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    Uomo e scimmie: salto ontologico o ‘epigenetico’, ma comunque salto

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    By Enzo Pennetta on 5 Dicembre 2012 Evoluzione, Senza categoria

    La differenza tra l’Uomo e gli animali è solo di grado o è un salto ontologico?

     

     

    Su questo punto si gioca una fondamentale questione antropologica e la sopravvivenza stessa del modello darwiniano.

     

     Nello scorso novembre su Plos Biology è apparso l’articolo Human-Specific Histone Methylation Signatures at Transcription Start Sites in Prefrontal Neurons, nel quale si è affrontata la questione della differenza tra l’Uomo e gli altri primati. L’articolo di indubbio interesse è stato ripreso su Pikaia da Michele Bellone che ne ha parlato in Il ‘salto’ epigenetico dalla scimmia all’uomo del 30 novembre, nel quale leggiamo:

    Per lungo tempo la convinzione di molti scienziati che la maggior parte delle differenze fra uomini e scimmie fossero riconducibili a differenze genetiche si è scontrata con l’elevata somiglianza (circa il 97%) fra le sequenze del DNA delle due specie.

    Col crescere delle conoscenze sull’epigenetica – che studia quelle modifiche ereditabili dell’attività dei geni che non ne alterano la sequenza – si sono aperte nuove possibilità di indagine su questo argomento

     Giustamente si parte dal noto dato della notevole percentuale di DNA in comune tra uomo e scimmia, circa il 97%, e de fatto che effettivamente la differenza del 3% sembra poca per giustificare la differenza tra le due specie (a dire il vero anche quel 50% in comune tra uomo e banana sembra in tal senso un po’ poco…)

     Ma adesso qualcosa viene a portare più chiarezza sulla questione, sembra infatti che al di là della percentuale in comune tra uomini e scimmie, giochi un ruolo fondamentale la regolazione epigenetica del genoma.

    Infatti dallo studio riportato su Plos Biology e ripreso da Pikaia leggiamo che:

    All’interno del nucleo cellulare, il DNA è  associato ad alcune proteine a formare un complesso chiamato cromatina, la cui struttura tridimensionale gioca un ruolo chiave nel regolare l’attivazione dei geni. La comprensione dei meccanismi di funzionamento del cosiddetto epigenoma consentirebbe di capire come le singole lettere, rappresentate dai geni, vengono combinate per formare testi anche molto diversi fra di loro.

    In pratica, anche prendendo in considerazione porzioni identiche di DNA si possono avere risultati molto differenti variando le parti di DNA che effettivamente esprimono l’informazione.

    Per comprendere il fenomeno si potrebbe fare un’analogia con quanto avviene  nella metamorfosi del bruco in farfalla, un fenomeno dove lo stesso identico DNA è in grado di esprimere individui profondamente diversi tra loro.

    Ma questo porta a delle importanti considerazioni:

    Questo salto ‘epigenetico’ emerso dallo studio in oggetto supporta la posizione di chi  sostiene che tra uomo e scimmia esista salto ontologico fornendo a tael posizione una base sperimentale.

    In secondo luogo, come avrebbe potuto un simile salto verificarsi con i meccanismi neodarwiniani?

    Come avrebbe potuto infatti con i meccanismi neodarwiniani formarsi la complessa struttura del cervello umano che è emersa improvvisamente riutilizzando gran parte delle informazioni presenti nelle scimmie ma lette in un modo del tutto diverso?

     .

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    Enzo Pennetta

    Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

    19 commenti

    1. Adriano on 5 Dicembre 2012 07:09

      Quel 97% non sta ne in cielo ne in terra:

      Nel 2002 la percentuale inizialmente stimata al 98,5%, inseguito ad esami più approfonditi portati avanti dallo stesso autore che condusse i primi studi, venne ridefinita al 95%. Nel 2007 fu poi appurato che ben il 23% del genoma umano non condivide nessuna ascendenza immediata con quello dello scimpanzé. Nel 2010 nuovi esami hanno infine evidenziato differenze radicali per struttura e contenuto della sequenza genica del cromosoma maschile. Da questi studi è emerso che il cromosoma y dello scimpanzé presenta solo due terzi dei geni e solo il 47% degli elementi codificanti rispetto al medesimo cromosoma della nostra specie. In più oltre il 30% di quello dello scimpanzé non risulta allineabile sul cromosoma y umano. – Omologia: scienza o fantascienza?

