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    Domanda da 2,5 milioni di €: poterono 10.000.000 di preistorici causare il Global warming?

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    By Enzo Pennetta on 15 Gennaio 2012 Clima

    Un preistorico si appresta ad accendere un fuoco… e a causare l’AGW?


    Sembrerebbe una nota pubblicità il cui slogan è: “Ti piace vincere facile”?

     

    E invece si tratta della cifra che la UE ha messo a disposizione per studiare l’impatto delle popolazioni preistoriche di 6/10.000 anni fa sul clima.

     

    Un risultato è però già stato ottenuto… abbiamo la prova che studiare l’AGW (Riscaldamento Globale Antropico) è un gran bel business.

     

    La notizia è del 13 gennaio, quando sul Corriere della Sera è apparso un articolo intitolato Quando l’uomo ha iniziato a influenzare il clima?

    Iniziando la lettura l’aspettativa era quella di trovare uno studio che analizzasse le variazioni climatiche nel corso degli ultimi duecento anni, ma dalle primissime righe si aveva la sensazione di aver sbagliato articolo o che fosse sbagliato il titolo:

    E se l’effetto serra fosse iniziato 10 mila anni fa?

    Le cose sono due: o l’effetto serra non è di origine antropica, o se l’uomo ne è la causa non ha senso indagare così indietro nel tempo. Ma invece è tutto vero, e lo studio è frutto di un progetto nato in ambienti qualificati, come è possibile leggere dalle righe seguenti:

    A porsi questa domanda è un gruppo di ricerca dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, guidata da Carlo Barbante, che si sta impegnando nel verificare l’ipotesi…

    L’obiettivo: capire se l’uomo ha cominciato a influenzare il clima già nell’antichità, producendo anidride carbonica con gli incendi di foreste, boschi e savane. «Quando l’uomo è passato dalla caccia all’agricoltura ha avuto bisogno di spazio per coltivare e allevare il bestiame», spiega Carlo Barbante, ordinario di chimica analitica all’Università Ca’ Foscari, «e per questo motivo ha bruciato enormi distese di foreste, incrementando la CO2». Di conseguenza è possibile che l’aumento di gas serra sia collegato alle prime attività antropiche. «È ovvio che il grande impatto dell’uomo sul clima si è visto negli ultimi 200 anni», aggiunge il professore.

    «Quando l’uomo è passato dalla caccia all’agricoltura ha avuto bisogno di spazio per coltivare e allevare il bestiame…e per questo motivo ha bruciato enormi distese di foreste, incrementando la CO2», dopo aver letto queste motivazioni non si può fare a meno di porre la seguente domanda: ma quanta foresta sarà mai stata bruciata dagli uomini 10.000 anni fa?

    Per farsene un’idea possiamo andare a vedere quale fosse la popolazione umana in quel periodo, dopo una breve ricerca si può trovare una tabella indicativa su Wikipedia:

    Come è possibile vedere dalla tabella, nel periodo di tempo preso in esame dalla ricerca la popolazione mondiale umana andava dai 5.000.000 e 20.000.000 di persone, come dire una popolazione primitiva che va da quella di una città come Roma ad una come Mexico City avrebbe potuto con un numero esiguo di individui a livello mondiale  e con la sola capacità di generare incendi, influenzare il clima dell’epoca.

    La domanda che ci eravamo posti poco prima torna insistentemente: ma quanta foresta avranno mai bruciato quei 5/20.000.000 di uomini preistorici?

    Senza dover fare alcuno studio ci viene spontaneo giungere alle conclusioni: quei 5/20.000.000 di uomini erano veramente troppo pochi per aver influito sull’effetto serra!

    Gli eventuali incendi per creare terreni agricoli (quanto terreno sarà stato possibile coltivare con i mezzi a disposizione?) non possono certamente aver liberato molta CO2, e che dire poi della contemporanea attività vulcanica? Se effetto serra ci fosse veramente stato, come non pensare alle enormi emissioni di CO2 causate dall’intensa attività vulcanica? Dal sito Geowelt leggiamo:

    In Italia esistono numerosi vulcani, sia estinti, sia quiescenti, sia attivi. Sebbene alcuni studiosi ritengono che non si possa mai considerare del tutto estinto un vulcano, la comunità scientifica internazionale ha adottato dei criteri per classificare i vulcani rispetto al loro stato di attività:

    • Vulcani estinti: quelli la cui ultima eruzione risale ad oltre 10.000 anni fa. I principali vulcani italiani che rientrano in questa categoria sono: Monte Amiata, Vulsini, Cimini, Vico, Sabatini, Isole Pontine, Roccamonfina, Vulture;
    • Vulcani quiescenti: sono vulcani attivi che hanno dato eruzioni negli ultimi 10.000 anni, ma si trovano attualmente in una fase di riposo da tempo più o meno lungo. Secondo una definizione più rigorosa, si considerano quiescenti quei vulcani il cui tempo di riposo attuale è inferiore al più lungo periodo di risposo registrato in precedenza.
      In Italia si trovano in questa situazione: Colli Albani, Campi Flegrei, Ischia, Vesuvio, Salina, Lipari, Vulcano, Isola Ferdinandea, Pantelleria.

    Possiamo immaginare quanto modesti potessero essere gli incendi di quei 5/20.000.000 preistorici rispetto ad una sola eruzione vulcanica (e sono stati elencati solo i vulcani presenti in Italia).

    Quella di cui abbiamo parlato è dunque una ricerca che appare quantomeno discutibile, ma si tratta di una ricerca che ha ottenuto ingenti fondi dell’UE….

    …ha ricevuto un finanziamento dall’Unione europea di 2,5 milioni di euro in cinque anni e ha chiamato a raccolta esperti stranieri (in tutto quindici specialisti tra italiani, americani, svizzeri e tedeschi). Il periodo in studio è quello a cavallo tra i 10 mila e i 6 mila anni fa, senza disdegnare anni più recenti.

    Per indagare sul Global warming prodotto da una popolazione umana paragonabile agli abitanti della Scurcola Marsicana, sono stati dunque stanziati ben 2,5 milioni di €!

    Che dire, se l’avessero commissionato al sottoscritto quello studio, avrei dato la risposta senza bisogno di carotaggi nei ghiacciai, capisco che il metodo sarebbe stato poco scientifico, ma sarebbe stato anche poco dispendioso dato che l’avrei fatto accontentandomi di una cena in pizzeria…

    Comunque, battute a parte, al di là dei risultati che questo studio produrrà, una cosa è già possibile affermare con certezza: intorno alla questione del Global warming antropico girano molti soldi. Troppi probabilmente, una riflessione al riguardo è stata già fatta su CS il 2 ottobre, nell’articolo Il WWF ha condizionato i dati dell’IPCC?

     

    A pensarci bene forse non è poi molto strano che se qualcuno osa avanzare dei dubbi sull’origine antropica del Global warming, venga messo a tacere con l’infamante accusa di “negazionismo”.

     (Le cifre inizialmente riportate nell’articolo sono state riviste in seguito ad un errore che rendeva più eclatante la situazione ma che nella sostanza non cambiava il contenuto)

     

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    Enzo Pennetta

    Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

    17 commenti

    1. Antonio on 16 Gennaio 2012 06:54

      Attenzione a un errore di lettura: la popolazione riportata nella tabella è in migliaia, non in unità. Forse non cambia molto nei fatti, ma l’articolo va rivisto.

      • Enzo Pennetta on 16 Gennaio 2012 11:08

        Grazie per la segnalazione, effettivamente le cifre erano riportate in modo errato ma, come lei ha ipotizzato, la ostanza non cambia molto.
        Ho quindi provveduto alla revisione.

      • Daphnos on 16 Gennaio 2012 11:09

        E’ vero che effettivamente la popolazione consiste in migliaia di abitanti. Spezzando una lancia in favore del prof., che spero corregga l’articolo, vorrei comunque sottolineare che, di quel milione di abitanti del 10.000 a. C. (troppi comunque, secondo me), solo una minima parte era giunta a contatto con l’agricoltura, la massima parte ne faceva abbondantemente a meno.

        Comunque, per i detrattori del prof., questo fraintendimento potrebbe essere una manna… =( .

    2. Riccardo Z on 16 Gennaio 2012 11:30

      Ha ragione Daphnos: l’agricoltura non era molto diffusa, si sviluppava principalmente nella valle dell’Indo e nella mezzaluna fertile. Difficile pensare che la popolazione fosse concentrata tutta in quelle zone, anche se erano relativamente popolate.

      E sì, aspettatevi un assalto di troll e di citazioni in internet.

