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    Il reality del Global Warming, un sucesso da Emmy Award

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    By Enzo Pennetta on 9 Gennaio 2015 Clima

    al-gore-oscarAl Gore: premio Nobel e Oscar

     

     “Il 2014 è stato l’anno più caldo dal 1891”, un’affermazione che appartiene al mondo della fiction. Si tratta solo dell’ultimo episodio di uno show che va in onda con successo da anni.

    Sarebbe ora di premiarlo con un Emmy Award.

     

    “Hai sentito la tivvù? Il 2014 è stato l’anno più caldo dell’ultimo secolo…” Quando qualche giorno fa ho sentitoquesta frase mentre stavo in fila in un negozio di alimentari mi sono voltato, a parlare era stata la proprietaria, la Signora Lia che mentre affettava un prosciutto conversava da dietro il bancone con un cliente alla mia destra. Effettivamente la notizia era stata riportata il 6 Gennaio anche sul Corriere della Sera con tanto di preannunciato week end da ben 20 °C!

    corriere agw

    Una conversazione che mi ha fatto venire in mente tutti i dati contrari che smentiscono la notizia, eppure delle persone ne stavano parlando come se si trattasse di un fatto accaduto realmente… ecco l’essenza del reality!

    Su Wikipedia la definizione di reality è la seguente:

    Il reality show (dall’inglese, traducibile come spettacolo della realtà, spesso semplicemente abbreviato in reality) è un genere di programma televisivo in cui sono trasmesse situazioni drammatiche e umoristiche non dettate da un copione, ma che i protagonisti sperimentano come fosse la loro vita reale.

     

    Qui sta l’efficacia, è vero che il copione non c’è, ma esiste un “frame”, una cornice stabilita all’interno della quale non sipotranno che sviluppare quelle determinate tematiche che i produttori hanno pensato e all’interno delle quali i concorrenti cercheranno di guadagnare il consenso del pubblico. E così avviene ad esempio nel caso dell’AGW, il riscaldamento globale antropico è il frame in cui si sviluppa la scena e dove gli attori pur senza recitare un copione cercano di calarsi nella parte. La parte in fondo è sempre la stessa, cercare di dimostrare che le cose vanno sempre peggio, che la causa è la CO2 e che l’ultimo anno è stato peggio di quelli precedenti. Ma perché accontentarsi? Qualcuno deve essersi detto che per smuovere un po’ le acque di un programma che ormai tra bufere di neve che continuamente battono gli USA si trascina un po’ stancamente, c’era bisogno di un bel fuoco d’artificio, e allora ecco il “botto”: il 2014 è stato l’anno più caldo non solo dell’ultimo secolo, ma a partire dal 1891!

    A fare un paragone con i “botti” di fine anno è stato Il meteorologo Guido Guidi su Climate Monitor il 4 gennaio scorso esordendo così:

    Di norma la pessima abitudine di far esplodere ordigni di vario genere dovrebbe cessare poco dopo la mezzanotte del primo dell’anno, ma quest’anno ci tocca un’appendice. Gli specialisti del fantaclima stanno stilando le loro classifiche e si cominciano a sentire le prime bordate.

    E di seguito, come si conviene agli analisti “data driven” riporta una serie di dati che mostrano come la notizia dell’anno più caldo non faccia parte del mondo reale, ad esempio rinvia al grafico delle temperature misurate da satellite riportato su Wood for trees e proposto da Steve Goddard:

    Stando ai satelliti, come anno più caldo dal 1891 sembra che sia meglio andare a cercare quantomeno verso il 1998.

    Anche dalla neve caduta nell’emisfero nord sembrerebbe che il 2014 come anno più caldo non regga proprio, almeno stando al grafico riportato dal Washington Post:

    snowfallen

    E anche l’estensione dei ghiacci antartici non sembra confortare l’affermazione del 2014 come anno più caldo dal 1891:

    anomaly-antarctic

    E se in Antartide il ghiaccio avanza anche al Nord le cose non vanno diversamente:

    screenhunter_4907-dec-04-07-58

    Anche la Groenlandia sembra non voler dare soddisfazione al Clima Reality, i suoi ghiacci di diminuire quest’anno non ne hanno voluto sentir parlare:

    groenlandia

    Veniamo infine alla situazione riportata dal NOAA:

    201401-201411

    Dai grafici osserviamo come l’anno più caldo 2014 non sia riferito alle temperature misurate sulla terra (che non sono record) ma a quelle degli oceani (secondo riquadro) che sommate a quelle della terraferma danno come risultato l’anno più caldo.

