Le basi della scienza

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Un prione, fonte Wikipedia

Una teoria scientifica è solida quanto lo sono le sue basi, ma in alcuni casi si è costruito sulla sabbia.

E allora c’è bisogno di continui sostegni perché tutto non cada.

 

Ieri sera la mia terza figlia ha deciso di non andare a letto. Doveva prima truccare il babbo. Infine, non avendo più scuse, si è messa sul divano dove ha iniziato a leggere una favola ai quattro bambolotti a lei più cari. Racconta racconta si è quindi  posizionata sul bracciolo del divano e, al momento di appoggiare la schiena nel vuoto, mi sono esibito in un tuffo carpiato per evitare una sua caduta disastrosa.

Il risultato è stato molto gratificante: attutendo la caduta della figlia sul mio corpo, lei ha iniziato a ridere pensando ad un gioco e il maschio di casa dolorante era orgoglioso di aver fatto la sua parte.

Sì, è importante appoggiarsi su basi solide.

Lo sanno bene molti dei ricercatori che, sparsi nel mondo, stanno effettuando instancabilmente ricerche sui prioni.

Da quando Griffith, nel 1967, scoprì che alla base di alcune malattie che colpivano l’uomo c’erano delle non ben precisate proteine, le ricerche non si sono mai più fermate.

Il processo che vede come protagonista questa variante di proteina che non pesa più di 27-29 KDalton, sinteticamente, consiste nel trasmettere la sua malformazione ad altre proteine sane. Perdonate il linguaggio forse troppo semplificativo, ma a me piace farmi insultare dai colti e ricevere gratitudine dagli altri. Eh, son fatto così, cambiare non m’interessa. Comunque diamo un contentino anche agli altri..diciamo allora che nella proteina normale son presenti più sequenze Alfa-elica (è una struttura delle proteine), mentre nella proteina variata son maggiormente presenti foglietti Beta. Ecco, così abbiamo fatto contenti tutti.

Le malattie che sono emerse dai prioni sono molte. La più celebre è senz’altro quella conosciuta come “Mucca pazza”. Ve la ricordate di sicuro: niente più bistecca alla fiorentina per diverso tempo. Ricordate?

Le persone morirono e in più ondate. Prima nel 1986 e poi nuovamente nel 1996. Il problema era serio: innanzitutto per le  morti e poi per tutto il mercato alimentare (le farine animali che venivano date da mangiare erano contagiate dai prioni).

Molte altre sono le malattie dovute ai prioni, eccone un veloce elenco: Scrapie, Kuru, Fatal familial insomnia, BSE (Bovine Spongiform Encephalopathy, la mucca pazza) e la malattia di Creutzfeldt-Jacob (ci fu una meravigliosa puntata di X-Files a riguardo, con la fascinosa e algida agente Scully.) Televisivamente parlando, bei tempi. Dal punto di vista della ricerca invece il mondo scientifico era in fibrillazione. Come riconoscere velocemente i prioni? Non c’era modo. E il problema era ed è pressante è incistato nel cuore dell’Occidente.

I Rocky Mountain Laboratories, in anni di ricerca, hanno inventato procedure per evidenziare la presenza di prioni in un campione, nell’arco di una sola settimana. Una svolta importante per tutta la comunità che li ha portati ad essere leader mondiali nella ricerca sui prioni. Nella loro procedura è necessario l’utilizzo di uno strumento chiamato “Lettore di Piastre”, serve per leggere la fluorescenza emanata dai campioni e detectare eventuali prioni.

L’80% dei centri di ricerca nel mondo che lavorano sui prioni ha scelto un unico lettore di piastre, costruito da un’azienda tedesca. Stiamo parlando della detection di una malattia temutissima, è vero che fa pochi morti (solo 100 all’anno in Italia e non per contagio, qui), ma essendo contagiosa potrebbe tutt’a un tratto diventare un’emergenza. Ci sono malattie contagiose che vengono ignorate per anni o decenni e poi di colpo tutti a farsela addosso dalla paura. Ora, non mi vengono esempi concreti al momento, ma fidatevi.. è così.

