intervento

          • Secondo me SI, si comportano in maniera corretta, in quanto la pianificazione familiare è solo una delle tante cose che fanno, e di sicuro non è la voce di spesa principale, il grosso di quello che viene donato finisce in cibo, assistenza sanitaria, ed educazione dei bambini.(mi baso su quello che dichiarano nei bilanci pubblicati sul sito)
            E’ fuorviante pensare che l’unica cosa che fanno sia praticare aborti dalla mattina alla sera!
            Chi, per credo religioso o convinzioni personali, è contrario alla pianificazione familiare, dovrebbe donare solo a ONG cattoliche, o informarsi bene su ogni minimo dettaglio

          • Ciao andrea,
            Grazie per aver condiviso il tuo parere. Ti rubo ancora un secondo, se posso ti vorrei fare un’altra domanda. Secondo te, se avessero promosso la campagna”nati per morire” avessero specificato che save the childre, oltre a strutture sanitarie, cibo, ecc. Si occupa anche di promuovere eutanasia infantile e pratica aborti…. Secondo te, avrebbero raccolto la stessa cifra in termini di soldi. Mi interessa una tua risposta secca, su questo.
            Grazie,

          • Sulla storia dell’eutanasia ho parecchi dubbi( di primo acchito mi pare una bufala)

            Comunque ovvio che se nelle campagne pubblicitarie scrivessero a caratteri cubitali, in primo piano, che sono pro-aborto, perderebbero le donazioni degli appartenenti a quelle confessioni religiose anti-abortiste(cioè praticamente quasi tutti i culti religiosi), e anche di quegli atei che sono personalmente contrari. Quando si fa promozione, si cerca sempre di mettere in secondo piano i lati controversi!(per fare un esempio, nella campagna dell’ALS Bucket Challange, se avessero specificato che i fondi non erano solo per la ricerca scientifica, e un buon 30-40% erano destinati all’assistenza medica dei malati statunitensi, tanti italiani forse avrebbero preferito donare a Telethon, che è più vicino ai malati connazionali)
            Visto che oggi con internet ci sono i mezzi per approfondire in maniera facile, è “dovere” del singolo informarsi bene prima di donare!

          • Ciao andrea,
            Per riassumere vedo che trovi,con la tua prima risposta, dicevo trovi trasparente la comunicazione della campagna”nati per morire”, ma nella seconda risposta affermi che è normale che save the children si astenga dal dare certe informazioni, perché altrimenti avrebbe la certezza di perdere dei soldi. Personalmente trovo una contraddizione fra queste due frasi, paiono scritte da due persone diverse.

  9. Tutto ampiamente preventivabile, caro prof. Mi dispiace solo che -molto indirettamente- queste associazioni malthusiane ricevano anche il mio sostegno, in quanto tifoso accanito della Fiorentina, ovvero una società con una proprietà in costante e affannosa ricerca di visibilità, e che veicola come sponsor l’immagine di Save the Children. Ma al cuor non si comanda… alé viola!!!

  10. X MAX:

    Nessuna contraddizione, la trasparenza c’è(se cerchi sul sito trovi tutto), ma non puoi pretendere che quando fanno una campagna di fundraising, ti scrivano a caratteri cubitali SIAMO PRO ABORTO.
    Insomma gli aspetti controversi sono in chiaro per chi si informa e approfondisce, mentre sono “nascosti” per i superficiali e per i pigri che si fermano agli slogan; non ti danno la “pappa pronta”, devi leggere tutto per cercare di capire con quale filosofia verranno gestiti i soldi che vuoi donare.
    Questo vale per tutto il marketing in generale, quando fanno la pubblicità della NUTELLA non ti dicono “FATTA CON OLIO DI PALMA, SE NE MANGI TROPPA TI RITROVI IL COLESTEROLO ALLE STELLE!”, però se leggi l’etichetta degli ingredienti, c’è scritto tutto, anche la quantità di olio di palma!

    • Tu parli di marketing, di fundraising. Di soldi insomma. Ritorniamo perciò al mio post, precisamente alla mia ultima frase: C’è solo una cosa peggiore dell’indifferenza, usare i bambini per raggiungere i propri scopi.

