Pikaia: il pasticciaccio brutto del caso Buzzati-Traverso

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pikaia 11 dicembre1

L’articolo sulla presentazione del libro sul genetista Adriano Buzzati Traverso.

Un articolo che annuncia la presentazione di un libro sul genetista Adriano Buzzati-Traverso, prima appare poi scompare, infine torna con una data impossibile.

 

Cosa è successo?

 

In ogni caso un pasticciaccio.

 

Un articolo letto il 10 dicembre in home page su Pikaia non si riusciva più a trovare il giorno seguente, l’11 dicembre. Fatto strano ma non del tutto inedito sul portale dell’evoluzione, infatti una cosa del genere era già successa sempre per la presentazione di un libro un paio di anni fa, se ne era parlato in “Pikaia: il portale dell’epurazione?“. In quell’occasione era stato improvvidamente pubblicizzato e poi rimosso l’articolo su un libro che denunciava le aggressive politiche darwiniste nello scenario post unitario.

Stavolta il libro in questione èL’Italia intelligente. Adriano Buzzati-Traverso e il Laboratorio internazionale di genetica e biofisica “, l’articolo su Pikaia in realtà non è scomparso ma è presente fuori home page con il titolo “L’Italia, un “paese senza domani”?“.  C’è solo un particolare, quella che compare in alto come data di pubblicazione dell’articolo è in realtà una data impossibile: 3 dicembre 2013.

Il perché si tratta di una data impossibile è presto detto, basta andare in fondo alla pagina per trovare la fonte dell’articolo riportato, come evidenziato in questa immagine:

 

Se quindi andiamo cercare l’articolo originale su il “Bo”, il giornale dell’Università di Padova, troviamo quanto segue:

 

 

Come si vede nella zona cerchiata l’articolo è stato pubblicato il 10 Dicembre, e quindi non era proprio possibile che su Pikaia fosse presente un link una settimana prima, il 3 Dicembre.

Qualunque cosa sia accaduta a questo punto è certo che si tratti di un pasticcio, o meglio di un “pasticciaccio” per dirla con Gadda. E così, proprio come accade nel romanzo di Gadda facciamo un’indagine con tanti indizi ma senza fornire una conclusione che si lascia a chi legge.

Nell’articolo pubblicato sul Bo a firma del prof. Pievani si legge di un libro che evidenzia come il prof. Buzzati-Traverso sia stato fondamentalmente colui che ha portato in Italia la Sintesi Moderna del darwinismo ed ebbe anche il merito di aver formato un grande evoluzionista come Luigi Luca Cavalli Sforza:

La sua statura intellettuale spicca per almeno quattro ragioni. Innanzitutto, fu colui che portò in Italia, dai primi anni Quaranta, la sintesi evoluzionistica moderna, fusione di evoluzione darwiniana e genetica di popolazioni.

Capì che si trattava della prima grande cornice unificante di tutta la biologia, un programma di ricerca coerente e capace di unire paleontologia, ecologia, etologia, genetica: la micro e la macro-evoluzione. In secondo luogo, seppe fare scuola, formando schiere di giovani talenti come Luigi Luca Cavalli Sforza. 

 

Nell’articolo apprendiamo anche che purtroppo questo gigante della scienza italiana fu ostacolato da nemici oscurantisti:

Nel libro di Cassata c’è una foto splendida di Buzzati-Traverso, anziano, assorto, malinconico. Fece qualche errore, ma ebbe soprattutto molti e agguerriti nemici: il sistema accademico italiano; la burocrazia delle pubbliche amministrazioni; il provincialismo culturale; classi politiche impreparate e indifferenti; autorità religiose e ideologie massimaliste.

Si scontrò per tutta la vita con l’Italia della furbizia e della miopia. Coronamento di una battaglia decennale condotta da Buzzati-Traverso in collegamento con i maggiori centri di ricerca internazionali, il laboratorio napoletano ebbe purtroppo vita breve. Un paragrafo del libro, “Il Maggio a Fuorigrotta” (sull’occupazione politica e sulla paralisi del Laboratorio nel 1969), è un pezzo immancabile di letteratura sulle assurdità italiane.

