Marx e Darwin: critica alla critica di “DuFer” al libro di Gabriele Zuppa (terza parte)

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Dopo un’ora di critiche non pertinenti al libro di Gabriele Zuppa la live entra nel merito.

E la conclusione è che Zuppa può pensare quello che vuole. Purché ne parli solo come vuole DuFer.

Ecco dunque che finalmente, dopo un’ora circa, Dal Ferro dichiara di entrare nel merito delle critiche al libro, la prima è di tipo logico. Dal Ferro afferma che Zuppa sta confermando la selezione naturale perché cerca di far sopravvivere un’idea che ormai non è più adatta all’ambiente, dopo aver letto un passo del libro di Zuppa, nel quale si sostiene di non voler sminuire i meriti di Darwin, ritiene per la terza volta che si tratti di una “captatio benevolentia” (sic).

Nel brano seguente Dal Ferro riporta che per Zuppa il pensiero di Darwin si è formato sulla base di una preesitente realtà del suo tempo:

Darwin per Zuppa è un figlio dell’Ottocento che ha ereditato qualcosa che c’era già, non solo, a pag. 52 scrive “Cosa significa dunque la sua teoria, cosa possono significare lotta per l’esistenza (qui mette ancora in dubbio il termine lotta approvato dallo stesso Darwin ndr), e sopravvivenza del più adatto nel cuore dell’Ottocento?”

Per Dal Ferro non si capisce cosa sia “il cuore dell’Ottocento” e giunge a stabilire che si tratti del nichilismo, qui Dal Ferro viene ad elencare le caratteristiche del cuore dell’Ottocento riportate da Zuppa:

la mancanza di una struttura del mondo e dei viventi prestabilita, che non ci sono una morale e un’etica che precedano le contingenze con cui il mondo e gli esseri viventi divengano, vuol dire che non c’è una verità da scoprire ma una verità da constatare, che non v’è un’esistenza, un essere delle cose di diritto ma un’esistenza di fatto.

Questo renderebbe il libro di Zuppa un tentativo di far sopravvivere un’idea ormai non adatta al nostro tempo e quindi sarebbe un errore logico in quanto negando la validità dell’opera di Darwin la confermerebbe attraverso il riconoscimento della selezione naturale. Questa considerazione serve in realtà solo a mostrare come sia sopravvalutata la selezione naturale nel pensiero originale di Darwin che la aveva ripresa dagli allevatori di piccioni e da Malthus. La selezione esiste, opera ed è efficace, ma risulta essere poco più che un’ovvietà se non si spiega contemporaneamente la cosa più importante e cioè l’origine dei nuovi caratteri da selezionare, cioè il vero “cuore” di ogni teoria sull’evoluzione.

L’aspetto su cui si sofferma poi è la caratteristica del libro di Zuppa di sottolineare la perdita del “destino” dell’umanità, della moralità, dell’archè, della verità etc… DuFer al riguardo afferma che chi ha studiato Darwin sa che il darwinismo è una rivoluzione che parte da alcune cose che c’erano già come Lamarck, Lyell e anche il pensiero greco, Darwin rimescola in un’interpretazione nuova quei dati aggiungendone di nuovi in quantità e qualità incomparabili.

Al riguardo Dal Ferro ribadisce che i processi naturali sono “amorali” ma rincara la dose affermando che il modello concettuale nuovo che propone Darwin e i successivi evoluzionisti non ci permette di rapportarci al mondo come duecento anni fa, lo stesso Telmo Pievani e Meyer dicono nei loro libri che l’uomo di oggi non riesce più a mettersi nei panni dell’uomo del pre-evoluzinismo perché non è cambiata solo un’interpretazione sui viventi ma il rapporto concettuale, epistemologico, filosofico, letterario, linguistico con il mondo grazie al paradigma evolutivo e sarebbe questa la cosa che Zuppa non riesce a madar giù.

