La corda sull’abisso (terza puntata)

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Darwinaples

 

Alex aprì la porta dell’ufficio del prof. Burelli e lo vide seduto ad una scrivania alla sua sinistra. Non era invecchiato bene: era ingrassato ma era pallido, stempiato, con occhiali a fondo bottiglia che Alex pensava non se ne facessero più. “Prego, si accomodi, Luterani, è da molto tempo che non ci vediamo…”, Alex si sedette di fronte a lui, senza essere sicuro se il professore fosse felice di vederlo o se volesse fare un’allusione ai loro non facili trascorsi. Il professore riprese: “Come mai ha voluto scegliere me come prima persona a cui comunicare i suoi risultati?”, la curiosità di Burelli non sembrava molto forte, infatti interpretò il secondo di silenzio impiegato da Alex per formulare una risposta esaustiva come un momento di imbarazzo e subito disse: “Non si preoccupi ha fatto bene. Andiamo subito al sodo. Ho letto il rapporto del suo esperimento, dalla costruzione di quella che lei ha chiamato I.E.M. fino all’evoluzione artificiale che dichiara di aver ottenuto. Se tutto è avvenuto come dice (si intuisce dal suo rapporto che la parte finale, la più importante, l’ha svolta da solo)…”, Burelli fece un mezzo sorrisetto che nella testa esperta e in parte malpensante di Alex aveva un significato ben preciso “Non ci sono stati testimoni oltre te, quindi forse stai raccontando un mucchio di balle”. Alex non volle intervenire perché tanto sapeva che Burelli avrebbe continuato con piacere il suo monologo.

Infatti il professore continuò: “…allora ci troviamo di fronte ad un esperimento di portata storica!”

“Grazie, professore, ne sono consapevole”, per un attimo Alex si rilassò e si senti stupido nel provare ancora rancore per il suo ex-professore, poi questi non smentì la sua personalità vanitosa, dicendo: “Tutti i miei ex allievi si sono distinti nei loro campi di ricerca o nei loro settori lavorativi”.

“Col cavolo, non si possono proprio fare paragoni!”, pensò Alex, “non credo che uno dei tuoi studenti abbia vinto un premio Nobel, perché sicuramente tu ti saresti subito fatto una foto con loro per apparire sui giornali, avresti messo i manifesti per strada”.

Burelli continuò: “Lei è davvero migliorato tantissimo rispetto a quando era ancora studente”

“Mi è sempre piaciuto questo ramo scientifico”, rispose Alex, ma avrebbe voluto rispondergli “Ero lo studente migliore già a quei tempi ma tu eri l’unico professore che volle mettermi in difficoltà. Per coerenza dovresti chiederti perché sono migliorato proprio quando ho concluso l’università.”

Burelli si drizzò sulla schiena e con inaspettata emozione chiese: “L’ha portato qui? Posso…vederlo?”

Alex era contento di vedere, per una volta, un sentimento che non fosse l’orgoglio sul viso di Burelli, ma si sorprese a sua volta delle parole che uscirono dalle sue labbra: “Lui si chiama Angelo ed è una persona a tutti gli effetti”; si rese conto di aver comunicato un po’ di risentimento, probabilmente perché si era affezionato al suo ragazzo creato in laboratorio, per cui, per non peggiorare le cose, si alzò e si mosse con voluta lentezza verso la porta.

“Benissimo, Luterani, perché è qualcosa di più di una persona…”, riprese Burelli. “È vero”, pensò Alex, sentendosi riemergere quel sentimento di paternità che aveva intuito Henry. Burelli completò la sua affermazione: “il suo Angelo è la più straordinaria conferma dei meccanismi neodarwiniani”.

Sulle ultime due parole Alex si paralizzò, stava quasi per girare la maniglia della porta per far entrare Angelo, ma si voltò verso Burelli: “Mi scusi, può ripetere quanto ha appena detto?”, Alex si riavvicinò alla scrivania e si sedette di nuovo, con calma, per non accendere gli animi.

“Il suo “uomo-ex-scimpanzé”, che a quanto pare starà aspettando che finalmente lei lo faccia entrare, è la più stupefacente manifestazione dei meccanismi neodarwiniani”, sentenziò Burelli.

Alex costrinse sé stesso a non dire le tre parole che Burelli odiava di più, “non sono d’accordo”, per mantenere il dialogo nella forma di discussione tra due professionisti, quindi disse: “Cosa l’ha portata ad affermare che la I.E.M. sia un’applicazione dei meccanismi neodarwiniani?”

Burelli sorrise e rispose: “Mi meraviglio che una persona intelligente ed istruita come lei non se ne sia accorta da sola! La sua macchina ha causato mutazioni genetiche in un animale trasformandolo in un altro animale, giusto? In un animale che in particolare è a dir poco più intelligente…è un uomo! Ciò significa che collocato nell’habitat di origine sbaraglierebbe ogni competizione per la sopravvivenza, vincerebbe la selezione naturale”.

“Su quest’ultimo punto sono d’accordo, ma la I.E.M. non si basa su mutazioni casuali”

“Vuole forse dirmi che lei ha finalizzato la mutazione? Ha impostato la macchina affinché generasse un essere umano?”

“No, non l’ho programmata fino a questo punto, ma ho voluto che producesse delle “novità”, se così dicendo mi comprende”

“Ciò non cambia quello che sto dicendo! Le sua mutazioni erano indipendenti dalla fitness del suo organismo campione, non aveva una forma-obiettivo e da quanto leggo dal suo rapporto ha avuto, prima del suo ultimo risultato, parecchi fallimenti…niente di nuovo, le naturali prove-ed-errori, finché non ha ottenuto una mutazione vantaggiosa, eccome se vantaggiosa!”

Alex già si era risentito quando ha visto il suo esperimento senza precedenti associato alla teoria corrente, ma soprattutto il riferimento ai suoi fallimenti, che avevano moltissime spiegazioni diverse da quella presentata da Burelli, lo fecero commettere lo sbaglio che voleva evitare.

Alex disse: “Non sono d’accordo”, Burelli si fece serio, come di fronte ad una bestemmia, ma il suo ex-allievo riprese: “I fallimenti hanno spiegazioni tecniche che non hanno niente a che vedere con le mutazioni svantaggiose a cui può andare incontro un organismo. Era la macchia che richiedeva miglioramenti, tutto qui. Non vedo come un esperimento senza precedenti debba essere interpretato con il solito paradigma”.

Burelli si trasformò completamente nel professore universitario di sempre e fece una specie di ramanzina ad Alex: “Signor. Luterani, lei è il classico giovane scienziato brillante che ha avuto le idee per realizzare in laboratorio ciò che si trovava solo come testo nella letteratura scientifica, ma che ha bisogno di una voce esperta per inquadrare bene il suo lavoro. Io insegno e faccio ricerca da circa quarant’anni e penso di saperne qualcosa in fatto di interpretazioni scientifiche. Cercherò di essere più chiaro: lei ha realizzato una magnifica macchina, io le ho presentato la corretta spiegazione dei risultati. Dovremmo lavorare insieme per annunciare a tutti questo lavoro e la sua importanza scientifica e storica”

Le parole “lavorare insieme” risuonarono nella testa di Alex come una scusa per assorbire parte del merito del suo lavoro, per di più minimizzandolo ad una conferma di una teoria corrente anziché a qualcosa di rivoluzionario come la sognava Alex. L’ex-studente allentò ancor di più i suoi freni morali e alzò la voce col suo ex-professore: “Con il dovuto rispetto, da quanto dice sembra non aver proprio letto il rapporto che le ho inviato. Non c’è niente di già visto da qualsiasi altra parte nei meccanismi di funzionamento della I.E.M.. Cosa crede che abbia fatto? Che abbia bombardato di raggi gamma qualche scimpanzé per vedere quante ne sarebbero morti prima di produrre un uomo?! Credo che lei abbia compreso solo l’abstract e le conclusioni e abbia fatto qualche speculazione filosofica senza tener conto dei dati reali…professore”.

Alex aveva cercato di recuperare verso la fine un tono più formale, ma ormai era troppo tardi.

Burelli con freddezza replicò: “Luterani, lei non si rende conto di quello che dice e credo che sia lei a vivere fuori dalla realtà. Come crede che funzioni la cosa? Pensa che basti andare in giro a dire che il suo esperimento contraddica tutto quello che un professore con quarant’anni di esperienza sa e così tutti la crederanno? Le consiglio di chiedermi scusa per il tono appena usato, di tornare sui suoi passi e di accettare me come mentore per la presentazione alla comunità scientifica dei suoi risultati”.

Alex era immune alla falsa cortesia del vecchio professore: “La ringrazio, prof. Burelli, ma se devo mentire a me stesso per farmi conoscere dal resto del mondo preferisco restare un giovane scienziato pazzo sconosciuto. È per persone come lei che la Scienza, a volte, non progredisce con la velocità con cui tutti credono che essa si muova”, detto questo, Alex si alzò senza ascoltare la nuova replica di Burelli ed uscì di corsa dall’ufficio. Angelo, non appena lo vide uscire, gli chiese: “Papà, posso entrare?” ma Alex lo strattonò per un braccio e lo trascinò con sé mentre correva lungo i corridoi, dicendogli “No, Angelo, cambio di programma, si torna in macchina”.

