Creation (film del 2009)

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“Creation”, un film su Darwin mai proiettato nelle sale italiane.

Un film che mostra poco lo scienziato e molto un uomo tormentato nel confronto con la crudeltà della natura.

 

Mai uscito nelle sale italiane, “Creation” è un film di Jon Amiel ambientato nel 1858 in cui si racconta di Charles Darwin (interpretato da Paul Bettany) e della moglie (Jennifer Connelly). Per l’esattezza il film  è stato visto solo in occasione dei Darwin Day ma non è stato ancora doppiato in italiano. Ammesso che il regista e la casa produttrice non siano famosissimi, il cast è di ottimo livello e non è semplice capire perché non sia mai stato reso noto da noi; qualche malpensante ha sospettato che nella “troppo cattolica” Italia il personaggio sia poco gradito, ma allora non si spiega perché un film come “Il codice da Vinci”, in cui la Chiesa sembra un’associazione a delinquere, non abbia avuto la stessa sorte.

All’inizio del film compare il seguente testo (tradotto): “ ”L’Origine delle specie” di Charles Darwin, pubblicato per la prima volta nel 1859, è stato definito l’idea più grandiosa della storia del pensiero. Questa è la cronaca di come è stato scritto…”, magari è un po’ esagerato ma di sicuro la curiosità è forte.

Nel vedere questo film al fine di comprenderne eventuali problemi, solo un episodio iniziale non mi è stato molto chiaro e necessiterei dell’opinione di altre persone: Darwin racconta ad una delle sue figlie, Annie, un aneddoto storico in cui un gruppo di inglesi sbarca su una terra in cui vivono dei selvaggi, lì i “bambini erano di poco valore” per cui ne comprano due in cambio di preziosi bottoni, quindi i bambini vengono lavati, vestiti, educati al modo di mangiare e di comportarsi degli occidentali, ma quando vengono riportati nella loro terra nella speranza che facciano da mediatori per civilizzare tutti gli altri selvaggi, i bambini subito si spogliano e tornano agli usi e costumi della loro gente. Darwin e la figlia ridono del fallimento degli inglesi, ma non sono riuscito a divertirmi altrettanto, perché personalmente posso anche tollerare che ognuno debba essere libero di vestirsi e mangiare come gli pare, ma tornare festanti da quelli che ti hanno venduto richiede uno straordinario senso della diplomazia.

Successivamente a tale aneddoto, scopriamo che Annie è morta poco tempo dopo e, a mio avviso, il vero problema di questo film è che è questo lutto il tema centrale e il modo in cui è stato reso rende il film di difficile visione. Sono indotto a pensarlo da un caso simile: il film postapocalittico “The road” uscì in Italia in ritardo rispetto al resto d’Europa perché non convinse i distributori che lo definivano troppo deprimente. “Creation” è un film biografico, quindi il linea generale meno spettacolare, ma proverò a spiegare perché sia purtroppo anche altrettanto deprimente.

La storia nel film è intervallata da flashback in cui la figlia di Darwin era ancora viva oppure da “apparizioni” al padre perché questi soffre di allucinazioni, ma ogni volta che si torna alla realtà viene fatto rivivere il lutto allo spettatore come è stato fatto la prima volta, per cui è come se il messaggio “la figlioletta di Darwin è morta” venisse riproposto uguale per tutta l’ora e mezza.

In questo tempo Darwin non prega più a tavola con i suoi, mangia poco, si ammala di una malattia psicosomatica dovuta alla depressione, ricorda di quando raccontò alla figlia la storia di una giovane oragotango strappata alla sua famiglia e costretta a vivere in uno zoo, benché fosse un animale dotato di sensibilità ed espressività quasi umani. In una scena in cui Darwin cita l’idea di Malthus per cui ogni popolazione di viventi vede giungere alla maturità solo una porzione molto piccola di ogni prole, il film mostra nei peggiori dettagli la caduta di un passerotto appena nato da un nido, la morte e la putrefazione ad opera dei vermi; similmente vediamo una scena in cui Darwin mostra a dei bambini una volpe che afferra un coniglietto e con un morso gli spezza il collo. In aggiunta alla triste realtà, non potrò dimenticare l’incubo in cui Darwin vede i propri animali imbalsamati rianimarsi e un embrione umano posto in un barattolo muoversi e dire la parola “papà”.

Vengono proposti continui parallelismi tra le cure dei sintomi di Darwin e il calvario sofferto dalla figlia nel vano tentativo di guarire dalla malattia che l’ha uccisa, inoltre questa figlia era anche quella che aveva preso molto dal padre, perché era curiosa del sapere scientifico e perspicace per la sua età.

Quando Darwin ricorda la triste morte dell’orangotango tra le braccia del suo addestratore, vediamo la morte vera e propria della figlia ma è come se l’avessimo già vista decine di volte. Darwin arriverà a dire alla moglie che forse la debolezza fisica che ha procurato la morte di Annie fosse una conseguenza di una parentela tra lui e la moglie.

Occupiamoci ora, per non tediarvi ulteriormente, del modo in cui è stata rappresentata la scienza e la stesura del testo “L’Origine delle specie.”

C’era un po’ di ambiguità nel mostrare i piccioni sgozzati e sviscerati a fini di studio per le ricerche di Darwin e i già citati vasetti contenenti embrioni, quasi come se fosse stato l’incipit di un remake di Frankenstein più che la storia di Darwin; in ogni caso, il personaggio peggiore del film è stato senza dubbio Thomas Huxley. Interpretato da Toby Jones, attore esteticamente molto poco interessante, il biologo ricordato come “il mastino di Darwin” è anche umanamente sgradevole, perché prima ancora che Darwin completasse la sua opera è già preso solo dalle strumentalizzazioni filosofiche, infatti non vede l’ora di togliere la scienza dalle mani di “parroci di campagna e collezionisti di coleotteri” e crede che la fede in un Creatore sia solo un organo vestigiale inutile che un giorno verrà eliminato. Darwin a queste affermazioni replica invece che la Chiesa è come una barca che unisce e muove tutta la società e non se ne possono cambiare gli assi finché chi stiamo dentro.

