L’inguardabile “Google Camp” e le 120 giornate di Sodoma

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Google Camp, quando i Signori si incontrano coi loro servitori per decidere il destino di tutti gli altri.

Uno spettacolo inguardabile.

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Anche quest’anno ad Agrigento presso il Tempio della Concordia si è svolto il Google Camp, un meeting del quale i media si sono premurati di dire il solito nulla, solo la presenza dei nomi più influenti del mondo occidentale e dei loro opulenti jet (che evidentemente non emettono la deprecata CO2 che noi dovremmo evitare di produrre con le nostre utilitarie). Questo è quanto è sto sapere dalle pagine del Corriere:

Sulle note e la voce di Alicia Keys è andata in scena la «prima puntata» del Google Camp nella provincia di Agrigento, in una Valle dei Templi blindatissima chiusa già nel pomeriggio al pari delle strade che l’attraversano. La cantante americana si è esibita, dopo il gruppo Four One Six , noto anche per aver inciso la colonna sonora del film «Italiano Medio» di Maccio Capatonda. Top secret la lista degli ospiti. Secondo alcune indiscrezioni avrebbero preso parte alla cena: Charlize Theron, la principessa Rania di Giordania, la star Pharrell Williams, autore del tormentone «Happy», Jovanotti. Tavola bandita ai piedi del tempio della Concordia illuminato per l’occasione con una luce più accesa, diversa dal solito…

Le indiscrezioni sui presenti al grande evento sono tante: da Angelina Jolie a Lapo Elkann, fino a Bill Gates e Lorenzo Jovanotti, sempre presente nelle precedenti edizioni. Tra gli agrigentini c’era il sindaco della città Lillo Firetto e la guida turistica Lorenzo Capraro, che negli anni precedenti ha accompagnato diversi vip all’interno del Parco Archeologico, ma anche il prefetto di Agrigento Nicola Diomede. L’intermezzo musicale di Alicia Keys è avvenuto tra la seconda portata e il dolce. La cantante statunitense si è esibita con i suoi brani top da “No One” a “Girl on Fire”, fino a “New York” in un medley di alcuni minuti (guarda il video). Si parla di un blitz siciliano anche del premier Matteo Renzi. Il presidente del consiglio, a quanto si apprende, dovrebbe partecipare alla cena prevista per questa sera a Sciacca.

Tutto qui. Quello che il primo quotidiano nazionale ci fa sapere è che c’è stata una cena tra amici che essendo facoltosi si sono dati appuntamento alla Valle dei Templi anziché in una trattoria di Trastevere. Eppure uno degli invitati di vecchia data ci aveva fatto sapere cosa veramente è il Google Camp, ne avevamo parlato circa un anno fa in “Il caso Jovanotti” riportando le parole da lui pronunciate durante un incontro all’Università di Firenze:

“Mi è successa una cosa l’altr’anno: sono stato invitato a un summit segr… ehm, privato, molto esclusivo ed organizzato da un’azienda molto importante di Internet”.

A questa riunione erano state invitate le 80 persone più importanti del pianeta per quanto riguarda il futuro… un evento off the records. La cosa interessante di questo incontro è che c’erano premi Nobel, Ceo, amministratori delegate di case farmaceutiche, tecnologiche, femministe, ma non c’era un politico. C’era il capo della banca mondiale”. Perché non c’erano i politici? “Perché non servono. Le cose non si decidono più a livello politico”.

Di tutto questo su media non una parola, davvero sembrano tutti convinti che si tratti di una riunione di simpaticoni anziché di una palese violazione delle regole democratiche.

Persino i cinquestelle che dovrebbero teoricamente essere molto attenti alle dinamiche degli intrecci tra politica e web appaiono inebetiti e si preoccupano che non vengano sfruttate le ricadute turistiche del meeting, come testimonia un sito di Sciacca:

Per il terzo anno consecutivo l’evento Google Camp sarà ospitato al Verdura Resort e la nostra Piazza Scandaliato si presterà per la cena di gala finale.Sul caso interviene oggi l’assemblea permanente del M5S di Sciacca: “L’evento potrebbe rappresentare, se ben gestito, una vetrina internazionale per un territorio che, negli ultimi anni, ha visto costantemente minata la propria vocazione turistica.

Sembra di vedere una scena di Johnny Stecchino in cui un mafioso afferma che il più grave problema di Palermo è il traffico.

Se possibile, ancora più un insulto al lettore appare l’articolo su Repubblica dove si ammette che si tratta di un incontro sui cambiamenti del mondo per poi andare sul menù degli ospiti senza mai rivendicare il diritto di informazione sul contenuto degli interventi:

Il Tempio della Concordia sembrava ancora più imponente, illuminato per Google camp. Bolle di luce ai suoi piedi e la voce di Alicia Keys completavano l’atmosfera. Per la terza volta consecutiva è stata scelta la Sicilia per il meeting del gigante di Mountain View. Imprenditori, uomini della finanza e dello spettacolo, geni della tecnologia si confrontano sui cambiamenti del mondo.

Il parco, dal primo pomeriggio, è stato blindato, forze dell’ordine e uomini della sicurezza hanno garantito la privacy degli ospiti venuti da tutto il mondo. Si sono esibite Alicia Keys e la cantante soul Eleonora Tomasino. Solo indiscrezioni sui nomi degli invitati: le attrici Charlize Theron e Angelina Jolie, il fondatore di Spotify Daniel Ek e Jovanotti, un abitué del Google Camp.

Alcuni jet non sono passati inosservati all’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo: lì sono stati visti la regina di Giordania Rania, John Elkann e la moglie Lavina Borromeo. Ma davanti al tempio della Concordia il riserbo è stato massimo. L’unica certezza è stata l’imponente apparato di sicurezza: è stata chiusa dal primo pomeriggio la strada panoramica, il parco è rimasto aperto ai visitatori fino alle 15. Pochi a lamentarsi davanti ai posti di blocco, il gigante americano ha pagato 100 mila euro per questa cena ai piedi della Concordia, la stessa cifra spesa l’anno scorso.

Pochi eletti, miliardari in Dollari, si riuniscono per decidere come sarà la società nei prossimi anni, per programmare la vita di miliardi di persone, e al popolo bue viene dato un contentino di una manciata di Euro.

Gli amministratori pubblici vengono invitati al banchetto dandogli l’illusione di far parte dell’élite, ma i comuni cittadini sembrano adeguarsi senza contropartita, gli verranno concessi i fuochi artificiali, nessuno si lamenta delle strade chiuse al traffico per la privacy, termine dietro il quale si nasconde l’arroganza di questi personaggi. Tutti contenti basta che i Signori diano al popolo un tozzo di pane.

Ma questa immagine è insufficiente a descrivere cosa è Google Camp, per cogliere l’essenza del Google Camp bisogna andare dai Signori di Agrigento ai Signori di Salò e le 120 giornate di Sodoma, l’inguardabile film (esattamente inguardabile, questo era uno degli scopi) in cui Pasolini mostrava in tutta la sua oscenità il mondo che si stava formando sotto i nostri occhi.