      Fonti:

      http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC129726/
      http://mbe.oxfordjournals.org/content/24/10/2266.full
      http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20072128
      http://www.nature.com/news/2010/100113/full/463149a.html

      Come se non bastasse recentemente è stato appurato che il DNA varia da organo ad organo:

      Yale ha detto:

      La saggezza prevalente è stata che ogni cellula del corpo contiene DNA identiche. Tuttavia, un nuovo studio di cellule staminali derivate dalla pelle ha trovato che le variazioni genetiche sono diffuse nei tessuti del corpo, una scoperta con profonde implicazioni per lo screening genetico, secondo i ricercatori della Yale School of Medicine.

      Una cosa è chiara in questa fase: il presupposto che ogni individuo ha un genoma unico è stato rovesciato in una certa misura. Pensate a come questo potrebbe avere un impatto comuni studi evolutivi. Per anni, gli evoluzionisti hanno sostenuto piccole differenze tra i genomi umani e scimpanzé. E se la differenza percentuale è funzione delle cellule di origine utilizzati? Ricorda, il team di Yale ha trovato differenze tra le cellule dello stesso organo – la pelle umana. Se la differenza percentuale cresce o si riduce a seconda della fonte, le conclusioni su uomo-scimpanzé somiglianze si sarebbe rivelato inaffidabile.

      Fonti:

      http://www.evolutionnews.org/2012/11/your_genome_whi066601.html
      http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature11629.html

      • Daphnos on 5 Dicembre 2012 17:33

        Ma tanto è una causa persa, è diventato un ritornello! Scommetto che anche Umberto Eco e Dario Fo diranno presto che abbiamo il 97% di DNA in comune con lo scimpanzé.

        • Piero on 5 Dicembre 2012 17:55

          “Il 97 percento ripeto il 97 percento”

          • Enzo Pennetta on 5 Dicembre 2012 22:46

            Eh no!
            C’è chi ha fatto di meglio, ho un libro pubblicato dal National History Museum di Londra che si intitola “99% APE”….

            Qualcuno offre di più? :mrgreen:

            • Adriano on 6 Dicembre 2012 06:09

              Rilancio del 99,4%. :mrgreen:

              Gli scimpanzè sono umani: http://www.newscientist.com/article/dn3744-chimps-are-human-gene-study-implies.html

              …no comment!

          • Piero on 6 Dicembre 2012 09:40

            La citazione parafrasata e’ tratta dall’insulso “docu-fiction” di Giulietto Chiesa “Zero” dove l’illustre ing. e arch. Premio Nobel (sic!) Dario Fo dice che lo squarcio al Pentagono e’ largo “5 metri ripeto 5 metri“

            • Leonetto on 6 Dicembre 2012 10:02

              beh..non farà riferimento al SI ma ad un suo sistema di misura..

              Essenzialmente quella percentuale del 99%.94%,74% etc..che sembra di dare i numeri al lotto,corrisponde a quanto detto da Adriano.
              Si possono vedere comunque anche:
              http://antidarwin.wordpress.com/2012/11/04/differenza-genetica-fra-uomo-e-scimpanze-di-n-nobile-migliore/
              http://antidarwin.wordpress.com/2012/12/04/progetto-encode/

              Per quanto riguarda il fatto che scimpanzè(e bonobos) siano umani o che gli uomini sia scimpanzè..è qualcosa di affrontato:
              http://www.enzopennetta.it/2012/01/per-qualcuno-siamo-gia-il-pianeta-delle-scimmie/
              http://www.enzopennetta.it/2012/01/per-qualcuno-siamo-gia-il-pianeta-delle-scimmie/#comment-1882

