Catastrofismo, Greta e antisovranismo: un marketing elettorale.

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Recuperare voti tra i giovanissimi facendo leva su argomenti non politici come l’ambiente.
Un marketing d’emergenza per le Europee 2019.

https://www.facebook.com/enzo.pennetta.1/videos/1398806793594657/?t=0

La strumentalizzazione della scienza ai fini di una manipolazione del consenso non è una novità, non mi sorprende quindi che in un’epoca in cui i mezzi mediatici a disposizione sono molti si giochi una carta come l’ambientalismo. 
A questo si aggiunge che fin dalla votazione sulla Brexit si è tracciato un frame volto ad individuare nelle nuove generazioni il voto europeista e in senso lato globalista, e nelle generazioni più grandi e la resistenza in senso opposto. 
Con l’approssimarsi delle elezioni del parlamento europeo se fossi stato un addetto al marketing pro Unione Europea, avrei cercato di catturare proprio il voto delle giovani generazioni che tra l’altro in larga parte tendono a disinteressarsi della politica e a disertare il voto proprio come avvenuto nel caso della Brexit.


Per catturarne l’interesse non avrei puntato sui classici temi della politica, anche perché a rischio di sollevare argomenti piuttosto scomodi e che in vista di un voto pro Unione Europea sarebbe stato meglio non nominare, l’argomento migliore per mobilitare i giovani avrebbe potuto essere uno ad alta carica ideale ed emotiva come ad esempio l’ambiente e il riscaldamento globale. 
Fatto questo, una volta catturato l’interesse dei giovani e averli uniti dietro un personaggio simbolico e altamente catalizzatore, avrei fatto assumere a tale personaggio delle posizioni anti sovraniste legando la battaglia per l’ambiente a quella contro quelle istanze associandole magari, come viene fatto ormai da tempo, ad una funzionale accusa di fascismo.


A questo punto il mix da servire sarebbe stato una associazione tra allarmismo climatico ed esaltazione delle giovanissime generazioni contro le precedenti indicate implicitamente come egoiste, colpevoli, incapaci, un piccolo capolavoro di questo messaggio è andato in onda nel TG1 del 4 maggio, come da video linkato all’inizio del post.
Se poi le generazioni più grandi vengono anche dipinte coe vagamente fasciste, non resterebbe che rimanere in attesa di cogliere una interessante percentuale di voti a favore dei partiti pro Unione Europea il 26 maggio.
Essendo le motivazioni di tale voto non razionali e anzi del tutto emotive, l’unica cosa che ancora servirebbe è un tempo meteorologico particolarmente caldo nel mese di maggio per rafforzare il frame così costruito.


Non sempre però le cose vanno come sperato, e in questi giorni di autunno fuori stagione l’immagine di Greta, con tutte le sue implicazioni, si è eclissata dai video, solo una bolla di caldo africano potrebbe ormai salvare la campagna elettorale, in assenza non resta che appellarsi al sempre valido ‘piove, governo ladro’…

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

18 commenti

  1. Giuseppe Cipriani on

    Ho la sensazione che da noi, giovani o non giovani, piu che lo spauracchio ambiente, funzioneranno alla grande gli spauracchi soliti: clandestini invasori e terroristi, armi da difesa personale, ong al servizio delle tratte di esseri umani… Col condimento di tasse piu basse per tutti e reddito di cittadinanza per abolire la povertà, con quota 100 per liberare dal giogo del lavoro 62enni stanchi che faranno posto a centinaia di migliaia di giovani… Davvero non so quale degli scenari artificialj evocati per accalappiare voti sia peggiore.

    • Enzo Pennetta on

      Senza entrare nel merito di altri unti francamente a me quota 100 cambia la vita e così penso per moltissime persone che non vogliono vivere per lavorare ma lavorare per vivere, ma non volevo fare polemiche su questo, il punto evidenziato è che si tratta di un marketing volto a catturare in modo scorretto il voto dei giovanissimi.

