Il Museo di Pietrafitta

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pietrafitta

 L’inviato speciale Max in visita al museo di Pietrafitta.

“Ciao babbo”

“Ciao Sofi”

“Io vado..”

Vai vai, oggi è sabato e stanotte ho finito di lavorare alle due. Vai pure a scuola, che io dormo.

“Ma non volevi accompagnarla al museo?”

Meno male che c’è la moglie. Eh già, oggi c’è la visita scolastica al Museo di Storia naturale.

Vado a sbirciare i Musei degli altri e non mi alzo per andare a controllare che mia figlia venga istruita nel migliore dei modi? Eh no. Sposto il piumino che, per il sonno arretrato che avevo e per il tiepido che lasciavo, oggi era pesante come una montagna. Mi fiondo fuori casa non dopo aver fatto fare un doppio rimbalzo al caffè: dalla caffettiera alla tazza e poi dalla tazza alla mia gola passando per due cucchiaini di zucchero.

Motore acceso, via. Arrivo prima della scolaresca. Al museo non c’è nessuno, chi fa i biglietti ed io.

La quiete prima della tempesta.

Entrano come scalmanati, classe prevalentemente fatta da maschietti. Ho rimediato, sottoponendo la creatura a 6 visioni di Karate Kid III, ora viene infastidita raramente.

Arriva anche Marco, da Perugia, ricercatore all’Università. Rido sotto i baffi, son pronto a far passare ogni inezia sotto il mio nanometrico setaccio.

Eh, ma non ho fatto i conti con Sofia che già mal sopporta la mia presenza, se poi provassi ad intervenire durante la visita credo che non mi rivolgerebbe la parola per qualche giorno.

S’inizia.

Il Museo di Pietrafitta, spiega Marco, nasce su un giacimento di lignite. L’Enel ci fa una centrale. Brucia la lignite e ricava energia. Poi qualcuno (e di questo ne parleremo alla fine) scopre che fra un pezzo di lignite e l’altro, ci sono dei resti fossili. Raccogline uno, raccogline cento, hai materiale per farci un museo. Roba di un milione e mezzo di anni fa, insomma,  fresca fresca da mostrare a pargoletti di 8 anni.

Fossili. Come farai a non parlare di evoluzione? Caro Marco ti aspetto al varco, sto crepando di impazienza.

“La Terra s’è fatta 4 miliardi e mezzo d’anni fa. Son cambiate le forme di vita in questi miliardi di anni.”

Tutto qui? Avevi un’occasione formidabile per partire con uno spottone magico-darwiniano e .. niente?

“La temperatura è cambiata moltissimo in tutti questi anni. Noi ora ci troviamo in un periodo interglaciale.” E cambia discorso per parlare nuovamente di animali. Ma come, nessuna omelia sui drammatici cambiamenti climatici causati dall’uomo? Questo tizio non mi convince.

Spiega che l’ambiente, un milione e mezzo di anni fa, era un po’ diverso, che c’era molta vegetazione – ora diventata lignite – e inizia a descrivere gli abitanti di quei luoghi: descrive le cinque classi di vertebrati. Grande! Invece di raccontare storie fantasiose, trasmetti ai bambini nozioni vere e verificabili. Bravissimo. E va avanti, il nostro Marco, ora a parlare nel dettaglio di uccelli, mammiferi, testuggini e tartarughe, ora a parlare dei castori fossili ritrovati, spunto per parlare del loro ecosistema. E che dire del modo di coinvolgere i ragazzi usando il loro spirito critico per provare a ricostruire la catena alimentare degli animali presenti in una palude e in un bosco dei nostri giorni! E i ragazzi, incuriositi, partecipano. Eh già, se incuriosisci un bambino, quello partecipa. Se gli dai una serie di monoporzioni di pappa pronta che ti aspetti? Un cervello che diventa come quello che mangia: una polpetta cotta. Lo diceva un mio amico: “ Diventi quello che ricevi!”, ma quella è un’altra storia, rischio di diventare OT nel mio stesso post, non esageriamo.

Marco ritorna sulla catena alimentare, mostrando l’immagine di un mustelide e di un orso primivo: “Un mustelide poteva mangiarsi un orso?”, il coro dei bambini: “Nooo”.

