Search Results: creazionismo (119)

A fine luglio avevamo parlato della complessità irriducibile come criterio di falsificabilità della teoria neodarwiniana.
Pochi giorni dopo nientemeno che M.Piattelli Palmarini affermava esattamente le stesse cose.
Contrariamente a quanto si vuol far credere la teoria è sempre più debole.

Nell’anno scolastico 2010 – 2011 si è svolta presso il Vicariato di Roma una serie di conferenze rivolta agli insegnanti delle scuole cattoliche sull’insegnamento delle scienze.
Essa fu accompagnata da un sito dal quale nacque l’ispirazione di realizzare Critica Scientifica, poi il sito fu sostituito da questo di CS.
Adesso il contenuto del sito è di nuovo disponibile con gli interessanti contributi dei proff. Giorgio Israel, Giovanni Monastra, Roberto Fondi e Francesco Agnoli.

Dopo aver constatato che il “darwinsmo” è costituito da un insieme di teorie, e che esso è lo strumento principale dell’ateismo, affrontiamo adesso la scientificità della teoria darwiniana.
Ma con MicroMega sorprendentemente su una cosa siamo d’accordo: il conflitto è politico.
Siamo contenti che finalmente sia stato ammesso.

Riconosciamolo, è sbagliato voler insegnare il creazionismo nelle ore di scienze, su questo hanno ragione i darwinisti.
Adesso facciano però il passo successivo: anche il neo-darwinismo non può essere insegnato nelle ore di scienze.
La cieca fede nell’onnipotenza del caso non è infatti scienza, potrebbero però richiedere di essere inseriti nell’ora di religione.

Apologia (dal greco απολογία, “discorso in difesa di qualcuno o qualcosa”) è dunque un discorso in difesa di qualcuno, l’apologetica si propone invece di dimostrare la verità di una religione.

Il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) si interessa anche di evoluzione, non a caso infatti il suo sito è linkato sulla homepage di Pikaia, il portale dell’evoluzione.
Un anno fa il CICAP organizzava una discutibile conferenza sul “creazionismo”, in occasione dell’anniversario faremo opera di “debunking” al riguardo.

Uno studio intitolato “WHAT NEW JERSEY BELIEVES” della Monmouth University del New Jersey, mostra un rapporto di proporzionalità diretta tra la frequenza all’università e il “credere” all’evoluzione.
Ma proprio il termine utilizzato “credere”, tradisce la vera natura della teoria darwiniana, una teoria che nello studio viene messa a confronto con l’astrologia, gli alieni e la vita dopo la morte.

Proprio mentre da noi si moltiplicano gli esempi di negazione del confronto, dall’Università di Manchester il paleontologo Russell Garwood, pubblica su Nature un articolo che dichiara “rischiosi” i confronto con gli antidarwinisti: rischiosi perché?
Un articolo che mostra una convergenza con le tattiche usate anche in Italia.

Sembra proprio che negli USA il darwinismo sociale sia considerato una piaga dal presidente Obama, quello che aveva fatto sognare la Repubblica per le sue vedute progressiste.
Ma come, da quelle parti non arrivano gli articoli del prof. Pievani e del prof. La Vergata a spiegare che il darwinismo sociale non esiste?

Il convegno in programma a Verona il 29 marzo 2012 ha come argomento l’evoluzione con i fatti e le teorie che la riguardano.
Ma c’è anche un meta-argomento in sottofondo che accompagna tutte le iniziative critiche versi il darwinismo: fare chiarezza per evitare facili critiche basate su forzature e distorsioni.

“Secondo alcuni scienziati, le prime forme di vita cellulare sarebbero comparse sulla terraferma, in pozze di fango vulcanico”.
Così recita il sottotitolo di un articolo su National Geographic, ma notoriamente è nel libro del Genesi che si parla di vita che nasce dal fango: che il creazionismo sia arrivato su Nat Geo?

Dopo aver esposto molte volte cosa significhi fare della critica alla teoria neodarwiniana e quale sia la differenza col “creazionismo” sembra che ci sia ancora chi non ha le idee chiare.

In questo articolo Michele Forastiere, con una forma divertente ma seria nel contenuto, fa ancora una volta chiarezza.