Evoluzione: Pikaia in difficoltà si affida all’argomento fantoccio

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Quando i neo-darwinisti non sanno cosa rispondere si rivolgono al ‘fantoccio’, fanno finta che l’interlocutore sia un avversario di comodo col quale vincere facile.

E’ a firma di Marco Ferrari la prima reazione di Pikaia alla pubblicazione della TRE, un articolo intitolato “Se Darwin diventa un bersaglio“, una ipotesi che esiste solo nella mente di Farrari & Co.

La firma di Focus-Pikaia vede anche altre cose che con la realtà dei fatti hanno poco a che fare, e lo dimostra dalle prime righe:

…l’idea fondante della biologia è Darwin.

Cioè Darwin sarebbe addirittura il fondamento della biologia, con tanti saluti a Francesco Redi, Robert Hooke, Lazzaro Spallanzani, Needham e Buffon, Theodor Schwann, Louis Pasteur, Gregor Mendel e tanti altri coi quali mi scuso se per brevità non riporto il nome. Un’affermazione questa che ci fa capire che se c’è qualcuno che ha il chiodo fisso di Darwin questi sono i neo-darwinisti.

L’articolo dopo aver proseguito con una corretta esposizione del percorso della teoria darwiniana originale, con tanto di pregevole riferimento all’eclissi del darwinismo causato dalle leggi di Mendel, finisce con l’ammettere che tutti, sostenitori e oppositori, per questioni di semplicità parlano della teoria dell’evoluzione come di teoria di Darwin, la cosa curiosa è però che mentre per i sostenitori questo sarebbe accettabile, solo per gli oppositori no:

Il problema principale, però, è che questo utilizzo approssimativo è diventato un’arma nella mani di coloro considerano l’evoluzione come un edificio sul punto di crollare, a cui serve solo qualche colpetto per trasformarsi in polvere.

Le ragioni per cui vogliono far scomparire uno dei più importanti “mezzi di conoscenza” della realtà sono tante e complesse, e non sempre hanno a che fare con la religione.

Ed ecco che nell’analisi le conclusioni che giungono sono solo dei pregiudizi dell’autore, e quindi non sono conclusioni ma preconcetti. Ferrari infatti si fa giudice delle intenzioni altrui, nella sua visione assai poco scientificamente anziché entrare negli argomenti si afferma che le critiche a quello che in modo francamente molto eccessivo viene definito uno dei più importanti “mezzi di conoscenza” sono dettate da motivi estranei alla ragione e complottisticamente afferma che vogliono far scomparire uno dei più importanti “mezzi di conoscenza”.

E così, dopo un lungo giro si arriva a quello che sin dall’inizio era il bersaglio del’articolo, e cioè la pubblicazione su una rivista scientifica della TRE di Achille Damasco:

Gli antidarwinisti e/o antievoluzionisti (la loro tassonomia è lunga e complessa e si trasforma nel tempo) usano le citazioni di Darwin come figura cardine della complessa spiegazione del processo evolutivo, dimenticando (volutamente ?) tutto ciò che è venuto dopo. In parte, ovviamente, per attirare l’attenzione della stampa, in parte perché Darwin è, psicologicamente, un facile bersaglio su cui costruire la critica alla teoria.

Un esempio tipico del doppio binario tra l’approccio scientifico e quello comunicativo all’evoluzione, e dell’utilizzo del nome di Darwin, è l’ultima “teoria” che lo smentisce, opera di un giovane fisico, Achille Damasco.

Divertendosi ad inventare una tassonomia antidarwinista il nostro non si avvede che lo stesso si può fare con quella opposta che si dirama in darwinista / neo-darwinista / sintesimodernista / equilibriopunteggista / evodevista ecc… (questo sì che è un bel cespuglio).