 

Quella che emerge nell’articolo è la descrizione di un grande scienziato ostacolato e infine schiacciato dai soliti nemici, il sistema accademico, i politici, il provincialismo (ah quanto siamo provinciali…), gli immancabili preti ecc…

Ma già dalla lettura della quarta di copertina qualcosa non torna, infatti basta andare sul sito di Amazon o qualsiasi altro rivenditore per leggere delle notizie interessanti:

…qualcosa andò storto. Nel 1969, infatti, quando era ormai alle porte un accordo internazionale con l’Università di Berkeley per la costituzione a Napoli della prima scuola di dottorato in biologia molecolare in Italia, il Laboratorio venne travolto da una profonda crisi, che vide significativamente affiancati, contro il comune avversario, da un lato alcuni settori dell’università e del Cnr, ostili all’esperimento di Buzzati fin dagli esordi, e dall’altro una compagine di tecnici, ricercatori e borsisti, pronti a occupare il laboratorio e a scagliarsi contro la direzione, etichettando la biologia molecolare come “scienza borghese”, “americana” e “reazionaria”.

 

Quello che nell’articolo sul Bo non ci era stato detto è che una parte determinante nel fallimento del grande progetto di Buzzati-Traverso lo ebbero gli ambienti della sinistra che vedeva nella genetica una “scienza borghese” e “reazionaria”. Dispiace che a un filosofo e storico della scienza sfuggano dettagli di questo tipo.

Un riscontro a quest’avversione della sinistra per la genetica è dato da quanto era accaduto pochi anni prima nell’URSS con il caso Lysenko che con le stesse motivazioni aveva combattuto la genetica di Mendel. Erano dunque stati quegli stessi uomini di sinistra che adesso vediamo avere come riferimento testate come RepubblicaMicro Mega (la rivista materialista dal nome esoterico) a decretare la fine del progetto di Buzzati-Traverso.

Di contenuto ben diverso era stato infatti un articolo che recensiva lo stesso libro pubblicato con il titolo “Il pool di geni dell’altro Buzzati che fu cancellato dai comunisti” su Libero del 19 luglio a firma di Donatello Bellomo, un articolo nel quale si possono leggere passi come il seguente:

E parole poco lusinghiere sono dedicate anche a Luigi Luca Cavalli Sforza, tra l’altro amico di Pikaia, che dall’articolo su Libero esce in modo diverso da quello dipinto nell’articolo sul Bo ripreso poi da Pikaia:

Da quanto si legge troppi amici di Pikaia non escono bene dalla vicenda di Buzzati-Traverso.

E qui ci fermiamo, quello che emerge sono tratti di un mondo che spesso non è quello che sembra o che vuole sembrare, e proprio come nel romanzo di Gadda quel che importa non è trovare colpevoli ma mostrare al lettore squarci oltre le apparenze che mostrino tratti di realtà.

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

25 commenti

  1. Giorgio Masiero on

    L’aveva dimostrato Augusto Del Noce ancora negli anni ’70: c’è una assoluta continuità ideologica [Hegel] tra il fascismo e la sinistra, perché l’uno e l’altra sono momenti della secolarizzazione della modernità. E con la fine del “socialismo reale” (quando gli ex-sessantottini non avrebbero più avuto i modelli sovietici o cinesi da adorare) la sinistra sarebbe diventata un “partito radicale di massa”: Micro Mega, Repubblica, Odifreddi, Scalfari,… quelli che “sappiamo tutto, e la vita non esiste, però c’è su Marte, bla, bla”.

    • Giorgio, quella del ‘partito radicale di massa’ è stata una delle previsioni più acute che abbia mai sentito in campo socio-politico.
      E così adesso ci ritroviamo pieni di ex comunisti che hanno barattato il materialismo storico di Marx con il materialismo consumista, sono passati dal comunismo al capitalismo edonistico senza battere ciglio.
      Hanno la memoria corta e riscrivere la storia cambiando le carte in tavla per loro è davvero facile, anche qui una previsione indovinata, in questo caso da Orwell.

      Non sono credenti ma credono a qualsiasi favola come quella della vita su Marte, diciamo che sono ‘diversamente credenti’.

  2. Uno dei dieci on

    Questo suo post, prof. Pennetta, è calzante di come il suo obiettivo sia spesso quello di cercare scandalo dove scandalo non c’è.
    L’autore dell’articolo è lo stesso, che c’è di strano se il prof. Pievani pubblica su Pikaia un testo che apparirà anche sul sito del giornale della sua Università?
    La data non è verosimile? Che sia stato un ennesimo maldestro complotto? Ma contro chi? Un tentativo puerile di dimostrare che sa leggere nel futuro? Oppure che cosa? Magari solo un errore… Altro che pasticciaccio… E come fa a ingigantire questa sciocchezza a tal punto?

    Rimaniamo seri, per favore.