Allora, per una battaglia così d’avanguardia, cosa deve avere questo strumento tedesco che gli altri non hanno? Un fotomoltiplicatore di ultima generazione, una i-ccd che riesca a vedere meno di 75 fotoni per angolo solido per centimetro quadrato al secondo? Oppure deve possedere un sistema laser per rendere più sensibile la detection? Oppure monocromatori di ultima generazione, a doppi filtri? No. Hanno scelto una macchina che abbia, per l’agitazione del campione, ingranaggi in acciaio e alluminio, invece che di plastica.

Tutto qui? E voi siete arrivati fin qui per leggere di ingranaggi in acciaio e alluminio?

Per far interagire le proteine cattive con quelle buone, serve agitare il campione continuamente per giorni (anche cinque, continuamente). Se ho proteine cattive, alla fine della settimana ho degli aggregati, altrimenti il campione risulta negativo. Le altre macchine per la detection di prioni, dopo qualche mese, semplicemente si rompono. Quelle tedesche no. Bisogna partire dal basso, se si è fatto un buon lavoro di base allora posso puntare a mete ambiziose. Senza confondere scienza e tecnologia, il lavoro dello scienziato è come il lavoro dell’artigiano. Un lavoro umile, a volte noioso. Non di marketing, però che risultati vengono da chi fa scienza partendo da basi solide!

 (Avviso personale: Alessandro Giuliani, mi manca la tua presentazione del Workshop!! E scrivi due righe, dai! Sei stato mitico. Estasiaci ancora un po’! Facce sognà.)

Partire dal basso sembra meno dignitoso, noioso. Uno invece vuol sognare e per farlo dimentica facilmente il rigore scientifico.

A che serve avere teorie sofisticatissime che partono dando per certi fatti ancora non assodati?

Che serve ostentare gravemente previsioni di Global Warming antropico quando non vengono correttamente analizzati (non interpretati, analizzati!) i dati già in nostro possesso? Che serve chiamare prove/fatti del darwinismo quelle che sono interpretazioni discutibili?

Si vorrebbe sentir parlare di novità tutti i giorni e poi all’uomo piace dare un senso al mondo che abita,  questa seconda è una buona inclinazione. Lo scienziato deve sfruttare questa energia emotiva e trasformarla in sete cognitiva, ma senza rimanerne prigioniero. La ragione deve avere l’ultima parola. Quella è la base.

Se la scienza pret a porter, come mia figlia, racconta favole e poi si appoggia sull’inconsistente vuoto delle parole e della retorica, rischia di cadere. Lasciare il rigore scientifico per effimere sensazioni gratificanti, porta a vicoli ciechi o a più familiari porte in faccia.

Bene, ora lasciamo la teoria sui prioni e andiamo a maneggiarli. Una stanza P3, a pressione negativa, mi aspetta. Fatemi un grosso in bocca al lupo.

P.S. : Credevo di ricevere un attestato di stima dalla moglie, per l’eroico salvataggio. Invece mi arrivò tra capo e collo uno “Stai attento a quello che fai. Non sei più un ragazzino” . L’effetto è stato un dolore più lancinante della prima caduta.

Un link per una introduzione ai prioni

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Laureato in Biologia tanti anni fa, prima di mettere in piedi una scuola di sopravvivenza va a specializzarsi in terra d'Etiopia per poi tornare e istruire a dovere, insieme a Silvia, 3 piccole amazzoni. Dopo 13 anni in un'azienda di Biotecnologie come Specialist e Line Leader, decide di divertirsi come Direttore Marketing per un noto marchio di gioielli, in attesa di nuove sorprese all'orizzonte.

32 commenti

  1. Il problema è che le macchine per testare i prioni se si rompono se ne accorgono subito tutti, se invece una teoria come quella neo-darwiniana non funziona non se ne accorge nessuno.
    Forse perché non serve a niente, quindi anche se non funziona la “comprano” lo stesso, un po’ come si fa con i soprammobili, non servono a niente però fanno bella mostra di sè.

