E-Cat Story

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e-cat

Cosa è accaduto all’E.Cat, l’invenzione che prometteva di rivoluzionare la produzione di energia?

Ecco come stanno veramente le cose.

 

E-Cat Story.

By Alfonso Pozio

Tra i contributi on-demand è stato richiesto dai lettori un approfondimento su un argomento molto dibattuto sulla rete, la macchina di Rossi-Focardi ovvero il sistema per la produzione di energia E-Cat che dovrebbe essere commercializzato dal 2016.

La “Storia” del catalizzatore Rossi-Focardi è nota a tutti i cultori di scienza al punto da essere una voce costantemente aggiornata di Wikipedia che dice:

Il catalizzatore di energia (in inglese Energy Catalyzer o E-Cat) è una presunta fonte di calore che, secondo quanto affermato dagli inventori, sfrutterebbe un processo di fusione fredda. particolare, ribattezzato trasmutazione LENR (Low Emission Nuclear Reaction) L’E-Cat è stato messo a punto e brevettato in Italia dall’ imprenditore Andrea Rossi con il sostegno del Professore emerito Sergio Focardi, fisico dell’Università di Bologna”

Il dispositivo E-Cat è stato realizzato a partire dagli studi di Focardi e Piancatelli (1998). Secondo la prima descrizione data da Rossi, si tratta di un reattore, contenente polvere di nichel, in cui viene immesso idrogeno in pressione (2-20 atm) scaldando ad una determinata temperatura. Al di sopra di 600°C si innescherebbe un ipotetica trasmutazione LENR del nichel in rame con produzione di calore.

Su questa rivendicazione poggia la domanda di brevetto internazionale (WO2009/12544A1) presentata nel 2008. La richiesta di brevettabilità, tuttavia, ricevette una relazione sfavorevole motivata dal fatto che il processo e gli elementi forniti dall’inventore non erano sufficienti a stabilire un’ originalità rispetto allo stato dell’arte ed anzi andavano contro conoscenze scientifiche note.

Pur senza questa conferma, l’apparecchio fu più volte mostrato al pubblico. Una prima volta a gennaio del 2011, una seconda a marzo ed una terza ad ottobre dello stesso anno in dimostrazioni tese ad evidenziare la produzione netta di una quantità di energia termica non attribuibile a reazioni chimiche dovute alla quantità di combustibile inserito (polvere di nichel ed idrogeno). Insieme a questo risultato si evidenziò l’assenza di emissione di qualsiasi tipo di radiazione.
Gli inventori ammisero di non riuscire a spiegare esattamente le cause del fenomeno osservato ma sulla scorta di un analisi chimica del residuo che individuava rame, ipotizzavano la trasformazione del nichel seconda la LENR. In realtà le analisi chimiche riportate sul brevetto, mostravano solo presenza di zinco che gli autori spiegavano attraverso un fenomeno di “fissione”!?:
Fig. 1 – Estratto dal Brevetto di Rossi N° WO2009/12544A1

Le dimostrazioni del 2011 comunque non consentivano un controllo indipendente. La macchina veniva fatta funzionare attraverso azioni dell’inventore mentre alcuni scienziati designati da Rossi stesso misuravano la quantità netta di calore prodotto e l’eventuale emissione di radiazioni. Da questi test non è scaturita alcuna pubblicazione con peer review che permettesse alla comunità scientifica di vagliarne le basi teoriche. Per questo motivo l’invenzione di Rossi è stata considerata poco credibile e additata da alcuni come una bufala promossa per motivi economici.

Dal 2011 quindi, si è scatenato un serrato dibattito in rete tra tifosi dell’E-Cat e scettici ad oltranza ciascuna categoria in tutte le sfumature possibili, a volte legato al ruolo dell’istituzione cui appartenevano.

Prima di arrivare a commentare la situazione attuale, come richiesto dal lettore, vorremmo ricostruire alcuni passaggi inediti e poco noti al pubblico che potrebbero aiutarci a riflettere sulla questione del controllo dei dati. La dimostrazione dell’E-Cat tenuta a Bologna il 29 marzo 2011 alla presenza dei fisici G. Levi, D. Bianchini, C. Leonardi, H. Essén, S. Kullander, suscitò una certa curiosità fra coloro che lavoravano nel settore della produzione di energia per i risultati preliminari evidenziati.