              Trovo invece non troppo sensato quello che dice il proff.Masiero sugli atomi,che è verissimo però credo comunque si marchi troppo la cosa più del dovuto.Giustissimi limiti e problemi del riduzionismo però anche i riduzionisti, pare,ammettano vari livelli.
              Però,anche qualora i chimps avessero il 99,9% di DNa a comune con l’uomo sarebbe evidente che quel 0.1% sarebbe un gran divario.
              UN po’ poi il discorso che fa il dott.Migliore
              http://antidarwin.wordpress.com/2012/11/04/differenza-genetica-fra-uomo-e-scimpanze-di-n-nobile-migliore/

              Fra l’altro già Blyth ricordo diceva che:
              “… Ogni specie è essenzialmente distinta e separata da ogni altre specie; altrimenti non sarebbe una specie ma una varietà.Le specie più simili, pertanto, sono solo affini reciprocamente in conseguenza della la somiglianza della loro organizzazione generale.. ”
              E’ abbastanza ovvio che creature che condividano somiglianze fenotipiche,che abbiano funzioni e funzionalità simili,omologie ed analogie possano avere anche una certa affinità a livello di DNA.
              Sarebbe strano il contrario..
              Questo è ciò che dicono i fatti.
              Poi dire c’è vicinanza allora hanno avuto un antenato a comune è invece pura congettura.

            • Adriano on 6 Dicembre 2012 13:46

              Però,anche qualora i chimps avessero il 99,9% di DNa a comune con l’uomo sarebbe evidente che quel 0.1% sarebbe un gran divario.

              La somiglianza genetica tra uomini, di etnie differenti o meno, si aggira intorno al 99,5%, per cui è meglio non esagerare.

            • Leonetto on 6 Dicembre 2012 21:45

              Si..era un’ipotesi per assurdo..ovviamente comunque se così fosse la percentuale fra etnie diverse sarebbe ancora più prossima del 99,9%..
              Non voleva indicare se fosse così realmente allo stato effettivo delle cose..ovviamente.

    2. Giorgio Masiero on 5 Dicembre 2012 08:39

      Io non capisco come dalla “coincidenza” elevata di talune proprietà fisico-chimiche si possa dedurre logicamente:
      1) la “continuità” e
      2) la “somiglianza” di organizzazioni complesse.
      Se osserviamo la base fisica di piante e animali, noi abbiamo una coincidenza al 100% di atomi di cui essi sono composti: e allora? una banana è la stessa cosa di un gatto?
      Se osserviamo la base logica di tutti i programmi informatici (in un qualche linguaggio: Android o iOS), abbiamo una coincidenza del 100% di tutte le istruzioni che li compongono. Anzi, tutti i linguaggi sono coincidenti al 100% tra loro perché composti di 0 ed 1. Perfino tutte le lingue parlate del mondo sono composte con lo stesso gruppo finito di fonemi. E allora? forse un file multimediale è la stessa cosa di un file di testo? si può passare dal cinese all’italiano con continuità?
      Il salto tra l’uomo e tutto il resto della Natura è “l’elefante nella stanza” che solo i ciechi sono in buona fede autorizzati ad ignorare e sta, come spiega per es. Jacques Monod nel suo capolavoro “Caso e necessità”, nel linguaggio logico-formale.
      Senza studiare l’abc della logica e della filosofia, potrebbero questi sofisti contemporanei del riduzionismo almeno leggersi il padre della Sintesi moderna?

      • Enzo Pennetta on 5 Dicembre 2012 22:52

        Ciao Giorgio,
        mi sembra che veramente ogni nuovo dato venga ormai letto in modo orientato al rafforzamento di un paradigma ormai vacillante, fino a giungere spesso a grossolane forzature.
        Come è lontana la figura, certamente criticabile, ma sobria e logica di un Jacques Monod.

    3. Alèudi on 5 Dicembre 2012 08:40

      Gentilmente, mi potrebbe spiegare velocemente questa storia del DNA che cambia da organo a organo?

      Oppure indicarmi una articolo capibile da un profano, possibilmente in italiano.

