La scienza non si scusa (sul processo Scopes)

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Museum of London, schema eugenetico del 1926

Le religioni sono tenute a scusarsi per i loro errori, anche intere nazioni come la Germania hanno chiesto scusa.

 

La scienza, nuova vera religione, non si scusa mai.

 

Il caso del processo Scopes e l’eugenetica negli USA.

 

 

  Il “Processo Scopes” nel 1926 vide confrontarsi chi si opponeva ad un insegnamento ideologizzato della biologia nelle scuole a chi invece chiamava “scienza” proprio quella strumentalizzazione della stessa che è l’esatto contrario del suo fine più autentico. Il divieto dell’insegnamento della teoria dell’evoluzione in vigore nel Tennessee era infatti dovuto non ad un presunto oscurantismo nei confronti del progresso scientifico da parte di settori retrogradi della società americana, ma ad una consapevole opposizione all’indebita commistione tra scienza evoluzionistica e sociologia, una commistione che aveva portato all’approvazione di provvedimenti ingiusti ed aberranti come la sterilizzazione di persone considerate “feeble minded“, deboli di mente.

Secondo l’interpretazione sociologica del darwinismo teorizzata da Francis Galton, fondatore dell’eugenetica e cugino di Darwin, l’umanità avrebbe raggiunto una condizione migliore applicando i principi della selezione naturale ai suoi componenti per evitare quelle caratteristiche che venivano individuate come indesiderabili, proprio come nel caso dei “feeble minded”. In accordo con la dottrina eugenetica le caratteristiche socialmente negative si sarebbero trasmesse ai discendenti secondo lo schema posto in apertura, elaborato nella darwiniana Inghilterra, e analogamente riproposto nel contestato libro usato da John Scopes per la sua lezione che fu poi all’origine di quell’operazione propagandistica che fu proprio il Processo Scopes.

 La pagina 262 del testo scolastico A civic biology, con il riferimento al caso della “Madre dei criminali”, difeso durante il processo Scopes, contenente le idee eugenetiche che erano alla base della campagna di sterilizzazione delle persone socialmente più disagiate.

 

 Adesso, a quasi 90 anni di distanza, la verità sulla persecuzione a cui furono sottoposte persone indigenti e solo bisognose di una vera assistenza, è finalmente emersa in uno studio pubblicato su Science con il titolo “Poverty Impedes Cognitive Function“.

Su Le Scienze lo stesso studio è stato riportato nell’articolo intitolatoGli effetti della povertà sulle risorse cognitive” del 30 agosto scorso nel quale possiamo leggere:

Le preoccupazioni legate a difficili condizioni finanziarie consumano risorse mentali, lasciando poco spazio per dedicarsi ad altro: è la conclusione di uno studio che stabilisce per la prima volta un rapporto di causa-effetto tra povertà e scarse capacità cognitive, due fattori per i quali finora era nota solo una correlazione statistica. Il risultato potrebbe avere notevoli implicazioni per le politiche sociali

 

Partendo da una pregiudiziale tipica del darwinismo sociale, la correlazione tra povertà e scarse capacità cognitive è stata a lungo erroneamente interpretata come un rapporto di causa effetto in cui le scarse capacità cognitive erano causa della povertà. E così, per eliminare la povertà, nell’America degli anni ’20 si procedeva a sterilizzare i diseredati.

E sulla base delle stesse idee errate sull’ereditarietà delle difficoltà cognitive venivano esaminati, umiliati e spesso rimpatriati gli immigrati Italiani e Irlandesi che in quegli stessi anni sbarcavano ad Ellis Island.

Chi era stato già vittima di una condizione di grande difficoltà sociale veniva in questo modo criminalizzato e reso doppiamente vittima con una feroce persecuzione. A questo stato di cose si opponeva lo Stato del Tennesse, non al progresso scientifico.

Oggi nuovi Scopes, come Zack Kopplin, si muovono per difendere gli stessi errori, dicono di agire in nome del progresso e invece vogliono una scienza dogmatica che non possa essere messa in discussione nei suoi punti controversi.

Oggi come nel 1926 i veri difensori della verità e della vera scienza sono quelli indicati come retrogradi oscurantisti, i difensori dell’Act 473.

Alla luce di quanto emerso nello studio pubblicato su Science gli scienziati evoluzionisti dovrebbero chiedere scusa a tutte le vittime delle incivili politiche eugeniste del ‘900 supportate da testi come A civic biology.

