La questione vaccini: somaro è chi il somaro fa

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Il dibattito intorno ai vaccini è confuso e aggiungerei, ‘volutamente’ confuso. E così invece di parlare dei reali problemi si finisce in sterili risse, eppure la questione nei suoi termini sarebbe semplice.

I vaccini funzionano in un modo molto semplice, si introducono nel corpo degli antigeni, cioè sostanze estranee all’organismo che potrebbero essere ad esempio virus o batteri “indeboliti”, in modo tale che questo contatto produca una risposta immunitaria al termine della quale resteranno in circolazione delle cellule dette B memoria che consentiranno una reazione più rapida nel caso di un successivo contatto con lo stesso antigene.

I cosiddetti no-vax nel caso di malattie come quelle dette esantematiche ad esempio il morbillo, la rosolia, la scarlattina ecc…  sono invece favorevoli ad un’immunizzazione naturale cioè ottenuta per contagio vero e proprio.

Dove sta la differenza? In pratica non c’è.

Infatti il meccanismo messo in azione col vaccino e col contagio è esattamente lo stesso, quello che cambia è il fatto che gli antigeni dei vaccini essendo in genere dei microrganismi attenuati o inattivati evitano malattie gravi e dovrebbero comportare meno problemi per l’organismo nel caso di malattie più comuni come l’influenza o le cosiddette malattie dell’infanzia.

E allora la questione non è quella che Burioni e i suoi supporters presentano spesso ricorrendo ad interlocutori ingenui se non proprio avversari di comodo scelti tra i più impresentabili, la differenza tra pro-vax e no-vax non verte sull’opportunità di essere contagiati o no per immunizzarsi ma è invece quella che riguarda le altre sostanze impiegate nei vaccini come i cosiddetti “adiuvanti” e sulle possibili “reazioni avverse” che possono insorgere in seguito alla vaccinazione. E’ profondamente inutile insistere sul fatto che l’immunizzazione sia una buna cosa  e che non sarebbe  accettabile neanche pensare ad un dibattito su questo argomento perché non è quello il problema. Il dibattito serve, e deve essere aperto sugli aspetti collaterali ai vaccini come ad esempio quello della mancanza di esami prevaccinali per segnalare eventuali soggetti a rischio di reazioni avverse che devono essere tutelati almeno quanto gli immunodepressi tirati in ballo riguardo la necessità di una immunità di gregge. La minor pericolosità di un contagio indotto a base di antigeni attenuati o inattivati può essere infatti controbilanciata da altri rischi reali e di cui è giusto dibattere.

E’ inoltre fuori luogo presentare la scienza come un soggetto immacolato al di sopra delle bassezze umane ed esente da errori o conflitti di interessi perché tutti ricordano bene gli scandali delle pandemie di H1N1 (suina) e H5N1 (aviaria) che hanno procurato danni incalcolabili all’economia ma fatto arricchire i produttori di vaccini (per la H1N1 vennero spesi nel 2009 ben 400 milioni di Euro per produrre 24.000.000 di dosi  di cui ne vennero utilizzate solo 700.000). Su quella questione emersero pesanti e documentati conflitti d’interesse da parte di responsabili delle autorità sanitarie legati alle case farmaceutiche.

Infine va ricordato che la scienza fornisce strumenti conoscitivi alla politica ma poi le decisioni su cosa sia meglio per la popolazione vengono prese da quest’ultima tenendo conto di altri fattori come ad esempio la libertà di scelta oppure l’inviolabilità del corpo di ciascuno nel caso questi fattori venissero riconosciuti in Costituzione come diritti fondamentali.

In sintesi un dibattito pubblico e qualificato sui vaccini serve e ogni affermazione su una presunta scienza non democratica o sulla inammissibilità di un contraddittorio appare solamente come un modo puerilmente arrogante per non confrontarsi e dare la sensazione che si abbia timore di farlo.

