Questione di metodo

58

  1. Caterina disputa con i dottori (Masolino da Panicale, 1430)

Questione di metodo

di Giorgio Masiero

Confronto tra la “correttezza politica” di oggi e la dialettica nella Scolastica del Medioevo

In nome del politically correct i bambini d’una scuola elementare di Brescia si sono rifiutati (o sono stati istruiti a rifiutarsi) di cantare una tradizionale canzone natalizia, “per non urtare la sensibilità” dei bambini di altre confessioni. Poco importa che nessuno dei potenziali offesi, o dei loro genitori, avesse manifestato delle riserve: per metodo, la correttezza politica si fa anticipatamente carico di autocensura nel modo di parlare, così da evitare ogni conflitto, anche improbabile e soltanto di opinione. La correttezza politica distingue o all’opposto confonde i concetti, complica o al contrario semplifica la grammatica secondo i suoi moti dettati dalla logica dell’omologazione, che è divenuta una necessità del potere politico: così esso supplisce alla sua impotenza a superare la disparità reale abissale tra le classi sociali con il surrogato di una parità formale. Il lessico istituzionale si arricchisce del neologismo di sindaca negli atti del comune, mentre vi s’impoverisce all’ufficio anagrafe con il generico vocabolo di genitore, che va a sostituire i più specifici padre e madre; o la persona con handicap è chiamata diversamente abile in un luogo, mentre in un altro una commissione di esperti ne stabilisce metricamente l’indice d’inabilità con un numero da 1 a 100. Avrà dallo stato un’assistenza misera, ma almeno nessuno potrà chiamarlo handicappato. La correttezza politica è fasulla, ma procede irrefrenabile nel suo programma di finta parificazione universale.

Poiché a partire dal 1945 gli USA anticipano le mode che poi dilagano anche da noi, un’occhiata a ciò che succede oggi al di là dell’Atlantico ci permette di predire scientificamente ciò che succederà domani di qua. Là ora tocca alle statue di loro eroi, come il generale Robert E. Lee (nato nel 1807), di essere abbattute, perché gli effigiati si sarebbero macchiati di sessismo, razzismo o altre nefandezze, così giudicate secondo i canoni relativisti del nuovo assolutismo. Tocca ai grandi capolavori della letteratura e della filosofia nei testi adottati a scuola, dall’Huckleberry Finn di Twain a Cuore di Tenebra di Conrad fino… alla Critica della Ragion Pura di Kant di essere compulsivamente sovrascritti di note – nelle prefazioni, a fondo pagina, a fine capitolo e finanche in copertina – dove “le lettrici ed i lettori” sono messi (pardon, messe-i) in guardia da contenuti omofobi, classisti, ecc., ecc. College ed università costruiscono “spazi sicuri” dove gli studenti più sensibili possano ritirarsi dopo lo shock derivante dalla conoscenza dei costumi barbari e dei pregiudizi ignobili degli antenati: in questi rifugi, i nervi delicati dei giovani americani si rilassano giocando con pupazzi di gomma, o disegnando su lavagnette elettroniche, o guardando video di amorevoli cuccioli. La sola prospettiva di partecipare ad un duro confronto sull’orario di lezione o sulla meta dell’annuale gita scolastica spedisce molti studenti alle suddette varianti di day hospital.

Paradossalmente, al timore esasperato di alcuni studenti di ferire le opinioni altrui, si scatena in altri (o nei medesimi in altri contesti) l’inclinazione a ferire i corpi altrui: di qui la violenza fisica, che esplode in risse, stupri e sparatorie nei campus. Che sia perché il dissenso non ha altri sbocchi, quando non è risolto nelle forme della democrazia e viene artificiosamente soffocato dall’autocensura?