      E sottolineo i propri scopi, e non quelli dei bambini, che non aspirano ad essere abortiti o finiti in alcun modo.
      Stiamo parlando di un servizio alla persona, non di un barattolo di cioccolata. Di vita e di morte. È ovvio che la differenza salti agli occhi, e quanto è più importante la chiarezza nel caso di vita e di morte. chi legge può farsi un’idea da quanto è stato scritto fin qui.
      La differenza nella qualità di un coltello per spalmare Nutella e nella qualità di un bisturi per interventi: viene data la stessa attenzione a entrambi? O quando si parla di vita e morte, serve una accuratezza immensamente maggiore?

      • Ok, ma quello che sembri non capire è che SAVE THE CHILDREN non pratica solo aborti, ma ammesso e non concesso che sia vero ciò che dichiarano, prima di tutto forniscono aiuti sanitari e alimentari, e costruiscono scuole.Oltre a questo, una parte(credo minoritaria) dei fondi, viene utilizzata per la prevenzione della maternità precoce(prima dei 18-20 anni) e per la pianificazione delle nascite.
        Ergo sarebbe fuorviante chiamarli KILL THE CHILDREN, ed è falso dire che fingono di aiutare i bambini per ammazzarli tutti.
        Semplicemente nella loro visione del cose, la pianificazione delle nascite aiuta a prevenire la mortalità nel parto(sia della madre, che del bambino), e a dare maggiori opportunità ai nati. Del resto è la stessa filosofia che spinge la maggior parte delle coppie nei paesi economicamente sviluppati, a fare non più di 2-3 figli.
        Quindi per concludere è un elemento utile agli antiabortisti, che giustamente non vogliono donare un centesimo a chi pratica aborti, ma non invalida la funzione solidale dell’associazione!

        • Ciao Andrea,
          Eccoci.
          Volevo chiederti il significato del tuo “ok” iniziale, che non ho compreso.
          Non ho scritto che save pratica solo aborti, è vero che non l’ho scritto.
          Trovo invece inaccettabile che venga mescolata la vita e la morte.
          “Offriamo ai children la vita, la salvezza” e poi … Zac. Immagino un bambino che, ancora nella pancia della mamma, che entra in un centro save. Non sa se toccarsi oppure tirare un sospiro di sollievo!
          Non parliamo di percentuali di colesterolo, ma offrire vita o morte. Ma sará doveroso essere estremamente chiari, o no? Io contesto la mancanza di chiarezza in una campagna come questa di save, dove in ballo ci sono la vita e la morte e non due diversi prodotti, diciamo così, in concorrenza fra loro.
          A presto,

          • Ma in Africa Subsahariana è sempre in ballo la vita e la morte, in qualunque modo si scelga di operare, e qualsiasi ideologia si scelga di seguire, non si scappa.
            Quando i missionari cattolici negano il profilattico in zone in cui HIV, Epatite, Clamidia, Sifilide e altre MST gravi sono diffusissime, praticamente condannano a infermità e morte(visto che non è pensabile che l’umanità smetta di fare sesso per grazia divina) centinaia di migliaia di persone.
            Eppure nelle loro campagne per raccogliere fondi, non scrivono mai FACCIAMO AMMALARE E MORIRE UN SACCO DI PERSONE A CAUSA DI MST, NEGANDO GLI STRUMENTI PREVENTIVI, COME CONDOM E PROFILATTICO FEMMINILE. Ma è quello che fanno!
            In definitiva sono convinto che la questione è soprattutto IDEOLOGICA, tra chi dà la precedenza alla cura e all’aiuto delle persone già nate, e chi invece antepone la salvaguardia degli embrioni e della morale sessuale religiosa, rispetto agli esseri umani già venuti al mondo

          • Continui ad andare in OT, e mi parli di religione. E poi dici a me che la questione è ideologica. Vabbè.

          • Andrea C, il tuo ragionamento non sta in piedi. E’ come dire che un insegnante che ammonisce i propri studenti di non copiare è responsabile dei loro eventuali insuccessi scolastici (perchè lo si sa, non è pensabile che per grazia divina tutti i liceali e gli adolescenti di questo mondo si mettano a studiare diligentemente senza cedere alla tentazione di fare altro e magari di ricorrere alla scorciatoia di copiare per ottenere dei bei voti). Ti rendi conto dell’assurdità di questo modo di pensare? E – considerando il fatto che sei troppo intelligente per fare ragionamenti così stupidi – sei consapevole di quanto certi slogan ripetuti ossessivamente dai media possano farci dire le cose più assurde senza un sufficiente vaglio critico?