 

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

12 commenti

  1. Ci sarebbe anche un discorso da fare sull´opportunitá di fare certe vaccinazioni, per esempio la rosolia. É una malattia infettiva perfettamente begnigna con un´unica complicazione per le donne nel primo trimestre di gravidanza che le puó portare al aborto o a nasciturni con gravi anomalie. Per prevenire questo siamo arrivarti a vaccinare a tutti.
    É da tempo che non seguo la letteratura su questo argomento, ma quando ci lavoravo si aveva il dubbio che i vaccini fossero capaci di proteggere per tutta la vita dal contagio a differenza della malattia che si lo faceva. Se i vaccini fossero ancora cosí ci sarebbe da analizzare se non stiamo spostanto le malatie dall´infanzia all´etá adulta.

  2. Fabio Vomiero on

    Sono abbastanza d’accordo con lei prof.Pennetta e la ringrazio di essere tornato sulla questione, il confronto su un tema così importante è fondamentale, non c’è dubbio. Credo però che il problema sia piuttosto a che livello sostenere questo tipo di confronto perchè, come scrivevo per l’origine della vita, anche in questo caso il dibattito non è privo di venature ideogiche, questo è chiaro. Io però devo ammettere che non ho ancora capito bene quale sia il reale problema dei cosiddetti no-vax.
    E’ ancora la bufala dell’autismo?
    E’ il Thimerosal? /www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17898097, che tra l’altro non c’è nemmeno più?
    E’ la paura di reazioni avverse? I numeri parlano da soli sulla sostanziale innocuità dei vaccini, tuttavia è ovvio che in medicina non esiste il rischio zero, anche i comuni farmaci da banco che invece non esitiamo a consumare come caramelle per un semplice raffreddore, non sono esenti da rischi.
    E’ il timore che sia soltanto una manovra delle aziende farmaceutiche? Che tutte le aziende spingano al consumo dei propri prodotti è una banale e ovvia regola di mercato, e questo vale per i vaccini come per la nutella.
    E’ il fatto di non volere accettare obblighi dallo Stato? Bene, pensate allora se nella nostra società non esistessero obblighi. Rubare, uccidere, pagare le tasse, codice stradale, codici di comportamento, anagrafe, inquinamento, maltrattamento di animali, abusivismo, spaccio di droghe…
    Quello che non deve essere mai dimenticato, invece, è che ci sono studi su studi, dati su dati, da tutto il mondo, che mostrano chiaramente i grandissimi vantaggi che hanno portato le campagne di vaccinazione e di cui non ci rendiamo purtroppo nemmeno conto perchè, proprio grazie a quelle vaccinazioni non vediamo quasi più nessuno morire o portare i segni indelebili di poliomielite o di tetano, di encefalite da morbillo o da complicazioni di pertosse. Vogliamo tornare a vederli? E’ questo quello che vogliamo?

    • Enzo Pennetta on

      Buonasera Fabio, rispondo solo sui punti dove credo ci sia da aggiungere qualcosa.
      Sulle reazioni avverse è stato pubblicato proprio questa estate e ripreso da Wired un articolo nel quale si denunciava che esse venivano nascoste per non dare spago ai no-vax.
      Sugli interessi economici siamo d’accordo, ma se la nutella venisse imposta obbligatoriamente ai bambini il problema sarebbe non meno grave.
      Riguardo agli obblighi qui siamo ben oltre, si tratta di imporre di introdurre qualcosa nel nostro corpo sul quale rivendico la sovranità assoluta.
      Lo Stato può vietare l’assunzione di una sostanza o obbligare a compiere un’azione ma disporre del corpo in quanto tale no.
      Riguardo i vantaggi delle campagne di vaccinazione ci sono precedenti storici anche di segno opposto, non parlo di studi ma di storia.
      “Il Messico e l’India hanno subito le epidemie di vaiolo più violente e mortali, sebbene le loro popolazioni fossero state rispettivamente completamente e parzialmente vaccinate. In Italia già nel 1887-89 la morte per vaiolo tra i vaccinati era equivalente a quella tra la popolazione non vaccinata. In Gran Bretagna la vaccinazione anti-vaiolo divenne obbligatoria nel 1853 e vent’anni dopo, nel 1870-71, si manifestò la più spaventosa epidemia della storia (23.000 morti); nei decenni successivi la mortalità da vaiolo in Gran Bretagna diminuì in modo perfettamente parallelo alla diminuzione del tasso di vaccinazione.”
      Link:
      https://www.ilfattoquotidiano.it/2010/06/26/vaccini-quello-che-nessuno-vuole-o-puo-dire/31909/