Mezz’ora dopo, dopo un silenzioso ma teso viaggio in macchina, i due rientrarono nella villa e vi trovarono all’ingresso un ansimante Henry: “Allora, Alex, com’è andata? Ti sei tolto le tue soddisfazioni?”.

Alex trattenne la collera e disse tetro: “No, quel professore…è vecchio”.

Angelo provò a rincuorarlo: “Papà, mi dispiace che ti sei intristito tanto”, Alex si voltò verso di lui: “Non preoccuparti Angelo, in parte me l’aspettavo che sarebbe finita così. Non importa, papà troverà un altro dinosauro accademico con la mente più aperta”.

“Purtroppo io non me l’aspettavo che sarebbe finita così…”, aggiunse Henry.

“In che senso?”, chiese Alex confuso.

“Nel senso che avevo già organizzato una festa per stasera, ho invitato tanti miei conoscenti, alcuni molto influenti, per annunciare il tuo successo e, se vorrai, mostrargli Angelo”

“Non sarà una di quelle tue “feste”…vero?”

“Che tipo di feste?”, chiese Angelo.

“Feste a cui ti troveresti a disagio”, disse in modo vago Alex.

“Non credo che a quel tipo di feste Angelo si troverebbe a disagio, anzi, è un bel ragazzo, fisicamente maturo, se capisci cosa intendo…ma non preoccuparti, sarà una di quelle feste noiose dove si mangia e si discute di affari tra gente ricca e più o meno importante”.

“Che bello, è la prima festa a cui partecipo!”, gridò Angelo, ma l’ancora cupo Alex spense un po’ il suo entusiasmo: “È probabile che ti annoierai, Angelo, è una festa per adulti, ma per me è pur sempre una distrazione, non voglio trascorrere il resto della giornata a pensare a quel vecchio pallone gonfiato di…”, Alex venne interrotto dalla suoneria del suo cellulare. Lo prese e vi lesse sul display un numero che non conosceva, quindi rispose.

“Pronto, lei chi è?”

“Buongiorno, mi chiamo Luca Burelli, sono il figlio del professore con cui ha parlato stamattina. Sono un giornalista scientifico. Ho avuto da mio padre il suo numero di cellulare…”

“Come faceva suo padre ad avere il mio numero di cellulare?”

“L’ha chiesto ad un suo ex-studente. È una vera fortuna che in tutti questi anni lei non abbia mai cambiato il suo numero, o almeno, se tutto andrà bene, è una fortuna per me, eh eh!”

Alex fu platealmente distaccato: “Mi dispiace, ma non ho proprio intenzione di concedere interviste, al momento.”

“La prego, questo non è solo per il mio lavoro, c’è mio padre dietro che vuole riappacificarsi con lei!”

“Non vuole riappacificarsi, vuole salire sul carro del vincitore per concludere in bellezza una carriera in cui di fatto non ha mai scoperto niente. Se c’è lui dietro ha fatto peggio a dirmelo”

“La prego, mio padre ha molta stima di lei, mi ha parlato di lei come un “Nuovo Darwin””

Alex si offese: “Nuovo Darwin a me?! Nuovo Darwin sarà lei!”, chiuse di botto la telefonata e spense il cellulare, quindi non si preoccupò di far trapelare esteriormente tutta la sua frustrazione.

Henry era impassibile a tutta quella negatività: “Suvvia, Alex, non ci pensare, è solo questione di giorni e tutto il mondo parlerà di te. So che siete uomini, quindi ciò che sto per proporvi non vi entusiasmerà come accadrebbe a due ragazze, ma dovremmo cercarci dei bei vestiti per la festa di stasera, in particolare sono proprio curioso di vedere Angelo in versione elegante!”

Lo scambio di sorrisi tra Henry e Angelo tranquillizzò un po’ Alex, per cui si misero a seguire Henry verso la sua macchina per fare dello shopping di alto livello.

Quella sera, Alex ed Angelo, eleganti ed ordinati con i loro smoking alto-borghesi, erano impalati ad osservare gli invitati della festa di Henry nel grande salone bianco e dorato, dagli ampi lampadari, dove erano stati allestiti i tavoli per gli spuntini e le bevande.

Alex pensò: “È come se qualcuno avesse preso tutte le mummie di un museo di antropologia, le avesse vestite con capi firmati e le avesse portate qui a bere e mangiare. Perché diamine gli “amici” di Henry sono così vecchi?!”

Angelo si accorse che Alex era perplesso: “Papà, c’è qualcosa che non va?”

“Niente di grave, semplicemente mi annoia il fatto che siamo di gran lunga i più giovani invitati a questa festa. Pazienza, proviamo a chiacchierare con qualcuno”

Alex, seguito da Angelo, si avvicinò ad un gruppo di signori anziani accompagnati dalle loro consorti, quindi provò ad ascoltarli per entrare nella loro conversazione.

Un uomo dai capelli bianchissimi, dal volto consumato dal vizio, ostentava la sua sicurezza raccontando di un suo successo aziendale: “Ebbene, signori, dopo aver saputo degli incrementi del 3%, come faccio sempre, mi sono acceso un sigaro delle grandi occasioni e ho aspirato alla faccia di quelli che mi volevano già sottoterra, ah ah!”

“Ma signore”, intervenne preoccupato Angelo, “fumare fa male alla salute!”

Quel vecchio imprenditore dapprima ammutolì a quell’intervento, poi esplose in una risata roca che confermava più di ogni altra cosa quanto Angelo avesse ragione.

“Perdonatelo, non ha mai provato l’euforia e la voglia di trasgressione di chi riesce a guadagnare la bellezza di…?” riparò Alex con un tono interrogativo per manifestare la curiosità che avrebbe dato soddisfazione alla vanità di quel vecchio imprenditore; questi infatti rispose: “Una montagna di soldi! Ah ah ah ah!”, tornando a ridere con non poco affanno. “Ogni tuo respiro è una vittoria” pensò Alex, poi prese un po’ in disparte Angelo: “Figliolo, forse non te l’ho mai detto, ma in generale alle persone non piace sentirsi rimproverare cattive abitudini. La prossima volta fallo con qualcuno con cui hai già molta confidenza, d’accordo?”.

“Va bene, papà”, rispose docile Angelo.

“Un’altra cosa, Angelo. Mi fa male il cuore dirtelo, ma quando non stiamo con qualcuno che sia Henry sarebbe meglio se non mi chiamassi “papà”, ma “Alex”. Siccome io mostro sui trent’anni e tu sui venticinque, la gente non capirebbe perché tu mi chiami “papà”, mi capisci?”

“Va bene, papà…Alex”, rispose Angelo con una lieve tristezza. I due fecero un secondo tentativo di conversazione col gruppo di signori. Una delle mogli aveva labbra e guance innaturalmente gonfie ed occhi strani, moltissime rughe: era senza dubbio una signora “rifatta”. La “rifatta” parlava con un’altra signora ad alta voce per vantarsi davanti a tutti delle sue vacanze: “Sono stata in Costa Azzurra, in un centro benessere. Ero così rilassata, stavo così bene! La vacanza è stato un regalo di mio marito per i miei cinquant’anni”.

“Non credo che abbia cinquant’anni, credo che ne abbia almeno sessantacin…” ma Alex diede una pestata ad Angelo, “perché mi hai pestato?”

“Abbassa la voce quando dici queste cose!”

“C’è qualche problema, signori? Perché litigate?”, chiese la “rifatta”.

“Non ci faccia caso, stiamo solo scherzando”, disse Alex dissimulando tutto il suo imbarazzo, quindi trascinò lontano dal gruppo di invitati un confusissimo Angelo.

Quando si furono allontanati, questi domandò: “Cosa ho sbagliato stavolta, papà?”

“Niente, sono stato io a non educarti a stare con gli estranei. Quando credi che una persona stia mentendo o sbagliando, devi capire se sia giusto farlo notare e farlo nel modo più saggio possibile”

“D’accordo, papà”, disse mite come sempre Angelo, facendo involontariamente sentire Alex un po’ ipocrita, dopo la sfuriata a Burelli.

Alex decise che era meglio guardarsi in giro in cerca di qualcosa di non alcolico da far bere ad Angelo, questi incuriosito guardava anche lui nelle stesse direzioni finché non lo richiamò: “Papà, non siamo gli unici giovani, ci sono anche due ragazze!”

Alex si meravigliò della lieta notizia e provò a guardare dove indicava Angelo, sussurrandogli: “Non indicare le persone, Angelo, non è buona educazione”. “Scusa, papà”, rispose obbediente, abbassando il braccio.

Alex noto che delle due ragazze, una già l’aveva notata ma non l’aveva presa in considerazione: era una bionda con lunghi capelli ricci e abito cortissimo che aveva visto entrare nella villa accompagnata da un vecchio banchiere; probabilmente era la sua escort. L’altra ragazza invece non l’aveva ancora vista e la cosa lo sorprese: era Viola, una sua vecchia conoscenza dei tempi dell’università.

“Oggi sembra proprio che debba rivivere il mio passato”, pensò Alex.