Fig. 2 – E-Cat – Andrea Rossi nell’esperimento pubblico all’Università di Bologna.

Anche la sezione Fonti Rinnovabili del centro ricerche ENEA-Casaccia si interessò al problema e si decise, dopo una riunione interna tra vari esperti, di chiedere a Rossi e Focardi se fossero interessati ad una convalida sperimentale del loro apparato.

Di seguito il testo della mail inviato dall’Ing. Stefano Galli e dal sottoscritto qualche tempo dopo:

 

La risposta e-mail di Andrea Rossi all’Ing. Galli arrivo netta dopo neanche 40 minuti:

Rossi declinò l’invito adducendo come motivazione la firma di contratti in USA ed Europa che gli avrebbero impedito di collaborare con competitori quali l’ENEA. Secondo Rossi infatti l’ENEA stava effettuando ricerche simili nella persona del ricercatore Francesco Celani. Per inciso, Francesco Celani non risultava essere dipendente dell’ENEA ma dell’INFN.
Le parole “ricerca in competizione” ci risultarono poco chiare. Capivamo che esisteva sull’argomento una competizione di tipo scientifico. Ma, quello che si offriva era, un banco di prova, con buone competenze tecnico-scientifiche, finalizzate allo scopo di convalidare i risultati sull’E-Cat. Ma, di fatto l’ENEA era vista da Rossi come un concorrente. Comunque, qualche giorno dopo rispondemmo via e-mail a Rossi manifestando ancora le nostre intenzioni:

Anche in questo caso la risposta e-mail fu quasi immediata. Cortesemente Rossi motivò ancora il rifiuto a causa della sovrapposizione della nostra proposta con altre attività in Usa ed in Italia.

Rossi concluse la mail dicendo che avrebbe eventualmente considerato in futuro la nostra richiesta. Concludemmo tra noi che, probabilmente, in presenza di un reale e ignoto fenomeno fisico, il timore di Rossi fosse quello di una sottrazione del know-how da parte di eventuali competitori perdendo così l’opportunità di trarre i dovuti vantaggi economici. Ad ogni modo, pensammo che in breve avrebbe realizzato il prodotto commerciale e che la necessità di verifiche sperimentali sarebbe stata comunque soddisfatta in seguito.

Torniamo ora al presente, a distanza di quattro anni l’invenzione non è stata commercializzata senza che fossero ben chiari i motivi di tale ritardo. Un’ipotesi è che senza la copertura di un brevetto, l’invenzione, una volta posta sul mercato, non avrebbe potuto essere protetta da eventuali plagi.
Arriviamo alla prima novità; nel 2015 è stato approvato un nuovo brevetto negli USA (US9115913B1). Confrontando il nuovo brevetto con quello del 2008 si osserva che la composizione del combustibile è cambiata. Si parla ora di una miscela di polvere di nichel metallico, litio e litio alluminio idruro (LiAlH4). A differenza del caso precedente l’idrogeno non viene immesso nel reattore in forma gassosa ma si produce direttamente per riscaldamento del litio alluminio idruro che decompone, se riscaldato, secondo le reazioni seguenti:

Secondo gli inventori ad una determinata temperatura compresa tra 600 e 1200°C si innescherebbe una reazione LENR (senza emissione di radiazioni) con produzione di calore in eccesso non attribuibile a semplici reazioni chimiche.
Il sito dell’E-Cat si sbilancia nel descrivere tale reazione:

Si tratterebbe della fusione tra l’isotopo 7 del Litio (abbondanza naturale 92.5%) e l’atomo di idrogeno per formare Berillio 8 e successivamente Elio 4 e 17.3 MeV di energia (=2.8×10-12 J) rilasciati sotto forma di calore ed equivalenti ad una densità di energia pari a 209 milioni di MJ/kg o 58 milioni di kWh/kg che sarebbe pari a 5 milioni di volte il potere calorifico del petrolio. Questa reazione che secondo gli inventori avverrebbe nel reticolo del nickel che agirebbe come catalizzatore, è stata presentata come spiegazione del calore in eccesso sviluppato dal dispositivo attraverso ciò che è stato battezzato dal suo autore come “l’effetto Rossi”.