Eppure nella storia dell’Occidente ci fu un’epoca in cui la gente sapeva come dibattere nelle scuole pubbliche tutte le questioni, senza tabu. Sarà una sorpresa per qualcuno, ma quest’epoca sta nel Medioevo e guarda caso è il tempo in cui nacque in Europa il sistema universitario (XIII secolo). Universitas vuol dire che qui si discute di tutto. Nell’università medievale l’insegnamento non era fondato sulla Lectio (= lettura) dalla cattedra – che è il metodo in cui uno parla e gli altri ascoltano, transitato dalla Prussia militaresca alle altre scuole europee molto più tardi, nel XIX secolo –, ma sulla Quaestio disputata (= la questione contesa), che consisteva in uno scambio intellettuale, pubblico, vivace, a volte anche rancoroso, su una questione qualsiasi tra gli “scolari”, moderato dal “baccelliere”. Questi era l’assistente del “maestro”, il quale sceglieva la questione e il giorno dopo la discussione ne sintetizzava i termini esponendo la sua tesi. Rispetto ad oggi, il rapporto fra docenti e discenti era più sfumato, non solo perché la disputa prevedeva la partecipazione degli studenti, ma anche perché i maestri d’una disciplina (“arte”) erano spesso, contemporaneamente, studenti in un’altra.

Nessuna posizione, per quanto eretica rispetto alle credenze dominanti, era esclusa dalla disputa. Per esempio, nel quinquennio (1263-‘68) del rettorato di Étienne Tempier, all’università di Parigi ci si trovò a dibattere sulle seguenti questioni:

  • se la religione cristiana ostacoli l’istruzione (“quod lex christiana impedit addiscere”);
  • se ci siano favole ed errori nella religione cristiana come nelle altre religioni (“quod fabulae et falsa sunt in lege christiana sicut in aliis”);
  • se a studiare teologia non s’impari niente (“quod nihil plus scitur propter scire theologiam”);
  • se i discorsi dei teologi siano fondati su favole (“quod sermones theologi fundati sunt in fabulis”);
  • se qualcosa possa accadere a caso rispetto a Dio (“quod aliqua possunt casualiter evenire respectu causae primae”);
  • ecc…

Come si vede, nulla di nuovo sarebbe stato inventato contro il cristianesimo nei secoli moderni, che non fosse già stato discusso nel Medioevo nelle cattolicissime università di Parigi, Oxford, Salamanca o Padova! Ci si può invece chiedere quale università in Occidente oserebbe oggi dibattere pubblicamente questioni simili a quelle di Tempier, con riguardo all’islam piuttosto che al cristianesimo o alle ideologie di moda piuttosto che alla teologia! La medievale “universa universis libertas” (libertà su tutto per tutti, il motto dell’università di Padova dal 1222) liberò la fantasia anche sulle questioni più eteree, del tipo: se il mondo sia finito o infinito, se sia sempre esistito o no, se esistano o no infiniti universi, abitati o no, ecc. Io non conosco congettura scientifica che non sia stata dibattuta nelle università medievali e talvolta mi chiedo se l’abito all’autocensura non sia una delle cause dell’attuale crisi della scienza, così a corto di nuove idee…

Per capire ed apprezzare il metodo medievale, bisogna leggere i testi degli autori di quel tempo (gli Scolastici) direttamente. Rispetto alla spettacolarità cui ci hanno assuefatto i talk show in televisione e le tecnologie mediatiche, di primo acchito gli Scolastici possono spaventare per la loro severa scarnezza; però subentra gradualmente in chi li legge un’educazione al ragionamento mista ad ammirazione verso una forma di confronto duro, ma disciplinato.

A questo punto, non posso esemplificare senza ricorrere al capolavoro della Scolastica, la Summa theologiae di S. Tommaso d’Aquino (1225-1274), del quale i cristiani festeggiano domani la ricorrenza liturgica. La Summa tratta un migliaio di grandi questioni contese, che spaziano dalla teologia all’etica, dall’estetica alla gnoseologia alla filosofia naturale. Per esempio, la questione 2 della Parte I tratta l’esistenza di Dio, la questione 6 la verità, la 58 della Parte II la giustizia, ecc. Ogni questione viene analizzata in diversi “articoli”, che corrispondono ad altrettanti problemi che la riguardano. Così la quaestio dell’esistenza di Dio è suddivisa in 3 articoli – se l’esistenza di Dio sia evidente, se l’esistenza di Dio sia dimostrabile, se Dio esista o no –, la quaestio della verità è divisa in 8 articoli, quella della giustizia in 12. Per ogni articolo di ogni questione si ripete la medesima struttura logica in 5 fasi, rappresentata nella figura sottostante. Osservala, Lettore, attentamente, in particolare nella colonna di destra.