          • Ancora, quando pontifichi sui missionari cattolici lo fai sulla base di tue esperienze di vita vissuta in Africa o perchè lo hai letto su Micromega et similia?

  11. Un modo per risolvere ogni dubbio ed evitare alla radice di essere presi per i fondelli da una comunicazione ritenuta poco trasparente e ambigua esiste ed è a portata di mano.
    Non donare più nulla a “Save the Children” e a tutte quelle organizzazioni che si presentano nell’ora di pranzo al termine dei telegiornali, propinandoci filmati di bambini sofferenti e bisognosi d’aiuto.
    Anzi, adesso che ci penso so che mia figlia dona da diversi anni 15,00 Euro mensilmente all’Unicef, sempre per l’infanzia. Soldi prelevati automaticamente dal conto. Le suggerirò di disdire l’addebito. Che si arrangino.
    Ciò che invece non comprendo è come si possa restare indifferenti di fronte a cifre che da sole raccontano una realtà, che definire drammatica è un divertente eufemismo.
    Sul manifesto di “Save the Children” e non soltanto lì, il messaggio appare chiaro: «Nel mondo, ogni anno più di 500.000 bambini e 70.000 donne muoiono per cause legate alla gravidanza e al parto, mentre quasi 2 milioni di bambini sotto i 5 anni di età muoiono per un mancato controllo delle nascite».
    E allora che senso c’è nel continuare a sfornare figli senza nessuna pianificazione, quando è certo che la stragrande maggioranza dei nati non riuscirà a superare l’anno di vita tra stenti e malattie e buona parte delle stesse madri morirà a causa dell’inesistenza di cure mediche? Perché metterne al mondo dieci, quando se fossero soltanto due avrebbero più probabilità di sopravvivere e di farcela?
    La quasi totalità delle coppie che vivono nel nostro mondo, pur avendo a disposizione la migliore assistenza medica e mezzi di sostentamento, certamente non paragonabili a quelle realtà, sceglie in modo consapevole la strada della genitorialità responsabile, pianificando le nascite. Evita in questo modo di dover abbandonare i figli a se stessi nei momenti di difficoltà. Non vedo quindi per quale motivo questo ragionamento non è valido per quelle popolazioni.

    • Ciao Simone,
      Infatti, di chi fidarsi?
      È il motivo per cui 12 anni fa ho fondato una associazione che raccoglie fondi che vengono portati direttamente in Etiopia solo da noi. Ce li cuciamo nelle tasche e, fatto il viaggio, li consegnamo a persone di fiducia che li useranno per mangiare, per costruire scuole e dispensari, per medicine e istruzione.e basta.

      • Giuseppe Cipriani on

        Caro Max, mi viene spontaneo rimarcare (naturalmente OT) quel tuo “di chi fidarsi?”, a tuo dire, sembrerebbe, solo di sé stessi e dei pochi a cui diamo fiducia… Credo che in questa maniera non si vada molto lontano, anche se una santa ha detto, nella metafora, che una goccia nel mare è già qualcosa più di niente, …

        Mi spiace dissentire ancora una volta dal tuo assunto, ma con questo modo di ragionare semini negli animi il germe del qualunquismo.

    • Dire che ci sono bambini che muoiono per il mancato controllo delle nascite è vergognoso nonché offensivo dell’intelligenza.
      I bambini muoiono per la povertà in cui i loro paesi vengono tenuti dalla colpevole complicità di chi li sfrutta e dei governanti corrotti da costoro. Quelle terre sono dei loro abitanti e i bambini hanno diritto a nascere e vivere delle risorse dei loro paesi, e se qualcuno viene a dire che la soluzione è che siano i bambini a non nascere si mette dalla parte dei criminali saccheggiatori di risorse.

      • Giuseppe Cipriani on

        Caro Pennetta, per una volta ancora, non posso non essere d’accordo con lei… Il fatto è che le sue considerazioni, condivisibili, sono frutto di un’ingenua utopia. Ci mancherebbe che qualcuno dicesse che i bambini non devono nascere per evitare di morire, l’ideale sarebbe che nascessero tutti e vivessero tutti felici e contenti, là in Africa, come in Asia, come in Cina e ovunque… Ma è utopia sperare che questo accada o, meglio, potrà un giorno accadere, ma servirà un’evoluzione dell’uomo che comporterà un’ennesima macroevoluzione, per introdurre un concetto qui su CS tanto caro. Lungi dal venire, quindi, non misurabile sperimentalmente da noi poveri umani che restiamo qui, in questa valle di lacrime, un secolo al massimo.

