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    Il razzismo genetico, l’unica forma che sarà ammessa.

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    By Enzo Pennetta on 16 Dicembre 2013 Evoluzione, Varie

    gattaca09

    I non-validi saranno i discriminati del futuro (scena dal film GATTACA).

    Il razzismo è condannato da tutti, anzi è vietato parlare dell’esistenza delle ‘razze’.

    .

    Ma una nuova forma più subdola va affermandosi, su PlosOne le basi per la discriminazione scolastica.

    .

    “La componente innata, ereditata dai genitori per via genetica, è più importante di quella educativa nello spiegare le differenze di rendimento scolastico.” Con  queste parole inizia un articolo di Le Scienze “Se a scuola la genetica conta più dell’insegnamento” nel quale viene riportato uno studio pubblicato su PlosOne dal titolo “Strong Genetic Influence on a UK Nationwide Test of Educational Achievement at the End of Compulsory Education at Age 16“, un titolo che è ancora più deciso di quello della testata italiana in quanto parla di “forte influenza genetica” sulle capacità di apprendimento.

    Lo studio è stato condotto su un campione abbastanza significativo essendo composto da 11,117 coppie di gemelli omozigoti, quello che però è difficile compiere in modo oggettivo è la misurazione delle capacità di apprendimento scolastico che non sono esprimibili in alcuna unità di misura. Infatti è solo possibile stabilire con quale punteggio viene superato un certo test e quindi, per la precisione, l’unica grandezza che è misurabile è la capacità di superare quel determinato tipo di test e non un altro.  Si tratta della stessa difficoltà di stabilire il cosiddetto Quoziente di Intelligenza, ricordiamo che proprio contro questa misurazione che affonda le radici nel razzismo che l’America che aveva abbracciato le teorie eugenetiche di Francis Galton esercitava nei confronti degli immigrati europei tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. L’inefficacia e la crudeltà di questi test è efficacemente espressa in un passaggio del film “Nuovomondo” che parla proprio degli emigranti italiani negli USA:

    Contro questo tipo di test si espresse con forza anche S. J. Gould, scienziato evoluzionista universalmente apprezzato per la serietà del suo lavoro e autore della teoria degli “equilibri punteggiati”, che nel suo libro “Intelligenza e pregiudizio. Contro i fondamenti scientifici del razzismo” mostrò l’insensatezza dei test di intelligenza per determinare il famoso QI.

    Interessante al riguardo questa sua intervista:

    http://www.youtube.com/watch?v=KJVLbyUNYKA

     

    Ma nonostante queste obiezioni la valutazione delle capacità innate non solo viene riproposta, ma viene collegata ad una presunta valutazione di trasmissibilità genetica, proprio come nell’America razzista ed eugenista che, come abbiamo visto, vagliava gli immigranti ad Ellis Island:

    I bambini mostrano notevoli differenze nella facilità di apprendimento scolastico: la nostra ricerca mostra che queste differenze sono da attribuire più ai geni che all’educazione”, spiega Nicholas Shakeshaft, uno degli autori della ricerca.

    Ma i tempi sono cambiati e non sarebbe politically correct parlare di selezione eugenetica, quindi bisogna presentare i provvedimenti come qualcosa che va a favore degli sfortunati portatori di geni svantaggiosi, come dichiarato in conclusione dell’articolo di Le Scienze:

    “È importante riconoscere l’importanza del ruolo della genetica nei risultati scolastici degli alunni”, ha sottolineato Robert Plomin professore di psichiatria del King’s College di Londra e autore senior dello studio.

    “Ciò significa che il miglioramento del rendimento scolastico può essere ottenuto con sistemi educativi in grado di riconoscere e valorizzare le abilità e le necessità dei singoli, che sono in gran parte predisposizioni genetiche”.

     

     Non è difficile immaginare che ‘riconoscere e valorizzare le abilità e le necessità dei singoli’ si tradurrà con il negare gli studi superiori a chi è nato in famiglie che non si sono potute permettere per generazioni quegli studi stessi e stabilendo così una specie discriminazione sociale dove i poveri e ignoranti resteranno sempre poveri e ignoranti, una conclusione supportata dalla ‘scienza’.