Una volta chiarito il bersaglio, per il nostro giunge il momento di ricorrere a non-argomenti denigratori, una tattica che non sorprende davvero nessuno:

..i termini tuttora usati per commentare qualsiasi intervento che sia anche solo sospettato di alimentare lo spirito critico nei confronti del darwinismo “trasudano” di solito pregiudizio e talvolta derisione, fino a raggiungere (a volte oltrepassandolo, come denunciava il paleontologo Stephen Jay Gould) il limite dell’insulto.

Da “Inchiesta sul darwinismo”, E. Pennetta – 2011

Ecco infatti cosa dice l’articolo riguardo la TRE:

L’articolo originale è stato pubblicato su una rivista di fisica, Physica A, con un Impact Factor piuttosto basso. In maniera piuttosto confusa, a detta di alcuni evoluzionisti, dovrebbe costruire un modello di evoluzione che spiega l’origine delle specie come risultato dell’interazione tra oscillazioni delle condizioni ambientali e genoma medio di una specie, o di una popolazione.

L’analisi del paper è complessa non perché la matematica e il modello su cui si basa siano articolati e profondi, ma perché la conoscenza della biologia e della storia della teoria da parte degli autori è piuttosto carente e l’elaborazione difficile da districare. Ancora una volta, non è questo che conta, ma la differenza di trattamento e la diversità nella comunicazione.

Viene criticata la rivista internazionale sulla quale l’articolo è stato scritto, viene definito confuso (o forse chi l’ha letto non avendoci capito molto con ben poca umiltà lo vede così), allo stesso modo la matematica viene definita poco profonda e la conoscenza della biologia carente. Come si vede sono tutti giudizi senza analisi specifica e quindi si tratta di attacchi ingiustificati. Ma poi si ammette che nel paper il nome di Darwin non compare mai e che esso è saltato fuori in articoli di giornale, proprio lo stesso uso che viene giustificato quando se ne parla a favore.

Il resto è una carrellata di argomenti fantoccio che lascio al lettore individuare, la conclusione è sempre la stessa, i sostenitori del neo-darwinismo rifuggono il confronto:

Alcuni consigliano invece di continuare a comunicare come se niente fosse, e ignorare totalmente le distorsioni degli antievoluzionisti. In fondo una figura retorica non ha mai fatto male a nessuno, e chi capisce ciò di cui si parla non si fa sviare. E poi, come mi dice un vecchio collega a proposito degli impostori (come Wilson e altri): “Essere citato aumenta la sua fama”.

Questa tattica non potrà però per loro essere conveniente ancora a lungo, sempre più persone si rendono conto delle debolezze delle loro posizioni, sempre più, e molto è dovuto all’azione di CS, emerge presso sociologi ed economisti quanto il darwinismo sia prevalentemente un supporto ad un determinato modello socioeconomico, l’altezzosità dei rifiuti di confronto appare quindi sempre più chiaramente per quella che è: una timorosa ritirata.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

20 commenti

  1. Tra i fondatori della biologia (e della genetica) aggiungerei Maupertuis (1698-1759), citazione da “Systeme de la nature”:

    “Ne pourrait-on pas expliquer par la’ comment de deux seuls individus la multiplication des especes les plus dissemblables aient pu s’ensuivre?
    Elles n’auroient du leur premiere origine qu’a quelques productions fortuites, dans lesquelles les parties elementaires n’auroient pas retenu l’ordre qu’elles tenaient dans les animaux peres et meres: chaque degree d’erreur aurait fait une nouvelle espece: et a’ force d’ecarts repetes seroit venue la diversite’ infinie des animaux que nous voyons aujourd’hui.”

    “Non e` forse possibile spiegare in questo modo come, da due soli individui, sia stata possibile una moltiplicazione di tante specie diverse, cosi` dissimili tra loro?