All’epoca, Viola studiava Economia Aziendale, era una ragazza brillante, elegante, dal corpo slanciato, con lunghi capelli neri ed occhi verdi. Alex aveva saputo che dopo la laurea aveva conseguito un dottorato e il fatto di trovarsi a quella festa, tra gli amici di Lord Giver, era probabilmente prova che aveva fatto carriera nel mondo lavorativo. Alex era molto attratto da lei ma all’epoca non nacque nulla tra loro due. Ora però, Alessandro Luterani si sentiva un uomo ben formato, uno scienziato amico di Lord Giver e presto tutti avrebbero saputo delle sue opere. Decise quindi di porsi davanti ad uno specchio da parete per darsi una sistemata: era abbastanza sicuro di essere di piacevole aspetto. Mentre si stava ancora specchiando, Angelo gli chiese: “Papà, posso provare a fare una chiacchierata con quella ragazza bionda?”

Alex gli sorrise: “Hai bei gusti, figliolo! Non so se quel tipo di ragazza troverà interessante uno che non sia vecchio e pieno di quattrini, ma visto che abbiamo tempo da perdere, va pure, poi mi racconterai com’è andata”.

Angelo si incamminò verso la bionda, rimanendo osservato con curiosità dal suo padre putativo. Alex avrebbe voluto subito parlare con Viola per vedere se si ricordava di lui, ma camminò con calma in sua direzione per poter passare accanto alla bionda e origliare la prima conversazione con una ragazza del suo giovane amico.

“Ciao, mi chiamo Angelo”, disse con molta naturalezza.

“Io sono Tina. Sei un amico di Henry?”, chiese la bionda, incuriosita dalle intenzioni di un giovane che le sembrava molto sicuro di sé.

“Sì, e di Alessandro. Lui è un grande scienziato, lo sai?”

“Non lo sapevo. Di che cosa si occupa?”

“Di Biologia Evolutiva, anche se non so ancora bene che cosa sia”

“È vero che discendiamo dalle scimmie?” La bionda sembrava accogliere bene l’atteggiamento un po’ infantile del ragazzo che le stava comunque parlando a pochi metri dal banchiere che stava accompagnando.

“Non lo so, ma a volte mi è sembrato di capire che io sicuramente discendo da uno scimpanzé”.

La bionda rise di gusto, scatenando un senso di orgoglio paterno nel cuore di Alex, che origliava a pochi passi da loro due. La coppia poi, sorprendendo ancora di più lo scienziato, si allontanò in giardino, in disparte. “Bene, chi l’avrebbe mai detto”, pensò Alex, “a questo punto, ora tocca a me”.

Alex si avvicinò con leggera spavalderia a Viola: “Buonasera, Viola”. La ragazza lo osservò un attimo e rispose: “Buonasera, Alessandro. Mi avevano detto che lavoravi per Lord Giver, sono felice per te”. Viola era molto educata, eppure subito dopo questo saluto, si mise ad ascoltare una conversazione tra due uomini a un metro da lei. “Cominciamo bene, sono costretto a catturare la sua attenzione”, pensò Alex, poi le disse: “Sì, lavoro per il “Lord”, mi ha finanziato un costosissimo progetto i cui risultati per ora sono noti a un gruppo ristrettissimo di persone, ma presto credo che starà sulla bocca di tutti”

“Ottimo, sono contenta per te.”, ma Viola tornò ad ascoltare altre persone. Alex provò quindi ad essere meno egocentrico: ”Sai, ti trovo davvero molto bene…”, lei subito rispose: “Grazie, sei gentilissimo.”

“Gentilissimo”, pensò Alex, “sono passati diversi anni, ma ricordo bene che il “gentilissimo” di Viola è una delle cose più false del mondo”. Alex augurò una buona serata a Viola e si allontanò. Deluso come un bambino che scopre che Babbo Natale non esiste, pensò che gli avrebbe fatto bene uscire un po’ fuori, in giardino.

Annusò l’aria fresca e profumata dei fiori dei cespugli ben potati di Villa Giver, notò che le stelle erano numerosissime e ben visibili, chiuse per un po’ gli occhi, poi camminò lentamente intorno alla villa per provare a trovare Angelo, sempre che non fosse “impegnato”.

Lo trovò tranquillo e felice seduto su una panchina di pietra, era distratto, ma quando si accorse di Alex fu felice di rivederlo.

“Ehi, papà, hai visto come si sta bene qua fuori?”

“Sì, è vero, è un bel posto dove portare una bella ragazza. Tu sei stato più in gamba di me…”

“In che senso, papà?”. Alex si sedette a sua volta accanto a lui.

“Dopo ti spiego, raccontami prima tu com’è andata, ‘ché ho voglia di una storia felice”.

Angelo era un po’ emozionato ma si vedeva che non vedeva l’ora di raccontare tutto: “Beh, papà, quella ragazza si chiama Tina, rideva per tutto quello che dicevo, anche se non sono sicuro che tutto quello che dicevo fosse divertente. Ha detto che è un’amica di un banchiere presente alla festa e che mi vuole richiamare. Poi è dovuta rientrare perché non doveva lasciare solo il suo amico banchiere. Dice che mi trova simpatico e che spera di rivedermi presto”.

“Angelo, non vorrei rovinare anche la tua serata, ma credo che quella Tina non sia stata molto sincera con te”

“Lo pensi davvero? Come fai a capire quando una persona mente?”

“Beh, Angelo, non dico di essere molto bravo, ma un po’ di esperienza di vita l’ho fatta, ci sono molti indizi che mi permettono di capire molte cose…”

Alex si alzò in piedi e decise di divertire un po’ Angelo recitando i vari modi con cui una persona, dal tono di voce, alle espressioni facciali, all’uso di frasi fatte, può involontariamente comunicare che sta mentendo. Angelo era molto interessato e come al solito sembrava capire in fretta.

“Papà, perché non mi racconti tu cosa vi siete detti tu e quella ragazza con i capelli neri?”

Alex si sedette di nuovo, tornò serio e gli raccontò del breve scambio di battute e del perché pensava di aver fatto bene a lasciarla stare.

“Non capisco, papà, sei stato gentile, hai detto cose vere, perché è stata così fredda con te?”

“Diciamo che potevo aspettarmelo, che me la sono andata a cercare…”, si mise a fissare un punto a caso nell’erba del giardino per raccogliere meglio i suoi ricordi.

“Quando entrambi non eravamo ancora laureati, cominciammo a fare amicizia e capimmo presto che c’era tra noi un’indubbia attrazione. Lei era una ragazza molto brava negli studi, aveva hobby sofisticati ed era tra le più belle di tutti i dipartimenti. Tutti i miei amici erano dichiaratamente invidiosi del fatto che le piacevo. Un giorno, purtroppo, avvenne un maledetto incidente con l’auto, niente di grave, non preoccuparti, solo un paio di settimane all’ospedale. Nel reparto dove mi trovavo c’era una giovanissima infermiera, si chiamava Sara. Capelli castani, occhi grandi e castani, sorriso dolce…non era una promessa dell’alta borghesia come Viola e non aveva interessi fuori dal comune, era però una ragazza con cui era facile chiacchierare, sempre gentile, che ti faceva stare molto a tuo agio. Nei suoi confronti non avevo una grande attrazione, di sicuro non era paragonabile a quella che avevo per Viola, eppure un giorno, in un momento in cui eravamo di buon’umore, ci baciammo. Il destino volle che ciò succedesse proprio quando Viola era venuta a trovarmi. Non stavamo insieme, non ero il suo ragazzo, ma ovviamente una volta dimesso dall’ospedale, non fui più credibile agli occhi di Viola. Ci rimasi molto male e per un po’ mi dedicai solo allo studio perché quelle due settimane avevano sconvolto i miei rigidi programmi. Da allora io e Viola non ci siamo più visti”

“E Sara? Non hai più rivisto nemmeno lei?”

“No, ma con Sara è stato solo un momento particolarmente allegro, non avevo intenzione di provarci con lei, era la mia infermiera”. Mentre Alex rispondeva a quest’ultima domanda di Angelo, vide che questi lo stava fissando in modo strano: “C’è qualcosa che non ti convince?”

“Papà, te lo dico perché noi stiamo in confidenza: secondo me tu stai mentendo”

Alex rise un po’: “Cos’è, stai già applicando i miei trucchetti? No, non ti sto mentendo, ti ho raccontato i fatti così come si sono svolti”

“Ci credo, papà, che i fatti siano come li racconti tu, ma non credo che davvero Sara non ti piacesse. Secondo me Sara ti piaceva più di Viola, è così?”

“Ma che dici, Angelo? Vorresti saperlo meglio di me? Era Viola che mi piaceva, non l’infermiera.”

“Ecco, papà, te lo leggo negli occhi, stai mentendo di nuovo: a te piaceva Sara!”

“Angelo, ora non sei più divertente. Perché dovrei raccontarti una bugia? Che senso avrebbe? No, ti sbagli, dovresti attenerti a ciò che ti ho raccontato e basta.”

“D’accordo, papà”, disse Angelo con la sua proverbiale accondiscendenza, che per un attimo sembrò fin troppo perfetta agli occhi di Alex. I due rimasero per un po’ in silenzio, finché Angelo sembrò riprendere il discorso che si era interrotto: “Nella storia che mi hai raccontato, tu hai detto che eri attratto da Viola, ma era con Sara che ti sei lasciato andare. Di Viola hai detto che cosa faceva, ma di Sara hai detto che persona era. In entrambi i casi dici sempre loro che lavoro volevano fare. Forse Viola non ti piaceva per quello che era ma per altri motivi, forse perché…”

“Basta così, Angelo. Va bene imparare a capire quando qualcuno ti fa fesso e ti deride senza che te ne accorgi, ma ora ti comporti come se fossi il mio psicologo! Non puoi dire a me ciò che veramente mi piace anche se non lo so!”