A parte la spiegazione del tutto ipotetica, la cosa più importante è il fenomeno osservato. Su questo punto, la seconda novità è che, il fisico G. Levi dell’Università di Bologna, insieme ad altri colleghi italiani e svedesi ha eseguito un nuovo test della durata di 35 giorni sul sistema oggetto del brevetto del 2015, misurando sempre il calore prodotto e l’eventuale emissione di radiazioni. Come nel 2011, la quantità di calore prodotto non sarebbe giustificata sulla base di reazioni chimiche ed allo stesso tempo, non si registrerebbe alcun tipo di emissione di radiazioni. Rispetto ai test del 2011, è stata eseguita l’analisi chimica del combustibile prima e dopo il processo. Il rapporto precisa che prima del test le analisi evidenziano nel campione, oltre il nichel, significative quantità di Litio Alluminio ed Idrogeno e che il rapporto Litio/Alluminio è compatibile con la presenza di LiAlH4. Ma, ci sarebbe anche una quantità significativa di Ferro e grosse quantità (large amounts) di Carbonio e Ossigeno. Ci sono poi altri elementi non identificati e presenti come impurezze. Le quantità assolute dipendono dal grano di catalizzatore analizzato.

Fig. 3 – Estratto del rapporto del 2014, pagina 28.

Dunque, questa analisi avrebbe mostrato la scomparsa dell’isotopo 58 del nichel (dal 68.1% allo 0.%), la comparsa dell’isotopo 62 (da 3.6% a 98.7%) e la trasformazione del 6Li in 7Li (Tavola 1). Come nel 2011 però non appare il famoso rame della LERN.

Tavola 1 – Percentuali isotopiche del Litio e del Nichel all’inizio ed alla fine del test del 2014.

Alcune possibili reazioni di fusione che avrebbero portato alla formazione dei vari isotopi sono elencate nel seguito. Considerato il fatto che non è stato trovato rame (Cu) possiamo escludere le ultime due. Per inciso, si tratta di reazioni che avvengono ad elevatissime temperature nelle stelle di massa elevata alla fine della loro vita e, come si vede, in tutte quante è prevista la presenza di emissione di radiazioni beta + o gamma. Come queste reazioni sarebbero potute avvenire alle basse temperature del reattore e senza nessuna di queste emissioni è un problema insoluto.

Fig. 4 – Reazioni di fusione di alcuni isotopi del nichel.

Sul sito della Cornell University, nella sezione General Physics, è stato inserito un contributo ad accesso libero dal titolo: “On the Nuclear Mechanisms Underlying the Heat Production by the E-Cat”, di N. D. Cook e A. Rossi che discute appunto i risultati dell’esperimento di Levi cercando di dare un interpretazione dei fenomeni osservati. L’autore D. N. Cook, uno psicologo che insegna informatica all’Università di Osaka, fornisce una sua spiegazione teorica sulla base dell’independent particle model (IPM), un modello teorico usato per descrivere le proprietà dei nuclei atomici. Alla fine neanche Cook riesce a spiegarsi la composizione finale, l’assenza di rame e di radiazioni. Il suo suggerimento è che la misura dei raggi gamma debba essere più accurata e in prossimità del reattore.

Dunque, rispetto al passato, esistono alcuni elementi in più su cui ragionare. Tuttavia, secondo alcuni, questi elementi sono indeboliti dal fatto che lo stesso Rossi interviene in alcune fasi cruciali dell’esperimento come si legge a pagina 7 del rapporto:

Fig. 5 – Estratto del rapporto del 2014, pagina 7.

In sostanza, è Rossi che inserisce e toglie il catalizzatore che verrà analizzato. Nel rapporto si precisa però, che egli non avrebbe interferito nei test di misura. Alcuni sono scettici sia sui risultati che sulle modalità di esecuzione delle misure stesse del calore prodotto, ma in realtà non sarebbe neanche questo il problema principale. Esattamente come nel 2011, il team di esperti non è indipendente e questo forse è il maggiore dubbio sulla questione. Possiamo sintetizzarlo in un divertente aforisma del divulgatore scientifico e giornalista Piero Angela:

“La scienza è un po’ come lo sport: non può negare certi risultati, a condizione, ovviamente, che siano controllati da giudici indipendenti.”