    La loro nascita, cioe`, non sarebbe altro che il risultato di una produzione casuale, in cui le costituenti elementari [passando alla prole] avrebbero perso il criterio che serbavano nel padre e nella madre; ogni grado di errore avrebbe generato una nuova specie: e a forza di scarti ripetuti sarebbe nata tutta la diversita` infinita di animali che noi osserviamo al giorno d’oggi.”

    • Enzo Pennetta on

      Questa citazione toglierebbe ad Erasmus Darwin il fatto di essere stato il primo a parlare di un antenato comune.
      Non solo Charles se la passa male ma anche il nonno…

  2. Fabio Vomiero on

    Tutti ormai conoscono le mie posizioni riguardo alla scienza (basta leggere i miei articoli) e riguardo all’evoluzione e alla teoria dell’evoluzione. Ciò non significa però che le mie convinzioni e/o competenze non possano subire modifiche o evoluzioni nel tempo, con l’acquisizione di nuova informazione e libera riflessione. Per esempio io fino a circa 7-8 anni fa ero abbastanza scettico sul cambiamento climatico antropico, poi con lo studio più profondo e la riflessione logica nell’interpretazione dei dati, sono giunto a cambiare opinione ed ora ritengo, con cognizione di causa, che purtroppo le attività umane contino abbastanza nell’economia del riscaldamento globale. Ora, tornando alla teoria dell’evoluzione, il motivo per cui io tenda a “difendere” questo programma di ricerca così vasto e quindi molto incompleto certamente, ma così fondamentale e centrale per tutta la biologia, nella mia più completa libertà di pensiero (non ho nessuna tessera/partito/professione/interesse/ideologia/religione da difendere) dipende soltanto dal fatto che trovo questo programma di ricerca interdisciplinare molto interessante e fecondo dal punto di vista scientifico, e che ha peraltro sviluppato una teoria, sicuramente come detto ancora incompleta, ma che certamente rappresenta, ad oggi, la forma più convincente, logica e coerente per spiegare il fatto scientifico dell’evoluzione. Detto questo, però, sono anche interessato a capire bene i reali motivi per cui persone intelligenti e colte come alcuni autori e lettori di CS possano dare all’attuale teoria dell’evoluzione una chiave di lettura molto diversa dalla mia e da quella scientifica corrente. Allora propongo, magari riferendomi alle grandi capacità analitiche del prof.Pennetta o del prof.Masiero o di qualcun altro, sarebbe possibile stilare e pubblicare un bell’articolo completo, sintetico, in cui siano bene ordinate, evidenziate ed analizzate, soltanto dal punto di vista tecnico e scientifico, le più importanti critiche all’attuale teoria dell’evoluzione? Dico soltanto dal punto di vista scientifico, perché se introduciamo anche le tesi legate agli aspetti sociologici a mio avviso entriamo in un mondo completamente differente e dal quale non se ne esce più. Mi scuso per l’eventuale OT, grazie.

    • Giorgio Masiero on

      CS è un blog libero, con opinioni composite di chi vi scrive. Anche, ma non solo, sul darwinismo.
      Ho descritto dettagliatamente la mia posizione sull’evoluzione biologica e sul darwinismo in particolare nei 3 articoli La vita è fisica 1, 2 e 3.

    • Dico soltanto dal punto di vista scientifico

      Purtroppo si dovrebbe incominciare per definire cosa é un punto di vista scientifico e cosa no. E questo sarebbe un discorso non scientifico.