“Papà, non volevo farti arrabbiare, ma tu mi hai detto di pensare solo alle cose che mi avevi detto, così ho riflettuto sulle parole che hai usato”

“Ma chi ti ha chiesto di farlo?!”

“Tu, papà”

Alex si alzò di nuovo e si piazzò davanti a lui: “Fammi capire, allora fai tutto quello che ti dico io?”

“Sì, perché tu sei mio padre”

“Non sono tuo padre!”, gridò Alex, ma si pentì subito di averlo detto, si calmò e provò a timediare: “Diciamo che non ti ho generato ma ho fatto in modo che tu esistessi, così come sei ora. Ti ho formato, quindi se vuoi, puoi chiamarmi comunque “papà”. Scusami Angelo”

“Ti perdono, papà. Non volevo darti del bugiardo”.

Alex gli sorrise: “Grazie. Pensi ancora che papà non avesse saputo riconoscere i suoi sentimenti?”

“Sì”, rispose Angelo, senza che dalla sua voce trasparisse alcun sentimento di presa in giro o di ostinazione. Fu naturale come se gli avesse chiesto che ora fosse; ma Alex restò comunque molto deluso: “Tu esisti da meno di sei mesi, Angelo, non te lo scordare. Si vede che un giorno di questi dovrò insegnarti a mentire”. Detto questo, Alex si allontanò velocemente da lui, lasciò il giardino per entrare nella villa dall’ingresso in cui non passava nessuno, andò verso la prima stanza vuota per appoggiarsi ad una finestra e calmarsi. Pensò che era stato forse troppo severo con Angelo, che dopotutto, come gli aveva appena detto, è un uomo da meno di sei mesi, è ancora troppo ingenuo. Eppure, nella sua ingenuità, si sentiva come se lo avesse denudato. Davvero aveva mentito a sé stesso? Davvero quello che provò per Viola era solo una grande stima unita allo spirito di conquista più che all’amore? Tornando indietro con i ricordi, cominciò a rendersi conto che ciò che assomigliava di più all’amore era quello che provava per l’infermiera. Perché doveva ogni volta sottolineare che fosse un’infermiera, come se fosse un tratto distintivo, un marchio di bassa qualità? Forse già all’epoca si sentiva un grande scienziato? Come ha potuto avere un atteggiamento così classista?

Il vetro della finestra a cui era appoggiato, a causa del buio esterno contrastato solo dai lampioni del giardino, era abbastanza riflettente da mostrare ad Alex il suo volto nei minimi dettagli. Si accorse che era solo un uomo, un tizio con occhiali e barba come tanti, che forse doveva prendere esempio da un giovane che aveva lasciato solo in un momento di stizza, un giovane che lo chiamava “papà”.

“Chi si umilia, verrà innalzato”, pensò Alex, “dovrei cominciare ad assecondare anche io, come fa Angelo, quelli che vogliono fare del bene nei mie confronti”. Cercò il suo cellulare nella tasca interna della sua giacca, lo trovò, lo riaccese, cercò il registro delle chiamate ricevute e telefonò al figlio giornalista di Burelli (che aveva riprovato a contattarlo altre due volte).

“Pronto, signor. Luterani?”

“Sì, sono io, volevo chiederle scusa per come ho trattato stamani lei e suo padre”

“Va bene, è tutto perdonato, anche noi Burelli abbiamo un bel caratterino. Per quanto riguarda l’idea di un’intervista…”

“Ci sto, fissiamo un appuntamento.”

“Benissimo! La ringrazio, signore…posso chiamarla Nuovo Darwin?”

L’umiltà di Alex durò poco: “Lei mi lusinga ma capisco i giornalisti…d’accordo, mi chiami pure Nuovo Darwin”…[CONTINUA]

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"htagliato", Fisico della Materia. Vive a Napoli.

28 commenti

  1. Proseguo qui dall’articolo precedente.
    Ieri sera era cotto e sono andato a letto e come vedrete dall’orario del commento, ho il sonno debole… quindi mi sono tenuto impegnato rispondendo a Htagliato e a Masiero.

    @HTagliato:
    “ma allora cosa diamine non l’è piaciuto del mio articolo?”
    Non mi è piaciuto per niente il tono evedentemente canzonatorio e denigratorio con cui ha trattato le argomentazioni dell’articolo preso in “esame” (se vogliamo usare un eufemismo)…
    È a me evidente infatti che quell’articolo, che lei ha evidentemente trovato quantomeno buffo a causa di certe affermazioni evidentemente frutto di un approccio teologico/spirituale differente dal suo e che lei sente a sè ostile (il che emerge chiaramente dal finale polemico contro i suoi “fratelli?” Cattolici), fosse un articoletto a carattere divulgativo, quindi non specialistico, consistente in una sorta di raffazzonato report di una critica proveniente da terze parti, non di certo frutto dell’editore dello stesso. Ricordo infatti la citazione di “un certo” (come direbbe lei con il suddetto fare canzonatorio) Todeschini, di “un certo” Noussirat e forse anche di altri che ora non ricordo.
    Premesso questo e premesso che io ignoro chi siano suddetti signori e cosa abbiano scritto a parte qualche loro citazione proveniente da articoli divulgativi favorevoli all’ipotesi della quiete terrestre, visto che a voler pretendere di spiegare cosa sia degno di considerarsi “critica scientifica” ed avere la laurea in fisica è lei, a mio parere prima di mettersi a pontificare in merito avrebbe dovuto dare il buon esempio andandosi a leggere le opere dei signori sopracitati e solo successivamente contro-argomentare in maniera “seria” (quindi con apposite citazioni e relative contro-argomentazioni) le loro affermazioni e le eventuali “dimostrazioni” che questi signori avrebbe prodotto a sostegno della loro critica.
    Invece no, si è limitato a deridere l’articoletto divulgativo e a polemizzare con suoi “fratelli?” abbandonandosi a banali filippiche sul complottismo…
    Insomma a mio parere lei non ha dato proprio un bell’esempio e ha solo mostrato che le piace vincere facile e senza fare tanta fatica.
    Il suo articolo si potrebbe tranquillamente epurare da tutti gli sfottò con i quali lo ha infarcito (almeno un terzo dell’articolo) che tanto la parte effettiva di “critica scientifica” rimarrebbe inalterata.
    E dato che la parte di “critica scientifica” mi pare che alla fine consista semplicemente nel ripetere quello che le hanno insegnato “alla prima di liceo” o all’università, personalmente lo ritengo poco soddisfacente…

    @Masiero:
    Salve prof, prima di tutto la ringrazio per aver voluto portare il suo contributo.
    Ecco le mie considerazioni sul suo intervento.

    Premetto che l’elenco delle uniche (a suo parere) due considerazioni possibili come conseguenza di M&M 1887 mi conferma, ancora una volta, la sensazione da me espressa che, mi auto-cito, “i due fronti [pro quiete terrestre e pro rivoluzione terrestre] forniscano letture ed interpretazioni dell’esperienza [M&M 1887] estremamente contraddittorie e contrastanti fra di loro e che il segreto della controversia stia nella logica interpretativa che vi si VUOLE applicare”, dato che sul “fronte” opposto al suo l’elenco delle possibili conseguenze di M&M 1887 cambia sensibilmente…

    Prenderò in considerazione solo il punto 1 della sua risposta perchè sulle motivazioni della supposta inosservabilità dell'”etere” posso solo prenderne atto e non sono in grado di contro-argomentare e nemmeno ne sono interessato in questo momento visto che, come ho già chiarito, non è mio interesse sostenere l’esistenza dell’etere perchè ciò che mi interessa capire al momento è capire il livello di validità della critica pro quiete terrestre e l’esistenza dell’etere non ne è un caposaldo imprescindibile da quanto ho compreso finora.
    Elenco quindi di seguito le sue affermazioni sul punto 1 con la stessa successione da lei prodotta apponendovi una lettera perchè mi tornerà utile per porle alcune domande:
    a. se vale la legge della somma delle velocità nei diversi sistemi di riferimento allora la Terra si trova esattamente nello stesso sistema di riferimento della luce
    b. che la Terra si trovi al centro dell’Universo (non solo del sistema solare)
    c. non sarebbe tanto la Terra a trovarsi al centro dell’Universo, quanto il punto esatto in cui M&M si sono trovati ad eseguire il loro esperimento
    d. E’ facile infatti calcolare che al punto diametralmente opposto, che ha una velocità relativa non nulla rispetto al primo a causa della rotazione terrestre, si sarebbe già fuori del “centro” cosmico
    Ecco le domande:
    1. Qual’è il passaggio logico che l’ha condotta, posta la premessa “a”, a giungere direttamente a “b”? A me sfugge. Potrebbe spiegarmi perchè lei invece vede “b” come necessaria conseguenza di “a”?
    2. La considerazione “c” non la capisco proprio… per quale motivo afferma ciò? Pare che il punto “d” voglia esserne la spiegazione ma non la comprendo proprio a livello sintattico. L’affermazione “al punto diametralmente opposto” a cosa si riferisce? “Opposto” rispetto a cosa, alla Terra? Il seguito non lo capisco… cioè non capisco proprio perchè e come giunga a certe affermazioni… potrebbe spiegarsi meglio?