Un altro collega di Darwin, il botanico Joseph Hooker (Benedict Cumberbatch), inizialmente è altrettanto moderato, ma quando viene a sapere del fatto che un altro scienziato, Wallace, è giunto alle stesse idee di Darwin, induce quest’ultimo a ignorare ogni suo malanno per pubblicare presto la sua opera, perché il suo collega ha “molti nemici che vogliono metterlo al rogo” e la sua è una “battaglia” (in realtà nell’epilogo si scoprirà che Darwin ha avuto tutt’altra sorte).

Darwin dal canto suo aveva reagito con una risata nervosa alle lettere di Wallace in cui vede scritte le sue stesse teorie, ma una parte di sé si sente quasi come liberato di un peso, perché credeva che la sua teoria avrebbe spezzato il cuore della moglie molto religiosa; infatti, per una sorta di strana coerenza, il film aveva mostrato in precedenza la stesura dei primi capitoli con un montaggio che li facesse apparire più come pagine di un romanzo gotico che di un saggio scientifico.

Proprio nel contesto della reazione alle lettere di Wallace si svolge il dialogo che ho apprezzato di più, tra Darwin e un reverendo amico di famiglia. In passato, il reverendo per punizione aveva costretto la figlia di Darwin a inginocchiarsi sul sale perché questa aveva detto di credere nei dinosauri, quindi capirete perché secondo lui il problema dei risultati di Wallace possa essere interpretato come un aiuto del Signore. Il dialogo quindi si svolge nel seguente modo:

Reverendo: “Il Signore agisce in maniera misteriosa”

Darwin: “Sì, è vero, no? Sapete, stavo notando solo l’altro giorno come Lui ci abbia fornito, in tutta la sua benedetta generosità, non di una, ma di 900 specie di vermi intestinali, ognuna con il proprio metodo di infiltrarsi nelle mucose e di infiltrarsi attraverso il flusso sanguigno. E dell’amore che dimostra per le farfalle, inventandosi una vespa che depone le sue uova nella carne viva dei bruchi.”

Reverendo: “Ho detto in molte occasioni che non è compito nostro speculare sulle Sue ragioni.”

Darwin: “No, possiamo lasciarlo fare al signor Wallace. Pensate dovrei avvisarlo di rimanere all’estero? (arrabbiato) Con le sue idee, se si mostrasse da queste parti, potrebbe essere obbligato a inginocchiarsi sul sale.”

Reverendo: “(alzandosi) Ho sempre apprezzato la nostra amicizia. Finora, vi consideravo come uno di quei rari mortali con i quali uno poteva trovarsi in disaccordo e tuttavia non scorgere un’ombra di ostilità. Purtroppo, quel sentimento… non esiste più. (se ne va)”

Capirete che si è parlato spesso di religione durante questo film, in particolare quello di Darwin è un lungo e lento cammino verso l’ateismo, che egli stesso paragona alla lenta comparsa di una catena montuosa. Non è d’aiuto allo scienziato sentirsi dire dalla moglie che le sue teorie potrebbero compromettergli la salvezza eterna, e non poteva essere un caso che il reverendo avesse deciso di leggere durante una funzione liturgica proprio un brano della Genesi lo stesso giorno della punizione corporale della figlia (Darwin reagisce uscendo dalla chiesa durante il sermone). Nell’unica scena in cui vediamo lo scienziato pregare, egli promette al Signore che se Dio avesse guarito la figlia, lui gli avrebbe creduto per tutta la vita, ma sappiamo bene come andò a finire (premesso che Darwin ha fatto quello che avrebbe fatto chiunque e che non posso neanche immaginare quale sia stato il suo dolore, la preghiera di un santo si sarebbe svolta al contrario, cioè prima si promette a priori al fede poi si chiede una grazia).

Nel dialogo più importante che ha con la moglie, che non rivelerò del tutto perché è quasi il finale della storia, Darwin si difende dall’accusa di essersi isolato nelle sue allucinazioni con la figlia dicendo che l’idea che essa sia in Paradiso sia una fantasia tanto quanto la sua. Per chi possa pensare, giunti a questo punto, che il film mostri la religione solo come una fonte di oscurantismo, segnalo che la storia potrebbe anche essere interpretata, con un pizzico di provocazione da parte mia, al contrario maggiormente come una vittoria della fede sulla scienza.

In una scena in cui Darwin si rivolge ad uno psicologo, egli afferma chiaramente che lui ha affrontato il lutto rifugiandosi nella scienza mentre sua moglie nella religione, ma lo psicologo gli fa notare che più che la religione, la fede può consolarlo, in particolare “fino a che non ne avrete, tutte le acque del mondo (allude all’idroterapia) non potranno mai curarvi”.

Risplende, non a caso, in questa storia, il personaggio della moglie. Mentre Darwin non ha la forza di continuare a scrivere la sua opera, la moglie continua a suonare il pianoforte con la solita maestria; mentre Darwin trascura i figli, la moglie continua ad essere una madre amorevole; mentre Darwin si ammala per la disperazione e impazzisce, la moglie resta lucida, forte, non perde la fede e non rinnega la scelta di aver sposato Charles. Da lei scaturiscono gli unici e ultimi dieci minuti sereni del film in cui viene citato l’epilogo dell’”Origine delle specie” e scopriamo che l’intera storia è tratta dal libro “Annie’s box” di Randal Keynes.