Finora nessuno lo ha fatto.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

28 commenti

  1. Semmai la scienza dovesse chiedere scusa, allora ammetterebbe pubblicamente ciò che tutti gli scienziati sanno ma fanno finta di non sapere: la “Scienza” non esiste, esistono gli scienziati e le loro teorie, le quali sono soggette alle mode culturali dei loro tempi. Il razzismo oggi è pseudoscienza, ma dai tempi di Voltaire fino ai primi decenni del novecento se non veniva condiviso si era bollati di “oscurantismo clericale”.

    Del resto, la ricerca ha bisogno di molti mezzi e denaro. E non tutte le ricerche sono finanziate allo stesso modo, quindi è ovvio che quelle con maggiori mezzi abbiamo più seguaci.

    • D’accordo con te, la “Scienza” non esiste, ma se ci pensiamo bene questo vuol dire che sarebbe ancora più facile per uno dei grandi nomi conosciuti dal grande pubblico riconoscere gli sbagli del passato, dei quali oltretutto non sarebbe neanche direttamente responsabile.

      Ma pare che anche questo sia troppo.

  2. Alcune teorie sono scientificamente inopugnabili altre sono scientisticamente inopugnabili.Oltre al darwinismo sociale tanto per fare un’esempio:

    Esistono infiniti universi e tra l’uno e l’altro si trovano gli intermundia con dei annessi.

    Esistono infiniti universi ma non hanno trovato gli dei tra un universo e l’altro,se non gli hanno trovati forse è perchè hanno copiato male da Epicuro.

    “Il numero degli atomi è infinito, così come infinito è lo spazio vuoto (se non fosse infinito, da che cosa sarebbe delimitato?). E, poiché infinite sono pure le possibilità di aggregazione, infiniti sono i mondi possibili” (Epicuro)

    Epicuro si sbagliava in fondo questo universo è limitato da altri universi,e già, lo dicono le “certezze” di alcuni fisici teorici.Dico chissà perchè Tagmark si dimenticato degli dei tra un universo e l’altro.

    « Le dimensioni del Multiverso sono così smisurate che hanno come conseguenza che da qualche parte esistono altri esseri uguali a noi, ma non rischiamo di incontrarli però. La distanza che dovremmo percorrere è così grande che il numero di chilometri ha più cifre di quante sono le particelle dell’Universo conosciuto. » (Tegmark)

    Dico se dovevano copiaincollare da Epicuro potevano mettermi gli dei tra l’uno e l’altro.Ma capisco che è sconveniente visti i tempi.

    W la teoria “scientifca”

  3. A cosa nè avrebbe pensato Newton:

    […]Regola III. Le qualità dei corpi che non possono essere aumentate né diminuite, e quelle che appartengono a tutti i corpi sui quali è possibile svolgere esperimenti, devono essere ritenute qualità di tutti i corpi. Le qualità dei corpi infatti si fanno conoscere soltanto mediante esperimenti, e perciò devono essere ritenute generali tutte quelle che si accordano in generale con gli esperimenti e quelle che non possono essere diminuite, non possono neppure essere tolte. Certamente contro il progresso degli esperimenti non devono essere costruiti irragionevolmente dei sogni, né ci si deve allontanare dall’analogia con la natura, dato che essa suole essere semplice e sempre conforme a se stessa.[…]

    Via alla scienza dei sognatori.

      • Condivido prof.Penneta,è giustapunto il termine che li compete,e poi anche se faccio uso abbondante del peer to peer,sarebbe da multare Tegmark per violazione dei copyright e dei diritti d’autore :P,in senso letterario chiaramente non scientifico,anche se devo dire che il nuovo genere scintifico-letterario-fantasy va di moda,anche tra noi giovani,è certamente possibile che “de facto” possa esistere narnia e la terra di mezzo,cosichè spero il mio alter ego in questi universi o mondi paralleli, non sia Frodo Beggins.

    • Anche io vorrei saperlo,mi sembra che l’articolo non faccia altro che dare maggiore forza a alcuni punti della teoria degli equlibri punteggiati di Gould,dileggiata dai neodarwinisti poi inglobata in seguito a confutazione del gradulaismo filetico rispetto al modello classico.