Son contento di aver strappato un’ora al sonno. Andiamo avanti.

E arriviamo al pezzo forte. La cacca fossile. Eh già, è strano che la cacca fossilizzi.

“Ma se tu, Matteo, vai nel bosco e ti scappa la cacca e la fai lì nel bosco, quando torni dopo un anno la trovi?”

Il bimbo ride e dice no. E il nostro paleontologo ne approfitta per parlare di cose concrete e giù con gli animali decompositori e muffe e funghi, poi batteri, larve di mosca. Ok, che schifo ma anche che bello. Sembrava di essere nel bosco anche se non c’eravamo.

 

 Il fossile di rinoceronte

Altra stanza, un rinoceronte fossile. E Marco che fa? Inizia a parlare di favole darwiniane? Manco per sogno: fa trovare sul corpo dei bambini le ossa che si osservano nel fossile.

“Allora, quest’osso si chiama scapola, voi dove ce l’avete?” E vedi i bambini a provare a toccarsi la scapola inarcando quelle braccine. Poi è il momento della coda, come sapete il neodarwinista doc non ce la fa a parlare di una coda senza dire che noi l’abbiamo persa. E’ un tic condizionato. E’ un po’ come immaginare Roger Rabbit che ascolta il motivetto:”Ammazza la vecchia…” E Roger non ce la fa a stare zitto, deve rispondere cantando:”Col fliiiiit”. Ecco, così il neodarwinista con la coda, è più forte di lui, non riesce a controllarsi. Non basta per essere neodarwinisti, ma tutti i neodarwinisti non resistono, questo è sicuro. Mentre Marco la liquida dicendo che Rino aveva la coda e noi invece no. Basta.

Ma questa innocente affermazione stuzzica la mente di un bambino che fatalmente alza la manina, inizia ad agitarla e, senza attendere il permesso, chiede:”Noi eravamo scimmie?”

Io smetto di respirare, sembra un thriller per bambini, tutto innocuo ma che suspence!

Io ho pensato che qui si giocava il voto a Marco, da come avrebbe risposto.

“No, non eravamo scimmie”.

Ma certo, grande Marco, se eravamo scimmie non eravamo uomini, ovvio. Ma vallo a spiegare a qualcuno.

“Diciamo che l’uomo si è separato in un ramo laterale e si è evoluto.”

Ragazzi, non riesco a fargli le pulci, una guida eccezionale.

Siamo stai in un museo paleontologico per tre ore e non è mai stato nominato Darwin. Incredibile.

 

Zanne di Mammuth

 

Poi si vedono i fossili di moltissimi Mammuth, e Marco che fa? Inizia a spiegare le differenze fra i fossili e gli elefanti odierni:

1)      Le zanne degli elefanti son più piccole e dritte

2)      Il cranio di mammuth ha una specie di cupola

3)      La schiena del fossile è inclinata e va verso il basso

E poi la solita domandina per acchiappare l’attenzione dei bambini: “Come si distingue il maschio dalla femmina di mammuth?” chiedeva con davanti i resti fossili.

Una bambina, carinissima per la verità, con uno sguardo intelligente e furbetto alza la mano. Aspetta d’essere interpellata (educatissima!) e poi risponde: “Le ossa del bacino sono più larghe”. A modo suo era riuscita a spiegarsi. Cerca con gli occhi lo sguardo del babbo che le sorride in segno di approvazione.

Si torna a casa.

Per concludere un discorso in sospeso, a chi dobbiamo la scoperta dei fossili nei giacimenti di lignite? Ad un operaio dell’Enel che, lavorando nella cava, vide qualcosa di strano. Era appassionato di fossili. Quanto è vero che serve sapere un po’ di tutto e che i super specializzati in una sola materia, in fondo sanno poco: sanno molto di un piccolissimo aspetto della realtà e pensano che basti a descriverla tutta, la realtà. Qualcuno li chiamerebbe riduzionisti..

