Darwin, mito ideologico della società competitiva

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“L’uso che oggi si fa di Darwin è solo apparentemente scientifico.”

Diego Fusaro in un breve video spiega in modo chiaro e sintetico in cosa consista il darwinismo, cioè la valenza ideologica di una teoria sull’evoluzione nata nell’Ottocento a immagine e somiglianza del sistema liberal capitalistico inglese e che da quel momento è stata impiegata a legittimarlo.

 

 

 

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31 commenti

  1. Il Dott.Fusaro,senza dubbio,riesce a giocare bene le sue carte.Personalmente apprezzo molto la sua preparazione.Ma come non fargli presente che il darwinismo,attualmente domina,direi,solo grazie a un certo marxismo.E come non ricordare la simpatia di C.Marx verso “l’ultima ,cioè definitiva dimostrazione scientifica dell’assenza di Dio” ? E perchè non permettersi di ricordagli che,per esempio, in un paese cattolico(si presume “sostenitore dell’esistenza di Dio “) intrecciatosi,contorcendosi, tra un falso laicismo,una fallimentare(anche culturalmente parlando) presenza ,nella stanza dei bottoni, di “cattolici”poco degni di questo titolo(escluso pochissimi) oltre ad eredi “pentiti” di un “comunismo all’italiana”(ma non troppo) il darwinismo si trovi ad essere intoccabile e non criticabile ?ps.il darwinismo perenne baluardo contro ogni superstizione ?

    • Forse perché il darwinismo non ha nulla a che fare, se non per gli ignoranti di teologia come Marx, con l’esistenza/inesistenza di Dio. Io non ho nulla da rimproverare in termini religiosi a tutti i presidenti dell’Accademia Pontificia che si sono succeduti negli ultimi decenni e che erano tutti darwinisti, così come a tutti i cattolici che si dichiarano darwinisti.
      Che il darwinismo sia sfruttato dal capitalismo non mi meraviglia: il capitalismo si adatta meglio di ogni altro sistema economico ad ogni situazione. Solo ingenui come Marx ed Engels, accecati dalla loro ideologia, potevano pensare che gli fosse utile.
      Poi che il darwinismo sia una teoria “scientifica” è tutta un’altra cosa, che dipende dalla definizione che si dà di scienza. Io per esempio, che do alla scienza un ruolo molto stretto e severo, non sono darwinista e vedo il darwinismo solo come un inutile rifugio alla nostra ignoranza su come l’evoluzione sia avvenuta, se è avvenuta.

      • Discendendo da un semplice animale e dimostrandolo “scientificamente” migliaia di anni di religioni,filosofie ecc. sono annullate e cosi il loro immenso potere nelle società degli ultimi 150 anni.Una facile rivoluzione culturale che nel corso di alcuni secoli ha completamente(assieme alla ben più importante Rivoluzione Industriale) trasformato questo nostro povero pianeta.

        • Proprio in quanto “scientifica” una teoria non “dimostra” mai nulla di certo e completo.

          • Decide tutto il nostro “Padrone”(non il massimo per importanza) Tempo.
            Noi abbiamo solo la possibilità di intuire(supporre) quanto una qualche teoria conterà tra cento,mille anni.Le attuali teorie che contano(bastano le dita di una mano per elencarle) sono tutte freschissime,nuovissime(entro pochissimi secoli).

          • Appunto. E allora perché ti preoccupi delle presunte “dimostrazioni” delle teorie scientifiche, se nulla hanno a che fare con la verità? Relax, don’t be afraid…

      • Voce nel deserto on

        I “Cattolici” Darwinisti sono come i Mussulmani omosessuali…
        Navete capito na mazza…

        • Per la loro conversione, i cattolici darwinisti hanno cattolici non darwinisti come te che hanno capito tutto.
          Leggiti il cardinal Newman o San Giovanni Paolo II, e sii più umile…

          • Voce nel deserto on

            Non sono Cattolico.
            Sono solo sveglio e coerente…
            Voi invece sempre a banchettare con Babilonia e a raccontarvi “no ma alla fine non è cosi bagascia dai…”

          • Se non sei cattolico, lascia decidere ai cattolici, e ai papi in primo luogo, sulla coerenza della loro fede. Sulla tua “sveglia e coerenza” io non metto naso.

          • Voce nel deserto on

            Infatti ci sono altri Cattolici, quelli seri, che mi darebbero ragione…
            Cosi come tutti i papi pre-Concilio Vaticano II (a monezza).
            Bergoglio è chiaramente un massone eretico e blasfemo, nemmeno conta…

          • Naturalmente, separi tu, forte della tua auctoritas non-cattolica e super-cattolica, i cattolici “seri” da quelli “eretici e blasfemi”. Grazie dell’expertise gratuita e addio.