    Se poi avesse letto con più onestà il testo in questione, senza i soliti paraocchi, si sarebbe accorto che non vengono accusate di oscurantismo solo le istituzioni religiose, ma anche il sistema accademico italiano, la burocrazia delle pubbliche amministrazioni, il provincialismo culturale, le classi politiche impreparate e indifferenti… Chi ha escluso il prof. Pievani? La sinistra? I mangiabambini?

    Complotto! Complotto!

    Ma mi faccia il piacere…

    • Caro 1/10,
      posso rispondere di come questo suo intervento sia rappresentativo di un certo ‘giustificazionismo’ secondo il quale da una certa parte politica non venga mai fatto nulla che non sia corretto e cristallino.

      Facciamo un confronto.

      Versione mia:
      la recensione apparsa su il Bo, è che è stata ripresa su Pikaia, l’ha fatta uno che il libro non l’ha letto bene (cosa di cui sono stati accusati altri con la minaccia di querela in passato) altrimenti si sarebbe accorto che dava addosso alla sua parte e ai suoi amici.
      Quando il pezzo è stato pubblicato, evidentemente la cosa deve essere stata fatta notare e così lo stesso pezzo è stato tolto, almeno dalla home page, predatandolo di una settimana, purtroppo per chi ha voluto nascondere l’imbarazzante articolo il sito del Bo è autonomo e ha lasciato le cose come stavano in origine. Semplice.

      Versione di 1/10:
      il pezzo è stato pubblicato il 10 su Pikaia, poi il gatto del webmaster si è messo a camminare sulla tastiera del computer e con una serie di passi fortunati (ma sempre molto meno di quelli necessari per ottenere l’evoluzione secondo la teoria neodarwiniana) ha cambiato la data dell’articolo che così dal 10 dicembre è diventata 3 dicembre, poi ha salvato il cambiamento e infine il wemaster distrattissimo non si è accorto di nulla e ha lasciato le cose così.

      Tutto cauale, in perfetto stile neodarwiniano, come dicevo.

      • Uno dei dieci on

        E secondo lei il prof. Telmo Pievani, oltre a essere in malafede, è così sprovveduto che ha scritto la recensione, l’ha concessa al giornale dell’Università, l’ha pubblicata su Pikaia, l’ha tolta dalla Home di Pikaia, l’ha poi messa defilata anziché toglierla e infine è andato a moderare l’incontro di presentazione del libro? In più senza averlo letto? Ma dove vive, prof.?

        • Potrei dire dove vive lei 1/10, sembra provenire da un pianeta dove tutto è perfetto, neanche il Candido di Voltaire…

          Sapesse quanti ne ho visti e conosciuti che hanno fatto presentazioni senza neanche aver letto il libro in questione, anzi potrei scommettere qualunque cifra che quando si tratta di personaggi noti l’eccezione è che i libri li abbiano letti davvero!

          E se lei avesse letto con attenzione l’articolo avrebbe visto che Pikaia è la seconda volta che incappa in ‘incidenti’ del genere.

          E invece cosa ne dice della minaccia di querela che il prof. Pievani fece ad Adriano per aver commentato un suo libro (in realtà commentò una recensione al suo libro) senza averlo letto e spingendolo ad abbandonare la collaborazione con CS e che ancora rimpiango?

          Mi dica, cosa ne pensa di quell’episodio, ci riesce a trovare dei difetti nella galassia di Repubblica l’Espresso?

          • Uno dei dieci on

            Mi pare di ricordare che in quell’occasione Adriano abbia ammesso di aver “barato” e ho il forte sospetto che si sia ritirato per altre ragioni, stanchezza, non più voglia… Sospetto, inoltre, che nessuno abbia querelato nessuno.

            In questo caso, invece, la sua supposizione non ha riscontri oggettivi (“Sapesse quanti ne ho visti…”). E pertanto rimane nell’ambito di un suo parere, di una sua esperienza, che lasciano il dubbio profondo che non sia altro che una sparata interessata.

            Sarebbe interessante che il prof. Pievani facesse sentire la sua voce. Se è d’accordo, provo a girargli il franco scambio di battute che abbiamo avuto qui…

          • Ok, mi ha convinto, è stato il gatto…

            Siamo seri, non si mettono e tolgono articoli senza un motivo, e ripeto che fra il gatto e il ripensamento opto per la seconda.

            Mi spiace constatare che lei pur di non ammettere che siamo oggetto di minacce e che ad un civile confronto culturale sui contenuti ci si oppone la minaccia della magistratura si benda entrambi gli occhi e si tappa le orecchie.