Nel caso in questione, sia Levi che gli svedesi H. Essén, B. Höistad, R. Pettersson e L. Tegnér hanno partecipato alle precedenti dimostrazioni di quattro anni prima o sono in qualche modo legati alle attività di Rossi che ha parte attiva nell’esperimento. Tutto questo si poteva evitare e l’E-Cat ci avrebbe guadagnato.

Sul perché Rossi abbia deciso di affidare nuovamente i test a persone da lui designate piuttosto che a giudici indipendenti anche dopo aver depositato finalmente il brevetto, si potrebbe aprire un dibattito. Sta di fatto che, la filosofia di Rossi sembra essere immutata e la verifica scientifica definitiva potrà essere solo successiva alla commercializzazione. La situazione è un po’ surreale e ricorda il carosello del tonno Arrigoni. Da una parte il Rossi-venditore che sostiene la validità del dispositivo e dall’altra l’osservatore che non “compra” a scatola chiusa e aspetta solo il momento buono per smontare tutto.

Che possiamo dire al lettore che chiedeva lumi? In dubbio pro reo? Neanche questo possiamo dire in quanto il corpo del reato (l’E-Cat) non è a disposizione degli investigatori. Una cosa comunque è certa, non esistono complotti o azioni di boicottaggio da parte di “sette sorelle” o chicchessia ne disinteresse da parte di governi o pubbliche istituzioni. Anzi, Rossi è stato posto sino dal 2011 in condizione di dimostrare la validità scientifica della sua invenzione. Ha scelto un’altra strada. Certo, l’E-Cat ci ha fatto un po’ sognare e quindi propongo di continuare tranquillamente a farlo aspettando l’anno prossimo e auspicando che non sia quello della canzone di Lucio Dalla.

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Alfonso Pozio ha conseguito il PhD in Ingegneria dei Materiali ed il MSc in Chimica presso l'Università di Roma "La Sapienza". Attualmente svolge attività di ricercatore presso il Centro ENEA della Casaccia. La sua attività è focalizzata allo sviluppo di materiali associati alle energie rinnovabili ed alle tecnologie di produzione dell'idrogeno. Il Dr. Pozio ha collaborato o è stato consulente di diverse aziende private tra cui Arcotronics, Chimet, De Nora, Exergy, Engelhard, Erreduegas, Ferrania, FN, Genport, Innova, Lux Sevenstars e Roen Est.

24 commenti

  1. Ringrazio Alfonso Pozio per l’ottima ricostruzione degli eventi, anche se le mie conclusioni sono molto più dure: smettetela di sognare.
    Mi sono rivolto a due fisici nucleari ed entrambi hanno detto che la ricerca sulla fusione a freddo si è ormai praticamente chiusa (eccetto per casi isolati di singoli privati che ci provano).
    Visto che la fusione a freddo garantirebbe un Nobel, una soluzione ai problemi energetici e quindi anche politici, se fosse stata realizzata veramente l’avremmo saputo.
    Rossi parla di un catalizzatore che nemmeno Focardi ha conosciuto, dietro tanto mistero che se svelato cambierebbe il mondo si nasconde a mio avviso una bufala, sviata con la scusa del brevetto.
    Uno dei miei professori mi ha fatto notare che le grandi scoperte o sono state fatte per caso (tipo la radiazione cosmica di fondo) o dando un’interpretazione nuova a dati strani ma ben noti (tipo l’effetto fotoelettrico); ma nel caso dell’E-cat non è né l’uno né l’altro.
    Non aspettate l’anno prossimo, non è una macchina per la fusione a freddo, è solo uno scaldabagno.

    • Giuseppe Cipriani on

      Le grandi scoperte fatte per caso… Davvero esilarante leggerlo qui su CS.
      Potremmo dire che il “finalismo scientifico” (la scienza che migliora se stessa progresso dopo progresso) è stato determinato anche dal caso.
      Se ci aggiungiamo la necessità, facciamo contento Monod.

