“Fotti il tuo compagno”: la Grecia e la teoria dei giochi

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John Nash

Le politiche del nuovo governo greco viste alla luce della teoria dei giochi.

Un teoria basata su una visione non cooperativa ma conflittuale della situazione.

 

Un articolo apparso sul Corriere della Sera del 19 Gennaio scorso propone una lettura particolare della crisi greca “E nel negoziato di Atene entra anche (per gioco) il dilemma del prigioniero“. Il riferimento è alla “Teoria dei giochi”, uno studio matematico sulla gestione delle situazioni di conflitto la cui nascita si può far risalire alla pubblicazione del libro “Theory of Games and Economic Behavior” di John von Neumann e Oskar Morgenstern nel 1944. La notorietà presso il grande pubblico di questa teoria è però dovuta all’attribuzione del premio Nobel per l’economia del 1994 a John Nash, personaggio che ispirò il film “A beautiful mind” con Russell Crowe.

Notoriamente il neo Ministro dell’Economia Greco Yanis Varoufakis è un estimatore di tale teoria, faatto che avrebbe spinto il nostro ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a far presente al collega greco che la partita che si sta giocando non è del tipo corrispondente al “dilemma del prigioniero”, la situazione sarebbe più del tipo del dilemma della bionda, come spiegato nell’articolo del Corriere:

Sceglierà la ragazza bruna o quella bionda, Yanis Varoufakis? Se andrà per la bruna, un accordo tra Atene e i 18 partner dell’eurozona si potrà fare. Se si intestardirà sulla bionda, i rischi di un fallimento delle trattative saranno alti. La questione è la Teoria dei giochi, della quale il ministro delle Finanze greco, economista, è un esperto, tanto che, volente o meno, l’ha fatta entrare nel dibattito politico dei negoziati con i partner dell’eurozona. Creando anche un certo scetticismo: durante una delle recenti trattative, il ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, gli avrebbe fatto notare che non si stava discutendo del Dilemma del prigioniero, cioè di uno dei casi più conosciuti della Teoria, quello che stava alla base della deterrenza nucleare reciproca tra America e Unione Sovietica nella Guerra fredda.

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La questione della bionda e della bruna nasce lì: Nash (Russell Crowe) si rende conto, all’università, di fronte a un gruppo di ragazze tutte brune eccetto una, che se lui e i suoi amici puntano tutti sulla bionda applicheranno una strategia perdente. Forse nessuno la conquisterà, di certo le sue amiche si irriteranno e anche loro daranno del lungo ai ragazzi. Meglio sarebbe distribuire le forze, i risultati sarebbero complessivamente migliori. Trovare strategicamente vantaggioso il puntare alla scelta B invece che alla A turba Nash; ma non gli impedisce di sviluppare in matematica il concetto, che alla fine verrà conosciuto come Equilibrio di Nash e non si limiterà a mettere in guardia dalle ragazze bionde, entrerà in una lunga serie di attività umane. Compreso il campo delle strategie negoziali.

Secondo Padoan, la situazione della Grecia sarebbe quindi rappresentata dal dilemma della ragazza bionda, la Grecia dovrebbe in pratica scegliere una soluzione che non è ritenuta la migliore possibile per accontentarsi e puntare su una meno soddisfacente ma con più probabilità di essere ottenuta. Evidentemente l’esperto conoscitore della Teoria dei giochi Varoufakis, vede le cose in modo diverso, la partita in atto sarebbe invece del tipo del “dilemma del prigioniero”, anch’essa spiegata efficacemente nell’articolo sul Corriere:

Il Dilemma del prigioniero citato da Padoan è tutto sommato semplice. Prendiamo due spacciatori di droga che vengono arrestati e chiusi in celle separate. Viene detto loro che si faranno due anni di prigione. Il magistrato si accorge però che probabilmente sono anche responsabili di un reato più grave, un furto di armi. Ma non ha prove. Quindi fa la stessa proposta ai due, sempre tenendoli separati: «Se confessi il furto, diamo un anno di carcere a te e dieci anni al tuo compare; ma se neghi e l’altro confessa, i dieci anni li prendi tu e lui uno. Se ambedue confessate, vi diamo tre anni ciascuno. Se entrambi negate, restate con i due anni per spaccio». Quest’ultimo è lo scenario più vantaggioso per entrambi. Ma dal momento che i due non si fidano l’uno dell’altro, faranno un calcolo diverso, che rientra nel caso dell’Equilibrio di Nash, e decideranno di confessare perché quello è il rischio minore tenendo conto di cosa potrebbe decidere l’altro (provare le ipotesi su una matrice). È un caso di gioco non cooperativo nel quale l’equilibrio si raggiunge quando ciascuno dei protagonisti fa la scelta migliore per se stesso tenendo conto delle decisioni dell’altro. Se sarà questo il finale tra Atene e Bruxelles si vedrà.