La struttura in 5 fasi di ogni articolo di ogni questione nella Summa di Tommaso d’Aquino

Con tale metodo, il filosofo scolastico dimostra di prendere in seria considerazione ogni obiezione, s’impegna a chiarire bene gli argomenti a sostegno della sua tesi e ribatte alle obiezioni. C’è un’opera moderna che, pur riguardante tutt’altra scienza codificata in tutt’altro linguaggio, mi ricorda per taluni aspetti la struttura della Summa. Sono i Fondamenti della Geometria (1899) di David Hilbert: in questo capolavoro della matematica moderna Hilbert ricostruisce la geometria con un metodo assiomatico-deduttivo rigoroso, cercando di evitare (come Tommaso) le assunzioni implicite, le ambiguità di significato e le lacune di rigore logico degli autori precedenti, nel suo caso gli errori degli Elementi di Euclide. Ancora come Tommaso, Hilbert divide il suo campo di studio in grandi questioni, che svolge in altrettanti capitoli del libro e suddivide in problemi particolari, cui fa corrispondere i paragrafi del capitolo. I problemi sono infine risolti attraverso un sistema strutturato di spiegazioni, assiomi, definizioni e teoremi.

In [Ia q. 2 a. 3], cioè nell’articolo 3 della questione 2 della Parte I di cui ho riportato una frazione del testo originale nella colonna di sinistra della figura, Tommaso si chiede, semplicemente, se Dio esista. Se si poteva pubblicamente porre nel XIII secolo tale domanda, accompagnandola con due argomenti vigorosamente contrari, significa che nelle università europee non c’erano allora autocensure a dibattere di checchessia. Non basta: prendiamo il primo dei due argomenti ateistici scelti da Tommaso, quello che oggi chiameremmo dell’esistenza del male: “Se di due contrari uno è infinito, l’altro è azzerato. Ora col nome ‘Dio’ s’intende affermato un bene infinito. Se dunque Dio esistesse non dovrebbe esserci il male. Viceversa nel mondo c’è il male. Quindi Dio non esiste”. Questo argomento, insieme all’altro che qui non riporto per ragioni di spazio (oggi lo chiameremmo l’argomento scientista), è il miglior distillato di un teorico ateismo medievale e forma un insieme argomentativo così asciutto e accattivante che non sarà mai più superato, al punto che sarà ripreso parola per parola dai filosofi illuministi 5 secoli dopo per sostenere le loro tesi irreligiose…, e ancora dagli ateisti di oggi senza alcun apporto originale. Nel prosieguo dell’articolo, Tommaso, si capisce, espone la sua tesi teistica, la motiva (con le famose “5 vie”) e chiude con la confutazione dei due argomenti ateistici secondo lo schema che abbiamo sopra esplicitato: ma non è il merito che qui m’interessa, quanto piuttosto rilevare che i dibattiti odierni sarebbero facilitati in ogni sede – politica, scientifica, economica, aziendale,… – se i contendenti avessero la capacità (ed il rispetto) degli Scolastici nel presentare le tesi dell’avversario in maniera altrettanto chiara e vigorosa.

Per ogni problema esaminato Tommaso presenta la sua soluzione corredandola di ragioni. Anche in ciò il metodo medievale ha forse qualcosa da insegnare alla didattica moderna, rispetto alla tendenza al rinvio sine die che caratterizza oggi tanta parte dell’amministrazione pubblica e privata. Nelle scuole di business management, si adottano testi che insegnano la tecnica del rinvio… per l’istruzione di quei dirigenti che, stretti tra gli stakeholder e i lavoratori, cercano disperatamente di non offendere nessuna delle parti e trovano rifugio proprio nell’indecisione permanente. Per Tommaso invece, una mente aperta è come una bocca aperta, per dirla con Chesterton, progettata per chiudersi su qualcosa di concreto e nutriente, mai su niente. In chiusura della discussione infine, Tommaso ritorna alle obiezioni iniziali confutandole, o spesso mostrando che certe posizioni sono contrastanti solo in apparenza e si possono conciliare quando i termini del contendere siano propriamente intesi. L’arte dialettica di Tommaso sta nel cercare elementi di verità anche nelle posizioni avversarie, da utilizzare per correggere ciò che gli pare sbagliato. Nel processo dialettico fatto di obiezioni e contro-obiezioni, in particolare nella fase 3, il dottore angelico fa ricorso alle fonti più disparate: alle Scritture e ai Padri della Chiesa in primo luogo, ma anche ai filosofi pagani come Aristotele, Platone, Cicerone, ai maestri ebrei come Maimonide e arabi come Avicenna e Averroè, che sono sempre trattati con grande riverenza. Anche quando si trova in disaccordo con loro su importanti questioni, ciò non gli impedisce di dialogarci, di ascoltarli e di prendere seriamente i loro argomenti.