            Chissà perché poi, visto il precedente di cui stiamo parlando, il suo proposito di girare lo scambio al prof. mi suona vagamente minaccioso.

            PS Adriano non aveva affatto barato, il suo era un commento ad un’intervista del prof. e non direttamente al libro in questione, e questo era chiaramente dichiarato nell’articolo.

  3. Uno dei dieci on

    “Chissà perché poi, visto il precedente di cui stiamo parlando, il suo proposito di girare lo scambio al prof. mi suona vagamente minaccioso.”

    Se non avesse nulla da temere… Ma a questo punto lasciamo perdere, va. Ognuno rimanga del suo parere, anche se raramente mi sbaglio sulle mie sensazioni.

    P.s.: il caso Adriano non mi interessa e non ci entrava nulla.

    • Davvero singolare questa logica.
      Vediamo un po’, se dunque qualcuno usa la minaccia della querela in controversie culturali il minacciato ha presumibilmente una colpa.

      Poi le mie ricostruzioni, alle quali lei non sa offrire alternative plausibili, sono per lei apoditticamente errate in quanto soggettive, le sue sensazioni invece sono apoditticamente esatte e assurgono a criterio di scientificità perché ‘raramente mi sbaglio’.

      Lascio a chi legge valutare queste posizioni.

      Le faccio una domanda secca: condivide le minacce contenute nella lettera aperta del prof. Pievani? Le trova degne di un confronto culturale?
      Finora ha sempre evitato di rispondere, adesso le chiedo un sì o un no.

      • Uno dei dieci on

        Di che logica sta parlando, prof.Pennetta?

        Ho semplicemente detto che chi ha parlato con retta coscienza non deve temere querele di sorta (e la querela del prepotente di turno ben venga, che la retta coscienza la smaschererà per quel che è): guardi un po’ se mi tocca sentirmi attribuire da lei quel che non ho detto affatto.

        Non ho dato alcuna patente di scientificità alle mie sensazioni: le ho palesate per quel che sono, per quel che è la mia esperienza: spesso ci azzecco. Non significa sempre. Punto.

        Le minacce del prof. Pievani… Intende quelle con le quali il prof. mirava a difendere se stesso e la sua onorabilità? Se sì, magari sono state affrettate ma non le trovo scandalose (sennò va a finire che per essere sempre tolleranti si perde il senso della tolleranza…). Oppure a quali minacce si riferisce?

        • Bene, dopo aver fatto una serie di contorsioni alla fine emerge che condivide le minacce del prof. Pievani.
          Alla faccia del confronto libero tra idee.

          Rispetto alla sua posizione quel razzista e schiavista di Voltaire mi è più vicino: “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere”.

          Che differenza…

          • Uno dei dieci on

            Basta… mi arrendo.

            Vede Pennetta, sono bastati questi ultimi due giorni per farle perdere la grande stima che nutrivo per lei… Mi spiace ma è così.
            Lei non se ne rende più conto ormai, troppo preso dal personaggio, troppo incentrato il blog sulla sua persona, su questa fobia del darwinismo, troppo difficile gestire tante pressioni… La stanchezza gioca brutti scherzi, purtroppo, si perde lucidità e si rischia di sparlare, di spararle grosse… Capita anche a me, ma per fortuna ogni tanto posso anche fermarmi, riposarmi e ricaricare le pile… Le auguro di riuscirci anche lei, ne ha davvero bisogno.

            Le auguro ogni bene e, assieme ai miei ragazzi che l’hanno letta tutti i giorni da qualche mese a questa parte, la saluto.

            Adesso, per coerenza con quanto sostenuto tempo fa, per favore mi banni! Grazie.

          • caro 1/10,
            cosa è stato detto in queste considerazioni fatte negli ultimi due giorni?
            Solo un articolo nel quale chiamavo “pasticciaccio” la gestione di un articolo del direttore trattato come fosse qualcosa che dà ‘impiccio’ sul sito e che nel suo contenuto rivelava l’intenzione di nascondere determinate responsabilità storiche della sinistra nell’aver ostacolato la genetica in Italia dopo aver fatto delle vittime per gli stessi motivi nell’URSS.

            Questo ultimo fatto è una verità che mi onoro di aver ricordato contro tutti i revisionismi che distorcono il passato per presentare una tesi di convenienza.

            Sorvolo sulle sue considerazioni personali e la saluto ricambiando gli auguri di ogni bene a lei e ai suoi ragazzi.

