“Dimenticando Adamo…”. Dal cattivo insegnamento della biologia ci salverà la fisica. (Aggiornato con foto del Bioparco)

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Due lezioni sull’evoluzione, una organizzata da una prof. di biologia, l’altra da un prof. di fisica.

 

Nella prima si fa cattiva biologia e cattiva filosofia, nella seconda il contrario.

 

Qualche giorno fa entrando in sala professori ho trovato un depliant che pubblicizzava una serie di incontri sulla biologia organizzati dall’associazione “Il Globetto“, leggendo i titoli delle iniziative proposte non ho potuto fare a meno di essere incuriosito dal titolo di una lezione di paleontologia umana: “Dimenticando Adamo“.

Ho quindi cercato sul computer della stessa sala professori qualche notizia in più su quella lezione che nel titolo faceva pensare ad uno di quei casi in cui la biologia viene usata per fare affermazioni indebite su campi come la filosofia o la religione che sono magisteri separati. Una rapida ricerca ha portato a trovare l’origine dell’iniziativa in una mostra allestita diversi anni fa, con uno sforzo congiunto dell’Università della Tuscia e dell’Università di Tor Vergata, come dichiarato in un comunicato della stesa Università della Tuscia, solo poche righe ma certamente significative da cui è preso il seguente brano:

Il racconto dell’evoluzione umana o, meglio ancora, il percorso che di essa è parso più opportuno suggerire, sulla base della solidità delle prove sperimentali che lo sostengono, è esplicitato ed illustrato dai calchi dei più importanti reperti fossili venuti alla luce nel corso dell’ultimo secolo e mezzo e dai resoconti dei risultati delle analisi molecolari.

Esso, però, ha le sue vere e proprie colonne miliari nei poster che descrivono i cambi di paradigma ed i superamenti dei preconcetti che hanno dominato impropriamente il campo sulla base di una pretesa peculiarità dell’uomo rispetto a tutte le altre specie.

Siamo persuasi tuttavia che anche questo «stravolgimento» tassonomico sia destinato a durare poco, perché già diversi ricercatori si stanno convincendo che lo scimpanzé, con il quale condividiamo il 95 per cento del nostro genoma, e il gorilla, solo poco più dissimile da noi geneticamente, debbano essere inseriti nel nostro stesso genere con i nomi di Homo niger e Homo gorilla.

  In poche righe è racchiusa una vera bomba ideologica che niente ha a che fare con la biologia.

 Il comunicato stampa dell’Università della Tuscia presenta un percorso che è “parso opportuno suggerire” (ma opportuno per chi?) con la dichiarata intenzione di mostrare invece come si sia giunti ad un “cambio di paradigma” su cosa sia l’essere umano, ad un superamento della peculiarità umana che evidentemente lascia molto soddisfatti gli autori.

Da quanto leggiamo il percorso che, ricordiamo, è parso opportuno suggerire, porterà lo studente a ritenere che scimpanzé e gorilla siano del genere Homo!

Da notare poi quel tocco di razzismo che non guasta mai quando si parla di darwinismo, il nome proposto per lo scimpanzé è “Homo niger“, la distanza tra lo scimpanzé e i “negri” non sembra essere molta, proprio come pensava Darwin.

In questo salto di paradigma il titolo “Dimenticando Adamo” è dunque ampiamente eloquente, non solo si fa confusione tra origine biologica dell’Uomo e approccio religioso, ma si vuole giungere a fare, sulla base della percentuale di DNA, una considerazione sulla sua peculiarità ontologica. Si tratta di un’evidente invasione di campo non nuova da parte dei sostenitori del darwinismo, ma anche non nuova per la curatrice della mostra, la prof. Olga Rickards, come si può constatare sulla Guida dello Studente posta sul sito dell’Università di Tor Vergata:

Curatrice di diverse mostre di Antropologia e di Evoluzione Umana (“Senza Adamo Senza Eva” “Dimenticando Adamo”…

 

Una vera fissazione dunque quella che riguarda Adamo.

Appare chiara la posizione della prof. nei confronti della religione, cosa che avevamo già evidenziato in un precedente articolo “Le “divisioni atee” usano Darwin per attaccare la religione (e la ragione)“, e così la mostra/lezione intitolata “Dimenticando Adamo” finisce per offrire un cattivo servizio alla scienza dell’evoluzione perché mostra un percorso  “parso opportuno” come se fosse oggettivo, e offre un cattivo servizio alla filosofia perché confonde magisteri non sovrapponibili.

Ma proprio negli stesi giorni mi è giunta la segnalazione di una lezione di filosofia con un dibattito sull’evoluzione che ha invece portato a conclusioni più interessanti. Ecco il racconto:

…oggi ho potuto incontrare il mio prof. del terzo e quinto liceo scientifico di matematica e fisica con il quale, visto che mi aveva chiesto se avessi fatto letture interessanti, abbiamo avuto una lunga discussione sulla teoria neodarwiniana.
La maggior parte delle cose che ci siamo dette lei le conoscerà molto bene, ma alla fine c’è una specie di colpo di scena.

Ho fatto notare al prof. quanto sia importante che una mutazione genetica porti un’incremento di informazione, perché egli riteneva (giustamente) che ciò che importi per una specie sia se una mutazione sia vantaggiosa per la sopravvivenza.
Gli ho detto che se non c’è incremento di informazione l’unica cosa che nel tempo può succedere ad una data specie è il ripresentarsi ciclico degli stessi caratteri (e gli ho detto che la resistenza dei batteri agli antibiotici non c’entra) e che così l’evoluzione della vita sulla Terra resta inspiegata.
Mi ha risposto che le mutazioni con nuova informazione, in tal caso, sono accettate dogmaticamente perché così suggerisce la ragione (perché sono le mutazioni genetiche a causare il cambiamento, non altro) e perché non ci sono spiegazioni alternative (il neodarwinismo è ovvio e lapalissiano, l’alternativa sarebbe il Creazionismo).

Gli ho fatto notare che una teoria scientifica dovrebbe portare a previsioni sperimentali e in numero molto maggiore (potenzialmente infinito) delle cose che postula, come succede per esempio in Fisica.
Il prof. ha ammesso che tale teoria è allora al più una scienza storica, l’unica plausibile per spiegare il passato.

In realtà la vera novità (per me, non tanto per lei) è stata la seguente:
il mio prof. sosteneva che i motivi per cui il neodarwinismo non è deterministico sono:

1)mancanza di una conoscenza completa e dettagliata del genoma di una data specie
2)ignoranza su tutti i possibili agenti che provocano una mutazione genetica
3)difficoltà a impostare un opportuno programma di calcolo per calcoli così complessi

Gli ho detto allora che in Fisica ci sono teorie non deterministiche oppure che richiederebbero tempi sovra-umani di osservazione per essere provate, ma che almeno ti offrono leggi che ti dicono con che probabilità e in che misura un dato sistema evolve nel tempo.
Eccoci allora all’unica previsione sperimentale che può darti il neodarwinismo, a detta del mio prof.:

Data una specie vivente, essa evolve in un tempo infinito con probabilità 1“.

Ecco come un prof. di fisica ha riassunto in modo chiarissimo il neodarwinismo:

1) una scienza storica per spiegare il  passato

2) una scienza la cui unica previsione possibile è che dato un tempo infinito, prima o poi, assisteremo ad un evento evolutivo.

Ottima biologia e ottima filosofia.

Aggiornamento:

Inserimento delle immagini relative alla segnalazione di Sandro (che le ha gentilmente fornite):

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Una trovata forse divertente ma indiscutibilmente errata e fuorviante, infatti gli scimpanzé apartengono al genere Pan (come evidenziato proprio dal Bioparco) e l’uomo al genere Homo.

Non sembra che qualcuno abbia avuto da ridire su questa presenza in una sede qualificata come il Bioparco di Roma.