    • Basta leggere, professore, quello che scrive Andrea da giorni: fosse per lui anche l’astronautica e l’astronomia non sono diverse dalle fiabe per i creduloni o dai baracconi di divertimento per suicidi.

    • Eh già!
      Ma vogliamo parlare di tutto il tempo che si butta a spolverarli, questi soprammobili, invece di fare Ricerca?
      Ho esagerato! vado a prendere un Buscopan

    • Eh questa e’ una gran verita’. Tanta di quella fuffa sopravvive semplicemente perche’ l’utilita’ e’ nulla. Buona per scrivere chiacchiere certo, per incasellare, per solleticare la nostra conoscenza. Ma poi non ci si fa nulla di pratico.
      A ben vedere direi che c’e’ una intera famiglia di teorie del genere. E nella mia parziale conoscenza, molte di esse derivano dalla presunzione Vittoriana, dove davvero hanno pontificato su tutto.
      E una volta mettevo a paragone questo problema col fatto che nel mondo non esistono piu’ zone “di nessuno”.
      Eh furbi, chi primo arriva meglio alloggia. Il primo che scrive una qualsiasi stupidaggine su qualcosa di non verificabile, e’ il vincente, stando alle convenzioni del nostro…. metodo… scientifico (che chissa’ cosa ha di scientifico).
      Ecco perche’ spesso la difesa di questi tromboni parte da “e tu conosci una teoria migliore?”. Come se il “migliore” fosse una funzione monodimensionale lineare. Insomma classificabile come a scuola, da 1 a 10.

      • Giorgio Masiero on

        D’accordo, Fabio. Ma toglimi una curiosità: che cos’è per te la (vera) scienza?

        • La scienza non e’ una disciplina, La scienza non e’ un lavoro. La scienza inizia quando si iniziano a raccogliere dati. La scienza riguarda tutto il processo di verifica che non si siano fatte stupidaggini e tutto sia ripetibile.
          La scienza e’ quella di Brahe, che nonostante supportasse il geocentrismo ed odiasse l’eliocentrismo, e’ stata cruciale per le TEORIE di Keplero. Che a questo punto non e’ uno scienziato ma un teorico.
          E in ogni caso, come ho appena scritto, non si e’ scienziati perche’ si lavora su certe discipline. La scienza e’ un processo, Quando sei in quel processo stai facendo scienza e puoi, se vuoi (ma lo sconsiglio) chiamarti scienziato.
          Quando ti metti a elucubrare sulle teorie sovrastanti i dati NON sei scienziato.
          E, per prevenire la domanda cui ho appena risposto nell’altro post: qualcuno mi spiega cosa si perde in questa accezione (che io ritengo sia quella originale, prima del caos dei matematici comunisti ahah)? Cosa si perde? La possibilita’ di salire sugli Ziqqurat a spiegare ai mortali come va il mondo?
          Il tono un po’ aspro e’ rivolto ad un eventuale interlocutore che facesse di nuovo questa stessa domanda… 😉

          • Giorgio Masiero on

            Un’originale definizione la tua, Fabio, che non condivido. Secondo la tua definizione, da Pitagora ad Aristotele a Tommaso, da Keplero a Newton a Boole a Maxwell a Einstein a Turing, nessuno di questi avrebbe mai fatto “scienza”.
            Che cosa perderemmo? Per es., senza l’algebra di Boole, senza le equazioni di Maxwell e senza la relatività generale di Einstein, io e te non potremmo comunicare via web, né tu potresti fare il tuo lavoro di elaborare “dati”…
            Io invece penso che ci sia più scienza, cioè conoscenza, del profumo di rosa in un ignorante di chimica con un buon naso che si limita ad annusare (senza raccogliere nessun “dato”), che in un analista chimico senza olfatto che raccoglie dati e mi sa dire le percentuali esatte delle diverse sostanze chimiche emanate dalla rosa.
            La mia definizione di “scienza” la darò nel mio prossimo articolo.