  4. Andrea Romano on

    Signor Pennetta,

    un lettore di Pikaia mi ha segnalato questo suo post di ieri, che mi lascia esterrefatto. Lei ha strumentalizzato in modo vergognoso un fatto del tutto inesistente. Come accade TUTTE le volte per una notizia di Pikaia che riguarda un evento (un convegno, una conferenza, un seminario, ecc…) che ormai è stato già svolto, io semplicemente tolgo la news dalla homepage per non intasarla con notizie superate. La news rimane comunque all’interno del sito a beneficio di tutti. L’unico modo per fare ciò, con la piattaforma di Pikaia attuale, è fare retrocedere la data. Questo era il caso e così ho fatto, come sempre. Oggi lo stesso è avvenuto per il convegno al Museo di Storia Naturale di Ferrara.

    E’ incredibile che lei possa imbastire una tendenziosa e offensiva discussione complottistica come questa a partire da una banalità del genere. La informo che è stato il professor Pievani a invitare lo storico Francesco Cassata, autore del libro su Buzzati-Traverso (“L’Italia intelligente”), a presentare l’opera presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, dove insegna, lavora e fa ricerca. Una presentazione analoga c’era già stata al Festival della Scienza di Genova, il 26 ottobre scorso, con Cassata e Pievani. Lo stesso professor Pievani ha scritto una recensione del libro, pubblicata dalla rivista dell’Università di Padova, che compare anche sull’homepage generale di tutto l’Ateneo (www.unipd.it). Nella recensione il professor Pievani elenca, fra i nemici di Buzzati, anche le “ideologie massimaliste” e cita un capitolo del libro, “Il maggio a Fuorigrotta” (pp. 360-383), nel quale Cassata descrive in dettaglio l’occupazione nel 1969 del Laboratorio internazionale di Genetica e Biofisica, diretto da Buzzati a Napoli, per opera di frange contestatrici del Partito Comunista e di movimenti di estrema sinistra. Pievani definisce questo capitolo in particolare di Cassata: “un pezzo immancabile di letteratura sulle assurdità italiane”.

    Durante la discussione a Padova, moderata dal professor Pievani, è stato proprio lui a chiedere a Cassata un approfondimento su questo aspetto. Cassata, acutamente, ha fatto notare in più occasioni che il suo libro è stato recensito faziosamente dai fronti politici opposti, omettendo da parte di ciascuno alcune parti o dicendo frottole (come quella di contrapporre Cavalli Sforza a Buzzati, una panzana assoluta). I libri di storia, se meticolosi come quelli di Cassata, sono una cosa seria e non un’arma di scontro politico e ideologico.

    Spero quindi che i lettori del suo blog capiscano l’assoluta infondatezza di quanto lei scrive. L’unico, qui, che non ha letto il libro e che non sa di cosa sta parlando è lei, Pennetta. Mi permetta di aggiungere che il suo accanimento ostinato contro Pikaia e contro il suo Direttore, oltre che immotivato e incomprensibile, è francamente disgustoso. La faziosità con cui lei discute le scoperte scientifiche in campo evoluzionistico è deplorevole e denota un totale fraintendimento su questi argomenti. Le ricordo che Pikaia non è un blog, non è un organo di partito, non è un sito di intrattenimento né di propaganda ideologica. E’ un semplice sito scientifico di servizio e di aggiornamento sui temi che attengono alle discipline evoluzionistiche, scritto da esperti del settore che lavorano nel mondo della ricerca scientifica.

    Non posso non notare come, al solito, si cerchi un pretesto, una sciocchezza (come fa notare un pertinente commento sul suo blog), poi ingigantita ad hoc, per screditare il nostro sito, il quale, per quanto le possa dar fastidio, è assai autorevole tra gli esperti in materia. Mi rendo anche conto che non è facile porre obiezioni a un portale serio, partendo da posizioni preconcette e senza avere alcuna solida argomentazione. E’ quanto mai significativo, oltre che molto scorretto – ci tengo a dirlo ai suoi lettori – che lei non faccia mai alcun riferimento alle decine e decine di articoli che noi pubblichiamo e che rappresentano conferme evidenti della spiegazione evoluzionistica attuale, offrendo quindi circostanziate e precise “risposte” (con dati sperimentali corroborati pubblicati sulle maggiori riviste mondiali) alle sue presunte obiezioni e alle critiche sedicenti “scientifiche”. Per uno degli esempi più recenti, fra i mille: “The Milk Revolution” (http://www.pikaia.eu/EasyNe2/Notizie/The_milk_revolution_ovvero_selezione_naturale_in_azione.aspx).