Sarà un caso o forse no, ma l’attrice che interpreta la moglie di Darwin ha recitato anche la parte della moglie di un altro scienziato “particolare”, John Nash in “A beautiful mind”, inoltre la sua performance difficilmente sarebbe risultata diversa visto che lei è veramente sposata con “Darwin”, cioè con Paul Bettany.

Concludo con la considerazione che, sempre a mio parere, c’è un grande assente in questo film, cioè non c’è alcun cenno al fatto che il vero Darwin si sarà sicuramente preoccupato delle critiche prettamente scientifiche alla sua opera. Il film procede come se fosse inutile o noioso inserire la possibilità che egli avrebbe potuto vivere un confronto “da scienziato” con altri scienziati, siamo invece totalmente assorbiti dalla sua paura di “sfidare Dio” e il lutto per la morte di Annie. È un peccato, perché, in fondo, non è sempre stato questo, dal 1858 ad oggi, proprio questo il problema principale di tutto ciò che è legato allo scienziato Charles Robert Darwin?

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"htagliato", Fisico della Materia. Vive a Napoli.

43 commenti

  1. Dato che ANDREA IADINI continua a dire stupidaggini e sull’altra pagina non si può rispondere, rispondo qui.
    Afferma:
    “Certo, e se mi trovi qualcuno di quei fini pensatori che intende la Teologia Naturale come quella materia che investiga:
    “il ditone di Dio in corrispondenza del limite le nostre presenti conoscenze”. Una volta (fino all’800 diciamo) la teologia naturale era quello. Investigare armonie e vederci la mano di Dio, cavolate simili.”
    .
    Questa affermazione DIMOSTRA ignoranza assoluta dell’argomento. Qualsiasi persona che abbia degnamente anche solo un po’ studiato filosofia medievale (e non solo) sa bene che la teologia naturale del tempo era tutt’altro che una serie di affermazioni del tipo “God of the Gaps” oppure ” Investigare armonie e vederci la mano di Dio, cavolate simili”.
    SEMMAI queste argomentazioni nascono APPUNTO in età moderna (come l’intelligent design di Paley del resto).
    Le tue affermazioni quindi sono tipiche da “nuovo ateo”: “non so cosa X dice, ma X è una cazzata perchè va contro quello che penso io”.
    Insomma affermazioni che sono più quelle di atei adolescenti brufolosi che scrivono nei forum perchè non hanno niente di meglio da fare.

    Andrea non so di cosa ti occupi, spero proprio non di filosofia (altrimeni siamo fritti) ma prima di dare inutile aria alla bocca, direi che è meglio se ti informi, anzichè vomitare le solite triste stupidaggini da forum atei di 3a categotia.

    • Giuseppe Cipriani on

      OT X OT.
      Le “cavolate simili” vengono propinate nei catechismi moderni e in tutte le forme possibili ai nostri piccini che vengono mandati a religione in parrocchia, caro amico FM che ti infervori tanto. Su che, poi?
      E se questa è solo la scorza grossolana di un qualcosa di più profondo, nessuno se ne accorge, se non quattro addetti ai lavori che emanano alta teologia, cioè la più imperfetta delle scienze, nel senso che è in continuo affinamento… Punto!

      • Enrico Lutman on

        @ Giuseppe Cipriani

        Mi perdoni Giuseppe Cipriani, l'”idea” di un Dio tappabuchi, banalmente, striderebbe sia con il concetto di Dio come perfetto e onnipotente, in quanto sarebbe un Dio che dovrebbe continuamente mettere una pezza al creato da lui stesso chiamato all’esistenza.
        La teologia naturale non ha mai fatto sue certe posizioni.
        Certamente in ogni periodo storico, come lei stesso fa, l’uomo ha considerato alcune ipotesi come verità scientifiche.

        In quale “catechismo moderno” si farebbero tali affermazioni?

        Piuttosto mi risponda a questa domanda:
        In quale corso di filosofia liceale si presenta adeguatamente il pensiero di un S. Agostino o un S. Tommaso?

        • Giuseppe Cipriani on

          Dal catechismo, la prima che trovo… “Il mondo: partendo dal movimento e dal divenire, dalla contingenza, dall’ordine e dalla BELLEZZA DEL MONDO si può giungere a conoscere Dio come origine e fine dell’universo.”
          .
          Sulla seconda non so risponderle, ma mi pare che l’opera dell’uno e dell’altro siano state sviscerate in tutte le salse.

          • Enrico Lutman on

            @ Giuseppe Cipriani

            Allora c’è un problema di concetto.
            “God of the gaps”si intende il fatto che ciò che non riesco a spiegarmi lo giustifico con l’intervento diretto di Dio.
            E questo è un concetto errato.
            Il concetto di contingenza è un concetto filosofico e ad esempio è usato da S. Tommaso nella terza via.
            Il concetto di movimento e divenire viene usato nella prima.
            Riguardo all’ordine, si potrebbe richiamare il concetto di fine tuning, che è un dato scientifico e lascia aperte, ragionevolmente, o ben l’ipotesi di una agenzia trascendente razionale, che tutti chiamano Dio, o una agenzia trascendente cieca, il multiverso.

            Ciò che cita il catechismo, da lei richiamato, non ha nulla a che vedre con il concetto di “God of the Gaps”.