Il metodo della Scolastica può essere uno spazio sicuro di educazione ed apprendimento anche nelle scuole dei nostri tempi, ma è adatto solo a persone (docenti e discenti) che credono nella ragione e cercano sinceramente la verità, non a ragazzini paurosi né a gente allevata dalla correttezza politica a non pensare.

.

.

.

Share.

GIORGIO MASIERO: giorgio_masiero@alice.it Laureato in fisica, dopo un’attività di ricercatore e docente, ha lavorato in aziende industriali, della logistica, della finanza ed editoriali, pubbliche e private. Consigliere economico del governo negli anni ‘80, ha curato la privatizzazione dei settori delle telecomunicazioni, agro-alimentare, chimico e siderurgico, e il riassetto del settore bancario. Dal 2005 interviene presso università italiane ed estere in corsi e seminari dedicati alle nuove tecnologie ICT e Biotech.

58 commenti

  1. Purtroppo nell’università hanno vinto “i cattivi tedeschi” per cavalcare un leit-motiv almeno qui fondato, la lectio è la norma.

    • Giorgio Masiero on

      Per la verità, AndreaX, io ho parlato dei “prussiani”, che come si sa sono un sottoinsieme dei tedeschi! I bavaresi, che pure sono tedeschi, conservano tuttora in talune facoltà il metodo della Scolastica…

      • E’ vero ho compiuto una reductio ad Hitlerum XD… semrpe per restare in tema germanico.

  2. GIUSEPPE CACIOPPO on

    Oggi qualsiasi argomento che possa mettere in dubbio le granitiche verità progressistiche viene respinto grazie a delle parole che sembra abbiano effetti decisivi. Così termini come fondamentalista, razzista, omofobo, islamofobo, maschilista, creazionista, vengono usati per intimidire chi osa porre obiezioni. Queste etichettature a sfondo etico servono non a confutare l’ argomento ma a squalificare umanamente l’ interlocutore. È in verità un metodo molto sperimentato, nelle società comuniste bastava il termine ” controrivoluzionario ” per decidere la vita di un individuo. Che nei cosiddetti “secoli bui” del medioevo, periodo in cui il cristianesimo aveva pressoché il monopolio della cultura, si potesse dibattere liberamente sul fondamento delle verità su cui esso poggiava, la dice lunga sulla libertà di pensiero di allora. C’ è da chiedersi se la violenza verbale che viene oggi esercitata, che finisce per sopprimere un leale dibattito, non tragga origine dalla fragilità delle verità che si pretende di imporre!

    • Alla già nutrita collezione degli epiteti usati dai somari istituzionalizzati e dai loro volenterosi kapò per l’esercizio sistematico dell’argomentazione ad personam, aggiungerei “complottista”, di recente di moda per definire chi manifesta perplessità nella irritante questione della obbligatorietà delle vaccinazioni.

  3. Marco Procopio on

    E lei con quali dati si permette di attrubuire a dei ragazzi di scuola elementare sentimenti di “paura” ? Ha conferito con loro,o parla a vanvera? “Paura “di che? Se la “paura” fosse stata quella di offendere i compagni di classe atei o di diversa religione,hanno fatto benissimo : la convivenza moderna si fonda anche su sentimenti di rispetto e di cautela verso la sensibilita’ degli altri, specialmente quando in gioco non sono principi di tolleranza ma sciocchezze pseudoreligiose come i canti natalizi,che peraltro nulla hanno a che fare con la scuola pubblica e con la sua vocazione laica. Erano Hitler e Mussolini quelli che “non avevano paura”,e s’e’ visto com’e’ finita. Del resto le vostre provocazioni volgari potete farle dai blog di pseudostoria e di pseudoscienza,non certo pretenderle nelle scuole.Li’ si costruisce il futuro. Quanto alle garanzie di liberta’ speculativa vigenti in questo paese,fondato su ideali illuministi,laici e di reciproca tolleranza,se non le aggradano puo’ anche togliere il disturbo e dirigersi la’ dove questi non sono a fondamento del vivere civile. Con i noti risultati verosimilmente non molto dissimili da quelli ottenuti nel contesto da lei peraltro molto malamente evocato : roghi di uomini e di conoscenza,odio,morte e miseria morale.