Ed adesso alcuni messaggi in versione Radio Londra:

  1. Tu, marito di una donna famosa. Tu che sai montare i video per mestiere, mi contatti per favore? Abbiamo bisogno di te. La mia mail è qui sotto.
  2. Un saluto a Felice che ho sentito al volo per telefono, prima o poi ci incontriamo di persona. A presto!
  3. Achille, si lavora? Il bricolage sta diventando la mia seconda passione. Tu a che punto sei?
  4. A te, romano marchigiano, libro fantastico. E’ nu babbà. Pagina 23, in progresso.

 

 

 

 

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Laureato in Biologia tanti anni fa, prima di mettere in piedi una scuola di sopravvivenza va a specializzarsi in terra d'Etiopia per poi tornare e istruire a dovere, insieme a Silvia, 3 piccole amazzoni. Dopo 13 anni in un'azienda di Biotecnologie come Specialist e Line Leader, decide di divertirsi come Direttore Marketing per un noto marchio di gioielli, in attesa di nuove sorprese all'orizzonte.

37 commenti

  1. alessandro giuliani on

    Complimenti a Marco e alla sua opera di diffusione del vero spirito scientifico e chiaramente complimenti a Max che ci dimostra che chi dorme non piglia pesci …e che come ci diceva Heinlein in Fanteria dello Spazio ‘la specializzazione è per gli insetti’ L’ultimo messaggio di Radio Londra e’ stato ricevuto quanto al secondo forse ti posso dare una mano

  2. Marco dimostra che si può parlare di biologia senza necessariamente ricorrere a racconti mitologici… allora si può fare!
    PS Radio Londra cos’è, una prova di messaggi cifrati per quando saremo messi fuori legge? 😯

    • Mi stai dando una notizia! Vuoi dirmi che quello che stiamo facendo è legale? Allora quasi quasi smetto, a me piace il brivido dell’imprevisto e qui mi sembra d’averlo trovato

  3. “grande Marco, se eravamo scimmie non eravamo uomini, ovvio. Ma vallo a spiegare a qualcuno.”
    Ah, certo, perché i neodarwinisti dicono che noi eravamo scimmie.
    In pratica lei ha preso una serie di stereotipi sui darwinisti, non li ha ritrovati nel comportamento di una persona e ne trae la conclusione che si può parlar di biologia senza tirar di mezzo la mitologia. Interessante.
    Scommetto che se avesse chiesto al buon Marco qualcosa di più specifico sull’evoluzione avrebbe ricevuto le stesse spiegazioni che voi qui contestate, ma tant’è. L’importante è prendere gli spunti giusti per fare il pezzo simpa su quei poverini dei neodarwinisti che ripetono sempre le stesse cose. Non perché siano giuste ma perché sono un po’ tontoloni loro, che ripetono come pappagallini quello che i professoroni proclamano come dogma.
    Tu non avrai altro Darwin all’infuori di me!
    Nulla di strano eh, sarebbe in linea con lo stile di CS, che prende singoli casi (quelli degli ultradarwinisti radicali o quelli, più semplicemente, di cattiva divulgazione) e li generalizza, come se tutti i neodarwinisti fossero così.
    Tontoloni. Poverini. Estremisti.
    Mica come voi, che siete liberi da ogni preconcetto.
    Ah, che gioia la libertà.

    • Ciqo Greylines,
      Ben trovato.
      Noi eravamo scimmie? È la frase che più sovente ho sentito nei musei quando i bambini chiedevano e i grandi spiegavano. Perché “visto che sono bambini” bisogna semplificare. Questo mi veniva risposto.
      ma un conto è semplificare, un altro conto è spararle grosse.
      Prr esempio, quando parlai con un ricercatore al museo di Roma, mi spiegò che in quel museo c’erano due scuole di pensiero. Quello che ‘semplificava’ dicendo qualche “innocente” inesattezza e chi invece (come lui) preferiva dare ai bambini / studenti molti elementi per farsi poi un’idea da soli di come stanno le cose.
      D’altro canto ho trovato il museo di Bologna (o meglio la persona che lì ho incontrato, addetta a guidare i visitatori) che la pensava nel primo modo.
      La realtà è più complessa e nessuno la possiede. Io parlo di quello che vedo e sento. Paraocchi? Nelle mie visite ho trovato di tutto, cose che mi son piaciute e altre che mi hanno scandalizzato, e quello che ho visto ho scritto.
      Grazie per il simpa, certe cose vanno prese con leggerezza.
      Cosa pensa un ultradarwinista radicale? Cosa pensa un darwinista moderato? Grazie, alla prossima.