      • Daphnos on 16 Gennaio 2012 12:45

        Senza contare l'”effetto boomerang”: la mezzaluna fertile… ERA FERTILE! Oggi è un deserto! L’attività umana ha portato alla desertificazione!

        Nota: è una battuta; mi allarmerei se qualcuno la prendesse sul serio.

      • Leonetto on 16 Gennaio 2012 12:51

        “Ha ragione Daphnos: l’agricoltura non era molto diffusa, si sviluppava principalmente nella valle dell’Indo e nella mezzaluna fertile. Difficile pensare che la popolazione fosse concentrata tutta in quelle zone, anche se erano relativamente popolate.”

        Il genetista Cavalli Sforza conferma, e aggiunge che l’agricoltura “ha avuto inizio in zone impervie”
        Ora…

        Deuteronomio 2:12
        Seir era prima abitata dagli Horei; ma i discendenti di Esaù li scacciarono, li distrussero e si stabilirono al loro posto, come ha fatto Israele nel paese che possiede e che l’Eterno gli ha dato.

        Horei =abitanti delle grotte,delle caverne..
        Hori o Horim era il nome di una tribù stanziata sul Monte Seir, v. 30, ritenuta da alcuni un gruppo di trogloditi (abitanti di caverne). Altri studiosi li identificano con gli Hurriti, un popolo non semita proveniente dalla Mesopotamia, conosciuto da fonti cuneiformi scoperte nell’ultima metà del nostro secolo. Gli Hurriti furono conquistati dagli Ittiti nel XIV sec. a.C. ed i discendenti di questi ultimi si dispersero già per tutto Edom.
        Graffiti rupestri sono ritrovati in quella regione e sono simili a quelli presenti in altre parti del Globo.

        Inoltre lo studio sull’origine delle civiltà,che ha portato di recente anche alcuni come Zacharia Sitchin a curiose ipotesi stile “Stargate”è tutt’altro che facile.
        Alcuni identificano riferimenti sumeri nelle civiòtà precolombiane cinesi e euro-asiatiche varie,ma da dove venivano i sumeri,quando ha avuto inizio l’agricoltura?

        “Gli studiosi concordano nell’affermare che l’agricoltura nacque nella regione oggi corrispondente a Mesopotamia, Siria e Israele, ma non sanno spiegarsi come mai
        non sia cominciata nelle pianure, dove la coltivazione è senza dubbio più facile, bensì in aree montuose.Altrettanto inspiegabile sembrano essere da un lato la rapidità
        con cui le varie specie di ortaggi e frutti cominciarono ad apparire, tutti nello stesso periodo e nella stessa regione, dall’altro il contemporaneo ‘addomesticamento’ degli
        animali”.

        “I testi sumerici. come (anche) la Bibbia. ci dicono che l’agricoltura cominciò ad apparire dopo il diluvio, quando ( con parole della Genesi ) Noè cominciò come
        contadino”

        R.Wyatt:
        “Nella Turchia centro-meridionale si trova un gran numero di piante che esistono soltanto li. Questo significa che alcune delle piante
        originali che Noè portò dal mondo antidiluviano non si diffusero mai oltre quella zona. Quando i gruppi lasciarono l’area sembra che abbiano preso con se i
        semi più importanti e le principali piante commestibili, lasciandosi alle spalle una varietà di piante che risalivano all’età antidiluviana”

        Inoltre in quell’area, in parte inaccessibile, del Caucaso, si parlano 50 diversi dialetti e lingue. Strabone (libro XI,5), informa che nel paese non si parlavano meno di
        70 dialetti e che per questo, ancora allora, la zona veniva chiamata “La montagna delle lingue”

        Insomma,la preistoria con tutto il mondo che viveva come gli Horei,come il troglodita raffigurato nella statua di inizio articolo che fin da piccoli studiamo in storia,è tutt’altro che un qualcosa di così inoppugnabile.
        Ed è figlio del pensiero evoluzionista.
        Dopo 150 anni e con oltre 200 milioni di campioni catalogati appartenenti a circa 250.000 specie fossili West dichiarò:

        “Contrariamente a quanto molti scienziati affermano, i fossili non confermano la teoria darwiniana dell’evoluzione, perché è questa la teoria che noi usiamo per interpretare i fossili raccolti” .