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

54 commenti

  1. Esulo un attimo dall’argomento “homo” ma provocatoriamente chiederei a questa nuova “illuminata” che pensa uomo e gorilla siano della stessa specie (io sapevo che individuo della stesse specie si possono accoppiare tra loro generando prole…sia mai che qualcuno ci provi con i gorilla ora!) se secondo lei una spiegazione semplicistica come “caso e necessità” basti per spiegare questo impressionante meccanismo nella minuscola cellula che è valso il Nobel ai suoi scopritori:

    http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/scienza/2013/10/07/Nobel-Medicina-Rothman-Schekman-Sudhof-_9424877.html

    • Jacques de Molay on

      Beh, in realtà non ha detto che scimpanzè e gorilla siano della nostra specie (va bene tutto, ma insomma…), ma da inserire nel GENERE Homo. Il che, in effetti, mi pare già un “pelino” eccessivo! 🙂

      • Certo Jaques la mia era un’affermazione volutamente provocatoria 😀 nel senso che se tanto ci tiene, può iniziare lei stessa a provare a generare prole con un Gorilla 😛

        • Beh Mattia invero non hai detto una cosa cosìcampata in aria..
          http://www.enzopennetta.it/2013/04/sui-luoghi-comuni-riguardo-lestinzione-dei-neanderthal/#comment-12413
          http://www.enzopennetta.it/2013/04/chi-erano-veramente-i-neanderthal/

          Alcunoi generi,vedi lupo,sciacallo,coyote etc..si incrociano e l’herectus,sapiens,neanderthal si incrociarono..

          Il punto è sempre che non c’è un’efficace definizione di specie,e di certo quelle che ci sono non sono intercambiabili come ivece spesso fanno molti neodarwinisti.

          Come puoi rivedere dal commento-i linkati di certo si può fornire comunque una definizione semplice “da basso” nel senso che se danno prole fertile di sicuro si possono considerare un’unica specie,altrimenti non è possibile dirlo con certezza.
          Potrebbe aiutare in questo lo sviluppo del vecchio concetto platonico di idea (alla base del concetto di specie)ripreso in alcuni studi di genetica recentemente,quindi magari caratterizzando una ‘forma’.Infatti l’evoluzione come termine prese il posto del vecchio tras-formismo,cioè uscire dalla forma.
          Una classificazione,quella che sia ..da Linneo in poi è comunque qualcosa che anzi tutto cerca di avere funzionalità “pratica”.

  2. Giorgio Masiero on

    Questa Olga Rickards conferma quello che accade anche tra alcuni commentatori di CS: l’ossessione verso la religione, che fa dell’ateismo moderno una nuova religione rispetto alla serenità scettica dell’ateismo classico. Questi nostri contemporanei non parlano quasi mai di scienza, di fatti, di congetture controllabili; ma si buttano spavaldi e incuranti del pericolo (che incombe ogniqualvolta affronti come Icaro spazi che ti sono estranei) nella filosofia e nell’a-teologia…
    Sono certo che né il Cicap farà un controllo di pseudoscientificità sulle dichiarazioni sballate di questa Rickards (che sono uguali e contrarie a quelle dei creazionisti nordamericani più fondamentalisti, quelli dell’interpretazione letterale della Bibbia per intendersi), né Pievani manderà i suoi controllori per sanzionare dichiarazioni fatte in spazi pubblici (scuole, università, musei) da personale pagato dai contribuenti per fare scienza e non catechismo becero.

  3. Giorgio Masiero on

    Che in un tempo infinito accada, prima o poi, un evento evolutivo non è detto. Se infatti, come dimostrano alcuni studi pionieristici recenti, non c’è nessun cammino matematico che possa congiungere due specie anche dello stesso genere, nemmeno nell’eternità una di queste specie “evolverà” (attraverso piccoli passi) nell’altra.
    E’ vero invece, come aveva già capito Savinien Cyrano de Bergerac 4 secoli fa, che in un tempo infinito ogni specie potrà sorgere dalla materia inanimata ex abrupto, tutta completa.
    Quindi il ricorso al tempo infinito è una predizione del creazionismo, non dell’evoluzionismo.

    • Caro Giorgio,
      per affrontare l’evoluzione con la teoria darwiniana più che un biologo ci vorrebbe un Borges che aggiungesse un capitolo alla bellissima raccolta dell’Aleph!

      Solo che Borges faceva letteratura di alto livello, qui vediamo scienza di basso livello.

  4. Enzo quando ho letto la cosa sull’homo niger ed homo gorilla credevo avessero preso come fonte il quotidiano Lercio:
    http://www.lercio.it/
    Poi però è bastato ricordare che avevamo già visto che :
    http://www.enzopennetta.it/2012/01/per-qualcuno-siamo-gia-il-pianeta-delle-scimmie/
    e…
    http://www.enzopennetta.it/2012/01/per-qualcuno-siamo-gia-il-pianeta-delle-scimmie/#comment-1882
    In più
    http://www.articolotre.com/2011/12/scimpanze-come-gli-esseri-umani/51318

    come avevo infatti scritto:
    “Se l’evoluzionismo neodarwiniano è accettato e la cladistica costruita in base ad esso è quindi corretta secondo i neodarwinisti e 1+1 fa due o saremmo in qualche modo “scimmie” o gli scimpanzè e di bonobo sarebbero in qualche modo “uomini””
    Hanno optato per la seconda.Pur di non dire che hanno preso un granchio ma anche molto più semplicemente che qualcosa non gli torna proprio al 100%..difendono ed accettano l’assurdo.
    Cose che dicono tranquillamente da più di 10 anni e che abbiamo già anche avuto modo di osservare qui.
    Di fatto secondo l’attuale classificazione ribadisco che in verità sarebbe proprio come dicono,ma è sempre il solito discorso che cambiando il senso delle parole poi è possibile che si arrivi a conclusioni alquanto pittoresche.
    E con il neodarwinismo non si sa mai cosa capiterà di sentire..

    • Leonetto, purtroppo ho la sensazione che non abbiano preso nessun granchio, la questione può essere posta nei termini delle scimmie che sono umane o degli uomini che sono animali, ma come recita una nota regola della matematica invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia.

      Il risultato è l’applicabilità delle regole degli allevamenti all’uomo, qualcosa che va dall’eugenetica all’applicazione dell’eutanasia per malati e anziani.
      La conferma di quanto si era detto qui:
      Animalizzare l’Uomo: “gli anziani si sbrighino a morire”

  5. Tralasciando per ora invece quanto sia buono o meno buono il neodarwinismo come “scienza storica”(ma un po’ si è detto anche in questo senso su CS),riamando qui:
    http://www.enzopennetta.it/2013/04/il-falso-dilemma-tra-evoluzione-e-creazione/
    sottolineo che non esistono evidenze scientifiche per scartare aprioristicamnete il monogenismo piuttosto che il poligenismo.
    Se un cristiano per fede crede nel monogenismo è altrettanto vero che un ateo crede in un poligenismo.Ma nessuno può provare scientificamente di avere ragione.
    Alle analisi mitocondriali l’uno avanzerà ragioni per il suo monogenismo l’altro parlerà di colli di bottiglia,sterilità etc etc..
    Vero è che gli antropologi del Settecento incoraggiarono una visione volta ad individuare razze elette, generate da uomini eccellenti e superiori, e razze infime, infette, generate da individui pessimi,che trovò supporto scientifico nello scritto di Darwin..e che fece si che un uomo finisse in gabbia in uno zoo…e questa è storia.
    Però sulla cosa è possibile fare consoderazioni di carattere sia fideistico-filosofico che storico-scientifico ma non è possibile ad oggi effettuare uno scarto nei termini che per forza di cose si ritroveranno in una conferenza sul tema “dimenticando Adamo”….

    • Sì Leonetto, evidenze non ce ne saranno, però ragionando da un punto di vista probabilistico, è altamente improbabile che l’enigma uomo (col linguaggio simbolico, arte, religiosità, umorismo etc) sia venuto fuori molte volte, senza collegamenti, così, come se fosse una cosa senza problemi, al pari dell’origine della vita dalla materia inorganica (e probabilmente anche di più).
      Anche da questo punto di vista si dovrebbe dire che un solo antenato è almeno enormemente più probabile, no?

      • Uno dei dieci on

        Se siamo tutti originati da un’unica coppia…
        allora siamo figli di un incesto, o no?

        Dimenticare Adamo (ed Eva) per me ha un significato realistico… Nel senso di dimenticare una semplice metafora, che i creazionisti ortodossi vorrebbero storia.