    Mi appello quindi ai suoi lettori affinché capiscano che questa è una battaglia inutile e la prego, sinceramente, di porre fine a questa persecuzione telematica e di non cercare pubblicità gratuita approfittando dell’onesto e sereno lavoro altrui. La biologia evoluzionistica è sottoposta ad aggiornamenti e revisioni in tutti i laboratori del mondo. Se ha dubbi e critiche su un intero programma di ricerca scientifico, anziché pubblicare gli sproloqui insensati di dilettanti facendoli passare per articoli scientifici può rivolgersi alle istituzioni scientifiche preposte, che sapranno interloquire e offrire tutti i chiarimenti con la massima apertura. La redazione di Pikaia e il suo Direttore non hanno mai minacciato nessuno né hanno intenzione di farlo. Credo che abbiano almeno il modesto diritto di indignarsi per queste illazioni e per questi reiterati, ingiusti e inaccettabili attacchi.

    Andrea Romano
    Caporedattore e webmaster di Pikaia

    • Gentile Sig. Romano,
      ho letto con interesse il suo intervento e vedrà che in realtà c’è molto meno da restare esterrefatti di quanto non possa sembrare dalle sue parole.

      Ma andiamo per ordine, ovviamente non sta a me dire come dovrebbe essere condotto un sito altrui, ma se come dice lei il fatto di togliere dalla Home la notizia di un evento superato potrebbe essere logica, quella di togliere un articolo (perché di quello si tratta) è cosa ben diversa, infatti su il Bo si sono guardati bene dal togliere l’articolo che tutt’ora è presente con la data del 10. Prendo atto che l’importante era la presentazione del libro e non il contenuto dell’articolo che viene ridotto a materiale “intasante”.
      Va bene, siete voi a dirlo.

      Superato questo punto, che poi era solo un elemento di contorno, andiamo agli elementi più importanti del mio articolo del 12 Dicembre e cioè al fatto che la vicenda di Adriano Buzzati Traverso sia stata presentata evitando di parlare di aspetti la cui omissione cambiano, e di molto, quello che è accaduto in quegli anni e il rapporto con la scienza di una parte importante di quella sinistra che oggi si è evoluta in paladina della stessa. Il fenomeno è molto ben illustrato tra l’altro nel libro “Chi sono i nemici della scienza?” del prof. Giorgio Israel.
      Vede caro Romano, se voglio dire che militanti comunisti occuparono i laboratori di genetica sostenendo che la biologia molecolare è una disciplina capitalista e sostituendo il ritratto di Plank con quello di Ho Chi Min, non posso usare l’espressione “ideologie massimaliste”, non crede? Far precedere poi quel “ideologie massimaliste” da “autorità religiose” è un tocco di raffinatezza che non sto nemmeno a commentare. Se quindi il capitolo viene definito un “pezzo immancabile di letteratura” avrebbe quantomeno meritato un commento più fedele.
      Su quello che ha detto poi Cassata nell’incontro non posso ovviamente fare alcun commento, posso solo però leggere con curiosità che il libro non dovrebbe essere coinvolto in “scontri” politici, e perché mai? La politica è fortemente presente in quella vicenda e un sano dibattito per approfondire la questione sarebbe invece opportuno.

      Riguardo a Pikaia ribadisco che il mio interesse su quanto viene pubblicato su tale sito è proprio strettamente legato a quanto da lei confermato: “un semplice sito scientifico di servizio e di aggiornamento sui temi che attengono alle discipline evoluzionistiche”. Bene, dove dovrei dunque attingere le notizie sulle discipline evoluzionistiche secondo lei?
      Se ci pensa bene è proprio perché vi riconosco questo ruolo leader in Italia che vengo a commentare le notizie che pubblicate, il giorno che vi metterete a pubblicare ricette di cucina vi assicuro che non riprenderò più i vostri articoli.

      Nessun ingigantimento di fatti dunque, solo un’analisi attenta proprio per il ruolo di autorevolezza di Pikaia che lei giustamente vanta. Lei poi mi rimprovera di non commentare tutte le notizie da voi pubblicate delle quali, a suo dire offrono “conferme evidenti della spiegazione evoluzionistica attuale” , al riguardo devo precisare che in realtà, tolte le notizie irrilevanti, non è che le altre rappresentino delle conferme e quindi non avrei nulla da criticare, il fatto è che ci sarebbe da fare un commento critico su quasi tutte, solo che ci vorrebbe troppo tempo.
      E poi si decida, prima si lamenta che mi occupo troppo di voi giungendo ad accusare addirittura di una “persecuzione telematica”, poi afferma che dovrei occuparmene di più, insomma o l’una o l’altra cosa.