    • Giuseppe Cipriani on

      Effettivamente Greylines, hai reso benissimo l’idea…
      Lo stile è quello, divertente in fondo, del guascone che mira a raccogliere consensi e risolini.
      Una sorta di bravata giovanile, stile cabarettista, che si bea di se stessa, se la racconta e se la ride anche.
      Del resto, solo dubitare che quel Marco avrebbe potuto rispondere che eravamo scimmie (“Io smetto di respirare, sembra un thriller… Ho pensato che qui si giocava il voto a Marco”) la racconta lunga sullo stereotipo che ha in mente Max quando va in giro per musei a dar voti di merito alle guide di turno.
      Però in fondo, dai, queste godibili barzellette sui darwinisti dovrebbero divertirci, non fosse altro perché mantengono basso il livello della discussione, che da queste basi (purtroppo o per fortuna) manco rischia di decollare a livelli così ostici da non capirci nulla.

    • Ma, secondo me il discorso è semplice, due sono i casi o quello che ha raccontato Max è vero o se l’è inventato (quali pezzi poi sarebbero stati scartati, quelli che dicono il contrario di quanto riferito?). Poiché conosco Max ed escludo la seconda ipotesi, non capisco quale sia il problema.
      Se come dite voi il livello di quanto riferito è veramente basso è per via del basso livello di quello che si sente nei musei.
      Monsieur de La Palice…

      • Giuseppe Cipriani on

        Non si criticava quello che ha affermato Max, quel di cui è stato testimone,,, sicuramente tutto vero, anzi verissimo, perché dovrei dubitarne?
        Si criticava il tono, che è un’altra cosa, e il ridurre tutto a una sorta di barzelletta, caricatura (era sarcasmo? era satira? che era?). Ma ognuno, lo sostengo con forza e mi batterò perché questo accada sempre, è libero di scrivere con i toni che più gli si addicono.
        Ben altro sarebbe stato riportare la cronaca dell’incontro senza sarcasmi, ma in quel caso, diciamocelo con onestà, cosa sarebbe rimasto di degno di nota?

        • Cari Greylines e Giuseppe, ho riletto l’articolo e francamente mi sembra che non ci sia niente che non vada, oltretutto in questo caso Marco e il museo ne escono benissimo. Qual è il problema?
          .
          Il punto è che conosciamo quali sono i leitmotiv del darwinismo e le sue troppe semplificazioni che diventano elusione dei problemi, dopodiché semplicemente si va a vedere se e come sono riproposte.
          E come si dovrebbe fare a verificare se e come questo si ripropone?
          Dovremmo fornire un questionario con caselle da barrare con delle X su voci del tipo “propone il coccige come organo vestigiale”, oppure “parla di abiogenesi come frutto del brodo primordiale”?
          No, giustamente Max lo fa in modo scherzoso e leggero, mai offensivo e se fossi un darwinista sorriderei.
          Ma forse è proprio questo il problema, quando si mostra il buffo (insisto, senza offendere) che si nasconde dietro una realtà si è più pronti a mettere in discussione l’oggetto del discorso, sappiamo che sul versante darwinista si è sempre pronti a burlarsi di creazionisti e ID, ma che succede, brucia essere messi a propria volta in quella posizione?
          Rifletteteci un po’, perché questa eccessiva reazione?
          Aveva ragione Bakunin quando individuava nella risata l’arma definitiva.

          • Giuseppe Cipriani on

            Sono d’accordo sulla risata e sui suoi poteri…
            La mia reazione, mi pare, solo sullo sfondo forse un po’ piccata, ha sfruttato invero l’arma dell’ironia mettendo in risalto in modo irriverente proprio le armi e i toni usati dal Max, che guarda caso per una volta non ha fatto l’allegrone di ritorno ma se n’è rimasto zitto zitto, spero solo per un passeggero risentimento guaribile in pochi giorni…

          • Eh eh, nessun risentimento. Come sa l’esimio prof Pennetta.
            Ieri ero impegnato a fare 200 km con la febbre e il tempo di venire qui l’ho avuto solo limitatamente verso l’ora di cena e prima che stessi male. Settimana prossima fornisco certificato medico…

          • Giuseppe Cipriani on

            Caro Max, mi spiace per la salute, quella fisica, che non ha prezzo e quando manca penalizza anche l’allegria. Auguri

          • Evidentemente l’influenza gira in questi giorni. Anche Greylines, dopo che gli ho chiesto la differenza fra un darwinista e l’altro .. è scomparso. Auguro anche a lui pronta guarigione, in attesa della sua risposta.