    • Da quel poco che mi sembra di aver compreso dell’ottimo articolo del Prof. Masiero, qui Mussolini ed Hitler c’entrano ancora meno dei classici cavoli a merenda…
      Ad ogni modo mi conferma che quando voi progressisti volete dar torto all’avversario che ha ragione, cominciate ad accusarlo impropriamente di fascismo, nazismo, sessismo etc. etc….

        • Sono io che devo ringraziarLa Prof. Masiero per l’opportunità che mi concede di poter leggere i suoi approfondimenti sempre intellettualmente molto stimolanti.

    • ideali illuministi e laici? non faccia ridere, hanno fatto più morti innocenti due settimane di rivoluzione francese che un secolo di inquisizione.
      .
      Lei proprio non ha capito l’articolo.

    • aspettate, se la storia è quella di cui ho letto, allora i bambini non c’entrano nulla ma è stata una decisione autonoma della dirigente scolastica e quindi imposta in modo autoritario senza sentire i genitori.
      Ricordiamo tutti che il modello del dirigente scolastico che decide tutto lui viene dal fascismo… Nell’Italia democratica il dirigente è sempre stato affiancato dai vari consigli di classe, istututo proprio per sentire l’opinione di tutti. In questo caso questo modello democratico è stato disatteso dalla dirigente.

    • Quì non serve disquisire, discutere affrontarsi e mettere a rischio le proprie idee esponendole anche alla demolizione altrui, non servono dimostrazioni o confutazioni, è talmente evidente e corroborante l’articolo che dimostrazione più bella non poteva essere data. Grazie

  4. Grandissimo articolo, prof. Masiero, ha toccato un aspetto che mi era finora sfuggito del Medioevo, crediamo di essere nell’era della libertà, ma per molti versi quest’era l’abbiamo alle spalle e l’abbiamo anche voluta denigrare e seppellire. E’ linguaggio ormai comune parlare di “medioevo” per descrivere una situazione negativa, arretrata, illiberale e oscurantista, ebbene, anche articoli specialistici (perché Lei, professore, di queste cose ne mastica !) come questo servono a far capire il lavaggio del cervello a cui siamo stati sottoposti dall’illuminismo in poi dalle peggiori moderne ideologie che hanno voluto annientare la cristianità e la luce che ha emanato storicamente, luce che, a chi non è rimasto accecato dalle sirene della modernità o ha avuto la fortuna di scorgere, illumina davvero con la ragione anche i nostri giorni che sono per molti aspetti dominati dall’irrazionalità (per non dire dalla pura e semplice stupidità).

    • Giorgio Masiero on

      Grazie, Muggeridge.
      Nella negazione delle sue radici giudaico-greco-cristiane, c’è un cupio dissolvi nella moderna cultura occidentale che tocca ai cristiani di contrastare, in nome della verità storica, ma anche della stessa sopravvivenza d’una tradizione occidentale (minoritaria) nel nuovo villaggio globale.

  5. Enzo Pennetta on

    Mi unisco ai ringraziamenti a Giorgio per due motivi entrambi per me importanti.
    In primo luogo per aver consentito di ribaltare degli stereotipi dai quali neanche io mi sono del tutto liberato e cioè di un medio evo repressivo e di una modernità aperta al confronto.Che la modernità fosse tutt’altro che aperta al confronto l’avevo capito in anni di critica ai dogmi contemporanei, mi mancava la scoperta di un medio evo nel quale non esistevano argomenti tabù.
    In secondo luogo ringrazio Masiero per aver acceso una riflessione sull’insegnamento fornendo utilissimi elementi per comprendere i difetti attuali, involontari e volontari.