        Quel che dispiace e che lei ci vada giù duro e, fingendo di non capire, associ il pragmatismo di chi più che utopista è realista al crimine di chi determina quel cancro che si chiama sfruttamento delle (povere) genti.

        Mi rifiuto di pensare che lei non abbia capito cosa intendono dire quelli che, come me, auspicano una pianificazione familiare estesa ai paesi cosiddetti arretrati, senza dover scomodare ogni volta, trasversalmente dicevo in un altro intervento, le ideologie e, questa volta in più, anche le utopie.

  12. Come spero si sia già compreso, il mio precedente intervento intendeva essere una deliberata provocazione.
    Nella realtà le cose procederanno diversamente. Mia figlia continuerà a sostenere l’Unicef e chi altri desidera e, noi due, io e mia moglie, evitando inutili chiacchiere continueremo a fare ciò che la nostra coscienza c’impone, assicurando nel tempo il nostro piccolo contributo per le adozioni a distanza.
    Mia madre mi ha insegnato che quando si è felici è il momento di essere generosi. Ho sempre cercato di coniugare quell’insegnamento nel migliore dei modi. Metterlo oggi in pratica mi è ancora più gradito, perché da due anni sono nonno e quindi mi reputo fortunato e felice.
    Sapevo che “Save the Children” aiuta le donne a raggiungere una concreta pianificazione delle nascite e anche ad abortire, quando questa è la libera scelta della donna. Due realtà che nel nostro mondo sono considerate un diritto acquisito da garantire a tutte. Non vedo dunque perché dovrebbe essere diverso per quelle genti.
    E se una pianificazione attenta e diffusa riuscirà ad evitare anche uno solo degli aborti richiesti liberamente dalle donne, sarà secondo me una vittoria.
    Per il resto, faccio mia e adotto la risposta di Giuseppe Cipriani, che trovo particolarmente condivisibile.

    • “Non vedo dunque perché dovrebbe essere diverso per quelle genti.”

      Se pure gli Africani riuscissero a emanciparsi dal giogo della miseria assoluta e dell’ignoranza, tanti prelati non saprebbero più dove andare a comandare!

  13. Ciao a tutti, ho appena fondato la SAVE THE WORKERS. Che ha come scopo quello di eliminare i disoccupati. Salvando cosi’ tanti lavoratori.
    ….
    Sono 10 volte che si dicono le stesse cose: ok ok ok chiaro, Save the children fa anche altro, ma e’ tanto difficile vedere il RIDICOLO, cosi’ come nella mia associazione appena fondata? Il parallelo e’ molto preciso.

    • Il buon gusto e la sensibilità nell’accostore disoccupati/lavoratori con abortiti/neonati, la lascio valutare a chi legge.
      Si accettano anche eventuali :”non volevo dire che”

      • Temo che.. volevo proprio dire quello. Ma magari ci stiamo fraintendendo. Spiego: nel caso dei lavoratori mi pare “accettabile” ottimizzare. EPPURE anche in questo caso sarebbe ridicolo chiamare l’associazione Save the workers, semplicemente sarebbe incoerente perche’ la finalita’ sarebbe invece quella di “save (ok basta con l’Inglese) una certa base di lavoratori, quella che serve, mantenerli, ed eliminare una possibile concorrenza”.
        Se invece s’era inteso che volevo fare il passaggio coi neonati, e’ proprio il contrario: una volta notata l’incoerenza della mia associazione (ancorche’ efficiente e che di fatto mantiene il lavoro a chi gia’ ce l’ha, indiscutibilmente), voglio proprio sperare che ce la finiamo coi giochetti e si veda l’incoerenza della Save the children (ancorche’ efficiente e che di fatto mantiene in vita chi e’ in vita).
        O, uguale paragone, se sfoltisco la frutta di un albero, certamente “salvo” i frutti prescelti.
        E certamente e’ utile.
        Ma non lo chiamerei Save the frutta…. bensi’ PICK AND CHOOSE the fruit.

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