          • @Pennetta
            “Il punto è che conosciamo quali sono i leitmotiv del darwinismo e le sue troppe semplificazioni”
            Veramente le semplificazione sul darwinismo le fate voi, per poi poterlo criticare più facilmente.

            “ma che succede, brucia essere messi a propria volta in quella posizione? Rifletteteci un po’, perché questa eccessiva reazione?”
            Infatti io ci ho riso sopra. Dopo aver messo i puntini sulle i come fate sempre voi quando qualcuno vi sfotte dandovi dei creazionisti. Forse è lei che dovrebbe riflettere sulla sua reazione 😉

            @Max
            “Anche Greylines, dopo che gli ho chiesto la differenza fra un darwinista e l’altro .. è scomparso.”
            Che ci vuol fare, caro Max, sarà il lavoro, saranno i tanti impegni, oppure sarà semplicemente il fatto che io, quella differenza, l’ho ripetuta così tante volte nei commenti qui su CS che dopo un po’ quasi mi annoia scrivere di nuovo le stesse cose 😉 Che poi basterebbe prendere Gould e Dawkins per capire quante differenze ci possano essere fra due darwinisti.
            Buona guarigione.

          • @Greylines,
            mi sembra che le semplificazioni del darwinismo noi le segnaliamo non ne siamo gli autori.
            Se lei, viste le sue conoscenze e frequentazioni, anziché insistere a dire che non esistono spendesse un po’ di tempo a contrastarle farebbe un’opera meritoria.
            La “marcia del progresso” tante volte criticata dallo stesso Pievani continua a comparire, ecco un esempio apparso su Le Scienze e che segnalai nel 2012:

            Riguardo alla mia “reazione” rilegga il mo intervento perché non c’è quanto lei sostiene esserci 😉

          • @Pennetta
            “mi sembra che le semplificazioni del darwinismo noi le segnaliamo non ne siamo gli autori.”
            Ridurre tutto il darwinismo-neodarwinismo-sintesi estesa-eccetera a “caso e necessità” è una semplificazione. Terribile, peraltro.

            “Se lei, viste le sue conoscenze e frequentazioni, anziché insistere a dire che non esistono spendesse un po’ di tempo a contrastarle farebbe un’opera meritoria.”
            Non esistono le semplificazioni che fate voi, sulle quali costruite tutta la vostra critica. Sugli errori nella comunicazione dell’evoluzione di tempo ne ho speso. Un esempio? Eccolo: http://www.lineegrigie.it/2014/03/questioni-di-tifo/
            Ne ho parlato anche in qualche scuola e al Darwin Day. Quindi non si preoccupi di quello che già faccio io, ma di quello che non fa lei.

  4. Paolo da Genova on

    La moglie famosa dell’uomo che sa montare i video per mestiere è una donna bellissima e una mamma bravissima. A fine primavera tutti a Roma!

  5. Ciao Max,
    si lavora, si lavora. Sono contento che hai trovato un nuovo hobby. Fammi sapere quando avrai finito, perché ora sto preso dagli esami ma se serve bastano pochi ritocchi per completare quella…cosa.