    • Dalla parte del medio evo repressivo ci sono le cattedrali gotiche e romaniche, i mosaici bizantini di Ravenna, gli affreschi di Giotto in San Francesco, la Divina Commedia etc. etc… dalla parte della modernità aperta al confronto la passarella di Cristo, Bruce Springsteen, Lady Gaga, Kesha e Louise Veronica Ciccone.
      Chi ha occhi (e soprattutto cervello) per intendere, intenda…

      • GIUSEPPE CACIOPPO on

        Dalla differenza tra le straordinarie creazioni artistiche ed architettoniche dell’ età di Giotto e di Dante con lo squallore e l’ impotenza creativa contemporanea emana spontaneamente un un muto discorso …di una eloquenza persino imbarazzante…

        • Ok, allora mi spiego megli:
          Il MedioEvo cristiano ed, in misura minore, anche islamico, epoca buia ed oscurantista per antonomasia ha prodotto dei capolavori di fronte ai quali ognuno di noi non può che rimanere estasiato; mentre la nostra epoca moderna, e sopratutto contemporanea, quella dei lumi e delle magnifiche sorti e progressive non è riuscita che elaborare un’immensa quantità di anonime opere decisamente mediocri e volgari.
          È più chiaro il concetto, ora ?

          • Palafreniere on

            Posso chiedere che cosa intende con ” la nostra epoca moderna”? da dove comincerebbe? Forse se cita Leopardi si riferisce a quel che è venuto fuori dall’Illuminismo e rivoluzioni americana e francese in poi

    • Enzo, è vero, nessuno di noi può dirsi completamente libero da certi stereotipi ma si sa da un pezzo che la favola del medioevo oscurantista è appunto una favola e seppur ci fossero ombre scure in quel periodo a ben vedere non è che manchino in questo. Prof Masiero, grazie per il bellissimo articolo che mi ha fatto venire una voglia matta di leggere la Summa.
      Mi ricordo che se non nel primo, nel secondo intervento che feci qui, sollevavo il problema del politically correct che mi ha sempre più che turbato, anche perchè vivendo in mezzo agli americani, in qualche modo ho vissuto in anticipo quello che stiamo vivendo oggi, l’ho vissuto due volte (ecco, “l’uomo che visse due volte” sono io ormai sono scoperto).
      Molti anni fa ho scritto una tesina in inglese (stavo frequentando un corso con un giovane studente di medievalistica americano che arrotondava tenendo corsi di inglese) di oltre 30 pagine contro il politically correct basato esclusivamente su Hobbes perchè all’epoca ero hobbesiano.
      Oggi non lo sono più e ho un’idea diversa ma sempre contraria a questa iattura.
      La mia prima considerazione (non dimostrata, trattasi di mia opinione) è che pur se lo gabellano per qualcosa nato da fermenti intellettuali di alcune università americane in effetti di questi fermenti (o vaneggiamenti?) il potere ha individuato velocemente le possibilità, se ne è impadronito, l’ha sviluppato e l’ha usato.
      La seconda è che la distruzione del linguaggio, sradicandolo dalla cultura che l’ha prodotto e la sostituzione dello stesso con parole vuote e spesso ambigue sia funzionale alla distruzione di tutto il tessuto sociale.
      La terza considerazione è che gli utilizzatori (cioè noi) lo adottano principalmente per tre motivi:
      1) per moda, per sentirsi uomini nuovi, moderni.
      2) per paura, per non essere emarginati o stigmatizzati
      3) per paura di sè stessi: ognuno di noi si conosce, o dovrebbe conoscersi, intimamente, quindi ognuno di noi sa i propri limiti, i propri difetti, le proprie virtù. Ora non tutti, anzi mi sa ben pochi, riescono ad accettarsi serenamente, con la conseguente assunzione di responsabilità che ciò comporta, ed un linguaggio fumoso, impreciso, neutrale li aiuta non a riconoscere limiti e difetti e cercare di migliorarli ma a mascherarli fino a trasformare il vizio in normalità se no addirittura in virtù. (non mi riferisco in particolare alla questione gender ma a tutta una serie di questioni, comportamenti e linee di pensiero che imperversano).

      • Dunque, proprio alcuni giorni fa, su questo blog, è stata riportata la notizia che la Prof.ssa De Mari rischia la radiazione dall’ordine dei medici semplicemente per alcune dichiarazioni omofobe (ovviamente giudicate come tali dalle organizzazioni LGBT) pronunciate durante una trasmissione televisiva.
        Ovviamente l’Inquisizione la lasciamo al medioevo retrogrado ed oscurantista.
        Mt. 7:3-5

        • Vittorio Strabelli on

          Mi faccia capire, lei sta paragonando,dagli scranni di questo sito “immondizia”, l’ordine dei medici di Torino all’inquisizione ? Ma vi rendete conto del delirio a cui siete giunti? I giorni scorsi leggevo di Bonaventura (quello che fece bruciare le vite di Francesco precedenti alla sua,dovendo fabbricare la bufala delle stimmate alla Verna),preso a modello di “verità'”….siete veramente alla frutta….

