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    Il CICAP cambia nome. Consigli per un vero rinnovamento.

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    By Enzo Pennetta on 6 Ottobre 2013 Senza categoria

    Il CICAP non indagherà più solamente sul paranormale ma sulle pseudoscienze.

     

    Iniziativa interessante, ma ancor più interessante sarebbe stabilire i criteri che caratterizzano una pseudoscienza.

     

     La decisione di cambiare il nome è stata resa pubblica con un articolo sul sito del Comitato il 24 settembre scorso: “Il CICAP cambia nome: non più solo “paranormale” ma “pseudoscienze”“.

     Si tratta di una notizia che non può che far piacere, ci si accorge infatti che i nemici della scienza non sono tanto i maghi e cartomanti quanto coloro che facendo affermazioni verosimilmente scientifiche producono confusione su quali teorie siano veramente appartenenti alla scienza moderna e quali invece non ne abbiano i requisiti.

    La spiegazione della decisione riportata nell’articolo è stata la seguente:

    «Maghi, medium, astrologi e fantasmi figurano ancora nel palinsesto televisivo e sui giornali, perché sono argomenti che affascinano sempre, e il CICAP non smetterà di occuparsene» continua Polidoro. «Oggi però risultano più diffuse e seducenti idee e affermazioni pseudoscientifiche a sostegno di terapie di non provata efficacia, teorie del complotto, leggende metropolitane e falsificazioni storiche». 

     

    Gli argomenti di cui si occuperò il CICAP meritano attenzione e un’analisi seria e proprio per questo sarebbe necessario definire dall’inizio quali saranno i criteri in base ai quali una teoria verrà considerata scientifica o no. Tra gli argomenti segnalati dal Segretario del Comitato Massimo Polidoro mancano infatti le possibili affermazioni non scientifiche provenienti dall’ambito della scienza ufficiale. Riguardo alle falsificazioni storiche sarebbe interessante che il rinnovato CICAP intervenisse nei casi di falsificazione, a partire da quelli che appaiono sui quotidiani, come ad esempio la leggenda della Terra piatta ripresa su La Stampa qualche giorno fa (vedi CS-E la chiamano informazione scientifica: su “La Stampa” il falso mito della Terra piatta).

    E poiché lo stesso CICAP domanda quale sia l’opinione sull’operato del Comitato “Diamoci del noi. La tua opinione sul CICAP“, pur non essendo né iscritto né simpatizzante, un’opinione la voglio dare ugualmente, sperando di vedere un nuovo CICAP del quale poter diventare un giorno simpatizzante, e perché no, socio.

    Quello che manca oggi nel campo della scienza non sono le smentite a leggende metropolitane, ma come nel caso di alcune terapie alternative cui si fa riferimento, quel che manca sono i controlli sulle affermazioni ufficiali, sia in positivo che in negativo. I grandi danni li fanno i falsi allarmi che passano attraverso la scienza ufficiale, i catastrofismi come quello sulla pandemia dell’H1N1 che avrebbe dovuto decimare la popolazione (questa sì un vera leggenda metropolitana) e che ha dissanguato i fondi per la sanità di interi stati e messo a rischio la salute con vaccini non sufficientemente testati. La pseudoscienza la fanno i continui  annunci di un’origine marziana della vita, senza che esistano prove degne di questo nome a supporto, e sembra un po’ poco affrontare l’argomento come è stato fatto su Query (la rivista del CICAP) nell’articolo “La vita terrestre arriva da Marte?” che termina in questo modo:

    Benner spiega che la sua teoria illustra la differenza tra “un ambiente in cui la vita può sopravvivere e uno in cui può emergere”. Voi cosa ne pensate: siamo noi gli alieni?

    Domandare ai lettori se pensano che la teoria sottoposta alla loro attenzione sia esatta o meno non è un gran servizio alla chiarezza. Ci vuole più coraggio, si deve essere pronti a pestare piedi che calcano le cattedre universitarie, è dunque su questo campo che il CICAP dovrebbe spendersi se vuole veramente difendere la scienza.

    Se questo non dovesse accadere si tratterebbe di una semplice operazione di restyling che avrebbe come unico risultato quello di concentrare ancora l’attenzione su fenomeni marginali e distoglierla dai grandi temi controversi e sugli abusi e distorsioni della scienza contemporanea.