        • Ma vedi Uno dei dieci come ricadi sempre nello sconfinamento di campi?
          Io e Leonetto parlavamo da un punto di vista scientifico e tu la riporti al creazionismo e alle Scritture.
          Nel mio discorso non mi interessava se le Scritture dicono una cosa o un’altra, semplicemente volevo sottolineare che, da un punto di vista scientifico, le due ipotesi non hanno lo stesso peso, in quanto il monogenismo sarebbe un “miracolo” solo (non in senso religioso), mentre il poligenismo presupporrebbe che di questi “miracoli” ne fossero accaduti a bizzeffe.

          In ogni caso, sì, non è una novità; biblicamente, i primissimi uomini si sarebbero dovuti accoppiare fra fratelli e sorelle. Tieni però conto che il divieto incestuoso fra fratelli è stato introdotto successivamente per impedire le malformazioni fisiche che tuttora accadrebbero, mentre all’inizio questo non sarebbe successo proprio per una questione di DNA inizialmente sano.

          • @Uno dei dieci
            Va bene, strettamente scientifico no, ma intendevo parlare da un punto di vista di probabilità scientifica, di propagazione di DNA, di differenze di specie, distinguendolo da quello religioso.
            Comunque d’accordo, ci stava anche quel commento nella discussione.

            @Leonetto
            Sì va bene.
            Però possiamo dire che la comparsa dell’uomo con la sua mente è un evento “unico” fra i vari casi di nuove specie?
            Mi pare ovvio, vista la diversità sostanziale del nostro caso. Anche per i neodarwinisti è un enigma in sè, al pari se non altro della nascita della vita (inspiegata).
            Ora, voler sostenere che tutto è avvenuto come per le altre specie (e come sappiamo in realtà il neodarwinismo non spiega nulla) e quindi da antenati comuni sono apparsi più “homo” in parti diverse senza contatti, mi pare un voler banalizzare l’enigma senza dare alcuna spiegazione (né in generale per le specie, ma tantomeno per questa che presenta enormi difficoltà aggiuntive).
            E’ un po’ come quando si parla della vita nell’Universo: tutto indica una difficoltà di presenza ovunque e quindi si dovrebbe parlare di vincita alla roulette per la Terra, invece salta fuori qualcuno che sostiene che è dappertutto. Ovviamente senza spiegare nulla e senza prove, non è anche questo un banalizzare il fatto estremamente enigmatico dell’origine della vita?

            Quindi, come dici tu, in ogni caso il monogenismo è più “facile”-logico da considerare.

      • Mah.. vedi frank10 le teorie del poligenismo si svilupparono soprattutto in seguito alla scoperta delle popolazioni del Nuovo Mondo che non rientravano più negli schemi genealogici del monogenismo di allora,e trovarono compattezza con l’ideologia delle razze speriori ed inferiori nel ‘700 a giustificazioni di politiche schiaviste,malthusiane etc..Però sempre con basi filosofiche,con Darwin ci fù un supporto scientifico ma di certo non divenne scienza né l’una né l’altra “teoria”.
        Da un punt di vista prettamente scientifico,antropologico il poligenismo (come del resto il monogenismo), rimane p sempre una teoria speculativa.
        Bisogna fare attenzione però frank10 a cosa dica il neodarwinismo sul poligenismo(perché esistono anche neodarwinisti monogenisti altrimenti siete autorizzati a chiedere lo “spretamento” di F.Facchini tanto per dirne uno..).
        Allo stato attuale delle conoscenze antropologiche il poligenismo può essere accettato entro certi limiti, a condizione infatti di ammettere che i vari ceppi siano sorti l’uno indipendentemente dall’altro, in aree geografiche anche distanti e non comunicanti, e abbiano seguito cammini evolutivi paralleli ma comunque sia propri, a partire da forme fossili distinte ma derivate, sia pure in epoche diverse,sempre comunque da antenati comuni.
        Il compromesso con il neodarwinismo , in questo modo,può stare “in piedi” ,però assolutamente non è sostenibile il volere riconoscere, su queste basi, nell’umanità intera, più specie distinte e addirittura più generi,questo non ha alcun senso scientifico.Chi lo dice dice una castroneria,per dirla in modo franco10
        Quindi come vedi devono comunque sussistere paletti.
        Per certi versi quindi,sicuramente, la situazione è più facile in un’ipotesi monogenista,che ha anche basi scientifiche che permettono di tenerla plausibile.
        In quel senso non è possibile misurare la probabilità e quindi dire scientificamente è più probabile questa o quest’altra..È ovvio che un cristiano creda al monogenismo e sia convinto della sua veridicità e facendo ciò non fa niente di assurdo,anzi..
        Capito ?Con evidenze ovviamente nel contesto facevo riferimento ad evidenze scientifiche.

      • Che poi a volerla dire tutta non è che tutto l’universo di posizioni sia proprio o bianco o nero,la cosa si complica infatti considerand che ci sono il poligenismo monofiletico(unico ceppo) polifiletico(più ceppi),il monogentismo in cui i due appartengono a ceppi differenti etc..
        Se non erro la più accreditata dai neodarwinisti(non l’unica fra questi,come già ricordato)è il poligenismo monofiletico poichè si pensa ad una popolazione o ceppo d’origine che fra l’altro si è incerti se collocare in Africa,Asia o Giordania-Arabia Saudita..
        In questo senso infatti si concorda su un monogenismo quantomeno geografico,cioè unico centro di diffusione.
        Poi qui si riscontrano le ipotesi di coppia singola della stessa specie,di più specie,più coppie unico ceppo,più coppie più ceppi.

        Gli studi effettuati in sedi diverse( e si parla del Cnr,della Stanford etc..) hanno recentemente avuto dati a sostegno di 2 progenitori,un’Eva mitocondriale e l’Adamo cromosomiale Y ,peraltro nati nel medesimo periodo.

        Questo vuol unicamente dire che questi due individui semplicemente hanno avuto la “fortuna”(è successo così) di tramandare con successo il loro Dna.
        Poi resta chi crede che il materiale genetico di altri nostri eventuali antenati possa essere in gran parte scomparso a causa della selezione naturale e di altri processi selettivi.

        Le origini dell’uomo sono tutt’altro che un’idea chiara e sono comunque qualcosa che giustamente come scrivi riguarda la storia naturale e non certo la scienza galileiana che può dare ad oggi solo elemnti che tuttavia non portano a escludere una cosa o l’altra.

        Ad ogni modo mi riallaccio al mio commneeto d’origine di questa parte3 di discussione,ciò che volevo dire inerentemente all’articolo è che anche l’ateo materialista o chiunque voglia lanciarsi in una conferenza del tipo”Dimenticando Adamo” farebbe bene ad andarci molto cauto..giusto per essere eufemisti.

  6. Uno dei dieci on

    Ipotizziamo che Adamo non vada dimenticato, per il semplice motivo che il monogenismo è tutto vero: noi siamo tutti “figli” di quella prima coppia di Homo che ha riversato i propri geni nei sette miliardi e passa di Homo ora al mondo…
    Mi chiedo, e soprattutto vi chiedo, vi pare verosimile che da quelli (di che colore erano? bianchi? gialli, marroni?) siano sortite le diverse umanità che hanno invaso il mondo dalle Americhe all’Asia, all’Australia, ai poli?
    Se sì, si può dire che la consanguineità è consistita tutta nelle mutazioni fenotipiche che oggi caratterizzano gli Homo di tutte le latitudini?
    Un parere spassionato, per favore; un parere, magari, scevro dai condizionamenti religiosi. Nasce il primo figlio di quella coppia, poi il secondo, poi il terzo… Si accoppiano tra loro, con la madre, con il padre; poi il padre si accoppia con una nipote, un nipote con la nonna… E poi?

