Contro lezione sulla cannabis #3: legalizzare aumenta i problemi. Il caso drammatico del Colorado

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Uno degli argomenti del fronte antiproibizionista è che legalizzare non faciliti la diffusione dell’uso.

In Colorado, dove nel 2012 è avvenuta la legalizzazione, le cifre dicono il contrario.

Un frase attribuita a Benjamin Disraeli recita: “Ci sono tre specie di bugie: le bugie, le bugie sfacciate, e le statistiche, riguardo alle conseguenze della legalizzazione della cannabis si possono trovare interpretazioni diametralmente opposte degli stessi dati, per tale motivo ci si soffermerà qui su dati di base legati a date significative rispetto al fenomeno nello stato del Colorado che ne ha approvato la legalizzazione nel 2012 attuandola nel 2014.

Rilevamenti di fonte federale ( The Rocky Mountain High Intensity Drug Trafficking Area ) hanno focalizzato l’attenzione su due date chiave, quella della commercializzazione ad uso medico nel 2008 e quella della legalizzazione ad uso sanitario nel 2014.

Un primo dato che balza all’attenzione è l’incremento del consumo nella fasca di età tra i 12 i 17 anni che ha fatto seguito alla commercializzazione  per usi terapeutici nel 2010 è che si è avuta una ricaduta anche sull’uso della sostanza  per scopi “ricreativi” che ha subito un incremento, nel 2012 l’andamento a livello nazionale ha iniziato a scendere ma nel Colorado è andato crescendo in controtendenza. In questa fascia alla legalizzazione ha fatto seguito una flessione che seguendo un forte incremento ha però comunque lasciato il Colorado ben al di sopra della media nazionale:

Dalle analisi delle urine dei ragazzi tra i 10 e i 17 anni non emerge però la flessione e il fenomeno dell’uso di cannabis emerge in crescita continua da prima del 2010, se non è possibile legare con certezza la commercializzazione e la legalizzazione a tale incremento di certo si può dire che non hanno prodotto un calo:

Altri rilevamenti sono leggermente discordanti, come quello del Colorado Survey che non mostra la flessione:

I dati sugli adolescenti si possono riassumere in una bassa o nulla incidenza della legalizzazione sull’uso, resta un dubbio però riguardo il balzo verificatosi dopo la commercializzazione ad uso terapeutico che induce a pensare che l’aumentata disponibilità abbia anticipato le conseguenze della legalizzazione al momento della commercializzazione.

Riguardo alla presunta scomparsa del traffico illegale, i dati mostrano che gli studenti continuano a fornirsi dagli spacciatori nel 26% dei casi. Da notare che per il 14% anche l’uso terapeutico viene impiegato per alimentare il mercato illecito.

 

Ma il dato più interessante è che col passare del tempo il mercato degli spacciatori riconquista terreno, ecco infatti la situazione solo due anni prima, all’indomani della legalizzazione ad uso ricreativo dove l’approvvigionamento presso gli spacciatori era solamente al 18% e quello da cannabis per uso medico al 4%: la fonte legale è passata in due anni dal 78% al 60% del totale

Diverso è il discorso su fasce di età superiori dove i rilevamenti tra soggetti tra i 18 e i 25 anni lasciano pochi dubbi sul fatto che la legalizzazione  abbia confermato la tendenza alla crescita, da notare che comunque il Colorado con le sue politiche antiproibizioniste si distacca dalla media nazionale per la maggiore accelerazione dei consumi, così come era avvenuto nella fascia di età inferiore:

In quest’altro grafico la contro tendenza sul dato nazionale è evidente:

Riguardo gli adulti è interessante il dato relativo agli incidenti di auto dovuti all’uso di cannabis dove la correlazione con le politiche antiproibizioniste è molto alta, in particolare la legalizzazione ad uso ricreativo ha comportato un cambiamento drammatico:

Più che drammatico l’incremento dell’uso della cannabis tra gli adulti sopra i 25 anni, anche in questo caso sebbene non ci sia correlazione diretta tra le azioni legislative e la diffusione il differenziale tra il Colorado e il resto degli USA è complessivamente in aumento:

In aumento i casi di ricovero legati all’uso di marijuana:

Non diminuiscono ma al contrario aumentano gli arresti legati alla cannabis:

Sono aumentati tutti i genere di crimini e in particolare quelli violenti:

Le piantagioni legali del Colorado sono utilizzate dalla criminalità per spacciare negli altri stati dove non c’è stata la legalizzazione: Why Colorado’s black market for marijuana is booming 4 years after legalization

La cannabis ha effetti motiplicatori sull’uso di altre sostanze come l’acol:

La realtà dei dati si dimostra impietosa verso la propaganda dei sofismi: legalizzare la cannabis non risolve i problemi ma al contrario li aumenta, anche se da alcune parti si sostiene che il caso del Colorado sia stato positivo. Gli unici che risolve sono quelli legati a chi ha interessi nel business che viene stimato attualmente oltre i 6 MLD di Dollari con un potenziale sviluppo fino a 50 MLD nei prossimi dieci anni.