    Staremo a vedere, vuol dire che noi rappresenteremo il  CICCAP, il “Comitato Italiano per il Controllo del Controllo delle Affermazioni sulla Pseudoscienza”.

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    Enzo Pennetta

    Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

    8 commenti

    1. Leonetto on 6 Ottobre 2013 10:53

      Una considerazione..ma da quando il paranormale può essere inglobato nelle pseudoscienze?
      Il paranormale(tolti EVP et similia)non sono una teoria, metodologia, pratica che afferma di essere scientifica o che vuole apparire tale o che pretenda di avere aderenza al metodo scientifico …come fanno a essere nello stesso insieme.Ovvero ci possono anche stare ma l’insieme non può chiamarsi “pseudoscienza”.

      • Enzo Pennetta on 6 Ottobre 2013 12:47

        Hai ragione, è un po’ lo stesso problema che ha l’UAAR, che addirittura include in una stessa sigla cose incompatibili.

        Nel caso del CICAP la soluzione sarebbe abbastanza semplice, basterebbe aggiungere la nuova categoria alla vecchia senza eliminarla:
        CICAPP, cioè Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale e le Pseudoscienze.

    2. Giorgio Masiero on 6 Ottobre 2013 14:55

      Può il Cicap controllare le affermazioni pseudoscientifiche di tanti suoi autorevoli aderenti (Boncinelli, Veronesi, Angela, ecc.)?
      Sarebbe come chiedere a uno di sollevarsi per i capelli. Ergo, il Cicap è irriformabile, e resterà una tra le tante voci dello scientismo, che è filosofia aporetica.

      • Enzo Pennetta on 6 Ottobre 2013 16:47

        Temo anch’io che il nuovo CICAP non arriverà a porre tra le pseudoscienze, o quantomeno a mettere in dubbio e verificare, nulla che venga pubblicato in ambito ufficiale.
        Ma come ho detto, se questo avverrà, diventerò socio!

        • stò cò frati e zappo l'orto on 6 Ottobre 2013 19:26

          Il Cicap rimarrà per sempre benemerito per aver smascherato varie centinaia di maghi,indovini e varia attualità.
          Un compito che dovrebbe svolgere un ente preposto dallo Stato.
          Uno Stato efficiente dovrebbe tutelare anche le persone bisognose di aiuto morale e spirituale,che purtroppo e spesso si gettano nelle mani di ciarlatani e truffatori.

          Il Cicap dovrebbe anche:…quantomeno mettere in dubbio e verificare,gran parte di quello che viene pubblicato in ambito ufficiale(scientifico o pseudoscientifico).

          In quel caso troverei interessante e gratificante richiedere la tessera di socio al nuovocicap(sperando di esserne degno).

      • Leonetto on 7 Ottobre 2013 00:24

        Mah..sa come si dice Masiero?Un povero è matto un ricco è eccentrico..che per esteso ci dice che alcuni sono mistificatori e trattano e sostengono pseudoscienze altri guardano avanti,fanno ipotesi coraggiose,vanno magari anche un po’ nella fantascienza ma al fine di dare nuovi stimoli alla scienza,fanno ipotesi scientifiche etc etc..
        Ma neanche è prettamente questione di “autorità” quanto se l’affermazione sia o meno vicina,coerente al pensiero unico.
        In tal caso evidentemente la pseudoscienza è ciò che va contro il pensiero unico.
        Così pare…

        • Giorgio Masiero on 7 Ottobre 2013 09:10

          Prima di proporsi il nuovo ruolo di controllore delle affermazioni pseudo-scientifiche da separare da quelle scientifiche, il Cicap dovrebbe
          1) definire che cosa caratterizza il “metodo scientifico”,
          2) esplicitare i suoi protocolli di controllo.
          In assenza, visto anche l’arcobaleno dei suoi aderenti, esso sarà sempre esposto a strumentalizzazioni politiche e ideologiche… e alle brutte figure.

          • Enzo Pennetta on 7 Ottobre 2013 15:06

            Perfettamente d’accordo, infatti io chiedevo al CICAP di definire i criteri di una pseudoscienza.
            Se venissero definiti entrambi si avrebbe un terreno chiaro su cui lavorare, ma ancor prima si aprirebbe un serio dibattito su cosa possiamo considerare scienza e cosa pseudoscienza.

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