    • Beh, per quanto riguarda il discorso del colore della pelle, non è detto che quel particolare carattere fosse già presente nei geni dei genitori ma che sia il semplice frutto di modificazioni ambientali successive. Sinceramente non ci vedrei nulla di strano. Se la prima coppia era nera, con le migrazioni in seguito la pelle perse la propria pigmentazione (e questo si collega benissimo a quanto rimarca sempre il Prof. Pennetta riguardo alla perdita di informazioni invece che al sorgere di qualcosa di nuovo). Se la prima coppia era bianca, può esser che la pigmentazione si sia modificata in seguito per via dei climi più aridi e soleggiati, quindi tramite un fattore esterno e non certo per “caso”.
      Sul resto lascio la parola agli esperti.

      • Scusate il multipost.

        Riguardo al discorso dei numeri invece, è una domanda che mi sono posto anche io. Ovviamente non possiamo sapere nulla di certo però l’essere umano è in grado di moltiplicarsi più velocemente di quanto pensiamo. A me ad esempio ha colpito molto il fatto che la popolazione europea nel medioevo era di qualche milione di abitanti! io pensavo molti di piu’…mentre a fine ‘800, non vorrei dire una castroneria ma credo che la popolazione totale fosse di 1 miliardo di persone (ma potrei ricordar male). Ad ogni modo in un secolo siamo cresciuti in modo vertiginoso come numero, questo è certo.

    • Giorgio Masiero on

      Poiché siamo nel campo delle congetture più o meno verosimili, quale è, 1/10, la Sua proposta, scevra da condizionamenti religiosi ovviamente? Glielo chiedo perché io non ho la più pallida idea di che cosa sia successo e, ciò che è più grave, a quel che ho letto, sono arrivato alla conclusione che nessuno al mondo lo sappia.

      • Uno dei dieci on

        Per me ci siamo evoluti da piccoli mammiferi pelosi che sono in realtà i veri “adamo&eva”.
        Quanto a lei, Masiero, la sua religione le impone di credere quel che non sa, evidentemente, ma che è sancito da un dogma di fede che non ammette contestazioni pena… non so bene che, ma di sicuro qualche bella tiratina d’orecchi dal catechista di turno.

        • Giorgio Masiero on

          La Sua risposta non risponde alle Sue domande sui colori della pelle, i continenti, ecc., perché, Le ricordo, stiamo parlando sempre della stessa unica specie, Homo sapiens! Anche le centinaia di razze di cani hanno secondo Lei un’origine poligenica?
          Quanto a ciò che la mia religione m’impone di credere sull’argomento Lei si sbaglia di grosso: m’impone zero. O meglio m’impone di credere solo ciò che si può ritenere accertato, che in questo caso è zero.
          Invece di formulare giudizi avventati su chi non conosce, perché non Si chiede se non sia il Suo sistema di credenze a farLe acriticamente bere sull’argomento tutto ciò che crede una persona qualsiasi, solo per il fatto che costei condivide il Suo stesso sistema filosofico?

          • Uno dei dieci on

            Prendo atto che cercate una spiegazione scientifica del tutto, e che riuscite a paragonare lo sviluppo delle razze canine a quello umano.

            A me dice che la danno da bere?

            Si ricordi, e con lei chi si professa cattolico, che la Chiesa cattolica sostiene senza ombra di dubbio
            che Adamo ed Eva non sono figure allegoriche, ma la prima coppia ed unica coppia del genere umano.
            I credenti hanno questa certezza che deriva dalla fede, in quanto non si può dimostrare razionalmente che il genere umano derivi da un unico ceppo.
            Sarebbe interessante capire come lei può “impunemente” sostenere che le impongono di credere solo ciò che è accertato… Per favore non si incarti da solo: dica piuttosto, come ha sempre cercato di fare, che un conto è la teologia e un conto la scienza… E qui torna a morsicarsi da solo la coda.

    • Evidentemente non ha ben compreso il fatto che non si sia nel campo della scienza galileiana (non si sa né si può dire nulla in quei termini)o della storia conosciuta ,ma di congetture su ricostruzione della storia,di ipotesi nel campo della storia naturale.
      Le ricordo che le scimmie come lo scimpanzè, tanto così ritenuto neodarwinisticamente prossimo al sapiens da volerlo anche nello stesso genere,non ha certo la pelle scura e labbra carnose ed è spennacchiato,anzi ha una pelle chiara coperta da una folta peluria e labbra sottili..E cisono teorie neodarwiniste sull’origine africana…I cani derivano da una popolazione di lupi(e con loro anche i coyote e gli sciacalli ed i dingo),e le razze canine sono sensibilmente diverse.
      La tonalità della pelle è inoltre governata da più geni ed è abbastanza complessa come cosa..
      E qui
      http://www.enzopennetta.it/2013/04/chi-erano-veramente-i-neanderthal/
      forse potrà trovare qualcosa a riguardo..
      Ma si può rivedere anche un po’ Mendel:
      http://www.enzopennetta.it/2013/03/1-mendel-day-registrazione-e-commento/
      e ricordare questa famiglia citata proprio lì:
      http://www.flickr.com/photos/90303254@N02/8519799630/in/photostream/lightbox/
      Non ha compreso neanche forse molto dell’eva mitocondriale e dell’adamo cromosomale citati..non ha presente di cosa parlino i neodarwinisti e non quando fanno riferimento a colli di bottiglia,estinzioni rasentate,decimazioni,deriva genetica etc etc..anche nel campo della storia del cammino dell’uomo..e di teorie catastrofiste come
      http://it.wikipedia.or/wiki/Teoria_della_catastrofe_di_Toba
      Ci sono vari fattori che influenzano lo sviluppo di una popolazione in questo senso,durata della vita degli individui,gestazione,numero di prole,rituali,livello della degenerazione del genoma della popolazione etc etc..
      È un po’ imbarazzante come cerchi di leggere quello che vuole lei in una cosa per criticarla e poi dando la sua risposta alla sua domanda neanche si accorga che non sa rispondervi..
      In pratica molte specie(biologiche) molte volte hanno colonizzato nuove isole o continenti con pochi individui e si sono sviluppate diverse popolazioni sane. In realtà, esse possono riprodursi ed adattarsi in una varietà di specie biologiche ciascuna con la propria diversità genetica sana ,prova di questo per esempio si ritrova nelle Galapagos o in centri dove grandi eventi catastroifici hanno sconvolto le popolazioni.
      La selezione naturale sempre tirata in ballo quando non serve,viene scordata quando va tirata in ballo?
      La selezione naturale agisce esclusivamente per la conservazione delle modificazioni profittevoli,una sorta di livella che all’interno di una specie rimuove gli elementi meno adatti conservando quelli più adatti.E contribuisce anch’essa in questi casi.
      A livello di geni e di studio della genetica inoltre si può osservare che causa mutazioni,migrazioni,adattamenti in loco alcuni si presentano in differenti varianti(er esempio nella specie umana),ma i più comuni sono disponibili in poche versioni, anche solo 2.Ache per i gruppi sanguigni c’è chi ha scritto a riguardo di un possibile sviluppo dei vari gruppi partendo da un A e B(anche neodarwinsti)

      Quindi cerchiamo di non buttar là cose a casaccio e di capire quali siano i punti centrali trattati ,gli argomenti e cosa invece non c’entri nulla con la discussione,l’articolo etc..

      Mi associo all’invito fatto dal prof.Masiero:

      “Invece di formulare giudizi avventati su chi non conosce, perché non Si chiede se non sia il Suo sistema di credenze a farLe acriticamente bere sull’argomento tutto ciò che crede una persona qualsiasi, solo per il fatto che costei condivide il Suo stesso sistema filosofico?”

  7. Giorgio Masiero on

    @ 1/10
    Non Le basta divertirci con la Sua biologia, confondendo le specie con le razze. Ora Si permette di dire amenita’ anche in teologia cattolica, che e’ una materia molto difficile su cui Lei sa ancora meno. Allora Le insegnero’ altre due cose, 1/10:
    1) non e’ affatto un dogma di fede cattolica che Adamo ed Eva siano la “prima ed unica coppia del genere umano”. Si studi mons. Facchini, darwinista come Lei, e cattolico come me; o Arber, presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, darwinista come Lei e cristiano come me.
    2) Lei ha capito molto male il mio pensiero (che poi e’ quello di Tommaso d’Aquino e della Chiesa Cattolica) sulla distinzione tra teologia e scienza, quasi che ci fossero 2 tipi di verita’! No, e magari un giorno scrivero’ un articolo per le persone come Lei che hanno questo fraintendimento, la verita’ e’ una sola, ma teologia e scienza si distinguono per metodo di ricerca e per campi di studio. Cosi’, per es., non rientra nell’interesse e nel campo della teologia stabilire quando e dove e da quante coppie iniziali sia sorto il genere umano, ma piuttosto quale sia il destino dell’anima umana. Per questa semplice differenza, che capiscono anche i bambini ma non gli adulti fanatici alla Odifreddi, non ci puo’ essere conflitto tra fede e scienza.