    Ci troviamo così di fronte ad una curiosa situazione in cui mentre il mare si è riscaldato a livelli record l’estensione dei ghiacci marini è aumentata in entrambi gli emisferi, questi sono misteri…

    Quella che emerge è dunque una situazione che avrebbe registrato nel 2014 un raffreddamento delle zone polari che hanno visto aumentare la superficie ghiacciata, ma che al tempo stesso avrebbe visto aumentare la temperatura media del mare, il che significa che nelle zone temperate e tropicali il mare non solo si è scaldato di più rispetto alla terra (che è più fredda rispetto ad altri anni) ma è andato in contro tendenza rispetto alle acque delle latitudini elevate.

    O forse, molto più semplicemente, il 2014 non è stato l’anno più caldo dell’ultimo decennio (e quindi neanche dal 1891), ma questo è quello che nel reality del clima ci si aspettava e questo è andato in onda. A questo punto dopo l’Oscar vinto dal film “An Inconvenient Truth” nel 2007, la rappresentazione dell’AGW si è trasformata in un format televisivo e i tempi sono maturi per un premio, magari un Emmy Award per il miglior reality.

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    Enzo Pennetta

    Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

    9 commenti

    1. beppino on 9 Gennaio 2015 07:47

      Al di la della boutade sull’anno “più caldo dal…” (che fa ridere) quello che preoccupa é lo spirito acritico con cui il cittadino culturalmente preparato al giorno d’oggi “assorbe” affermazioni di questo tipo. Chi ci salverà dalla cartomanzia che avanza?

      • Enzo Pennetta on 10 Gennaio 2015 12:55

        Già, lo spirito acritico indebolito unito spesso alla mancanza di conoscenze adatte a capire e valutare autonomamente. Ecco perché una buona istruzione di base è nemica della disinformazione.
        E allora questi “cartomanti” (termine che trovo appropriato) avanzano senza che nessun CICAP li esamini.

    2. Fabio on 9 Gennaio 2015 13:07

      Di questo giochino m’ero accorto anche io, che si puo’ riassumere col famoso “non c’e’ dato, sottoposto a sufficiente tortura, non sia disposto a supportare l’affermazione voluta”.
      Basti pensare ad esempio a QUALI statistiche vengono offerte. Leggo che quindi il trucco questa volta e’ il sommare due misure separate. Ma c’e’ un numero impressionante di altri trucchi:
      1) si puo’ elencare il numero delle giornate di picco, scordandosi della media
      2) si puo’ elencare il numero di settimane, come sopra
      3) si puo’ focalizzare su giornate “consecutive”
      4) il mio preferito, fare la valutazione su un periodo “se si eccettua la parte finale in effetti piu’ fredda”, che e’ stato fatto proprio per Dicembre 2014 se non sbaglio
      e, parallelo-viceversamente, ci si puo’ scordare di applicare gli stessi trucchi alle giornate fredde. Per fare un esempio che conosco, e’ appena uscita la lista delle giornate di acqua alta a Venezia, e alcuni tentano di ricondurlo al global warming, indicando una crescita delle giornate di acqua anomalmente alta.
      Gia’, ma si scordano di dire che questo nulla direbbe circa l’eventuale (suggerito implicitamente) aumento medio dell’acqua. Eppure i dati stanno li’! Se si vuol suggerire un aumento, basta usare i dati medi, invece no! E, parallelo-viceversamente, non c’e’ statistica alcuna riguardo le giornate di acqua bassa. Gia’! Perche’ cosi’ come l’acqua alta ha i suoi cicli (picco a Novembre), anche l’acqua bassa ce l’ha (picco a Gennaio). Di questo pero’ non si parla mai. Il solito cherrypicking insomma.
      Ma manco del cherrypicking si parla mai, o almeno non se ne parla come un problema oggettivamente grave che sta andando in metastasi in varie discipline.
      Un mio amico deve fornire le “pezze d’appoggio” per delle valutazioni immobiliari. sapete come DEVE fare? Il boss gli dice la cifra cui deve arrivare e lui deve fare cherrypicking nello strambo mondo dell’Economia per fornire la base d’appoggio oggettiva (oggettiva, ahah) per il suo boss.
      Insomma deve dipingere i bersagli attorno a dove ha voluto tirare la freccia il suo boss.
      Lavoraccio, dico io.

