Antonio Monda scrive su Ota Benga: “Quando il darwinismo diventa razzismo”

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Antonio Monda

La storia di Ota Benga viene riproposta in un romanzo, lo specchio di un’epoca che, dopo le pubblicazioni di Darwin e T. Huxley, ridefiniva la visione dell’Uomo.

Una storia che deve far riflettere.

 

Dal Corriere della Sera del 26 Marzo 2015:

 

Anno 1904, nella città di New York veniva esposto in una gabbia dello zoo del Bronx l’anello di congiunzione tra l’uomo e la scimmia, il suo nome era Ota Benga. In realtà Ota Benga era un essere umano con l’unica ‘colpa’ di essere un africano della tribù dei Pigmei e di essersi fatto catturare da un mercante di schiavi che l’aveva rivenduto ad un uomo d’affari statunitense Samuel Phillips Verner al quale serviva per farne mostra ad una fiera. 

Un caso di fraintendimento di quello che affermava la scienza si potrebbe pensare, ma questo è un ragionamento che si potrebbe sostenere nel caso dell’uomo d’affari ma che si scontra contro il fatto che fu W. J. McGee,  il direttore del dipartimento di antropologia della Louisiana a volerlo per una mostra in cui avrebbe rappresentato il gradino evolutivo più vicino ad una scimmia. come riferito su “The South Carolina Historical Magazine Vol. 96, No. 1 (Jan., 1995), pp. 82-84“:

Non un fraintendimento della scienza, infatti afferma il South Carolina Historical Magazine: 

“in un’epoca imperiale che caratterizzava il mondo nei termini di ‘sopravvivenza del più adatto’ -darwinismo sociale-…”

Tutto il mondo della scienza e della cultura era impregnato dell’idea delle “razze” favorite stampata a chiare lettere sotto il titolo dell’opera di Darwin:

E fu ancora un’istituzione scientifica come l’American Museum of Natural History nella persona del suo direttore  Hermon Bumpus a volerlo ospitare nei suoi locali.  Ma Evidentemente Ota Benga non poteva tollerare di essere trattato come un’animale e si distinse in due episodi che ne valsero l’allontanamento dal Museo, in uno scagliò una sedia contro uno dei nomi più in vista dell’alta società newyorkese, la “filantropa” Florence Guggenheim, nell’altro, irritato per essere stato preso in braccio come una scimmia, cercò di strangolare uno degli uomini più potenti degli Stati Uniti, Daniel Rockefeller.

E Rockefeller non gradì la cosa, così ordinò di sbarazzarsi di Ota Benga che venne ceduto allo zoo di New York nella persona di William Temple Hornaday, uno zoologo che ne era il direttore e che provvide ad esporre questo “anello di congiunzione” in un’apposita gabbia: era ancora un’autorità scientifica a trattare Ota Benga da essere inferiore.

l fatto suscitò le proteste del Reverendo James H. Gordon del Howard Colored Orphan Asylum di Brooklyn, il clima razzista di quell’inizio ‘900 è evidenziato dal fatto che il sindaco della città, George McClellan, rifiutò di incontrare il Reverendo Gordon per appoggiare la sua causa e si congratulò invece con il direttore dello zoo, William Temple Hornaday che per risposta gli scrisse: “Quando la storia del giardino zoologico sarà scritta, questo sarà il suo passaggio più divertente.”

Ota Benga fu infine tolto dallo zoo ma non superò mai i contraccolpi della sua avventura umana passata attraverso la guerra, il mercato degli schiavi, lo sradicamento dalla sua terra e la triste vicenda dello zoo, così nel 1916 si tolse la vita.

In una vicenda in cui sono coinvolti tre scienziati di livello medio alto e la parte più elevata della società statunitense rappresentata dai Guggenheim e i Rockefeller, in quel faro del progresso che era la New York di inizio ‘900, era questa la visione che la scienza, e il darwinismo in particolare, proiettavano sul mondo, avrebbe allora senso parlare di caso anomalo, di errore di interpretazione del darwinismo? La risposta evidentemente non può essere così banale.

