Intervista sulla questione dei “cambiamenti climatici” pubblicata su Oltre la Linea
Abbiamo raggiunto, per un’intervista, Enzo Pennetta, biologo e docente di scienze naturali.
Ormai viviamo in un clima -in senso figurato- in cui non sostenere la teoria del riscaldamento globale equivale quasi ad essere considerati come negazionisti dell’olocausto, ma il mondo scientifico va davvero verso questa direzione?
Il termine “mondo scientifico” attualmente indica più che altro la narrazione mediatica che si svolge sui temi della scienza. Quello a cui assistiamo è una sistematica eliminazione di voci discordanti rispetto a quelle del politicamente corretto. La condizione di chi sostiene ipotesi diverse è simile a quella dei dissidenti nei regimi, basti citare l’annullamento, avvenuto nel novembre 2018, di una conferenza su tesi contrarie al global warming antropico organizzata al Senato e il tentativo di non far svolgere la stessa conferenza all’Università di Roma La Sapienza. Per ottenere questo risultato si è però dovuto prima fare dimenticare il vero significato del metodo scientifico sperimentale.
La scienza sperimentale si riconosce dal fatto che essa fa previsioni che poi possono essere verificate da chiunque. Sui cambiamenti climatici la teoria che attribuisce la causa alle attività umane ha fatto delle previsioni riportate ufficialmente dall’IPCC, l’agenzia ONU per i cambiamenti climatici, che alla prova dei fatti non si sono avverate, quindi secondo il metodo scientifico la teoria sull’origine umana del riscaldamento globale è da ritenersi non valida e si deve cercare una spiegazione diversa.
Nel tuo libro “L’ultimo uomo” indichi i fattori politici, culturali e addirittura religiosi che hanno portato alla nascita del moderno movimento ambientalista, diventato cavallo di battaglia della sinistra post 68 e post marxista.
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2 commenti
Ciao Enzo. Fatico a trovare un nesso logico… A capire come l’ambientalismo possa avere radici nell’impossibilità politica di salvare il proletariato e sia necessariamente una deviazione di quel fallimento sul salvataggio del pianeta…
Il collegamento l’ha fatto per primo Giorgio Israel nel suo “I nemici della scienza”, è una constatazione più che altro, chi fino ad un certo punto lottava per il proletariato si è riorientato verso l’ecologismo.