  3. 1) Il punto centrale dell’articolo di Ferrari mi pare molto chiaro e condivisibile: “Ascrivere a Darwin l’intera responsabilità della complessa teoria dell’evoluzione è un messaggio incompleto e fuorviante che può poi trasformarsi in qualcosa di più pericoloso.” Ferrari si chiede come parlare di evoluzione in maniera corretta, citando i meccanismi darwiniani quando è necessario ma senza tirare sempre di mezzo il naturalista inglese, e senza creare facili sponde per le critiche ideologiche (la cui esistenza spero nessuno vorrà negare).
    2) Anche l’analisi della retorica di “Darwin ha sbagliato”, molto utile per i titolisti dei giornali e per chi vuole acchiappare clic in rete, mi sembra molto sensata. È innegabile, come scrive Ferrari, che “l’evoluzione (e spesso tutta la scienza) siano trattate in modo così trasandato sui mezzi di comunicazione.” Cosa che mi sembra anche CS sostenga.
    3) Ferrari viene accusato di essersi divertito a “inventare una tassonomia antidarwinista”, ma una simile tassonomia esiste e mi pare che la distinzione fra antievoluzionisti e antidarwinisti, con tutte le sfumature del caso, sia stata più volte invocata proprio da CS. Come pure il fatto che, come sostiene l’articolo di Focus, le critiche al darwinismo “non sempre hanno a che fare con la religione”.
    4) Non mi è chiaro quali sarebbe i “non-argomenti denigratori”, “gli attacchi ingiustificati”, i segni di “derisione” che rasentano il “limite dell’insulto”. Nell’articolo di Focus c’è scritto che il modello Damasco-Giuliani è confuso e basato su una conoscenza carente della biologia e della storia della teoria. Si può essere d’accordo o meno ma definirli insulti è quantomeno esagerato. Se questi sono insulti, cosa bisognerebbe dire di quello che certi autori di CS scrivono sulla teoria dell’evoluzione, fra accuse di manipolazioni dei dati, menzogne e falsità varie?
    Suvvia, vediamo di chiamare le cose con il loro nome… 😉
    5) Di dubbi e perplessità su diversi aspetti biologici del modello Damasco-Giuliani (non lo chiamo TRE perché non è una teoria, come hanno ammesso i suoi stessi autori nel paper) ne sono stati espressi tanti anche qui su CS e finora non hanno ancora avuto risposta.
    6) Anche in questo post, poi, si riconosce che “nel paper [di Damasco e Giuliani] il nome di Darwin non compare mai e che esso è saltato fuori in articoli di giornale”. Questo è un punto interessante, visto che nelle interviste a Damasco puntualmente si parla di superamento di Darwin, di nuova teoria pronta a sostituire quella darwiniana, eccetera eccetera. Tutte cose di cui nel paper non c’è neanche l’ombra, ma che nella sua divulgazione vengono proclamate a gran voce. Come mai CS, sempre attenta alle esagerazioni della comunicazione, non ha nulla da dire a riguardo? La distorsione delle notizie è da condannare solo quando la fanno gli altri?
    7) Trovo interessante la richiesta di Vomiero, sarebbe utile avere un articolo tecnico scientifico sulle critiche alla teoria attuale, che riassuma le posizioni di alcuni autori di CS supportandole con riferimenti e prove. Com’è naturale, insomma, nel dibattito scientifico. Il tutto ovviamente lasciando fuori dalla porta sospetti e insinuazioni riguardo all’uso politico/ideologico/filosofico della teoria.

    • Enzo Pennetta on

      1) Il punto centrale dell’articolo di Ferrari mi pare molto chiaro: fare un lungo giro per attaccare la TRE.
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      2) Anche l’analisi della retorica di “Darwin ha sbagliato”, è un tentativo di sviare il discorso, lo stesso Massimo Piattelli Palmarini usò Darwin in “Gli errori di Darwin” e nel caso della TRE il nome di Darwin è stato usato solo in articoli giornalistici. Il motivo di queste scelte è da ascrivere unicamente al fatto che sono gli stessi evoluzionisti ad usarlo a piene mani. Il culto stesso della persona promosso attraverso i Darwin Day pone la figura di Darwin al centro dei discorsi sull’evoluzione: fatevi tutti i Darwin Day che volete ma poi abbiate la decenza di non venire a cazziare chi usa il nome di Darwin in modo uguale e contrario.
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      3) “Ferrari viene accusato di essersi divertito a “inventare una tassonomia antidarwinista”, ma una simile tassonomia esiste adesso anche la tassonomia antidarwinista che “esiste”, ma per favore… è un’invenzione di Ferrari alla quale ho replicato che se davvero esiste ne esiste anche una darwinista.
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      4) Riguardo gli argomenti denigratori vedo che evidentemente dire ad uno scienziato che l’argomento sul quale ha pubblicato non lo conosce senza entrare nel dettaglio cosa è? Una critica ragionata non mi sembra, e allora cosa?
      Poi insinuare che Physica-A abbia un impact factor basso che razza di critica è?
      Denigrazione, solo denigrazione.
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      5) Di dubbi e perplessità ce ne sono molti di più sulla teoria neo-darwiniana.
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      6) Su questo punto ho risposto al n°2.