Grazie al Prof. Antonio Monda, docente presso la Tisch School of the Arts dell’Università di New York, adesso è possibile riproporre questa storia che ha rischiato di essere dimenticata, se non proprio rimossa.

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

51 commenti

  1. Purtroppo la storia degli zoo umani comincia molto prima, ed in modo indipendente, da Darwin. Famoso era quello dei Medici, allestito nel giardino zoologico del Vaticano (vedi http://www.nhbs.com/title/83226/zoo-culture). Famoso erano le esibizioni di P.T. Barnum, cominciate nel 1835. Famosa era la “venere ottentotta”, i gemelli Aztechi, … Tutti esempi che precedono gli scritti di Darwin. Diffuse erano le esibizioni in tutta europa, a meta’ del 1800 prima che la teoria di Darwin si diffondesse.
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    E si, di questa ignobile attivita’ si sono macchiati anche scienziati darwinisti (quelli citati, in realta’, erano di basso livello, ma non importa). Le persone fanno cose ignobili. Ma la teoria dell’evoluzione, descrive la natura’, racconta cosa “e'”. Non prescrive cosa debba essere. Stai invertendo i rapporti di causa (e prendendo un episodio al di fuori del suo contesto e della storia, “cherry picking”).

    • Giuseppe Cipriani on

      Arrenditi Gvdr, tutti i mali del mondo sono frutto della teoria dell’evoluzione… Sei ormai l’unico qui a non averlo ancora capito. Nonostante tutti gli esempi che in questi anni il prof. Pennetta, con profondo equilibrio di giudizio, ha portato alla luce dei fatti. Come smentire che il povero Darwin ha avuto nella storia dell’uomo il triste primato di elaborare una teoria che è riuscita a far danni ancora prima di essere elaborata? E come smentire che a causa della stessa tutti gli uomini malvagi e prepotenti si sono arrogati il diritto di prevaricare il prossimo? Se Darwin non fosse esistito, se la sua teoria non fosse mai stata elaborata adesso saremmo ancora nel paradiso dell’Eden, senza più problemi manco coi creazionisti, tutti felici e contenti con i leoni tutti vegetariani… Che bei tempi quelli!

      • Perché questi toni piccati Giuseppe?
        Ci accorgiamo solo adesso che la tesi che sostengo a a partire dalla pubblicazione di “Inchiesta sul darwiniismo” è che si tratti di una teoria cucita addosso ad un’ideologia capitalista-colonialista, figlia di questa e contemporaneamente giustificazione della stessa?
        Non si accorge che la sua ironia rivela solo un’impotenza davanti alla verità storica?

    • Come dicevo mentre quelli citati in questo ed altri interventi sono episodi circoscritti, delle “curiosità”, i fatti riportati in questi giorni, e che completeremo con altri, dimostrano che il razzismo, malthusianesimo e l’eugenetica non erano occasionali fraintendimenti ma l’interpretazione autentica della teoria nelle sue implicazioni extra scientifiche.

      • Eventi isolati, come la fondazione della filosofia del “destino manifesto” dei pionieri americani, che con la scusa che Dio preferiva loro (altrimenti avrebbe dato fucili anche ai nativi) hanno perpetrato il loro bel genocidio
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        Mentre mi devi ancora spiegare come mai si debbano obliterare tutte gli scritti antirazzisti di quelle famose 17 recensioni. E si che lì ci sono eminenti evoluzionisti…

    • esattamente come si passa dalle fonti storiche che descrivono la corte multienica del Cardinale Medici ad un fantomatico “zoo umano” “allestito nel giardino zoologico del Vaticano”?