Il dilemma del prigioniero rappresentato qui schematicamente:

 

Mentre la situazione del dilemma della bionda prospettata da Padoan non c’è un perdente ma una scelta per una maggior possibilità di ottenere un risultato comunque vantaggioso, nel dilemma del prigioniero la scelta dovrà puntare a minimizzare il rischio per un giocatore andando contro gli interessi di un secondo soggetto. La situazione è ben descritta dal nomignolo che lo stesso Nash aveva dato al “gioco” e cioè “fotti il tuo compagno”, l’altro giocatore è dunque un nemico. Infatti come giustamente riportato sul Corriere si tratta di un gioco “non cooperativo” nel quale la chiave delle decisioni è la mancanza di fiducia nell’altro.

Se dunque per Padoan il rapporto tra Grecia (ma vale per qualsiasi altro stato) e UE, è di cooperazione per ottenere il massimo risultato possibile, la visione di Varoufakis è quella di un conflitto nel quale la sfiducia governa i rapporti reciproci e i giocatori sono mossi dall’intento di “fottere il compagno”. La visione della situazione non potrebbe essere più diversa di così, la novità dirompente introdotta dal nuovo governo greco sta nella dichiarazione che la UE non è un’unione di stati che cooperano, ma una partita tra giocatori in competizione tra loro.

Quale sia la situazione secondo Varoufakis viene chiarito in un interessante intervista pubblicata il 13 Febbraio sul GuardianGreek finance minister Yanis Varoufakis: ‘If I weren’t scared, I’d be awfully dangerous’”, in cui tra l’altro afferma:

Quando chiedo a Varoufakis se abbia un piano B, dato che tutti i negoziatori hanno certamente un’alternativa possibile, lui mi guarda con gli occhi spalancati: «Sentiamo continuamente “Se non firmate sulla linea tratteggiata ci sarà l’Apocalisse”. La mia risposta è “Lasciamo che accada!” Non esiste un piano di ripiego. Questo è il mio piano B.»
E se succede? chiedo, mentre le immagini del caos di una bancarotta sfarfallano senz’altro attraverso la mia mente. «Beh, è come chiedermi cosa succederebbe se una cometa colpisse la Terra. Non ne ho idea. Nessuna!» replica.

Il “giocatore” Grecia sembrerebbe attuare quella che si chiama “la strategia del pazzo”, un modo di condurre la situazione lasciando intendere di essere pronti a tutto, anche ad una scelta non razionale, potremmo forse dire disperata, che andando oltre al razionale dilemma del prigioniero, possa danneggiare tutti e che indurrebbe l’unico giocatore razionale rimasto a fare delle concessioni.

Ma quello che non si considera nel dilemma del prigioniero, è il fatto che il massimo vantaggio si avrebbe se i due giocatori si comportassero lealmente e collaborassero, eventualità questa che viene invece esclusa nella teoria dei giochi che dalla Guerra Fredda in poi viene applicata.

L’informazione che dovrebbe essere ricavata dal confronto delle dichiarazioni di Padoan e Varoufakis è che l’Unione Europea, secondo il ministro greco, non si comporta, e quindi non è, un’associazione governata secondo le premesse della fiducia e della collaborazione tra Stati e istituzioni comunitarie in vista di un bene comune, ma è un’istituzione retta sulla sfiducia e la competizione a vantaggio della BCE, UE e FMI (la Troika) e a danno dei singoli Stati.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

29 commenti

  1. Vorrei aggiungere che come riportato nel documentario “The Trap” di Adam Curtis, al momento dell’elaborazione della teoria dei giochi Nash era affetto (per sua stessa ammissione) da un forte caso di paranoia; credeva infatti che tutte le persone che indossavano una cravatta rossa fossero spie comuniste e inoltre udiva voci e credeva di appartenere a un’organizzazione con il compito di salvare il mondo. Non c’è che dire: una teoria sviluppata da un matematico paranoico in tempi paranoici (Guerra Fredda) guida il mercato e la politica; siamo davvero in ottime mani…

    • Giusta osservazione, la visione di Nash è matematicamente formulata ma è comunque la visione di un uomo che vedeva tra le righe dei giornali messaggi su invasioni aliene e si attivò per mettere in guardia i capi di stato.
      E la politica della guerra fredda, ma anche quella successiva è basata su quella visione del mondo.