    • Peccato che le ONG siano di fatto dietro quella tratta e non sia uno “spauracchio”.
      Ti consiglio di vederti “Borderless” di Lauren Southern, appena uscirà.

  2. Fabio Vomiero on

    Ma scusate, in che senso l’ambiente (e quindi la sua tutela) non sarebbe un argomento politico?

    • Enzo Pennetta on

      Lo sono, come del resto tutto quello che riguarda la vita delle persone, che rappresentino però uno spartiacque tra movimenti sovranisti e globalisti è falso.

  3. Fabio Vomiero on

    Questo non lo so, ma i temi ambientali rappresentano però certamente, a mio modo di vedere, lo spartiacque tra una visione (e una politica) intelligente, razionale, lungimirante, equilibrata e moderna del mondo ed il suo anacronistico contrario.

  4. Confesso che la difesa della propia CASA(“la propia PATRIA) è un diritto e un dovere (mi riferisco a Trump e non solo) ma non riesco a capire perchè la SALUTE,ciò che ci circonda,gli altri VIVENTI non possono avere le stesse attenzioni.Se cerchiamo di suicidarsi troviamo soluzioni più rapide !!

  5. Questa ha tutte le caratteristiche di una questione di lana caprina, per un verso; per l’altro, nella sua babbana ovvietà, è uno strumento di distrazione e distorsione.
    Che gli organismi, nella loro singolarità, siano una specificazione dell’ambiente; e che, per converso, l’ambiente sia il processo di relazione tra organismi, è talmente ovvio ed evidente che, appunto, l’intera questione appare mistificatrice e manipolatoria.
    Ad un tema così formulato: “… dobbiamo prendersi cura dell’ambiente…”, chi potrebbe ripondere: “No, mai!”
    Resta parimenti ovvio che la dottrina neoliberista è intrinsecamente distruttiva. Di tutto! Dell’umano, dell’animale, del vegetale, del minerale. Se potesse, azzannerebbe anche il Divino, non potendo, lo scimmiotta, ossia si fa scimmia.

  6. Alessandro2 on

    Ho la sensazione che i “sovranisti”, “populisti”, “neo-” o “cripto-fascisti” (o “fascistoidi”, come li definisce fratel Zingaretti) continueranno a guadagnare voti, anche dai giovani. Il buonsenso parla da solo contro omo e trans genderismi, catastrofismi, progetti di sostituzione demografica con popoli incapaci (sì, i-n-c-a-p-a-c-i) di civiltà, esiziali piani di eterna austerità economica, globalismi che annullano confini, pensieri, storia, tradizioni. Il buonsenso, lui solo, contro il bergoglismo dilagante, la fede ridotta a cultura qualunque, a fatto personale di cui quasi vergognarsi. Il buonsenso che, alla fine e nonostante tutto, vincerà.

    A meno che nel frattempo non si aboliscano le emissioni di cobalto: https://bit.ly/2WFqsRz

  7. Sarebbe troppo facile mettere in burletta Zingaretti, la cui stessa faccia sta lì a testimoniare la cripiticità della sua intelligenza. Che un simile sventurato stia a capo di un partito, a corto di consensi, ma non di potere, non è poi una buona notizia.
    L’idea di “popoli incapaci di civiltà” (salvo che non abbia equivocato) può essere fatta propria da chi crede che la sua, quella in cui è nato, ne rappresenti l’eccellenza, e che egli, per il solo appartenervi, sia ipso facto intrinsecamente “capace”. Il che è una delle molte varianti del narcisismo.
    Purtroppo, la Storia ci insegna che tanto siamo intelligenti, quanto stupidi, diversamente, da Caino in giù, non avremmo seguitato a scannarci. Per cui, il saldo tra il più e il meno, finisce per oscillare sempre attorno all’asse dello zero. Alla luce di ciò, se mi si passa un filo di sarcasmo, per determinare chi sia il primo della classe (il più civile, il più e basta), basta ricorrere ad un fulminante aforisma di Flaiano:
    “La stupidità degli altri mi affascina, ma preferisco la mia”.
    Grande Ennio!