      • Rileggendo quelle fonti storiche. E quello non era l’unico. Ma, del resto, siamo in un sito di apologetica, le fonti vanno interpretate per distruggere il nemico e osannare la chiesa. Io mi sto stufando velocemente…

        • Ma scusi GVDR lei che è un ricercatore, se si scoccia come pare evidente dai suoi numerosi commenti, per come vengono trattati qui gli argomenti, perchè continua a commentarli?

          • Per due motivi. Innanzitutto, perché, in fondo, ancora voglio credere nella buona fede di molti che commentano qui, Enzo compreso. Esprimono dei dubbi su una complessa materia scientifica, per quanto mi è possibile rispondo. E non mi credo infallibile, c’è sempre la possibilità che quei dubbi siano fondati. Mi scoccio quando constato che ad una critica scientifica subentra una apologetica ideologica, più comoda ma meno interessante.
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            Poi, ritengo importante che un lettore che passi di qui abbia la possibilità di sentire un controcoro. E si faccia una idea per conto suo. Per questo, ad esempio, cerco sempre di fornire indicazioni bibliografiche, così se qualcuno vuole approfondire può farlo.

      • Quindi non avrà nessun problema a farmi leggere la fonte storica che parla di un giardino zoologico in vaticano con umani….
        Attendo.

        • Certo,
          Puoi consultare la “Story of Civilization” di Durant e Durant, vol V, pagine 530 – 533, e riferenze ivi citate.

          • Mmm, credo sia a pagina 530:
            “Cardinal Ippolito de’ Medici kept a human menagerie — a collection of barbarians of twenty different nationalities, all of splendid physique”
            .
            Non è, però, una gran citazione, devo darne atto. Era nei miei appunti, e pensavo fosse più dettagliata. Dovrò andare a controllare.

          • ciao Gvdr, riconosco la tua onestà intellettuale, nell’ammettere non sia una gran citazione. In questi mesi son purtroppo assente perchè assisto una carissima amica nella stesura di una tesi. E da quello che sto imparando (in materie non di mia competenza, fino a ora) è che un conto è portare un ‘documento’ (testimonianza molto prossima al soggetto in questione) ed un conto è riportare un contributo storiografico che parla, appunto, di documenti. non ho trovato bibliografia riguardo questa citazione. Se trovi qualcosa sul cardinal Ippolito, mi interessa. per rimanere sul livello di citazioni, un pò così, ecco cosa dice – per quel che vale, wiki: Gli zoo etnografici erano spesso basati sull’unilinealismo, il razzismo scientifico e il Darwinismo sociale.
            ciao, mi reimmergo e ricasco nell’oblio.

          • Bè certo ma non trovo nulla su uno zoo ‘allestito nei giardini del Vaticano’ espressione che in italiano fa venire appunto in mente quanto è accaduto a Ota Benga.
            Per questo le ho chiesto dove dovevo leggere anche magari per poter individuare le ‘referenze ivi citate’…

            Attendo ora la consultazione dei suoi appunti.

          • Giuseppe Cipriani on

            Che pedanteria, Domenico. Sai bene dove vuoi parare, e dietro questa farsa del politicamente corretto, vuoi in fondo dimostrare che Gvdr ha preso una cantonata. Ma chissenefrega se in Vaticano non c’è stato nessun zoo umano, come se non bastasse che i peccatori di tutte le parrocchie abbiano infangato il principio che in religione li vorrebbe tutti buoni, tutti santi, tutti distaccati dal denaro e dal potere, tutti rispettosi del loro prossimo… Così come accade oggi in ogni comunità dove la religione la fa da padrona… Ah, già, se non è così non è colpa dei principi, ma dei peccatori, già, dimenticavo l’apologetica, quell’arte sopraffina che lava i cervelli con tanta di quella sagacia che fa loro credere di pensarla liberamente…

          • Scusi GVDR lei aveva scritto esattamente “allestito nel giardino zoologico del Vaticano” lasciando intendere appunto che quegli uomini fossero stati messi in un ‘giardino zoologico’.

