Quelli che “le Peer Review…”

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Le Peer Review sono degli utili strumenti di pubblicazione dei risultati scientifici.

 

 

Ma non sono indenni da errori e assurdità, quello che riportano non può essere preso come la “verità” e ne è richiesta una lettura critica.

 

 

Quante volte ci siamo sentiti dire “è un risultato pubblicato su una peer review”, con lo stesso tono che usavano i sostenitori di Pitagora e Aristotele mentre pronunciavano i loro “ipse dixit” per troncare le discussioni. Per una strano destino sembra che oggi quel principio di autorità sia invocato da coloro che si dicono contrari al principio di autorità.

Può sembrare un gioco di parole, ma è solo la realtà che ci si trova davanti quando in una discussione scientifica si portano avanti argomenti e ragionamenti e ci si sente rispondere… “sa indicarmi una peer review che sostiene questo?

 Ma la fallacia di questa impostazione si può comprendere applicando questo metodo alla vita quotidiana. Se ad esempio ci trovassimo a dire a un figlio di non mangiare troppa cioccolata perché gli fa male, potrebbe saltare fuori qualcuno a dirci: “no, la cioccolata deve mangiarla perché così può diventare un Nobel“, e alle nostre legittime rimostranze potrebbe risponderci “E’ scritto su una peer review… lei saprebbe indicarmi una peer review che sostiene il contrario?“.

Dramma… non esiste nessuna pubblicazione che neghi quest’affermazione!

 E allora tu potresti cercare di spiegare che lo studio ti sembra un’idiozia… che basta la ragione per smontare quell’assurda affermazione. Ma non c’è niente da fare, l’ha detto la peer review, tu non ne hai un’altra che affermi il contrario e sei disarmato,  se neghi il misterioso potere della cioccolata non sei scientifico.

 Tutto questo purtroppo non è un’invenzione satirica sulle Peer Review, lo studio assurdo sulla correlazione tra consumo di cioccolata e assegnazioni di Premi Nobel esiste davvero. Ma non è tutto, la pubblicazione è avvenuta su una delle più prestigiose riviste scientifiche del mondo, la New England Journal of Medicine, con un articolo Chocolate Consumption, Cognitive Function, and Nobel Laureates.

 La cosa non è sfuggita al prof. Giorgio Israel, che in un articolo apparso sul Foglio e intitolato Il cioccolato e i Nobel dimostrano che la correlazione ammazza la scienza, ha sottolineato le distorsioni a cui può portare questa esaltazione delle ricerche peer reviewed che le vede in primo piano nei criteri di assegnazione delle cattedre universitarie:

 Tenuto conto dell’elevato impact factor di questa rivista, la nuova normativa di valutazione quantitativa da poco introdotta in Italia avrebbe premiato il detto “scienziato” con l’abilitazione a professore ordinario. Purtroppo un simile genio è sbocciato negli Stati Uniti, dove si consuma più cioccolato che da noi. 

 Ma non è tutto, sembra non essere proprio un buon momento per le Peer Review, un’altra notizia non proprio entusiasmante proviene dal sito “That’s mathematics!” nel quale il 14 settembre è stato pubblicato l’articolo “Mathgen paper accepted!” che racconta di una vicenda dai risvolti addirittura esilaranti.

L’autore dell’articolo racconta infatti di aver inviato una ricerca ad una rivista di matematica “peer reviewed” per chiederne la pubblicazione. La revisione tra pari ha condotto all’accettazione del lavoro, solamente con l’aggiunta di qualche indicazione da tenere presente per delle correzioni.

Tutto normale insomma.

L’unico problema è che lo studio  da pubblicare non aveva alcun significato in quanto era stato ottenuto con un programma che lo aveva generato casualmente!

 Con grande senso dell’umorismo l’autore ha messo a disposizione il software per generare ricerche di matematica per tutti, cosicché ciascuno di noi potrà inviare la propria ricerca ad una Peer Review. E così anche io ho deciso di fare una prova, associandomi ad un nome molto titolato:

Ovviamente questi episodi non dimostrano che le Peer Review non siano strumenti utili e affidabili, quello che si vuole affermare è che la consultazione delle Peer Review non esula dall’effettuare un’ultima “review”: quella della nostra intelligenza.