Su questo punto dovrebbe invece davvero svilupparsi un confronto epistemologico, gli esperti di filosofia dovrebbero dire con molta chiarezza, e qui Dal Ferro potrebbe fare una sana divulgazione, che la teoria di Darwin così come qualsiasi teoria scientifica, non può assolutamente pronunciarsi sulla “moralità” o no della natura perché questo va oltre il suo campo d’azione. Ma tutta questa trasmissione di critica al libro di Zuppa diventa cattiva informazione e cattiva filosofia nel momento in cui si lascia credere che la teoria di Darwin avrebbe dimostrato la mancanza di “moralità” o di finalismo, cose che sono escluse come “premessa” dal metodo scientifico, non come dimostrazione. Un errore grave che viene continuamente diffuso a tutti i livelli.

Ma Dal Ferro commette ancora anche l’errore di continuare a confrontare la critica contenuta nel libro di Zuppa col pensiero attuale mentre va vista in rapporto all’Ottocento e solo dopo per le sue ricadute successive. In tal senso è una contraddizione logica che egli rimproveri a Zuppa di aver utilizzato i termini impiegati nell’Ottocento e non quelli attuali.

A questo punto Dal Ferro si dimostra preoccupato di cosa insegni Zuppa ai suoi studenti (la stessa preoccupazione che Pievani aveva riguardo al sottoscritto ndr):

…in quanto avrebbero bisogno di avvicinarsi al mondo, il mondo che parla la lingua dell’evoluzionismo e si trovano di fronte una persona che dice che Darwin non è valido perché l’insegnante moralizza la sua teoria. Che danno sta facendo?

Questo passaggio è fondamentale. Dal Ferro accusa Zuppa di insegnare una moralizzazione della teoria non rendendosi conto che negare una “moralità” è comunque compiere una moralizzazione della teoria. Tutta questa puntata è un errore in tal senso, tutti gli insistiti riferimenti alla “amoralità” della natura sono una “moralizzazione” della teoria che dà ragione a Zuppa quando sostiene che attraverso il darwinismo è passata nella società una concezione afinalistica e amorale in nome della scienza ma a condizione di snaturare la scienza stessa nei suoi fondamenti epistemologici.

Grave è la conseguente accusa nei confronti di Zuppa di poter accendere nella mente di un quindicenne il dubbio che la teoria di Darwin possa essere sbagliata, una dichiarazione che pone essa stessa il darwinismo fuori dall’ambito della scienza e facendone una sorta di dogma moderno. Grave è il fatto di negare la legittimità della critica a Darwin da parte degli insegnanti.

Dal Ferro prosegue affermando che nel caso il dubbio sul darwinismo facesse presa, il danno inferto al ragazzo sarebbe quello di averlo allontanato da un mondo che oggi ha caratteristiche che non si confanno a quelle per cui Zuppa ha simpatia (moralità, finalismo, verità, archè) che sarebbero un “gusto” personale, delle opinioni di Zuppa, in pratica si sostiene la condanna del pensiero libero e l’invito all’omologazione.

Qui interviene nuovamente Gaetano riportando l’uso dell’evoluzionismo in politica dal caso di Lysenko che nell’URSS riproponeva il lamarckismo, al caso del nazismo che l’impiegava a sostegno dell’idea di una razza superiore, ma citando anche correttamente il pensiero Occidentale nella forma gene-centrica di R. Dawkins. Per Gaetano la teoria dell’evoluzione comprende molti aspetti e si complessifica nel tempo. Suggerirei a Gaetano di fare una riflessione sul fatto che anche la teoria geocentrica di Aristotele per fronteggiare i numerosi punti deboli si complessificò per circa cinque secoli fino all’elaborazione di Tolomeo. E risultò infine falsa a favore della meno complessa teoria eliocentrica di Copernico. Riguardo ai casi citati, va comunque detto che l’uso della teoria dell’evoluzione come strumento di potere da parte dei più importanti regimi del ‘900 finisce poi per essere un argomento a favore della tesi di Zuppa sulla valenza politica della teoria stessa.

Ritorna quindi ad intervenire Willy facendo giustamente notare che nel libro di Zuppa si sostiene che Darwin non voleva ispirare certi movimenti ma ciononostante lo ha fatto indirettamente, e con questo riporta nella discussione la figura di Marx, precedentemente esclusa, ricordando che Marx inviò a Darwin alcuni capitoli del Capitale e due lettere alle quali Darwin tra l’altro non rispose mai.