      7) Le posizioni degli autori di CS sono presenti in centinaia di articoli. Le prove sono un problema che va ribaltato nel campo opposto vista l’assenza di prove della teoria neo-darwinista.

      • 1) Perché vuole a tutti i costi vedere solo l’attacco a un modello che lei sostiene, ignorando tutto il resto della riflessione? Capisco che l’idea di “attacco da parte dell’establishment” faccia parte di una ben precisa narrazione che a lei piace molto, ma è innegabile che l’articolo di Ferrari analizzi un problema di comunicazione. All’interno del quale poi c’è anche la critica al modello Damasco-Giuliani, in quanto esempio più recente di questo problema.
        2) Sviare il discorso? Ferrari è il primo a riconoscere che l’uso continuo di Darwin è “un eccesso di semplificazione” e afferma che “Come ogni scorciatoia terminologica, anche questa ha i suoi aspetti utili e altri dannosi. Va usata dove e quando serve.”
        Che poi, mi scusi, ma quando scrive “abbiate la decenza di non venire a cazziare chi usa il nome di Darwin in modo uguale e contrario”, sta ammettendo di usare il nome di Darwin in maniera impropria, ma si sente giustificato dal farlo poiché anche i darwinisti lo fanno?
        3) Ma come, dopo aver scritto più e più volte che gli antidarwinisti non sono tutti uguali, nega tutto? Ci sono antievoluzionisti creazionisti di diverso tipo, antidarwinisti creazionisti, antidarwinisti cripto-creazionisti, antidarwinisti religiosi, antidarwinisti laici, antidarwinisti filosofici e via dicendo.
        E comunque non vedo cosa ci sia di male anche in una “tassonomia darwinista”…
        4) Se uno scienziato scrive cose sbagliate in un paper cosa bisogna fare? Non dire nulla perché se no è denigrazione? Denigrazione è accusare scienziati e ricercatori di manipolazione dei dati, falsità, censura delle opinioni discordanti.
        Se lo scopo dell’articolo fosse stata la critica del modello lei avrebbe ragione sulla mancanza di dettagli ma, ripeto, lo scopo dell’articolo era una riflessione sulla comunicazione dell’evoluzione. Nella maggior parte degli articoli di CS si parte dal presupposto — dato per scontato — che la teoria neodarwiniana è sbagliata, non scientifica, scientifica solo a metà, un’invenzione dei poteri dominanti eccetera. Non è che ogni volta lei o qualcuno degli altri autori rispiega da capo il perché e il percome.
        5) Quindi, siccome secondo lei ci sono molti più dubbi sulla teoria neodarwiniana, si può non rispondere a quelli riguardanti il modello Damasco-Giuliani?
        Questo sì che è sviare il discorso.
        6) Lei ha scritto che “nel caso della TRE il nome di Darwin è stato usato solo in articoli giornalistici”. Però né lei né altri autori di CS, sempre attenti a criticare ogni minima sbavatura nella comunicazione altrui, hanno mai criticato queste palesi esagerazioni. Non ha mai avuto da ridire su articoli in cui — impropriamente — si parlava di “rivoluzione della teoria dell’evoluzione”, “Darwin che ha sbagliato tutto”, “nuovo paradigma dell’evoluzione” e via dicendo. Anzi, alcuni li ha addirittura condivisi. Come mai? Vale sempre la logica per cui, se lo fanno gli altri allora lo faccio anch’io? Oppure, come sostenevo nel commento precedente, la “pubblicità giornalistica” è da condannare solo quando la fanno gli altri?
        7) No, Pennetta, se lei critica una teoria accettata dalla comunità scientifica, è lei a dover fornire le prove. Ribaltare l’onere della prova è una fallacia logica. Se io andassi in giro a dire che la teoria della relatività è sbagliata e pretendessi le prove, gli scienziati (e anche CS, probabilmente) mi riderebbero dietro. Giustamente.
        Le posizioni degli autori di CS sono presenti in molti post su questo blog. Dove peraltro spesso si scivola dalla critica “scientifica” a quella sociologica/politica/filosofica. Io, e credo anche Vomiero, mi riferisco ad articoli scientifici con citazioni e prove e osservazioni.