  2. Ottima analisi.
    Mi ricordo che, quando circa 20 anni fa mi sono dilettato con la teoria dei giochi, ho scoperto il concetto di “probabilita’ soggettiva”. E’ quel concetto che, per esempio, fa credere alle persone che se un certo numero non esce al lotto da TOT settimane, allora aumenta sempre di piu’ la probabilita’ che tale numero esca.
    Sarebbe interessante capire a quale probabilita’ si affida il ministro Varoufakis.

    • Mi ha molto colpito quando Varoufakis dice che se non fosse impaurito sarebbe più pericoloso, ecco credo che in quella frase dovremmo cercare la sua visione del gioco che si sta conducendo.
      La mia impressione è che la sua paura sia quella di avanzare su una strada sconosciuta, vedi il paragone col meteorite, e quindi di non essere certo delle scelte da fare.
      Ma forse è anche impaurito da chi ha davanti, se lui gioca la parte del “pazzo” non è escluso che anche la Troika non sia disposta a farlo, e allora cosa accadrebbe?

  3. Paolo da Genova on

    Grazie per aver spiegato un articolo che avevo letto ma non avevo capito.
    E nemmeno capisco perché Danilo Taino scriva sul Corriere e lei no.

    • Giorgio Masiero on

      Azzardo una risposta, Paolo, sulla prima parte della Sua incomprensione: perché di scienze (in questo caso, economia e matematica) sui giornali scrivono persone che non sanno niente delle scienze di cui scrivono. Questo è il tratto comune di tutta la cosiddetta divulgazione scientifica.

    • Carissimo Paolo, con quest’affermazione posso spegnere il PC e chiudere la giornata contento! 🙂
      Comunque, a quanto detto da Giorgio aggiungo che uno dei mali dell’informazione attuale è proprio quello di non essere “inchiesta”, nel senso di non andare oltre quello che viene detto nelle veline delle agenzie.

  4. alessandro giuliani on

    Un articolo meraviglioso Enzo che mi sono goduto nel profondo e che trovo esemplare del ruolo di CS: mettere la cultura scientifica all’all’opera per fornire una vista nuova sulla realtà del mondo.

    • Grazie Alessandro, un intervento questo tuo che permette di puntualizzare che non siamo un luogo in cui si parla di darwinismo ma della cultura scientifica e delle sue ricadute.
      Il darwinismo è solo uno dei casi in cui questo avviene, ma non certamente il solo, e il servizio unico che possiamo offrire è proprio una lettura dei fatti. Volevo scrivere una “lettura alternativa” ma sarebbe inadatto in quanto spesso i giornalisti non forniscono nessuna lettura ma, come dicevo sopra, solo una ripetizione delle agenzie.

  5. Nel caso della Grecia a mio parere non vale il dilemma del prigioniero, visto che l’UE ha tutto da guadagnare a liberarsi da un partner infido(mentre l’Ue cerca di risolvere la guerra in Ucraina fermando Putin, la Grecia è disposta a prostituirsi alla Russia per non pagare i debiti) e insolvente come la Grecia, mentre la Grecia ha tutto da perdere ad uscire dall’UE.
    Quindi per questa situazione sarebbe il caso di “inventare” il dilemma del bagnino e l’obeso. UN BAGNINO DI SALVATAGGIO DEL PESO DI 70 kg, CHE SI TROVA A DOVER PORTARE A RIVA UN BAGNANTE DI 150kg CHE STA AFFOGANDO A 1000 METRI DALLA RIVA, CHE SI FOTTE LA MOGLIE DEL BAGNINO(lo sanno tutti, bagnino compreso), E CHE MINACCIA PURE DI FAR LICENZIARE IL BAGNINO SE NON VIENE SOCCORSO TEMPESTIVAMENTE!
    COSA CONVIENE FARE AL BAGNINO? SALVARLO O LASCIARLO AFFOGARE?

      • Non importa, che sia d’accordo con me, o meno, purtroppo la Grecia farà comunque una brutta fine. E se noi italiani non vogliamo andargli appresso, affogando insieme ai greci, dovremmo imparare dai loro errori, e smetterla con questa stupida propaganda anti-tedesca. Per l’Italia fuori dall’euro non c’è un bel futuro, mentre per la Germania è indifferente, anzi forse i tedeschi starebbero anche meglio!