          • Se questo sito sta diventando immondizia è unicamente grazie a persone come lei e il suo compagno di merende Marco Procopio… e sopratutto anche ringraziare l’estrema tolleranza del Prof. Pennetta che nel nome del dialogo e del rispetto delle idee altrui non vuole bannare simili provocatori.
            Invece di frequentare questa immondizia, perché non dedicate meglio il vostro tempo ascoltando Lady Gaga, Kesha e Louise Veronica Ciccone ?
            Impieghereste decisamente meglio il vostro tempo e, contemporaneamente, il livello qualitativo di questo blog ne guadagnerebbe immensamente.
            Addio.

          • Se non scendo al suo infimo livello, è solo ed unicamente per rispetto del Prof. Pennetta e per evitare che questo bellissimo blog non si trasformi in una cloaca.
            Certo che forse anche un intervento di moderazione sarebbe più che opportuno.
            Nel frattempo provvederò a bloccarla immediatamente.

      • Palafreniere on

        Scusa la domanda, Valentino, ma chi sono questi “loro” cui fai riferimento?

        • Questi loro, sono quelli che hanno interesse ad utilizzare ogni strumento per polarizzare e aumentare il proprio potere, schiavizzando l’umanità. Non c’è che l’imbarazzo della scelta, basta guardarsi in torno. Io credo relativamente ai complotti, anche se non possono essere esclusi a priori, ma molto all’avidità e all’opportunismo.

    • Giorgio Masiero on

      Grazie a te, Enzo, per questo blog che hai creato, un raro spazio nella rete di dialogo tra chi cerca la verità.

  6. Enzo Pennetta on

    L’utente Strambelli è stato gentilmente accompagnato alla porta con pedata finale nel fondo schiena.
    La libertà medievale di critica non deve essere confusa con la licenza di offendere e di esternare qualsiasi flatulenza mentale sulle pagine del sito.

    • la constatazione del livello di arroganza e di inciviltà di alcuni personaggi lascia l’amaro in bocca. Non è che si neghi la possibilità di opinioni diverse, anche opposte ma sarebbe auspicabile un comportamento civile e un confronto, anche serrato, ma urbano.
      Mi domando come si faccia a non capire che un comportamento così non giova certo a nessuna causa, nemmeno a quella di chi adotta tale comportamento, anzi squalifica la persona e anche quello che dice. Evidente che questa gente non ha per scopo il confronto di idee alla ricerca di una verità che nessuno di noi possiede ma semplicemente quello di gettare discredito su qualunque visione differente dalla propria con la solita tecnica della reductio ad Hitlerum o di ridicolizzarla con una reductio ad Simplicius.
      Mi pongo un attimo nei panni di un osservatore esterno che capiti qui per caso, magari uno che non mastica molto la materia, che impressione può trarne se non che da una parte vengono esposti argomenti, che può condividere o meno, e dall’altra irrisione e offesa tipiche armi di chi argomenti non ha?
      Davvero, tanto amaro in bocca

    • Alessandro IV Benigni on

      E’ un sito “immondizia”, però, chissà come mai, lo leggono tutti e si precipitano a commentare. Come direbbe un mio amico: logico! 😉

      • Infatti… liberissimi di giudicare questo sito come ‘immondizia’ (giudizio che personalmente non mi trova per nulla d’accordo), però immagino che abbiano anche la piena libertà di frequentare altri blog che a loro più aggradano senza essere minimente costretti a navigare in queste pagine.
        Allora per quale motvo continuare a cliccare all’interno di pagine che, secondo il loro personale giudizio, ritengono decisamente disgustose se non per un puro spirito altamente masochista ?
        Misteri della psiche umana…

  7. Alessandro IV Benigni on

    Questa volta non mi faccio fregare e prima che Enzo chiuda i commenti m’inserisco per fare i miei complimenti all’ottimo lavoro del prof. Masiero. E’ un piacere leggere i suoi scritti, davvero. Grazie.