  6. Il racconto e’ veramente veramente gustoso! E una volta tanto non si e’ incappati in qualche fanatico, ottima notizia.
    Esprimo il mio disappunto (io lo chiamo in altra maniera) per chi tira in ballo la differenza tra la vulgata e gli alti pensieri. Francamente questo modo di procedere era stato gia’ argomento di un piacevole scambio tra me ed Enzo, dove concordavamo che, certo, la vulgata e’ piena di errori. PERO’. Pero’ con sta scusa che e’ una vulgata, nessuno degli alti papaveri e’ minimamente interessato alla correzione, della vulgata.
    Oh, sia chiaro che per me e’ l’identico giochino che si fa con la vulgata della religione cattolica, c’e’ sempre qualcuno che dice “ma no, le scritture non dicono cosi'”. Idem per quella famosa teoria che io critico sempre in questo forum, c’e’ sempre un “ma no, e’ solo un modello, ma no, il modello non comprende l’istante iniziale”.
    Certo, volendo Max ha parlato di neodarwinisti invece che parlare della divulgazione del neodarwinismo. Ma non ci vogliamo mettere un bel “chissene”? E’ un po’ comodo tenere da parte un paio di preti/scienziati altisonanti pronti a dire che la teologia (o la loro scienza, che spesso teologia e’) non afferma quelle cose. Ok, ma come mai poi NESSUNO NESSUNO (lo ripeto? NESSUNO) di questi papaveri si sbatte mai per cercar di correggere le distorsioni che, nella vulgata, sono spacciate come verita’ provata?
    A casa mia questo ha un nome: omerta’. Avessi mai letto di qualcuno che, difendendo la dicotomia vulgata contro sacra scrittura (o sacra scienza), abbia anche speso qualche parola per riconoscere che il problema c’e’.
    E se non e’ un problema dei sacri sacertodi, beh allora non so proprio di chi sia.
    Toh, dai, per par condicio dico che medesima teknika e’ usata da sempre dai comunisti, per i kuali non e’ mai esistito il comunismo implementato, e con questo dichiarano risolte le discussioni sul fatto che i regimi piu’ sanguinari del 900 sono stati comunisti. Pardon, vulgata di comunismo.

    • Giorgio Masiero on

      Dire che nessuno, proprio nessuno tra gli scienziati (o tra i teologi) si sia mai sforzato di spiegare la differenza tra teoria scientifica (o dogma) e la rappresentazione semplificata o distorta che la divulgazione (o la vulgata) ne possono fare mi pare esagerato, Fabio. E anche ingiusto contro tutti quei ricercatori (e teologi), che fanno con serietà il loro mestiere, come tutti cerchiamo di fare il nostro ogni giorno.
      Nel suo piccolo poi, anche CS, ha sempre portato avanti il discorso che NULLA, non solo qualche teoria, ma NESSUNA TEORIA scientifica, anche la più corroborata, può spacciarsi per “verità provata”, ma solo per una ipotesi localmente corroborata e sempre esposta a falsificazione. E questo io ho sempre sentito dire anche dagli scienziati e ricercatori che incontro nella mia vita, di tutte le discipline.

    • Ciao Fabio, concordo.
      Rincaro la dose. Più che di omertà si tratta di complicità, è il mio parere.
      Quando si lascia far dire a più riprese e senza correggere, certe distoraioni della verità, credo che la speranza sia che passino nella testa delle persone, se invece vengono smascherate, allora c’è la gara a dire che non è quello il neodarwinismo. Che se non è frutto di ignoranza( o di ignavia o di mitologia) allora è frutto di ideologia.

      • Giorgio Masiero on

        Caro Max, a parte il darwinismo su cui non ho il bisogno di ripetere che non è tecno-scienza, quel tuo “concordo” con Fabio comprende anche quanto egli ha detto a proposito della teologia e di altre teorie e modelli scientifici fuori della biologia evolutiva? Così, per sapere…

      • Omertà, complicità. Quindi c’è un complotto darwinista per indottrinare le persone?

  7. Tutto giusto, Fabio, ma non so quale sia la deleteria vulgata della religione cattolica…
    Voglio dire, i teologi pontificano, ma è poi a livello popolare che si realizza la carità, quella di cui non si parla mai perché non fa notizia al contrario del male, ma che da secoli viene praticata in quantità industriali (perché se così non fosse non saremmo nemmeno arrivati sino ai giorni nostri). “Dai frutti riconoscerete l’albero…”, cosa che non possiamo dire del darwinismo (le famose ricadute tecniche che chiede il prof. Masiero) e tanto meno del comunismo (un disastro storico dei più immani).