      • Da quel che appare sul sito dell’ansa sembra che si tratti di una tautologia, qualcosa di analogo a dire: l’esplosione c’è stata perché c’è stato uno scoppio…

        Ma per confermare aspetto di leggere lo studio intero su Current Biology.

        • Infatti neanch’io sono riuscito a capire la logica dell’ articoletto comparso sul sito dell’ Ansa ma, data la mia poca dimestichezza con l’argomento, mi sono astenuto dal dare giudizi per me azzardati.
          Grazie!

    • Giorgio Masiero on

      Che cos’ è un “modello matematico”?
      E’ un sistema formale nel quale, a partire da un insieme di assunzioni ARBITRARIE, si deducono con la logica ed il calcolo tutte le conseguenze possibili (le “predizioni” del modello). Naturalmente, come ci ha insegnato Aristotele, le conseguenze saranno vere solo se le assunzioni da cui siamo partiti sono vere. In generale, un modello matematico è un “gioco” in cui si può dedurre tutto ciò che si vuole (ed il contrario di tutto), a seconda delle assunzioni di partenza.
      E’ importante per un profano capire che la matematica non scopre nulla del mondo naturale – la matematica non è una scienza naturale – perché non restituisce alla fine mai di più di ciò che vi si mette all’inizio. La matematica è il “linguaggio” delle scienze naturali, perché è la logica applicata alle grandezze misurabili, che sono le rappresentazioni fatte dall’osservatore dei fenomeni naturali.
      Un modello matematico diventa un modello scientifico quando le sue predizioni 1) sono controllabili sperimentalmente e 2) quando il loro numero è superiore al numero delle assunzioni arbitrarie (altrimenti il modello risulterebbe costruito ad hoc!).
      Per es., ci sono 3 modelli geometrici: la geometria euclidea (che si studia nelle scuole medie), l’iperbolica e l’ellittica. La prima fa l’assunzione dell’unicità della parallela (per un punto esterno ad una retta data), la seconda postula l’inesistenza della parallela, la terza l’esistenza di più parallele. Da 3 assunzioni diverse derivano teoremi diversi nei 3 sistemi logici: per es., nella geometria euclidea la somma degli angoli interni di un triangolo è uguale ad un angolo piatto, in quella iperbolica è minore, in quella ellittica è maggiore. Fin qui siamo nel mondo etereo della logica matematica. Se scendiamo con i piedi per terra e ci chiediamo quale geometria valga nella scienza naturale, per es. in agronomia, dobbiamo controllare sperimentalmente quale delle 3 predizioni valga negli appezzamenti agricoli triangolari: troveremmo che la somma degli angoli vale un piatto e quindi concluderemmo che la geometria che meglio si adatta all’agronomia è quella euclidea.
      Perdonatemi, cari lettori, questa lunga prefazione e vengo al punto.
      Non pretendo certo di sostituirmi al prof. Pennetta che, se vorrà, dopo la lettura della ricerca completa su Current Biology, entrerà nel merito dei problemi biologico e paleontologico posti dall’esplosione del Cambriano al darwinismo e che lo stesso Darwin definì (nel suo capolavoro) una “troubling anomality” alla sua teoria, aggiungendo la speranza che il futuro risolvesse la falsificazione cambriana del “caso” con nuove evidenze fossili (che non sono finora apparse) capaci di ripristinare l’uniformità temporale dell’evoluzione casuale darwiniana. Io farò solo una critica di carattere epistemologico a questa (pseudo-)ricerca dell’università di Adelaide.
      Come fanno i ricercatori australiani a “spiegare” l’esplosione del Cambriano, in base alla quale – ricordo – 20 phyla su 26 sono comparsi nel periodo di 1 minuto, se scaliamo tutta l’evoluzione della biosfera terrestre a 24 h? che è come dire che ieri, al casino di Montecarlo, la roulette ha prodotto 26 en plein in 24 h e ben 20 di questi si sono concentrati tra le 21:00 e le 21:01: può rientrare ciò nella casualità?
      Prendiamo le parole testuali del comunicato ufficiale Ansa emesso dai ricercatori: “Per cercare di risolvere la questione, i ricercatori hanno per prima cosa quantificato le differenze anatomiche e genetiche esistenti nei moderni viventi e stabilito, con l’aiuto di fossili, una scala temporale in cui queste differenze si accumulano.” Bene, questo significa che, da bravi ricercatori, hanno quantificato il problema sulla base dei dati fossili disponibili.
      Prosegue il comunicato: “Confrontando poi questa scala temporale dei cambiamenti con quelli registrati dai fossili del Cambriano, i ricercatori sono riusciti a trovare una certa complementarità. Il modello ha dimostrato che un’accelerazione del tasso di evoluzione, quindi un maggior numero di differenze accumulate nel tempo, sarebbe sufficiente a spiegare la rapida differenziazione avvenuta nel Cambriano”. E qui non andiamo più bene scientificamente! Perché?
      1) Perché tra le assunzioni del modello, per spiegare l’esplosione avvenuta nel Cambriano, hanno postulato “un’accelerazione del tasso di evoluzione”. Orbene, questa è senz’altro un’assunzione legittima, però non può divenire l’n-sima estensione del darwinismo, perché il darwinismo assume soltanto il caso come motore della comparsa di nuove specie, mentre l’accelerazione (concentratasi in un piccolo determinato periodo: 1 minuto su 24 h, tra le 21:00 e le 21:01) è un fattore del tutto nuovo che può essere solo attribuito a cause naturali non casuali, ma probabilmente correlate all’ambiente particolare del Cambriano. Quali sono queste cause?!
      2) Perché il modello matematico australiano ha tutta l’apparenza di un modello ad hoc: introduco l’accelerazione per spiegare l’esplosione. Un gioco da bambini, se il modello non fa altre predizioni controllabili, diverse dalle evidenze fossili del Cambriano, così che si possa considerarlo economico, ossia un’autentica spiegazione scientifica.
      Pennetta ha perfettamente ragione: siamo nell’ambito della più vieta, lapalissiana, tautologia.