          • Forse non lo sai(perché probabilmente leggi solo giornali italiani) ma molti tedeschi vogliono uscire dall’euro quanto i greci, in quanto convinti di averci solo perso, e non sono più disposti a pagare per i debiti degli italiani e dei greci.
            Finché crederete alle stronzate che scrivono i giornali italiani, non riuscire a capire nulla di quello che succede davvero nel mondo, e continuerete a farvi fottere dai nostri politicanti, che prima rubano i miliardi e fanno enormi danni economici con la loro incompetenza, e poi tirano fuori il capro espiatorio della Germania cattiva!

          • Ti ricordo che sono state le banche tedesche e francesi ad aver fatto prestiti azzardati e a provocare la crisi, poi gli stati (noi) abbiamo dovuto salvare le loro banche mentre invece le nostre che erano state virtuose non ne hanno avuto bisogno. Infine ritengo che se davvero alla Germania convenisse uscire dall’Euro lo farebbe molto velocemente.

        • Nell’euro era saggio non entrarci, infatti è diventata una trappola mortale nel caso si tenti di uscirne.
          Purtroppo con questa crisi (iniziata in USA) i nodi dell’economia mondiale sono venuti al pettine e quindi si vedono più di prima le virtù e i difetti delle varie economie nazionali che prima emergevano appena.
          L’austerità di bilancio -si insegna al primo anno di economia – si può praticare quando il ciclo economico è posizionato sulla crescita, se lo si fa quando si è in recessione si peggiorano solo le cose (in recessione si usano le risorse risparmiate quando il ciclo era espansivo). La Germania con lungimiranza ha messo a posto i proprio bilanci più di dieci anni fa, ossia 3-4 anni prima dell’inizio della crisi (peraltro con la Merkel all’opposizione che era contraria a queste politiche) , ha fatto la cosa giusta, mentre chi ha provato a farlo negli anni della crisi ha fatto la cosa sbagliata, bloccando ulteriormente l’economia. Complimenti ai tedeschi per la loro lungimiranza, ma non possono pretendere di bloccare per due decenni (quindi per un’intera generazione se non più) le altre economie europee che hanno governi “tradizionalmente” non lungimiranti (e anche un po’ cialtroni…).
          Purtroppo ci siamo cacciati in un grosso guaio, senza capire dove stessimo andando, tranne forse alcuni politici e potenti che probabilmente lo capivano benissimo. Io però penso che la classe dirigente di un Paese sia uno specchio abbastanza fedele anche dei cittadini dello stesso,ossia che non venga dallo spazio. Per questo i primi da biasimare siamo noi stessi.

      • Giusto per chiarire, dato il commento su “un solo punto”, è un omonimo mio ma non sono io (Andrea Idini, Fisico di phme.it) 🙂

        • Giusto rilievo, non ricordo chi di voi intervenga da più tempo, ma al di là di una questione di precedenza, suggerisco di distinguere i due nomi inserendo un’altra lettera o, meglio, il cognome.
          Ad esempio nel tuo caso, visto che ti sei distinto con nome cognome e hai anche segnalato il tuo blog, perché non ti registrarti nuovamente come Andrea Idini?

    • visto che l’UE ha tutto da guadagnare a liberarsi da un partner infido

      E perche’ l’ha fatta entrare, visto che chi gli ha truccato i conti all’inizio e’ lo stesso (tra l’altro datore di lavoro di Monti) che adesso “minaccia” downgrade?
      Cosi’ come l’Italia. Siamo lazzaroni, imbroglioni, vogliamo sempre il prossimo, pero’ senza l’Italia questa maledetta UE non si faceva…
      Tra l’altro quanto ad “infingardaggine”, non sarebbero/mmo i soli, visto i trucchi che la Germania ha usato e CONTINUA ad usare…
      La Germania ha posto come condizione irrinunciabile (chissa’ perche’ visto che prima gli facevamo il cu*o nelle esportazioni e prima del 1990 Cruccolandia languiva come e peggio dell’Italia dopo) alla Francia l’ingresso dell’Italia…
      Sentire quello che hanno detto, e continuano a dire, i protagonisti di allora, nei posti chiave del potere economico in Italia (e non solo).

        • Infatti proprio a lui mi riferivo.
          Come anche a quel funzionario francese che svelo’ in che modo scelsero la soglia del 3%.
          Qull’altro americano che rivelo’ il golpe finanziario contro Berlusconi
          Quell’altro ancora, ministro italiano sè-dicente cattolico, che disse (mai smentito) di quanto godesse il P.d.C. pro-tempore a taglieggiare gli italiani per far piacere alla Merkel…
          Le diro’… mi e’ piaciuta molto quella scena, e credo che corrisponda sempre piu’ al reale, del film Man-In-Black, in cui Tommy Lee Jones cerca le tracce dell’alieno nei giornaletti scandalistici

  6. Bell’articolo, e forse ha ragione Padoan non so, io della teoria dei giochi non so nulla ma faccio una considerazione di tipo diverso..
    Se mi piace la bionda cercherò di conquistare la bionda indipendentemente da quanti altri cerchino di fare la stessa cosa perchè se io piaccio alla bionda sarà assolutamente irrilevanti che ci siano 1000 o 0 corteggiatori, concorrenti, sceglierà me, se non le piaccio è lo stesso, indipendentemente dal numero di concorrenti non sceglierà me.
    Quindi ritengo che questo dilemma della bionda non esista.