          • Beh Giorgio aspettero’ l’articolo, dove gia’ sai che saro’.. .civilmente in disaccordo :).
            Parlo per quel che conosco: Turing NON era certo uno scienziato, mai considerato tale, mai sentito definirlo cosi’.
            E sono un informatico…
            Aristotele e’ garantito non essere uno scienziato. Ipse dixit…
            Maxwell non so ma mi puzza che sia stato uno scienziato.
            Keplero, fintanto che ha usato i dati di Brahe, non ha fatto scienza ma teoria.
            Comunichiamo con Internet sfruttando i progressi NON CERTO perche’ qualcuno si e’ dilettato a chiamare scienziato Turing o Einstein. Non sto mica sminuendo la teoria, sto dicendo che la teoria NON e’ scienza, la scienza la si fa quando si raccolgono dati.
            PS: ma perche’ se chiamo scienza l’acquisire dati, poi ci leggete tutti che derido la teoria? Dove lo scrivo? Rispondo io: da nessuna parte. Fatto sta che voi questo leggete. E cio’ e’ interessante…

            PS2: spesso e volentieri non trovo il REPLY alla domanda cui voglio rispondere e mi tocca “appendermi” dove capita… bo?

          • Curiosa definizione, mi associo al prof. Masiero, quella di chiamare scienza soltanto la raccolta dati, col risultato che Aristotele, Keplero, Maxwell, Einstein, Bohr, ecc. non sarebbero scienziati!
            C’era una frase di Aristotele nella presentazione di Masiero al Workshop di CS: “I sensi ci danno la conoscenza più autorevole sui particolari. Ma, per fare un esempio, essi non ci dicono il perché di nulla: perché il fuoco è caldo? Essi ci dicono solo che è caldo”.
            Ecco, caro Fabio, i sensi ti diranno una metà della storia della scienza, che il fuoco è caldo (se poi è caldissimo, dovrai anche per la raccolta dati usare strumenti di misura derivati dalla teoria termodinamica!!); ma Maxwell ti ha spiegato con la sua teoria cinetica perché è caldo. E questa è la seconda metà della storia, che come dice Masiero, ti permette di dire in rete la tua;)

    • Giuseppe Cipriani on

      Le solite generalizzazioni vuote di contenuto…

      Dubito che lei pensi davvero, prof. Pennetta, che la teoria neo-darwiniana non serva a nulla… E che chi la sostiene lo faccia solo perché fa bella mostra di sé, come un soprammobile. Ma le pare?
      Forse l’ha spinta a sostenere ciò il tono e lo stile di Max, che non si capisce (almeno questo vale per me) quasi mai dove scherza e dove dice cose serie… Ma questa sua capacità di tenersi in bilico tra il serio e il faceto è un merito che ha (Max farebbe sfracelli a uno Zelig degli scienziati) e invece è una lacuna mia il non capirlo troppo bene.

      • Giorgio Masiero on

        Caro Cipriani, conoscendo Pennetta meglio di Lei, Le posso assicurare che veramente egli crede, come me e molti altri, che il darwinismo non ha nessuna utilità. Quindi, piuttosto che formulare un giudizio audace su ciò che passa “davvero” per la mente di una persona, perché non ci dice Lei una, una sola, applicazione del darwinismo?
        L’ho chiesto a tutti i darwinisti che ho incontrato. Silenzio.
        L’altro giorno l’ho chiesto a Greylines. Silenzio.
        Scommettiamo 1.000 euro che anche Lei, nel tempo di un mese o di 6 mesi, non sarà in grado di trovarmi un’applicazione utile di una teoria che ha ormai 155 anni?