  4. Michele Forastiere on

    Alla luce di quanto detto esaustivamente da Giorgio Masiero, mi sembra molto interessante esaminare la frase conclusiva del “Summary” dell’articolo (reperibile gratuitamente all’indirizzo
    http://www.cell.com/current-biology/abstract/S0960-9822%2813%2900916-0):
    The fastest inferred rates are still consistent with evolution by natural selection and with data from living organisms, potentially resolving ‘Darwin’s dilemma.’ However, evolution during the Cambrian explosion was unusual (compared to the subsequent Phanerozoic) in that fast rates were present across many lineages.
    Vediamo, dunque: “I tassi desunti più rapidi sono ancora compatibili con l’evoluzione mediante selezione naturale e con i dati relativi agli organismi viventi, risolvendo potenzialmente il ‘dilemma di Darwin’.” [Fin qui, mi sembra che gli autori vadano solo a ribadire la loro tesi di fondo – e cioè che il problema dell’esplosione del Cambriano in realtà non è un problema… forse (notare il cauto termine “potenzialmente”!)].
    L’ultimo periodo è però secondo me il più bello di tutto l’articolo:
    “Tuttavia, l’evoluzione durante l’esplosione del Cambriano è stata insolita (in confronto al successivo Fanerozoico) in quanto i tassi rapidi erano presenti in molte linee di discendenza”. [Buffa la contraddizione con quanto appena detto… in definitiva, qui mi pare che si dica che l’evoluzione nel Cambriano NON E’ stata insolita (cfr. periodo precedente), però allo stesso tempo bisogna ammettere che sì, effettivamente E’ stata insolita! Ma allora, ‘sto benedetto ‘dilemma di Darwin’ è risolto o no?!?]
    Seriamente: mi sembra di capire che, nonostante tutto, agli stessi autori rimanga il sacrosanto dubbio scientifico di non aver proprio fornito la risposta definitiva al problema dell’esplosione del Cambriano. Insomma, se pure fosse vero che i tassi rapidi di evoluzione in quel periodo sono dopo tutto compatibili con uno scenario neo-darwiniano, rimane ancora da spiegare il fatto che questi si siano verificati nello stesso periodo (e a quanto pare solo in quello) per ogni phylum esistente!
    L’unica spiegazione darwinianamente possibile, mi pare, è la solita “sheer dumb luck”… 😉