  8. Alessandro Giuliani on

    Bè c’è da dire che il primato della ‘interpretazione dal basso’ (vulgata mi piace meno in quanto implica uno sversamento dall’alto) o ancora meglio ‘depositum fidei’ della religione cattolica ce lo aveva già spiegato Gesù Cristo quando si rallegrava con il Padre ‘che aveva rivelato certe cose ai piccoli che aveva tenute nascoste ai sapienti’ quindi lì ci andiamo di lusso e il paragone con la scienza è improprio….
    Si pensi alla frase che si ripete a ogni decina di rosario ‘Porta in cielo tutto le anime, soprattutto quelle dei più bisognosi della tua misericordia’, non si dice mica ‘di quelli buoni’ o ‘dei pacifisti’ o ‘degli onesti’ o ‘di quelli che la pensano come noi’….si dice di quelli che ne hanno più bisogno (tra cui è compreso l’orante) basta questo per rendere inutili tonnellate di saggi sull’accoglienza dell’altro da sè, l’anti razzismo, la tolleranza ecc. ecc.
    La teologia serve a noi saputelli come stampella per arrancare verso il Regno dei Cieli dove i semplici arrivano di corsa…

    • Giorgio Masiero on

      Hai ragione, Alessandro,… ma non è così facile per tutti essere semplici come bambini! Io, per es., sono fatto così, sono sempre pieno di dubbi e interrogo costantemente la mia ragione. Tutto il contrario di “saputello”, dalla consapevolezza della mia ignoranza e della presenza però in me di quella luce divina che considero la ragione, intelligo ut credam, e così credo ut intelligam.

  9. Michele Forastiere on

    Divertentissimo resoconto, Max! 🙂
    Sono poi totalmente d’accordo sulla tua ultima considerazione riguardo ai pericoli dell’ultraspecializzazione.

  10. alessandro giuliani on

    ŪCaro Giorgio anche io sono come te e i semplici li invidio tantissimo e spero a forza di pellegrinaggi di liberarmi dalle scorie ma è impresa tosta…

  11. Mi perdoneranno, Lorsignori, se celio un po’…
    Prof, stesso “trattamento” (questa credo che meriti…)

    • Aspettiamo il racconto di un museo da un darwinista, dove scopre le cose antiscientifiche che mostrano nei musei italiani e le denuncia, con un sorriso. Mi auguro siano capaci anche loro di farlo. Saremmo felici di ospitare un loro intervento a riguardo. Ma fino ad ora credo che sornioni, accettino silenziosi tutti gli errori marchiani che denuncio, l’importante è che passi il messaggio:”Più o meno è tutto spiegato”.
      Grazie Virginia, alla prossima!