        • Quasi superfluo affermare che si possa essere tanto cattolici, quanto sostenitori dell’evoluzionismo. Semplicemente perché è pieno di “cattolici darwinisti”.
          Ben altro discorso è affermare che la dottrina cattolica possa essere in qualche modo compatibile con l’evoluzionismo, salvo snaturarne irreparabilmente il senso profondo. Sebbene anche altissime autorità ecclesiastiche abbiamo improvvidamente tentato di trovare un compromesso.

          Sul tema, Papa Pio XII ha tentato di mettere un freno piuttosto deciso:

          http://w2.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_12081950_humani-generis.html

          • Pio XII parla di “siffatto evoluzionismo”, riferendosi alla concezione filosofica “monistica e panteistica” esplicitata poche righe prima. Io sono evoluzionista, come già San Basilio, ma non sono né monista né panteista, per questo non mi vergogno di chiamarmi cristiana. Se tu preferisci credere alla lettera della Genesi (che Dio abbia tratto un uomo da un grumo di fango e una donna da una sua costola), io non ti critico, potresti perfino aver ragione, perché io giudico le affermazioni di scienza irrelevantissime per la fede; ma ti chiedo altrettanta comprensione per i santi, i teologi e i cristiani comuni che non la pensano come te.
            Forse, Matteo, ti possono essere utili le parole che un epistemologo della levatura di S. Giovanni Paolo II, ha scritto in materia di distinzione tra evoluzionismo scientifico ed evoluzionismo filosofico.

          • Non mi pare di avere specificato le mie credenze, tanto meno di attenermi all’esclusiva interpretazione letterale delle Scritture. Però il passaggio (profondamente simbolico) della creazione di Adamo è fondamentale per cogliere la totale incompatibilità tra la tradizione cattolica e qualsivoglia forma di evoluzionismo partorita nell’epoca moderna.
            A tal proposito e senza polemica, sarei interessato a sapere in che termini San Basilio sarebbe evoluzionista.

          • Io non ho fatto riferimento alle tue credenze, ma al passo che hai citato di Pio XII, per specificarne la tua decontestualizzazione e per aggiungervi l’esegesi di GPII. E sempre senza “improvvidi compromessi”, secondo il tuo dire.
            Quanto al passaggio della Genesi è “simbolico”, appunto. Che poi Dio, per creare l’uomo, si sia servito di un grumo di fango, o che da un filo d’erba abbia messo in moto tutta la creazione come avviene quando con un colpetto si colpisce una trottola (San Basilio) o si sia servito delle leggi della fisica (da lui create) per trasformare una scimmia…, che cosa cambia dal punto di vista religioso?

          • Voce nel deserto on

            Cambia che questo Dio starebbe giocando a fare lo 007 per non farsi mai beccare… mentre invece la Rivelazione afferma chiaramente che pensa che Dio non esiste è EMPIO e NON HA SCUSE perchè la Sua potenza INVISIBILE è manifesta nelle sue OPER…
            Giusto per dirne una fra le tante che si possono citare…
            Chi non crede infatti si appoggia proprio sul fatto che se anche si elimina Dio il giochino naturalista si regge da solo.
            Ecco la conseguenza della teologia del “Dio 007 anti-sgamo perenne“…

            INCOMPATIBILE con la Scriptura, che DEVE essere l’autorità di base che la Traditio non può contraddire…

          • Voce nel deserto on

            “santi” e teologhi che riceveranno una bella sculacciata prima di passare in villeggiatura…

          • Voce nel deserto on

            “Uomo dal fango” è una sua personale ridicolizzazione del verso…
            Bene sputiamo pure su Mosè con la scemenza che “si esprimeva secondo la conoscenza del tempo”…
            Si legga la traduzione di Crombette ottenuta con il copto antico, e poi capirá la favoletta cosa diventa…

            Ma anche “il fango” con un piccolo sforzo mentale potrebbe risultarle meno ridicolo di quanto pensa…

          • Voce nel deserto on

            Tenga presente la la Chiesa di Romana è INFILTRATA DALLA MASSONERIA da un bel po’…

  2. Fabio Vomiero on

    Di Diego Fusaro mi affascina molto la sua dialettica, così estremamente precisa e rigorosa, tant’è vero che ho appena acquistato, ma non ancora letto, il suo “Pensare altrimenti”, voglio verificare se dietro tanta capacità linguistica esista anche un pensiero altrettanto potente. Per potente, di solito io intendo che abbia comunque una necessaria impostazione di tipo scientifico, che sappia cogliere il concreto, che si avvalga di prove, di dati, di dimostrazioni, di logica elementare riproducibile. Il pensiero completamente astratto e relativo, svincolato da ogni logica scientifica, tipico di certa filosofia umanistica, tutti oramai sanno che generalmente è oggetto della mia critica. Riguardo il pezzo specifico, mi pare che, in modo abbastanza caotico, Fusaro confonda chiaramente e intrecci imprudentemente tra di loro aspetti concettuali molto diversi, darwinismo sociale, darwinismo scientifico, ateismo, scientismo. Sul darwinismo sociale, anche se non condivido la radice del termine, perché Darwin non c’entra un bel niente con tutti i problemi della sua e della nostra società, la filosofia umanistica faccia tutta la cagnara che vuole, riguardo invece la sua “dotta” opinione sul darwinismo scientifico, che è quello che, oltre le banalità, a me e alla scienza interessa, forse è meglio stendere un velo pietoso.

