Donetsk, Homs, e lo shale gas: le sconfitte degli USA

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Il referendum nelle provincie orientali dell’Ucraina si è svolto quasi contemporaneamente alla ritirata in Siria degli assedianti di Homs.

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La disastrosa gestione Obama: la sconfitta in Siria, l’appoggio ai nazisti, la bolla speculativa dello shale gas.

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Due eventi avvenuti quasi contemporaneamente in posti lontani tra loro ma accomunati dalla bassa visibilità data sui media sono segali di un’unica crisi  che vede al centro gli USA. Il 10 Maggio scorso nella città siriana di Homs è finito il lungo assedio che vedeva all’offensiva i ‘ribelli’ di al Quaeda opposti al governo del Presidente Assad. Se ne sono andati dopo aver contrattato la resa con le autorità siriane come ci informa la ADN Kronos, un fatto di questo tipo indica che inesorabilmente per gli oppositori di Assad, finanziati e appoggiati dall’Occidente a guida USA, la guerra è persa. Senza i bombardamenti della NATO, che hanno determinato la sconfitta e il linciaggio di Gheddafi in Libia, l’avventura contro la Siria non ha avuto più alcuna possibilità. Un punto messo a segno dalla Russia che lo scorso settembre riuscì a fermare la guerra.

E così lo scontro si è spostato in modo più pericoloso in Ucraina dove il ruolo che in Siria è stato svolto da Al Quaeda è stato assunto dai nazisti di Pravy Sektor, la lotta per esportare la democrazia passa troppo attraverso gruppi terroristi per essere credibile. E mentre la Siria sta lentamente vincendo la sua guerra, in Ucraina Donetsk segue la Crimea nel liberarsi del regime golpista di Kiev.

Come previsto l’Occidente dichiara non valido il referendum e accusa di poco credibili brogli, come riferito sul Corriere della Sera:

Impossibile verificare la reale affluenza di una consultazione senza osservatori indipendenti o internazionali, svoltasi peraltro con il coprifuoco o «clandestinamente» in alcune località assediate. E turbata qua e là dai blitz della Guardia nazionale ucraina per impedire la consegna delle schede o per sequestrarle: a Krasnoarmeisk è stato ucciso anche un civile. Singoli episodi di irregolarità sono stati segnalati da alcuni dei 500 giornalisti stranieri sguinzagliati nell’area, come il voto multiplo in più seggi o con il passaporto di altre persone, oppure pacchi di schede già votate.

La consultazione, di trasparente, sembra avere in ogni modo solo le urne: le liste degli aventi diritto sono quelle del 2012 (Kiev ha bloccato i database), le commissioni elettorali sono a senso unico. Ma le migliaia di persone che comunque sono andate ai seggi non si sono posti problemi di legittimità. «È un modo per far sentire la voce del Donbass contro i fascisti di Kiev, ormai è troppo tardi per tornare indietro», concordano tutti, convinti che «peggio non sarà», in un voto dove si mescolano orgoglio, speranze, rancori. 

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Non sono credibili le delegittimazioni del voto sulla base di presunti brogli, un paese che si reca al voto sotto la minaccia dei “blitz della Guardia nazionale ucraina per impedire la consegna delle schede o per sequestrarle” è una forte testimonianza di volontà, e semmai il tentativo di falsare la consultazione è avvenuto da parte della Guardia nazionale ucraina che ha cercato di impedirla.

Dopo la sconfitta in Siria adesso anche la situazione in Ucraina sembra volgersi contro le intenzioni degli USA, le provincie orientali, quelle più ricche e industrializzate se ne vanno e all’Occidente rischia di restare una regione orientale indebitata e debole.

Ma purtroppo tutto fa pensare che agi USA convenga puntare proprio sulla crisi e non sul suo superamento, la già disastrata economia americana sta andando incontro ad una nuova bolla finanziaria, quella del gas ottenuto col contestato metodo del “fracking”. Il gas estratto con la frantumazione delle rocce scistose è stato finanziato con ingenti investimenti che per via del basso costo di vendita del prodotto ottenuto rischiano di risultare in perdita, la cosa è stata fatta notare da Bloomberg.

La speranza per l’economia USA è in questo momento quella di vendere il gas all’Europa che lo pagherebbe molto più di quanto non costi attualmente negli Stati Uniti. Ecco perché agli USA conviene non risolvere la crisi e puntare a più forti sanzioni verso la Russia in modo da bloccarne la vendita di gas all’Europa e poter quindi piazzare il proprio a prezzi finalmente convenienti.

Gli USA sono molto più in difficoltà di quanto non vorrebbero far apparire e purtroppo la guerra si propone come un modo per nascondere la vera crisi dietro un conflitto che ne darebbe una falsa giustificazione.

Il sostegno dato ad Al Quaeda, ai nazisti ucraini, le manovre economiche operate con i mercenari della Blackwater: lo scenario è quello che il Generale Fabio Mini aveva efficacemente descritto come l’azione di una “banda”, non di uno Stato.

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

6 commenti

  1. Io non so dove lei prenda le notizie. Sta di fatto che l’obiettivo degli USA non è quello di vendere il gas all’Europa, ma di raggiungere entro il 2020 l’indipendenza energetica, per la quale sono già a buon punto, e poi chi sarebbe Mini, quello delle scie chimiche? Andiamo bene!

    • Buonasera Giuseppe,
      le fonti delle notizie sono linkate, come sempre, nell’articolo.
      L’obiettivo dell’indipendenza energetica non toglie il fatto che la corsa allo sfruttamento del gas abbia creato una bolla speculativa dalla quale gli USA possono uscire solo vendendo all’estero a prezzi maggiori di quelli del mercato interno.
      Riguardo al Gen. Mini io so cosa pensa delle scie chimiche, ne ha parlato di fianco a me davanti a centinaia di persone, e lei invece lo sa?

        • In cui sostanzialmente si dice che se si è convinti che si tratti di un fenomeno reale si devono intraprendere certi passi.
          Personalmente non mi sono mai occupato dell’argomento perché non ci credo, ma se qualcuno vuole fare delle ricerche ho ha dei dubbi non devono esistere argomenti che non si possano toccare.
          Se il Gen. ha avuto dei dubbi è legato al fatto che comunque è vero che esistono programmi di condizionamento meteorologico, programmi su cui sarebbe giusto sapere di più e che proprio grazie all’azione di utili idioti scialchimisti che fanno confusione sull’argomento non vengono affrontati.
          Sgombrare quindi il campo dallo scialchimismo per sapere se e come il programma di manipolazione meteorologica dell’USAF (disponibile online sul sito ufficiale: http://csat.au.af.mil/2025/volume3/vol3ch15.pdf ) sia stato portato avanti.

          Per il resto vedo con piacere che non ha nulla da obiettare sul fatto che gli USA siano alleati di quaedisti e neonazisti, il che è la cosa più importante segnalata nell’articolo.

  2. Quadeisti e neonazisti… credo che lei la faccia un po’ troppo semplice, credo…

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