Il dibattito si conclude con Dal Ferro che rimprovera a Zuppa di aver usato le due teorie per ribadire una convinzione personale, e cioè che le teorie darwiniane e marxista sono divenute altro da quello che volevano essere, che sono servite a:

portare a coerentizzazione le grandi acquisizioni della modernità e a scardinare conquiste secolari e ad allontanare la filosofia dal suo tema originario e cioè la ricerca dell’ “archè”, il principio di tutte le cose e la struttura del tutto. Il nichilismo, che è il misconoscimento della realtà e della ragione, altri nomi del principio, trasforma non solo le teorie nel loro opposto, ma tramuta il paradiso della libertà nell’inferno dell’arbitrio.

Questa tesi sarebbe la colpa di Zuppa in quanto “convinzione” personale (errata si suppone) e questa sarebbe un’operazione che letteralmente “non si fa”. In pratica Zuppa non doveva parlare della sua tesi in quanto propria, nessuna dimostrazione che sia errata viene data da Dal Ferro che insiste sulla “colpa” della pubblicazione con una casa editrice di cui Zuppa è nel Comitato direttivo. Perchè? Qual è il problema ci domandiamo ancora?

E infine il motivo della “live” è per dire che Zuppa non dovrebbe parlare delle sue idee in pagine su Facebook intitolate alla filosofia. Insomma, Zuppa può pure pensare quello che vuole, purché non pubblichi su animAMundi e non ne parli su pagine dedicate alla filisofia, che insomma ne parli solo nei modi stabiliti da Dal Ferro…

Per concludere Dal Ferro recrimina sul fatto che nel libro di Zuppa si ridicolizzi il “povero Charlie e anche il povero Carlo” e questo “non va bene, non è onesto“. Questo rimprovero, mosso da chi ha apostrofato con una litania di “stronzate,  stronzate, stronzate!” il pensiero dello stesso Zuppa e del filosofo Thomas Nagel, appare veramente un’offesa all’intelligenza di chi ascolta.

A questo punto si passa alle domande. E questa live ne suscita molte, o meglio, suscita molte perplessità.

Da parte nostra porteremo avanti gli argomenti di Zuppa che condividiamo da sempre e con l’impegno di diffonderli sempre più presso gli insegnanti e in rete.


Sulla questione è tornato Bufale.net con l’articolo “PRECISAZIONI Se non è Zuppa è brodo primordiale” del 31 marzo, sempre a firma di Juanne Pili che replica sui seguenti punti:

  1. Afferma che la teoria di Darwin viene confermata continuamente, e al riguardo indica due articoli: Riportiamo alcuni esempi qui e qui. Si tratta di articoli che in realtà documentano solo casi di microevoluzione, cosa su cui siamo tutti d’accordo. Ma la teoria di Darwin, o meglio il neodarwinismo, non ha mai mostrato casi di macroevoluzione, neanche dopo 50.000 generazioni di E. coli che continuano ad essere… E. coli. Questa è una prova robustissima. Chi sostiene che i meccanismi neodarwiniani portino alla macroevoluzione dovrebbe fornire delle prove, e il fatto che siano stati scelti questi due casi di microevoluzione dimostra che non ce ne sono.
  2. Il discorso sulle peer review era collaterale al tema del dibattito, quel che premeva dire è che neanche le peer review garantiscono i contenuti.
  3. Si continua a fare confusione tra evoluzione e teoria neodarwiniana e tra micro e macro evoluzione: le 261.693 pagine su PubMed sono tutte su casi di microevoluzione (vedi sopra).
  4. Che il dibattito sarebbe stato un linciaggio lo ha lasciato intendere DuFer su FB, se avesse agito diversamente avrebbe avuto la presenza di G. Zuppa.
  5. DuFer ha detto che gli insulti li ha ricevuti su Bufale.net e su questo si è fatto notare che non è vero. Lo screenshot infatti è di FB.

In conclusione non si può che apprezzare lo spirito pacato delle contro argomentazioni di Pili e quindi di Bufale.net.