 

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

43 commenti

  1. Professor Pennetta mi permetta una battuta ma mi verrebbe da dire riguardo a questo articolo:

    “Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale” 😀

  2. Giorgio Masiero on

    Impagabile, grazie Enzo!
    A proposito di correlazioni fasulle e di articoli discutibili che hanno superato l’esame peer review di un’autorevole rivista scientifica, mi piacerebbe che Giuliani trovasse il tempo per parlarci di quello studio condotto da due ricercatrici che – in base alle mance lasciate dagli spettatori negli slip delle ballerine di lap dance – hanno desunto un’importante scoperta relativa ai meccanismi biologici di scelta delle femmine ideali con cui accoppiarsi da parte dei maschi…

  3. Begli esempi!
    C’è qualcuno che può fare la peer-review dell’articolo perché acquisti autorevolezza? 🙂

    Ma poi è lo stesso concetto di peer-review per critiche di paradigmi scientifici correnti che non ha senso.

    Appurato che -purtroppo- la teoria neodarwinista è quella dominante nel materiale scientifico divulgativo, come si fa a pretendere un documento confermato da quelle stesse fonti?
    E’ innegabile l’estremo corporativismo del settore con evidenti stroncature di carriere e metodi silenziatori (mafiosi?) di chi la pensa diversamente. E gli enormi fondi per ricerche tutte a senso unico.
    A quel punto chiedere documenti critici approvati da quelle stesse fonti è ridicolo.

    Bisogna accettare il fatto che le critiche e le confutazioni provengano da tutt’altra direzione, ma non per questo meno autorevoli a priori: si deve valutare caso per caso le idee/contenuti e non le persone/ambienti col metro dei pregiudizi mainstream.

    • Giustissime considerazioni frank.

      Oserei dire che proprio facendo riferimento ad una dinamica darwiniana, in un ambiente basato sulla teoria darwiniana verranno eliminate le ricerche che contrastano tale teoria mentre quelle che la corroborano passeranno.
      Alessandro potrebbe raccontarci qualcosa al riguardo.

      Si genera così un feedback positivo che autoalimenta il darwinismo, dando così la sensazione di una conferma dei suoi paradigmi mentre si tratta solo di una selezione artificiale.

      Credo che questo sia un argomento assolutamente da sviluppare.

      • Alessandro Giuliani on

        Ma, io non esagererei troppo, a mio avviso i meriti del sistema peer-review sono ancora di molto superiori ai difetti. Insomma è chiaro che su certi argomenti si incontra una preclusione ideologica, è altresì sicuro che articoli come quello della cioccolata gridano vendetta (sarebbe da usare come anti-manuale di elementi di statistica per impostare un corso sul ‘cosa non si deve fare’) ma parliamo di una piccolissima minoranza della letteratura. POi ci sono interi campi molto seri e accurati (direi tutte le riviste della American Chemical Society ad esempio) dove l’ideologia non ha peso.
        D’altronde non si riece ad avere la botte piena e la moglie ubriaca ed è fisiologico che un’impresa, man mano che cresce (e la scienza ha ormai un numero di addetti spaventoso) diventi autoreferenziale e conservatrice, ma l’entropia del ‘liberi tutti’ sarebbe ancora più perniciosa…Se mai il problema è proprio nel numero di articoli prodotti che non permette più la verifica per cui alal fine gran parte delle ‘verità scientifiche’ risultano buchi nell’acqua (e qui non ci sarebbe niente di male, anche gran parte dei tiri in porta non entrano nella rete) ma il punto è che la loro inerzia si è fatta spaventosamente lunga rendendo difficile l’innovazione, ma questo chiederebbe filtri più severi non meno, vedi ad esempio:

        http://www.plosmedicine.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pmed.0020124

        Ciao
        Alessandro

        • Alessandro Giuliani scrive:
          5 novembre 2012 alle 15:39

          Concordo in pieno. Solo che per molte cose specifiche e oggi molto facile trovare ricerche a sostegno / contrarie.

    • frank10 scrive:
      5 novembre 2012 alle 13:23

      “Appurato che -purtroppo- la teoria neodarwinista è quella dominante nel materiale scientifico divulgativo, come si fa a pretendere un documento confermato da quelle stesse fonti?”

      Semplice si fanno esperimenti il quale risultano indicare un problema con la teoria. La scienza guarda sempre i dati, se i dati non sono d’accordo con la teoria la teoria sparisce. La domanda giusta da fare è: Quanti esperimenti si sono fatti a favore di una teoria alternativa? risposta “0” Esiste una teoria alternativa? no. Vedi dov’è il problema.