  8. Non credo che il saldo di una civiltà che ha prodottto da il gregoriano a Il passero di fuoco si intorno allo zero. E non trovo un`altra da metterle vicino.

  9. Dalla parte dei “numeri positivi”, a quelli da lei citati, si potrebbero aggiungere innumarevoli casi; dalle cattedrali medioevali, al Teorema di Godel, a Teresa D’Avila, ecc… ecc… Fatto rimane che ad ogni alto fa ineluttabilmente riscontro un basso, e quanto più sfolgorante è una luce, tanto più cupa e profonda è la tenebra. Nel saldo di tale processo non hanno pregio le preferenze o i gusti soggettivi; appunto ed incontestabilmente, la legge che regola il divenire cosmico (di cui l’uomo e le sue culture sono parte) non può essere altro che l’equilibrio tra tutti i più e tutti meno, tutti gli alti e tutti i bassi, tutti i pieni e tutti i vuoti. Un’oscillazione, se mi passa l’immagine, attorno all’asse dello zero.
    Nell’universo che abitiamo, così stanno le cose; salvo riuscire a concepire una moneta nella quale la faccia che ci aggrada sia più faccia di quella che non ci aggrada.
    P.s.
    Quanto ad eventuali paragoni tra la Civiltà occidentale (incidentalmente la sua) e altre, potrebbero magari essere azzardati solo dopo studi approfonditi (che richiedono decenni), e meglio ancora una conoscenza diretta e prolungata, di prima mano.
    La cosa certa è che gli abitanti di Petralia Sottana si credono incomparabilmente migliori di quelli di Petralia Soprana. E viveversa. ( E nessuno potrà mai far loro cambiare idea).
    P.s.2
    Ignoro cosa sia il “passero di fuoco”.

    • Ritengo il bilancio della società occidentale ampiamente positivo in confronto con le altre. Di tenebre le altre ne hanno avuto di peggio. Non credo che esista una legge del equilibrio per le culture.
      Con Il passero di fuoco intendevo il balletto con musica di Igor Stravinsky. Mi scusi ho fatto la traduzione dello spagnolo che è come lo conosco. Abito in Argentina.

  10. Grazie per l’informazione su “il passero di fuoco”, mi ha incuriosito.
    Purtroppo stiamo scivolando OT. Dalla sua risposta desumo che non ci capiamo: l’equilibrio, la simmetria, la complementatietà relazionale, sono intrinseci ad ogni processo, di qualsiasi natura, naturale, preternaturale, culturale che sia. Immagini, per analogia, il movimento di un pendolo, l’essenza dell’oscillazione è il suo transitare, dal “positivo” al “negativo” attorno ad un punto neutro. Un pendolo che non torna al “negativo” (qualunque cosa si intenda”) non può esistere.
    Magari approndiremo nella discussione appropriata.
    P.s.
    Mi saluti l’Argentina, il Paese delle donne più belle del mondo.

    • Fabio Vomiero on

      Buonasera dott. FrancescoM. Sono abbastanza concorde con quanto dice nei suoi sempre interessanti commenti, tuttavia mi sentirei di fare, se posso, un appunto sulla sua affermazione:” l’equilibrio, la simmetria, la complementarietà relazionale, sono intrinseci ad ogni processo, di qualsiasi natura, naturale, preternaturale, culturale che sia”. Ora, riguardo i processi preternaturali e culturali non lo so, ma per quanto riguarda i processi fisici e naturali, che sono quelli che conosco meglio, direi che, all’analisi attenta e contestuale, essi si rivelano invece perlopiù costellati di fenomeni asimmetrici (rotture di simmetria), di imperfezione e di equilibri instabili, essenzialmente. Pensi per esempio alla materia e all’antimateria, alla chiralità, all’asimmetria del tempo, o soltanto all’evoluzione biologica. Se tutto fosse in equilibrio non ci sarebbe nemmeno l’evoluzione e non ci sarebbe nemmeno la vita stessa così come la conosciamo.