      • Giorgio Masiero on

        Il discorso di HTagliato sulle modalità con cui avvengono le grandi scoperte scientifiche non ha nulla di “esilarante”, Cipriani, ma è parte della più moderna epistemologia! Ed avviene proprio come HTagliato ha riferito di un suo professore. Io stesso ne ho parlato in un articolo su CS: http://www.enzopennetta.it/2015/02/la-forza-di-una-teoria-scientifica-sta-nellessere-sbagliata/
        Ovviamente per “caso” non s’intende qui il caso assoluto della metafisica, ma piuttosto secondo la definizione di Aristotele, ripresa anche da Darwin, una successione di cause ben determinate ma ignote.

  2. Giorgio Masiero on

    Ringrazio il dott. Pozio per questo articolo, sullo stato della fusione fredda e della sua applicabilità. A mio parere questo articolo ha moltissimi meriti che lo differenziano dalla massa di quelli che si trovano in rete: è 1) chiaro, 2) aggiornato, 3) sereno e 4) critico, così come si conviene ad una comunità tecno-scientifica, piuttosto che ad una tifoseria da bar. Grazie, ancora.

  3. Non posso che ringraziare anch’io Alfonso Pozio che con questo articolo e le informazioni di prima mano contenute pone CS come la fonte d’informazione più importante sulla vicenda dell’E-Cat.

  4. Il problema – lo dico all’articolista – non sono le 7 sorelle ma la tecnologia militare che sta sotto alle reazioni LENR. Qualcuno ha mai letto il libro “Le tre pallottole” del famoso fisico Emilio Del Giudice? Fareste bene a leggerlo, vi si aprirebbe davanti agli occhi un mondo nuovo!

    • Buonasera Paolo, io sono una estimatore del compianto prof. Del Giudice e ho letto il libro da lei citato.
      Alla luce di quello che ho letto credo che la differenza tra i processi nucleari di nuovo tipo ipotizzati nel libro e quello proposto per l’E-Cat sia così profonda da non renderli confrontabili e che quindi non ci sia nessuna ioptizzabile applicazione militare del processo, anche se funzionasse.

      • Ho scritto non per difendere l’E-Cat ma solo per contestare quelli che dicono che la fusione fredda è una sorta di fandonia.

        • Salve, sono tra quelli che pensano che la fusione fredda sia una sorta di fandonia, saprebbe spiegarmi perché non è così (senza limitarsi a suggerirmi il libro di Del Giudice)? Grazie.

  5. Grazie, bell’articolo, anche io da tempo mi domandavo che fine avesse fatto l’Ecat delle meraviglie e se ci fossero novità, spiegazioni, prove o smentite.

  6. Ringrazio il dott. Pozio…. e per gli stessi motivi del dott. Masiero (soprattutto dal 2 al 4) mi congratulo.

    Tre considerazioni:
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    a) scrive il dott. Pozio: “…per questo motivo l’invenzione di Rossi è stata considerata poco credibile e additata da alcuni come una bufala promossa per motivi economici…”
    Ci stà il concetto di bufala ma mi sfugge quali potrebbero essere questi benedetti “motivi economici”… La (precedente) vicenda della PetrolDragon forse porta a pensare che qualcosa di “economico” sia derivato da una vicenda poco chiara e chiusasi in malo modo soprattutto per le finanze pubbliche. Ma nel caso dell’E-cat mi sfugge quali potrebbero essere i ritorni economici che non siano quelli riconducibili a “notorietà” e “riflettori puntati” (ma é altrettanto noto che avere ritorni economici non sempre é necessaria conseguenza di essere “noti” e immancabilmente in “prima pagina”).
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    b) scrive sempre il gentile dott. Pozio: “…certo, l’E-Cat ci ha fatto un po’ sognare e quindi propongo di continuare tranquillamente a farlo aspettando l’anno prossimo e auspicando che non sia quello della canzone di Lucio Dalla…”
    Come non condividere una chiosa tanto riassuntiva quanto brillante. Io aggiungerei un’altra considerazione: ormai il caro Rossi viaggia verso i 66 anni. Va bhe direte… al giorno d’oggi a 66 anni non si é vecchi… ma forse é il caso di cominciare a tirare i remi in barca se si ha qualche remo da movimentare altrimenti…
    .
    c) alla fine della fiera sembra che qualche “brevetto” sia stato rilasciato (almeno quello dell’USPTO…); mi pare che a questo punto non ci sono più scuse relative alla mancanza di uno “scudo” per proteggere potenziali ritorni economici ed aprire alla gestione di eventuali diritti. Direi si possa affermare che il 2016 o é l’anno della svolta o é l’anno dello “sbudargiamento”: cosa ne dice dott. Pozio?