    Nel frattempo sono riuscito, credo, a trovare l’articolo M&M 1887 in rete, eccolo:
    https://en.wikisource.org/wiki/On_the_Relative_Motion_of_the_Earth_and_the_Luminiferous_Ether

    Devo ancora provare a leggerlo, ma temo che ci capirò ben poco…

    • Finalmente le cose mi sono chiare. I motivi per cui il mio articolo non l’è piaciuto credo di poterli confermare tutti e sono cose di cui non mi vergogno. Chiarisco che, siccome lei dice che l’articolo criticato è “frutto di un approccio teologico/spirituale differente dal suo e che lei sente a sè ostile”, in realtà ha frainteso perchè anche io sono cattolico e mi piace vivere con lo stesso approccio, per cui le mie critiche derivavano dalle mie conoscenze scientifiche, non da una diversa filosofia.
      In ogni caso, non ho proprio voglia di approfondire gli studi di chi crede nell’etere e nel Geocentrismo, lo trovo una perdita di tempo. E se un giorno trovo qualcuno che crede ancora nel flogisto? E nella pietra filosofale? Nell’articolo di Locatelli ho trovato solo ignoranza (vedi il fatto della luce che riguadagna energia quando emerge da un mezzo rifrangente) e ci vuole ben altro per fare un’alternativa a ciò che si studia all’università.
      Anche Pennetta va contro la scienza ufficiale a proposito di neodarwinismo, ma nessuno nega che lui sappia bene il neodarwinismo.
      Imvece in Locatelli (veda le critiche a Relatività e MQ) ho visto applicato, diciamo così, il seguente principio: ” Ciò che non capisco è una stupidaggine”

    • Giorgio Masiero on

      Ha ragione, Tommy, ho dato per scontate alcune nozioni (e forse commetterò oggi ancora lo stesso errore), avendo dimenticato che Lei non conosce tutte le technicality della fisica.
      Dunque, nelle equazioni dell’elettromagnetismo maxwelliano dei tempi dell’esperimento di M&M (tempi “pre-relativistici”, si dice adesso), compariva una costante c per la velocità della luce, pari a circa 300.000 km/s. Poiché vigeva la relatività galileiana, nella quale non possono esistere velocità fisse, ma la velocità di ogni corpo è relativa ad un sistema di riferimento (legge della somma delle velocità), si assumeva che quella costante c fosse la velocità “assoluta” della luce, cioè relativa allo Spazio divino di Newton, quella scatola vuota mistica, quel Sistema di Riferimento Primo che Newton evocò nei suoi Principi di filosofia naturale. Il riferimento del centro cosmico, se vuole, Tommy.
      Ora se un treno passa lungo la stazione alla velocità di 50 km/h, è anche vero che la stazione passa per i passeggeri del treno alla stessa velocità di 50 km/h. Quindi il risultato nullo dell’esperimento di M&M, cioè il fatto che la luce mostrasse una velocità c rispetto alla Terra uguale in tutte le direzioni, implica che anche la Terra ha la stessa velocità c rispetto alla luce in tutte le direzioni. E quindi, come la luce, anche la Terra si troverebbe – secondo la fisica pre-relativistica – in un sistema di riferimento inerziale rispetto al centro cosmico. Poiché il moto relativo Terra-Sole non è rettilineo uniforme, ma accelerato, se ne dovrebbe dedurre un privilegio della Terra rispetto al Sole! Questo per il punto 1 delle Sue nuove domande.
      Ora veniamo al punto 2. Il “punto diametralmente opposto” B a quello A, dove M&M hanno eseguito il loro esperimento è, come insegna la geometria, la posizione terrestre ottenuta congiungendo A con il centro C della Terra e uscendo dall’altra parte. In coordinate, B ha la latitudine opposta di A e la longitudine variata di 180 gradi. Ora è ovvio che i due punti A e B, se non sono i poli Nord e Sud, sono in moto relativo a causa della rotazione terrestre. Se si trovano all’equatore, B ha la velocità della lunghezza dell’equatore diviso 24 ore rispetto ad A, cioè v = 1.700 km/h circa. Ad un’altra latitudine alfa, la velocità relativa di B rispetto ad A sarà v = 1.700 sin(alfa). In ogni caso, un esperimento eseguito in B darebbe – se vale la somma galileiana delle velocità – non più c, ma c più o meno v in direzione Est o Ovest. Per questo, se valesse la relatività galileiana, dall’esperimento di M&M si trarrebbe che a trovarsi nel sistema mistico della luce, non sarebbe tanto la Terra, ma l’esatta posizione in cui M&M hanno eseguito il loro primo esperimento dell’87.
      Con ciò spero di aver chiarito anche il Suo punto 2, Tommy. Mi perdoni ora, se non risponderò ad altre Sue eventuali, legittime domande di chiarificazione prima del 13 settembre. Sono molto occupato nel lavoro.

      • Giorgio Masiero on

        Correggo. A latitudine alfa, la velocità di B rispetto ad A è, ovviamente, v = 1.700 cos(alfa). Chiedo scusa, ragionavo in coordinate sferiche, mentre probabilmente a Lei, Tommy, sono più note quelle geografiche.

    • MenteLibera65 on

      Tommy81 , Ma lei non era quello che “su wikipedia non ci vado, non mi fido” ? 🙂 Mi sembra che questo sito sia un derivato…..
      E a questo punto , seguendo la sua logica, chi ci garantisce che quello che c’è scritto rispetto all’esperimento di M&M sia corretto? Magari qualcuno ha alterato una virgola o un segno o un punto dell’esperimento, e non è quello originale! Io telefonerei ad M&M per verificare! A …no…sono morti…siamo fregati…:-)

      • @Menteliberas… mi aspettavo questa tristissima battutina…

        Se lei conosce un’altra fonte in rete la pubblichi pure, per me non c’è problema…
        Ho pubblicato quel link solo per comodità perchè tutto si può dire di Wikipedia ma non che non sia comodo…
        Ma sono sicuro che con un piccolo sforzo saprà comprendere la differenza tra leggere la fonte originale e l’intermediazione di chi la commenta e la “spiega” (e quindi la interpreta)…

        Se poi abbiano modificato la pagina in questione corrompendo il testo originale io ovviamente non lo posso sapere non disponendo dell’originale stesso…
        Mi chiedo però a questo punto chi sia il vero “complottista” fra di noi visto che è lei che ha avuto la malizia (o la paranoia patologica) di pensare alla manipolazione del testo originale e non il sottoscritto…

        Ma comunque, ad onor del vero, le farei notare il mio “credo”, come premessa al fatto di aver effettivamente trovato l’articolo corretto (e completo)…

        • MenteLibera65 on

          Tommy, stia tranquillo.
          Io in genere sono contro ogni forma di complottismo, anche nascosta. Anche quei complotti che qualche volta, magari in modo molto articolato, emergono da questo blog.
          E’ ovvio che su singoli fatti specifici c’è sempre la possibilità che ci siano state delle alterazioni e manipolazioni della verità, per interessi generalmente economici. Va valutato caso per caso.
          La mia , quindi, era una battuta per prenderla bonariamente in giro, e dimostrarle che se entriamo all’interno della dinamica del dubbio (chissà chi c’è dietro quello che scrive Wikipedia) allora dobbiamo accettare di dubitare di qualsiasi cosa , persino le più apparentemente scontate (chissà chi ha scritto quel documento? Chissà chi c’è dietro Tommy ? La cia ? etc etc). Queste si che sono patologie.
          La ammiro per la determinazione ed il zelo con il quale sta cercando di dimostrare che già ai tempi di M&M ci fu una presa di posizione “politica” e non scientifica sull’esito dell’esperimento. Lei vuole dimostrare che non essendoci mezzi per valutare i risultati, averli valutati come confutazione dell’esistenza dell’etere fu , di fatto , un complotto o quanto meno una azione in malafede.
          Allo stesso tempo, però, mi sembra di aver capito , leggendo le tante risposte , che dell’etere non è stata dimostrata in 150 anni l’esistenza e che , alla fine, non gliene importi poi molto a nessuno…quindi mi chiedo a cosa giovi il suo accanimento. Seppur malafede ci fu, in quel caso ci aveva preso.
          Quello che conta è che della fisica che è venuta dopo, in particolare la relatività, vi siano poi state numerose conferme sperimentali e applicazioni concrete e di uso comune ! Basti pensare per esempio ai navigatori satellitari, che senza l’applicazione delle opportune varianti derivate dalla relatività, sbaglierebbero il posizionamento di molti metri.
          Per quanto riguarda poi il suo dubbio circa il rifermento di Masiero all’ esempio sul punto in cui venne effettuato l’esperimento di M&M, mi sembra che la risposta di Masiero stesso sia esaustiva ma forse troppo complicata. Glielo spiego in altri modi : Poichè il centro dell’universo (se esistesse) sarebbe uno e uno soltanto , e sarebbe un punto (piccolo piccolo) , se l’esperimento avesse dimostrato che quel punto si trovava esattamente dove si trovavano M&M (cioè , per esempio , a Liverpool in via Brown 17) , allora, nello stesso modo, se lo stesso esperimento fosse stato replicato a Roma in piazza San Pietro, doveva dimostrare che Roma NON era il centro dell’universo . Invece il risultato dell’esperimento ovunque fatto sul pianeta terra, resta invariato e da sempre gli stessi risultanti.
          Sarebbe quindi come dire che il centro dell’universo si sposta in base agli sposatamenti degli Scienziati, il che mi sembra improbabile…
          Spero di non aver scritto troppe sciocchezze…salve a tutti.