I Signori del Google Camp sono esattamente i Signori che nella pellicola di Pasolini si riuniscono nella villa e tengono sottomessi  i ragazzi dettando un regolamento che nessuno potrà discutere e nel nome del quale viene imposto di tutto, umiliazioni, abbrutimento e violenze di ogni genere, nessuno reagirà. Ad accompagnare le loro azioni un gruppo di megere, vecchie puttane, gli ospiti dello star system che cantano le loro gesta istruendo il popolo alle “regole” ed eccitandolo sotto gli occhi dei Signori.

Ci vogliono stomaci forti per vedere scene come quelle che seguono:

https://youtu.be/iRea2vTvkP4

Per chi vuole sapere di cosa si tratta, questo è il Google Camp, quello che i giornali e le TV non raccontano, questi sono tutti i Google Camp, o con qualunque altro nome vengano chiamati.

 

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

104 commenti

  1. …l’inguardabile film (esattamente inguardabile, questo era uno degli scopi) in cui Pasolini mostrava in tutta la sua oscenità il mondo che si stava formando sotto i nostri occhi.
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    Concordo… ED era ed é, secondo me ovviamente, una gran puttanata. Era, ed é, anche un insulto all’arte. Era, ed é, anche un insulto alla necessaria (e sufficiente…) normalità delle cose e dei sentimenti. Era antesignano di una filmografia destinatata solo a colpire allo stomaco lasciando successivamente un gran vuoto in attesa dell’ennesimo orgasmo “culturale” successivo (ormai la gran parte dei film, schiavi del botteghino e quindi del dio denaro, così devono campare…).
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    Afferro poco l’abbinamento con la “festicciola” per pochi intimi di Google; del resto capisco poco anche il senso di un tale “accapparamento” momentaneo di bellezza (la Valle dei Templi) per sua natura pubblica e di tutti ma destinato a pochi e selezionati ospiti. Certo che la gente invitata é caratterizzata da un comune denominatore: per loro piove sempre e per loro parlare di bene comune é solo occasione di assicurarsi ulteriore pioggia.

    • Io invece penso che, almeno nella parte mostrata sopra, tale film illustri molto efficacemente come un manipolo di illuminati si diverta a manipolare le masse, le quali illuse di essere libere e dalla parte giusta della storia, prostituiscono il proprio intelletto per spiluccare qualche bocconcino, talvolta avvelenato.

      • Concordo con Aléudin, fermarsi sull’inguardabilità del film senza un rimando all’inguardabilità della società anarco capitalista è il classico errore di guardare il dito che indica la luna e non vedere la luna.
        Il film di Pasolini non è il pugno nello stomaco fine a sé stesso ma un pugno che prova a svegliarci prima di restare uccisi mentre dormiamo.

          • Per altro tecnicamente il film è letteralmente un capolavoro.
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            Mah… vorrei sapere perché… per la fotografia? la recitazione? per i contenuti? la regia? per l’introspezione dei personaggi? la ricostruzione storica? per la scenografia? sceneggiatura? … ?

      • La differenza tra noi e i ragazzi protagonisti del film è che questi ultimi (nella finzione cinematografica) sono consapevoli della loro condizione schiacile, noi invece
        Come diceva Goethe non esiste peggior schiavo di colui che si illude di essere libero, e sono sicuro che se tornasse in vita si riferirebbe a noi, non ai ragazzi di ‘Salò’.
        Concludendo: ieri guardai su Wikipedia la scheda del film e avrei voluto biasimare pubblicamente il Prof. per il filmato su youtube (che cmq mi rifiuterò sempre e di guardare), poi ho capito la sua scelta.

        • Anch’io per anni mi sono rifiutato anche solo di prendere in considerazione l’idea di guardare il film, e anche io una volta capito quale fosse il senso e il messaggio ho cambiato idea.
          Poi l’ho guardato, con molta fatica in certi tratti, ma sapendo che mi ero solo tolto le lenti affumicate che nascondono e attenuano la realtà ho ritenuto prezioso quello che stavo vedendo.

  2. Mi lascia abbastanza perplesso che il cantate Jovanotti abbia un potere decisionale sulle nostre sorti al pari di John Elkam.. allora perchè non Bruce Springsteen o Lady Gaga, per esempio ?
    Sicuramente avrebbero molta più presa sulle masse, e non solo su quella italiana.
    Con tutto rispetto per il Sig, Lorenzo Cherubini, ovviamente.
    PS: in questi giorni mi sto improvvisando come un ‘avvocato del diavolo’,,,, 🙂

    • La figura dei personaggi dello star system (di cui fanno parte senza essere presenti in quest’occasione, e mica potevano invitarli tutti! ) è comprensibile vedendo quella delle “megere”, figure che non decidono nulla ma servono ai Signori per creare un clima adatto, per orientare il pubblico verso i loro modelli.

      • Su questo hai perfettamente ragione, basta ricordare l’annullamento del concerto di Bruce Springsteen di Charlotte o il recente rifiuto della NBA di celebrare in quella città gli All Star Game.
        Ciò che volevo sottintendere è che, alla fine Jovanotti, Springsteen, Lady Gaga, Madonna & Co., sono solo i classici ‘esecutori materiali’, hanno una funzione di grande utilità questo è indubbio ma non hanno alcun potere decisionale.
        Tra l’altro come dicevo mi sembra molto meno importante di Lady Gaga o Madonna.
        Non credo proprio che nei vertici della ‘cupola’ vengano invitati anche i picciotti, ad eccezione (per ovvie ragioni) delle guardie del corpo.

        • Non credo proprio che nei vertici della ‘cupola’ vengano invitati anche i picciotti,

          Magari e’ solo una “riunione operativa”, facendo credere ai “pesci piu’ piccoli” (tipo Jovanotti e i cantanti che hanno successo limitatamente al proprio paese) di essere parte di un progetto “progressista”… Magari Lady gaga e Springsteen faranno “pesare” di piu’ il loro successo planetario…

          • Penso che a Jovanotti, Lady Gaga, Springsteen (il miliardario comunista) l’unico argomento al quale sono sensibili sia il numero di zeri dopo la cifra….. per il resto sarebbero ‘progressisti’ ancora meno di noi se qualcuno dalla parte opposta offrisse di più.
            Ecco, ci sono arrivato (finalmente): le quattro prostitute d’alto bordo del film !!!
            Congratulazioni al Prof. Pennetta: un qualsiasi altro accostamento non poteva essere migliore.

          • Personalmente penso che Springsteen, in caso glielo chiedessero, li manderebbe letteralmente a fare un giro in quel paese famoso.
            E’ tutto tranne che schiavo dell’ambiente musicale e i suoi testi sono tutto tranne che una continua riproposizione delle cretinate politically correct come sono quelli di Jovanotti.
            Va bene generalizzare, ma facciamolo con cognizione.