Come detto in un precedente articolo la propaganda a favore delle cannabis somiglia molto a quella a favore del fumo di sigaretta per le donne, in nome di un falso femminismo, ideata da Edward Bernays e pagata dall’industria del tabacco. Stavolta fatta dentro una scuola e sulla TV pubblica.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

3 commenti

  1. Mirko Pascale on

    Salute Professor Pennetta,
    Ritengo che non si abbiano abbastanza elementi per poter dichiarare fallimentare questa tipologia di approccio. Semplicemente perche le variabili in tema sono veramente innumerevoli. Una variabile di non poco conto è sicuramente che il Colorado negli anni posteriori alla legalizzazione ha riscontrato un aumento significativo di visitatori dagli altri stati. Ciò giustificherebbe l aumento di incidenti e via dicendo. D altronde già nel momento in cui si determina una apertura in una tematica sociale enorme come questa si dovrebbe aver considerato come costo o perdita, un notevole incremento nei primi dieci anni di consumazione proprio per il via libera. Ma ad appannaggio di cosa?! Bisogna vedere nel lungo periodo i benefici e non nell immediato. I dati da Lei menzionati dovrebbero essere affiancati ad altri dati relativi ad altre situazioni sociali correlate, altrimenti cosi sono segmentati e incompleti se non controproducenti e fuorvianti, a mio avviso. Inoltre ritengo che una buona ed efficace politica di Rdd (riduzione del danno) sia un fattore decisivo per la riuscita di una strategia a favore di una corretta Regolamentazione delle droghe. Argomento peraltro non inserito nel Suo articolo. È un tema molto importante questo della regolamentazione, che richiede metodo di analisi complessa e complessiva nonché un’apertura mentale notevole. Le ripercussioni potrebbero coinvolgere generazioni future. Gia attualmente, sempre a mio avviso, i danni riferiti alle leggi tuttora in vigore in Italia e ai personaggi che hanno ridicolizzato la situazione, hanno provocato conseguenze che per i prossimi cinquant anni avranno i loro strascichi. Senza contare che le attuali leggi pretendono un sistema capillare funzionante al di sotto e che attualmente l Italia non può garantire assolutamente. Parlo di servizi di assistenza tipo il Ser.t. nel quale arrivano ad oggi segnalazioni di tre anni prima. Di soggetti che nel frattempo potrebbero aver preso qualsiasi strada e potrebbero essere irrecuperabili perche abbandonati. Puntare l attenzione su questo credo sia piu saggio e costruttivo; gli allarmismi non li gradisco, perche sbagliare è umano ma perseverare partendo prevenuti su un determinato argomento non porta ad alcun risultato positivo. Grazie per la possibilita di replica. Cordialmente.

  2. CITAZIONE: “la propaganda a favore delle cannabis somiglia molto a quella a favore del fumo di sigaretta per le donne, in nome di un falso femminismo, ideata da Edward Bernays e pagata dall’industria del tabacco.”
    Pennetta paventa una sorta di manovra del tipo “finestra di Overton”. Il che non mi sento di escludere in altri ambiti.
    E’ quello che successo con la pornografia, la mentalità Gender, gay. E tutto ciò, evoca un angosciante progetto huxleyano.
    Per la cannabis rimangono le mie perplessità già altrove espresse.
    Il rapporto dei benefici della cannabis, quanto ai suoi molteplici usi, è assai maggiore rispetto all’asserito danno del suo semplice fumarla.
    Si trattasse di altri tipi di droga, allora forse si, ma qui non si tratta certo della Soma del “Mondo Nuovo”.

    • Huxley (Aldous) denuncia i germi, già presenti nella società di allora, e ne mette in guardia, certamente non li propugna. Il significato di Soma, lo scrittore, lo espone nella sua ultima opera, L’Isola. “Soma” non è una droga, nel senso usuale del termine.

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