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    Pharmageddon

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    By Enzo Pennetta on 9 Novembre 2011 Salute

    Secondo il prossimo Manuale per i Disturbi Mentali, presto la tristezza potrebbe essere dichiarata una malattia mentale, ma per il virologo Luc Montagnier è anche vero che molti disturbi mentali possono essere causati da virus.

    A quando allora il vaccino contro la tristezza?

     

    Il termine “Pharmageddon” evoca una catastrofe apocalittica causata dall’incontenibile tendenza ad usare i farmaci anche per condizioni in cui sono inutili, o ancora peggio, che non hanno nulla di patologico. Su Wikipedia troviamo la seguente definizione:

    Pharmageddon è un neologismo che sta a indicare i due problemi tra loro correlati, dell’iperprescrizione di farmaci, che in parte rientra nel campo della cosiddetta medicina difensiva, e dell’utilizzo inutile di sostanze medicinali, per stati patologici o parafisiologici che non richiedono alcun intervento medico.

    Un allarme era stato già lanciato lo scorso Agosto, in un articolo il Corriere della Sera affermava:

    Si potrebbe definire Pharmageddon. Ed è il nuovo fenomeno negativo che sta allertando gli Stati Uniti. «I farmaci da prescrizione stanno uccidendo la gioventù americana», avvertono gli specialisti. E la Casa Bianca si è attivata commissionando uno studio che conclude parlando di «epidemia di decessi da farmaci da prescrizione»…

    …E questo, sempre più spesso, succede ai nostri giovani con certi medicinali da prescrizione», scrive NaturalNews. Quali sono? Alcuni esempi: xanax, ossicodone, klonopin, hydrocodone. Efficaci antidolorifici, tranquillanti, stimolanti e sedativi.

    Ma se le principali sostanze implicate sono tranquillanti e sedativi, a quanto pare il rischio di una Pharmageddon riguardo gli stati d’animo sembra avvicinarsi, almeno stando all’allarme lanciato dallo psichiatra Allen Frances intervenuto ad un convegno a San Patrignano. La notizia è così riportata da il Corriere della Sera del 17 ottobre:

    La semplice tristezza e l’astinenza da caffeina stanno per diventare malattie mentali. Allen Frances, psichiatra americano, già capo della Commissione che ha redatto il manuale dei disturbi mentali (Dsm-IV) utilizzato dagli psichiatri di tutto il mondo, lancia un allarme al WeFree Day della Comunità di San Patrignano: «Con l’introduzione di nuove ‘sindromi’ nella prossima edizione del Dsm, quasi tutta la popolazione potrebbe essere diagnosticata di malattia psichica». In effetti, la prossima edizione del manuale, il Dsm-V, in uscita nel 2013, potrebbe far diagnosticare come malati mentali milioni di persone sane, affette da normalissimi problemi di tristezza o sofferenza.

    Ma a rendere più complicate le cose si è adesso aggiunta l’affermazione dell’autorevole virologo Luc Montagnier, secondo il quale molte malattie mentali sarebbero causate da virus. Riconosciamo qui un’altra delle tendenze in voga di questi tempi, la tendenza ad attribuire ogni possibile malattia a dei virus. Questa notizia è del 7 novembre ed è stata riportata da Il Giornale:

    Gli studi recenti confermano la possibilità che molte malattie mentali, psichiatriche come ad esempio l’autismo, e le malattie croniche e degenerative possano avere un’origine infettiva.

    Unendo le tendenze future del Dsm (Manuale dei Disturbi Mentali) con quelle della virologia, si forma quindi un quadro clinico nel quale i normali stati d’animo che caratterizzano l’ essere umano potrebbero essere dichiarati malattie, e nel quale queste “malattie” potrebbero essere prevenute con dei vaccini.

    L’obiezione è che la tristezza, la sofferenza, e persino momenti di disperazione, non sono come fastidiosi mal di testa da eliminare con un’aspirina, sono realtà senza le quali l’esperienza di vita di un essere umano non è completa.

    In un mondo in cui si fosse compiuta la medicalizzazione della normalità, il brano seguente non sarebbe stato mai scritto:

    S’alzò in furia a sedere, gettò in furia le mani alla parete accanto al letto, afferrò una pistola, la staccò, e… al momento di finire una vita divenuta insopportabile, il suo pensiero sorpreso da un terrore, da un’inquietudine, per dir così, superstite, si slanciò nel tempo che pure continuerebbe ascorrere dopo la sua fine.

    S’immaginava con raccapriccio il suo cadavere sformato, immobile, in balìa del più vile sopravvissuto; la sorpresa, la confusione nel castello, il giorno dopo: ogni cosa sottosopra; lui, senza forza, senza voce, buttato chi sa dove. Immaginava i discorsi che se ne sarebber fatti lì, d’intorno, lontano; la gioia de’ suoi nemici.

    Anche le tenebre, anche il silenzio, gli facevan veder nella morte qualcosa di piùtristo, di spaventevole; gli pareva che non avrebbe esitato, se fosse stato di giorno, all’aperto, in faccia alla gente: buttarsi in un fiume e sparire. E assorto in queste contemplazioni tormentose, andava alzando e riabbassando, con una forza convulsiva del pollice, il cane della pistola; quando gli balenò in mente un altro pensiero.

    ” Se quell’altravita di cui m’hanno parlato quand’ero ragazzo, di cui parlano sempre, come se fosse cosa sicura; se quella vita non c’è, se è un’invenzione de’ preti; che fo io? perché morire? cos’importa quello che ho fatto? cos’importa? è una pazzia la mia…

    Il protagonista di questo brano avrebbe forse preso un ansiolitico, o forse sarebbe stato vaccinato contro le crisi esistenziali.

    La sua esperienza umana sarebbe stata allora libera dalle sofferenze, e noi… non avremmo mai avuto i Promessi sposi e la “notte dell’Innominato”

     

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    Enzo Pennetta

    Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

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