          • Max, a dire il vero wiki dice anche:
            “During the Renaissance, the Medicis developed a large menagerie in the Vatican. In the 16th century, Cardinal Hippolytus Medici had a collection of people of different races as well as exotic animals. He is reported as having a troup of so-called Barbarians, speaking over twenty languages; there were also Moors, Tartars, Indians, Turks and Africans.” E cita
            .
            Mullan, Bob and Marvin Garry, Zoo culture: The book about watching people watch animals, University of Illinois Press, Urbana, Illinois, Second edition, 1998, p.98. ISBN 0-252-06762-2
            .
            Ricordavo erroneamente che il Durant e Durant avesse più dettagli.

          • Si, Max, e wikipedia dice anche:
            “During the Renaissance, the Medicis developed a large menagerie in the Vatican. In the 16th century, Cardinal Hippolytus Medici had a collection of people of different races as well as exotic animals. He is reported as having a troup of so-called Barbarians, speaking over twenty languages; there were also Moors, Tartars, Indians, Turks and Africans.”
            Citando
            Mullan, Bob and Marvin Garry, Zoo culture: The book about watching people watch animals, University of Illinois Press, Urbana, Illinois, Second edition, 1998, p.98. ISBN 0-252-06762-2
            A cui avevo già fatto riferimento. Ricordavo, sbagliandomi, che il Durant e Durant presentasse più dettagli. Mi sono sbagliato. Devo andare a ripescare quel libro e vedere come supporta l’affermazione…

          • C’è un mio commento sospeso in moderazione da qualche parte (strano, questo giro non ci son nemmeno link…).

          • GVDR,
            la informo che nel suo primo commento ha dato un link al libro ‘Zoo culture: The book about watching people watch animals’ dove c’è una utile preview disponibile e quindi non deve andare a ripescare nulla.

  2. Di storie razziste, più o meno volontarie che ne sono molte, dagli indigeni che si sosteneva non avessero l’anima, all’idea che l’uomo africano fosse nato dall’accoppiamento tra uomo e scimmia (questo successe anni prima di Darwin), fino alla triste triste storia qui raccontata. Io credo che oggi sia facile giudicare, ma spesso nei secoli scorsi era proprio la poca conoscenza scientifica che garantiva l’alibi per la dominazione di alcuni su altri.

    • Sì, gli schiavisti in cerca di affari nel Nuovo Mondo hanno provato a sostenere che gli indigeni non avessero l’anima, ma la Chiesa sostenne il contrario, infatti è accusata di aver approfittato della conquista per fare proselitismo e guadagnare anime al Padreterno…(un’analoga “leggenda nera” riguarda le donne, si sventola un intervento in un lontano concilio ecumenico, ma di fatto le donne hanno sempre avuto tutti i sacramenti, mentre, ad esempio, gli animali non accedono ai sacramenti…e poi peccato che la devozione maggiore verso un esponente dell’umanità sia proprio quella riservata a una donna…).
      Se gli “zoo umani” prima erano dovuti alla poca conoscenza scientifica è del tutto evidente che quello descritto in questo articolo fosse all’opposto il primo dovuto alla presunta conoscenza scientifica e per questo se ne parla in questo blog. Quindi non è la stessa cosa di quanto è avvenuto sempre, infatti il pigmeo veniva indicato “scientificamente” come il famoso “anello mancante” tra l’uomo e la scimmia, mentre le esibizioni da circo sopra citate erano solo espressione di un desiderio di mostrare il meraviglioso, o l’orrido, ossia di provocare forti sensazioni senza alcuna pretesa di scientificità.

      • Le tue tesi assolutorie servono di poco, perchè la Chiesa impiegò veramente tanto tempo a sostenere quell’idea e lo stesso Bartolomè de las Casas ne fu testimone. Quello che provocò probabilmente il maggior genocidio della storia dell’umanità, cioè la conquista del continente americano, fu perpetrato con il beneplacito delle autorità religiose, quindi se la scienza è stata crudele, la religione non fu mai di meno.
        Riguardo gli zoo umani penso che GVDR abbia già dato una risposta abbastanza esaustiva.