          • Enrico Lutman on

            @ Giuseppe Cipriani

            Inoltre, caro Giuseppe Cipriani, poichè vengo da una formazione liceale, essendo io stesso formato completamente ateo dal modello educativo scolastico proprinato nelle nostre scuole, che nulla o pochissimo trattano dei filosofi cattolici, tanto che tolti alcuni cenni storici, la filosofia sembra nata nel ‘600, non parliamo poi di quanto viene detto nelle ore delle discipline scientifiche, scienze in particolare..mi permetta di sorridere alla frase:

            “Le “cavolate simili” vengono propinate nei catechismi moderni e in tutte le forme possibili ai nostri piccini che vengono mandati a religione in parrocchia, caro amico FM che ti infervori tanto. Su che, poi?”

          • Giuseppe Cipriani on

            Probabilmente Lutman stiamo parlando di cose diverse.
            Mi perdoni se non riesco a seguirla: la distanza tra l’apologetica e l’agnosticismo è troppo grande… Lei vede una religione trascurata, io una religione troppo presente.

          • Enrico Lutman on

            @ Giuseppe Cipriani

            Se lei avesse ragione ci sarebbe un certo grado di conoscenza, sia storica che teologica, della religione cattolica in Italia.
            Per risolvere la questione se le cose stiano realmente così, basta fare qualche domanda alle persone che si conoscono ed ascoltare le risposte.

      • “Le “cavolate simili” vengono propinate nei catechismi moderni e in tutte le forme possibili ai nostri piccini che vengono mandati a religione in parrocchia, caro amico FM che ti infervori tanto. Su che, poi?”
        Il catechismo non è un testo filosofico ma un catechismo, appunto. Che ci siano problemi su come viene impartito, può essere e purtroppo accade… ma cose simili accadono anche nel mondo secolare e ateo (vedi appunto la mia invettiva iniziale e non solo).
        Mi “infervorisco tanto” perchè trovo estremamente ingiusto che si facciano certe affermazioni che non sono meglio di quielle del tipo “gli umani non nascono dalle scimmie quindi l’evoluzione è falsa.”
        Sono “uomini di paglia” rappresentazioni errate di un pensiero per metterlo da parte senza affrontarlo davvero.
        Se si vuole tanto parlare di “ragione e razionalità” e “dialogo” allora bisogna evitare gli uomini di paglia.

        ===

        ” “Il mondo: partendo dal movimento e dal divenire, dalla contingenza, dall’ordine e dalla BELLEZZA DEL MONDO si può giungere a conoscere Dio come origine e fine dell’universo.””
        Questa affermazione significa solo che a partire dal mondo e da vari suoi aspetti (es. la contingenza di questo) si può raggiungere a conoscere, almeno in parte Dio.
        In sé questa frase NON è un argomento ne una spiegazione, ma semplicemente una frase introduttiva .
        Non è nemmeno una frase che sostiene il “dio tappabuchi” perchè essa NON afferma che la teologia deve contrapporsi alla scienza.
        ===
        “, nessuno se ne accorge, se non quattro addetti ai lavori che emanano alta teologia, cioè la più imperfetta delle scienze, nel senso che è in continuo affinamento…”

        Questa è sempre un trucco per non affrontare il problema.
        La maggior parte delle persone che discurono di scienza su internet (o su giornali come Focus…) pure le sparano grosse e “solo gli addetti ai lavori” spesso se ne accorgono.
        Alla fine il punto rimane quello: se uno è ignorante in materia, si informi prima di dare opinioni spassionate.
        .
        Inoltre trovo strana la frase sulla teologia… anche la fisica e la chimica e la biologia sono in “continuo affinamento”.
        Anzi non si sa mai che tutto quello che prendiamo per vero venga in un certo senso “ribaltato” come è successo quando sono state introdotte la Relatività (speciale) e la meccanica quantistica (mostrando che la “fisica classica” era insufficiente).
        Ogni scienza è in continuo affinamento… altrimenti non è più scienza, ma un “elenco” di fatti (veri o falsi che siano)

        • Giuseppe Cipriani on

          Il fatto, nel caso della teologia, è che gli “affinamenti” vengono fatti con idee e concetti partoriti a tavolino dai teologi delle più diverse risme, per l’appunto… Ormai la potremmo chiamare “teologia estesa”, che dice?

          • Enrico Lutman on

            @ Giuseppe Cipriani

            Ultimo intervento, e poi vado:
            Giuseppe Cipriani cos’è la teologia e qual è il soggetto della teologia?

          • enrico lutman on

            @ Giuseppe Cipriani

            perchè penso che ci sia un pò di confusione, leggendola, e forse la domanda non è così banale.

    • Invece la “filosofia naturale” era eccome quel “god of the gaps” tanto, giustamente, vituperato e senza fondamento di buona filosofia o qualcosa di simile.

      Il buon Darwin (dato che siamo in argomento) di cui qui si parla studiava, come ho già detto, FILOSOFIA NATURALE a Cambridge per diventare pastore anglicano. E cosa credi che avesse a fare tutto questo enorme bagaglio di conoscenze di anatomia, biologia comparata, botanica, etologia…etc…?

      L’assunto di base, come ho detto più volte, era che Dio avesse creato tutti gli esseri, non secondo una sorta di “legge naturale” dell’evoluzione (d’altronde nessuno aveva ancora formalmente delineato scientificamente tale legge) ma proprio secondo diretta emanazione divina, e quindi ogni armonia della natura fosse emanazione diretta della divina perfezione e quindi ogni somiglianza fra le specie riconducibile all’essenza divina non a una legge evolutiva.

      Una stronzata senza pari, giustissimo. Che però veniva chiamata “Natural Theology” nel mondo anglicano, ma che, per ovvi motivi (perchè basta leggersi un Lucrezio o un Democrito, per non parlare del “divino” Aristotele per rendersi conto che è una stronzata) nei paesi cattolici che seguivano liturgia e pensatori classici non ha mai attecchito.