      Ora so che non esiste una ricerca che smentisce la teoria di Darwin, pero qui spesso si critica ricerche specifiche sostenendo punti specifici. Tipo “la duplicazione genetica non ha ruolo importante nel evoluzione” ecco questo e qualcosa che puo tranquilamente essere comporvato da una ricerca.

      “E’ innegabile l’estremo corporativismo del settore con evidenti stroncature di carriere e metodi silenziatori (mafiosi?) di chi la pensa diversamente. E gli enormi fondi per ricerche tutte a senso unico.”

      Si? tipo? Era solo perche pensava diversamente o perche la sua religione gli imponeva di non credere ai dati? Mi dica come sono conivolte le università di copenhagen, Witwatersrand e Pekino perche anche loro sono tutti convinti che non ci siano problemi con la teoria. Perche non vi e nessun università al mondo che sostiene la posizione del ID? Dirai perche se lo fanno non hanno piu fondi giusto? Giusto e normale il sostegno di una non teoria non e gran che in via di scienza. Prima va creata una teoria basata sui dati empirici poi da li si puo andare avanti.

      “A quel punto chiedere documenti critici approvati da quelle stesse fonti è ridicolo.”

      Si consoco diversi documenti che sono critici di teorie ben piu piazzate che sono state pubblicate.

      “Bisogna accettare il fatto che le critiche e le confutazioni provengano da tutt’altra direzione, ma non per questo meno autorevoli a priori: si deve valutare caso per caso le idee/contenuti e non le persone/ambienti col metro dei pregiudizi mainstream.”

      Si ma sarebbe opportuno che queste critiche si basino su ricerche solide e evidenza empirica. Altrimenti si tratta di critiche ideologiche il quale peso e molto discutibile.

  4. stò cò frati e zappo l'orto on

    Si concordo anch’io,riferendomi alle considerazioni del Prof.Masiero e di Frank10.

    le tue parole sono fondamentali:”credo che sia un argomento da sviluppare”.

    In questo momento storico l’enorme travaso di denaro,esclusivamente dedicato alla ricerca neodarwinista,non permette una libera ricerca scientifica.

    • stò cò frati e zappo l’orto scrive:
      5 novembre 2012 alle 15:12

      La ricerca scientifica è libera… manca una teoria alternativa, un framework, manca una direzione alternativa.
      In sostanza non vi e nulla. Se domani buttasimo via la TdE non ci sarebbe nessuna altra teoria, ecco dove siamo ad oggi.

      Sostanzialmente se io (governo / privato) ti devo dare dei soldi per provare qualcosa, mi dovresti almeno dire cosa vuoi provare e dove vuoi arrivare attualmente c’è il buio totale.

      Ricordiamo che non basta sconfiggere la TdE bisogna rimpiazzarla con un altra teoria scientifica che spiega tutte le cose della teoria precedente e magari in piu spiega altre. E facile criticare e costruire che è difficile. Secondo me gli sforzi di quelli che sostengono ideologie contrarie devono essere tesi verso questo punto la creazione di una alternativa scientificamente testabile.

      • Giorgio Masiero on

        A mio parere, southstar, non si tratta di “buttar via la TdE”, perché non esiste ancora nessuna TdE scientifica soddisfacente; ma si tratta di non accontentarsi del darwinismo che pretende di spiegare con 2 soli meccanismi (caso e selezione naturale) l’evoluzione delle specie. Ma caso e selezione naturale non possono spiegare neanche il folding di una proteina: giusto? Quindi, senza scartare l’importanza del caso e della selezione (in tutti i fenomeni che evolvono, non solo quelli biologici, ma anche dell’economia, della tecnologia, della cultura, ecc.), si tratta in biologia di trovare un “terzo” elemento, logico-matematico e/o fisico, che spieghi scientificamente (in quanto falsificabile e capace di predittività, due caratteristiche di cui il darwinismo manca) l’evoluzione della biosfera.
        Ho indicato nella terza parte del mio ultimo articolo le linee lungo cui sviluppare questa TdE scientifica. Se Lei, southstar, avrà la pazienza di seguirmi nei futuri articoli, vedrà quanti ricercatori nel mondo sono impegnati su questa TdE e come essa cominci a dare i primi frutti!

