Evoluzione: ancora “favole” da personaggi autorevoli

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Il topo e l’elefante: una storia evolutiva tutta da scoprire


“Ci vogliono 24 milioni di generazioni perché un topo diventi come un elefante”.

 

 

Si protesta contro la cancellazione del darwinismo dai programmi delle scuole medie, si grida al degrado del sistema scolastico e contemporaneamente si diffondono notizie che, contrastando con le evidenze fossili e con la ragione, generano ignoranza.

 

Che si tratti di una “favola” devono averlo capito anche quelli del Corriere della Sera, quando due giorni fa, il 7 febbraio 2012, per presentare l’articolo intitolato Un topo può diventare grande come un elefante in 24 milioni di generazioni, hanno scelto l’immagine di Dumbo, il famoso cartone della Disney:

Chi invece sembra prendere la cosa molto sul serio è l’onnipresente Telmo Pievani, che chiamato a commentare la notizia ha affermato:

«Quando i mammiferi hanno trovato il terreno libero dai dinosauri, si sono sviluppati» sottolinea Pievani. Non è andata in questo modo a tutti i mammiferi. Mentre alcuni si dilatavano, altri rimpicciolivano, con una velocità di dieci volte superiore a quella di crescita.

Insomma, quando finalmente i mammiferi non hanno dovuto più nascondersi dai dinosauri hanno potuto ingrandirsi (ovviamente col meccanismo per “caso e selezione”), ma allora perché mai qualcuno ha scelto invece di rimpiccolirsi… e di corsa pure?

E perché poi non l’ha fatto prima quando ciò poteva essere più utile per fuggire dai dinosauri?

“Ignoramus et ignorabimus…”

E l’intervista poi prosegue:

«prendendo in esame i fossili dei mammiferi vissuti dopo l’estinzione dei dinosauri di 65 milioni di anni fa. Quando c’erano i dinosauri, i mammiferi avevano dimensioni ridotte come quelle di un topino o di un topo-ragno. Dopo l’estinzione sono comparsi balene, elefanti e pipistrelli».

 

In definitiva quello che l’articolo vuole comunicarci è che ci vogliono 24 milioni di generazioni per passare ad esempio da topo a elefante e 12 milioni da topo a balena, quello che invece passa in sottofondo è che l’evoluzione è graduale. E qui sta l’inganno.

Come si può affermare che ci vogliono 12 milioni di generazioni per passare dal topo alla balena quando non abbiamo che pochi fossili degli antenati della balena e che la ricostruzione attualmente accettata lascia molto spazio a  speculazioni e ipotesi tutte da verificare? E che dire poi che una volta formati i cetacei, questi siano rimasti invariati per 55 milioni di anni?

In poche parole, quello che sappiamo è che ad un certo punto, 55 milioni di anni fa compaiono le balene, e poiché sono passati circa 20 milioni di anni dall’estinzione dei dinosauri, ci viene detto che ci vogliono 12 milioni di generazioni per passare da topo a balena. Niente viene quindi detto sul fatto che la stasi è la regola nella vita delle specie (con buona pace di S.J. Gould), e che quindi di quei 12 milioni di generazioni la maggior parte non ha prodotto alcun cambiamento.

 

Ma di questo nessuna parola, chi avrà letto l’articolo volterà pagina convinto che l’evoluzione sia graduale… come si pensava ai tempi di Darwin.

 

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

15 commenti

  1. Tralasciando il quando e come i dinosauri si sono estinti,la qual cosa non mette d’accordo veramente in molti,lasciando stare questa cosa,consideriamo alcune cose(si consideri solo come un ‘forte’ aiuto alla credibilità della tde provenga dal fattore tempo):
    Il gradualismo certo passa in sottofondo,sicuramente li c’è un ceto”inganno” in racconti di questo tipo.
    Ora di certo Dawkins,anche Dietelmo presumo,qualsiasi neo-darwinista direbbe che beh nessun topo si è mai trasformato in altro,ovvero
    riprendiamo le parole di Dawkins qua:
    http://www.enzopennetta.it/wordpress/2011/11/richard-dawkins-non-sa-indicare-un-solo-caso-di-evoluzione/
    quelle di quando da una risposta dopo il silenzio…
    Si ascolti cosa dice..
    Quindi topi,elefanti pesci etc son tutte creaure ‘moderne’ che discenderebbero da ”common ancestors”.
    Al di la di quelle specie che son rimaste inalterate nella forma da eoni,diamo un occhiata qua:
    http://whozoo.org/mammals/mammalianphylo.htm
    Un ‘qualcosa’ era un non-topo,un non-pipistrello,un non-armadillo,una non simmia,ma era antenato comune di tutti questi ed anche di marsupiali e elefanti per esempio..ed era una sorta di mammifero.
    Cos’era?Dov’è?Per quanto ha vissuto?quando?
    Quanti di questi antenati comuni e quante forme transitorie mancano nell’albero?Su quali basi,oltre le omologie ed altre implicazioni,si afferma con tale certezza queste cose?
    E qui stanno le balene:
    http://whozoo.org/mammals/Hoof/hoofphylo.html