Riguardo al contenuto del libro di Zuppa, che è su Darwin e Marx, e sull’inadeguatezza della teoria neo-darwiniana, siamo pronti a fornire tutte le spiegazioni necessarie, per chi è disposto ad usare la ragione senza pregiudizi e a confrontarsi su dati e fatti.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

48 commenti

  1. Ho trovato questo passaggio inquietante: “Dal Ferro prosegue affermando che nel caso il dubbio sul darwinismo facesse presa, il danno inferto al ragazzo sarebbe quello di averlo allontanato da un mondo che oggi ha caratteristiche che non si confanno a quelle per cui Zuppa ha simpatia (moralità, finalismo, verità, archè) ”
    Come dire che ai ragazzi bisogna dire: “il mondo di oggi è amorale e nichilista, lo dice la scienza, adeguatevi”.
    Come ci si aspetta che i ragazzi crescano in seguito? Buoni?

  2. E qual è la critica a darwin ? Rappresentare un uomo vissuto per la scienza in guisa di scimmia? Ma va’ pennetta, né te ne’ alcuno della tua combriccola è in grado di affrontare un confronto, questa è la triste realtà.

    • Su questo sito ci sono 465 contributi dedicati al tema dell’evoluzione in generale ed al darwinismo.
      Tutti i contributi consentivano commenti da parte dei lettori.
      Direi che Pennetta e la sua combriccola sono decisamente aperti al confronto, molto più di lei caro monolao e questa è invece la sua assai più triste realtà.

    • @MONOLAO

      Qual è il problema? Non siete “voi” che non perdete occasione per dire che l’uomo non è null’altro che una scimmia?
      Inoltre abbia la compiacenza di scrivere Darwin con la “D” maiuscola, un po’ di rispetto.

      • non c’e’ nulla di che cantare. lei asserisce emerite assurdità’,quasi in ogni campo di cui tratta. E’ chiaro che e’ costretto a cancellare sistematicamente i contributi che la smascherano,evitando accuratamente qualsiasi occasione di confronto in campo neutro (ossia laddove ella non possa cancellare commenti). Tutto li.

        • Va bene, e allora non le canti se non vuole…
          Comunque da parte mia non posso che constatare nelle sua parole una critica del tutto di pancia, non argomentata e con delle accuse campate in aria: quali contributi avrei rimosso di grazia?
          La garanzia di campi neutri per un confronto, visto l’atteggiamento emerso nei confronti di Zuppa, semmai dovrei chiederla io.

          • muggeridge on

            Ma poi, in campo neutro, verrebbero finalmente fuori studi inoppugnabili che mostrano casi di macroevoluzione ?
            Non credo proprio, perché se esistessero non si parlerebbe d’altro e non ci sarebbe tutta questa opposizione al darwinismo.
            Quindi la posizione razionale è quella di chi come Pennetta resta evoluzionista, ma aspetta conferme per essere anche darwinista e, nella lunghissima attesa, inizia a dubitare che la teoria sia corretta.
            Tutto il resto non è razionale e non è scienza, ma sono solo sterili e faziose polemiche.

          • nei miei riguardi in passato ha rimosso parecchio,e curiosamente molti altri riferiscono di questo suo atteggiamento. Del resto non può’ fare altrimenti date le evidenti sue castronerie nei campi più’ disparati. Non reggerebbe a una discussione fuori da questo blog,come nessuno dei suoi collaboratori temo. Peggio per lei e per i suoi fallimentari “memi” (tra cui la rappresentazione di Darwin in guisa di scimmia,davvero vergognoso). Asseriva perfino di aver tentato di iscriversi senza successo a Dibattito Scienza …ah ah la aspettiamo numerosi,lei,il sig. Tagliato,il sig. Masiero….Quando volete.

          • Monolao, ho pubblicato un articolo su Dibattito scienza, si trattava di una richiesta di solidarietà per la sopravvivenza dell’IME, centro di eccellenza per la cura dell’anemia mediterranea.
            Articolo che non ha suscitato molto interesse.
            E comunque non userei mai lo spazio di DS per iniziare polemiche sull’evoluzione o altro, so di essere un ospite in quel gruppo.
            .
            E per finire, caro Monolao o forse Ennio, i tuoi interventi in passato non sono stati rimossi, sei stato proprio bannato. E il motivo della tua esclusione nella tua abitudine di fare discorsi sterilmente polemici e vagamente ingiuriosi, proprio come questo.
            Buonanotte.