        • paolo magris on

          Gentile Greylines, mi sembra che lei faccia confusione, quando dice che , dato
          che il darwinismo è una teoria “accettata dalla comunità scientifica”, chi la
          rigetta dovrebbe portare delle “prove”.
          Il darwinismo è contestato da
          autorevolissimi scienziati, alcuni dei quali addirittura dei mostri sacri :
          cito ad esempio Lynn Margulis, che ha scommesso che entro pochi anni il
          darwinismo sarà ricordato come “setta religiosa minoritaria, nata all’interno
          della biologia anglosassone, Micheal Denton , che ha scritto che la possibilità
          che la “complessità biologica sia dovuta ad un meccanismo darwiniano, sfida
          persino il senso comune , oltre che la scienza”; Denis Noble ha invocato la
          necessità di integrale “replacement “del darwinismo e l’elenco potrebbe
          continuare. E
          fronte di tutto ciò, unitamente alle personali perplessità, non sarei
          autorizzato a rigettare il darwinismo, se non portando “prove”?

          Più in
          generale ,chiedere ogni volta pubblicazioni scientifiche a fondamento della
          critiche all’evoluzionismo è fuorviante: quandi si parla di epistemologia non
          condivisa, tutti sono autorizzati a ritirare il proprio supporto, quand’anche
          si trattasse del consenso unanime della comunità scientifica. Io ad esempio, il
          darwinsimo puro “random mutations – natural selection” non lo riterrei valido nemmeno “se fosse vero”: se anche fosse vero ( e non ci credo) che la
          nuova informazione sia scaturita da mutazioni random , non mi spiegherebbe
          nulla, cosi come nulla mi spiegherebbe, sulla poesia, sapere che la divina
          commedia è stata scritta da una scimmia alla macchina da scrivere.
          In questo
          caso non condivido la epistemologia di base: possono portarmi tutti paper del
          mondo, ma non cambierebbe nulla; se tutti gli scienziati condividono una
          epistemologia sbagliata ( e per fortuna non è così), che dire, peggio per
          loro.

          • Fabio Vomiero on

            Paolo, le volevo chiedere, a parte che citare qualche scienziato antidarwinista è come citare quello sparuto gruppo di scienziati che si oppone alla teoria del riscaldamento antropico, stiamo parlando quindi di un’estrema minoranza, ma lei, oltre il “randon mutations-natural selection” che ha citato e gli altri meccanismi proposti dall’attuale teoria dell’evoluzione, ha qualche altra spiegazione/tesi/teoria che possa descrivere meglio il fenomeno dell’evoluzione biologica? Guardi che la mia è una domanda di pura curiosità intellettuale, senza alcuna venatura polemica.