        • Giuseppe Cipriani on

          Le rispondo con semplicità e umilmente, non prima di dirle con estrema sincerità che la questione che giudicavo poco c’entra con la sua replica, in quanto stigmatizzavo un modo di esprimere concetti che non rendono certo onore a uno come il prof. Pennetta, più profondo di certo di quelle facezie da blog in cui anche lui talvolta cade…
          Lei stesso, prof. Masiero, continua imperterrito a chiedere un’applicazione del darwinismo, ma lo chiede alle persone sbagliate, almeno io sono la persona sbagliata, in quanto non so risponderle nel merito di una questione la cui importanza mi sfugge totalmente. Provi a chiederlo al suo amico sacerdote, quello che nonostante tutto al darwinismo ancora crede, e mi faccia sapere che le risponde.
          Peraltro, mi par di ricordare, anche se ora su due piedi non riesco a fare mente locale, che Greylines qualcosa in merito le abbia risposto…

          • Giorgio Masiero on

            Lei ricorda male, Cipriani, perché Greylines non ha mai riportato nessuna applicazione del darwinismo. Ci sono molti sacerdoti darwinisti, e naturalmente laici darwinisti, credenti e non credenti, come ci sono molti sacerdoti che credono nell’esistenza degli alieni (e naturalmente anche molti laici), ma io che leggo quotidianamente per mestiere ricerche scientifiche suscettibili di applicazioni tecnologiche non ne ho mai trovato una, né del darwinismo né dell’ufologia.
            Dalla sua (mancata) risposta desumo che anche Lei non è un razionalista puro e duro, ma ha fede in qualcosa.

          • Giuseppe Cipriani on

            In realtà, caro Masiero, la mia “fede”, se così vogliamo chiamarla, consiste nella fiducia che ripongo in coloro (la comunità scientifica) che portano avanti il cosiddetto metodo scientifico su mille fronti della ricerca, compreso quindi quel campo di ricerche che chiamiamo neodarwinismo. La mia “fede”, caro Masiero, sta semplicemente nel credere che nessun complotto, nessuna cattiva intenzione, può essere così esteso da camuffare e spacciare come scienza ciò che non lo è. Ma se è (solo) fede, è la stessa fede che ho nelle buone intenzioni di CS e del suo fondatore, la stessa fede che ho nell’onestà intellettuale di quasi tutti coloro che qui contribuiscono al piccolo dibattito consentito da un blog…
            Per tanti versi, poi, ho l’impressione che lei, Masiero, colga molto le sfumature che portano acqua al suo mulino e meno quelle che richiederebbero da parte sua un minimo di revisione del suo pensiero, ma anche questa, forse, è (solo) fede in qualcosa…

          • Giorgio Masiero on

            Sull’ultima frase, Cipriani, riguardo alle Sue impressioni sul mio pensiero (Le piace leggere nella mente degli altri, vero?), spero che Lei Si sbagli, anche perché la scienza sperimentale non mi scalda l’anima.

          • Giuseppe Cipriani on

            Spero anch’io, ardentemente, che il mio giudizio sia sbagliato, caro prof. Masiero. E sperando anche che vorrà perdonarmi per la presunzione che ho manifestato nel giudicarla, da lei desideravo, in fondo, una rassicurazione in tal senso. Guardiamo avanti tutti con speranza su tutti i fronti. Questo sì ci può accomunare, indipendentemente da ogni altra cosa che (formalmente) ci può dividere.

      • Giuseppe, non posso che confermare quanto ha già anticipato Masiero, non stavo scherzando.
        E invito anch’io a indicare un solo risultato ottenuto grazie alla teoria darwiniana (la selezione non conta, la usavano già gli allevatori).
        E ho anche la conferma di Alessandro Giuliani che la ricerca la fa sul campo: della teoria neo-darwiniana i ricercatori non si occupano perché non gli serve.

    • F. Maddalena on

      Beh è come per varie teorie cosmologiche, speculazioni sulal non-esistenza del tempo, la teoria delle stringhe… etc… tutte cose che (almeno per ora) non sono nemmeno minimamente empiricamente testabili.

      Forse ‘ipotesi’ sarebbe più appropriato che ‘teoria’.