  2. @Masiero:
    “tempi “pre-relativistici”, si dice adesso”

    Colgo l’occasione offertami da questa sua precisazione per chiarire ulteriormente per quale motivo, a livello metodologico, vorrei ignorare Einstein e calarmi nel contesto storico pre-relativista (quindi pre 1905) proprio perché prima di tale data non era ancora avvenuto il cambiamento di paradigma epocale causato dalla Relatività visto che, appunto, la stessa avrebbe poi prodotto l’avvento di una nuova era per la fisica, come evidenzia la locuzione da lei riportata.

    Se questo sia avvenuto a torto o a ragione non sono in grado comprenderlo vista la mia impreparazione in merito, ma proprio perché nella critica proveniente dagli ambienti a favore della quiete terrestre vi è insita anche la critica alla Relatività con l’accusa che, per motivi ideologici e storici, essa sarebbe stata ingiustamente imposta causando un’interpretazione di M&M 1887 faziosamente forzata, mentre, a loro dire, tale esperienza permetterebbe anche un’interpretazione favorevole alla deduzione della quiete terrestre fra le varie e possibili conclusioni; conclusione questa però che sarebbe stata invece aprioristicamente scartata per favorire a posteriori conclusioni “relativiste”.

    Bene, io vorrei capire se esiste una ragione “valida” (sul piano logico/empirico), escludendo Einstein, in grado di escludere su qualunque piano che nel 1887 si sarebbe potuto spiegare il risultato nullo di M&M 1887 con la quiete terrestre.

    Insomma vorrei procedere per passi, diciamo cronologici, rimandando “la patata bollente” a quando, forse, sarò in grado di affrontarla.

    “Il riferimento del centro cosmico, se vuole”

    A parte che io non “voglio” (nel senso di preferire) niente ma sto solo cercando di capire quanto sopra spiegato, le chiederei: ma con “centro” ora intende proprio centro fisico materiale oppure anche solo concettuale, cioè come situazione “privilegiata” (e forse anomala) nell’universo ma non necessariamente da collocare nel suo centro fisico?

    “Ora se un treno passa lungo la stazione alla velocità di 50 km/h, è anche vero che la stazione passa per i passeggeri del treno alla stessa velocità di 50 km/h. Quindi il risultato nullo dell’esperimento di M&M, cioè il fatto che la luce mostrasse una velocità c rispetto alla Terra uguale in tutte le direzioni, implica che anche la Terra ha la stessa velocità c rispetto alla luce in tutte le direzioni.”

    Sbaglio o la premessa è “viziata” di relativismo Einsteniano? (che come già specificato non giudico, quindi si eviti di ripetermi che la Relatività è la teoria meglio corroborata dello spaziotempo).

    Cioè, basandoci sull’esperienza reale (a mia sensazione, oppure “ottocentesca” probabilmente dal suo punto di vista) e non astratta (ergo matematica), a noi umili contadini dell’800 (per citare Htagliato) la differenza fra il moto “reale” (sempre per le nostre umili menti contadine) del treno e quello “apparente” (sempre per le nostre umili menti contadine) della stazione consisterebbe nel fatto che il moto del treno sarebbe causato da una forza/energia che ne modificherebbe le coordinate spaziali mentre invece la stazione no…
    quindi, secondo l’esperienza intuitiva, razionalmente comprensibile, osservabile e riproducibile di noi contadini ottocenteschi non in grado di comprendere le “technicality” della moderna fisica perchè intenti a zappare la terra, corrisponderebbe ad affermare che la stazione sarebbe “ferma” e che quindi procederebbe nello spazio a velocità assoluta 0 (quindi non procederebbe affatto).

    Probabilmente ora se la starà ridendo sotto i baffi per queste ignoranti affermazioni contadine, ma provi ad ignorare Einstein per un nano secondo e mi assecondi nel giochino mentale.

    Analogamente quindi, per tornare a bomba ad M&M, perché non si potrebbe dire lo stesso della Terra relativamente alla luce?

    Io molto umilmente e “contadinamente” mi sto semplicemente interrogando se vi è una qualche ragione logico/empirica per la quale, ignorando Einstein (suvvia, so che se ci prova ce la può fare ad ignorarlo un attimo) questa conclusione debba PER FORZA essere negata?

    Confesso che la mia ragione, nella mia ignoranza (forse fortunata, chissà, perché magari troppa università potrebbe non essere un’esperienza cerebralmente solamente salutare), non la riesce proprio concepire…

    Attenzione: non sto affermando che questa conclusione sia l’unica possibile, sto solo cercando di capire se esiste un motivo indiscutibile per il quale non possa esserlo…

    Attendo sue (dopo il 13 settembre, ovviamente, non si preoccupi io che non scappo).

    “Poiché il moto relativo Terra-Sole non è rettilineo uniforme, ma accelerato, se ne dovrebbe dedurre un privilegio della Terra rispetto al Sole!”
    Quest’afermazione non riesco a capirla… chiedo ulteriori lumi…

    “Per questo, se valesse la relatività galileiana, dall’esperimento di M&M si trarrebbe che a trovarsi nel sistema mistico della luce, non sarebbe tanto la Terra, ma l’esatta posizione in cui M&M hanno eseguito il loro primo esperimento dell’87.”
    Dopo aver compreso il chiarimento sul “punto opposto” [della Terra quindi] e l’aspettativa di c +/- v, mi rincresce ma continuo a non comprendere il perchè di quest’affermazione come nemmeno comprendo la necessità di considerare la Terra nel “centro cosmico” dell’universo (se inteso in senso fisico) come conseguenza dell’esito nullo di M&M…
    Insomma quello che mi viene in mente a me è che luce è prodotta da una fonte la quale non necessariamente deve trovare al “centro cosmico” dell’universo… Anche qui quindi chiedo ulteriori lumi…
    Spero che non riterrà tutto ciò una provocazione perchè le garantisco che non lo è… proprio non comprendo in base a quali passaggi logici giunge a certe affermazioni.
    Se avrà voglia di provare spiegarsi meglio l’ascolterò.

    Buon lavoro.

    • Non c’è bisogno di aspettare il 13 Settembre…
      “Sbaglio o la premessa è “viziata” di relativismo Einsteniano?”
      Sbaglia, si tratta di Relatività GALILEIANA. Tutto il ragionamento di Masiero presuppone la relatività galileiana, compresa l’analogia treno-stazione.
      L’esperimento di M&M riscontrò velocità della luce uguale in tutte le direzioni, ciò poteva essere spiegato ipotizzando che la sede dell’esperimento di M&M si svolgesse in un punto solidale al sistema di riferimento solidale con l’etere, ma allora il punto geografico agli antipodi rispetto a dove si trovavano M&M già si trovava fuori da tale sistema di riferimento. In ogni caso nel 1887 l’eliocentrismo si era già imposto per altre ragioni astronomiche.
      Anche l’univesalità della velocità della luce nel vuoto all’epoca parve assurda, finché la relatività di Einstein la accettò e la inserì tra i suoi postulati. Questo è quanto, se preferisce Masiero, allora le conviene studiare la relatività galileiana, anch’essa anti-intuitiva nel suo “piccolo”, ma è alla base della cinematica classica.

  3. “Non c’è bisogno di aspettare il 13 Settembre…”
    E io la ringrazio di non avermi fatto attendere tanto…

    a. “Ciò poteva essere spiegato ipotizzando che la sede dell’esperimento di M&M si svolgesse in un punto solidale al sistema di riferimento solidale con l’etere.”
    b. “Ma allora il punto geografico agli antipodi rispetto a dove si trovavano M&M già si trovava fuori da tale sistema di riferimento.”
    Continuo a non comprendere il motivo di quest’affermazione, nello specifico il passaggio logico tra a e b… giuro che non è una provocazione… ^^

    “In ogni caso nel 1887 l’eliocentrismo si era già imposto per altre ragioni astronomiche.”
    Mi può fare un elenco di queste ragioni? (se non è una richiesta proibitiva e troppo impegnativa anche perchè non è vitale ai fini che mi sto prefiggendo in questa sede)
    Dopo di ciò però, che mi interessa a prescindere dal punto che sto cercando di sbrogliare, approfittando della sua disponibilità le ribadirei ancora lo scopo principale che mi sto prefiggendo: basandoci solo sul risultato M&M 1887, esiste un motivo logico/empirico per il quale la conslusione (fra le varie possibili) di un’ipotetica quiete terrestre debba per forza venire esclusa?
    Se la risposta a questa domanda è insita nella questione che ancora fatico a comprendere (si veda sopra) le chiedo di avere pazienza, ma se così non fosse, potrei avere risposta a questo quesito senza spaziare in altri mille ambiti?

