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    Asino d’oro 2: i testi scolastici

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    By Enzo Pennetta on 19 Ottobre 2011 Evoluzione, Varie

    Il Prof. Odifreddi ha meritato l’asino d’oro per aver indebitamente definito una formula (quella dell’equilibrio di Hardy-Weinberg) “la formula dell’evoluzione”.

    Ma errori analoghi vengono compiuti sui testi scolastici.

    Chi si occuperà di assegnare gli asini d’oro?

    Perché i biologi evoluzionisti non intervengono per correggere questi errori?

     

    Abbiamo visto che definire la formula dell’equilibrio di Hardy Weinberg come “La formula dell’evoluzione” sia un grave errore, tale da far assegnare al Prof. Piergiorgio Odifreddi il poco ambito premio dell’Asino d’oro, ma quali affermazioni vengono fatte sui manuali scolastici in uso nelle nostre scuole? Siamo sicuri che si dicano cose molto diverse?

    In tutti i testi scolastici si parla ad esempio del ruolo della selezione naturale nell’evoluzione, uno dei casi che vengono riportati è ad es. quello della selezione direzionale.

    Si inizia col mostrare un grafico della distribuzione dei caratteri di una popolazione, la figura di partenza è la seguente:

     

    Si prosegue poi mostrando gli effetti della selezione naturale sulla distribuzione della popolazione di partenza:

    Come si vede, la selezione fa spostare la distribuzione dei caratteri verso una delle code del grafico che viene però oltrepassata, trasmettendo in questo modo l’idea di un effetto evolutivo della selezione stessa.

    Ma si tratta di un errore.

    La popolazione non può andare oltre i caratteri iniziali se non interviene una mutazione:

     

    Anche incrociando tra loro gli individui posti all’estremità della curva, non è possibile andare oltre i limiti posti dagli alleli della popolazione iniziale.

    Questo meccanismo fu scoperto dal biologo Wilhelm Ludwig Johannsen (1857–1927) che condusse degli esperimenti sui semi di fagiolo:

    …Johannsen scelse, nell’ambito di ciascuna progenie, il seme più piccolo e quello più grande: lì seminò ed autofecondò le piante così ottenute. Procedette allo stesso modo per 6 generazioni, ma alla fine si accorse che, all’interno di ciascuna selezione, il peso medio dei semi non era cambiato, e che la discendenza dei semi più piccoli aveva lo stesso peso di quella dei semi più grossi.

    (http://www.personalweb.unito.it/piero.belletti/files/Curriculum2007.pdf)


    La selezione direzionale, in assenza di mutazioni, non può dunque essere l’origine di nuove specie, come viene invece lasciato intendere nei manuali scolastici.

    Si tratta di un errore analogo a quello commesso dal Prof. Odifreddi il quale sosteneva che l’equilibrio di H-W fosse “La formula dell’evoluzione“:

    Come vediamo l’analogia tra le due affermazioni sta nel fatto che in entrambe non si può andare oltre i confini della popolazione iniziale se non si introduce un cambiamento, una mutazione che porti un nuovo carattere.

    Se l’errore di Odifreddi può far sorridere, quello reiterato per anni su tutti i manuali, dalla scuola elementare all’università, è invece un fatto di grande serietà.

    Se i più autorevoli biologi evoluzionisti vorranno intervenire a porre rimedio a questo errore daranno un’importante prova di correttezza.

    Diversamente bisognerebbe approntare un produzione elevata di “Asini d’oro”.

     

     

    

     

     

     

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    Enzo Pennetta

    Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

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