        • Hai letto e recitato la solita versione della storia che va per la maggiore (anche se sempre meno di un tempo), la solita campana assordante che pure io ho ascoltato per decenni, prima di ascoltarne almeno un’altra che narrava tutt’altre cose e di decidere liberamente quale fosse più affidabile.
          Comunque c’è sempre tempo per arricchire il proprio orizzonte informativo e formativo.

        • La Chiesa due mesi dopo il ritorno di Colombo ha emesso una bolla in cui si invitava la conversione dei popoli appena scoperti. Ovviamente non c’è possibilità di conversione se a qualcuno non si attribuisce l’anima. Due mesi altro che la Chiesa impiegò tanto tempo…
          Se lei ha letto veramente Las Casas avrà visto che a suo sostegno cita i documenti papali ed ufficiali cioè dell’autorità religiosa.

          • Giuseppe Cipriani on

            E, la Chiesa Santa e cattolica, invitava anche a battezzare e a battezzare e ancora battezzare quei selvaggi perché andassero in paradiso, a tutti i costi, perché gli voleva un gran bene… A costo di passarli a fil di spada, ma battezzati perdio!
            Naturalmente so che giudicare duramente oggi quello scempio è un po’ esagerato, allora era normale pensare che l’unica via della salvezza fosse quella del battesimo, oggi le cose sono un po’ cambiate e per rispetto di tutte le confessioni religiose i papi sono molto ma molto più prudenti…

          • Peraltro quella del rispetto dei popoli indigeni da parte della Chiesa è una delle non molte cose che la storiografia ufficiale ha fatto fatica a tenere nascosta alle masse, più che altro grazie al film Mission, che a sua volta rappresenta un’eccezione per l’industria cinematografica che normalmente produce film vergognosamente anticattolici (ma appunto si è detto che il razzismo anticattolico è l’unico accettato nel sistema del politically correct).

          • Dalla Bolla Veritas Ipsa del 1537:

            ” … consideriamo tuttavia che gli stessi indios, in quanto uomini veri quali sono, non solo sono capaci di ricevere la fede cristiana, ma, come ci hanno informato, anelano sommamente la stessa; e, desiderando di rimediare a questi mali con metodi opportuni, facendo ricorso all’autorità apostolica determiniamo e dichiariamo con la presente lettera che detti indios e tutte le genti che in futuro giungeranno alla conoscenza dei cristiani, anche se vivono al di fuori della fede cristiana, possono usare in modo libero e lecito della propria libertà e del dominio delle proprie proprietà; che non devono essere ridotti in servitù e che tutto quello che si è fatto e detto in senso contrario è senza valore; che i detti indios ed altre genti debbono essere invitati ad abbracciare la fede in Cristo a mezzo della predicazione della parola di Dio e con l’esempio di una vita edificante, senza che alcunché possa essere di ostacolo .”

            E’ abbastanza chiara?

            E ripeto chiunque abbia letto veramente Las Casas sa che mentre denunciava i crimini degli spagnoli a suo sostegno citava l’autorità papale e i documenti del magistero.

          • Come sempre, quando si racconta solo la parte che interessa della storia, si finisce col prendere fischi per fiaschi, perchè dopo meno di un anno dopo lo stesso Paolo III emise la Non indecens videtur in cui dichiarava di “cassare, cancellare e annullare” l’enciclica che vietava la schiavitù. Perchè? Tutti sappiamo il perchè…

          • Bravo ignorante!
            La Sublimis è una bolla e quindi la Non indecens che si riferisce alle brevi non la annulla..

          • La “Non indecens videtur” annullò la “Pastorale officium”, non la “Sublimis Deus”.
            L’insegnamento della Chiesa in materia era peraltro lo stesso della “Sicut dudum” (1435) e fu ribadito successivamente da altri pontefici.