      • Enzo Pennetta on 10 Gennaio 2015 12:57

        Fabio, questo intervento è uno di quelli che vanno a completare l’articolo, grazie.
        PS l’aneddoto dell’addetto alle valutazioni del mercato immobiliare è davvero illuminante!

    3. Paolo da Genova on 9 Gennaio 2015 14:37

      Comunque il fenomeno “cherry picking” riguarda tutto, anche il mondo dell’informazione. Prendiamo a esempio le notizie di questi giorni sul terrorismo islamico:
      – In Francia sono state uccise 12 persone. Ne parlano tutti i TG, tutti i giornali, si fanno speciali televisivi, fiaccolate, veglie, ecc. Giustamente, aggiungo.
      – In Nigeria sono state uccise 2000 persone (pare, nemmeno si sa il numero preciso). Se ne parla sì e no, comunque niente speciali, fiaccolate, veglie, ecc.
      Con un mondo che gira così, devo stupirmi che il tale climatologo faccia “cherry picking”?

      • Fabio on 9 Gennaio 2015 15:02

        Concordo in pieno. Tanto piu’ che il termine cherrypicking l’ho tratto dall’alto mondo accademico della cosi’ chiamata “scienza”, quella dei massimi livelli (non parlo della divulgazione, parlo delle massime teste d’uovo). Ecco perche’ dicevo che tale fenomeno e’ in metastasi, la sua diffusione e’ chiarissima. E non ci sono peer review che tengano (basta cherrypickare i referee, siamo sempre li’, chi controlla il controllore?).
        Nella fattispecie concordo totalmente con il riferimento alla Nigeria. So bene perche’ non ne parlano: i giornali in Italia sono storicamente nati come emanazione dei partiti e a questi sono asserviti (tutti, anche i piu’ duri e puri, specialmente loro). Farne cenno renderebbe impossibile mantenere il patetico politically correct che altro non e’ se non xenoculturalismo (cioe’ multiculturalismo di tutti tranne quello “residente”. L’incubo di Pasolini avverato, grazie ai suoi kompagni, roba da ridere se non fosse che c’e’ da piangere).
        Detto questo, non mi stupisco che un climatologo faccia cherrypicking, ma manco che nessuno (o quasi) lo “becchi in flagrante”. Veramente io mi stupisco ad un livello ancora maggiore, di come si possa sostenere l’oggettivita’ dell’intera Congregazione Scientifica ancora oggi. Vedi l’osanna di Wiki verso il peer-review. Poi…peer… lasciami ricordare che, da quanto apprendo, Darwin aveva come mandato quello di creare una teoria che giustificasse il dominio dell’aristocrazia inglese i cui “Lord”, appunto, si appellano tra loro “peer”. Gustoso senso dello humor britannico? Cosa rimarrebbe della Wikaiolosa Congrega Scientifica se venisse esplicitato tutto cio’? Come si potrebbe tassare il mondo del 2% del PIL mondiale con la scusa del Global Warming altrimenti? QUESTO e’ il problema, per me.

      • Enzo Pennetta on 10 Gennaio 2015 13:06

        Vediamo che il problema dei meccanismi di costruzione della realtà accomuna diversi campi, concordo anch’io con questo riferimento a quanto accade per le notizie di questi giorni.
        Aggiungo che tutto questo continua a rivelare un sostanziale razzismo che avevo notato riguardo ai morti di ebola, ancora una volta 2000 morti “negri” (o ucraini o palestinesi…) non fanno lo stesso rumore di 12 parigini.
        Anche tenendo conto dell’amplificazione dell’effetto “vicino di casa”, la sproporzione del peso dato alle diverse vittime rimane.

    4. htagliato on 9 Gennaio 2015 18:40

      @Enzo Pennetta:
      Salve prof.,
      qualche mese fa le inviai per e-mail un file con un grafico di cui mi sarebbe piaciuto un suo commento, a proposito dell’AGW. Se potessi, lo allegherei in un commento su questo sito come si può fare su facebook, ma per ora temo che resterà solo tra noi due. Mi faccia sapere, quando potrà, grazie.

      • Enzo Pennetta on 10 Gennaio 2015 13:13

        Ciao htagliato,
        hai fatto bene a ricordarmi di quel grafico, colgo l’occasione per proporlo:

        Il livello di incertezza si una serie di fattori è imbarazzante, come si fa a giungere a conclusioni certe da premesse incerte?

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