      • Sono d’accordo con lei, Preg.mo Dr. Vomiero, senza contraddire quanto in precedenza affermato, e che il suo rilievo, pertinente e corretto, mi dà modo di completare. Il punto è questo: é nella rete totale di relazioni che si realizza la perfezione ultima dell’equilibrio, certamente non nei singoli eventi o nei processi locali, se non come eccezione. La legge del particolare, cosa che lei ha correttamente evidenziato, è piuttosto quella dello squilibrio e della mancanza di simmetria; pur con importanti e numerose eccezioni, prevalentemente nel dominio minerale. Non pretendo che lo ricordi, ma a questo tema accennai in uno dei miei due articoli dello scorso anno, su malattia e sofferenza, mi pare il secondo, quando proposi l’immagine del dipinto, che localmente, se osservato da breve distanza, nel dettaglio, può apparire “buio” e incomprensibile, mentre una volta mirato da quella giusta, viene resa comprensibile la ragione di ogni particolare.
        In sintesi, citando a memoria una delle più significative sentenza di René Guènon: “La somma degli squilibri parziali costituisce l’equilibrio totale”*. Il che, fra l’altro, appare evidente, anche percettivamente, a chi schioda la vista dall’orizzonte del proprio naso.
        P.s.*
        Ho sempre pensato che, in questo caso, Guénon non ha usato il sostantivo adatto; più che di somma, si tratterebbe piuttosto di prodotto.
        P.s.2
        Per inciso, una delle principali ragioni dell’infelicità umana è data dalla difficoltà di spostare (o se si vuole focalizzare) la propria coscienza al livello olistico, o in altri termini, dal particolare e relativo, all’Universale e Assoluto. Se vuoi vedere tutto il panorama, devi salire in cima al monte.

  11. Dr. Vomiero,
    il karma incombe, il sistema mi respinge il commento, provo così, speriamo:

    Sono d’accordo con lei, Preg.mo Dr. Vomiero, senza contraddire quanto in precedenza affermato, e che il suo rilievo, pertinente e corretto, mi dà modo di completare. Il punto è questo: é nella rete totale di relazioni che si realizza la perfezione ultima dell’equilibrio, certamente non nei singoli eventi o nei processi locali, se non come eccezione. La legge del particolare, cosa che lei ha correttamente evidenziato, è piuttosto quella dello squilibrio e della mancanza di simmetria; pur con importanti e numerose eccezioni, prevalentemente nel dominio minerale. Non pretendo che lo ricordi, ma a questo tema accennai in uno dei miei due articoli dello scorso anno, su malattia e sofferenza, mi pare il secondo, quando proposi l’immagine del dipinto, che localmente, se osservato da breve distanza, nel dettaglio, può apparire “buio” e incomprensibile, mentre una volta mirato da quella giusta, viene resa comprensibile la ragione di ogni particolare.
    In sintesi, citando a memoria una delle più significative sentenza di René Guènon: “La somma degli squilibri parziali costituisce l’equilibrio totale”*. Il che, fra l’altro, appare evidente, anche percettivamente, a chi schioda la vista dall’orizzonte del proprio naso.
    P.s.*
    Ho sempre pensato che, in questo caso, Guénon non ha usato il sostantivo adatto; più che di somma, si tratterebbe di prodotto.
    P.s.2
    Per inciso, una delle principali ragioni dell’infelicità umana è data dalla difficoltà di spostare (o se si vuole focalizzare) la propria coscienza al livello olistico, o in altri termini, dal particolare e relativo, all’Universale e Assoluto. Se vuoi vedere tutto il panorama, devi salire in cima al monte.

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