      Ironicamente Dawkisn dice che l’evoluzione è un ‘teorema’ (nel supo libro “The greatest show on earth”)… ma evidentemente non sa cos’è un teorema 😀

  2. Penso che il recente mio commento messo in rete nel sito di NYTimes e riferito in una critica Letter To Editors del NYTimes, inviata oggi, illustri efficacemente il comportamente dell’establishment nei confronti dei reali progressi se la Medicina è Serva dell’Economia:
    http://www.nytimes.com/2014/10/19/us/life-in-quarantine-for-ebola-exposure-21-days-of-fear-and-loathing.html?comments#permid=13096466
    Sergio Stagnaro Riva Trigoso Genoa Italy
    Unfortunately, the real advances of Medicine are not spread efficaciously if they are clinical, and not genetical in origine. As I wrote formerly in NYTimes website, http://www.nytimes.com/2014/10/02/opinion/living-with-the-terror-of-ebola.html?comments, bedside diagnosis of virus diseases, including Ebola disease, can be made some days before the onset of the clinical phenomenology. As a matter of facts, there is a general agreement that Ebola virus affects particularly the endothelium causing bleeding in different biological systems. Therefore, I predict that if the doctors enrolled for fighting such a outbreak, knew the Antognetti’s Sign and Terziani’s maneuver readily they would be able to bedside recognize the individuals affected by this virus in a few minutes. Further information o NYTimes Editors request only. For further information, See http://www.sisbq.org
    PS
    Se qualcuno risponde, avvisatemi…

  3. Giorgio Masiero on

    Caro Max, permettimi due puntini sulle i.
    1. Il titolo usa la parola “scienza”. Poi leggendolo trovo che ti riferisci a un ramo della scienza sperimentale. Forse, per non essere anche noi vittime dello scientismo (che critichiamo tutti i giorni), dovremmo specificare. Anche perché ogni tipo di scienza ha “basi” e metodi diversi.
    2. “La ragione deve avere l’ultima parola”, dici. Sì, ma questo vale in filosofia, in logica, in matematica e più in generale nelle scienze “umane”. In scienza sperimentale l’ultima parola spetta ai FATTI.

    • Caro Giorgio,
      Per il primo punto ho messo le mani avanti già nell’articolo:”Perdonate il linguaggio forse troppo semplificativo” con le parole che seguono.
      Mentre per il secondo, anche gli scientisti dichiarano che siano i fatti ad avere l’ultima parola. Salvo poi fare scelte irrazionali, che contraddicono quanto suggerito dai fatti.
      Grazie per quest’occasione di confronto.

  4. Francesco Maddalena on

    Una domanda, forse lievemente fuori tema. Cosa ne pensa del dibattito sul fatto che i prioni NON siano davvero la causa di tali malattie, ma altri agenti ancora magari sconosciuti, es. i cosidetti “slow virus”

    • Buongiorno,
      Dibattere fa sempre bene. Tutte le buone idee, fondate su dati empirici, son ben accette.
      Per ora non ho dubbi, ho visto al microscopio i buchi creati dalla presenza di prioni.
      Studi recenti correlano i prioni con l’Alzheimer, vedremo cosa si scoprirà.

      Saluti

  5. @Anna: la scienza ci dice che il fuoco e’ caldo. Bene mi dai ragione.
    Perche’ il fuoco e’ caldo?
    E tu pensi che sia scienza quella?
    O ti fa comodo sperarlo, dato che sei chiaramente una umanista?
    Scusami i toni ma sto perdendo la pazienza (non la calma) perche’ non fate che ripetere cose cui ho gia’ risposto, dandomi pure ragione ma concludendo con “quindi non hai ragione” bo….
    Aristotele scienziato… questa me la devo segnare….

    • Ciao Fabio,
      sulla Treccani on-line leggo che : “Aristotele esclude come mezzo di spiegazione qualsiasi elemento di natura casuale o fortuita” aggiungo io qualche migliaio d’anni dopo, se non è fortuito allora vi sono delle leggi che governano i fenomeni? Per me è troppo facile dirlo, ma Aristotele aveva capito quello che oggi molti evoluzionisti si ostinano a non vedere. Aristotele, più scienziato di molti contemporanei. L’avresti detto? Ciao.

