Uno studio della prestigiosa London School of Economics prevede un mondo diviso in ‘brutti’ e ‘belli’.
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Ecco un esempio pratico dei danni della teoria darwiniana.
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Una scienza alla Walt Disney, ecco le conseguenze del permanere della teoria darwiniana come massima spiegazione della biologia, se infatti dovessimo accettare il fatto che «in biologia niente ha senso se non alla luce dell’evoluzione» (Dobzhansky 1973), allora il senso di una previsione come quella fatta dal teorico dell’evoluzione prof. Oliver Curry della London School of Economics, è quello di una biologia ridotta a burla, una scienza che non solo non serve a niente ma che finisce col gettare discredito sulle scienze serie.
Come abbiamo sempre sostenuto l’evoluzione darwiniana non è scienza e quanto affermato dal prof. Curry ne costituisce una conferma, la teoria non consente infatti di effettuare alcun tipo di previsione aprendo di fatto la strada alle fantasie più sfrenate di chiunque, anche di un illustre professore dell’illustrissima London School of Economics. In base a non si sa bene quali calcoli infatti la specie umana dovrebbe raggiungere l’apice tra circa 1000 anni (abbondantemente oltre la possibilità di essere smentiti), per poi iniziare un declino dovuto alla dipendenza dalla tecnologia e alla denatalità (ma allora non servono le politiche malthusiane?), ci sarà inoltre meno empatia e si sarà più esigenti nella scelta del partner.
Ma la fonte di tale ispirazione sembra essere del darwinista della prima ora, nonché autore di fantascienza, H.G. Wells, che oltre ad essere l’autore del conosciutissmo romanzo “La guerra dei mondi“, tra gli altri scrisse anche “La macchina del tempo” in cui si prefigurava un futuro nel quale si sarebbero sviluppate due sub-specie, una gracile e una robusta.
Dalle “Just so story” di Kipling la cui similitudine con la narrazione darwiniana fu segnalata autorevolmente da S.J.Gould e R. Lewontin, siamo adesso a H.G.Wells, il darwinismo è perfettamente inutile in campo medico e biologico ma davvero molto fertile in quello letterario.
Della cosa si è occupato il prof. Edoardo Boncinelli che ne ha parlato in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera intitolato “L’umanità divisa tra belli e brutti (forse soltanto tra centomila anni)“, un articolo che conferma la deriva transumanista insita nel pensiero darwiniano, come nei passaggi in cui leggiamo:
Personalmente non penso che subiremo passivamente gli esiti dell’evoluzione biologica, ma che saremo in grado piuttosto di «dirigere» la nostra evoluzione su una base culturale, cioè tramite le conquiste della scienza. E’ noto che saremo presto in grado di modificare, se lo vorremo, il nostro genoma.
Se ciò accadrà, e non c’è motivo di dubitarne seriamente, sarà la prima volta che una specie dirige direttamente e consapevolmente la propria evoluzione biologica sulla base dei risultati portati dalla propria evoluzione culturale. Sarà una «prima» assoluta e probabilmente una prima cosmica.
Tutto starà nel saperlo fare nel modo migliore, in maniera informata e intelligente, perché con i risultati dell’operazione difficilmente si potrà tornare indietro. Può anche darsi che si tratti di una doppia operazione: da una parte la modificazione del nostro genoma, dall’altra l’integrazione di risorse biologiche e di dispositivi artificiali, come potenziatori di organi di senso, memorie aggiuntive e meccanismi per la consultazione in tempo reale di giganteschi data base.
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L’intervento sul nostro genoma viene dato per scontato anche se si raccomanda di farlo in un ‘modo intelligente’, poi si passa ad affrontare l’ipotesi del prof. Curry:
La notizia del giorno è che il teorico dell’evoluzione Oliver Curry della London School of Economics prevede che nel giro di 100.000 anni la nostra specie di dividerà in due sottospecie costituite una di individui alti, slanciati, sani e intelligenti e l’altra di individui poco brillanti, brutti e sgraziati. Si formeranno insomma secondo questa predizione una classe geneticamente superiore e una inferiore.