          • paolo magris on

            Gentile Fabio,
            se lei ritiene che pensare che l’incredibile problema posto dalla nascita e dalla sviluppo della vita non sia stato ancora spiegato, equivalga a negare l’evidenza, come quelli che negano il riscaldamento globale, beh, è libero di farlo, io non lo condivido. Io personalmente credo due cose:
            -la nascita e lo sviluppo della complessità biologica non sono spiegate, in modo plausibile, da nessuna teoria, che sarebbe meglio derubricare a lodevolissime e utili ipotesi;
            -gran parte dell’evoluzionismo, in particolare il darwinismo, sta vacillando sotto il peso delle sue contraddizioni, che sono innumerevoli; mi lasci parlare a “istinto “ : le voci critiche, anche se ancora minoritarie, si moltiplicano come funghi, c’è aria di “rivoluzione scientifica”, si capisce cioè, meglio si “sente” che un’intera cosmogonia ha i giorni contati.

          • Gentile Magris,
            La ringrazio per aver finalmente portato nella discussione qualche nome di scienziato che ha effettivamente studiato l’evoluzione, come Lynn Margulis e Denis Noble. Entrambi sono effettivamente molto critici nei confronti della Sintesi Moderna, Lynn Margulis ha proposto la teoria dell’ologenoma e Noble è uno dei sostenitori della Sintesi Estesa (che purtroppo qui su CS è da molti considerata inutile).
            Personalmente sono molto affascinato da alcune loro proposte, in particolare quella di Margulis sull’endosimbiosi, e dalla loro critica all’approccio fortemente gene-centrico di alcuni sostenitori della Sintesi Moderna. Nonostante il mio grande interesse per le loro ipotesi, devo riconoscere che non è ancora chiaro quale sia l’effettivo peso nel processo evolutivo dei meccanismi da loro ipotizzati. Questo significa che le loro idee, proposte e linee di ricerca sono tutt’altro che disprezzate, censurate, derise e dogmaticamente ignorate dal resto degli studiosi dell’evoluzione: anzi, il loro contributo al dibattito scientifico su questo argomento è fondamentale! Se lei aprisse un buon testo universitario sull’evoluzione (suggerisco quello curato da Marco Ferraguti), troverà citati i loro contributi. E anche il tanto bistrattato (da queste parti) Pikaia non ha mai mancato di celebrare la statura scientifica di un personaggio come Lynn Margulis.
            Il che conferma che la teoria non è un monolite dogmatico come qualcuno ama descriverla. È un programma di ricerca che si muove su più strade, comprese quelle che si discostano dalla visione più consolidata.
            Perché comunque, al momento, la visione più accreditata rimane quella neodarwiniana. E glielo dice uno che spera che venga superata.
            Aggiungo altre osservazioni sparse:
            1) In una discussione scientifica, chiedere prove e pubblicazioni non è mai misleading.
            2) Il neodarwinismo, anche nella forma che a me piace di meno (ossia quella fortemente genecentrica) non è solo e unicamente mutazioni puramente casuali e selezione naturale. Anche perché nessun biologo parla di “puro caso”. Le consiglio al riguardo alcune discussioni in post precedenti che ho avuto con AndreAX. Finché continuerà a considerare il neodarwinismo una teoria basata soltanto su puro caso e selezione naturale (che lei erroneamente ritiene una tautologia), fa bene rifiutarla. Lo farei anch’io.
            3) A proposito di selezione naturale, le faccio notare che Lynn Margulis non la considerava una tautologia. Era convinta che l’evoluzione fosse guidata dalla comparsa di nuovi tratti genetici su cui interviene la selezione naturale. Quello che metteva in discussione erano le modalità con cui compaiono questi nuovi tratti. La frase che lei ha citato sull’assenza di prove era riferita a un caso specifico relativo all’evoluzione di organismi unicellulari, che lei attribuiva principalmente alla simbiosi, e non in generale a tutta la teoria.
            4) Eviterei di accostare i nomi di Margulis e Noble a Michael Denton, la cui critica al darwinismo è chiaramente di natura ideologica, essendo lui un sostenitore dell’ID.
            5) L’epistemologia di base è ben condivisa, visto che tutti coloro che studiano l’evoluzione, inclusi Margulis e Noble (ma esclusi gli ideologi, per ovvi motivi), riconoscono lo status scientifico del neodarwinismo.