      • Che possa essere stato “piu’ scenziato di altri” ci puo’ anche stare.
        Ma col suo Ipse Dixit, col suo (e qui parlo da ignorante) la gallina attraversa la strada perche’ e’ nella sua natura)…. bo…
        Basta cercare ed ad esempio si trova:
        http://ebook.scuola.zanichelli.it/amaldiscientifici/volume-1/le-forze-e-i-moti/il-moto-circolare-uniforme/document-13#270
        dove si legge che Galieo confuta Aristotele proprio raccogliendo dati, in barba all’Ipse Dixit dominante.
        Ma propongo di non spostare la discussione sugli esempi, che dovrebbero solo esemplificare, non essere il discorso stesso.
        Anche perche’ di Filosofia ne so ben poco 😉

        • Aristotele non ha mai detto Ipse dixit, e anzi pensava esattamente il contrario, Fabio.
          Quanto a Galileo che ha confutato Aristotele è vero, ma poi Galileo è stato confutato da Einstein e Einstein dall’entanglement quantististico e… questa è la scienza sperimentale, che progredisce per successive falsificazioni.

          • Lavoro anch’io nell’informatica, Fabio, e ti dico che per me Aristotele è il più grande scienziato di sempre. Neanche il computer ci sarebb senza di lui, che nei principi di presenza-assenza e nel sillogismo ha posto le basi della programmazione.

          • Beh casomai avrebbe dovuto dire “Ego dixi” 😀
            Ma ok mi ha fatto solo impressione come esempio, non voglio certo fare un’analisi su Aristotele, sono pronto a fare ammenda.
            Quella che progredisce (o meno) e’ la conoscenza, mi sa…
            E’ curioso come noto che ogni frase a me rivolta sembra fatta apposta per ammantare di “scienza” la conoscenza, per darle l’oggettivita’ tipica dei dati.
            E’ qui che andate a parare tutti vero?
            Spero non tutti…

            @Wil: per me Godel e Turing sono delle menti superiori, tanto di cappello, per fare un esempio. Non per questo li chiamo scienziati, ma teorici. Per quanto concerne l’Informatica, Aristotele difficilmente avra’ potuto dare dati a riguardo…
            Comunque casomai Boole, ma pure lui e’ stato un teorico. Ma perche’ questa fissa di chiamare scienziati i teorici? Solo per gli Ziqqurat?

  6. ciao a tutti! leggo il blog da un po’ e devo dire che mi piace che ci sia chi pone dubbi! a qualcuno può non andare a genio, ma mi pare che il modo migliore per fugare i dubbi sarebbe quello di far valere le proprie ragioni confrontarsi, lasciando al pubblico il compito di trarre le sue conclusioni

    purtroppo questo non sembra possibile, si deve scegliere, aut-aut, o con gli umanisti laici o con gli oscurantisti medievali, così la si vuol far passare, e a me tutto ciò pare una caricatura ridicola, ma sembra che proprio non si possa farne a meno… e quindi pazienza…

    dico subito che non sono creazionista, nè neo-darwinista, nè nulla, sono molto meno preparato di molti qui su questi temi, mi sono fatto un’ idea solo a grandi(ssime) linee, quindi non ho sufficienti elementi per giudicare

    vorrei solo porre un interrogativo, senza dietrologie

    da quel che mi risulta, nell’ 83′ kimura motoo dimostra la neutralità delle mutazioni rispetto alle pressioni selettive, la deriva genetica è un processo stocastico dunque, ciò a seguito di una lunga disputa tra neutalisti e selezionisti

    ancora prima(72′) guold ed eldredge con gli equilibri punteggiati mettono in crisi l’ idea della continuità gradualistica dell’ evoluzione biologica, dunque le specie mutano in periodi relativamente ‘brevi’ a fronte di lunghissimi periodi si sostanziale stabilità, come testimoniano i fossili

    sempre gould avanza l’ idea dei free rider, non tutto ciò che ha una funzione biologica può essere spiegato per via adattamentista! sarebbe come dire che il naso si è evoluto come supporto per gli occhiali, perchè questa è una delle sue funzioni! ovviamente non è così, non tutto quello che osserviamo avere una funzione, per quanto utile, è detto che si sia evoluto per adattamento! è un errore logico!