        • Giorgio Masiero scrive:
          5 novembre 2012 alle 16:19

          “Ho indicato nella terza parte del mio ultimo articolo le linee lungo cui sviluppare questa TdE scientifica. Se Lei, southstar, avrà la pazienza di seguirmi nei futuri articoli, vedrà quanti ricercatori nel mondo sono impegnati su questa TdE e come essa cominci a dare i primi frutti!”

          Messa cosi non avrei alcuna obiezione. Dopo tutto la teoria della relatività non ha reso obsoleta la teoria di Newton.

          • ehm, veramente la teoria della relatività ha dimostrato che la teoria di Newton è falsa, è sbagliata a livello dei principi su cui si fonda. Certo, a livello di calcolo fornisce molti risultati giusti, ma sono sbagliate le ragioni con cui spiega quei risultati.

          • Francesco Santoni scrive:
            5 novembre 2012 alle 16:40

            “ehm, veramente la teoria della relatività ha dimostrato che la teoria di Newton è falsa,..”

            falsa? Sicuro? perche si usano ancora oggi nello specifico le leggi di newton.

            Cmq Einstein le ha inglobate nella sua teoria ritenendole valide per il specific frame of reference.

          • Francesco non intendeva che è falsa, ma che è superata in quanto la relatività di Einstein spiega più fenomeni e quindi è più completa.

          • È esattamente quello che ho detto: si usa perché in molti casi fornisce risultati giusti, anche se per ragioni sbagliate.

            La teoria di Einstein non ingloba affatto la teoria di Newton a livello di principi. E’ però opportunamente costruita in modo da ottenere gli stessi risultati numerici per i sistemi in cui la teoria di Newton funziona (l’orbita della Terra è sempre quella per intenderci, non è che può cambiare a seconda di quale teoria usiamo per calcolarla, e sia la teoria di Einstein che quella di Newton danno il risultato corretto; se però prendiamo l’orbita di Mercurio la teoria di Newton non funziona più, bisogna per forza ricorrere a quella di Einstein)

          • Intendi che è falsata. Non che sia sbagliata in tutto e per tutto, come hai spiegato.

          • Ci siamo capiti. Però rappresenta un fondamento della fisica classica. Spiega comunque metodologicamente dei processi.

          • Anche la teoria del flogisto spiega metodologicamente dei processi, però è falsa. 🙂

            Anche la teoria dei vortici di Cartesio spiega metodologicamente dei processi (tra l’altro prevede la deviazione dei raggi luminosi che passano vicino ai corpi celesti), però è falsa.

          • Quante volte ne abbiamo parlato 🙂 . anche la stessa Relatività Generale potrebbe essere false.

          • Quoto Francesco Santoni e il proff.Masiero,assolutamente come ricordano Palamrini e Fodor non è l’espandere il neodarwinismo in una sintesi sempre più estesa,non è quello il concetto,
            “Mano a mano che verranno alla luce nuovi processi evolutivi estranei alla selezione naturale si dirà tranquillamente che il Darwinismo viene “allargato” e si procederà senza sussulti..Lo stratagemma retorico è di considerare evoluzione e Darwinismo come sinonimi, quindi tutto ciò che è compatibile con, o conferma positivamente, la realtà dell’evoluzione, ipso facto, conferma (a detta loro(dei neodarwinisti)) la validità del neodarwinismo…progressivamente il meccanismo della selezione naturale verrà relegato in posizione sempre più marginale, fino a diventare, sempre di fatto, seppur non di diritto, poco pertinente”

            M.P.Palmarini

            E ricorda che ,nel tentativo di salvarlo viene esteso espanso fino a scoppiare..
            Non è nè il modo nè utile una simile ottica,anzi è errata.Poichè infatti non funziona ,non è utile a alcuna previsione,non spiega nulla di quello che dovrebbe spiegare,non è falsificabile e non ha corroborazioni.Attenzione che si parla di neodarwinismo non di evoluzione,microevoluzione,selezione naturale o TdE…ma del neodarwinismo.
            Fissandosi sulle stesse basi e cercando di inglobare “roba” verso una soluzione successiva non è assolutamente metodo scientifico,nè è mai avvenuto ciò con le altre teorie,nè può essere utile a qualcosa…
            E’ il meccanismo alla base che non funziona..
            Come dice Santoni:
            “è sbagliata a livello dei principi su cui si fonda”
            E a differenza di altre cose non fornisce neanche risultati..