    In conclusione, se c’e’ qui qualcuno che si morsica la coda e’ Lei. E glielo dimostro scientificamente.
    A. Lei dichiara di credere solo alla scienza.
    B. Lei dichiara di non conoscere la scienza.
    C. Lei che cosa fa ognivolta che su una questione scientifica si apre in CS una discussione? S’informa? No. Lei sceglie sempre a occhi chiusi la posizione di chi si dichiara ateo, come Lei.
    D. Quindi Lei non crede alla scienza, ne’ ai suoi metodi di ricerca, ma solo al Suo credo filosofico. Che e’ l’opposto di A.

      • Giorgio Masiero on

        Temo che Lei, 1/10, non sia preparato a comprendere il problema di ciò che separa (in termini di campo e di metodo) l’insegnamento dottrinale cattolico dalle osservazioni paleontologiche e genetiche, e cioè l’identificazione della SOGLIA UMANA nell’evoluzione dagli ominidi a colui che noi cristiani identifichiamo con Adamo, il primo peccatore. L’impreparazione La porta a cortocircuiti semplicistici, in cui concetti diversi sono confusi. I problemi aperti a riguardo non sono solo la connessione filetica con gli Ominidi che hanno preceduto la comparsa dell’uomo, ma anche il processo relativamente rapido di cerebralizzazione, il bipedismo, la progettualità e la simbolizzazione, ecc. che hanno finalmente garantito la comparsa dell’unica specie creatrice d’informazione (in opposizione a tutte le altre, vegetali ed animali, che sono prigioniere senza storia dell’entropia).
        Ad un bambino, se insegnassi il catechismo, direi così: fino a 100.000 anni fa, circa non c’era ancora l’uomo, ma ogni specie di vegetali ed animali. Venne il Creatore in un giardino terrestre, probabilmente in Africa, e infuse ad una coppia di primati (Adamo ed Eva) un’anima immortale simile in ragione e libertà alla Sua. Ne sorse una nuova specie, dotata di… ecc., ecc. Lei, 1/10, crede che questo insegnamento catechistico sia sovrapponibile, e quindi eventualmente confutabile, in qualche parte a quello scientifico? come potrebbe farlo una Rickards che nega il salto tra uomo e animali in base, per es., alla loro somiglianza genetica (un sofisma per il quale io potrei sostenere che non c’è differenza tra un gatto ed una colata di lava, data la loro “uguaglianza” atomica)? da quale specie di Homo o di scimmmia partirebbe per negare l’esistenza dell’anima? Come potrebbe farlo una Rickards che nega la stessa esistenza dell’anima?!
        Se Lei, 1/10, veramente fosse interessato a comprendere (ma sono certo che non lo è, perché Lei ha altri interessi) come non vi sia alcuna contraddizione tra le più recenti evidenze paleontologiche sulle origini dell’uomo e l’insegnamento cattolico, La inviterei nuovamente a leggersi il paleontologo Facchini, in particolare “Il cammino dell’evoluzione umana”, Jaca Book.

        • Uno dei dieci on

          Perfetto, direi… Ma non poteva dirlo prima?

          Perché ha avuto bisogno di tanti contorsionismi, e di avere la stampella del prete scienziato,e per di più darwinista?
          Adesso una certezza ce l’ho: non solo alla base ci sta il creazionismo, ma è anche un creazionismo ID. Quello che in realtà ha spiegato al bambino più sopra è ciò che pensano gli “scienziati” come lei. Siamo tutti figli di Adamo&Eva, nuova specie di Homo voluta dal Creatore dopo che aveva creato la materia dal nulla, per darsi un senso, e per darlo a noi fatti a sua immagine e somiglianza.

          Perfetto direi… Detto con chiarezza, senza più dubbi.

          Accettiamo pure che la scienza faccia il suo corso e ci spiegi le cose empiriche, tanto sappiamo bene come le dovrà spiegare, se le spiegherà, perché se le dovvesse spiegare in modo diverso si tratterebbe di una fede al contrario: quella degli sporchi e maledetti atei che vogliono prendere le distanze da Adamo&Eva, i nostri Sommi progenitori. E se la scienza non le spiegherà, che importa? Noi abbiamo le nostre certezze (di fede?) e la convinzione che quel salto ontologico sotto gli occhi di tutti ha avuto una causa precisa: DIO.

          • Giorgio Masiero on

            Io, 1/10, dico queste cose da sempre, se solo si fosse degnato di leggere qualche mio articolo su TA, o di meditare sui miei commenti. Non crede che sia Lei ad avere finalmente capito che la filosofia e’ una cosa diversa dalla scienza, cosi’ come le mele sono diverse dalle pere?
            Cmq, d’ora in avanti, dato che siamo in un sito di “critica scientifica”, possiamo limitarci a parlare soltanto di scienza, senza cadere sempre nella diatriba filosofica teismo vs ateismo?
            E se i Suoi interessi sono di tipo prevalentemente filosofico, in particolare ateistico, perche’ quando Si sente irresistibilmente portato a parlare di questi argomenti non lo fa in un sito piu’ adatto, per es. quello di Odifreddi o di Pievani o dell’Uaar, dove avrebbe anche il vantaggio di trovare una platea piu’ accondiscendente?

          • Jacques de Molay on

            Guardi, Un Decimo, che un credente è per definizione “creazionista”. Il problema risiede nella definizione del termine, che non starò ora a commentare, dato che il tema è già stato affrontato.
            Devo dire però che non mi sembra affatto che il prof. Masiero possa essere tacciato di “creazionismo ID”, movimento che, al di là di tutto, assume una concezione meccanicista del Mondo e che, avesse anche valenza da un punto di vista scientifico, non arriverebbe MAI a dimostrare l’esistenza del Dio del teismo classico, quella Causa Prima a cui il professore è solito fare riferimento.

            PS. Quello “scienziati”, tra virgolette, avrebbe dovuto risparmiarselo.

          • Ci sono tante forme di pensiero,quella di Masiero non è che una,Facchini l’avrà leggermente diversa,Fasol ancora etc..e si sta nell’ambito dei cattolici,poi all’interno della cristianità ce ne sono altrettante.
            È ovvio che poi tutte convergono in quelli che sono punti imprescindibili(http://www.enzopennetta.it/2013/04/il-falso-dilemma-tra-evoluzione-e-creazione/),poi per l’intera cristianità,cattolici e non,vale per quanto riguarda la scienza(cosa detta e ridetta)quanto detto da Leone XIII che raccomanda “di non allontanarsi per nulla dal senso letterale e ovvio” delle Scritture, tranne nel caso in cui “vi sia una qualche ragione che non permetta di tenerlo, o una necessità che imponga di lasciarlo”.
            Tutto lì..non che ci siano chissà quali rigiri di pensiero,panegirici intricati…la scienza galileiana è una cosa ed è “materialistica” in concezione nota del termine,mentre la storia naturale è un qualcosa dove può intervenire la fede,il credo di una persona,la sua filosofia anche,ma non si è più nel campo scientifico.
            Quanto al “creazionista” come ricordato dal buon De Molay è cosa detta e ridetta anche quella,per esempio:
            http://www.enzopennetta.it/2012/05/oche-e-dintorni/#comment-4882

            http://www.enzopennetta.it/2012/09/il-creazionismo-non-e-adatto-per-i-bambini/#comment-7415

            P.S.
            Son cose dette e ridette,è follia cercare di diventare troll dicendo che ci si nasconde nel non dire determinate cose quando vengono palesate a destra e a manca.Non diventerete mai troll decenti così.E certamente qui almeno non può funzionare il fatto che sentiate quel che volete sentire per poter criticare quello che non avete sentito.
            Qui certe cose non attaccano,fate solo pessime figure..ogni tanto almeno una volta su dieci un consiglio di Masiero seguitelo no..anche solo per sport..