      Insomma, da discutere ci sarebbe in abbondanza.

      • Da buon libertario sono totalmente d’accordo sul punto giuridico della proprietà privata ed esclusiva del proprio corpo….. che però finisce dove inizia l’altro; quindi ogni esternalità negativa va gestita di conseguenza.
        Avendo formazione medica posso dirle che non esistono “esami prevaccinali”. E anche volessi costruirmeli cosa dovrei cercare? Pensa a una reazione allergica a un prick test? Rendiamoci conto che c’è sempre il problema delle risorse da allocare per eventi mooolto mooolto rari, come una reazione avversa grave che può esserci esattamente come può esserci per l’aspirina (basta leggere il bugiardino) ma mica screeno a tappeto!!!
        Sulla serie storica prendendo per buona la sua rappresentazione bisogna vedere come è stato raccolto il dato. Ad esmpio l’epidemia VENT’ANNI DOPO e allora? Dipende da come sono stai vaccinati se hanno fatto richiami (una sola dose di antivaioloso copre per 5 anni) in quanti hanno aderito…. l’introduzione di un obbligo per legge non vuol dire che per magia divenga realtà.

        • Esiste un´altro argomento contro la sovranitá assoluta del nostro corpo. Lo stato puó chiamarci a diffendere la patria con le armi. Chi piú il piú, puó anche il meno.

          • Enzo Pennetta on

            Prendere le armi è compiere un’azione, introdurre qualcosa nel proprio corpo è molto diverso.
            Senza contare che anche nel caso citato esiste la possibilità di obiezione, quindi l’esempio rafforza il diritto a decidere senza obblighi.

        • Enzo Pennetta on

          Le reazioni avverse esistono così come esiste una tendenza a nasconderle “per non dare spago ai no vax”, se poi non esiste un esame che garantisca contro di esse ancora peggio.
          Continua a non essere spiegato il fatto che gli immunodepressi debbano essere tutelati e le potenziali vittime di reazioni avverse no.
          Anche morire di morbillo è “mooolto raro”, come la mettiamo?

          • La mettiamo che il RR (rischio relativo) non è la stessa per le due categorie è una questione di numeri siamo costretti a fare una scelta esclusiva. Le reazioni avverse nella semi-totalità dei casi sono lievi una “flu-like syndrome” è quello che può solitamente avvenire, poi le mi insegna che un effetto avverso di tipo B non è prevedibile sulla base del comportamento farmacodinamico/cinetico del medicamento, è idiosincrasico per definizione quindi ripeto come lo si vuole cercare?

    • Evidentemente non vaccinare contro poliomelite, tetano o morbillo é da suicida ma ci sono tanti altri casi in cui l´equazione costo-beneficio non é per niente chiara. Ed é quel equazione che dovrebbe portare alla decisisone di cosa vaccinare e cosa no.

      • Enzo Pennetta on

        Premesso che ad esempio il tetano non è trasmissibile quindi non esiste il discorso dell’immunità di gregge, il morbillo non è altamente letale e quindi i rischi sono dello stesso ordine di grandezza di quelli delle reazioni avverse, la questione sollevata nell’articolo non riguarda la tecnica del vaccino in sé, portare questi discorsi significa sviare dalla vera questione che sono le preparazioni e non il principio in sé, l’ho scritto chiaramente nell’articolo.

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