  8. Mi si consenta un’altra banalità.
    Nel teterrimo medioevo operarono e prosperarono intellettuali e scrittori come Dante, Boccaccio, Angiolieri, Caterina da Siena ecc. la cui cifra non fu certo il politicamente corretto e, soprattutto, la prona riverenza verso i cosiddetti poteri forti.
    Forse perché a quei tempi non c’erano i Social?

    • Palafreniere on

      A me sembra che l’irriverenza verso i cosiddetti poteri forti oggi sia piuttosto a buon mercato. Soprattutto sui social

      • Giorgio Masiero on

        Tommaso chiederebbe a gmtubini e a Palafreniere, per capire se essi abbiano posizioni diverse sui “poteri forti” o invece intendano soggetti diversi: che cosa sono per voi i poteri forti?

        • Palafreniere on

          Devo dire che non so cosa rispondere, dovrei pensarci.
          Se i poteri forti sono intesi come individui e/o associazioni più o meno segrete ( chessò il Bilderberg ad esempio) ritenute le detentrici delle redini del mondo , allora io credo che i poteri forti non esistano.
          Se invece s’intende persone istituzioni interessi economici dalla grande sfera e capacità d’influenza, che come possono tentano, spesso fallendo, d’influenzare qui e là l’opinione pubblica e di controllare gli accadimenti anche a livello mondiale sì, i poteri forti potrebbero esistere.
          In questo secondo caso però, essi sarebbero molteplici, e il più delle volte in lotta gli uni con gli altri, il che ridurrebbe la capacità d’influenza e d’indirizzo di ciascuno. Questo secondo me alle ore 18 e 56 del giorno 29 gennaio 2017, non sia mai che poi cambi idea

          • Giorgio Masiero on

            Tommaso avrebbe obiettato a gmtubini in maniera diversa e, secondo me, più adatta ad un dialogo rispettoso e costruttivo, Palafreniere. Non si sarebbe posto dopo la domanda su chi siano questi poteri forti, se davvero esistano, ecc., ma avrebbe chiesto prima a gmtubini quali egli intendesse, ecc., ecc.

  9. Palafreniere on

    C’è un libro di Alessandro Barbero ” Donne, madonne, mercanti e cavalieri” in cui emerge la libertà di discorso di certi periodi medievali. Che poi si perderà con l’istituzione dell’Indice dei libri proibiti e il Sant’Uffizio. In questo senso è interessante ” Il formaggio e i vermi” di Carlo Ginzburg

    • Giorgio Masiero on

      L’Indice e il Sant’Uffizio non appartengono al Medioevo, ma sono due istituzioni della Chiesa Cattolica, create nell’era moderna, dopo gli scismi. Che esse abbiano causato perdita di libertà in generale, invece che solo separato l’ortodossia dall’eresia in campo teologico, è qui un argomento OT: esso sarebbe da approfondirsi, anche con riguardo alla contestualizzazione delle vicende politiche e alle costituzioni degli stati europei di allora, cattolici e protestanti e ai loro rapporti.

      • Palafreniere on

        No io mi riferivo proprio alla perdità di libertà di discorso( o magari, più precisamente, di quel livello di libertà di discorso), nel senso di speculazione e confronto su temi anche teologici e filosofici. In questo senso, credo, Sant’Uffizio e Indice hanno inciso. ” che poi si perderà..” al di fuori dell’epoca storica che noi indichiamo come Medioevo, chiaramente.

        • Giorgio Masiero on

          Perché “no, io mi riferivo…”, Palafreniere? Si era capito cosa Lei intendesse, ed io l’avevo ripetuto con le parole “perdita di libertà in generale”, dove intendevo sia le Sue libertà di discorso, speculazione,…, sia la libertà fisica e della stessa vita! Io ho solo specificato (per i nostri lettori distratti) che Indice e Sant’Uffizio vennero secoli dopo la fine del Medioevo, vennero dopo gli scismi della cattolicità e andrebbero valutati sotto aspetti storici complessivi, dai quali si ricaverebbe – a mio avviso – che forse, alla fine, non sono stati quegli strumenti di repressione della libertà che si racconta. Tutto qua. Ma il discorso è lungo, e soprattutto OT, in questo luogo.

    • Giorgio Masiero on

      Grazie, Butta.
      Dunque il sindacato inglese dei medici “invita” i medici a non chiamare “madri incinte” le donne in attesa, per non offendere i trans, in nome del politically correct!

  10. Pingback: Questione di metodo – Silvana De Mari Community

Exit mobile version