    ancora l’ evo devo ci dice che l’ evoluzione degli organismi biologici passa per certi vincoli evolutivi, ambiente o non ambiente, selezione o non selezione, che dipendono da vincoli molecolari endogeni, non ambientali!

    insomma, alla luce di tutto ciò che resta della teoria darwiniana dell’ evoluzione per selezione naturale? e soprattutto qual è l’ unità di misura della selezione naturale? il singolo gene come sostiene dawkins? ma la selezione può davvero selezionare singoli geni?

    si può selezionare un gene, o un singolo tratto fenotipico, migliorando il livello di fitness dell’ individuo? è davvero così lineare la faccenda? oppure selezionare un gene ha una serie inestricabile di conseguenze sull’ individuo nel suo insieme e/o addirittura del gruppo di cui fa parte? e non potrebbe addirittura accadere che la selezione di questo certo tratto, utile per un certo aspetto, risulti totalemete svantaggioso nell equilibrio generale dell’ individuo e del gruppo?

    a me sembra che il processo evolutivo porti con sè delle complessità che non possono essere ridotte al semplice schema di mutazione casuale e selezione netuarale

    in un quadro di questo tipo, quindi, cosa resta del ruolo della selezione naturale?

    io non metto in discussione l’ evoluzione biologica neppure per un istante, ma mi pare(se interpreto correttamente, e non è detto, non sono un esperto) che intendere oggi l’ evoluzione biologica come la intendeva darwin sia impossibile

    ora, mi dicono che la così detta ‘sintesi moderna’, o ‘sintesi estesa’, tenga assieme tutte queste cose con successo, cioè che dia ragione tanto degli equilibri punteggiati, quanto della deriva gentica, dell’ evo-devo etc senza contraddizioni

    io neppure questo metto in dubbio, però se le cose stanno così, di sicuro non stiamo più parlando della vecchia teoria dell’ evoluzione per selezione naturale, abbiamo per le mani altro, qualcosa di molto più complesso, che non può essere sintetizzato in ‘mutazione casuale—> selezione naturale’, salvo voler dare una descrizione semplicistica molto lontana da come le cose si svolgono effettivamente

    e tutto questo tralasciando i molti aspetti ancora poco chiari

    quindi, la domanda annunciata è, perchè parlare ancora di evoluzione per selezione naturale? certo, darwin ha avuto una grande intuizione, ovvero: ‘gurdiamo ai fatti della biologia da un punto di vista esclusivamente naturalistico’, bene, questa sua idea, se ci atteniamo alla biologia come scienza, è ancora pienamente valida! nessuno lo discute

    ma affermare che l’ evoluzione sia quella cosa che intendeva darwin 150 anni fa sarebbe come affermare che la gravitazione universale è quella cosa che intendeva newton, oggi sappiamo che non è così! ma resta buona l’ idea di una legge che descrive il moto dei corpi dal punto di vista fisico! che poi questo punto di vista fisico muti a seconda delle conoscenze correnti e dei paradigmi scientifici vigenti è una conseguenza perfino necessaria!

    dovrebbe essere lo stesso in biologia secondo me, biosgenrebbe, arrivati a questo punto, ammettere serenamente che l’ evoluzione non è esattamente quella cosa che intendeva darwin e neppure i primi neo-darwinisti

    poi, lo ripeto, se con neo-darwiniana intendiamo una teoria che tenga conto e inglobi tutti gli aspetti dell’ evoluzione che ‘cozzano’ con la teoria darwiniana, allora è solo un problema di etichette, ma stiamo parlando di qualcosa che con darwin ha poco a che spartire… così pare a me almeno…

    scusate la prolissità, se ho scritto qualche fesseria colossale ditemelo, mi interessa tentare di capire…

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