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    Neanderthal, Denisova e Sapiens: i meccanismi darwiniani portano all’estinzione, non all’evoluzione.

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    By Enzo Pennetta on 29 Aprile 2014 Evoluzione

    denisova-neanderth-saiens

    E’ ancora valida questa ricostruzione? 

     

    Una ricerca rivela che sia i Neanderthal che i Denisova avevano una bassa variabilità genetica.

    .

    L’isolamento di una piccola popolazione porta all’impoverimento genetico e non all’evoluzione, come sostenuto dalla teoria neodarwiniana.

    .

    L’uomo di Neanderthal e il Denisova avevano una ridotta variabilità genetica rispetto all’uomo moderno, questo il risultato di una ricerca pubblicata il 21 Marzo scorso su PNAS “Patterns of coding variation in the complete exomes of three Neandertals“, una ricerca che è stata ripresa su Le Scienze il 23 Aprile nell’articolo “Variabilità genetica a confronto tra umani moderni e cugini estinti“.

    Il contenuto dell’articolo viene così riassunto:

    La variabilità genetica nelle popolazioni di Neanderthal e uomini di Denisova era molto più ridotta di quella presente nell’uomo moderno, indicando che vivevano in gruppi piccoli e isolati tra loro.

    Inoltre, nei neanderthaliani e nei denisoviani gran parte della variabilità risaliva al periodo più antico e riguardava aspetti fisici, mentre negli esseri umani moderni ha interessato soprattutto geni coinvolti nella regolazione del comportamento

     Dopo che nell’ottobre 2012 si è scoperto che Sapiens e Neanderthal si erano incrociati, notizia pubblicata su PLOS Genetics, era abbastanza chiaro che essi dovevano essere classificati come varietà di una stessa specie, a quel punto poteva essere presa in considerazione l’ipotesi che fossero quindi frutto di una selezione per impoverimento genico dello stesso tipo di quella che ha portato all’origine delle varie razze canine, ipotesi lanciata su CS circa un anno fa in “Neanderthal, chi erano e perché si sono estinti. Cosa dicono veramente i dati.“

    Come tutte le vere ipotesi scientifiche, quella dell’origine di Denisova e Neanderthal dallo stessa linea di Homo sapiens per impoverimento genetico, poteva essere confermata misurando una minore variabilità genetica dei primi rispetto al Sapiens. Ecco dunque che adesso questo studio diventa una conferma dell’ipotesi formulata.  Più precisamente, secondo quanto riportato su Le Scienze le differenze erano le seguenti:

    la maggior parte delle variazioni genetiche presenti fra i nostri cugini estinti riguardava la morfologia dello scheletro, mentre negli esseri umani moderni hanno coinvolto maggiormente i geni relativi alla pigmentazione…

    Come infatti è noto dall’osservazione dei reperti archeologici, la differenza tra noi, i Neanderthal e i Denisova è nella morfologia dello scheletro, la notizia è che si tratta di una differenza assimilabile a quella esistente negli umani moderni a livello di pigmentazione della pelle, quindi a meno di non voler ritenere i diversi gruppi etnici come delle differenti specie, dobbiamo ritenere che anche i primi fossero una sola specie con i Sapiens.

    Sia i Neanderthal che i Denisova nascevano dunque per l’impoverimento genico di una popolazione derivata da un piccolo gruppo staccatosi da quello principale, la loro piccola variabilità genetica li ha poi resi vulnerabili alle mutazioni che sono state, secondo questa ricostruzione, all’origine della loro estinzione.

    Oltre a confermare che negli ultimi 200.000 anni è esistito un solo tipo di Uomo eliminando l’idea del “cespuglio”, questa scoperta conferma che i meccanismi neodarwiniani che prevedono l’insorgere di mutazioni in popolazioni piccole e isolate, non portano all’evoluzione ma al suo contrario, l’estinzione, come di fatto è avvenuto per i Denisova e i Neanderthal.

    La teoria neo-darwiniana spiega dunque come si estinguono le specie, non come nascono. Restiamo in attesa di una vera teoria dell’evoluzione.

    .

    .

    .

    .

     

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    Enzo Pennetta

    Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

    13 commenti

    1. stò cò frati e zappo l'orto on 29 Aprile 2014 01:00

      Buonissimo articolo…..e poi scritto su Pnas!!

      Anche i Russi si occupano,oramai,di questo “tema”,anche se con un approccio a volte un pò “timido”.

      • Enzo Pennetta on 29 Aprile 2014 21:57

        E’ una mia opinione, ma quando i russi si metteranno a studiare in modo un po’meno timido l’evoluzione ci saranno novità interessanti.

        • stò cò frati e zappo l'orto on 29 Aprile 2014 22:21

          E’ anche la mia(modestissima)opinione.

        • gabriele ferrari on 29 Aprile 2014 22:46

          caro Enzo oramai sai che mi piace molto questo tema,purtroppo personalmente non sono in grado di dare un opinione certa ma dati alla mano credo che la tua ricostruzione ha una logica e va quindi presa in considerazione,comunque come dici tu per lo meno mi e’ sembrato di capire che la nostra varieta’ del genere umano non si e’ estinta perche’ ha una maggiore variabilta’ genetica quindi a differenza dei neanderthal e denisova ha rispettato la teoria darwiniana

          • Enzo Pennetta on 29 Aprile 2014 23:50

            Ciao Gabriele, secondo la teoria di Darwin ad esempio i fringuelli delle Galapagos si sarebbero evoluti in specie differenti perché erano piccoli gruppi sottoposti a isolamento riproduttivo, ma in realtà quando piccoli gruppi sono isolati si ha un impoverimento genetico che li rende vulnerabili.
            Anche in seguito si è ipotizzato che la speciazione allopatrica (per separazione fisica vedi:http://it.wikipedia.org/wiki/Evoluzione#Speciazione_allopatrica ) procedesse in modo analogo, pur continuando ad ammettere contraddittoriamente che se la piccola popolazione rimane isolata a lungo si indebolisce geneticamente.