          • @MINISTREL: guarda non ho mai ascoltato Springsteen per cui potrei tranquillamente sbagliarmi… so che però qualche mese fa annulló il concerto che aveva precedentemente programmato a Charlotte come segno di protesta contro la legge anti toilettes ‘gender neutral’ approvata dal North Carolina.
            Ragione per cui mi vien da pensare da dove possa essere partito l’INPUT.

  3. Io dico invece che è la solita forzatura di Pennetta, che quando riesce a trovare queste analogie dà il senso del più becero complottismo… Quello che manda a puttane una più sobria analisi della questione sollevata.

      • Insomma, siamo nelle mani dello star sistem, e i capi di stato contano una fava…

          • Guarda che sei tu che hai sottoscritto il jovanotti pensiero, che ha affermato che più nulla si decide a livello politico… Obama, Putin, fanno una sega.

          • A sto punto mettiti d’accordo: o i politici contano o i politici non contano. O contano solo quando lo decidi tu.

          • Se avessi letto e capito quello che c’è scritto avresti anche capito che i politici contano in quanto esecutori di programmi dettati dalle lobby che li finanziano e sostengono.
            Non era difficile arrivare a questa conclusione vero?

        • La conosce la differenza tra capomafia e picciotto ?
          Pensa che i ‘capimafia’ (nel senso di coloro che prendono le decisioni) siedano nei governi democratici o, piuttosto, nei consigli di amministrazione delle multinazionali ?

    • La faccia lei, Gondrano, un’analisi più sobria della questione sollevata, perché le obiezioni severe ma vaghe sono del tutto inutili in questo sito.

      • In quanto a vaghezza ho solo da imparare, oggi. L’analisi sobria me l’aspetterei da chi tira fuori la questione con un’apparente dovizia di particolari da far sperare che, come nel film, ne sortisca qualcosa… Invece ci si trova dinanzi alla solita fuffa senza prove. Ah, la prova c’è, ed è quanto sostenuto da jovanotti. Intanto s’è inteso solo che i politici da noi eletti sono anch’essi burattini dei signori al pari delle star che si prestano a essere manipolate… E Obama e Putin ci fanno una sega.

        • La “fuffa” in realtà è la stessa di La Repubblica, la vera differenza con Pennetta è che sul quotidiano si accenna appena sul fatto che le persone più influenti del pianeta decidano sui cambiamenti nel mondo (ma a noi arrivano i dettagli più inutili) come se fosse un dettaglino mentre giustamente la reazione di Enzo è diversa. La testimonianza di Jovanotti, per quanto il personaggio non lo voglia considerare affidabile, è coerente con quel passaggio di Repubblica.
          Per quanto riguarda quindi la carenza di informazioni, dovrebbe prendersela più con i principali quotidiani nazionali che con Pennetta.

  4. Come la Callas, di Pasolini ho sempre guardato solo i film in bianco e nero, perche` l`avevo completamente equivocato (anche adesso non guarderei certi suoi film, ma finalmente ne capisco il senso). La grandezza di Pasolini poi sta anche nell`essersi scusato nel caso avesse contribuito alla generale “liberazione” dei costumi sessuali; questa cosa la apprezzo moltissimo, mi sembra un caso unico.
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    “Mi pento dell’influenza liberatrice che i miei film eventualmente possano avere avuto nel costume sessuale della società italiana. Essi hanno contribuito, infatti, a una falsa liberalizzazione, voluta in realtà dal nuovo potere riformatore permissivo, che poi è il potere più fascista che la storia ricordi. Nessun potere, infatti, ha avuto tanta capacità e potere di creare così tanti modelli umani e di imporli come questo, che non ha volto né nome. Così, l’ultimo luogo in cui abitava la realtà, ossia il corpo, ossia il corpo popolare, è anch’esso scomparso. Se volessi continuare con film come il Decameron, non potrei più farlo, perché non troverei più in Italia, specie nei giovani, quella realtà fisica, il cui vessillo è il sesso, con la sua gioia, che di quei film è il contenuto.”

    • Bellissima citazione. Non è un caso che il movimento gay non si sia mai appropritato di Pasolini. Se fosse ancora vivo, sarebbe il primo a ridicolizzarli.
      L’ultimo intellettuale italiano, a tutt’oggi incompreso.

      • Concordo con Emanuela e ringrazio Lovinski per la citazione che spiega ancor di più quello che volevo indicare con il riferimento a Pasolini.

        • Enzo tu conosci bene l’opera di Pasolini? O conosci qualcuno che la conosce? Perché sarebbe interessante un articolo (se non esiste già) su come lui vedeva i vari movimenti di emancipazione sessuale e femminile di quegli anni.

          • Beh, adesso arrivare a fare di Pasolini un “Santo Laico”…
            Certe sue intuizioni (invero prima di tutti, specialmente a sinistra) erano corrette, ma su altre rimaneva intrappolato nei suoi schemi mentali.
            Come tutte le persone, in alcune cose ha avuto ragione, in altre no.
            Certamente e’ stato un intellettuale da leggere, capire e in alcuni casi da apprezzare.

          • Sono d’accordo sul fatto che Pasolini andrebbe recuperato e studiato in modo serio, a destra non è stato mai amato, al centro neanche, ma il fatto che sia stato dimenticato dagli stessi progressisti è molto significativo.
            Era la loro coscienza, la voce che gridava il tradimento che la sinistra stava facendo del proletariato, troppo scomodo.
            E maggior ragione va riproposto.

  5. Immagino che lei abbia delle prove per sostenere queste sue affermazioni. Chiedo per sincera curiosità, sono anch’io convinto che molte decisioni vengano prese da persone che nessuno ha eletto, ma senza prove come possiamo distinguere una situazione da un’altra? Dovremmo considerare qualsiasi incontro di vip ed esperti di finanza e tecnologia come una possibile riunione segreta che ordisce alle spalle della gente, ma così facendo scadremmo nel complottismo. Come facciamo a sapere che in questo Google Camp ci saranno “megere, vecchie puttane, gli ospiti dello star system che cantano le loro gesta istruendo il popolo alle “regole” ed eccitandolo sotto gli occhi dei Signori”?
    È una questione di metodo giornalistico. Che poi, in certi casi, non è poi così diverso da quello scientifico.

    • Quanto meno abbiamo la testimonianza diretta di Lorenzo Cherubini alias Jovanotti che descrive efficacemente lo “spirito” di questi incontri.
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      Inoltre quanti incontri di finanzieri/VIP/influencer conosce? Davvero lei pensa che gente simile si incontri per piacere ricreativo? Ok pensare tutto il bene possibile ma non cadiamo nell’ingenuità per favore.
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      A mio avviso articoli come questo non servono a portare prove ma a conoscenza di quanto accade, nel più assoluto silenzio dei media, comandati guarda caso, da quelli che si ritrovano per una grigliata (ovviamente vegan) tra amici.