Perché? Dopo un prevedibile picco, raggiunto più o meno nell’anno 3000, la nostra specie decadrà a causa della sua dipendenza sempre più marcata dalla tecnologia. Ci sarà anche una contrazione demografica e gli individui diverranno sempre più esigenti nella scelta del partner.
Tutto questo potrebbe infine portare a una bipartizione della specie secondo lo schema appena riportato. Ci sarà meno empatia e molta meno capacità di venire incontro alle esigenze degli altri. L’aspetto diverrà sempre più «giovanile» e scompariranno gli zigomi come effetto della sempre minore esigenza di masticare cibi tenaci.
La conclusione ci porta a scoprire che i darwinisti contemporanei sono in realtà lamarckiani, infatti non si capisce proprio come potrebbero scomparire gli zigomi con un meccanismo darwiniano: come potrebbe la selezione ridurre la possibilità di sopravvivenza e riproduzione di persone con gli zigomi ‘forti’ rispetto a quelle senza zigomi in presenza di cibi ‘non tenaci’? Verrebbe da dire, ma che specie di darwinisti sono questi?
Ma mentre i professori si dilettano con la loro scienza la gente ride di loro rivelando che ancora il buon senso non è scomparso e che c’è ancora speranza per la scienza seria. ecco infatti di seguito una serie di interventi tra i più votati dei lettori del Corriere:
aliasbenalias22 aprile 2014 | 8:25
si sbaglia di grosso. Siccome la razza umana dovrà, come sempre nella sua storia, fare fronte a situazioni imprevedibili. disastri naturali, economici, ecc., sopravvivranno come diceva il buon vecchio Charles, non i più belli, non i più forti, né i più intelligenti ma quelli che si sapranno adattare ai cambiamenti. Insomma tra 100.000 anni non saremo belli o brutti, ma tutti napoletani.
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7mary8822 aprile 2014 |10:05Spero solo che fra 100.000 avremo smesso di fare congetture idiote!____________________________________________________________________________
sutorultracrepidam22 aprile 2014 | 10:28
Che studio geniale. Ore e ore ad analizzare il film “L’uomo che visse nel futuro”, fotogramma per fotogramma, per poi annunciare al mondo che saremo divisi in Morlock ed Eloi. Ora ci vogliono dei fondi per studiare l’opera omnia di H.G.Wells
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3FightClub22 aprile 2014 | 9:15
Complimenti alla London School of Economics, una preziosa indicazione del suo livello accademico. Magari prendono pure finanziamenti pubblici per pubblicare questi “studi”.
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Davidedream22 aprile 2014 | 9:56
Certi studi fanno proprio cadere le braccia…___________________________________________________________________________
2vicere_a22 aprile 2014 | 12:23
Ma come si fa a dar retta a un “teorico dell’evoluzione” della London School of Economics? Gli economisti non sono capaci nemmeno di prevedere quel che succede di qui a una settimana, figuriamoci nel giro di 100.000 anni. Comunque l’affermazione di Curry mi sembra in contrasto con la genetica. Perché una specie si differenzi, è necessario che non ci sia scambio di materiale genetico per un tempo sufficiente affinché le mutazioni naturali portino a differenze tali che non sia più possibile incrociarsi. E ci vuole molto più tempo e soprattutto un completo isolamento: perché mai dovrebbe succedere che due sottopopolazioni, per lo più non isolate l’una dall’altra da alcuna barriera, smettano di incrociarsi? Forse che l’unico criterio per scegliere un compagno o una compagna è l’avvenenza fisica?____________________________________________________________________________
Lettore_107442322 aprile 2014 | 9:06
….. allora una parte dell’umanità sarà scomparsa…. e probabilmente anche tutta la nostra razza umana di oggi…. magari ci sarà l’avvento di un Homo Spapiens Sapiens “Stupidis”…. a meno che chi fa ipotesi di questo genere e chi continua a fare unicamente gossip sui giornali… non smetta di figliare….____________________________________________________________________________
2Lettore_582040822 aprile 2014 | 9:01
Ecco del tempo sprecato per leggere un articolo inutile
Commenti che dicono molto, che mostrano uno scollamento profondo tra le persone di buon senso e un mondo accademico autoreferenziale che intento ad inseguire le proprie fantasie non si accorge che ha ormai perso la testa e la faccia.