  12. franco bacci on

    Buona Sera a tutti,
    alcune riflessioni sull’evoluzione umana.
    Nel domandarsi quali siano le basi scientifiche,concrete dell’evoluzione, si rimane spiazzati,senza parole se non costruendo storie a tavolino: dagli esseri unicellulari al graduale passaggio verso organismi complessi secondo esigenze e necessita’ ambientali che di volta in volta hanno condizionato e mutato il dna per adattarsi a condizioni sempre diverse.
    La grande variabilita ‘esistente nel Dna dei vari organismi e’ considerata la prova di questi mutamenti nell’arco di milioni di anni di evoluzione e il fatto che esista un Dna in cui sono codificate le informazioni per la costruzione e sviluppo degli individui e’ ancora una volta considerata una prova dell’origine comune di tutti gli esseri viventi.
    La realta’ attuale concreta,invece ci fornisce altre informazioni.
    Nel leggere il bel libro del medico Giovanni Lo Presti “Darwin bocciato in medicina” si arriva ad alcune ovvie conclusioni:
    tutti gli organismi viventi che abitano questo pianeta hanno uno specifico Dna ,in cui vi sono inserite le informazioni genetiche per la costruzione e sviluppo dello specifico individuo appartenente ad una determinata specie ,secondo proteine specifiche di specie e caratteristiche di quel determinato individuo.
    Cioe’ nessun essere e’ uguale ad un altro e ognuno vive ed esiste secondo la propria specie perche’ geneticamente programmato per questa e solo questa e ognuno e’ un prodotto finito,compiuto, con un lavoro continuo di stabilita’,di un omeostasi e mai in evoluzione per un qualcosa d’altro,perche’ il Dna ha bisogno di aver definito una volta per tutte il proprio programma di costruzione perche’ l’inserimento di nuove informazioni genetiche sarebbe incompatibile con lo svolgersi corretto della vita stessa.
    Turberebbe inevitabilmente cio’ che e’ gia’ predeterminato portando a riporogrammazioni letali per la vita stessa.
    E’ inevitabile che ogni singola specie sia nata,costruita,concepita solo per stessa,”secondo la propria specie” e questo e’ dimostrato dalla funzione importantissima del sistema immunitario il cui compito e’ di difendersi da qualsiasi sostanza estranea,cioe’ non appartenente al proprio”Self” perche’ deve difendere l’individualita’,la peculiarita’,specificita’,irripetibilita’ di ogni organismo.
    Il lungo elenco di malattie autoimmuni,cioe’ quelle patologie in cui il sistema immunitario attacca se stesso e’ una eclatante evidenza dell’impossibilita’ dell’evoluzione da un unico Dna,perche’ dimostra quanta attenzione il sistema immunitario ha verso la protezione della specificita’ organica di specie e di individuo attaccando perfino proprie sostanze non riconosciute piu’ come tali per varie cause,virali,batteriche,genetiche ecc, portandoci alla logica conclusione che ogni Dna e’ stato singolarmente costruito .
    L’impossibilita’ dei trapianti di organo,possibili,solo con terapie antirigetto a vita mediante vari farmaci immunosoppressivi, lo dimostra.
    Anche gli organismi piu’ semplici come i batteri sono in realta’ complessi ,senza contare la complessita’ ,ad esempio di un essere umano e chi studia medicina e ha esperienza medica e infermieristica sa bene quanto sia importante il corretto svolgersi di tutte le funzioni, dall’apparato renale, a tutto il sistema circolatorio,alla funzione di pompa del cuore,alla funzione ventilatoria dei polmoni che espellono Co2 e assumono ossigeno per poi distribuirlo ai tessuti con la funzione di trasporto dell’emoglobina,insomma un sistema intelligente che lavora perche’ tutto funzioni correttamente con precise indicazioni genetiche e funzioni svolte da un numero infinito di geni.Com’e’ possibile che nuove mutazioni si inseriscano in questo meraviglioso meccanismo tendente alla stabilita’ ed equilibrio senza sconvolgerlo in modo letale?
    Scrive Lo Presti che nuove mutazioni per la formazione di nuovi organi ,oltre ad esssere di disturbo e incompatibili con la vita stessa,dovrebbero attingere ad energia di riserva che nessun organismo ha,perche’ tale energia e’ a termine,gia’ predeterminata.
    Il necessario adattamento che ogni essere vivente deve attuare di volta in volta e’ regolato da geni silenti che si attivano quando appunto e’ necessario.
    In ogni caso nessuno ha mai dimostrato,sperimentalmente mutazioni genetiche in senso evolutivo,ma sono dimostrate purtroppo in senso involutivo con l’evidenziarsi delle numerose malattie genetiche oggi esistenti,
    Quindi,scrive Lo Presti, l’anatomia,la fisiologia,la genetica le varie branche della patologia in particolare l’immunopatologia dimostrano una realta’ concreta,obiettiva ,sperimentata che non ha niente a che vedere con l’evoluzione la quale di fronte a cio’ e’ pura fantasia un puro esercizio mentale speculativo.

    • Giorgio Masiero on

      Sì, Bacci, questi sono buoni argomenti contro un’evoluzione darwiniana, cioè graduale e casuale. A cui se ne potrebbero aggiungere molti altri.
      Però, io penso che, per chi si ponga il problema su basi scientifiche (cioè ricorrendo a cause puramente naturali) di spiegare l’origine delle specie – asincrona, crescente in complessità, con evidenti tratti di analogia genetici e fenotipici – la congettura di un’evoluzione non darwiniana, cioè non graduale ma per salti, non casuale ma causata da precisi meccanismi fisici e ambientali, resta l’unica ipotesi su cui fare ricerca in biologia evolutiva. Essendo anche aperti al fallimento.

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