    • A me sembra più un autogol.Attacca dritto il Darwinismo( sia sociale sia scientifico) da “sinistra” ? Sono perplesso nell’ascoltare il suo video(già a suo tempo ascoltato).Dimentica particolari molto importante.Troppo importanti.

    • Enzo Pennetta on

      Ho letto Pensare altrimenti, personalmente mi è piaciuto e lo consiglio come testo di rifermento del dissenso.

  3. Enzo Pennetta on

    Mi trovo a dover esporre qui in casa quello che ho scritto nei miei libri a sostegno della posizione di Fusaro con il quale ho avuto modo di parlare di persona e che condivide la tesi esposta nell’Ultimo uomo.
    Marx apprezzò in Darwin la legittimazione del materialismo storico non quella della società capitalista e imperialista inglese, l’analogia tra questa e la natura, con la sua lotta per la sopravvivenza, era per Marx un’analisi esatta solo nell’ottica capitalista ma rappresentava un punto che andava superato perché l’essere umano non si ferma alle leggi di natura valide per gli animali.
    Il vero marxismo è quindi contro il darwinismo sociale ma non può che prenderlo come riferimento in quanto situazione da superare.

    • In Marx vedo un teutonico che non ammette compromessi.Ma con un animo da uomo che sogna una società di Uguali.Dio però se penso a quanti morti ciò ha prodotto ! Ma probabilmente del darwinismo sociale in quei tempi ,Marx, non apprezzò molto la selezione naturale ,intesa come “la legge del più forte”; lasciandola alla “società borghese”.Comunque la sua “selezione naturale” consisteva “nell’uomo “perfetto” “Praticamente senza difetti morali e fisici .Direi un modello “spartano” amalgamato con il modello culturale ateniese.Un sogno ancora da realizzare(forse impossibile).

    • «Il vero marxismo è quindi contro il darwinismo sociale ma non può che prenderlo come riferimento in quanto situazione da superare»

      Sarebbe interessante capire perché, ammesso per vero il materialismo storico, affermare che una situazione qualsiasi debba essere superata. Non sarà, alle volte, che lo stesso fatto della necessità dell’incitazione al superamento è in aperta contraddizione con dottrina in questione?

      In ogni caso, tralasciando per ora queste perplessità, vorrei aggiungere che i germi dell’ineluttabilità del conflitto tra marxismo e (neo)darwinismo si annidano in quella affermazione che costituisce l’elemento culturale caratterizzante il materialismo dialettico: l’affermazione secondo cui l’essenza umana, nella sua realtà, è costituita da un nodo di relazioni sociali nel contesto del divenire storico-dialettico di una materia che, nell’uomo, raggiunge l’autocoscienza di questo divenire (si veda, ad es., la sesta delle “Tesi su Feuerbach”). Ammessa questa tesi, diventa chiaro che la trasformazione dell’ambiente sociale comporta la modifica completa di comportamenti e mentalità nell’essere umano, data appunto una sua struttura profonda malleabile e quindi infinitamente plasmabile (tramite educazione o rieducazione). Condizione, questa, che aprirebbe le porte al progetto, tipico del pensiero socialdemocratico, di continua perfettibilità umana.

      Ora, non farà difficoltà vedere che nel momento in cui ci si trova davanti ad una teoria dell’evoluzione la quale afferma, piuttosto, che le specie si adattano sì all’ambiente, ma che quest’ultimo è lungi dall’aver un “ruolo pedagogico” o istruttivista (come vogliono le sinistre di ogni tempo) e che le specie, uomo compreso, sono altrettanto lungi dall’avere una struttura plasmabile al modo in cui la si sarebbe voluta al fine di giustificare certe idee, ecco allora che queste ultime si riveleranno infine soltanto illusioni. Peggio ancora, risulterebbero pure ineliminabili (e quindi in ultima istanza da accettare) quei comportamenti competitivi che il marxismo avrebbe sempre voluto estirpare.

      Insomma, per il marxismo, una TdE simile poco si presta. Il (neo)lamarkismo, con quel suo meccanismo di continuo perfezionamento a far da motore allo sviluppo di specie sempre più complesse, invece…

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