Facebook Twitter Instagram
    Critica Scientifica – di Enzo Pennetta
    Facebook Twitter Instagram
    Critica Scientifica – di Enzo Pennetta
    You are at:Home»Salute»Verso una nuova psichiatria basata sulla neuroscienza

    Verso una nuova psichiatria basata sulla neuroscienza

    0
    By Critica Scientifica on 20 Novembre 2018 Salute

    Ricevo e volentieri pubblico un articolo dello psichiatra Paolo Cioni nel quale si affronta la questione dell’oggettività della medicina e dei possibili condizionamenti esterni.

    Il caso della psichiatria.

    Verso una nuova psichiatria basata sulla neuroscienza

    di Paolo Cioni

    La psichiatria, tra le varie discipline mediche, basa ancora la diagnosi sull’anamnesi raccolta dal paziente, ed eventualmente dai familiari, sui sintomi riferiti nel colloquio e con l’ausilio di eventuali test psicodiagnostici. La psicopatologia (branca della psichiatria che si occupa dei criteri diagnostici e classificativi) rimane ad oggi la base che impronta l’agire dello specialista, che attinge le proprie informazioni secondo tre livelli: 1) osservazione diretta del comportamento del paziente; 2) partecipazione empatica ai vissuti del paziente, siano o meno comunicati sul piano verbale; 3) introspezione dei propri vissuti (E. Poli, P. Cioni, Psicopatologia Generale in: G.B. Cassano, A. Tundo (a cura di): Psicopatologia e Clinica psichiatrica, UTET, Torino, 2007).

    Il DSM-5 (2013) dell’American Psychiatric Association (APA) è l’attuale manuale classificativo di riferimento internazionale e nasce come manuale nosografico in cui i disturbi mentali vengono descritti come quadri sintomatologici convenzionali raggruppati su base statistica, per consenso riguardo a gruppi di sintomi clinici tra specialisti del settore. Nella figura da me realizzata appaiono riportate le “etichette diagnostiche” dalla prima edizione del 1952 (66) a quella attuale in cui sono diventate oltre 450 (“Verso l’infinito ed oltre! diceva Buzz Lightyear in Toy Story). Dobbiamo chiederci se questo aumento esponenziale nel tempo delle etichette (unito alla soppressione di alcune) è giustificato da recenti scoperte nel campo scientifico o comunque da esigenze in campo terapeutico e la risposta più appropriata è: NO! Le commissioni di psichiatri che rivedono il trattato sono pesantemente finanziate dalle multinazionali del farmaco e da lobbies varie con forte potere politico e la logica sottostante è trovare un modo per assegnare a quanti più possibile una diagnosi da essere trattata con psicofarmaci.

    Uno dei principali dibattiti in psicopatologia, riguarda la natura dei costrutti psicopatologici e se questi debbano essere descritti secondo una prospettiva categoriale o dimensionale. Il modello categoriale suddivide le malattie mentali, appunto, in etichette nosografiche rappresentanti categorie diagnostiche onnicomprensive: es. schizofrenia, depressione, disturbo bipolare, etc.. L’approccio dimensionale cerca invece di scomporre gli stati psicopatologici in singole funzioni che possono manifestarsi in gradienti di intensità diversa, dalla normalità alla patologia. Le malattie sono cosi distribuite secondo variazioni quantitative relative a varie funzioni mentali con le loro alterazioni fisiopatologiche elementari: ansia, umore, impulsività, memoria, attenzione, etc, fino a definire profili individuali. Le varie edizioni del DSM si sono strutturate sull’ordinamento categoriale e la classificazione è diventata una lista di entità diagnostiche in cui ogni disturbo è nettamente separato l’uno dall’altro. Tuttavia a livello clinico capita spesso di trovarsi di fronte a disturbi con caratteristiche sintomatologiche variegate e complesse difficilmente inquadrabili in uno schema predefinito e che portano di fatto il medico a porre diagnosi multiple (disturbi in comorbidità) con sovrapposizioni diagnostiche. Questi ed altri aspetti problematici hanno portato di recente alla diffusione e valorizzazione della descrizione psicopatologica secondo il modello dimensionale di fatto condizionando anche la ricerca in campo psicobiologico e psicofarmacologico. Per anni specifiche classi di farmaci sono state utilizzate su specifiche categorie ma gli studi più recenti hanno dimostrato come diversi parametri neurochimici, neurofisiologici e neuromorfologici possono essere comunemente sovrapposti in disturbi mentali diversamente classificati.

    .

    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Previous ArticleLo scandalo del mercato delle emissioni di CO2 (video della conferenza bloccata al Senato e ostacolata alla Sapienza)
    Next Article Nasce la “post scienza”: non c’è più bisogno di prove
    Critica Scientifica

    Comments are closed.

    Tweets di @CriticaScient
    Commenti
    • fabio painnet blade su Il Punto Omega – Il Libro
    • Enzo Pennetta su Il Punto Omega – Il Libro
    • FRANCESCOM su Il Punto Omega – Il Libro
    • Enzo Pennetta su Il Punto Omega – Il Libro
    • Simone su Il Punto Omega – Il Libro
    Categorie
    • Animalism & Veganism
    • Antropologia
    • Attualità
    • Bioetica
    • Biomedi@
    • Canale-CS
    • Clima
    • Comunicazioni agli utenti
    • Conferenze organizzate da E. Pennetta
    • COVID19
    • Darwinismo
    • Darwinismo sociale
    • Economia
    • Energia
    • ERT- the new Theory of Evolution
    • Eventi
    • Evoluzione
    • Facebook
    • Featured
    • Gender
    • Geopolitica ed Economia
    • Headline
    • Il commento di Leonetto
    • Informazione
    • Informazione e spin
    • Interviste
    • L'approfondimento – di Giorgio Masiero
    • La "Tavola Alta"
    • Libri
    • Matematica
    • OGM
    • Quarto Dominio
    • Racconti
    • Rassegna Stampa
    • Reset
    • Rivoluzione antropologica
    • Salute
    • Scienza
    • Scuola
    • Senza categoria
    • Società
    • Transizione
    • TRE
    • Ultimo Uomo
    • Varie
    Copyright © 2023. Designed by ThemeSphere.

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Gestisci Consenso Cookie
    Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
    Funzionale Sempre attivo
    L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
    Preferenze
    L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
    Statistiche
    L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
    Marketing
    L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
    Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci fornitori Per saperne di più su questi scopi
    Visualizza le preferenze
    {title} {title} {title}