      • Giuseppe Cipriani on

        Io sto dalla parte del popolo sempre. Gli incontri tra vip e personalità importanti o meno mi mettono tanta tristezza, come la prima della Scala o la sfilata dei divi del cinema ai diversi festival… Ma da qui a vederli come i personaggi del film di Pasolini!?
        Sto pensando anche al film Le confessioni di Andò, che in toni surreali evidenzia alcune verità sotto gli occhi di tutti, ma per giudicarle con sobrietà ed equilibrio ci vorrebbe una testa senza catarri complottisti a menar le danze. E non è il nostro caso.

        • Ma chi ha parlato della prima alla Scala?!?
          Il Google Camp è ben altra cosa, è un Forum, un momento in cui si dibatte a porte chiuse sul futuro che ci aspetta.
          Vorrei una motivazione credibile sul perché si dovrebbe dibattere a porte chiuse…

          • Forse il vero babbeo è chi si convince che quei nomi abbiano cultura e denaro sufficienti per determinare il destino dei nudi a guinzaglio.

          • Caspita, Google, Gates, la famiglia Agnelli-Elkann, il Presidente della World Bank non bastano?
            Ma per favore, se questi devono essere gli argomenti vuol dire che l’obiettivo è solo voler per forza aver ragione.

      • Aléudin, io sto parlando di una questione di metodo, che su un sito che si chiama Critica Scientifica e si occupa di comunicazione dovrebbe avere parecchia importanza. Le inchieste giornalistiche che cercano di svelare cose che determinati gruppi di interesse vogliono tenere nascoste vengono condotte in una certa maniera e portano prove di ogni minima cosa che affermano.
        Lei dice che “articolo come questo non servono a portare prove ma a conoscenza di quanto accade” ma non mi pare che Pennetta sappia con certezza quanto è accaduto.
        Un conto è porsi la più che legittima domanda “che cosa si sono detti al Google Camp?”. Ben diverso è dire che “i Signori del Google Camp sono esattamente i Signori che nella pellicola di Pasolini”. Così facendo, Pennetta dà una risposta senza argomentarla, limitandosi a citare una frase di Jovanotti.
        Sembra un articolo un po’ grillino (e per me non è esattamente un complimento), dove si afferma una cosa dando per scontato che sia così, senza fornire alcun elemento informativo. Testi del genere non servono al dibattito, ma solo a rinforzare le opinioni di chi è già convinto che le cose stiano così.
        Detto ciò, che certi incontri non abbiano scopo ricreativo è palese e proprio per questo sono anch’io curioso di sapere cosa si sono detti.

        • Mi pare che lei stia a spaccare il capello in 4, ovvio che preferirei avere prove provate. L’articolo in questione non è di carattere scientifico ma sociologico e politico per cui è tollerabile la presenza di supposizioni, come lei mi auguro che non si scada nel complottismo.
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          Se poi vogliamo discutere del fatto che un sito che si chiama “critica scientifica” parli non solo di scienza stretta bò, mi pare di una questione simile al sesso degli angeli.

          • Il mio riferimento al titolo del blog temo sia stato frainteso, so bene che CS non si occupa solo di scienza e so bene che questo non è un articolo scientifico. Io però mi occupo sia di scienza sia di giornalismo, e so bene che il rigore è importante in entrambi i campi. Qui non si tratta di “spaccare il capello in 4” ma di essere rigorosi nel sostenere una tesi. Perché se non si è rigorosi allora si può dire tutto e il contrario di tutto. Il rigore è importante anche nella sociologia e nella politica, non a caso esiste il fact-checking anche in questi ambiti.
            Pennetta è il primo a lanciarsi contro quelle che lui ritiene supposizioni infondate, affermazioni fatte senza prove evidenti, per questo mi stupisce che lui per primo ne faccia.

          • @GREYLINES: lei è in grado di provarmi che il TTIP migliorerà il benessere dei cittadini europei ?

          • Greylines, vogliamo parlare della serietà dei suoi articoli?
            Ne ho parlaato in “L’evoluzione della comunicazione della scienza: comunicare l’ateismo. “, in cui sosteneva che la scienza può provare la mancanza di finalità facendo davvero dell’autentica disinformazione:

            Complicato è anche capire il fatto che l’intero processo evolutivo non ha un fine ultimo, spiega solo quello succede alle specie in un determinato momento loro storia, togliendo di fatto l’uomo dal suo piedistallo di “vertice della creazione”.

            Il punto cruciale è proprio questo: poiché l’uomo ritiene di essere la specie migliore e più perfetta di tutte quelle che ci sono sulla Terra, non può in cuor suo accettare di essere solo parte di un processo evolutivo che prodotto milioni di altre forme viventi e avrebbe potuto avere altri esiti se le cose fossero andate in un altro modo. L’uomo, quindi, per l’evoluzione non è inevitabile.

            Magari prima di intervenire di nuovo mi giustifichi quel passaggio.

          • Enzo, perché dai l’impressione del bambinetto carognetta che porta via il pallone se gli dicono che non sa giocare? Cosa c’entra quell’articolo di Greylines rispetto alle critiche che ti muove riguardo al cattivo giornalismo?
            E poi, se ti do la sensazione di mirare solo a delegittimarti, non so chd farci… Sei tu che ti delegittimi da solo portando a sostegno delle tue tesi il jovannotti pensiero. E paragonando il tutto a quel perverso film di Pasolini fanatico del marchese de Sade.

          • “Greylines, vogliamo parlare della serietà dei suoi articoli?”
            Ed eccoci a un classicone pennettiano! Non sapendo come ribattere cambia discorso e tira di mezzo la serietà dei miei articoli.

          • @Gondrano,
            la smetti di fare il servetto del mio oppositore di turno?
            Se qualcuno mi accusa con argomenti fumosi di fare cattivo giornalismo e gli sbatto in faccia il SUO cattivo giornalismo, mi sembra di compiere un’azione del tutto naturale.
            E tu che fai?
            Mai che trovi sbagliato quello che fa Bellone…
            Quell’articolo di Bellone è un obbrobrio scientifico e filosofico ma tu non riuscirai mai a dirlo perché sei troppo impegnato a leccargli il culo.
            (Scusatemi sono nel clima del film e soprattutto mi sono rotto di certi personaggi buoni solo a far perdere tempo)

        • Cito dalla Teoria delle catastrofi di René Thom:
          “Pensiamo alla mitologia platonica della caverna: come gli uomini della caverna, non vediamo altro che i riflessi delle cose e per passare dal riflesso alla cosa stessa bisogna moltiplicare le dimensioni dello spazio e e munirsi di una sorgente che nel caso di Platone è il fuoco, il fuoco che illumina.
          La teoria delle catastrofi suppone appunto che le cose che vediamo sono solo riflessi e che per arrivare all’essere stesso bisogna moltiplicare per uno spazio ausiliare e definire in questo spazio prodotto l’essere più semplice che per proiezione da origine alla morfologia osservata.”