    Quindi non come convenire con la chiusura dell’articolo:

    “In poche parole, quello che sappiamo è che ad un certo punto, 55 milioni di anni fa compaiono le balene, e poiché sono passati circa 20 milioni di anni dall’estinzione dei dinosauri, ci viene detto che ci vogliono 12 milioni di generazioni per passare da topo a balena. Niente viene quindi detto sul fatto che la stasi è la regola nella vita delle specie (con buona pace di S.J. Gould), e che quindi di quei 12 milioni di generazioni la maggior parte non ha prodotto alcun cambiamento.”
    “Ma di questo nessuna parola, chi avrà letto l’articolo volterà pagina convinto che l’evoluzione sia graduale… come si pensava ai tempi di Darwin.”

    Ma il parallelismo con Dumbo non è così avulso,in molti infatti hanno chiamato la teoria neo-darwiniana una favola per adulti…

  2. L’articolo del Corsera è comunque interessante per inquadrare la tipica inversione nel rapporto osservazione-tesi rispetto a una delle opinioni comuni. Ovvero: a differenza di quanto sosteneva Niccolo nel suo commento controcorrente qualche giorno fa, non è che i fossili confermano l’attuale visione dell’evoluzione, bensì l’opposto – in base ai ritrovamenti fossili si stabilisce l’albero evolutivo. Nessuna polemica sul metodo, solo che bisgnerebbe pesare le parole.

    Ora l’altro aspetto della vicenda: ma non è che si usa lo stesso metodo anche per definire gli aspetti più delicati dell’evoluzione, ovvero i fattori di selezione? L’assenza dei dinosauri ha permesso ad alcuni di crescere, ma altri sono rimpiccioliti, e non solo nelle isole. Forse per sfuggire ai predatori aerei? Probabile. Mi pare che sia vera ogni cosa e il suo contrario. Lunga vita alla selezione naturale!

    • In riferimento alla selezione naturale ed ai fossili come giustamente ricordi Daphnos si parlava qua:
      http://www.enzopennetta.it/wordpress/2012/02/caro-augias-facciamo-tornare-darwin/

      Che possa spingere a seconda dell”ambiente’ anche in direzioni apparentemente opposte la selezione naturale,non è cosa così impensabile,non è tanto lì la mancanza,è che “adatta-o-muori”,se si leggono le risposte fornite a Niccolo si capisce meglio,è un qualcosa applicabile si all’interno della specie,ma fuori?

      A me pare che ci voglia veramente tanta fantasia per andare a delineare questo antenato comune…ancora più che per farlo con le forme transitorie.

      Riguardo a ciò chiarisco,a scanso di equivoci,quanto ho detto qui e su.
      L’antenato comune è esso stesso una ‘forma transitoria’ a suo modo e la -le biforcazioni che si formano da esso sono composite esse stesse da ‘forme transitorie'(sempre secondo la tde eh..)però il mio far riferimento a queste parole era per chiarire meglio ‘immagine,il concetto,gradualismo a tratti o continuato sempre tali cose in fin dei conti che vengono date per accadute..

      • Aggiungerei che i fossili sono talmente pochi che a partire da essi si possono costruire n-storie, e tra queste n-storie, se ne considerano poi solo quelle che si adattano all’ipotesi.

        in questo momento mi viene inoltre da paragonare l’evoluzionismo darwiniano a quelle analisi di Borsa che ricostruiscono con precisione il passato, (ci dicono perché le azioni sono salite o scese) ma non riescono a fornire un modello previsionale soddisfacente su nessuna scala temporale.

        E così, allo stesso modo degli analisti finanziari, gli evoluzionisti neodarwiniani vengono sempre ascoltati, come dei Guru…

        • A questo proposito, l’analisi genetica non permette di evidenziare caratteri comuni, in senso generale, tra specie diverse e quindi di stabilire dei legami di parentela tra di esse?

          Ciao
          Francesco

          P.S. complimenti per il sito!

          • Grazie Francesco,
            come dicevo nell’articolo il problema non è se cisia o meno parentela genetica (non penso che le specie siano venute fuori dal nulla!), ma se l’evoluzione sia graduale per accumulo di “errori”, o segua altri meccanismi.
            In ogni caso parlare di 24 o 12 milioni di generazioni senza specificare che per la maggior parte del tempo le specie sono rimaste invariate, è fuorviante.

          • Già Blyth scriveva:

            “… Ogni specie è essenzialmente distinta e separata da ogni altre specie; altrimenti non sarebbe una specie ma una varietà.Le specie più simili, pertanto, sono solo affini reciprocamente in conseguenza della la somiglianza della loro organizzazione generale.. ”

            Il problema non è dire quanto valgano le varie omologie, genetiche, anatomico-funzionali,biogeografiche etc..
            il problema è affermare pianamente che esse rappresentino un legame di parentela filogenetico,le cui differenze mano a mano sono dovute all’accumulo di ‘errori’.
            Non c’è modo di avvalorare questa cosa,fra le varie cose sulle somiglianze in quei termini si parlava qui per esempio:

            http://www.enzopennetta.it/wordpress/2012/01/cari-lettori-di-pikaia/

            Il fatto è che quella piccola(dove è piccola)% di differenza,quelle diversità fra specie, possono comunque rappresentare un vero e proprio abisso fra esse,si possono constatare e si può prendere atto di diverse cose a sostegno di quella teoria,legate ad essa da un qualche implicazione,ma pretendere che esse siano sufficienti a spiegarne alcuni tratti..si fa qualcosa che è oltre il consentito.
            Questo ne è certamente un esempio.

