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    La curva di Laffer

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    By Enzo Pennetta on 22 Giugno 2013 Varie

    Perché aumentare la pressione fiscale è una politica perdente.

     

    Eppure è quello che si chiede ai paesi in difficoltà.

     

     Nel 1980 l’economista Arthur Leffer propose una curva a campana, detta Curva di Laffer, per rappresentare l’andamento delle entrate fiscali in base all’aliquota imposta. Secondo la teoria proposta quando le tasse superano un determinato livello, che potrebbe essere individuato intorno al 30%, il gettito per lo Stato anziché aumentare diminuisce.

    Un interessante articolo al riguardo è stato pubblicato sul sito dell’economista Eugenio Benetazzo: LA CURVA DI LAFFER …

    Arthur Laffer lo spiegò proprio a Reagan, si dice addirittura scarabocchiando il tutto sopra un tovagliolo di carta in un ristorante, attraverso un grafico che riportava una curva a campana, in cui nelle ascisse vi era indicato il gettito fiscale atteso e nelle ordinate il prelievo fiscale imposto.

    Questa curva è conosciuta come la Curva di Laffer: secondo l’economista californiano, vi è un livello di tassazione oltre il quale non ha più senso lavorare, inoltre mantenere tali livelli di fiscalità produrrà una flessione o caduta ingente del gettito fiscale. Immaginate una pressione fiscale complessiva al 75% o 85%, chi andrebbe ancora a lavorare o a rischiare i proprio capitali se il ritorno economico fosse così limitato.

    Per definizione il gettito fiscale è dato dalla pressione fiscale media moltiplicata per il PIL: secondo Laffer esisteva un livello di pressione fiscale oltre il quale un aumento delle imposte avrebbe disincentivato l’attività economica e quindi ridotto il gettito, in misura crescente anche a causa di fenomeni economici che sono a quel punto fisiologici come l’evasione, l’elusione o la sottrazione di imponibile (intesa quest’ultima come delocalizzazione di attività produttive verso giurisdizioni fiscalmente meno oppressive).

    Alla luce di questa teoria non si capisce perché le autorità europee e il Governo spingano per un aumento della pressione fiscale (IVA al 22%, IMU, ecc…).

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    Enzo Pennetta

    Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

    2 commenti

    1. Gabbiano on 25 Giugno 2013 19:06

      Grazie per averci ricordato questa legge economica professore! Purtroppo i nostri politici non si preoccupano di essa come non si preoccupano dei segni, che a prescindere della curva di Laffer, vengono dall’economia reale. Ogni giorno chiudono in media circa 40 aziende, c’è un ecatombe di esercizi commerciali: anche in zone di prestigio delle città si vedono serrande abbassate. Oggi è arrivata
      la notizia di un crollo delle vendite al dettaglio (circa -5%) di generi alimentari; iniziano a soffrire pure le grandi catene di supermarket. Ora, una persona dotata di comune buon senso capirebbe che un ulteriore aumento dell’IVA provocherebbe
      solo danni: gli italiani contrarrebbero ulteriormente i consumi, CON UN CALO del gettito IVA. In più tutte le aziende e gli esercizi commerciali che ora si trovano al limite subiranno il colpo di grazia definitivo. Questo porterà,ovviamente ad un aumento della disoccupazione, ( la triplice sindacale fa finta di non averlo capito) e ad una diminuzione del PIL. Anche il precedente aumento dell’IVA ha avuto solo effetti dannosi ed ora, dopo la cura Monti, la situazione economica si è aggravata. Perciò è paradossale sentire qualche ministro affermare che occorre trovare la copertura per rinviare, neanche per cancellare, l’aumento dell’IVA. L’esperienza recente e la curva di Laffer dimostrano che questi ministri si dovrebbero preoccupare di trovare la copertura per il mancato introito conseguente al suo aumento. Tra l’altro le stime sul futuro andamento del PIL paiono eccessivamente ottimistiche, vorrei dire farlocche, visto che stanno crollando pure i consumi energetici; crollano anche in Lombardia. Questo non significa che gli italiani ora usano le candele ma che l’attività produttiva sta rallentando fortemente. Cala per il secondo anno consecutivo anche il consumo di gasolio e di benzina; altro segno di contrazione dell’attività economica, visto il grosso ruolo del trasposto su gomma nell’economia italiana. E pensare che il la benzina era ritenuta un bene a domanda fortemente anelastica !!! E a cosa sta pensando Letta per la copertura del suo decreto del “Fare”? Ad un altro aumento delle accise sulla benzina! Ecco il quadro del crollo dei consumi energetici:http://www.scenarieconomici.it/rapporto-mensile-energetico-a-maggio-2013-nuovo-tonfo-consumi-petroliferi-53/
      Questi governanti rispondono al popolo italiano o certe lobby internazionali, a cui molti di loro appartengono?
      Vengono in mente le recenti dichiarazioni dell’ex ministro Riccardi, che racconta come Monti e la sua banda godevano delle sofferenze degli italiani, derivanti dalle loro manovre economiche. Dichiarazioni ignorate dalla “Grande Stampa”; è ovvio visto che hanno raccontato la favola del Monti “Messia Salvatore dell’Italia”, e non smentite dagli interessati. Sono state riportate dal sito Dagospia e riprese da “Libero”:http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dago-spia-riccardi-e-svela-come-monti-ha-bastonato-litalia-per-far-felice-la-57269.htm
      Ma il Riccardi che ora parla di follia, perché non si opponeva a quei provvedimenti? Perché ha contribuito alla formazione della Lista Monti-Scelta Civica? Come ha conciliato il suo operato governativo con il suo dichiararsi cattolico sociale e di sinistra?

    2. Enzo Pennetta on 25 Giugno 2013 20:21

      “Questi governanti rispondono al popolo italiano o certe lobby internazionali, a cui molti di loro appartengono?”

      La seconda…

      Si tratta di un vero tradimento.
      Il nostro paese, con le 40 aziende chiuse al giorno, viene saccheggiato e devastato con il consenso di un manipolo di traditori.

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