            E mi sorprende che qualcuno non abbia compreso il senso dell’articolo,mi sorprende non poco..
            Eppure è chiarissima la conclusione:

            “Ovviamente questi episodi non dimostrano che le Peer Review non siano strumenti utili e affidabili, quello che si vuole affermare è che la consultazione delle Peer Review non esula dall’effettuare un’ultima “review”: quella della nostra intelligenza.”

            E’ probabile che non sia stata letta..

            Il darwinismo si è imposto per motivi politico-ideologici,e dopo l’eclissi del darwinismo è stato riesumato per i medesimi motivi:
            http://www.enzopennetta.it/2012/10/radio-globe-one-recensione-20-10-inchiesta-sul-darwinismo-un-anno-dopo/
            http://www.enzopennetta.it/2011/11/inchiesta-sul-darwinismo/

            Enzo Pennetta a “la Voce”:

            “Il neodarwinismo è dunque un “gigante da abbattere” per due importanti motivi: il primo è liberare la scienza dal condizionamento di un paradigma errato, il secondo è liberare la cultura e la politica dal darwinismo sociale, un’ideologia disumanizzante che oltretutto ha storicamente fallito. E questo è quanto, chi condivide le mie idee, si propone di fare”

            E questo è quanto.

        • stò cò frati e zappo l'orto on

          Prof.mi piace molto,anzi moltissimo(idem per ogni altra parola)l’ultima parte del commento:”Se lei,southstar,avrà la pazienza di seguirmi nei futuri articoli…ecc.ecc. Leggeremo con piacere(come sempre)questi futuri articoli.

        • Ad ogni modo più che Newton la faccenda somiglia più allora alla storia del modello atomico Rutherford-Bohr,ma neanche troppo poichè è proprio una cosa unica nel suo genere e la cosa più opportuna è comprendere questo e quindi comportarsi di conseguenza..
          Galileo vide contro se gli “aristotelici” oscurantisti,abbastanza simili ai neodarwinisti,che lui stesso etichetto senza troppi fronzoli “pippioni”(non lo traduco,i toscani sanno che significa)..
          Questi poi aizzarono i “domenicani” e la faccenda venne buttata per così dire in politica..
          Tutto il marasma che portò all’abiura fu messo in moto da scienziati pisani e fiorentini.
          E così si è un po’ in circostanze simili a quelle di chi voleva difendere ostinatamente la visione geocentrista introducendo cicli,epicicli complicando il tutto per rifiutare a priori di guardare altrove.
          Questo non è rocedere per scienza.

          • stò cò frati e zappo l'orto on

            Che bello Leonetto,veramente una chicca la sua ricerca.Bellissima l’espressione(credo,essendo senese-fiorentino)pisana,del pisanissimo G.Galilei!

          • stò cò frati e zappo l'orto on

            Leonetto ho fatto una ricerchina su internet,alla voce p…… .Complicato!

          • Beh oggi avrebbe avuto espressioni decisamente più colorite con cui esprimere il concetto sia in pisano che in fiorentino ,esempi delle quali non mi metto a fare qui,fatto sta che per esteso c’è “pippionata”che già dovrebbe far comprendere meglio il senso della parola,ma forse lasciamo la parola al poeta:
            http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Sacchetti
            “[..]e cominciarongli a tremare i pippioni e dinota aver gran paura[..]”

            Ed a leggere certe cose …cadono proprio i pippioni..

            Se non si capisce così..anche Salvatore di RadioGlobeOne che è sardo lo capirebbe..

          • stò cò frati e zappo l'orto on

            Non continuo in questa conversazione…anche se veramente simpatica(almeno per me).Grazie di avermi ricordato Franco Sacchetti.

  5. Bellissimo ora perche non indicate a cosa serve il “peer review” e quale è la differenza fra uno studio che passa il “peer review” e uno che non lo passa. Perche non spiegare perche e importante il “peer review” per il metodo scientifico?

    Inoltre l’analogia e sbagliata perche qua si parla di scienza e metodo scientifico e teorie scientifiche. Non di cioccolata ai bambini. Se tu dici che il sole orbita intorno alla terra lo devi provare, fai i tuoi eseperimenti, riporti le definizioni, metodi, analisi, e conclusione e fai controlare i tuoi calcoli da altri cioe passi il peer review.