        • E’ del tutto ingeneroso Monolao.
          Mi sembra che molti commenti postati in passato nei contributi precedenti sull’evoluzionismo fossero altamente critici. Pennetta non li ha mai cancellati ed ha sempre accettato il dibattito a meno che non diventavano offensivi
          Basta andarli a guardare perche’ sono tutti ancora online.
          Esprima le sua valutazioni dicendo cosa trova assurdo in questo contributo invece di offendere come sta facendo.

          • Guarda pennetta che le ricerche sugli Ip e sull’identità di una persona le fa la Postale, non tu. E quanto a ingiurie, io fossi in te mi preoccuperei per quelle sistematiche e niente affatto vaghe presenti nei tuoi cosiddetti articoli. Che né tu,né il sig masiero ,né tagliato abbiate mai accettato un confronto pubblico in campo neutro, è un fatto.Del resto, sappiamo tutti come andrebbe a finire.

          • Gentile Monolao o Ennio, faccio passare quest’ultimo intervento solo per precisare che non sono io a fuggire il dibattito ma che il confronto con me sono gli altri a non volerlo e dato che non ho mai offeso nessuno il motivo di tale atteggiamento è proprio nel fatto che saprebbero come andrebbe a finire.
            E cioè con una magra figura per loro.
            E adesso la congedo veramente. Non insista.

        • Sarebbe cosi gentile, dopo aver fatto un affermazione, anche dire le ragioni per le quali asseriscono assurdità e su cosa?Senza possibilmente confondere i dubbio legittimo di alcuni punti su parti delle teoria con l’intera teoria.

          Faccio un esempio lei vorrebbe certamente discussioni eristiche secondo “l’ antica arte” (anche se questo è un’insulto anche agli artisti che ho sempre rispettato),l’arte del battagliare con argomenti e parole per sostenere cosa mi domando? una squalifica degli interlocutori magari sul piano sociale,non è il caso tuttavia di pensare che questo non sia altro che una pretesa sciocca e infantile?E che trasforma la sua stessa indubitabile affermazione,atta all’ascia della filosofia nota come scetticismo?

          Personalmente penso che chi attacca sempre e solo gli interlocutori,chi pone le sue bambinesche sfide eristiche non solo argomenta contro la ragione e logica formale,ma non fa altro che calare ancora di più la scure del dubbio,su alcuni punti della suddetta sovrastruttura legata alla teoria per esempio lo spencerismo sociale,e più si discute cosi,senza avere argomenti validi, più la scura penetra.

          E dubito pure di questo,che l’educazione, non la teoria dell’evoluzione ti hanno fatto bannare.E del tutto inutile trascinare persone nelle risse,ma puoi sempre continuare con il mantra:

          Vittimismo,pro vacazione e in generale sterilità o puoi argomentare le tue posizioni.

          Per esempio in campo “neutro”,cosa vorrebbe dire?

          Se discuti in un campo neutro,qualunque cosa significhi quello che hai detto e lo sai solo tu io non l’ho capito, significa aver chiarito tutti i punti problematici che può avere qualunque teoria?O intendi campo neutro un luogo di persone che dovrebbero come al Colosseo godersi lo spettacolo delle tue sterili risse verbali,inutili a loro stessi,e a te perchè non risolverai affatto il problema ma lo ingigantirai ancora di più.

          Bhè comunque è “valido non valido se il campo è neutro!” ne dubiti?

          Bhè come potrei, è cosi chiaro e evidente e ragionevole,che non potrei mai dubitarne al più potrei riderne.

  3. muggeridge on

    Mi spiace aver perso una comunicazione dell’asilo pubblico dove andava mia figlia dove si dichiarava di voler predisporre i bambini sin dall’infanzia a far fronte alle durezze della vita e alla competizione tra individui. Questa è l’eredità educativa del darwinismo che ha rilanciato a livello naturale le idee economiche del primo ‘800 e ha a sua volta dato dignità scientifica a quel liberismo che, con alterne vicende, è arrivato a noi sopravvivendo al coevo marxismo, ideologie opposte da cui non riusciamo – è il caso di dirlo – a evolverci.

    • Giuseppe Cipriani on

      Che la società che aspetta i nostri ragazzi di oggi non sia rose e fiori, dai, lo sappiamo da un po’ noi adulti che vi operiamo nei diversi campi… Sono convinto che l’educazione e il rispetto dell’altro vengano al primo posto, ma del pragmatismo sano sulla sana competizione ci sta, pena l’imbarbarirci… E senza dover gridare come ormai qui è diventato un motto (o moto?) dell’animo “dagliela al darwinista”.