    • Concordo con te, la strategia della teoria dei giochi nel dilemma della bionda è frutto di una mentalità alla “va bene tutto quel che respira”, lo scopo non è altro che ottenere del sesso senza farsi troppi problemi.
      Quella proposta da te è invece una strategia diametralmente opposta, del tipo “se non è quello che veramente desidero allora meglio niente”.
      Siamo di fronte a due tipi di antropologia differente, detto per inciso la penso come te, il dilemma della bionda della teoria dei giochi va bene al massimo per degli ubriachi in un club vacanze.

  7. alessandro giuliani on

    Sentendo il telegiornale della sera sembrerebbe che il rinvio di 4 mesi concesso alla Grecia abbia fatto tutti contenti e si è parlato proprio in termini di teoria dei giochi di una situazione win-win cioè vantaggiosa per entrambi la troika chiede solo una lettera di intenti…mah 4 mesi non è niente a me sembra solo un rinvio della partita. ..

    • Ecco cosa diceva riguardo questo Varoufakis nell’intervista al Guardian:
      .
      “«Siamo un partito di sinistra, ma quello che stiamo mettendo sul tavolo è essenzialmente il programma di un avvocato fallimentare riformista dalla City di Londra» dice. «Il piano di salvataggio non era un piano di salvataggio della Grecia nel 2010, era un piano di salvataggio delle banche tedesche e francesi. I cittadini tedeschi sono stati indotti a pensare che quel denaro fosse destinato ai Greci, i greci sono stati indotti a pensare che quella fosse la salvezza.»
      Ma riconosce anche che, nonostante la strategia del rischio calcolato e le pose, è giunto il momento di trovare soluzioni per salvare la faccia. La Grecia ha solo bisogno di «un po’di tempo», un prestito ponte che conceda lo spazio fiscale per elaborare il miglior piano possibile per cosa fare dopo. “

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      Insomma, questi 4 mesi servono solo come ponte verso una vera soluzione, si tratta di guadagnare tempo per studiare le mosse senza avventatezza.
      Chiarificatrice l’affermazione che i soldi finora dati sono serviti a salvare le banche prestatrici, principalmente tedesche e francesi, e non i greci.
      La soluzione “win win” la Grecia la vorrebbe e userà questo tempo per cercarla.
      Insomma, come giustamente hai sintetizzato, è solo un “rinvio della partita”.

  8. alessandro giuliani on

    Il video di Galloni è illuminante certo l’idea di una classe dirigente che odia il suo paese è terribile se poi il veleno si è diffuso al punto che addirittura una città francamente brutta e squallida come Berlino è considerata quasi unanimemente dai cosiddetti moderni e informati un posto bellissimo dobbiamo veramente iniziare una battaglia culturale all’ultimo sangue.

  9. “Infine ritengo che se davvero alla Germania convenisse uscire dall’Euro lo farebbe molto velocemente.”

    L’uscita dall’euro senza danni economici, politici e d’immagine è un processo lungo, non si può fare dall’oggi al domani, ma leggendo un po’ di giornali tedeschi, e parlando ogni tanto con conoscenti che abitano in Germania, il malcontento anti-euro è in crescita, almeno un 50% dei tedeschi vorrebbero tornare al Marco, e anche la politica nazionale si sta lentamente muovendo in quella direzione.
    A meno di grossi cambiamenti politici, è probabile che piano piano nei prossimi anni l’euro venga dismesso anche dalla Germania, oppure che si venga a creare un euro a 2 velocità.
    L’Euro di serie A per il nord Europa, e l’euro di serie B super svalutato per Italia, Grecia, Portogallo e forse anche Francia e Spagna
    Comunque il Grexit ormai è quasi certezza!
    E spero (vana speranza!)che quando gli italiani vedranno la Grecia finire nella miseria più nera, capiscano cosa vuol dire uscire dall’euro, si diano una svegliata, e la smettano di votare cialtroni e pagliacci incompetenti come Matteo Salvini o gli onestissimi cretini del M5S

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