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          Ora è chiaro che se quello che viene detto ai Google Camp, come alla Trilateral di cui mi sono occupato in “Trilateral a Roma, lettera aperta al CEO di Intesa San Paolo“, viene tenuto ostinatamente nascosto, non abbiamo altra possibilità che interpretarlo, e io offro il metodo più scientifico possibile, l’alternativa è diventare passivi e “babbei”.

    • Greylines mi chiede le prove, quando ho riportato nell’articolo, che evidentemente Aléudin ha letto a differenza di lui, che uno dei partecipanti delle scorse edizioni ha rivelato di cosa si parla nei Google Camp e cosa essi siano di fronte ad un pubblico qualificato e a un Rettore che non ha trovato nulla da eccepire su quello che aveva ascoltato.
      Ripeto cosa penso del “complottismo”: chi crede che esistano solo complotti è un complottista, che crede che non ce ne siano mai è in babbeo.
      Cito inoltre a memoria Ida Magli che diceva che i complotti li fanno le fazioni deboli, qui con l’élite dominante siamo nel campo dei programmi socio politici.
      Sappiamo che le megere puttane ci sono perché i giornali hanno riportato i nomi delle star della musica e dello spettacolo, se non si fosse capito sono loro con le loro canzoni e i loro modelli di comportamento a ispirare il pubblico (vedere il film aiuterebbe a capire).
      Il metodo applicato è quello della teoria delle catastrofi, come ho spiegato in un precedente articolo: Il lato nascosto della realtà: l’importanza dei siti di contro-informazione
      .
      Come si vede è tutto chiaro, basta volerlo vedere, se poi non lo si vuol vedere è un altro discorso.

      • Straordinario vedere un jovannotti megera che ispira il pubblico al guinzaglio… In effetti ci sono fan del nostro che adesso si berranno il google sistem perché c’era lui lì che girava in bicicletta canticchiando “siamo l’ombelico del mondo”.

      • Proprio perché ho letto l’articolo, ho chiesto che fonti ci fossero al di là della frase citata di Jovanotti. Perché nel giornalismo (e anche chi fa controinformazione seria — e sottolineo seria — sta facendo giornalismo, che abbia o meno il tesserino), limitarsi a una fonte per trarre conclusioni così nette significa essere superficiali. Oppure fare del giornalismo a tesi, il cui obiettivo principale è sostenere un argomento a prescindere. Che poi è quello che spesso fanno sul Fatto Quotidiano così come su Libero o il Giornale, o sul blog di Grillo. O, spesso, anche su Repubblica. Tanto per citarne alcuni.

        I complotti e le manovre occulte esistono eccome, lungi da me negarne l’esistenza. Come ho scritto fin dal mio primo intervento, sono convinto anch’io che molte decisioni sul nostro futuro vengano prese da persone cui nessuno ha delegato questo diritto di scelta. Ma come distinguere i complotti veri dai tantissimi falsi?
        Nel suo sottolineare l’importanza della controinformazione lei ha trascurato un’ampia letteratura sul tema — Fraser, Warner, Epstein, Garrett, Weeks, Asen e tanti altri — che approfondisce gli aspetti sociologici delle comunità da cui nasce questa informazione e ne analizza le dinamiche comunicative. In sostanza lei sostiene che a pensar male si fa peccato ma ogni tanto ci si prende, e che per decifrare i fatti (ombre della realtà) “bisogna cioè necessariamente fare delle congetture alla luce di un’ipotesi interpretativa”. Il che ci sta, ma senza prove le sue congetture valgono come quelle di chiunque sostenga l’esistenza di un qualsivoglia complotto ai danni del popolo.
        Cosa rende i suoi post diversi da certi articoli che escono su Libero, Il Fatto Quotidiano, Repubblica o il blog di Grillo?
        Rigore e metodo giornalistico servono proprio a questo (e così do un’ulteriore risposta a Aléudin): a distinguere le supposizioni infondate da quelle fondate, a separare i complottismi dalle giuste preoccupazioni per ciò che ci viene nascosto.
        Chiaro che è molto difficile farlo, bisogna scavare, faticare, rischiare. Non basta citare una frase di Jovanotti e costruirci sopra un’intera accusa.

        • Guardi, le faccio una sola domanda: si è mai domandato per quale motivo le norme di consultazione del testo del TTIP, quello che prossimamente firmerà anche il nostro ministro Calenda, trattato che riguarderà tutti oltre 300mln. di cittadini €U per intenderci, sono talmente così astruse e cervellotiche da renderne, di fatto, impossibile la sua consultazione ?
          Se, come penso, è in grado di sommare 2+2, sono certo che riuscirà a comprendere il nesso con le sue più che legittime osservazioni di cui sopra.

        • Greylines, non so perchè non riesco a togliermi la sensazione che lei, in modo più sofisticato di Gondrano-Cipriani, abbi acome unico scopo delegittimare quello che viene qui detto.
          .
          La frase di Jovanotti è un elemento significativo che va ad essere supportato dal silenzio che viene mantenuto sul contenuto del dibattito.
          Perché non dovremmo sapere quello che viene detto?
          Ma come, persone di quel calibro parlano del nostro futuro e lo fanno col bavaglio alla stampa?
          Questo basta e avanza per giungere alle conclusioni che ho esposto, pensi che a Pasolini bastò molto ma molto meno, evidentemente a lei e altri serve una confessione dei protagonisti in carne ed ossa (un video lo sospetterebbe alterato).
          .
          Nelle sue indicazioni vedo solo parole vuote, facciamo così, scriva lei qualcosa sull’argomento, mi faccia vedere come si fa a “scavare, faticare, rischiare”, ma in caso contrario si astenga dal criticare.

          • “Perché non dovremmo sapere quello che viene detto?”
            Quando mai ho detto che non dovremmo sapere? Non starà mica cercando di farmi fare la figura dell’oscurantista, allineato con i “Signori di Google”?
            Io le ho chiesto le prove di quanto afferma proprio perché vorrei sapere cosa si sono detti e mi aspettavo che lei ne sapesse qualcosa. Evidentemente no, ha solo le sue supposizioni e una frase di Jovanotti (un vero esempio di fonte attendibile).

            “evidentemente a lei e altri serve una confessione dei protagonisti in carne ed ossa (un video lo sospetterebbe alterato)”
            Fra la confessione dei protagonisti e il nulla c’è un mare di possibilità che vanno a formare quello che si chiama “giornalismo d’inchiesta”. E la contro-informazione — quella vera — dovrebbe fare proprio questo: inchieste. Se no siamo allo stesso livello di Repubblica o Libero.