          • Giuseppe Cipriani on

            Ciò non toglie nulla al fatto che la cosiddetta civiltà cristiana si credeva il massimo del massimo e i poveri Indios furono politicamente trattati come merce, alla faccia delle indicazioni di facciata della Chiesa che spartiva pappa e ciccia col potere politico. I poveri francescani e domenicani in prima linea contavano come il due di picche con briscola denari…

          • a parte le giuste osservazioni di Piero e Giovanni, ma chi sta parlando di schiavitù? Qui si discuteva se la Chiesa avesse impiegato ‘veramente tanto tempo’ a riconoscere che gli indigeni avessero l’anima. I documenti officiali dimostrano che non c’è mai stata incertezza.

          • Giuseppe Cipriani on

            A me la cosa non pare secondaria: tanto più se si riconosceva a quei poveretti lo status di uomini e non di bestie. Ma capisco che si sorvoli su un aspetto che la dice lunga sul ruolo della Chiesa di quei tempi: pappa e ciccia col potere politico, quasi una simbiosi…

          • Giuseppe, sembra davvero che l’unico pensiero sia trovare colpe della Chiesa, si parlava di un presunto razzismo e si è mostrato che non è vero, allora ecco che si tira fuori l’evergreen della collusione coi potenti, insomma l’importante è parlarne male.

        • @Giuseppe Cipriani, anche oggi tanti che si dicono cristiani e cattolici non brillano per onestà o approvano l’aborto.
          Ma il Magistero rimane nei secoli un faro sicuro di riferimento.

          • Giuseppe Cipriani on

            Brilla così tanto, quel faro sicuro, che oggi si ammette tranquillamente che lo Spirito soffia dove vuole… Finalmente io dico, ma un tempo fuori dell’ovile non c’era speranza per nessuno, o no? Diciamo, dai, che dal secondo concilio un po’ di cose si sono ammorbidite, se così non fosse non ci sarebbe la guerra sommersa (ma neanche tanto) coi preconciliari puri e crudi, quelli del catechismo di Pio X, che il nuovo catechismo non lo digeriscono… Chissà perché, eh?

          • Che lo Spirito (pneuma) soffia dove vuole l’ha detto Gesù Cristo (Gv 3,8), non il Concilio Vaticano II, e non vedo proprio come questo metta in discussione il Magistero…

          • Cipriani sembra il figlio in quella commedia di Eduardo, che se ne esce fuori ogni tanto con “Nun me piace ‘o presebbio

          • Giuseppe Cipriani on

            « No, fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana nessuno può salvarsi, come niuno poté salvarsi dal diluvio fuori dell’Arca di Noè, che era figura di questa Chiesa »
            (Catechismo di Pio X)
            .
            CATECHISMO OGGI
            819 Inoltre, “parecchi elementi di santificazione e di verità” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 8] “si trovano fuori dei confini visibili della Chiesa cattolica, come la Parola di Dio scritta, la vita della grazia, la fede, la speranza e la carità, e altri doni interiori dello Spirito Santo ed elementi visibili”

  3. E come se non bastasse è opportuno ricordare che nessun animale in natura tende alla soppressione di sé stesso, bensì tende sempre alla sopravvivenza. Questo per ricordare che solo l’essere umano è capace di compiere quel’atto, seppur tremendo, che è il suicidio.

    • Questo non è vero, anche un animale in condizioni di stress può lasciarsi morire di fame. Ci sono svariati casi di cani che dopo aver perso l’amato “padrone” (perché è morto, o perché sono stati abbandonati) hanno smesso di mangiare e lottare per la sopravvivenza, fino alla morte.
      Stessa cosa può succedere anche ad animali strappati dall’habitat naturale, e detenuti in condizioni indegne, ad esempio può succedere che i delfini nei delfinari perdano la voglia di vivere, fino a smettere di respirare(nei cetacei, a differenza dei mammiferi terresti uomo compreso, la respirazione è volontaria, per ovvi motivi non hanno il “riflesso respiratorio” che impedisce a noi umani di smettere di respirare volontariamente)