    • a) Il ritorno economico consiste nel vendere ad un prezzo più alto il suo scaldabagno con la scusa che si basa su una reazione di fusione nucleare a freddo.
      b)Rossi ha 66 anni ma della fusione a freddo se ne parla da vent’anni e della sua invenzione da circa dieci: se davvero avessero realizzato la fusione a freddo, la cosa non sarebbe rimasta a Bologna
      c) La svolta Rossi avrebbe potuto farla in qualsiasi momento, ma la verità è che non c’è niente di straordinario da vendere e quindi da comprare, è inutile sperare nel 2016.

    • Grazie a Lei. Cerco di rispondere:
      a) Vedo che rilascia interviste, in USA, su, TV, giornali etc. Suppongo che anche questo sia una forma di auto finanziamento.
      b) L’altra possibilità era “Il motore del 2000” ma essendo nel 2015 ho dovuto scartarla. 🙂
      c) Già leggo sul suo blog che tutto dipendera’ dagli esiti dei test in corso sull’impianto da 1MW installato presso un certo cliente che avrebbe acquistato i diritti dell’E-cat. Credo che avesse ragione Dalla.

      • Per Htagliato
        .
        “… Il ritorno economico consiste nel vendere ad un prezzo più alto il suo scaldabagno con la scusa che si basa su una reazione di fusione nucleare a freddo…”
        Le leggi dell’economia sono ferree. Può al limite “cominciare a vendere” ma poi i nodi verrebbero al pettine… non mi sembra credibile come spiegazione.
        .
        “se davvero avessero realizzato la fusione a freddo, la cosa non sarebbe rimasta a Bologna”
        E’ vero… ma solo se il presunto nuovo “trovato” avesse dato da subito dei risultati chiari ed inequivocabili… Può darsi che Rossi si trovi a percorrere una funzione con più massimi… e arrivare a quello più alto potrebbe anche essere necessariamente un percorso non lineare e semplice (un po’ come nel metodo di massimizzazione del simplesso 🙂 ).
        .
        .
        Per il dott. Pozio
        .
        “…vedo che rilascia interviste, in USA, su, TV, giornali etc. Suppongo che anche questo sia una forma di auto finanziamento…”
        Mi sembra un po’ “tirata” o perlomeno poco “esaustiva” come spiegazione…
        .
        “…altra possibilità era “Il motore del 2000” ma essendo nel 2015 ho dovuto scartarla. 🙂 ”
        Vero 🙂 .
        .
        “…già leggo sul suo blog che tutto dipendera’ dagli esiti dei test in corso sull’impianto da 1MW installato presso un certo cliente …”
        E’ la pezzatura da 1MW che mi fa specie… presuppone un target di vendita incongruo con quello che da anni va pontificando. Speriamo comunque non sia così. Saluti e grazie dott. Pozio.

        • “Le leggi dell’economia sono ferree. Può al limite “cominciare a vendere” ma poi i nodi verrebbero al pettine”
          Questo deve dirlo a Rossi, non a me, infatti se davvero avesse realizzato la fusione a freddo avrebbe compratori in tutto il mondo, ma abbiamo visto che non è quello che è successo. Una cosa è avere interessi economici, un’altra è riuscire a realizzarli.
          .
          “E’ vero… ma solo se il presunto nuovo “trovato” avesse dato da subito dei risultati chiari ed inequivocabili”
          Il risultati non sono chiari per una scelta dello stesso Rossi, non per chissà quale mistero della natura: l’ingegnere non ha voluto rivelare nemmeno a Focardi in cosa consista il suo catalizzatore, per cui penso che esso sia come il velo nero dei prestigiatori, una cosa che nasconde un trucco ma non una vera magia.