      Una stronzata senza pari con cui Masiero ha chiuso l’articolo precedente e contro cui mi scagliavo.

      Una stronzata senza pari che, come fa notare Cipriani, viene ancora propinata fra l’altro.

      A proposito della distribuzione italiana del film, è ovvio sia stata “osteggiata” per mancanza di mercato credo. Il codice Da Vinci non mostrava affatto una Chiesa a delinquere, almeno nel film la Fede vince alla fine. E a conti fatti oserei dire che è stato quasi profetico, dati gli intrallazzi che ci sono stati coi vari vatileaks…

      Inoltre i distributori hollywoodiani sono irresistibili, questo è un film inglese che deve trovare distributori di volta in volta.. Non è stato distribuito neppure in USA.

      Ora non so neanche se riesco a commentare dato che non riuscivo prima a tratti, spero autorizzino almeno questo post.

      • Enrico Lutman on

        @ Andrea Idini

        Vediamo se è possibile mettere un pò di ordine.

        Lei parla di “filosofia naturale”, afferma che Masiero avrebbe chiuso il suo articolo “Dialogo tra un atomista ed una platonica contemporanei” richiamando tale visione della realtà, che lei definisce “Una stronzata senza pari” poichè
        ” la “filosofia naturale” era eccome quel “god of the gaps” tanto, giustamente, vituperato e senza fondamento di buona filosofia o qualcosa di simile”.

        Il problema è che lei contraddice nel suo stesso intervento ciò che lei sostiene.
        Giustamente lei ricorda che basterebbe leggere
        “Lucrezio o un Democrito -(qui non mi trova molto d’accordo)- , per non parlare del “divino” Aristotele per rendersi conto che è una stronzata- (qui sono d’accordo).”
        Infatti se consideriamo S. Tommaso d’Aquino il suo pensiero si sviluppa e deve molto ad Aristotele, come è noto.
        Di seguito lei ricorda che “nei paesi cattolici che seguivano liturgia e pensatori classici non ha mai attecchito”…

        Il suo ragionamento sembra piuttosto contraddittorio. Non le pare?

        Vieppiù perchè Masiero nel suo articolo parla di struttura delle leggi che governano l’universo, non di buchi nelle spiegazioni scientifiche che giustificherebbero o dimostrerebbero l’esistenza di Dio.
        “God of the Gaps” sarebbe affermare che, per fare un esempio, poichè l’abiogenesi sarebbe un fenomeno statisticamente impossibile, questo dimostrerebbe l’esistenza di Dio.
        Le ipotesi che Masiero ha prospettato in altri articoli, qui su CS, sono esattamente opposte.
        In conclusione il suo articolo non presenta in nessun passaggio “un Dio tappabuchi”.

        • Vedere Dio direttamente nella “struttura delle leggi che governano l’universo” è esattamente ciò di cui parlo sopra e nell’altro thread.

          Filosoficamente è equivalente (e duale) al “god of the gaps”, motivo per cui FM è andato a parare subito lì, ed è ugualmente stronzata dal punto di vista della rigorosa filosofia.

          Dal punto di vista personale per carità degnissimo vederci quello piuttosto che altro, come vederci ogni altra cosa che ti far star bene d’altronde flying spaghetti monster compreso…

          • Pensi Idini che nella “struttura delle leggi che governano l’universo” c’è gente che ci vede il multiverso!
            Altro che spaghetti volanti…

          • Credo che qui nessuno appoggi la teoria del multiverso, e i recenti articoli di Michele Forastiere lo confermano:
            http://www.enzopennetta.it/page/5/
            .
            http://www.enzopennetta.it/2015/01/the-multiverse-handbook-ii/
            .
            http://www.enzopennetta.it/2015/01/the-multiverse-handbook-iii/
            .
            E non vedo nell’articolo da lei linkato alcun riferimento al multiverso, se non in un intervento in cui Masiero lo critica. Per il resto Giorgio saprà rispondere adegatamente.
            Poi se vogliamo inventarci i pretesti per fare polemica è un altro discorso… 😉

          • E’ un bell’OT, ma comunque…
            …So benissimo che qua nessuno appoggi la teoria del multiverso esplicitamente. Eppure ci si e’ anche scagliati contro l’interpretazione di Copenhagen della MQ.

            Le alternative interpretazioni della MQ implicano, esplicitamente (come la molti mondi di Everett) o implicitamente (come quella di Bohm: http://arxiv.org/abs/0811.0810) teorie di multiversi che e’ il motivo scientifico per cui tale cosmologia si sta affermando, mica un complottazzo anti-cattolico.

            Poi pure a me non piace e va bene, ma e’ ovvio dato il mio “pedigree” accademico (chi mi ha svezzato accademicamente e’ a sua volta stato svezzato e ha perfino vissuto dai Bohr), ma cerco di portare avanti una visione scientifico-filosofica consistente perche’ in quanto professionista ne sono obbligato altrimenti la gente grossa con cui ho a che fare mi fa a fettine ad ogni conferenza.

            E’ appunto qui il punto, senza polemica e soprattutto senza invenzione alcuna: l’inconsistenza scientifica derivante da un dilettantismo (perche’ non fate scienza, non vi confrontate con scienziati se non per mezzo di un blog) per cui si raccimolano informazioni a dx e informazioni a manca a difesa disordinata di una visione non scientifica, non filosofica (di nuovo: ci si professa aristotelici, l’interpretazione di Copenhagen e’ l’interpretazione piu’ affine alla scolastica che esista della MQ e le altre interpretazioni sono quasi incompatibili, si veda il blog di Feser che per quanto disordinato pure lui questo punto l’ha capito. C’era un bel video di Kenny all’universita’ di Helsinki. Vedi sopra a proposito di altro), ma “filosonica” (che suona filosofica) del mondo.