      • muggeridge on

        E’ lo stesso asilo che poi ha convocato me e mia moglie a comparire davanti a direttrice e corpo docente per capire perché noi non avessimo nulla da dire se mia figlia preferiva stare a casa con la nonna che venire all’asilo. Si sono messi a cerchio a mo’ di tribunale e volevano capire questa “anomalia” che però è stata la normalità per millenni, ossia i bambini, sopratutto a quell’età, dovevano fare i bambini e stare in famiglia. Intere generazioni sono cresciute molto meglio delle attuali in questo modo “strano” , ma in realtà semplicemente naturale (io stesso sono cresciuto così e non ho avuto problemi a inserirmi socialmente a tempo debito). Siamo davanti a ideologie che indottrinano sin da piccoli e quindi “dagli al darwinista” è la reazione più che umana al darwinista dominante che vuole imporre a tutti la propria ideologia e i propri sistemi (come ben si dimostra in questo articolo).

      • Quindi insegniamo la competizione e la mancanza di scopo.
        Ma è quello che da parecchio tempo viene fatto, i risultati sono evidenti: gli studi degli psicoterapeuti sono sovraffollati.

        • Giuseppe Cipriani on

          Enzo, non esagerare nel giudicarmi negativamente… Ho premesso che l’uomo viene sempre al primo posto, su questo concordo pienamente con te. Ho aggiunto che la competizione va insegnata, perché penalizzerebbe il contrario. Ma, concedimelo, non ho detto che va insegnata la mancanza di scopo, quella l’hai aggiunta tu per caricarmi oltremodo e appesantire il resto che ho affermato (a meno che non la riferissi non so a chi, ma non si capisce bene). So che i giovani di oggi sono problematici in molti casi, ma questo a mio avviso è dovuto anche al fatto che in molti pensano che gli sia tutto dovuto e non si impegnano abbastanza.
          .
          Per il resto solidarizzo invece con te per gli attacchini che ricevi qui sopra da parte di persone che non sanno bene quel che vogliono esprimere.

          • muggeridge on

            La competizione va insegnata a tre anni ? Io punterei invece a insegnare la collaborazione, sono sicuro che il mondo andrebbe molto meglio. Al limite va insegnato per tempo che “là fuori” non tutti sono amichevoli, proprio perché competitivi (compulsivi), ma non bisogna mettersi al loro livello, piuttosto imparare a difendersi schivando i loro colpi.
            Personalmente non li ho mai sopportati quelli che devono gareggiare su tutto e per farlo fanno male agli altri anche a quelli che non vogliono affatto gareggiare con loro.
            Questa è l’eredità del liberismo-darwinismo, che però nasconde un inganno, ossia chi parte in vantaggio vince più facilmente, un po’ come il banco alla roulette. Un’ideologia per sostenere le “cattive” ragioni della borghesia rampante e colonialista ottocentesca e che ci portiamo dietro senza batter ciglio, quando è del tutto evidente che se ci si vuole salvare, qui sulla Terra e non altrove, è tempo di impostare la vita sulla collaborazione reciproca e non sulla competizione. Questa lasciamola ai masson-darwinisti e ai darwin-marxisti dilaniati dalle loro contraddizioni logiche e filosofiche, lasciamoli competere e, magari, lasciamo che cosi facendo si eliminino tra loro, perché, notoriamente, saranno i miti che erediteranno la Terra.

          • Giuseppe Cipriani on

            E continua a dagliela al darwinista (darwinismo)…
            .
            Anche tu, Muggeridge, ingigantisci quel che ho detto per trovarvi del marcio.
            Mi spiace dirtelo, ma anche questo è competizione, tu competi per il tuo primato sulle idee, sradicando ingenerosamente quel che ho detto dalla vera valenza che aveva (e che purtroppo non è passato)… Sì, anche questa è competizione, e va detto che il mondo è così.
            Ma ricorda almeno che ho detto anche che prima viene l’uomo, nel senso di rispetto dell’altro, spero che questo ti sia chiaro e che voglia dargli il peso che merita.