            Ecco allora che i Neanderthal che si incrociavano con i Sapiens, e i Denisova appaiono proprio come piccole popolazioni che si sono distaccate da quella originaria sviluppando le classiche conseguenze dell’effetto del fondatore o del prolungato “collo di bottiglia”.
            Ma con il collo di bottiglia le piccole popolazioni si indeboliscono, non evolvono come vorrebbe la teoria, e l’estinzione dei Neanderthal e dei Denisova rientrerebbe in questa dinamica.

            Quindi la nostra specie non si è estinta, come correttamente osservi, perché ha mantenuto la propria variabilità genetica, ma questo non vuol dire che abbia rispettato la teoria darwiniana, semplicemente ha rispettato la selezione stabilizzante di Blyth.

            • gabriele ferrari on 30 Aprile 2014 13:13

              siamo stati fortunati allora,quindi da come si prospetta la situazione credo anchio che si sono incrociate tutte le varieta’ umane perché essendo molto simili anche morfologicamente non vedo il motivo perché non dovevano procreare,comunque da come dicono i dati genetici mi sembra di capire che sono stati accoppiamenti sporadici,abbiamo anche noi geni di altre razze umane

        • stò cò frati e zappo l'orto on 30 Aprile 2014 23:28

          Credo che avrai letto quel “simpatico”articolo su il Foglio,riguardante l’uomo di neanderthal.Breve,ma come sempre su Il Foglio,interessante.

          • Enzo Pennetta on 1 Maggio 2014 10:21

            Grazie, a dire il vero mi era sfuggito!

            Lo riporto per intero:
            “Altro che uomini con la clava, primitivi e stupidi. La scienza smonta la convinzione che i Neanderthal avessero un’intelligenza inferiore e che per questo si sono estinti, non reggendo il confronto con i più brillanti antenati dell’uomo moderno. Non c’è alcuna prova che la storia sia andata cosi’, sostiene uno studio pubblicato su Plos One, condotto da Paola Villa, ricercatrice dell’università del Colorado Boulder, e da Will Roebroeks, archeologo all’universita’ di Leiden (Paesi Bassi), che hanno passato in rassegna tutti le precedenti ricerche in materia.

            Non è vero, dunque, che i Neanderthal non usavano sistemi di
            comunicazione complessi o non conoscevano i simboli, che erano
            cacciatori meno bravi o usavano armi meno sofisticate. I due esperti rigettano anche l’idea che questi uomini primitivi seguissero una dieta limitata, che li avrebbe resi più deboli e meno competitivi rispetto ai nostri antenati arrivati in Europa dall’Africa. I microfossili trovati nei denti e nei resti di cibo trovati nei siti, hanno mostrato che mangiavano piselli selvatici, ghiande, semi, olive, pinoli, datteri a seconda dei prodotti disponibili. Inoltre, sono stati trovati nelle loro ‘abitazioni’ pigmenti color ocra utilizzati
            per disegnare sul corpo e ornamenti.
            Se dunque non erano così svantaggiati da un punto di vista intellettivo e tecnico, perchè i Neanderthal non sono sopravvissuti? Per i ricercatori, le cause della loro estinzione sono piuttosto complesse, ma le risposte vanno cercate nelle analisi del genoma effettuate negli ultimi anni. I Neanderthal vivevano in piccoli gruppi e si accoppiavano tra di loro, e questo si è tradotto in figli maschi con una ridotta fertilità.”

            • stò cò frati e zappo l'orto on 6 Maggio 2014 22:34

              Credo che avrai letto anche su Le Scienze un articolo simile a quello pubblicato su Il Foglio,riguardante il Caso dell’Uomo di Neanderthal.
              Oggi 6 Maggio.

            • Enzo Pennetta on 6 Maggio 2014 23:32

              Sì, grazie per le puntuali segnalazioni, l’identità di specie tra Sapiens e Neanderthal esce sempre più rafforzata da questi nuovi studi, prima o poi qualcuno ne trarrà le logiche conclusioni.

            • stò cò frati e zappo l'orto on 7 Maggio 2014 00:10

              Ringrazio te,moltissimo,per la tua serità e competenza.Gli Amici(di Musei toscani e alcuni europei) mi segnalano su Fb o altro l’uscita di questi articoli,veramente utili.
              E concordo su quello che scrivi nel commento.

    2. Pingback: Neanderthal, Denisova e Sapiens: i meccanismi darwiniani portano all’estinzione, non all’evoluzione.

    3. stò cò frati e zappo l'orto on 12 Maggio 2014 13:17

      Prof.quando hai un pò di tempo a disposizione ti consiglio di leggere su LavocedellaRussia l’articolo del 10 maggio scorso con il titolo Una nuova teoria dell’evoluzione proposta dagli scienziati della Siberia.
      Concernente la chimica ho notato il titolo dell’articolo del 5 maggio Scoperto l’elemento 117 della tavola periodica degli elementi.Grazie.

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