Basterà lasciarli fare e aspettare fino a quando, come diceva Bakunin, una risata li seppelirà.
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16 commenti
Se queste sono le premesse
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2014/04/i-neonati-piangono-di-notte-perche-non-vogliono-fratelli/
Già, quando si inizia a raccontare favole non si smette più…
aiutooo i brutti come me sono rovinatiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Per “caso”, Enzo, sai dirmi se il Boncinelli dell’articolo (che oggi scrive: “Sarà una ‘prima’ assoluta e probabilmente una prima cosmica”, a implicare l’IMPROBABILITA’ di ET) è lo stesso biologo evoluzionista che, recensendo due anni fa un libro sugli alieni, scrisse che la questione di ET vi era stata trattata “con rigore scientifico” e che “l’esistenza di ET è PROBABILE”? Se i due Boncinelli sono la stessa persona, avremmo un esempio di “non senso” (per usare l’attributo con cui il darwinismo qualifica l’evoluzione) del ragionare degli evoluzionisti.
E sempre per “caso”, Enzo, sai dirmi se la London School of Economics, che ha tra i suoi docenti questo Curry, oracolo capace di previsioni esatte a 1.000 e a 100.000 anni, sia la stessa università che è stata foraggiata per anni dalle munifiche donazioni di Saif Gheddafi (figlio dell’ex dittatore libico), per mezzo delle quali il donatore ha potuto finalmente nel 2008 coronare il suo sogno di conseguire un dottorato con vari aiutini sulla tesi?
Ciao Giorgio, riguardo alla prima domanda dovrei girarla a Boncinelli, ma no so a quale dei due rivolgermi… 🙂
Riguardo la London School of Economics quello che è preoccupante è che in quella sede si formano le elite politiche di tutto il mondo, tanto per fare un esempio lo stesso Romano Prodi metteva in gran risalto il fatto di essersi formato lì.
Se questo è il livello si capiscono molte cose.
La tua risposta sul secondo punto, Enzo, mi ha ammutolito. Ci sarebbe bisogno sì di una riflessione profonda.
Quando ho letto il tuo articolo stamane (avevo visto ieri sul Corriere l’articolo, ma il titolo me ne aveva fatto scappare), mi son detto: ma che c’azzecca un filosofo darwinista in un’accademia di economia?! Adesso mi si cominciano a schiarire le idee…
Effettivamente nessuno si domanda a cosa serva un teorico dell’evoluzione in un istituto che si occupa di economia, eppure è una cosa che stona.
La risposta sui napoletani mi ha piegato dal ridere.
In fatto e’:
vai a Sydney, e trovi il napoletano.
Vai a Poggibonsi, e trovi il napoletano.
Vai a Ushuaya, e trovi il napoletano.
O siamo tutti napoletani, o il napoletano si adatta meglio…
Presto sarà trovato il gene della napoletanità…
In epoche più evolute c’era il sano lancio di pomodori.
Abbiamo il dispiacere di udire il giudizio di questi sedicenti uomini di scienza, ma anche di rintracciare il parere più saggio della gente comune (da cui i commenti dei lettori del Corriere). Di molti veri, GIOVANI, contemporanei dottori della scienza non abbiamo sovente prova della loro voce e del loro giudizio. Essi sono, per così evoluzionisticamente dire, dei “fossili viventi”…
Quest’articolo ha allietato il mio pomeriggio.
Rido di gusto 😀
Lo stesso effetto che ha fatto a me leggere i commenti dei lettori!
Alcuni sono davvero eccezionali, il vero articolo utile, la vera informazione, come del resto più di una volta accade sul Corriere.
frank, in effetti al sano lancio di pomodori di una volta andrebbe sostituito un lancio virtuale da parte dei giovani dottori di cui parla Alio, sono loro che dovrebbero reagire.
Ma chi si sente di mettersi in cattiva luce?
E pensare che oggi mi sono preso del folle visionario perché sono credente… Dopo aver letto questo articolo, sono felice di esserlo.