          • @muggeridge:
            Peccato che quando il salvatore della Patria Monti e il genio dell’economia Padoa Schioppa dicevano le stesse identiche cose tu non abbia emesso un fiato…
            (tutti economisti, che strano…)
            http://scenarieconomici.it/bail-in-che-la-plebe-assapori-la-durezza-del-vivere/
            http://doppiocieco.blogspot.it/2013/09/la-durezza-del-vivere.html
            http://www.imolaoggi.it/2013/03/20/riforme-strutturali-ovvero-eliminare-tutto-cio-che-attutisce-la-durezza-del-vivere/

            @Cipriani: cipriani non ha ancora capito che se fossero completamente al comando “i darwinisti” lui e quelli come lui verrebbero “eliminati” (in maniera compassionevole, s’intende, e con il loro “consenso”) in quanto non piu’ “utili” alla societa’ ultra-capitalistica, venendo considerati soltanto uno spreco di “risorse”, cosi’ come i malati, quelli che producono poco, quelli che spendono poco…

    • Leggendo questo articolo e guardando l`immagine dell`alfabeto elaborato da Darwin ho avuto un` “illuminazione” 🙂 : anche a me, come il prof. Pennetta, sembrava di avere gia` visto una cosa del genere, da qualche parte, quando ero bambino. Dove ? Nel famoso “Manuale delle Giovani Marmotte”, con il nome di codice “Dada Urka”:
      .
      http://blog.kijiji.it/wp-content/uploads/2014/02/codice-dada-urka.jpeg
      .
      Una scoperta, lo dico senza ironia, abbastanza inquietante.

    • Può sembrare una cosa irrilevante o da complottisti, ma bisogna essere oggettivi e convenire sul fatto che il clima socio culturale (anche massonico) in cui Darwin si è formato hanno avuto l’effetto di plasmare il suo modo di vedere.
      Sull’appartenenza massonica di Disney non ci sono dubbi:
      http://www.cesnur.org/2010/mi-top.html

    • muggeridge on

      @Cipriani
      Il mio “tono” poteva forse sembrare arrabbiato, ma arrabbiarsi non significa competere, ci si può arrabbiare a difesa di valori minacciati da chi vuole competere a tutti i costi e ovunque e arrabbiarsi è lecito, difendesi non è competere.
      Comunque la mia vicenda con l’asilo l’ho inquadrata in un certo contesto politico in cui la competizione era divenuta un po’ una parola d’ordine. Cioè ho visto in queste uscite della direttrice e del corpo docente uno stretto collegamento con le idee politiche portate avanti dall’amministrazione comunale, in quel contesto storico. Parliamo di un contesto milanese di una quindicina di anni fa e quindi si può capire a che parte politica fossero collegate. Le ho trovate comunque stonate con il ruolo pubblico di queste persone e con la funzione pubblica dell’asilo, ossia troppo intrise dell’ideologia in auge al momento, un po’ come fare un salto indietro nel ventennio fascista, con l’ideologia dispensata senza ritegno. Nulla di personale con te, quindi, se non il fatto che la giustificazione di questo atteggiamento dei responsabili dell’asilo non la trovo opportuna.

    • muggeridge on

      @Piero
      Non intendiamo la stessa cosa. La competizione economica sana è il motore dello sviluppo, si tratta di produrre cose sempre migliori in modo più efficiente e per rendere la vita migliore a tutti, non di farsi la guerra a colpi bassi e proibiti.
      In Italia si è scelto invece la strada dei privilegi che sono competizione scorretta e deleteria che impoverisce e danneggia la maggior parte della popolazione. Ovvio che io contrasti questo tipo di trend che ad alcuni invece fa solo comodo, il problema è che tutti gli altri subiscono solo danni da questa resistenza ad oltranza al cambiamento per coltivare gli interessi consolidati di chi vive su delle rendite di vario tipo a spese di chi non ne usufruisce. Le regole di base dell’economia sono elementari: ” se c’è qualcuno che percepisce un reddito senza meritarselo, da qualche parte c’è qualcun altro che si merita un reddito senza percepirlo”; quindi non è una questione di competizione, è proprio una questione di giustizia-ingiustizia e io sto dalla parte di chi subisce queste ingiustizie.