  8. Uno a dieci , mettere in discussione la scienza non significa essere automaticamente credente , anzi ti libererebbe dai quei dogmi che non fanno altro che limitarti. Solo dopo aver fatto questo passo, che ti porterebbe verso una maturazione intellettuale potrai fare le tue conclusioni . Sei una persona buona …solo un po’ arrabbiata , buona giornata

    • Uno dei dieci on

      Figurarsi, Emanuele, se non metto in discussione la scienza, dalla quale pretendo sempre il massimo: ricerche serie, onestà intellettuale, voglia di cercare il bene dell’Uomo, al di la degli steccati ideologici. Ma qui non c’è in ballo il mio mancato mettere in discussione la scienza, ma il mio contestare chi si pastura di scienza e ha vergogna di ammettere che la sua fede impone di credere, per fede appunto, a certe cose poco scientifiche. Basterebbe ammetterlo in spirito di verità, tutto lì.

      • Giorgio Masiero on

        Se accennando a chi “si vergogna della sua fede… ecc.” Lei Si riferisse a me, 1/10, Le ribalto completamente l’accusa
        1) perche’ non mi sono mai vergognato della mia fede, della quale al contrario mi vanto pubblicamente, come provano infiniti articoli e pubblicazioni e tutta la mia vita anche professionale,
        2) perche’ mai ho chiesto alla mia fede di poggiarsi sul terreno (fragile e instabile) della scienza sperimentale. Semmai e’ l’opposto per me, secondo l’agostiniano “credo ut intelligam”, come pure ho spiegato infinite volte,
        3) mentre, al contrario, e’ Lei che tenta di poggiare la Sua fede ateistica sulla scienza sperimentale, che invece, esattamente come sul mio teismo, e’ assolutamente muta.
        Quando capira’, 1/10, che il Suo ateismo e’ una scelta libera tutta Sua, in cui la scienza sperimentale non c’entra n-u-l-l-a?

  9. Al Bioparco di Roma chi va a vedere lo spazio con gli Scimpanzè si trova davanti ad una cosa grottesca esposta su un cartello “didattico”.
    Io lo documentai con delle foto, che purtroppo ora non trovo: proverò a descriverlo, sperando che il mio ricordo non sia troppo difforme dalla realtà. Invito comunque chiunque si trovi a visitare il Bioparco di Roma a prestare attenzione al cartello nei pressi degli Scimpanzé.

    Detto cartello consta di tre settori: è una specie di trittico che raffigura gli Scimpanzé; sul primo pannello è riportato un disegno che mostra lo Scimpanzè comune (se non mi ricordo male c’è anche il nome scientifico, Pan troglodytes); sul secondo c’è il disegno del Bonobo (Pan paniscus); sul terzo c’è la scritta “Il terzo Scimpanzé”, ma nessun disegno: c’è solo un’anta con tanto di maniglia. Il visitatore curioso che apre l’anta non si trova davanti una raffigurazione del “terzo Scimpanzé”, bensì uno specchio, quindi… sè stesso !

    Il terzo Scimpanzé poteva essere inteso validamente ad indicare quella grossa Scimmia antropomorfa, scoperta recentemente, di cui non si sa ancora quasi niente (conosciuta come “Scimmia di Bili”), che è stata indicata volta per volta come un possibile ibrido fra Gorilla e Scimpanzé, come una varietà gigantesca di Scimpanzé, ed infine come una specie a parte, rimasta incredibilmente – vista la sua mole – sconosciuta fino a pochi anni fa.
    Si sarebbe fatta in questo modo una lodevole informazione su un aspetto poco noto, sfruttando quella che poteva essere una buona occasione per accendere nei più l’interesse per le (vere) frontiere della Scienza e per una delle sue questioni ancora aperte !
    Invece niente di tutto questo: oltre a dar prova di una erronea, confusionaria, “ideologica” conoscenza della sistematica, si è compiuta un’operazione poco chiara che sicuramente confonde chi ha dell’argomento una conoscenza meno che approfondita. Oltre ad essere errata da un punto di vista sistematico (e pertanto in contrasto con le conoscenze scientifiche), concettualmente l’Homo sapiens – essendo appunto “Homo” – non fa parte del genere Pan (come la mettiamo, poi, con i neanderthalensis, gli erectus, gli habilis, ecc. ?) né, viceversa, gli Scimpanzé possono far parte del genere Homo.
    (a proposito di “pseudoscienze”…)
    Già le vedo, sul libretto universitario, le lodi sul voto dello studente che all’esame di zoologia sistematica dovesse sostenere questo !
    Ma che tipo conoscenza si vuole inculcare ? La stessa che portò, nel secolo scorso, a rinchiudere nella gabbia dei Quadrumani il povero Ota benga, il Pigmeo rapito al suo popolo ed ai suoi cari, al fine di esporre al visitatore in un’unica squallida visione gli “antenati” e l’ “anello mancante” messi gli uni a stretto contatto dell’altro ?

    O forse, al contrario, dovremo abituarci a vedere rampanti Scimpanzé con tanto di giacca e cravatta nei panni di direttori di impresa, operai specializzati, scienziati (sic), ecc. ?

    Nel caso sopra descritto non si tratta di comprendere nel genere Homo la Scimmie antropomorfe, ma di inserire il suddetto genere nel genere Pan (quello degli Scimpanzé), “animalizzando” il primo ed umanizzando il secondo dei due generi.

    Purché poi non si facciano sperequazioni: già li vedo i poveri Gorilla ed Oranghi (e poi i Gibboni ed, a ruota, tutti gli altri Primati, e giacché anche Lemuri e Proscimmie tutte) fare le loro giuste recriminazioni ed appellarsi al riconoscimento dei loro diritti civili e far eliminare la discriminazione ed essere inseriti anch’essi nel club dei più progrediti, in un’associazione “Pan-scimmiesca” che finalmente comprenda tutti, senza escluderne più nessuno.

    • Carissimo Sandro,
      grazie per avermi fatto ricordare il simpatico giocherello messo al Bioparco. E’ da un po’ di tempo ormai che non ci vado ma lo ricordo quello specchio.

      Riguardo all’inserimento delle scimmie nel genere Homo, ritengo che questo sarà possibile quando potremo esigere da loro il pagamento delle tasse, una vera prerogativa degli uomini, fino a quel momento restino Pan.