            “facciamo così, scriva lei qualcosa sull’argomento, mi faccia vedere come si fa a “scavare, faticare, rischiare”, ma in caso contrario si astenga dal criticare”
            Da quando in qua per poter criticare bisogna aver scritto articoli su un argomento? E comunque io non sto contestando i contenuti ma il metodo. E siccome il metodo giornalistico io lo conosco, mi sento pienamente in diritto di fare obiezioni.
            Avendo un blog che si occupa di informazione e analisi dei fatti di attualità, lei dovrebbe già sapere cosa significa scavare e faticare, giornalisticamente parlando. Lo deve ai suoi lettori. È una questione di deontologia, che dovrebbe seguire chiunque si occupa di informazione, “ufficiale” o “contro” che sia. In nome di questa deontologia io le ho posto una domanda più che legittima, che immagino interessi anche agli altri lettori del blog: che prove ha oltre alla frase di Jovanotti?

          • @GREYLINE: E quindi secondo lei un prof. di scienze in un liceo avrebbe a disposizione i mezzi ed il tempo per fare tutto ciò ?
            Ma ha scambiato il prof. Pennetta per un agente della Stasi ?
            PS: le avevo fatto una domanda, alla quale ha preferito sorvolare.
            Certo che come ‘debunker’ poteva anche far meglio.

          • Davide, perché ti ostini, visto che siamo in tema, a interpretare l’uomo al guinzaglio di Pennetta?
            A te soddisfa la denuncia del post, così come è stata messa in piedi? Ti basta la “prova” jovannotti per credere che esistono Signori che ci tengono tutti al guinzaglio? Ti basta il detto che a pensar male spesso ci si azzecca? È davvero questo che ti convince della bontà del parallelismo tra un film brutto e perverso e il google camp che ci annichilisce mettendocelo metaforicamente nel sedere come avviene invece nel film in modo non metaforico?
            Se hai risposto sì a tutte le domande, allora sei anche tu uno dei protagonisti a quattro zampe della pellicola…

          • @GONDRANO: Provi il contrario a me e a Enzo, ammesso e non concesso che ci riesca; visto il clima di massimo riserbo e segretezza che non mi ha mai fatto presagire nulla di buono.
            PS:
            1-) Mi sembrava di averle fatto anche un’altra domanda, alla quale ha accuratamente evitato di replicare
            2-) Non mi sembra di averla autorizzata a rivolgermi in seconda persona singolare.
            Saluti

          • @GONDRANO: Ammetto che da un questo post non abbia tutti i crismi della rigorisità che si pretenderebbe da un’inchiesta giornalistica, che non penso affatto sia stata intenzione di Enzo farla, quanto piuttosto denunciare il clima di massima segretezza e riservatezza quando i potenti della terra si riuniscono per prendere decisioni che alla fine coinvolgono su questioni tutti noi ‘cittadini del mondo’ (Google Camp)
            o ‘cittadini europei’ (TTIP).
            Ma alla fine credo che sarebbe stata fatica e tempo perso anche se Enzo riuscisse a fare un’inchiesta giornalistica con tutti i crismi della rigorisità e ufficialità (anche se bisognerebbe con quali mezzi); anche di fronte ad esse gente come lei e GREYLINE vi ostinerete a continuare a spaccare il capello in quattro e negare anche l’evidenza.
            PS: Come già detto, se vuole continuare a dialogare con me, le chiedo la cortesia di usare la terza persona singolare, thanks.

          • @Greylines,
            rinnovo la domanda, lo chiedo come un allievo ad un maestro, lei che conosce il metodo giornalistico, come affronterebbe un articolo chiarificatore sulla questione?

          • @Davide
            Mi par di capire che quindi anche lei riconosce una certa superficialità nell’analisi di Pennetta, visto che rivendica lo scarso tempo libero come scusa per la mancanza di prove. Scusa traballante, perché la maggior parte delle persone che si occupano di contro-informazione (a qualsiasi livello) in genere ha altri lavori e si dedica a questa attività nel tempo libero. Ma tant’è.
            Detto ciò, io ho solo chiesto su che basi è costruita l’accusa di Pennetta e, a quanto pare, l’unica è la frase di Jovanotti. Per me la questione finisce qui, speravo di avere qualche informazione in più ma evidentemente questo non è un articolo di indagine, ma un post mirato a rinforzare una narrazione e una certa visione della realtà. Il che ci sta, intendiamoci, e potrei anche concordare con alcuni aspetti di questa narrazione (come ho già ripetuto più di una volta). Non ho negato nessuna evidenza, ho solo sollevato una questione di metodo e spiegato perché il metodo è importante.
            Per quanto riguarda la sua domanda sul TTIP, mi scuso per non averle risposto subito. Lei mi ha chiesto se credo che il TTIP migliorerà il benessere dei cittadini ma io non ho seguito con la dovuta precisione le discussioni a riguardo e quindi mi trattengo dal darle una risposta. Quando non so, io preferisco tacere e attendere di informarmi meglio. Ho però diversi colleghi, giornalisti e non, molto critici nei confronti del TTIP, ed essendo tutti scrupolosi nel loro lavoro tendo a fidarmi del loro giudizio. Per quanto riguarda il linguaggio in cui è redatto, in generale le posso dire che molti documenti riguardanti temi tecnici sono di difficile consultazione — per esempio i paper scientifici — il che non vuol necessariamente dire che sia una strategia per renderli incomprensibili ai cittadini.
            Ora che ho risposto le confesso di non capire cosa c’entri la sua domanda sul TTIP in una discussione sul metodo di indagine giornalistica.

            @Pennetta
            Argomenti fumosi?
            Le ho fatto una domanda diretta a cui lei non ha risposto. Le ho fatto notare che la sua analisi della controinformazione trascura un’intera fetta di letteratura (con tanto di nomi) che la approfondisce. Le ho fatto notare che lanciare un’accusa sulla base di una frase di un cantante mischiata alle proprie supposizioni personali è un esempio di giornalismo a tesi.
            A me sembrano osservazioni ben precise.
            La sua risposta?
            Cambiare discorso, spostando il bersaglio su di me e accusandomi di aver scritto un “obbrobrio scientifico e filosofico”. Se io avessi risposto così a una sua osservazione mi avrebbe già accusato di attacco ad personam e di cambio di discorso per sviare.
            Poi lancia invettive su chi sostiene la mia affermazione, accusandolo di leccarmi il culo ma non si lamenta se altri invece danno ragione a lei tirando fuori argomenti che c’entrano poco.
            Come sempre, due pesi e due misure.
            Come ho scritto anche a Davide, a me bastava sapere su che fonti è basata la sua invettiva. Siccome lei continua a non rispondere ne deduco che la sola fonte è la frase di Jovanotti. E va bene, basta così. Davvero per me la questione è chiusa. Evidentemente, proprio come ha scritto Davide, lei non voleva fare un’indagine su quel che si sono detti ma solo sottolineare e rinforzare la sua visione personale. Il che, lo ripeto per l’ennesima volta, ci sta, essendo CS un blog fortemente orientato, con una propria ben precisa visione politica e ideologica.
            Chiaro che se invece questo post voleva dispensare informazioni e analisi sull’attualità, allora forse manca qualcosa.

