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    Critica Scientifica – di Enzo Pennetta
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    Umberto Veronesi: sulla mente non ci capiamo niente. Ma la colpa è di preti e fondamentalisti

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    By Enzo Pennetta on 20 Settembre 2011 Salute, Varie

    In occasione della conferenza “The future of science“, svoltasi a Venezia dal 18 al 20 settembre, il Prof. Veronesi sembra molto deciso a prevenire “le deviazioni” della mente umana. In particolare sembra che sia rimasto molto colpito dalla recente strage in Norvegia, infatti in un articolo pubblicato il 14 settembre su La Stampa afferma:

     

    Il disagio mentale è in aumento e gli episodi di incapacità di trovare questo equilibro si fanno sempre più frequenti. Prendiamo l’esempio più recente. Nella civile e progressista Norvegia un giovane uccide, sparando ad uno ad uno, 70 ragazzi dell’età media di 16 anni. Non è stato un raptus, ma l’esito del piano di una mente che ci ha lavorato per anni, in collegamento con altre menti simili alla sua. Vale allora la pena di approfondire tutto ciò che riguarda la mente umana, per migliorare la nostra vita e per prevenire le sue deviazioni, che possono causare dolori immensi.

     

    Per prima cosa siamo lieti che si sia accorto del fatto che il disagio mentale è in aumento, allora pensiamo che forse si sarà reso conto del fatto che la nostra società è disumanizzante, che la competizione sociale crea tensioni insostenibili, che la precarietà del lavoro toglie ogni progettualità, che la mancanza di senso dell’esistenza è disperante, e che, infine, che gran parte del disagio sia il retaggio delle ideologie (atee come lui!) che il ‘900 ha seminato .

    No, niente di tutto questo, il Professore dice che per capire cosa crea il disagio mentale bisogna fare degli studi più approfonditi, per Veronesi l’animo umano è un mistero da iniziare a studiare ora, come se per secoli non se ne fosse occupato nessuno. E infatti viene subito chiarito questo punto: tutto quello che sappiamo sull’uomo è sbagliato. E perchè è sbagliato?

    Presto detto, la colpa è di preti e dei “riduzionisti”, così chiama quegli scienziati che non accettano l’idea che l’essere umano non sia altro che un insieme di molecole e nulla più:

    Viene da chiedersi come è possibile che un campo di conoscenza così essenziale, come abbiamo visto, sia così poco avanzato. La risposta è semplice: la mente è campo minato per gli integralisti e gli ideologi. Le religioni non amano indagare la psiche, perché i loro dogmi spiegano a priori l’esistenza e il funzionamento di mente e anima. Poi esiste anche un integralismo laico sottilmente antiscientifico e antiriduzionistico, che non ama ridurre la complessità della mente umana alle molecole e alle loro interazioni, e vede un pericolo di abuso o misuso, in una sua lettura e conoscenza troppo meccanicistica.

    Vuoi veder che Veronesi ha citato il caso di Brevik perchè si è definito “cristiano integralista”? Sarebbe un bel colpo far passare che uno dei comportamenti definiti devianti è proprio l’integralismo cristiano, l’idea non sarebbe per niente nuova, infatti si tratta di uno dei pensieri fissi del darwiniano Richard Dawkins, quello che voleva fare arrestare Benedetto XVI durante il suo viaggio a Londra.

    Ma andiamo oltre, parimenti convinto del fatto che la religione e gli scienziati “integralisti” (ma non sono anche loro degli integralisti sul versante opposto?) abbiano bloccato la ricerca sulla mente è il Prof. Boncinelli:

    A causa di questo “blocco ideologico” sappiamo pochissimo di fenomeni come la depressione o l’autismo», sostiene il grande genetista Edoardo Boncinelli, che ha guidato la regia del programma di Venezia. L’obiettivo della nostra conferenza è contribuire a rimuovere questo blocco e promuovere la ricerca nella neurobiologia e nelle neuroscienze

    Dunque una volta rimosso il “blocco” (ma come viene attuato questo blocco: qualcosa impedisce fisicamente ai ricercatori di essere riduzionisti?) Boncinelli dice che si potrà finalmente capire cosa veramente è all’origine dei comportamenti “fuorvianti e violenti“, quello che insomma gli integralisti chiamano “fare il male”:

    Di fronte a comportamenti fuorviati e violenti, o di fronte a più semplici espressioni di disagio, dobbiamo quindi primadi tutto chiederci che cosa sbagliamo nella nostra attività educativa, formativa e sociale. È doveroso impegnarci nella costruzione di personalità individuali indipendenti e critiche.

    Ecco dove si va a parare: una volta eliminata la vecchia idea di uomo, ogni vecchia etica, saranno finalmente loro gli “scienziati” a dirci quali saranno i comportamenti da tenere!

    Saranno dunque Veronesi e Boncinelli a dirci come si “costruiscono” personalità indipendenti e critiche, che sicuramente non saranno religiose.

    In poche parole, ci sarà una nuova morale, integralista e intransigente, più di qualunque religione tradizionale: quella scientista.

    E al posto dei preti ci saranno dei santoni in camice bianco, i vari Veronesi e Boncinelli.

     

     

     

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    Enzo Pennetta

    Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

    2 commenti

    1. marpin on 21 Settembre 2011 10:09

      beh ogni integralismo va condannato ma almeno lo scienziato tenta
      di dare una spiegazione razionale ai fatti e quella spiegazione è sempre suscettibile di aggiornamenti continui,la Chiesa su un fatto ti dice questo è un dogma e ci devi credere per fede

      • Enzo Pennetta on 21 Settembre 2011 14:18

        La scienza deve dare una spiegazione di “come” vanno le cose nell’universo, e per farlo deve provare le sue affermazioni facendo previsioni sperimentali, la religione invece si occupa dei “perché” della vita umana, e alle sue spiegazioni si può aderire o no.

        Questo in realtà sosteneva anche il grande paleontologo Stephen Jay Gould, quando proponeva il modello dei Magisteri Non Sovrapposti.

        E infatti ai “perché” della religione si aderisce per “fede”, l’importante è che questo sia chiaro.
        Ma la scienza deve provare i suoi “come”, e se invece sconfina nel dogmatismo e affronta i “perché”, compie un atto contrario innanzitutto a sé stessa.

        Nel caso specifico, quando un uomo di scienza come Veronesi, comunica non lo fa mai da semplice cittadino, è sempre lo scienziato ad essere ascoltato, e allora se fa affermazioni non dimostrabili induce chi lo ascolta nell’errore di ritenere che siano invece verità scientifiche.

        La stessa critica che muovo quando un uomo di chiesa parla di cose che non sono la fede: deve fare attenzione, non parla mai da privato cittadino.

        La tonaca e il camice in realtà si hanno sempre indosso.

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