      • Grazie a te, Enzo ! Nel ricordarti che buona parte dell’Italia è in attesa di nuovi cicli di Mendel Day, proseguo il thread con degli argomenti che sono probabilmente poco noti, ma che sono estremamente esplicativi su quella che è stata, anche in passato, l’affannosa ricerca di una presunta parentela fra lo scimmiotto e l’Uomo.
        Ad iniziare dalla classificazione dello Scimpanzé come “Pan troglodytes”: l’attribuzione del nome dei “dio dei satiri” al genere voleva indicare chiaramente che i Satiri della mitologia greca e romana si riferivano ad esseri viventi ben noti dalla scienza, che aveva assegnato loro un nome ed un cognome. Quanto al nome “troglodytes”, univoco per la specie, si voleva con esso fare un rimando ai “trogloditi” di cui sono piene le cronache del passato, dagli Annali di Erodoto ed altri ai Garamanti.
        Solo che lo Scimpanzé non è mai vissuto in Europa, ed era abbastanza arduo che gli antichi Greci ne avessero riempito le loro mitologia, ed inoltre non è un animale cavernicolo , come il termine “troglodita” invece indica.
        Di più: anche per le altre Scimmie antropomorfe si è voluto cercare un parallelismo che esaltasse la parentela stretta con l’Uomo.
        L’Orango prende il suo nome non dal termine con cui gli indigeni indicavano la Scimmia oggi nota come Pongo pygmaeus – chiamata “Mawas” dai locali -, bensì dall’ “Uomo dei boschi”, che era una specie ben differente, e forse appartenente al genere Homo, che era conosciuta dai Giavanesi con il nome di “Orang-outan”. Si sarebbe trattato di una sconosciuta tribù di Pigmei, ora estinta, cui fa riferimento il medico olandese De Bondt che, vissuto negli anni a cavallo fra il XVII ed il XVIII Secolo, avrebbe riferito di aver catturato una femmina (o per meglio dire una donna) della specie e di non aver avuto cuore a tenerla in gabbia perchè completamente umana.
        Il termine “Orango” significa infatti “piccolo Uomo dei boschi”; ora, l’Orango non è un Uomo, nè è piccolo; inoltre, esso non vive a Giava (in cui sarebbero invece vissuto i “piccoli Uomini dei boschi”), per cui i Giavanesi, non conoscendolo, non avrebbero potuto assegnargli un nome.
        Nel Borneo, in cui il Pongo vive, si recarono dei ricercatori che chiesero agli indigeni se da quelle parti vi fossero molti Oranghi (intendendo con tale termine la Scimmia antropomorfa), ma questi, avendo inteso i “piccoli uomini dei boschi”, risposero che lì non se ne erano mai visti.
        LO stesso termine “Gorilla”, con cui si intende indicare l’altra Scimmia antropomorfa, deriva invece con ogni probabilità dal nome con cui Annone, antico ammiraglio cartaginese, indicò degli uomini selvaggi che egli vide in una non meglio precisata isola su cui approdò nel corso del suo periplo dell’Africa. Una volta sbarcato, vide degli uomini e delle donne: i primi fuggirono, mentre tre donne furono catturate ed imbarcate come trofeo sulle navi. Qui però, a causa del loro carattere “selvaggio” e molto fiero, esse furono decapitate e le loro teste furono in seguito esposte su di un tempio, al rientro della flotta cartaginese.
        Queste donne, alle quali Annone diede il nome di “Gorgoni”, sarebbero poi entrate nella mitologia, come “mostri” caratterizzati dall’avere in testa dei serpenti, che potrebbero essere stati suggeriti dalla loro capigliatura scompigliata o, forse, dall’usanza – tuttora esistente presso alcune popolazioni giamaicane – di unire i capelli in treccine che potrebbero ricordare dei serpentelli.
        Anche i “Gorilla”, al pari degli Oranghi e degli Scimpanzé, sarebbero entrati nella mitologia, di tutt’altro tipo, però…
        Riporto di seguito la mia (cattiva) traduzione di un testo scritto dal compianto René Laurenceau, un libero ricercatore, con cui ho avuto la fortuna di essere stato in contatto per diversi anni, che ha fatto alcune sue personalissime ricerche su alcuni aspetti poco noti (e poco chiari) della scienza. Il link da cui è possibile accedere all’articolo originale di René, in lingua francese e dal titolo “L’erreur de Tyson”, è il seguente:

        http://cerbi.ldi5.com/article.php3?id_article=20

        Di seguito riporto la maldestra traduzione che ne feci a suo tempo.

        <>

        • L’ERRORE di TYSON
          René LAURENCEAU

          Celebreremo presto il terzo centenario dell’errore di Tyson. Nel 1699, l’inglese Tyson seziona uno scimpanzé, di cui il British Museum conserva lo scheletro. Lavoro eccellente, ma Tyson proclama di essere sicuro di sezionare l’orango di Giava, facendo coincidere, riva contro riva, l’Africa e l’Indonesia. Ricordiamo che un medico olandese, Jacob de Bondt, di una famosa famiglia universitaria, nel 1658 comunicava stupefatto al mondo che l’orango di Giava non è il gibbone di Giava, ma un uomo silvestre, notturno e muto. La popolazione giavanese riteneva che questo fantasma dalla lacrimazione abbondante fosse un incrocio fra l’uomo ed il gibbone. Jacob de Bondt, capomedico dell’isola di Giava, che si rivolge ai suoi colleghi europei nella sua lingua d’europeo colto, ritiene che l’uomo silvestre notturno di Giava sia soltanto un’alternativa esotica e moderna del vecchio satiro, in quando si sa che presso i greci, il satiro è un cacciatore notturno e che i suoi grandi occhi rotondi secernono un liquido lacrimale, una specie di collirio naturale che protegge dalla luce le pupille dilatate per vedere chiaramente nella penombra. Tali occhi sono dotati di una membrana nittitante, come è il caso dell’uomo del legno di Giava, di cui d’altra parte i denti regolari, con i canini allineati con gli altri denti, dimostrano che quest’uomo del legno non è una scimmia, bensì un uomo.
          Tutti credevano (di Bondt per primo) che il satiro non esistesse in nessun luogo della terra, fatta eccezione per Giava. Di Bondt dice di aver visto satiri, maschi e femmine, correre, bruscamente svegliati del loro sonno diurno, nella giungla di Giava, in cui egli studiava gli animali selvaggi. Tyson vuole fare cessare questa leggenda odiosa prima che cominci il secolo che deve essere il grande secolo delle scienze naturali sbarazzatesi degli abiti vecchi. Tyson approfitta di ciò che ha al fine di lavorare di scalpello nella carne dello scimpanzé per affermare che il satiro dei greci non fu mai null’altro che una scimmia senza coda, simia ecaudata, sul tipo dello scimpanzè.
          Nel suo delirio scientifico, Tyson perde la testa al punto da infischiarsene di sapere se i greci hanno spesso incontrato in Grecia scimpanzè venuti a piedi delle loro foreste lontane. Ormai tutte le scimmie antropomorfe dovranno chiamarsi oranghi, sia che si tratti di scimpanzè, di gorilla, di gibboni di Giava o di mawas di Bornéo e Sumatra. Tutte le scimmie senza coda devono essere oranghi perché Tyson decide così nel 1699. Allo stesso tempo, la tradizione dei satiri greci non interessa più la scienza.
          Danno. Avremmo potuto andare a cercare (forse ?) quanto resta, eventualmente, dei satiri greci rifugiatisi sulla montagna, fuggiti dagli uomini e mitici abitanti delle nevi, notturni, invernali, degenerati, senza fuoco né pietre tagliate, l’anatomia sempre più regressiva, sempre più.
          Mettiamo le cose al peggiore anche se, anziché trovare satiri (che potrebbero essere le ultime vestigia paleantropiche), troviamo, ad esempio, un gigantopiteco, anche notturno e cacciatore, avremmo almeno su Tyson il vantaggio di non fare di questo gigantopiteco un orango, ma lasciargli semplicemente il suo nome di gigantopiteco, per evitare confusioni.

        • Caro Sandro, in attesa dei prossimi Mendel day possiamo imparare qualcosa dai tuoi interventi!
          Sei una miniera di informazioni che non si trovano facilmente, complimenti per la tua preparazione che va oltre quelle che sono le tue già alte competenze professionali.

          • Carissimo Enzo,
            leggere che proprio tu definisci me “una miniera di informazioni” è davvero paradossale 🙂 !
            Ti ringrazio molto ! In realtà sono io che ho moltissimo da imparare da te e da molti di coloro che intervengono più o meno abitualmente in questi spazi, che metti a disposizione di chi voglia avere un’idea dei perché della Scienza.
            Quelli che ho fatto prima sono discorsi relativi ad argomenti, forse poco noti (come d’altra parte le stesse “Scimmie di Bili”, un interessantissimo argomento a cui tanto convenientemente avrebbero potuto riferirsi nel pannello del “Terzo Scimpanzé”), i quali affondano le loro radici in una serie di accostamenti non solo biologici, ma anche storici e/o mitologici, dei quali non è difficile, grazie al Web, trovare traccia. Tutto qui.
            Basta solo metterli in correlazione gli uni con gli altri, come ha fatto a suo tempo René Laurenceau, al cui lavoro (sempre sulle pagine di “Bipedia” http://initial.bipedalism.pagesperso-orange.fr/bipedia.htm , una Rivista telematica che ha recentemente purtroppo chiuso i battenti, ma che resterà online per diverso tempo ancora) rimando per la paternità di gran parte di ciò che ho scritto prima.