          • Avevo chiesto a Greylines:
            ” lei che conosce il metodo giornalistico, come affronterebbe un articolo chiarificatore sulla questione?”
            .
            Alla fine di una riposta fiume manca una cosa fondamentale: la risposta alla mia domanda.

          • Seconda risposta a Greylines: se qualcuno mi accusa di fare cattiva informazione, è fuori luogo far notare che colui che accusa qualche difetto nel fare buona informazione ce l’ha e che quindi la sua accusa è la classica pagliuzza nell’occhio altrui?

          • Terza risposta a Greylines: la sua continuata reticenza a rispondere riguardo il suo articolo la prendo come un’ammissione di errore, ma al tempo stesso come una dichiarazione di perseveranza nello stesso errore.
            Vedi Bellone, proprio tu mi accusi di fare una narrazione, tu che ti alimenti, e alimenti chi ti legge, di narrazioni sull’evoluzione che hanno molte meno prove delle mie affermazioni sul Google Camp.
            A proposito di pagliuzze e travi.

  6. Caro Enzo,
    apprezzo tantissimo articoli come questo pieni di spunti e informazioni.
    Non mi sembra complottismo, anzi.
    È informazione libera, che purtroppo manca!
    Stiamo tutti diventando lobotomizzati e questo appare chiaro dal mainstream odierno.
    Le elezioni in Austria (paese dell’UE) con brogli, il caso mail gate che ha coinvolto Clinton, le manovre NATO…
    Perché fingere di non vedere?
    Aggiungo, guardate il film “Promised Land”!
    Un ottimo Matt Damon, che recita benissimo, interpreta un dipendente di una multinazionale del gas. Infatti, la sua compagnia lo manda in un paesino del Nevada per “convincere” gli abitanti a vendere i terreni, perché è “un affare”. In realtà è un broglio, in quanto viene data loro una miseria rispetto al reale valore. Comunque, lui compra tutti: i primi sono i politici. Soltanto un vecchio professore di liceo (analogia con Pennetta?) di scienze controbatte alle loro cifre durante un incontro pubblico.
    Grazie alla sua tenacia viene indetto un referendum.
    Il fronte del no alle trivelle è in vantaggio grazie al professore.
    Poi ad un certo punto spunta un giovane ambientalista, pieno di ideali e che vorrebbero portare altri voti al fronte del no. Organizza una compagna pubblicitaria con foto terribili circa le devastazioni alla vegetazione causata dalle trivelle. Matt, il dipendente della compagnia, è in allarme. Nessuno gli crede se non qualche scemo. La compagnia un giorno (un bel giorno) gli manda documenti segreti… Scoprono infatti che le foto dell’ambientalista sono bufale!
    Lui sente che questo farà vincere il fronte del sì! In effetti ha voglia di fare ‘merda’ giovane ambientalista. Va a casa sua e gli sbatte in faccia la verità. L’ambientalista sorride e poi sale in macchina. Lui allora prova a ridicolizzarlo. E scopre che era stata tutta una messinscena, la compagnia giocava in entrambi i fronti. Il giovane ambientalista era un dipendente anch’esso! Tutta una montatura le foto false per infangare il fronte del no!
    Quindi, la nostra democrazia non esiste più con élite, interessi e denaro!!!!

    • Dom, devo segnalarla per…spoiler! Ha raccontato tutta la trama! La prossima volta stia più attento a citare film.
      In ogni caso mi piace la sua analogia.

    • Caro Dom,
      grazie per questo tuo contributo, tra l’altro l’idea del prof. che mette i bastoni tra le ruote ti confesso che mi è piaciuta molto!
      Su questi argomenti c’è chi vuol vedere e chi no, è molto più questione di scelta di quanto non possa sembrare, altrimenti non si spiegherebbe perché quello che è evidente per alcuni non lo è per altri.
      E se a un Pasolini questa realtà era evidente 40 anni fa per altri non lo è neanche adesso che è esplosa in tutta la sua evidenza.
      Ma francamente non ho intenzione di persuadere nessuno, ciascuno si regoli come vuole e vada per la sua strada, adesso è molto più importante lavorare a costituire e rafforzare un corpo sociale solido che non si uniformi al politicamente corretto.

    • Lo cercherò…. devo assolutamente farlo vedere a mia moglie; e tra qualche anno anche ai miei nipotini.

  7. Per coerenza… Quelli che credono che Google sia uno dei Signori che ci tengono al guinzaglio dovrebbero smettere come minimo di usarlo, per non renderlo sempre più potente. Altrimenti è come se uno si lamentasse che il fumo lo sta uccidendo e continuasse a fumare.

    • L’affermazione è così assurda e pretestuosa (tanto solo pretesti riesce e tirare fuori ultimamente), come quella di chi avesse obiettato ad un vietcong che non avrebbe dovuto usare un M16 perché la Colt era un’industria schierata dalla parte del nemico.

      • Bon, allora non lamentarti. Anche tu foraggi google, come tutti i guinzagliati.

        • Nella casa di Salò ci siamo tutti, ci arrivi a capirlo?
          Però la differenza tra quelli come me e quelli come te è che tu sei contento di mangiare lo schifo che ti danno e te la prendi con chi te lo fa notare, e io invece cerco di usare la forza del nemico, come insegnano le arti marziali, per fronteggiarlo.
          Tu hai fatto la tua scelta e io la mia,
          Mi spieghi cosa ci stai a fare qui se pensi che si dicano un mucchio di stupidaggini?

  8. Il mio pensiero, molto brevemente, è che siamo vittime della globalizzazione che piano piano ci sta facendo smarrire la bellezza del vivere lento e del vivere sobrio… Senza che ci siano complotti alla Pennetta, davvero siamo presi chi più chi meno in un vortice di falsi bisogni, almeno nel nostro mondo occidentale in cui i giovani più deboli psicologicamente stanno regredendo allo stadio di amebe che vivono solo di rete, congegni multimediali, realtà virtuali…
    Ma il mio pensiero è anche che nessuno è predestinato al guinzaglio, e nessuno si deve arrogare il diritto di ritenersi dalla parte giusta della barricata: chi si crede libero da guinzagli magari è il primo a essere schiavo della sindrome da liberatore degli oppressi, egli stesso uno dei personaggi sotto controllo dei Signori. E scusate se ho gridato al complotto.

    • ok la questione della globalizzazione; per quanto riguarda i complotti se a te sta bene che le persone più influenti si riuniscano e che a te non venga detto nulla di tutto ciò sta bene cosa dire? Dormi sereno.
      Sul fatto che non siamo predestinati al guinzaglio non ci piove, sul fatto che ognuno deve guardarsi dai propri guinzagli pure ma mi sembra tanto un discorso del tipo: “non esistono più le mezze stagioni”.