            Poi per carita’, ogni divulgatore ha i suoi talloni d’Achille e i suoi punti forti, ma ben pochi si mettono in cattedra (fin dai titoli!) e credono di essere paladini lancia in resta con la ragione contro un mondo “scientista” in torto, in cui i professionisti sono “tecnici” che non capiscono e non uniscono i puntini e invece voi siete quelli che volate alto.

          • In questi giorni mi sono seguita gli interventi di Idini e confesso che uno sbruffone, tuttologo, confusionario come lui è difficile da trovare in internet. Una perla rara.
            Se uno non condivide il suo pensiero, su qualsiasi oggetto, è un imbecille. Teologi, filosofi, fisici, biologi, sono da lui serviti barba e baffi.
            Faccio un solo esempio. Idini confonde le teorie scientifiche con le loro interpretazioni filosofiche. Se qui si critica il multiverso, non è perché non è controllabile (Greene, Rovelli), ma perché il multiverso sarebbe per Idini anticattolico. Come per il darwinismo, Idini vede complotti cattolici dappertutto. L’intelligentone non ha ancora capito che ai cattolici le teorie scientifiche non fanno né caldo né freddo, perché gli sono del tutto indifferenti. Quanti cattolici sono darwinisti (dal 1859) e multiversisti (dal 1277)? Una moltitudine.
            E se uno non ha ancora capito una cosa elementare come questa, della separazione tra religione e fisica, tra religione e biologia, mi chiedo come possiamo fargli capire il resto. Così rinuncio a replicare a tutto il resto.

          • enrico lutman on

            @ Andrea Idini

            Andrea idini, spero che abbia senso confrontarsi serenamente su queste tematiche.
            Al momento sembra di no.

            “God of the gaps” significa che dove considero la teoria scientifica che interpreta un fenomeno mancante o carente, spiego tale mancanza con l’intervento diretto di Dio.
            Tipo abiogenesi per dire.

            poichè sembra che lei sia appassionato delle interpretazioni filosofiche che scaturiscono da modelli scientifici, allora saprà, o dovrebbe sapere, che il problema dell’origine non è scientifico, ma filosofico, mentre scientifico è lo studio dell’evoluzione di un sistema.
            Rispetto alle interpretazioni metafische di modelli scientifici queste non sono collegate allo studio scientifico del reale, perchè chi si occupa di scienza investiga grandezze quantitative.

            Il mostro degli spaghetti volanti è un esempio stupido, tanto quanto lo era la teira di Russel.
            Infatti il concetto di Dio ha a che vedere con quello dell’origine (mostro spaghettivolante e teiera sono invece oggetti “ipotetici” presenti nel sistema universo, dunque non possono essere origine a causa di alcunchè) e del fine delle cose, quello del movimento e quello dell’essere delle cose. .

            io ho l’impressione che lei faccia una gran confusione.

          • @Nadia, hai mai visto “The Big Bang Theory”?
            Lui sembra Sheldon Cooper spiccicato…
            Questo ti spiega la mia “antipatia” per i c.d. “ricercatori”…

          • @Idini,
            lei ha scritto:
            “l’inconsistenza scientifica derivante da un dilettantismo (perche’ non fate scienza, non vi confrontate con scienziati se non per mezzo di un blog) per cui si raccimolano informazioni a dx e informazioni a manca a difesa disordinata di una visione non scientifica…”
            .
            Allora uno “scienziato” come lei che ci sta a fare?
            Oppure, mi domando, cosa viene ospitato a fare un commentatore che denigra il luogo in cui viene accolto?
            Visto che abbiamo tutti di meglio da fare che alimentare chi viene a denigrare la saluto (cosa che era già accaduta in passato).
            PS don’t feed the troll…

  2. Giuseppe Cipriani on

    Immagino che ai tempi di Darwin “sfidare” Dio fosse molto ma molto più difficile di adesso…

    • Non ne sono sicurissimo, l’opera di Darwin ebbe grande successo, ma ti saprà rispondere meglio Pennetta che ha scritto un libro sull’origine del darwinismo.

    • Sfidare Dio fu facilissimo.
      E sottolineo che la sfida fu alla religione e non che fu la religione a reagire alla teoria di Darwin, l’unico caso famoso è l’episodio dello scontro con Wilberforce che fa parte di una narrativa che mira a proporre un caso paradigmatico per far pensare che vi fosse stata chissà quale reazione.
      La storia ci racconta invece di come in Germania con Haeckel e in Italia con i circoli dei liberi pensatori e la massonica società pitagorica, ci fu una strumentalizzazione della scienza per far dire alla teoria darwiniana quello che in realtà non poteva dire, e cioè che supportava l’ateismo.
      La reazione della Chiesa cattolica? Praticamente nulla.

      • Giuseppe Cipriani on

        Forse, su certe questioni, viviamo in universi paralleli nei quali quasi tutto è uguale meno alcune cose…

        • Non chiamerei in causa il multiverso, come avviene nella cosmologia, non ce n’è bisogno! 🙂
          Risolviamo il problema, mi dica qualche caso di persone che in Europa abbiano passato dei guai per la teoria darwiniana (stralciamo gli USA e il caso Scopes per i motivi più volte detti) e ci confrontiamo su quelli.