  4. grazie per i 3 articoli, comprensivi anche delle critiche alle critiche delle critiche del libro (scusi il gioco di parole). sono sempre più persuaso che l’atteggiamento critico verso il darwinismo sia corretto.

  5. Ottimo autore, mi congratulo e la ringrazio per il suo stimolo, oggi raro, a muovere gli ingranaggi cerebrali, anche se contro la supponenza non ci sono argomenti validi. Piuttosto, in seguito, potrebbe spiegarsi meglio la questione del darwinismo e della seconda legge
    termodinamica? Grazie

  6. Ringrazio per la segnalazione. Voglio aggiungere, ogni volta che incontro certa allegra supponenza mi tornano in mente i versi terribili di un grande ateo, divenuto immortale, perché profondo e non supponente: “O greggia mia che posi, oh te beata, che la miseria tua, credo, non sai!” P.s. Spigolare tra la scienza una chicca letteraria credo non guasti

    • Professor Pennetta, le volevo chiedere cosa ne pensa del libro di Harun Yahya “l’inganno dell’evoluzione”.
      http://www.teachislam.com/dmdocuments/7/Italian%20Books/Libri%20in%20altri%20siti/L'inganno%20dell'evoluzione.pdf
      Molti ritengono che sia un’opera piena di errori scientifici.
      E’ probabile che lei conosca il libro … eventualmente, se lei lo ha già letto, potrebbe orientarmi su quali capitoli è attendibile e su quali no? La ringrazio in anticipo.

      • Non ho letto il libro, avendo un po’ di tempo uno sguardo potrei darlo, intanto ho però intravisto un passaggio un po’ “singolare” dove si afferma che Galilei, Einstein e altri credevano in Allah.
        Insomma…

        • … certo, la cosa fa sorridere 😉 Ricordiamo che Adnan Oktar, (https://it.wikipedia.org/wiki/Adnan_Oktar) noto anche con lo pseudonimo di Harun Yahya è uno scrittore e filosofo turco sostenitore del creazionismo islamico. Se fosse stato anglosassone avrebbe detto: “Galilei, Einstein e altri credevano in God”
          Ho trovato il libro molto interessante sia per le citazioni e sia per i riferimenti bibliografici. Ciò che non mi convince è il modo in cui sono assemblati gli argomenti … e, inoltre, la critica sembra essere più filosofica che scientifica.

  7. Nino dalla Sicilia on

    Pennetta, lei ha scritto un ottimo tri-articolo. Nulla da dire.

    Dopo Ateo Tube e Dufer, lei diverrà il nuovo “bulletto” di youtube Italia.

    Che giovane Spirito pieno di saggezza!

    • Il “merito” è tutto di chi mette in giro materiale così facile da criticare, più che essere io un bulletto sono altri ad essere dei “soggetti”, come si dice da queste parti.

    • D’altronde se la Roma gioca Milano,il campo di Milano ha più tifosi del Milan ,non è un campo “neutro”,dunque vincerà il Milan o il Milan giocherà meglio,quando invece va a Roma ovviamente pure questo è fuori di dubbio vincerà la Roma.

      Oppure In pratica l’avvallamento del campo la sua posizione geografica,il pareggiamento delle chiome dell’erbetta o il tracciamento delle linee o altro stabiliranno che giocherà meglio in maniera necessaria.

      Il tutto assume un connotato deduttivo epocale necessario,e non lascia spazio a nessun dubbio dunque a nessuna critica.

      —-

      Saggio,secondo me, in questo caso è essere interista,perchè assicura una certa e buona dose di scetticismo in merito per mia esperienza personale,saggezza su youtube e cercare i like a prescindere bisogna essere cosi saggi da metterli il like o si può cambiare video.x)

      Cambio video, cosi pensa che è saggio.

  8. Che pazienza che hai Enzo a rispondere punto per punto a sta gentaglia…

    • Sì, ma intanto a parte questi interventi mordi e fuggi sul sito sono proprio i darwinisti a guardarsi bene dal proporre un confronto pubblico.

      • È perchè non siamo degni Enzo…
        Guarda, io con sta gente ho esaurito la displomazia… altro che dibattito e confronto… ci vorrebbe ben altro metodo che quello Galileiano… e mi fermo qui…

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