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    Global Warming – 97% la cifra dell’infamia

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    By Enzo Pennetta on 10 Giugno 2013 Clima

     

    Ci sono slogan, immagini e cifre che diventano dei marchi indelebili.

     

    Per il Global Warming Antropico la cifra dell’infamia è 97%.

     

    Esistono delle realtà che sono dedite a far salire il consenso alla teoria del Global Warming Antropico (AGW) che ricordiamo non è la semplice constatazione della variazione della temperatura terrestre, ma l’affermazione che l’aumento della temperatura media sia provocato dall’emissione di CO2 da parte delle attività umane.

     Una delle iniziative più efficaci a livello internazionale è il “The Consensus Project“, e il sito “Skeptical Science” che hanno trovato recentemente risonanza ad esempio sul The Guardian che il 28 maggio scorso ha pubblicato l’articolo “97% global warming consensus meets resistance from scientific denialism“.

    Questo numero “97%” teniamolo bene a mente, è una cifra che non si deve toccare perché psicologicamente segna nell’immaginario collettivo l’infamia di quel 3% di “cattivi” che si ostinano a negare (si badi bene, non a contestare) l’origine umana del riscaldamento globale. Ma già da tempo è noto che si tratta di una cifra nata da una manipolazione dei dati, come mostrato in un articolo pubblicato su EOS-Transactions dell’American Geophysical Union  (Doran PT, Zimmerman MK (2009) Examining the scientific consensus on climate change.).

    Ed è proprio quella cifra tonda a dover mettere de dubbi, come può essere che il consenso non si muova di lì?

    Il 97% serve a dimostrare che chi non si allinea al dogma dell’AGW è una persona disonesta, un “negazionista“, come chiaramente indicato proprio sul sito di Skepycal Science:

    Scientific skepticism is healthy. Scientists should always challenge themselves to improve their understanding.

    Yet this isn’t what happens with climate change denial. Skeptics vigorously criticise any evidence that supports man-made global warming and yet embrace any argument, op-ed, blog or study that purports to refute global warming. This website gets skeptical about global warming skepticism. Do their arguments have any scientific basis?

    What does the peer reviewed scientific literature say?

    Abbiamo letto bene: il dubbio nelle scienze è una cosa salutare. Tranne  quando si tratta di Anthropic Global Warming, in quel caso infatti avere dei dubbi si chiama “negazionismo”.

    “Negazionismo”, questo termine che sentiamo sempre più spesso usare nel campo del clima e in quello dell’evoluzione, due argomenti sui quali non è ammesso dissentire. Nel brano riportato viene posta la domanda:

    “Cosa afferma la letteratura scientifica peer reviewed?”

    Una domanda retorica autoreferenziale, come abbiamo visto solo pochi giorni fa l’episodio in cui Nature pubblicava uno studio favorevole all’AGW e subito dopo rifiutava uno contrario (anche se regolarmente passato al vaglio della peer rview), vedi CS  La forza del paradigma (i negazionisti).

    E accade anche che uno studio in grado di mettere seriamente in difficoltà intere montagne di argomentazioni forzate sull’AGW debba passare assolutamente inosservato. Il riferimento è all’articolo pubblicato su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America) e intitolato Regeneration of Little Ice Age bryophytes emerging from a polar glacier with implications of totipotency in extreme environments.

    Lo studio parla della scoperta di piccole piante (le briofite) riaffiorate per via del ritiro dei ghiacci avvenuto in una regione del Canada. Il fatto in sé conferma una tendenza al riscaldamento in quella regione, il che sarebbe un punto a favore dei sostenitori dell’AGW, ma quel che si legge nell’articolo è decisamente di segno opposto. Si è infatti proceduto alla datazione delle briofite riaffiorate e la sorpresa è stata che esse sono da collocare in un tempo precedente la Piccola era glaciale, e cioè quel periodo di raffreddamento compreso tra il 1550 e il 1850.

    Questo significa che prima della Piccola era glaciale le condizioni climatiche nella zona del rinvenimento erano calde come adesso se non di più.