  3. Se davvero gli antenati dei mammiferi sono diventati balene in 20 milioni d’anni e poi sono rimasti balene per 45 milioni d’anni, sorgono delle perplessità, non vi pare?

    • Infatti, a quanto pare, la selezione è stabilizzante quando stabilizza, direzionale o divergente quando c’è evoluzione… tutto rientra sempre nella teoria.
      Solo che, come faceva osservare Gould, non si spiega come mai la selezione sia stabilizzante anche attraverso le ere glaciali, quando dovrebbero essere favoriti caratteri differenti.

      • Insomma, l’evoluzione fa come vuole, senza una ragione apparente, ma in completo accordo con la teoria evoluzionista. Tutto ciò mi pare privo di scientificità.

      • Bah,diciamo che fra tutto ciò che viene proposto,il credere che una qualche specie sia nata ed abbia avuto la fortuna di poter resistere in una nicchia ecologica, dove veniva stroncato qualsiasi possibile passo evolutivo extra-specie,dove si era raggiunta una tranquillità stabilizzante per una qualche ragione,dove quello stadio evolutivo rappresentava uno stato dal quale non potersi più ‘muovere’, non è certo il punto debole ne la cosa che si fa così fatica a credere.C’è tutto il contorno che ci pensa.
        Mancano prove a sostegno,manca un modello per spiegarla,manca il come…di fatto si prende il paradigma evoluzionstico e a seconda del nuovo dato che arriva si dice:”allora se ciò è così, secondo la teoria allora deve essere successo cosà..”
        Non esiste un qualcosa che possa di fatto confutare la teoria perchè quando si presenta viene ‘letto’ in chiave della teoria stessa…
        Qualora ciò non sia possibile allora il nuovo dato è un errore e viene scartato…
        Eppure la tde nn è un fatto certo..quindi?
        A parole si posson dire tante cose,però per spiegarle ed avvalorarle non si può usare come argomentazioni le omologie e la biogeografia delle specie,la colonna stratigrafica e implicazioni varie e pretendere alla luce di quelle che sia tutto comprovato..di fatto non lo è niente,anzi il problema è che sovente ciò che si porta come prova di fatto è un qualcosa che invece va a togliere valore e credibilità alla teoria ,fa le veci inverse…

        “24 milioni di generazioni per passare ad esempio daun proto-topo ad un elefante e 12 milioni da proto-topo a balena”

        Dove sta la prova di ciò che è stato presente in quei 12-24 Ma?

        Se poi sono “rimasti balene” per 45 milioni d’anni,vabbeh, come ho detto su,fosse dimostrato il resto,ci si potrebbe stare…

        Se per quello la riproduzione dei piccoli mammiferi è più veloce e da più prole,si considerino topi e conigli,rispetto a quella di balene o altri,di fatto le ‘dimensioni contano’,potrebbero esserci più variazioni e più possibiità di passare una qualche selezione naturale etc..
        I problemi son ben altri e ben più grossi e marcati…

        Ma non sono solo elefanti e balene che destano perplessità…pistrelli?Cavalli?

        Un dramma è appunto come dice il proff.Pennetta che:
        “[…]E così, allo stesso modo degli analisti finanziari, gli evoluzionisti neodarwiniani vengono sempre ascoltati, come dei Guru…

  4. Nel suo libro, Il dono di Darwin alla scienza ed alla religione, il Professo Ayala avanza questa argomentazione: ” Il termine casuale significa che le mutazioni non sono orientate verso l’evoluzione, ma avvengono indipendentemente dal fatto che siano nocive o benefiche per gli organismi.
    Alcune sono benefiche, la maggior parte no e solo quelle benefiche sono incorporate negli organismi attraverso la selezione naturale”.
    Cosa mi sapete dire di quest’affermazione? Corrisponde al vero o il Professor Ayala ha calcato un po’ la mano per corroborare la sua teoria?

  5. Grazie mille Leonetto e mi perdoni se a volte faccio domande un po’ banali, ma come ho già avuto modo di puntualizzare non ho una grande preparazione in campo biologico.

    • Mi può dare tranquillamente del tu,a parte questo,domandare è lecito,rispondere è cortesia;nel voler conoscere e togliersi dubbi non c’è ne banalità ne perdita di tempo ma onestà ed intelligenza…è sicuramente meglio ammettere di non sapere e aver desiderio di conoscere che pretendere di sapere e fare figure non ‘splendide’
      imho

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