    Avrei poi da chiederle una chiarimento sull’argomentazione che mi ha spiegato a riguardo delle aspettative che si sarebbero dovute avere sul fantomatico “etere luminifero” (da ora “EL”) all’epoca di M&M.
    Ho cominciato a leggermi l’articolo M&M e, per comprenderne le premesse, ho dovuto spelucchiare sul buon Wikipedia il significato di alcuni termini usati nello stesso come “aberration of light”, “emission theory” e “undulatory theory” e proprio quest’ultima mi ha condotto a questa pagina https://en.wikipedia.org/wiki/Light, in particolare al paragrafo “Wave theory” (https://en.wikipedia.org/wiki/Light#Wave_theory).
    Come potrà constatare Il paragrafo in questione è inserito all’interno della sezione “Historical theories about light, in CHRONOLOGICAL order” e in esso vi si afferma che:
    1. dopo il 1817 Siméon Denis Poisson “added to Fresnel’s mathematical work to produce a convincing argument in favour of the wave theory, helping to OVERTURN Newton’s corpuscular theory”
    2. che “The weakness of the wave theory was that light waves […] would need a medium for transmission”
    3. e infine che “Newton’s corpuscular theory implied that light would travel faster in a denser medium” (che pare essere l’argomentazione da lei riportatami contro EL), ma si conclude affermando anche che “while the wave theory of Huygens and others implied the OPPOSITE”.

    Ho maiuscolato le parole chiave.

    Da quanto ne traggo io quindi la Teoria Ondulatoria era viva e vegeta all’epoca di M&M e aveva ribaltato la Teoria Corpuscolare di Newton e non richiedeva al fantomatico EL di essere più denso per garantire una maggiore velocità (alla luce) ma richiedeva esattamente l’opposto…

    Su queste premesse quindi, a patto che io non abbia malcompreso qualcosa, non sarebbe corretto quindi dire che la sua obiezione sulle aspettative dell’epoca riguardanti EL non è valida e che non può essere utilizzata per negare l’esistenza di El stesso?
    Ho malcompreso qualcosa?

    • “Continuo a non comprendere il motivo di quest’affermazione, nello specifico il passaggio logico tra a e b”
      Se la luce in direzione di M&M aveva sempre velocità c, e c è la velocità della luce nell’etere, allora M&M erano in un punto solidale all’etere cioè erano fermi rispetto all’etere. Il punto agli antipodi non è fermo rispetto all’etere perché è in moto rispetto a M&M, ma allora già il punto agli antipodi non è più il “centro dell’Universo”. Ricordiamo che l’etere permane tutto lo spazio, cioè tutto l’universo.
      “Mi può fare un elenco di queste ragioni? (se non è una richiesta proibitiva e troppo impegnativa anche perché non è vitale ai fini che mi sto prefiggendo in questa sede)”
      Ne basta una: Il “parallasse” (il moto apparente che le stelle compiono in un anno per via dell’orbita della terra intorno al sole) era una prova scientifica del sistema eliocentrico. Per la prima volta sarebbe stata verificata nel 1838 da Friedrich Bessel, quindi prima del 1887. Tale premessa è vitale, perché se la Terra ruota attorno al Sole, non è ferma rispetto all’etere e allora l’esperimento di M&M non lo si può spiegare con la quiete della Terra.
      Riguardo invece l’EL ha compreso bene, ma la mia obiezione era espressa solo in modo “divulgativo”, ora mi spiegherò meglio. In Fisica del Continuo si scopre che la velocità di un’onda in un mezzo è INVERSAMENTE proporzionale alla DENSITÀ, come ha ben capito lei, ma è DIRETTAMENTE proporzionale alla costante di elasticità del mezzo. Per coincidenza, i mezzi più densi sono anche quelli con maggiore costante di elasticità, per questo la velocità del suono è maggiore nei liquidi rispetto ai fluidi e nei solidi rispetto ai liquidi. Si possono fare dei calcoli per cui l’EL dovrebbe essere più “consistente” dell’acciaio…eppure è impalpabile.

      • Mi correggo, la prova del parallasse “fu verificata”, non “sarebbe stata” (stavo pensando ad un altra cosa e ho per sbaglio usato il condizionale, ma l’osservazione astronomica è certa).

      • Caro htagliato non capisco una cosa.. Da quando lessi l’articolo tra l’altro.. Pensa un po’ che ignorante che sono..
        Per il suono, ok, più è consistente il mezzo più velocemente si propaga.. Ma perché anche la luce? Se attraversa il vetro o l’acqua, che sono più consistenti dell’aria, la luce rallenta.. Al contrario del suono quindi. Un onda elettromagnetica può viaggiare nel vuoto mentre il suono no. Mi sembra, intuitivamente, che sono onde diverse con alcune o tutte (non lo so) proprietà inverse. Per cui anche io dico: se mai dovesse esistere l’etere dovrebbe proprio essere impalpabile per permettere alla luce di andare alla sua velocità massima. O sono contraddittorietà che vedevano sono gli uomini del 1887 perché pensavano che la luce fosse un onda uguale a quella sonora?
        Che cosa mi manca per comprendere? A parte un corso di studi in fisica! 🙂
        Scusami non ti voglio stressare. Se vuoi rispondi pure altrimenti fa niente.

        • Caro Paolos, non c’è niente di male a chiedere dei chiarimenti!
          La luce è più lenta nei mezzi più rifrangenti e ha velocità massima nel vuoto, è vero.
          Questo però lo sappiamo perché per noi la luce è un campo elettromagnetico che oscilla e i mezzi materiali, con i loro nuclei ed elettroni, sono un ostacolo.
          In una visione materialistica ottocentesca invece la luce si propaga grazie ad un mezzo che oscilla, come le onde sulla superficie del mare, per cui valevano le considerazioni sulle onde sonore: velocità maggiore in mezzi a coefficiente di elasticità maggiore, che detto banalmente sono quelli più “consistenti”.

          • Ma allora grazie alle scoperte successive agli uomini dell’800 si è superata la contraddittorietà di un etere visto da una prospettiva materialistica. O sbaglio?
            Il “segreto” è nella rifrangenza?
            Poi.. Mi viene in mente la materia oscura che permea l’universo al 95% .. C’è qualche analogia o sto prendendo cantonate?

          • Scusa htagliato. Lascia perdere la rifrangenza. Ho scritto un’idiozia..
            E forse non solo quella.

          • Si rafforzarono i dubbi sull’etere con M&M, ma venne abbandonato definitivamente quando la Relatività Ristretta lo rese inutile e perché postulando che la luce fosse capace di propagarsi nel vuoto la fisica era comunque predittiva ed esaustiva.
            Il discorso sulla materia oscura è un po’ diverso perché in questo caso la sua esistenza non nasce da un pregiudizio (o almeno questo è quello che crediamo noi fisici) ma perché corpi celesti come le galassie presentano proprietà gravitazionali che sono spiegabili se si assume che essi abbiano una massa maggiore rispetto a quella osservabile con i mezzi attuali (basati sulle onde elettromagnetiche emesse); tale massa in eccesso che non emette nulla (da cui “oscura”) non sappiamo cosa sia, potrebbe non essere nemmeno materia (qualcuno provò a spiegarla col vuoto quantistico) ma rispetto all’etere qualcosa di osservabile c’è (tipo le distorsioni della luce proveniente da un’altra galassia passante per quella a cui si è costretti ad attribuire massa maggiore).

  4. Mi sto leggendo pure la pagina del buon Wiki sulla Relatività Galileiana e non capisco proprio per quale motivo le seguenti affermazioni di Masiero non sarebbero viziate dalla relatività Einsteniana:
    a. “è anche vero che la stazione passa per i passeggeri del treno alla stessa velocità di 50 km/h”
    b. “anche la Terra ha la stessa velocità c rispetto alla luce in tutte le direzioni.”
    Insomma io comprendo che Masiero sta affermando che REALMENTE la stazione si sta spostando nello spazio a 50Km/h e che REALMENTE la Terra si sposta nello spazio a 300.000 Km/sec…
    La relatività Galileiana mi pare umilmente di comprendere, partendo dal presupposto classico (intuitivo e ragionevole) della possibilità di contemplare la contemporaneità degli eventi, che ci spieghi i concetti di “sistema solidale”, di “composizione delle velocità” e di “trasformazioni”, tutti concetti intuitivi, reali (perchè dimostrabili non solo matematicamente) e ragionevoli…
    Non comprendo come da tutti questi concetti si possano trarre le affermazioni di Masiero… chiedo ulteriori lumi…

    • “Non comprendo come da tutti questi concetti si possano trarre le affermazioni di Masiero… chiedo ulteriori lumi…”
      La Relatività galileiana ha nel suo centro le leggi di trasformazione di coordinate e velocità (queste ultime sono dette “composizione delle velocità”), ma da dove derivano queste formule?
      Derivano dall’applicazione del Principio di Relatività galileiana: dato un sistema di riferimento che per convenzione consideriamo “fermo”, preso un altro sistema di riferimento che si muova di moto rettilineo uniforme rispetto al primo (oppure fermo rispetto al primo), allora nei due sistemi di riferimento la Fisica deve essere la stessa.
      Conseguenza di questo principio è che se mi metto nel sistema di riferimento del treno, siccome la “fisica deve essere la stessa”, cioè treno e stazione si stanno avvicinando, allora dal treno si vede la stazione che si sta avvicinando con velocità uguale tranne che per il verso a quella che ha il treno “visto dalla stazione”. In sintesi, nei due sistemi di riferimento citati nel Principio, a livello di CINEMATICA i moti sono tutti “veri”, solo quando si passa alla DINAMICA allora si distinguono i moti dovuti a delle forze da quelli dovuti a sistemi di riferimento “non fermi”.
      Nel nostro caso, se assumo il sistema di riferimento dell’etere come “fermo” e in esso la luce ha velocità c, se per M&M la luce ha sempre velocità c, allora M&M sono in un sistema fermo rispetto all’etere, ma ci sono i problemi che ho scritto nell’altro commento.