        Insomma certe considerazione sono figlie,sono frutto di un pensiero,ma se il pensiero cade….

        Senza contare i problemi legati alla datazione di cui già si è un po’ parlato.

        Quindi la domanda invece è:
        E se quella preistoria non fosse mai esistita?
        Si discuterebbe di problemi di un qualcosa che non c-[ mai stato,sarebbe come parlare dell-impatto ambientale su Pandora..

        • Leonetto on 16 Gennaio 2012 16:58

          Anche qui si veda:
          http://www.enzopennetta.it/wordpress/2011/12/homo-sapiens-luomo-venuto-dal-nulla/

    3. Piero on 16 Gennaio 2012 11:40

      Dott Pennetta, io invece penso che questa ricerca sia molto utile…
      Già, perchè, dato che lo scopo non dichiarato dei fautori dell’AGW è la condanna dell’uomo occidentale, questa ricerca prova che anche ritornando a vivere come bestie non si risolverebbe il problema, e anzi l’uomo ha vissuto 10.000 con il Global Warm… cioè il Climate Change (così si becca sempre il giusto, in qualuqnue direzione vada il mondo! 😉 )
      Ricordo che per costruire la prima Basilica di San Pietro i romani fecero fuori le foreste di mezzo Lazio (e questo attirerebbe ancor piu’e critiche sulla CHiesa, ma vabbe’…).
      Per l’assedio di Masada, gli antichi Romani tagliarono OGNI tipo di albero e vegetazione con un tronco legnoso nel raggio di 50Km!

    4. domenico on 16 Gennaio 2012 11:41

      e seguendo la logica fino in fondo:
      il riscaldamento globale è colpa dell’evoluzione dell’uomo?

      • Riccardo Z on 16 Gennaio 2012 12:15

        C’è un gruppetto che segue questa logica: il movimento per l’estinzione della razza umana.

        • Enzo Pennetta on 16 Gennaio 2012 14:12

          Purtroppo la filosofia di base è proprio questa, sembra di sentire la voce di Aurelio Peccei quando definiva l’umanità come qualcosa in “crescita cancerosa”.

          • Leonetto on 16 Gennaio 2012 14:59

            Hegel Tesi-Antitesi-Sintesi

            Problema climatico causato dall’uomo confermato dalla scienza.

            Reazione delle persone e dei governi preoccupati

            Soluzione fornita per risolvere il problema.

            Senza roblema la soluzione ad esso non serve.
            Il problema vero è “quale sarà la soluzione?

            • Enzo Pennetta on 16 Gennaio 2012 15:32

              …semplicemente da incorniciare.

    5. Michele Forastiere on 16 Gennaio 2012 12:22

      Bisogna ammettere che la ricerca della Ca’ Foscari è divertente… ma me ne ha fatto venire in mente una ancora più buffa, riportata da Enzo qualche tempo fa: http://www.enzopennetta.it/wordpress/2011/10/il-nemico-pubblico-n%C2%B0-1-la-mucca/ !

      • Leonetto on 16 Gennaio 2012 12:53

        Le flatulenze delle mucche che inquinano il pianeta se lo sogna anche Mel Brooks…[ di una comicit’ senza eguali.

    6. Enzo Pennetta on 16 Gennaio 2012 13:48

      Vabbè… adesso vi spiego come sono andate veramente le cose:

      La svista nell’articolo altro non era che una subdola trappola acchiappa Troll!

      Inoltre, dato che sappiamo di essere letti da chi la pensa in maniera opposta, e dato che la tattica perseguita da costoro consiste nel fingere il contrario, ho subdolamente pensato di attirare l’attenzione con un errore e aspettare che venisse riportato nei siti avversi.
      A questo punto chi, per curiosità, fosse venuto da queste parti, si sarebbe imbattuto anche in tutta una lunga serie di articoli che gli erano stati tenuti nascosti e li avrebbe finalmente letti!

      Scherzi a parte, lavorando quotidianamente un errore di citazione è da mettere nel conto… e se qualcuno venisse all’improvviso a contestare quello corretto in questo articolo, in fondo ammetterebbe implicitamente che ci segue, e che non ne ha trovati altri.

      Ci possiamo stare…

    7. Leonardo Macrobio on 16 Gennaio 2012 17:09

      Dunque, mi pare di capire, il problema non è che siamo in troppi, ma… che siamo tout court…

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