    • Questo è il link alla pagina di Karl Amman, il fotografo che ha documentato la presenza della Scimmia di Bili, con le foto – che, a quanto mi risulta dovrebbero essere ancora le uniche al mondo – da lui scattate a questa enorme Scimmia antropomorfa.
      Si tratta di una specie sconosciuta alla scienza, che dovrebbe meritare ben più interesse di una scritta sull’anta di un cartello in guardino zoologico…

      http://www.karlammann.com/bili.php#.UlnD0FC-2QI

  10. Ciao a tutti.
    La discussione corrente su evoluzionismo e creazionismo, scienza e fede, spiritualità e materialismo, sono, in generale, povere di comprensione filosofiche, paragonate alla ricchezza dei dati e argomenti messi in gioco. Mi permetto d’introdurmi nella discussione con il solo intuito di chiamare l’attenzione su precauzione basiche che, mi sembrano, prese con negligenza.
    L’essere umano ha tre linguaggi per dare forma a quello che apprende della realtà:
    – Il mito, che esprime impressioni compatte di un congiunto
    – La scienza sperimentale, che descrivi ed esplica gruppi particolari di fenomeni secondo un protocollo convenzionale.
    – La filosofia, che fa da tramite tra le due anteriore.
    Qualsiasi conoscenza soddisfacente dell’origine umana, scappa necessariamente delle possibilità della scienza, poiché le scoperte di queste sarebbero appena un capitolo in più dello stesso processo che si vuole esplicare e non un elevamento della mente scientifica a una posizione sopra il processo in se. L’evoluzionismo, conseguentemente, doveva esplicarsi come una tappa dell’evoluzione, ma per far questo, per forza, deve abdicare della pretesa di verità letterale e consentire di essere appena un altro simbolo provvisorio, tra tanti, soggetto, come tutti, a diventare il suo contrario. L’unica verità dell’evoluzionismo è la sua contropartita dialettica al creazionismo, così come il creazionismo non può esistere senza ammettere una possibilità evoluzionista.

    Mentre scrivevo questo commento, mi sono ricordato della nausea che ho avuto quando, infiniti anni fa, al liceo, ho letto questo paragrafo di Darwin. Vi propongo come curiosità su questo padre della teoria dell’evoluzione.

    “Nei selvaggi i deboli di corpo o di mente sono in breve eliminati; e quelli che sopravvivono presentano comunemente una fiorente e robusta salute. D’altra parte noi, uomini inciviliti, cerchiamo ogni mezzo onde porre ostacoli al processo di eliminazione; fabbrichiamo ricoveri per gli idioti, gli storpi ed i malati; facciamo leggi pei poveri; e i nostri medici si stillano il cervello per salvare la vita di ognuno fino all’ultimo momento. Vi è ragione per credere che il vaccino ha preservato migliaia di vite, che con una debole costituzione sarebbero prima morte di vaiolo. Così i membri deboli delle società incivilite si riproducono. Chiunque abbia avuto che fare coll’allevamento degli animali domestici non leverà un dubbio che questo fatto non sia altamente dannoso alla razza umana. Fa meraviglia come la mancanza di cure, e le cure male dirette conducano alla degenerazione di una razza domestica; ma, eccettuato il caso dell’uomo stesso, forse nessuno può essere tanto ignorante da far generare i suoi peggiori animali.”
    (Charles Darwin – L origine del uomo )

  11. Uno dei dieci on

    Il fatto che i miei commenti contraddicano altri commenti non significa che io sia un troll; significa semplicemente che esprimo un parere, una convinzione, che potrà essere sbagliata, frutto di ignoranza o di pregiudizi duri da far morire (e chi non ne ha?), ma che esercito in assoluta buona fede, senza secondi fini.

    • Se uno costantemente controcommenta deviando il discorso su cose che non c’entrano nulla,cercando di andare a parare dove vuole lui,sentendo e leggendo quello che gli pare per poter criticare cose che non sono scritte,parlando senza leggere quello che viene detto,senza far il minimo sforzo per capire cosa viene detto e senza prendersi la briga di informarsi un minimo sulla cosa di cui vuole andare a parlare di certo o è un troll o ambisce ad esserlo.Se i modi ed i risultati sono di un certo livello è ovvio che non si può considerarlo un troll però ma solo un aspirante-troll,sia o non sia cosciente di avere un comportamento tale.
      Fine.

  12. Uno dei dieci on

    Per fortuna questo è un sito democratico, nel senso che qui su CS c’è posto per tutti e per tutte le considerazioni, basta che siano educate (e, fino a prova contraria, educato lo sono); senza necessità di etichettarle per forza per quel che molte volte non sono. Mi spiace che l’impressione suscitata sia quella del troll, ma non è così, né ho l’incoscienza della cosa, dal momento che ci metto sempre il cuore in quello che scrivo, e dico.

    Se a qualcuno non sta bene, questo è un problema suo; e se accusare gli altri di trollaggine o inconsistenza lo fa sentire bene, fa bene a sentirsi bene in quella maniera. A ognuno le proprie autogratificazioni.

    • L’incoscienza sarebbe quella di non sapere di risultare un aspirante troll, non quella di non sapere cosa si sta dicendo, anche se poi in realtà c’è anche quella,dal momento che se uno non ha basi e non si è informato neanche un minimo su ciò di cui sta parlando,se si esibisce in sorta di copia-incolla e “googlate” acritici,cerca se,mpre l’OT e di parare su certe tematiche esterne(peraltro sempre senza averci sopra le minime basi) e spesso e volentieri non capisce(ma soprattutto non si opera per capire o cercare di capire) ciò che legge negli articoli e commmenti e in ciò che gli viene risposto è ovvio che quando scrive lo fa senza causae cognitio.
      Evitiamo poi penosi vittimismi e attacchi personali,si considera semplicemente ciò che si vede,ciò che si legge,valgono i contenuti.Se uno non vuole apparire in un certo modo non ha che da prendere coscienza del fatto e non comportarsi da tale o altrimenti è ovvio che qualcuno possa far notare la cosa,tutto lì.Altrimenti non scriva su internet,ma si esprima in una piccola realtà contenuta e ristretta.

      Faccio notare uno dei commenti precedenti del prof.masiero dove le scrive:

      “E se i Suoi interessi sono di tipo prevalentemente filosofico, in particolare ateistico, perche’ quando Si sente irresistibilmente portato a parlare di questi argomenti non lo fa in un sito piu’ adatto, per es. quello di Odifreddi o di Pievani o dell’Uaar, dove avrebbe anche il vantaggio di trovare una platea piu’ accondiscendente?”

      Considerazione più che legittima,che tuttavia posso anche non condividere,nel senso che mi va benissimo di trovare scritti qui anche commenti di utenti così.
      È ovvio che però finché faranno commenti che vanno in un certo verso gli verrà fatto notare e verrà fatto presente a chi legge,così come gli verranno rivolti inviti a non speculare,sviare e a rispondere in tema.
      Come spesso e volentieri devono fare Enzo e Masiero per esempio.
      Tutto lì.La democrazia non c’entra nulla.Nessuno l’ha bannata né le ha intimato di stare zitto mi pare né l’ha etichettata in alcun modo,sono state fatte sempre e solo considerazioni riguardo come si è posto e su cosa ha scritto.

      È assurdo parlare di esprimere considerazioni,opinioni etc..e poi inviare commenti come questo:
      http://www.enzopennetta.it/2013/10/il-cambriano-un-esplosione-ma-forse-un-po-lenta-su-radio-globe-one/#comment-18701
      Che non vuol dire nulla e in cui si ritrovano tutte le cose osservate.Per esempio può sotto quell’artoicolo sviluppare in modo decente affinché tutti possano comprenderne il senso e venire a commentare e senza dover ripetere millemila cose già dette(fra l’altro anche a lei medesimo?)

      Non ho altro da dire su questa cosa.

  13. Uno dei dieci on

    Prendo atto che non c’è persecuzione della mia persona, ma delle mie idee, di ciò che dico, di come lo dico, del fatto che risulto secondo qualcuno inadeguato, non all’altezza della discussione, come se una discussione o un confronto dovesse avere l’asticella posata a un’altezza minima da terra, per far partecipare al dialogo solo coloro che dicono le cose “giuste”, ovvero quelle che uno vuol sentirsi dire.

    Spero solo di non dar fastidio perché non credo alle fiabe.

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