  5. Una richiesta per Enzo (o per chi gestisce tecnicamente il blog): non ricordo come si fa ad inserire il corsivo e il grassetto nei commenti. Mi farebbe molto comodo, infatti detesto dover scrivere tutto nello stesso modo…
    Mi chiedo poi: ma non c’è un modo per separare i paragrafi con una riga vuota?
    Aiuterebbe molto nella lettura…
    Grazie.

  6. Riga vuota vuota no.
    Alcuni mettono un punto o un trattino a capo e poi di nuovo a capo
    .
    Tipo come sopra.

    è solo un umile consiglio. non sono un tecnico del blog..

  7. @Htagliato
    Grazie mille per le risposte.
    Ho ancora parecchie domande… ma ti risparmio. 🙂
    Buona serata.

  8. Ciao acca, chiamare l’eretico del darwinismo, Luterani, mi sembra una scelta molto suggestiva e indovinata. Vediamo come va a finire.

  9. @Htagliato:
    ——————–
    Dopo aver più volte riletto quello che ci stiamo scrivendo sto sviluppando la forte sensazione che sta storia dell’etere ci sta portando “fuori strada”, cioè ci allontana dalla risposta al mio iniziale quesito.
    Per questo credo sia opportuno che ri-chiarisca ancora il mio intento: a me non interessa difendere l’esistenza dell’etere, mentre lei ogni ogni volta ce lo infila in mezzo come se fosse necessario farlo. Io poi le rispondo per capire qualche passaggio logico che non comprendo e poi ci ritroviamo a discutere di etere… e il motivo per il quale lei continua a ritornarci francamente mi sfugge… in questo modo poi tutto il ragionamento viene trascinato da questa premessa…
    Ribadisco che l’interrogativo che mi sto ponendo è se c’è un motivo logico/empirico IMPUTABILE AI SOLI DATI DI M&M 1887 (e non su altri esperimenti) che costringa ad escludere una possibile interpretazione degli stessi a favore della quiete Terrestre intesa come assenza del moto di rivoluzione.
    E questo me lo sto chiedendo indipendentemente dal fatto che l’etere esista o no.

    Fatto ancora questo chiarimento:
    “Se la luce in direzione di M&M aveva sempre velocità c, e c è la velocità della luce nell’etere, allora M&M erano in un punto solidale all’etere cioè erano fermi rispetto all’etere. Il punto agli antipodi non è fermo rispetto all’etere perché è in moto rispetto a M&M, ma allora già il punto agli antipodi non è più il “centro dell’Universo”.”
    Alla luce delle premessa e del ri-chiarimento appena fatto quindi, riprendendo le sue affermazioni appena virgolettate, continuo a chiedermi il senso e l’utilità di tali affermazioni in relazione al raggiungimento dello scopo che mi sono prefisso al fine di ottenere finalmente una risposta al mio quesito.
    Le elenco infatti alcune perplessità con mi continuano a venire in mente continuando a rileggermi le sue risposte sebbene, come ho già chiarito, non comprendo per quale motivo ci si stia ancora infossando a parlare di EL…

    1. L’espressione “fermi rispetto all’etere” non presuppone un movimento dell’etere? Se sì: questo presupposto non è gratuito?
    2. Continuo a non capire per quale motivo, ipotizzando l’esistenza dell’etere (del quale ripeto non ritengo necessaria la trattazione) lei insiste sul fatto che il punto esatto in cui M&M fecero l’esperimento sarebbe dovuto essere il centro assoluto dell’universo… nè di conseguenza quindi colgo il senso della sua successiva affermazione che il punto agli antipodi della Terra rispetto ad M&M non sia il centro dell’universo…
    Non capisco davvero nè che importanza abbia e nemmeno dove e perchè nell’ipotesi dell’esistenza di EL lei vi ravveda la necessità di collocare M&M al centro dell’universo…
    Mi pare che questi ragionamenti non abbiano senso e stiano distogliendo la nostra attenzione dal quesito che ho posto e al quale sto ancora cercando risposta ma se non sto comprendendo qualcosa io allora devo assicurarmi di farlo prima di escludere le sue argomentazioni su El… per questo sono costretto a insistere anche se sono molto perplesso onestamente…
    Davvero non capisco…

    “Tale premessa è vitale, perché se la Terra ruota attorno al Sole, non è ferma rispetto all’etere e allora l’esperimento di M&M non lo si può spiegare con la quiete della Terra.”
    Mi pare di ricordare che i sostenitori della quiete terrestre infatti non ritengano il parallasse una “dimostrazione” del moto di rivoluzione, anche se ora però non ricordo il motivo preciso (anche se credo di intuirlo).
    Come già detto però e ulteriormente ribadito e chiarito nell’incipit di questo post, sulla questione di M&M vorrei capire se, BASANDOCI SOLO SUI DATI DI M&M si possa escludere la quiete terrestre, intesa come assenza del moto di rivoluzione.
    Infatti alla mia richiesta di farmi un elenco delle “prove” a favore del moto di rivoluzione pre-1887 avevo poi specificato che “mi interessa a prescindere dal punto che sto cercando di sbrogliare”, volendo dire che era una mia curiosità ulteriore e parallela alla questione M&M, la quale infatti vorrei separare.
    Come ho già spiegato vorrei procedere per passi, e poi, solo alla fine mettere insieme i pezzi.
    Speravo infatti che mi riportasse una qualche altra evidenza oltre al parallasse (o al pendolo di Focault) perchè entrambi non sono ritenuti sufficienti dai critici del moto di rivoluzione e volevo capire se ci fossero altre evidenze delle quali non avevo ancora sentito parlare e con le quali provare confrontarmi.
    Se volesse continuare con l’elenco quindi sarei interessato.

    1. “la velocità di un’onda in un mezzo è INVERSAMENTE proporzionale alla DENSITÀ” (da ora “d”)
    2. “ma è DIRETTAMENTE proporzionale alla costante di elasticità del mezzo” (da ora “c”)
    3. “i mezzi più densi sono anche quelli con maggiore costante di elasticità”
    Mi scusi ma queste affermazioni mi sembrano contradditorie…
    Secondo la 1 infatti all’aumentare di d diminuisce v
    Secondo la 2 all’aumentare di c aumenta v.
    Introducendo la 3 però sia ha che maggiore è d maggiore è anche c dal cè se ne trae che maggiore è d maggiore anche v. Il che però contrasta con l’affermazione 1.
    Ho capito male qualcosa?

    “per questo la velocità del suono è maggiore nei liquidi rispetto ai fluidi”
    Liquidi e fluidi non sono la stessa cosa?

    • Proverò ad essere ancora più preciso alla luce delle sue nuove perplessità.
      L’esperimento di M&M, preso da solo, non è una prova della quiete terrestre, se è quello che voleva sapere. È una prova a sfavore dell’etere e a favore, successivamente, della Relatività di Einstein.
      Il fatto che parlo sempre dell’etere è dovuto alle ragioni e alle conseguenze di tale esperimento.
      Quando dico “fermo rispetto all’etere” intendo che se attribuisco all’etere un sistema di riferimento e lo considero per convenzione “fermo”, un certo corpo (la Terra nel nostro caso) che “visto dall’etere” è fermo, sarà detto “fermo rispetto all’etere” (questa è sempre relatività galileiana).
      I “geocentristi” non accettano la prova del parallasse? Una cosa è criticare, un’altra criticare BENE: la prima è facile, la seconda è difficile. Lei intuisce le ragioni: me le dica.
      Ho avuto un lapsus: i liquidi sono fluidi, come i gas; la velocità di un onda materiale è maggiore nei solidi, poi nei liquidi, minore nei gas.
      Non c’è contraddizione nella meccanica del continuo: la velocità di un’onda materiale è data dalla radice quadrata di “c/d” (usando la sua notazione), i mezzi con maggiore c sono anche quelli con maggiore d, ma nel calcolare il rapporto dei due ci si trova con la classifica delle velocità che le ho spiegato.
      Il motivo per cui non capisce perché il punto di M&M doveva essere il centro dell’universo è dovuto al fatto che non conosce nemmeno la relatività galileiana.
      Volendoci provare lo stesso: la velocità di un’onda dipende dal mezzo, se la luce che viene dalla mia destra ha la stessa velocità di quella che viene da sinistra e io sto immerso nell’etere, vuol dire che io sono fermo, se infatti mi muovessi verso sinistra, la luce da sinistra dovrebbe giungere più velocemente e viceversa. Se però io sono il pianeta Terra e ci sono prove che non sono fermo, allora è la luce ad essere “speciale” e ci vuole la relatività speciale.

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