      Infine l’appello a non interessarmi più a quello che scrivete (di voi personalmente non mi occupo e non mi interessa nulla) è solo la manifestazione di un’insofferenza alle critiche alla teoria che legittimamente sostenete, ma non potete chiedere una specie di immunità speciale, chiunque esponga pubblicamente delle idee deve accettare che vengano valutate e criticate, perché per il neodarwinismo dovrebbe essere diverso?
      Riguardo agli articoli di “dilettanti” fatti passare per pubblicazioni scientifiche vedo che le è mancato il coraggio di dire a chi si riferisce, da parte mia posso solo notare che secondo lei mentre su Pikaia sono tutti esperti, su CS sono tutti dilettanti che fanno sproloqui insensati. Peccato che le è mancato il passo ulteriore di indicarne almeno uno di questi sproloqui. Infine conclude invitando a chiedere “chiarimenti”, come se fossimo degli scolaretti che non hanno capito di cosa si parla. Mi spiace per voi ma abbiamo capito benissimo di cosa si parla.
      Riguardo alle minacce da noi subite sarebbe fin troppo facile contraddirla ma preferisco anch’io a questo punto sorvolare su tale spiacevole aspetto.
      Concludo solo ribadendo che nel riportare e commentare gli articoli di Pikaia non c’è nulla di personale, l’argomento principale di CS è l’evoluzione e, per vostra stessa ammissione, siete in questo campo il massimo riferimento del nostro paese, e se ci pensate bene chiedere di non commentare i vostri articoli equivale a chiedere una forma di censura sull’argomento evoluzione.
      E questo non lo potete chiedere.

      Saluti
      ep

  5. Andrea Romano on

    Signor Pennetta,
    ancora una volta lei strumentalizza e distorce le parole dei suoi interlocutori. Gioca con i termini evitando di rispondere ai rilievi fatti e alle smentite inoppugnabili di quanto da lei scritto poche ore fa. Vorrei che i lettori del suo blog fossero consapevoli di questa operazione ideologica basata sulla propaganda. Le ribadisco che non è stato tolto da Pikaia l’articolo su Buzzati e che non c’è stata alcuna omissione di argomenti. Né Pikaia né il suo Direttore fanno parte di gruppi politici o di interesse e lei non può fare illazioni infondate e immotivate su questi argomenti. Nessuno ha chiesto che non si facciano commenti agli articoli di Pikaia. Non è di questo che stiamo parlando, dato che i suoi non sono certo i normali commenti di una controversia scientifica. Le ho chiesto sinceramente, e ripeto, di finirla con questa campagna di attacchi, spesso anche personali, con epiteti di ogni tipo, illazioni e travisamenti intenzionali dei contenuti del nostro sito e di chi ci lavora. Questa non è critica scientifica, non è informazione e non è un modo corretto di dibattere. Alludere a censure, minacce e insofferenze è semplicemente ridicolo. Vorrei che si fermasse per un momento a osservare il grado di violenza verbale e di faziosità presente in molti “commenti” del suo blog. Spero che come insegnante si accorga, prima o poi, che in questo modo lei non sta contribuendo in alcun modo utile alla critica e alla crescita delle conoscenze scientifiche. Sta soltanto seminando disinformazione e un’incomprensibile ostilità nei confronti di persone che nemmeno conosce.

    Andrea Romano

    • Giorgio Masiero on

      Io penso, sig. Romano,
      1) che non esista una maniera asettica, che prescinda cioe’ da interessi politici, sociali, economici, culturali, filosofici, ecc., di fare scienza, ed ancor meno di fare divulgazione scientifica, come e’ il caso di Pikaia e come vale anche per CS;
      2) che un sito come CS, che e’ di “critica scientifica”, ha nella sua missione il compito, oltre che di intervenire nel dibattito scientifico dall’interno, anche quello di mostrare l’intreccio diverso di interessi, anche inconsci per taluni protagonisti, che si muovono nel mondo della ricerca e della divulgazione scientifica;
      3) l’ideologia pertanto, non va imputata a CS, ma a chi semmai intende o ingenuamente crede si possa stendere una linea rossa tra il mondo di una presunta scienza pura da una parte e il mondo composito degli interessi dall’altra;
      4) concordo con Lei che in ogni caso la critica deve rispettare le persone, aggiungendo pero’ che non vedo in questo articolo del prof. Pennetta, ne’ in altri, dove e chi sia stato offeso nella sua persona, piuttosto che criticato per il suo pensiero, o per l’intreccio di interessi che rappresenta anche indirettamente o inconsciamente.