    Ora se non hai una ricerca che supporta la tua posizione e anzi hai mille che ti danno contro hai un problema serio. L’unico modo per poter anche iniziare la via di critica di una qualsiasi teoria scientifica e indicare che i dati riportati nei studi scientifici sono errati dimostrando come altri dati sono piu corretti. Quindi le vie sono 2 fai gli esperimenti te stesso e pubblichi i risultati (passando il peer review). Oppure ti apoggi su altre ricerche che sostengono il tuo punto. Dire cosi non va, secondo me va interpretato cosi ecc… non ha alcun peso finche non presenti prove a sostegno.

    Per ultimo devo dire che il peer review non è sicuramente l’ultima parola da cui non ci si puo piu scappare, nuove ricerche escono fuori ogni giorno che raffinano o riportano nuovi dati. Il problema rimane, o fai un esperimento tu e fai controllare i tuoi dati o poggi su esperimenti controllati di altri.

    Il momento che uno scienziato abbandona il metodo scientifico questo cessa di essere uno scienziato e diventa un ideologo. Non che ci sia niente di male nella ideologia basta che non si spaccia per scienza o che si critichi la scienza. Insomma basta essere onesti e dire, “non ho prove ma credo che…”

    Io intravedo un tentativo di nascondersi visto il vuoto totale di documentazione scientifica a supporto di tantissime posizioni prese, senza il quale quello che viene sostenuto ha basi puramente ideologiche e forse anche finanziarie. Ma sicuramente mi sbaglio.

    • Giorgio Masiero on

      “Se tu dici che il Sole orbita intorno alla Terra lo devi provare…”: perché a Lei, southstar, che cosa risulta?
      Cmq, per quanto riguarda l’importanza della peer review, mi pare che l’articolo non intendesse negarla, ma solo mettere in guardia contro l’opinione diffusa che ogni articolo che passa l’esame delle peer review sia di per sé scientifico. Sappiamo che non è così e che anzi, al contrario, ogni volta che c’è stata una “rivoluzione scientifica” o un cambio di paradigma, questo è avvenuto in passato ogni volta contro l’ostracismo del pensiero e degli accademici dominanti (da Maxwell ad Einstein ecc.).
      La conclusione dell’articolo è preziosa: “Ovviamente questi episodi non dimostrano che le Peer Review non siano strumenti utili e affidabili, quello che si vuole affermare è che la consultazione delle Peer Review non esula dall’effettuare un’ultima “review”: quella della nostra intelligenza”.

      • Giorgio Masiero scrive:
        5 novembre 2012 alle 16:29

        “Se tu dici che il Sole orbita intorno alla Terra lo devi provare…”: perché a Lei, southstar, che cosa risulta?”

        ehm che la terra orbita attorno al sole… era per indicare che se hai una teoria contraria…

        “La conclusione dell’articolo è preziosa: “Ovviamente questi episodi non dimostrano che le Peer Review non siano strumenti utili e affidabili, quello che si vuole affermare è che la consultazione delle Peer Review non esula dall’effettuare un’ultima “review”: quella della nostra intelligenza”.”

        la nostra intelligenza purtroppo e spesso soppiantata da ideologie e fanatismi (specialmente nel campo del TdE). Quindi contano i fatti. Se dici sostiene qualcosa è importante che almeno dietro porti un bagalio di ricerche. Il casi peggiori pero sono quelli in cui vi è una mole di ricerche peer review contrarie a quanto sostenuto e neanche una ricerca a favore.

        • Giorgio Masiero on

          Lei, southstar, ha forse un’idea ancora pre-relativistica sul movimento. Non è la Terra che orbita intorno al Sole, né il Sole intorno alla Terra, né entrambi intorno alla Luna, né… Il moto è relativo al sistema di riferimento, non l’ha studiato in fisica? Per cui se mi metto sulla Terra, è giusto dire che il Sole orbita intorno alla Terra; se mi metto sulla Luna, tutto girerà intorno alla Luna! E’ in fondo quanto si ostinava di spiegare il cardinal Bellarmino (che aveva ragione) a Galileo (che aveva torto). Con questo però non voglio dire che Galileo andava processato, né processero Lei!

  6. Aggiungo: è un atteggiamento volutamente politico.
    Molte volte viene applicato in politica senza peer rewiew.
    I più democratici, i più liberali, i più pacifisti spesso e volentieri impongono una retorica incontestabile, volta a s-considerare le opinioni avverse.

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