          • Giuseppe Cipriani on

            Tante, ma proprio tante, vuole i nomi o le basta sapere della condanna alla dottrina evoluzionista di Pio XII nel 1950, con l’enciclica “Humani generis”?
            Vede, passare guai non è proprio il genere che intendevo io, ci mancherebbe, ma delle volte la disputa è più sottile e prende in causa il sentire più profondo delle persone che dalla Chiesa sono guidate o, meglio, erano fortemente guidate…
            Guardi la fama “guidata” che si sono fatti Voltaire e Nietzsche…

          • Enrico Lutman on

            @ Giuseppe Cipriani

            Per quanto riguarda la posizione della Santa Sede, si deve tenere presente che i documenti del Sant’Uffizio e della Congregazione dell’Indice, che riguardano le problematiche verso la teoria dell’evoluzione, sono diventati accessibili dal 1998, quando gli archivi sono stati aperti agli storici.
            Prima di questa data era possibile farsi un’opinione sulla posizione della Santa Sede essenzialmente partendo dagli articoli de “La Civiltà Cattolica” che si occupò molto della questione evoluzionista.
            L’unico studio esistente basato sui nuovi documenti è il saggio “Negotiating Darwin” del 2006 di Artigas, Glick e Martinez.
            Lo studio ha portato alla luce una situazione molto complessa da cui si evince che la posizione della Santa Sede non coincise con quanto si fosse fino a quel momento potuto dedurre dall’esame degli articoli ne “La Civiltà Cattolica”.
            In particolare è emerso da questo studio che non è mai esistito alcun provvedimento del Sant’Uffizio

          • Enrico Lutman on

            @ Giuseppe Cipriani

            Rispetto a questo argomento può essere utile prendere in mano:

            l’enciclica “Providentissimus Deus” di Papa Leone XIII rispetto l’esegesi biblica, che riprende il pensiero di S. Agostino

            Per le opinioni di alcuni teologi cattolici gli scritti del domenicano francese Dalmance Leroy i lavori di Raffaele Caverni, sacerdote professore di fisica e matematica e storico della scienza e John Augustine Zahm sacerdote e scienziato statunitense e quelli di Stoppani che in sintesi critica duramente due categorie di apologisti cattolici, ovvero i letteralisti, che pretendono di negare la proposizioni scientifiche opponendo per fede un’interpretazione letterale dei passi biblici, ed i concordisti che si adoperano per stiracchiare il senso delle Scritture fino a pretendere che esse espongano in nuce le teorie scientifiche.

          • Enrico Lutman on

            Infine rispetto Papa Pio XII e l’enciclica “Humani Generis” si legge:

            “Rimane ora da parlare di quelle questioni che, pur appartenendo alle scienze positive, sono più o meno connesse con le verità della fede cristiana.
            Non pochi chiedono instantemente che la religione cattolica tenga massimo conto di quelle scienze. Il che è senza dubbio cosa lodevole, quando si tratti di fatti realmente dimostrati, ma bisogna andar cauti quando si tratta piuttosto di ipotesi, benchè in qualche modo fondate scientificamente, nelle quali si tocca la dottrina contenuta nella Sacra Scrittura o anche nella tradizione.
            Se tali ipotesi vanno direttamente o indirettamente contro la dottrina rivelata non possono essere ammesse in alcun modo.
            Per queste ragioni il Magistero della Chiesa non proibisce che in conformità dell’attuale stato delle scienze e della teologia, sia oggetto di ricerche e di discussioni da parte dei competenti in tutti e due i campi, la dottrina dell’evoluzionismo, in quanto cioè essa fa ricerche sull’origine del corpo umano che proverrebbe da materia organica preesistente.
            Però questo deve essere fatto in tal modo che le ragioni delle due opinioni, cioè di quella favorevole e quella contraria all’evoluzionismo siano ponderate e guardate con la necessaria serietà, moderazione e misura e purchè tutti siano pronti a sottostare al giudizio della Chiesa, alla quale Cristo ha affidato l’ufficio di interpretare autenticamente la Sacra Scrittura e di difendere i dogmi di fede.”

            Mentre Cipriani, l’unico passo che pone un paletto è:

            “Però quando si tratta dell’altra ipotesi, cioè del poligenismo, allora i figli della Chiesa non godono affatto della medesima libertà. I fedeli non possono abbracciare quell’opinione i cui assertori insegnano che dopo Adamo sono esistiti qui sulla terra veri uomini che non hanno avuto un’origine, per generazione naturale, dal medesimo come da progenitore di tutti gli uomini, oppure che Adamo rappresenta l’insieme di molti progenitori, non appare in nessun modo come queste affermazioni si possano accordare con quanto le fonti della Rivelazione e gli atti del Magistero della Chiesa ci insegnano circa il peccato originale, che proviene da un peccato veramente commesso da Adamo individualmente e personalmente e che trasmesso a tutti per generazione, è inerente in ciascun uomo come suo proprio.”

          • Giuseppe Cipriani on

            Come al solito apologetica vs agnosticismo… Lei ci legge del positivo, io del negativo.

          • “, vuole i nomi o le basta sapere della condanna alla dottrina evoluzionista di Pio XII nel 1950, con l’enciclica “Humani generis”?”

            Anche qui uomini di paglia, contro Humani Generis.
            Guarda che Humani Generis NON “condanna la teoria dell’evoluzione”. Al massimo “condanna” (se così si può dire, anche se non è proprio una condanna) il poligenismo (nemmeno come inteso oggi, però, ma una idea che oggi nemmeno più è sostenuta quasi), ma non fa affermazioni dogmatiche, bensì asserisce che tale posizione difficilmente può essere riconciliata con certe verità di fede, almeno in apparenza.
            Da notare che Humani Generis fu piuttosto positiva verso la teoria dell’evoluzione e al tempo tale teoria era molto più debole, dato che molte prove abbiamo ora erano assenti.
            .
            Anzi esplicitamente (mi par. 36 se non erro) HG afferma che non c’è alcun problema nel credere che il corpo umano si sia evoluto come dice la teoria dell’evoluzione.