          • Mi permettevo di dirlo a lei proprio perchè lei parlava di ritorno economico “a vendere uno scaldabagno con un realizzo maggiore” 🙂 .
            .
            Rossi non é ingegnere comunque… e spero proprio che il fisico Focardi (era persona “seria” e un tipo a posto mi pare…) non si sia fatto infinocchiare.
            Stiamo fiduciosi in attesa…; se la novella non sarà “buona” vorrà dire che il buon Rossi é riuscito a prendere per i fondelli tantissime persone (anche di spessore e preparate…). Quello che fa più specie però é il rischio che la cosa non l’abbia cercata (frodare il prossimo a priori intendo…) per il semplice fatto di essersi avventurato per una strada direi oggettivamente sconosciuta e dagli esiti imprevedibili.

          • Se lei vuole restare in fiduciosa attesa è una sua libera scelta ma mi sono sentito in dovere di avvertirla che secondo me farebbe bene a evitare: la fusione a freddo l’hanno tentata in tanti ma se ora per la scienza ufficiale e pubblica questa linea di ricerca si è chiusa, allora bisognerebbe riflettere sulle affermazioni di un non-ingegnere. Un mio professore, fisico nucleare, non nega che Focardi fosse stato un buon fisico, il problema è che stare in un laboratorio è tutta un’altra cosa, richiede ulteriori competenze che conosce solo chi ci fa pratica.
            Volendo essere più precisi: la fusione a freddo è praticamente impossibile perché non si capisce come si potrebbe abbassare la barriera coulombiana dei due nuclei carichi positivamente da fondere insieme. Un catalizzatore è qualcosa che abbassa una barriera energetica, ma in questo caso cosa può usare che sia elettricamente negativo per fare ciò? Elettroni? Se così fosse le fusioni fredde sarebbero all’ordine del giorno, ma per i principi fisici attuali non può avvicinare più di due elettroni ad un nucleo in modo da schermarlo ad un altro nucleo (tenga conto che la distanza nucleo-elettrone è 100’000 volte maggiore del diametro del nucleo). Un catalizzatore “fisicamente impossibile” non lo si può nascondere con la scusa del brevetto e poi pretendere che esista. Per fenomeni straordinari occorrono prove straordinarie.
            Rossi ha preso per i fondelli in molti…ma moltissimi non l’hanno bevuta, a partire da coloro che dovevano fare la peer review del suo paper ma che l’hanno respinto per mancanza di dettagli, quindi hanno fatto bene.
            Rossi non conosce la scienza ma è bravo a vendere.

        • Si in effetti non è molto esaustivo. Sugli aspetti economici non ho informazioni dettagliate. Leggo che i diritti dell’E-cat sarebbero già stati venduti ad una LLC americana la Industrial Heat. Quando l’ho cercata però mi sono reso conto che si tratta di una società che appartiene ad un altra società la Cherokee Investment Partners. Questo è il sito: http://cherokeechallenge.com/overview/
          Qui mi fermo.

  7. Rossi = Petroldragon… cos’altro aggiungere il lupo perde il pelo ma non il vizio? Temo proprio di sì…

    • Cipolla Friendly on

      Imparo ora della vicenda Petroldragon, un’altra pesante “prior” che va considerata se si fa il bilancio della probabilità di una scoperta. Quello che mi lascia perplesso è che alla fine la prova del funzionamento di questo oggetto è affidata sempre alle stesse persone. Dove è la riproducibilità del risultato se si fanno gli stessi errori?

  8. Buon pomeriggio. Anch’io ringrazio il prof. Pozio, appellandomi ai punti esposti dal prof. Masiero, per questo articolo sulla fusione fredda e sue recenti questioni, argomenti su cui in vero non mi ero mai informato (il Suo articolo ha dunque funto anche da introduzione al riguardo).

  9. Sono una quarantina e più di anni che a Ginevra abbiamo un Salone Internazionale delle Invenzioni annualmente.
    Ci vado regolarmente in quanto passeggiata rinfrescante mentalmente.
    Credetemi: ogni volta che ci sono andato ci sono degli inventori che presentano concetti di motori perpetui di prima e seconda specie!!!!
    Quella della ricerca del Graal della fusione a freddo mi pare essere dello stesso stampo: trasmutazione inclusa come ai tempi degli alchimisti. E come questi alla fine si sperava trasformare piombo in oro per i mecenati che finanziavano….

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