  5. Giorgio Masiero on

    Mi son preso il tempo di leggere con attenzione tutto l’articolo. Che cosa hanno fatto i ricercatori australiani? Hanno calcolato (per la prima volta, e cio’ va a loro merito) la velocita’ con cui e’ avvenuta l’evoluzione degli antropodi nel Cambriano, sia a livello anatomico che genetico, ed hanno trovato:
    1. che nei 2 livelli la velocita’ e’ stata press’a poco uguale;
    2. che in un periodo di 20 mln di anni quella velocita’ e’ stata da 4 a 5 volte superiore a quella dell’evoluzione dei 500 mln di anni successivi.
    Qui finisce la parte scientifica dello studio. Poi comincia quella filosofica, ideologica, autocelebrativa, giornalistica, mediatica, ecc., che consiste in cio’:
    A. Dicono frettolosamente che un’accelerazione di 4-5 volte concentrata in un periodo restrittissimo e’ compatibile col darwinismo, ma questo e’ un giudizio soggettivo quanto il mio parere che nessun dolce sia migliore dello strudel;
    B. Nessuna spiegazione e’ fornita su che cosa puo’ aver causato questa accelerazione di 4-5 volte, che se fosse osservata nelle Ferrari alla prossima gara di F1 non sarebbe da nessuno attribuita al caso;
    C. Come ha osservato Forastiere, ammettono di non spiegarsi come la stessa accelerazione risulti in tutte le linee di discendenza del phylum Anthropoda (che comprende, ricordo, centinaia di migliaia di specie diverse, dagli insetti ai molluschi ecc.);
    D. Nulla il rapporto dice a riguardo degli altri 19 phyla esplosi nello stesso Big Bang biologico.

    Un merito importante cmq ce l’ha questo studio: a far dire anche ai darwinisti piu’ fondamentalisti una verita’ che essi sempre sono pronti a negare, ovvero che il Cambriano e’ una “dolorosa anomalia” (Darwin) per il darwinismo, ovvero una spina sul fianco del caso. Da domani pero’ diranno che il problema, fino a ieri negato, e’ stato risolto!

    • Uno dei dieci on

      Solo per capire… Se quell’accelerazione c’è stata, cosa ci entra con l’accelerazione stessa che gli scienziati avrebbero per forza dovuto capire a cosa è stata dovuta? C’è stata e questo basta. Quello che viene da lei ritenuto il Caso, come fosse una bestialità, è il caso nel senso che non sappiamo spiegare i meccanismi di certi fenomeni, ma una sua spiegazione qualsiasi fatto ce l’ha, se il fatto è avvenuto, indipendentemente dall’averlo capito e dal saperlo spiegare. E questo, a noi profani, e sottolineo profani perché non venga la tentazione di provocarci con domande a trabocchetto, basta e avanza, per intendere che i calcoli fatti a tavolino, senza prevedere eccezioni e periodi di forti cambiamenti evolutivi, lasciano il tempo che trova. Se piove bagnato e se c’è il sole asciutto.

      • Giorgio Masiero on

        Forse Le sfugge una cosa, 1/10: la differenza tra i fatti e la spiegazione scientifica dei fatti. Per es., una cosa sono le maree (che si conoscevano anche nei tempi preistorici), altra cosa e’ la loro spiegazione (che risale alla scienza moderna).
        Che l’accelerazione ci sia stata nel Cambriano lo sapeva anche Darwin, che pero’ si sentiva disturbato da essa, perche’ confliggeva con la sua teoria. Ora l’hanno calcolata e vale 4-5 volte la velocita’ media dell’evoluzione.
        Questa e’ la meta’ piena del bicchiere di Adelaide. La meta’ vuota e’ che non si da cosa ha avuto origine questa accelerazione. A Darwin oggi non sarebbe passato il mal di testa. Se a Lei non e’ mai venuto, buon per Lei: siamo in due!

    • Quindi, ancora una volta, e’ stato eretto l’ennesimo muro di gomma a difesa della ideologia neodarwinista….
      Grazie a tutti per le vostre esaurienti risposte!

    • Uno dei dieci on

      Mi chiedo e le chiedo, se i suoi calcoli statistici sulla selezione/evoluzione “impossibile” con i tempi datiì non siano in fondo ingannevoli, non nel senso cattivo del termine.
      Come a dire che non si basano sulla “memoria”, sulle prove andate a buon fine che non richiedono ogni volta di far girare la roulette da capo, che memoria non ha, e ogni volta deve ricapitolare tutto, con perdite di tempo che in realtà non ci sono state…
      Sono riuscito a spiegarmi?