      Grzie

      • Adriano on 5 Dicembre 2012 11:50

        Basta usare Google Traduttore, mi pare tutto abbastanza chiaro.

        http://translate.google.it/translate?sl=en&tl=it&js=n&prev=_t&hl=it&ie=UTF-8&layout=2&eotf=1&u=http%3A%2F%2Fwww.nature.com%2Fnature%2Fjournal%2Fvaop%2Fncurrent%2Ffull%2Fnature11629.html

        http://translate.googleusercontent.com/translate_c?depth=3&hl=it&rurl=translate.google.com&sl=en&tl=it&u=http://news.yale.edu/2012/11/18/skin-cells-reveal-dna-s-genetic-mosaic&usg=ALkJrhgcwAyLGLdXw-vSv7mXP34eo80CCA

        http://translate.googleusercontent.com/translate_c?depth=3&hl=it&rurl=translate.google.com&sl=en&tl=it&u=http://med.stanford.edu/ism/2012/november/urban.html&usg=ALkJrhjJWXAiSsZEJ4IWJ60Q49lYeXVRWw

        http://translate.google.com/translate?depth=2&hl=it&rurl=translate.google.com&sl=en&tl=it&u=http://www.evolutionnews.org/2012/11/your_genome_whi066601.html

        “È stato detto a tutti che ogni cellula del nostro corpo ha una copia del nostro codice genetico unico. Questa è una di quelle convinzioni semplicistiche che sembra essere ragionevole, ma è quasi impossibile da controllare. Non tutto il corpo nasce da divisioni cellulari di un singolo zigote con il suo codice genetico unico? Sì, ma non ne consegue necessariamente che i geni nelle cellule a valle non vengano modificati. Ciò è stato appena assunto.”

        Il nostro studio apre la strada per comprendere la questione fondamentale della misura in cui le cellule del corpo umano normalmente acquisiscono post-zigoticamente alterazioni strutturali nel loro DNA.

      • Adriano on 5 Dicembre 2012 11:55

        “Abbiamo scoperto che gli esseri umani sono costituiti da un mosaico di cellule con genomi diversi. In precedenza si riteneva che queste variazioni si verificassero solo in caso di malattia, come il cancro. Il mosaico che abbiamo visto nella pelle può essere trovato nel sangue, nel cervello, e in altre parti del corpo umano.”

        “La credenza di lunga data è stata che le nostre cellule hanno la stessa sequenza di DNA e questo modello governa le funzioni del corpo. La ricerca del team di Yale mette in discussione questo dogma.”

        • Enzo Pennetta on 5 Dicembre 2012 23:05

          ” In precedenza si riteneva che queste variazioni si verificassero solo in caso di malattia, come il cancro”

          Adriano, questa notizia che hai riportato mi fa riflettere, viene da pensare a maggior ragione che vada approfondita la questione del cancro come malattia dei tessuti e non come malattia genetica, così come affermato nell’articolo “The death of cancer cell”:
          http://cancerres.aacrjournals.org/content/71/13/4334.full.pdf

          E se veramente le variazioni genetiche attribuite alle cellule cancerose fossero molto più comuni di quanto sinora ritenuto e non fossero il problema centrale della patologia?

          • Adriano on 6 Dicembre 2012 05:38

            La faccenda è molto complicata. Per adesso di sicuro c’è solo il dubbio riguardante il confronto tra profili di DNA. Ovviamente se fatto con campioni di cellule ematiche o salivari sarà più simile ma cosa succede se vengono usati campioni prelevati dal cervello?! Scommetto che la percentuale crollerebbe sotto il 50%.

    4. stò cò frati e zappo l'orto on 6 Dicembre 2012 18:28

      Leggendo su internet:Condividiamo circa il 99%del nostro DNA coi topi…….(90-95% ?).E i topi effettivamente sono molto,molto intelligenti!?

      • Leonetto on 6 Dicembre 2012 21:46

        si..
        http://static.bakeca.it/immagini/947/94707a222124eb43ff7b1d35dc4eb8c1.jpg

        • stò cò frati e zappo l'orto on 6 Dicembre 2012 22:45

          Il bello di topolino che nessuno riesce mai a sconfiggerlo.
          Neppure la Banda Bassotti!
          Comunque,seriamente,si parla tutti i giorni del dna in comune con gli scimpanze ecc. e quasi mai con il 99%o 95%o 90%con dei generici TOPI.

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