  4. Volevo fare i miei complimenti al Prof.Pennetta e a tutti suoi collaboratori, in questo sito ho trovato cose interessanti che mi hanno aperto gli occhi sul dibattito attuale e non, che pervade la scienza evoluzionista.
    Spero tuttavia di non andare troppo OT, ma vorrei fare una domanda al Prof;
    Ho letto spesso, anche nei commenti di questa sezione, che l’evoluzione del cavallo (eoippo) sarebbe una bufala, perchè?
    Un saluto, e grazie ancora per quello che fate

    • Voce nel deserto on

      NGE, provo ad anticipare una possibile risposta: la domanda così posta non ha molto senso se non si specifica cosa si intende con “evoluzione”.
      Potreppe riportare dove avrebbe letto su CS che “l’evoluzione del cavallo ([dall’?]Eoippo) sarebbe una bufala“?
      Magari contestulizzandola si potrebbe risponderle esaustivamente.

    • paolo magris on

      Il tentativo di ricostruire le tappe dell’evoluzione del cavallo, risale al 1874, ed era composto da un assemblaggio confuso ed errato di reperti fossili, tanto che, da moltissimi anni, non ha nessuna credibilità scientifica.
      Un tizio non proprio qualunque come Niles Eldredge, a proposito dei disegni che mostrano la falsa evoluzione del cavallo , li aveva già allora definiti “un deplorevole esempio di menzogna” .
      Purtroppo ancora oggi questi disegni, come quelli di Hackel, campeggiano vittoriosi sui libri di testo; lo stesso Coyne , nelle sue conferenze, ci riccorre a man bassa. C’è da chiedersi perchè i darwinisti, se hanno tante “prove” come affermano, devono riccorrere costantemente a bufale smentite da decenni, vedi il melanismo industriale delle farfalle, altra bufala clamorosa.

      • Ti ringrazio molto paolo, fino a pochi giorni fa un evoluzionista per argomentare le sue tesi mi citava appunto questa benedetta evoluzione del cavallo, ma proprio non riesco a comprendere da che parte stia la verità.
        Sulla tua ultima affermazione non posso che essere d’accordo, gli esempi portati dai darwinisti sono i soliti, finendo per farsi tanti autogol.
        Si dà effettivamente il caso che ben conoscono, della loro stessa teoria.

    • Enzo Pennetta on

      Ringrazio NGE e Paolo Magris per aver risposto alla sua domanda.
      Aggiungo che quella in questione è l’evoluzione lineare del cavallo che fu smentita nel 1951 dal paleontologo George Gaylord Simpson, il quale verificò che il cavallo non è il punto di arrivo dell’evoluzione della linea di equidi come risulta nei grafici; si tratta bensì dell’unico superstite tra diverse linee evolutive.

      • Grazie Professore. Dunque, faccio una breve ricerca su Wiki alla voce Cavallo, e mi trovo: “L’evoluzione del cavallo è cominciata dai 55 ai 45 milioni di anni fa e ha portato dal piccolo Hyracotherium con più dita, al grande animale odierno, a cui rimane un unico dito.”
        Ora, wiki è quella che è, ma possibile che, nonostante tutto, si racconti ancora la stessa storia più o meno con gli stessi termini?
        Dell’Iracoterio si scopre che (sempre su wiki): “È stato per lungo tempo considerato il più antico cavallo”
        E’ stato?
        Mah. C’è qualche altra ipotesi magari di tipo non lineare, sull’evoluzione del cavallo?
        Un saluto

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