    E non è neanche difficile immaginare che la presenza o meno di geni del successo scolastico dopo essere diventato strumento di discriminazione potrà essere oggetto di selezione eugenetica con la selezione di embrioni scolasticamente promettenti e l’eliminazione di quelli scolasticamente non-validi.

    Discriminazione, emarginazione e persino soppressione del diverso sono aspetti la cui eliminazione dalla società è ormai un dato ritenuto definitivamente acquisito, tranne per quei casi in cui la condizione di inferiorità sia geneticamente certificata.

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    Enzo Pennetta

    Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

    9 commenti

    1. Giorgio Masiero on 16 Dicembre 2013 08:14

      Le solite correlazioni usate a scopi ideologici, cioè per confermare il proprio pre-giudizio (in questo caso, riduzionistico, un canone smentito dalla fisica ormai sono 70 anni).
      Già, come è stato “misurato” l’apprendimento scolastico dei soggetti? Ma poi, vorrei aggiungere sommessamente, perché i nostri Stranamore hanno ignorato che l’apprendimento scolastico dei soggetti dipende – prima che da infalsificabili assunzioni sul potere dei nucleotidi trasmessigli dai loro genitori – dall’educazione e dall’assistenza fornitagli in famiglia?!
      E’ quello che si chiama “ambiente” e non c’è nulla che abbia maggiore influenza sulla “formazione” di quella creta plasmabilissima di ogni persona che è il suo cervello.
      Razzismo forse no, ma “classismo” certamente sì: questo almeno si chiamava questo modo di ragionare quando ancora lo spirito critico in Occidente dava segni di vita.

    2. Enzo Pennetta on 16 Dicembre 2013 14:47

      Riguardo alle correlazioni errate che possono fare falsi risultati, è importante segnalare un articolo proprio del prof. Masiero sull’argomento:
      http://www.uccronline.it/2013/12/14/le-curiose-correlazioni-di-giovanni-sartori/#comment-139534

      Un articolo che certamente non mancherà di essere impiegato anche in futuro ogni volta che saranno verificate correlazioni errate.

    3. Emanuele on 16 Dicembre 2013 22:58

      Il bello degli articoli di Masiero e che sono alla portata tutti. In modo semplice,riesco sempre a capire concetti importanti.

      • Enzo Pennetta on 16 Dicembre 2013 23:49

        Come si potrebbe non essere d’accordo?! 🙂

    4. Jacques de Molay on 16 Dicembre 2013 23:26

      “E non è neanche difficile immaginare che la presenza o meno di geni del successo scolastico dopo essere diventato strumento di discriminazione potrà essere oggetto di selezione eugenetica con la selezione di embrioni scolasticamente promettenti e l’eliminazione di quelli scolasticamente non-validi.”

      Secondo me invece gli embrioni scolasticamente non-validi li selezioneranno comunque, ma per altri scopi: potrebbero infatti far di loro degli efficientissimi “Delta, Gamma ed Epsilon”…

      • Enzo Pennetta on 16 Dicembre 2013 23:51

        Bè, in effetti la soluzione non è fuori luogo, sai come sarebbe contento Aldous Huxley…

        • Jacques de Molay on 17 Dicembre 2013 00:24

          Certo che a leggere BNW viene davvero da domandarsi se Huxley possedesse una sfera di cristallo funzionante…

          …o se magari fosse a conoscenza di un’Agenda ben precisa, che a questo punto esisteva già allora.

          • Enzo Pennetta on 17 Dicembre 2013 00:41

            Di sicuro aveva letto Daedalus; or, Science and the Future, il saggio di J.B.S. Haldane, uno dei padri del neodarwinismo, dal quale prese l’ispirazione per il suo romanzo BNW:
            http://en.wikipedia.org/wiki/Daedalus%3B_or,_Science_and_the_Future

            L’agenda esisteva e non era neanche segreta…

            • Jacques de Molay on 17 Dicembre 2013 21:31

              OT – Arrivo lungo, purtroppo me ne sono accorto solo adesso. Vorrei segnalare a quanti fossero interessati QUESTO post di W. Vallicella, in cui espone un paio di punti interessanti in merito all’articolo di Ferris Jabr di cui si è parlato qualche giorno fa. Considerazioni queste che, secondo me, integrano bene quelle esposte nell’articolo scritto dal prof. Pennetta e nei commenti che ne sono seguiti.

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