     Cosa c’era dopo l’anno mille a provocare un così forte riscaldamento globale? Ovviamente nessuna attività umana dell’epoca avrebbe potuto provocare un simile riscaldamento. 

    Ecco quindi che lo studio pubblicato su PNAS viene pubblicato perché parla della briofite, ma cosa sarebbe avvenuto se invece si fosse posta l’attenzione sul clima dove l’articolo mostra dati contrari alla teoria dell’AGW?

    Non possiamo saperlo, di fatto però l’argomento sono le briofite e non il clima.

    E così il consenso del 97% è salvo.

    .

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    Enzo Pennetta

    Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

    8 commenti

    1. htagliato on 10 Giugno 2013 10:51

      @ ENZO PENNETTA:
      Prof., “conoscendola” ritengo che debba leggere anche stavolta l’edizione di questo mese di “Le Scienza”, non solo su questo tema, il clima, a causa di un articolo intitolato “Le giuste previsioni del 1990” e di un altro dal titolo “Due gradi in più? Katrina più frequenti”, ma soprattutto per i più “avvincenti”:
      “Aggiornare la teoria di Darwin” (riguarda la Sintesi Estesa)
      “Un australopiteco a mosaico” (sull’Australopithecus sediba)
      “La sorpresa del celacanto” (sul fatto che non sia un fossile vivente)
      Naturalmente il più accattivante è quello citato in copertina “Le origini della creatività”, su scoperte archeologiche che provano “lampi di genialità” molto anteriori a 40’000 anni fa.
      Infine, a mio modesto parere, potrebbe rientrare nella categoria di questo sito detta “Malthusianesimo” l’articolo
      “Pochi figli allungano la vita”

      • Enzo Pennetta on 10 Giugno 2013 13:54

        Grazie htagliato,

        ancora una volta mi segnali un numero imperdibile!

    2. frank10 on 10 Giugno 2013 16:46

      Magari andrà a finire che anche questo ‘negazionismo’ (che appunto non lo è affatto, ma solo contestazione dell’assolutismo dell’altra visione) diventerà reato punibile col carcere. Non si possono discutere i dogmi laici.
      Come già avviene con quello olocaustico in moltissimi Paesi.
      Quando non si hanno argomenti meglio usare le manette. Ovviamente il tutto per difendere la libertà di pensiero (unico).

    3. valentino on 10 Giugno 2013 20:58

      A qualcuno piace “vincere facile” 🙂

    4. jabbathehut on 10 Giugno 2013 21:23

      Pennetta, tutti i suoi “argomenti” sono o falsi o fallaci. Tra poco cercherà di convincere i suoi fans (gli unici abilitati ad intervenire qui, gli altri vengono censurati in silenzio) che la Terra è piatta e loro risponderanno entusiasticamente che c’è una lobby di terrasferisti a cercare di occultare il dibattito.
      Pace e bene!

      • Enzo Pennetta on 10 Giugno 2013 23:07

        Questo intervento è stato fatto da qualcuno che si è proposto nei giorni scorsi, ma che evidentemente non legge quello che viene scritto.

        Nessuna censura, bastava leggere questo OT del 23 maggio:

        http://www.enzopennetta.it/2013/05/ci-si-uccide-perche-il-tunnel-non-e-un-tunnel/#comment-15154

        “si comunica che momentaneamente, in attesa di adottare nuove regole per le discussioni, sono state sospese le iscrizioni di nuovi utenti.”

        Comunque visto il livello è stato un bene che abbia sospeso i nuovi utenti…

    5. Gabbiano on 11 Giugno 2013 21:46

      Benissimo prof., con l’aria che tira bisogna essere cauti. Prima c’è stato l’arruolamento dei troll dell’Euro a Bruxelles; ora, da noi, sono usciti i bandi per arruolare quelli piddini ! ( Poca differenza, visto che sono portatori, in pratica dello stesso vangelo di Maastricht !)
      In campana!!!
      http://www.pdroma.net/dipartimenti/comunicazione-e-propaganda/

      • Enzo Pennetta on 11 Giugno 2013 23:54

        Beh… se vogliono contrastare la disinformzione c’è un metodo semplice e immediato, possono cominciare col tacere…!

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