    • Non pensa che i ‘falsi bisogni’ possono essere creati ‘ad hoc’, anche con l’ausilio determinante di ‘artisti’ come Jovanotti e Bruce Springsteen ?
      Non crede forse che sia meglio far pensare alla barista dell’IKEA che sia più importante per lei poter fare l’amore quante volte al giorno (e con chi gli pare, tanto l’aborto è un ‘diritto’ e ci sono le unioni (in)civili) piuttosto che pretendere uno stipendio decente per servire clienti per 10h. al giorno (magari con i contributi pagati) ?
      PS: non usare Google; certo…. ma si è mai domandato perchè conserva indisturbato la sua posizione di monopolio globale, nonostante le varie autority alla ‘libera concorrenza’?
      Sicuro che non mi risponderà nemmeno stavolta.

      • A proposito del ruolo degli artisti, Davide, proprio Jovanotti nella canzone “Tensione evolutiva” avverte la crisi esistenziale del mondo moderno in cui domina la scienza e la tecnologia ma manca un senso generale delle cose, ma quale soluzione propone? Innamorarsi come un adolescente. Questo è l’edonismo capitalistico, soddisfare piaceri superficiali per vivere, come diceva il cardonale Biffi,”in una riposante oscurità circa il senso della vita”.

          • Se esistesse, Davide, lei meriterebbe il premio “Onestà intellettuale 2016”.

          • @HTAGLIATO: Grazie, ma non credo di meritarlo…. ho troppi paraocchi !!!

          • @HTAGLIATO: Grazie, ma non credo affatto di meritarlo…. ho fin troppi paraocchi !!!

    • ” chi si crede libero da guinzagli magari è il primo a essere schiavo della sindrome da liberatore degli oppressi, egli stesso uno dei personaggi sotto controllo dei Signori. E scusate se ho gridato al complotto.”
      Puoi fornire un nome, un esempio di questo tipo, anziché fare insinuazioni?

        • Bene, affermi che sarei “schiavo della sindrome da liberatore degli oppressi”.
          Allora, visto che non sei un oppresso e io sono un malato che si crede che esista un sistema opprimente, io resto in compagnia di persone come Pasolini, Ida Magli e Noam Chomsky e tu ritieniti libero di andare a giocare coi tuoi amichetti nel mondo dei babbei dove tutto va per il meglio.
          Senza rimpianto.

  9. Il discorso è che viviamo in un mondo in cui si dice che “scegliere” conta.
    Io credo che la evoluzione tecnologica, la manipolazione mediatica non consentono più questo. Questi mezzi, al contrario, indirizzano già la masse. È usato già in maniera spudorata nei sistema di marketing pervasivi ecc… non mi stupirei se il “bombardamento” verrebbe usato nelle questioni sociali e politiche! Ormai grossi conglomerati finanziari e industriali sono più potenti di singoli Stati! Per cui, plasmano i loro consumatori anche sul modello di vita! Precario, labile, multiuso, ecc.. Non è un caso che un grosso imprenditore disse che loro davano al consumatore un modello di vita oltre al prodotto! Google, Facebook sono solo l’iceberg, le banche d’affari ormai “sovranazionali” (se ne fottono del destino dei singoli stati e vanno qua e là) sono l’espressione più buia di un modo di amministrare l’economia ed il potere nel 21° secolo! Un tempo avevamo gli Stati che si occupavano di economia e politica! Oggi c’è Standard & Poor’s a valutarci, Morgan Stanley ha dire che “riforme” bisogna fare, in più aggiungete che le casse di Apple sono ricchissime… È complottismo? È la fine della democrazia!

    • A proposito di Apple…..
      Mi viene in mente la faccenda dei gabinetti ‘gender neutral’ nello stato del North Carolina, della quale ricordo se ne parlò qualche mese addietro anche qui….
      Documentandom su Internet, appresi che Tim Cook, l’amministratore delegato (CEO si direbbe in neolingua) Apple, scrisse una lettera al governatore di questo stato chiedendogli di abrogare la tanto contesta legge in quanto ‘contraria ai loro principi aziendali’.
      Credo che il messaggio sia fin troppo chiaro: non è più il popolo che fa le leggi (attraverso i loro rappresentanti), ma devono essere decise dai ‘CEO’ delle multinazionali.
      Con tanti saluti a chi si riempe la bocca con la parola ‘democrazia’.

      • Giorgio Masiero on

        Questa è la democrazia dei nostri tempi, Davide, come ho spiegato in un articolo dedicato alla Scuola di Francoforte, i cui maestri già avevano capito tutto 100 anni fa.
        Se Lei va a vedere, per es., l’elenco dei donatori della Clinton Foundation, chi troverà in cima alla lista con milioni ed anche decine di milioni di dollari? Tutte le multinazionali e le banche…, e poi, perfino, i loro CEO in persona fisica! Certo, resta ancora il principio di ogni testa un voto, ma per le teste, si sa, quando ci sono fiumi di dollari e mesi di “lavorazione” davanti, sarà solo una questione tecnica riorientarle. Hanno raddrizzato anche la testa della Clinton, che da oppositrice del matrimonio gay e della cultura Lgbt, è diventata in poco tempo una loro fiera paladina.

  10. Una curiostià linguisitica che non c’entra niente con l’articolo. In inglese “camp” è anche un aggettivo, e significa effeminato, femmineo 🙂

  11. paola scarpa on

    Caro Enzo ..hai messo insieme due cose che odio Pier paolo pasolini , per me un povero gay che approfittava della sua posizione per mettere in posizione poveri ragazzi ignoranti ( e neanche gays , solo poveri) alla quale prometteva e prometteva ….pero’ poi solo metteva…( scusa la volgarita’)….altro che genio, il fatto che usava il bianco e nero scarno non va di lui un esistenzialista , ma solo uno che riprendeva negli anni 50-60….e poi la seconda cosa che odio e’…l’ invidia….non credo che decidessero i desini del mondo in una cena …sicuro ai ricchi ricchi e famosi e intelligenti..cioe’ alla creme piace stare tra di loro…credo fosse piu’ un momento dove che c’e’ , che e’ invitato si sena promosso a tanta esclusivita’…tant’e’ che il sinistride Jovannotti non ha detto no che schifo….non ti preoccupare, i destini del mondo si giocano in altra sede dove? MA DOVE LA FINANZA, L’ ALTISSIMA FINANZA SPOSTA IL CAPITALE DI INTERE NAZIONI AL MATTINO A NEW YORK E LA NOTTE IN GIAPPONE…macchina perversa, con persone burattino, che lavorano digitano telefonano…e questo cancro puo’ detrminare se domani mattina l’ italia e’ al default o puo’ respirare con l’ acqua al naso….

    • Buonasera,
      puntualizzo che non ho mai difeso la vita privata di Pasolini, sei tu che pensi a quella, io la conosco anche attraverso quello che mi ha raccontato un grande scrittore che lo conosceva personalmente e niente è più lontano da me di certi comportamenti. Ma detto questo, cosa c’entra?
      Per quello che a scritto e fatto come intellettuale è una delle più grandi figure del ‘900.
      Secondo, nessuno ha parlato di una cena, leggiamo bene, si tratta di un forum che si conclude con una cena.

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