  4. L’ennesima dimostrazione della ineludibile necessità che la scienza dovrebbe essere considerata solo per quello che é, semplice strumento di conoscenza della realtà; punto. Senza scienza si può anche vivere (male) ma senza umanita’ la vita é ridotta al banale essenzialismo della lotta per sopravvivere e diventa insignificante appena superato lo spartiacque dell’utilitarismo. Quanto innescato da Darwin ha la caratteristica (ancorche’ sia completamente corroborata o meno la sua teoria…) di presentare “contiguità” con i temi del senso della vita (umana) e della capacità dell’uomo di speculare indipendentemente dalla fenomenologia fisica; temi che non possono che essere esclusivi della filosofia, della religione, dell’arte, delle materie umanistiche in genere. Forse anche per questo é importante arrivare a chiarire quanto possibile gli elementi della teoria dell’evoluzione ancora ammantati di molti “se”, “forse”, “é probabile”, “per adesso…”, ecc.

  5. Trovo singolare come le principali cause di suicidio da parte degli animali abbiano origine dall’uomo e che accidentalmente non vi siano osservazioni di fenomeni analoghi prima della comparsa delle fonti storiche umane. Magari un qualche rogo di libri primordiale.

    • Forse perché gli animali non scrivono libri? comunque non volevo dire che le forme di “suicidio” animale siano paragonabili a quelle umane, ovvio che ci sono delle differenze cognitive, ad esempio non sappiamo se il cane che smette di mangiare è consapevole che non nutrendosi morirà nel giro di pochi giorni, oppure se viene sopraffatto dall’emozione negativa del momento, senza rendersi conto delle implicazioni.
      Probabilmente il cane non si rende conto, non è in grado di fare previsioni future, non può scegliere se “suicidarsi” o meno, è costretto a seguire il “cuore” e l’istinto, senza alternative.
      Ma del resto anche in molti suicidi umani il libero arbitrio è discutibile, l’uomo che si suicida in seguito a un evento traumatico è sopraffatto dal dolore, se non viene aiutato potrebbe non avere le risorse per fare una scelta vera e pienamente consapevole, potrebbe venire sopraffatto dagli eventi e dalle emozioni. Non molto diverso dal cane!
      Quindi se chiamiamo suicida l’uomo che si toglie la vita in preda al dolore e alla disperazione, possiamo benissimo definire suicidio anche quello del cane che perde il suo punto di riferimento umano, il suo “padrone”, e rimane tragicamente solo
      Se invece vogliamo conferire la dignità di suicidio “umano” soltanto in quelle forme che ci distinguono nettamente dall’animale, cioè solo a chi si toglie la vita non in un impeto di dolore ma dopo una scelta lucidamente meditata, pur avendo delle alternative , come Socrate, allora anche il suicidio di Ota Benga è “animalesco”, simile agli animali costretti in cattività che digiunano fino alla morte. Ota Benga non aveva alternative, non poteva tornare dalla sua famiglia e dalla sua tribù, era costretto in terra straniera come un lupo “strappato” dal suo branco e messo in uno zoo !

      • Alessandro Giuliani on

        ‘sucidio animalesco’ ? Continuiamo con le idee degli zoo umani ? Non si tratta qui di stabilire che è più o meno ‘cattivo’, si tratta di interrogarsi seriamente sui mali del pensiero moderno, cioè di quanto osserviamo QUI E ORA e allora il misconoscere la dignità unica dell’uomo (anche inavvertitamente) è l’inizio della deriva che porta ai casi come quello di Ota Benga…

        • “suicidio animalesco” TRA VIRGOLETTE!
          Non si tratta di sminuire la dignità umana, ma di riconoscere anche la dignità animale, e di VERITA’

          Se si dice che il suicidio, inteso come possibilità di lasciarsi morire pur avendo un corpo sano, è prerogativa esclusivamente umana, si afferma una cazzata!

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