    • Signor Romano,
      vede il mio articolo non aveva un tono grave ma divertito, ho usato il termine “pasticciaccio”, questo dovrebbe far capire qualcosa, e di pasticcio di fatto si è trattato.
      Ripeto che non è di primaria importanza come lei gestisce il sito, però una cosa da uno che un po’ se ne intende se la lasci dire, aver rimosso dalla Home page l’articolo del direttore del sito valutandolo come qualcosa che “intasa” il sito stesso, se non è un pasticcio è allora un atto di irriverenza notevole.
      Ma come dicevo, affari vostri.
      Vedo poi che non risponde alle mie osservazioni e accusa di violenza verbale dopo aver offeso le persone che scrivono articoli per CS, chissà cosa pensa delle dichiarazioni, quelle davvero pesanti, che spesso si leggono su siti amici come oggiscienza e ocasapiens.
      Animi sensibili a senso unico direi.
      Ripeto poi che non c’è alcuna ostilità verso nessuna persona ma solo critica ad argomenti e contenuti, chiunque può verificare.
      E insisto, se voi chiamate attacchi le critiche al darwinismo dichiarate implicitamente che si tratta di qualcosa che non deve essere messa in discussione.
      Un’ideologia, appunto.

  6. 1/10 ma non sei capace ad andartene con le tue gambe ? La cosa e davvero grave, questo dimostra che sei una persona psicologicamente contorta. Ma cosa sei un bambino ? Aspetti che siano gli altri a prendere le decisioni al posto tuo? Spero che il Proff. Pennetta questa volta ti cacci via . Forse saresti più utile al keghebe .

  7. Chi si è letto il libro sa che le sunnominate ‘frange contestatrici del Partito Comunista e di movimenti di estrema sinistra’ espressione di ‘ideologie massimaliste’che occupavano il laboratorio avevano la solidarietà esplicita del PCI napoletano (tra l’altro gli occupanti erano una ottantina contro i quaranta non occupanti e quindi erano la maggioranza); gli articoli sull’Unità che certo esprimevano la linea ufficiale del partito erano contro Buzzati-Traverso. Deputati del PCI fecero una interrogazione parlamentare contro Buzzati-Traverso. Occupanti e non occupanti andarono a Roma a spiegare le loro posizioni non nei ministeri competenti o nelle istituzioni repubblicane ma alla Commissione Culturale del PCI. Giorgio Napolitano, quando ormai la vicenda era chiusa, a conclusione di un convegno sulla ricerca italiana organizzato dal PCI plaudirà ai movimenti che avevano distrutto il mito dell”assoluta neutralità’ della scienza…
    Rispondendo agli attacchi dell’Unità Buzzati-Traverso individua tre fattori per la crisi del suo laboratorio: i ‘cinesi’ (gli occupanti), il CNR e il Partito Comunista (non vi è traccia di fantomatiche ‘autorità religiose’).
    Nel CNR uno dei suoi oppositori fu Giuseppe Montalenti.
    Questo risulta a chiunque abbia letto il libro.

    • stò cò frati e zappo l'orto on

      Se il dibattito scientifico a livello nazionale è completamente immobile(cioè senza la possibilità di critica)
      gran parte della responsabilità và trovata negli anni 60′-80′,
      con la “Rivoluzione Culturale all’Italiana”.
      Nel passato la Dc e altri partiti(purtroppo anche il mio)oltre ovviamente il Pci, si sono semplicemente divisi il potere.
      1)Alla Dc e gli altri partiti il Potere Centrale Amministrativo ecc.
      2)al Pci e suoi alleati TUTTA LA CULTURA(e purtroppo anche parte della scienza).

      La Dc rappresentava o no il Mondo Cattolico(e dei credenti,dunque i “non materialisti”)?

      • Già, la DC ha avuto delle gravissime responsabilità, hanno pensato solo a fare soldi e a curare i propri affari lasciando andare al degrado una tradizione culturale e antropologica di che gli era stata affidata dagli elettori.

    • ” Giorgio Napolitano, quando ormai la vicenda era chiusa, a conclusione di un convegno sulla ricerca italiana organizzato dal PCI plaudirà ai movimenti che avevano distrutto il mito dell”assoluta neutralità’ della scienza…”

      Grazie Domenico, oltre alla conferma dell’omissione, o meglio della distorsione dei fatti, delle responsabilità del PCI da cui il gruppo di Micromega trae origine (Flores D’Arcais era nella FGCI), questa puntualizzazione della posizione di Napolitano è una vera chicca…

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