TTIP: una classe politica di zombie cede sovranità nazionale

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I parlamentari non ne sanno nulla, eppure si tratta una forte cessione di sovranità nazionale.

Cos’è il TTIP, il trattato di cui si parla il meno possibile.

 

 La sigla TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) è sconosciuta alla maggioranza della popolazione, eppure si tratta di qualcosa che riguarda seriamente tutti noi. Ad un’imbarazzante e deprimente ignoranza da parte dei politici, documentata dal servizio di Report pubblicato sul Corriere della Sera, fa riscontro una serie di articoli sui quotidiani che manifestano in modo quasi del tutto trasversale delle riserve sul trattato stesso. Uno degli articoli più chiari è quello pubblicato su La Stampa nel quale vengono riportate le obiezioni del senatore centrista francese Jean Arthuis:

“ Primo – mi oppongo alla composizione privatistica delle controversie fra Stati ed imprese. Domani, come vuole la proposta americana, un’azienda che si ritenga lesa dalla decisione politica di un Governo vi potrebbe ricorrere. È l’esatto contrario della mia idea della sovranità degli Stati. 

“ Secondo – mi oppongo ad ogni messa in causa del sistema europeo di denominazione d’origine controllata. Domani, se l’hanno vinta gli USA, ci sarà solo un registro non vincolante, e solo per i vini e liquori. Una tale riforma ucciderebbe molte produzioni locali europee il cui valore poggia sull’origine certificata. 

“ Terzo – Mi oppongo alla firma di un trattato con una potenza che spia massicciamente e sistematicamente i miei concittadini europei, e le imprese europee. Fino a quando l’accordo non protegge i dati personali dei cittadini europei (ed americani se è per questo), non bisogna firmarlo. 

“ Quarto – Gli Stati Uniti propongono uno spazio finanziario comune transatlantico, ma rifiutano categoricamente una regolamentazione comune della finanza, come rifiutano di abolire le sistematiche discriminazioni fatte dalla piazze finanziarie americane contro i servizi finanziari europei. Io mi oppongo a questa idea di uno “spazio comune” senza regole comuni, e che manterrebbe le discriminazioni commerciali. 

“ Quinto – Mi oppongo alla messa in causa della protezione sanitaria europea. Washington deve capire una volta per tutte che nonostante la sua insistenza, non vogliamo nei nostri piatti né animali trattati all’ormone della crescita, né prodotti OGM, né decontaminazione chimica delle carni, né sementi geneticamente modificati, né antibiotici non terapeutici nell’alimentazione animale. 

“ Sesto – Mi oppongo alla firma di un accordo che non includa la fine deldumpingmonetario americano. Dalla soppressione della convertibilità in oro del dollaro e al passaggio del sistema di cambi fluttuanti, il dollaro è allo stesso tempo la moneta nazionale statunitense e l’unità di riserva e di scambi mondiale. La Federal Reserve pratica dunque senza sosta il dumpingmonetario agendo sulla quantità dei dollari disponibili per favorire le esportazioni americane. La soppressione di questo svantaggio sleale suppone, come propone la Cina, di fare dei ‘diritti speciali di prelievo’ del Fondo Monetario la nuova moneta mondiale di riferimento. In termini di competitività, l’arma monetaria ha lo stesso effetto dei dazi doganali. 

“ Settimo – Al di là del settore audiovisivo, bandiera dell’attuale Governo francese (Hollande-Valls) che serve da foglia di fico alla sua viltà su tutti gli altri interessi europei nel negoziato, pretendo che ogni ‘eccezione culturale’ sia difesa. Specialmente, è inaccettabile lasciare che i servizi digitali nascenti d’Europa siano spazzati via dai giganti americani come Google, Amazon o Netflix. Giganti che essendo padroni dell’’ottimizzazione fiscale’ [ossia del pagare le tasse nei Paesi di loro scelta, dove la tassazione è più lieve]fanno dell’Europa una colonia digitale.  

C’è dunque veramente di che preoccuparsi, e le perplessità non vengono solo da parte europea ma ad esempio anche da una persona come Robert Reich, economista ed ex Segretario al Lavoro sotto la presidenza Clinton, che spiega in un efficace video le problematiche del TTIP:

 

Il 18 Aprile scorso si è svolta una giornata mondiale contro l’approvazione del TTIP, tra tante giornate “mondiali” una che vale la pena di seguire.

Chissà che dentro il Parlamento qualcuno cominci a domandarsi cosa è il TTIP.

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

18 commenti

  1. Imbarazzante e deprimente ignoranza da parte dei politici ? Quelli, secondo me, sanno bene cosa sia questo trattato-tagliola. Come sanno bene cosa sia il signoraggio bancario.
    Purtroppo il popolo viene tenuto sempre all’oscuro di queste trattative omicide, e i motivi sono ovvi.
    I politici sono i camerieri dei banchieri…

    • Francamente non so se pensare che siano imbarazzantemente ignoranti o imbarazzantemente traditori.
      Penso però che un trattato a cessione di sovranità nazionale sia incostituzionale e che qualsiasi vero rappresentante della nazione che giungesse alla Corte Costituzionale o al Governo dovrebbe dichiararlo nullo.