      • Uno dei dieci on

        Aggiungo: come possiamo stabilire cose che per accadere hanno richiesto miliardi di anni? Noi a tavolino, nella nostra povera vita neanche centenaria, basandoci su studi de che? vogliamo fare il pelo e il contropelo alla Natura?
        Il fatto, anzi il fattaccio, è accaduto! Evoluzione! Chi sono io,per quanto abbia studiato e approfondito e pur basandomi su uìuna cultura millenaria, per chiedere il conto a un Caso che la sa molto più lunga. Non perché sia il Caso, ma perché lui, il Caso, sfugge a ogni nostra speculazione che, al suo confronto, è misera, anzi miserissima cosa.

        • Mah. A me pare tu faccia parecchia confusione.
          Stai attribuendo alla natura e al caso capacità/potenze che non hanno.
          La natura andrebbe scritta minuscola proprio per non fraintendere qualcosa che non è: in sostanza è solamente l’insieme di tutte le piante-animali-terreni etc Ma non ha nessuna intelligenza sua propria o altre capacità sopra-naturali. Altrimenti, se la intendi con Natura stiamo cadendo in concetti tipo Madre Natura, Terra-Gaia e altro che appunto sono deificazioni che non c’entrano nulla con le cose naturali in sè.
          Idem per il Caso: il caso è minuscolo, cioè l’insieme di fatti accaduti senza un apparente ordine e motivazione e comunque in un certo modo studiabile con alcune terie scientifiche predittive. Esiste un caso scientifico che non è quello che hai descritto.
          Diversamente come l’hai scritto e interpretato tu il Caso diventa quasi un Fato, un destino che addirittura la saprebbe più lunga di noi.
          Come più volte il prof. Masiero ha spiegato, ma evidentemente molti fanno confusione parlando di questo fatidico “caso”.

          Insomma tu applichi categorie filosofico-religiose(ma ti dichiari ateo(?)), noi cerchiamo di capire le leggi fisiche del mondo materiale con i metodi della scienza (e tra l’altro siamo anche credenti).

          • Uno dei dieci on

            Sono perfettamente d’accordo con te. Facevo solo il verso a certo modo di intendere Caso e Natura. Viva la sincerità.

  6. Giorgio Masiero on

    @1/10
    Se si deificano la natura e il caso (che è solo una metafora data alla nostra ignoranza), come ci ricorda frank10, siamo in ambito religioso (pagano, aggiungo io).
    Se invece si resta in ambito scientifico, allora sappiamo dalla fisica che la materia-energia di tutto l’Universo consta di (appena) 10^82 particelle e che l’età di tutto l’Universo è di (appena) 10^18 secondi, ecc. ecc. e come ho spiegato nell’articolo “I 3 salti dell’essere” (http://www.enzopennetta.it/2013/01/i-3-salti-dellessere/ ) tutta la potenza e l’energia dell’Universo non bastano ad assemblare casualmente una sola proteina…
    I pagani di 2.000 anni fa avevano una giustificazione: erano ignoranti di necessità. Ma quale giustificazione può avere oggi qualcuno che, anziché informarsi scientificamente o tacere, interviene discorrendo di Caso e di Natura onnipotenti?

  7. Uno dei dieci on

    La persistente assenza di Leonetto non è logica… Dopo tutto quel che ha scritto e fatto per CS mi chiedo se la sua sia una meditazione profonda, nel senso che non si riconosce più in quel che ha scritto e ne ha preso le distanze (ma ne dubito) o se invece c’è sotto qualche serio problema, così serio che non risponde nemmeno ai ns. solleciti di risentirlo, e lo faremmo con grande piacere.
    Pennetta, possibile che lei non abbia una e-mail privata del Nostro per sapere cos’ha e come sta? In qualsiasi caso, parlo per me,lo abbracciamo fraternamente.

    • @1/10
      come hai giustamente intuito ho provato a scrivere a Leonetto privatamente per sapere se va tutto bene e domandandogli il perché di questa sua assenza, ma non ho ricevuto risposte.

      Spero solo che si sia semplicemente stufato di questi argomenti e si sia dedicato ad altro.

      Comunque colgo l’occasione per salutarlo e chiedergli se possibile un suo intervento, anche isolato, se vuole.

  8. stò cò frati e zappo l'orto on

    Leonetto sei una miniera di informazioni!E grazie per la tua verve.

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