            Quello che HG sottolinea è piuttosto che la teoria dell’evoluzione NON è applicabile all’anima umana, quindi semmai è un attacco al *riduzionismo* non alla teoria dell’evoluzione stessa.
            Inoltre HG rimprovera coloro che, al tempo, si comportavano come se l’evoluzione fosse una posizione dogmatica, cosa certa al 100% senza alcun dubbio… ma al tempo non era ancora esattamente così. Ovvero è un riprovero di coloro che assumono per vero teorie ancora da confermare con certezza (diciamo come quelli che oggi prendono per vera al 100% la teoria dei multiversi, tanto per dire).
            .
            Da notare che HG anche chiama al valutare SERIAMENTE tutti i punti di vista, anche l’evoluzione, quindi richiama alla ragione.
            ===

            Quindi torniamo alla mia invettiva iniziale: uomini di paglia.
            Humani Generis NON ha condannato l’evoluzione, bensì ha piuttosto richiato ad essere attenti a fare certe affermazioni e a valutere tutte le prove passate presenti e future.

          • Enrico Lutman on

            @ Giuseppe Cipriani

            Non la seguo.
            Lei ha affermato che l’Humani Generis condanna la teoria evoluzionista, io le cito i passi, e altro.
            lei mi dice apologetica vs agnosticismo..
            e proprio non capisco cosa ci azzecca.

            Comunque già che ci siamo considero l’agnosticismo una posizione inutile.

  3. Giuseppe Cipriani on

    Da quel che ne posso capire, Pio XII nell’enciclica Humani Generis metteva sullo stesso piano creazionismo ed evoluzionismo…

    • Giuseppe, la contestazione da cui siamo partiti era che non fosse facile “sfidare Dio”.
      Le è stato risposto che invece non era assolutamente un problema e personalmente sono davvero colpito dalle conoscenze e dalla precisione mostrate da Enrico Lutman ed FM, che con l’occasione ringrazio per il loro prezioso contributo.
      Che ne dice a questo punto di convenire sul fatto che nessuno ha avuto problemi da parte delle autorità religiose nel portare avanti la teoria dell’evoluzione?

      • Giuseppe Cipriani on

        Mi ripeto… Dicevo che passare guai non è proprio il genere che intendevo io, ci mancherebbe, ma delle volte la disputa è più sottile e prende in causa il sentire più profondo delle persone che dalla Chiesa sono guidate… Nessuno è stato scomunicato o messo al bando, quello no.

  4. muggeridge on

    Beh, anzitutto complimenti ancora a Htagliato per questo articolo su questo interessante film.
    In effetti pare che Darwin non perse la fede per via della teoria dell’evoluzione in quanto tale, ma per la crudeltà della selezione naturale e la cosa la si capisce bene se la si lega al lutto per la perdita della figlia Annie. Ovviamente ai tempi non era particolarmente difficile metter in discussione Dio, tutto il settecento illuministico lo aveva fatto e le conquiste napoleoniche avevano diffuso il pensiero illuminista e ateo in tutto il mondo e la stessa Inghilterra pur non venendo coinvolta nella conquista non era certo rimasta indietro nel dibattito delle nuove idee, anzi in un certo senso aveva aperto le danze per prima con i suoi filosofi. Quindi non si rischiava nulla a divulgare il darwinismo e la reazione della religione non fu particolarmente accentuata, solo ora la propaganda atea-agnostica prova a far credere che quegli scienziati fossero degli eroi, ma i riscontri storici per un’affermazione del genere sono piuttosto deboli.
    Le 5 prove dell’esistenza di Dio furono affondate da Kant, ma pare che almeno la “ex causa” sia riemersa di recente e si trovi attualmente in discreta salute, quindi il catechismo non dice cose assurde, solo le dice in modo capibile dai più.

    • Grazie Muggeridge, ti regalo uno SPOILER: [Darwin] venne sepolto, con tutti gli onori e secondo il rito cristiano, nell’abbazia di Westminster.

  5. muggeridge on

    Magari qui molti utenti, come il sottoscritto, bazzicano anche il sito della UCCR, tuttavia sul dibattito in corso sopra (non sono riuscito a inserirmi in un reply) trovo centrato questo articolo che usa argomentazioni accessibili a tutti:
    http://www.uccronline.it/2015/03/05/troppo-affidamento-alla-scienza-ecco-i-limiti-del-naturalismo-filosofico/
    Non ci sarebbe molto da aggiungere. Di personale posso solo dire che ho finito di leggere “Il caso non esiste” dello statistico David Hand, nonostante il titolo è filo-scientista e il colpo finale a un creatore lo da negli ultimi capitoli.
    L’autore è piuttosto moderato (forse solo perché scrive per un vasto pubblico facendo divulgazione), ma in pratica finsice per non riconoscere diritto di argomentare a livello filosofico e tanto meno scientifico a posizioni aperte verso soluzioni diverse da quelle atee e agnostiche. A proposito di “ex causa” viene riportata la solita argomentazione contraria a questa prova dell’esistenza di Dio: “Se Dio ha creato l’universo chi ha creato Dio ?”, tuttavia il libro è tutto giocato su leggi e principi della statistica, tipo la “legge dei numeri davvero grandi” la “legge dell’inevitabilità” , la “legge della prossimità” e simili, quindi ci si dovrebbe chiedere “chi è che ha creato queste leggi ?” Dio scacciato dalla porta rientra dalla finestra come “legislatore”, per questo l'”ex causa” è duro da far fuori.

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