      • Salvo, i politici sono solo pedine che vanno e vengono, i veri giocatori sono altri. Probabilmente alcuni di loro hanno letto il trattato ma o sono totalmente dipendenti dal paradigma economico dominante oppure non hanno le capacità (nè la voglia, naturalmente, sai che fatica pensare?) per comprenderne le conseguenze.
        Già solo il fatto che diverse clausole siano segrete dovrebbe indurre qualunque politico serio a riutare una cosa simile.
        Politico serio?
        È più probabile che esista il sarchiapone.

  2. Alessandro Giuliani on

    E’ che l’impero non ce la fa più a sopportare la normale dialettica di diversi gruppi di interesse ed esigenze contrastanti, siamo al redde rationem….ma sicuramente è meglio parlare di stupidaggini. Molto belli i punti del parlamentare francese, qui dobbiamo intensificare la divulgazione delle notizie.

    • Intervento come quello di Arthuis e Reich testimoniano che c’è gente che non ha smesso di ragionare, e sono certo che ce n’è molta in giro, quindi concordo con la tua conclusione, divulgare, divulgare, divulgare…

  3. Professor Pennetta, credo, più in generale, che il problema di fondo sia poi un’altro: le zone di libero scambio, i mercati comuni, le monete uniche ecc. senza unione politica non funzionano. L’Unione Europea ne è un esempio lampante (il problema non è l’euro o i feticci come il signoraggio…ma cosa si decide di farci con la moneta). Accordi di questo genere sono rigidi e deprimono la democrazia che, nella definizione più asettica possibile, è un sistema di contendibilità, secondo regole concorrenziali, delle posizioni di controllo (i.e. selezione della politica migliore per i governati da parte dei governati stessi) . Non tanto, dunque, cessione di sovranità (in Italia, ad essere onesto, sarebbe anche auspicabile) ma deficit democratico. I trattati come il TTIP sono rigidi e governati da una tecnostruttura irresponsabile politicamente (comoda per i politici come lo è, per intenderci, Equitalia per il Ministro delle finanze, che può sempre darla in pasto al volgo dando l’idea che lui non c’entra niente con la riscossione dei tributi. Un pò come quando si dice: “ce lo chiede l’Europa” cioè una Commissione nominata dai politici). Tecnostruttura quindi sensibile solo all’interesse particolare e contingente (i.e. indicatori economici in voga al momento – spread piuttosto che altro – in linea con le aspettative di non si sa chi). Tecnostruttura, di contro, insensibile all’interesse generale e di prospettiva (soprattutto in chiave sociale) ….. sono lontani i tempi del discorso di Bob Kennedy sul PIL.

  4. https://www.youtube.com/watch?v=fsNJvDAEG60

    Un video che spiega in maniera chiara e semplice le conseguenze!

    Il problema non è tanto la cessione di sovranità nazionale in sé, la sovranità si può anche cedere senza conseguenze negative(l’UE, l’ONU, Schengen, e vari trattati internazionali sono di fatto una cessione di sovranità), in questo caso sono le condizioni che sono inaccettabili, sconvenienti per la maggioranza dei cittadini
    Anche la convenzione di Schengen è una parziale rinuncia di sovranità, ma quella a differenza del TTIP comporta molti più vantaggi che svantaggi!

    • Al di là della convenienza o meno dei trattati come quello di Lisbona o della convenzione di Schengen, a mio parere c’è sempre stato un difetto nella mancanza di una consultazione popolare come invece è accaduto in altri paesi.
      Grazie per il video che inquadra specificamente il problema legale.

  5. Il bello è che in altri paesi europei (tipo Francia e Germania) se ne discute animatamente anche con grande partecipazione del pubblico, mentre l’Italia come sempre si conferma il fanalino di coda del continente. Anche se disinformata, l’opinione pubblica straniera è sempre più informata di quella italiana.
    Domanda retorica: sarà merito dei media? 😉

    • alessandro giuliani on

      Dipende dagli individui..una delle tante sciocchezze della modernità è quella di usare formule vuote come libertà individui stato uguaglianza a prescindere dalle condizioni al contorno.

      • Posso rivoltare la domanda: davvero la libertà degli individui è garantita da una maggiore sovranità nazionale? Sovranità nazionale vuol dire spesso autoreferenzialità della burocrazia statale. A questo punto, ha ragione chi parla di condizioni al contorno…

  6. Forse l’avevo già fatto notare ma ormai, in perfetto silenzio, eleggiamo solo i sindaci in codesta SUPPOSTA Democrazia. Le province non le eleggiamo più. Le regionali sono schermate dalla pagliacciata delle primarie non istituzionali. Le Nazionali beh che dire di un non votato che dopo una sentenza di non costituzionalità del Porcellum vuol imporre deputati nominati. Alle europee votiamo per chi NON legifera. Non vedere la chiara agenda mostra solo stoltezza da struzzo. Abbiamo perso la Democrazia pezzo a pezzo. Gran merito va a chi non ha coraggio di vedere l’agenda perché SCEGLIE di far finta di non vedere.

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